L’Indecente proposta della vendita dello Stadio San Paolo

Non è la prima volta che si parla della vendita dello Stadio San Paolo su cui  ho avuto anche modo di esprimere pubblicamente la mia opinione (clikka). Il Patron del Napoli ha più volte proposto l’acquisto “nummo uno”, aggiungendo anche un progetto per la realizzazione di un centro commerciale annesso di circa 400.000 mq., sempre, previa concessione gratuita per 99 anni. In un paese ed una città normale una tale posizione la si sarebbe presa come uno scherzo di un burlone, invece, a Napoli il Patron queste proposte ha avuto il coraggio di sostenerle pubblicamente. Oggi vista la stretta sui conti il Sindaco ci ritorna e sui giornali cittadini parla proprio di vendita (clikka), sennonché, occorrerebbe ricordare al Capo dell’Amministarzione Comunale, che lo Stadio San Paolo appartiene al cd. patrimonio indisponibile del Comune di Napoli e non credo che lo si possa vendere. Ebbene, ciò che mi sconvolge non è tanto la proposta “illegale” fondata sull’ignoranza, ma il fatto che si dichiarino cose del genere senza neppure aver tentato di racimolare diversamente una economia dal medesimo impianto che ha enormi potenzialità. Possibile che al Comune nessuno abbia mai pensato di sponsorizzare lo Stadio, possibile che mai nessuno si sia accorto che qualche anno fa è stata fatta anche una proposta alternativa (clikka) che ebbi modo, io stesso in qualità di consigliere comunale, di depositare come proposta di delibera per la sponsorizzazione? Come dire si liquida il patrimoio in saldo e non si ricercano altre soluzioni per fare in modo di proteggere ciò che abbiamo, per lasciarlo ai nostri figli!

I Cittadini Napoletani regalano 2,4 Milioni a De Laurentiis

Il tema è lo sperpero dei soldi pubblici da parte del Comune di Napoli che ha un deficit che va dal miliardo ed ottocento milioni di euro a circa 2 miliardi e trecento milioni e, nonostante questa voragine abbia provocato il taglio della spesa sociale come l’assistenza ai disabili, leggo oggi su Repubblica Napoli (clikka) che De Magistris ha deciso di regalare 2 milioni e quattrocentomila euro a De Laurentiis come rimborsi di presunti lavori che non sono mai stati documentati. Quando ero consigliere, infatti, sono riuscito ad impedire questo scempio, denunciando la cosa alla Procura della Corte Dei Conti (clikka) che addirittura sequestrò la somma di €. 6.230.000,00, per il mancato pagamento dei canoni di concessione, al Calcio Napoli che poi fu incassata interamente dall’amministrazione.

Dal febbraio 2014 temo che il Calcio Napoli non abbia più pagato nulla per l’uso dello Stadio, nonostante incassi centinaia di milioni di euro!

La stessa Corte dei Conti  con  l’Ordinanza 163.2014 (clikka) ha ricostruito il rapporto contrattuale bacchettando il Comune, per la troppa “benevolenza” economica verso il Patron del Napoli! Basta leggere i documenti.

Sono indignato! Ho studiato le carte e da avvocato posso dire, senza tema di smentita, che questa cosa è assolutamente incomprensibile si danno ben 2 milioni e quattrocentomila €. senza alcuna giustificazione legale facendo torto ai tanti che, come ha più volte sottolineato il mio amico Toni Nocchetti, con la sua associazione “Tutti a Scuola” hanno subito sulla loro pelle i tagli alla spesa sociale.

Vergogna solo Vergogna! Ci sono gli impianti sportivi cittadini chiusi ed al collasso e si regalano milioni di euro!  Il Calcio sta costando alla città somme vieppiù ingiustificate per il grave stato di dissesto che affligge le casse del Comune. Eppure i cittadini, grazie a De Magistris, si sono già indebitati con un mutuo di 20 milioni di euro per far fare ancora più soldi al Patron del Napoli che, nella sua evidente volgarità, non ha mai riconosciuto nulla alla città, approfittando della passione e dell’amore dei Napoletani verso la Squadra Cittadina…. Spero che qualcuno intervenga!

P.S. Il perché è evidente: Il Patron del Napoli è “un potere forte” ed il Sindaco di Napoli, contrariamente a quanto dichiarato, ha sempre ossequiato i poteri forti, contro i quali quando era magistrato diceva di combattere …

 

Un atto di coraggio: Le Dimissioni dell’Assessore allo Sport

Stamane Repubblica Napoli fa il punto sull’impiantistica sportiva illustrando lo stato del Palastadera (clikka), del Collana, del Palavesuvio e della piscina della Mosra D’Oltre Mare. Tutti impianti chiusi, a parere dell’assessore allo sport Ciro Borriello (clikka), non per responsabilità dell’Amministrazione, ma per colpa della Giustizia Amministrativa. Conosco le vicende amministrative degli impianti sportivi e posso dire, con cognizione di causa, che in un paese normale l’assessore in-competente, per una tale raccapricciante situazione, sarebbe stato già da tempo  “espulso dal campo”. Tutti i problemi, infatti, nascono dal non governo degli affidamenti degli impianti che non hanno consentito alle associazioni sportive di avere titolo per chiedere le autorizzazioni necessarie. Oggi l’Assessore giunge addirittura ad affermare che per la chiusura del Palastadera non sarebbe responsabile l’amministrazione, dimenticandosi di dire che l’associazione sportiva che lo gestisce, così come per il Palavesuvio e per tutti gli altri impianti 219, non potrà mai chiedere la cd. SCIA Antincendio perché non ha titolo. Uguale condizione per il Collana che è stato letteralmente abbandonato per oltre 20 anni di gestione comunale ed oggi è al centro di una articolata controversia. Che tristezza

I Napoletani quando vanno allo Stadio pagano due volte

ultrabigliettistadioCon l’avvio del campionato è riapparsa sulla stampa cittadina quella che ormai è da considerare l’annosa questione del rinnovo della convenzione dello Stadio San Paolo con l’aggiunta, quest’anno, delle rimostranze dei tifosi delle Curve che lamentano l’ingiustificato aumento del prezzo del biglietto nei settori cd. popolari. Il 21 settembre scorso anche la commissione consiliare del Comune di Napoli, lancia in resta, ha voluto mettere mano all’argomento. Sembrerebbe, però, che siano passati invano sei anni, poiché le medesime questioni sono riemerse inalterate, così come le trovai io stesso nel 2011, quando ero presidente della stessa commissione. In sostanza di nuovo si discute di canone di locazione e di compensazioni per lavori previsti ed eseguiti addirittura nella lontana stagione 2005/2006. Lo stesso Direttore Generale ha dichiarato, nella citata recente commissione consiliare, che il Comune di Napoli sarebbe addirittura ancora debitore verso la Concessionaria, nonostante il mancato pagamento dei canoni di locazione, per ben oltre un milione di euro, da parte della SSNC, come certificato con una nota del Servizio risalente al 06.06.2016 (clikka) a cui vanno aggiunte le somme nel frattempo maturate. Sennonché, è il caso di osservare, che proprio i citati lavori, più volte eccepiti in compensazione dalla concessionaria e dei quali io stesso, nelle mie passate funzioni pubbliche, chiesi invano la documentazione, furono ritenuti “inconsistenti” dalla Procura della Corte dei Conti, tanto da spingere il Patron del Napoli a versare nel febbraio 2014, dopo l’intervento del Giudice Contabile, i canoni dovuti all’Amministrazione dal 2006 al 2014, per la somma complessiva di €. 6.230.000,00. Appare singolare la circostanza nuovamente riproposta e, pertanto, credo sia utile che i cittadini ricordino che con la  convenzione del 2005, ormai scaduta, si stabilì, forse “giustamente”, per le particolare condizioni nelle quali versava la squadra cittadina, di fare dei “regali” al Calcio Napoli, tanto è vero che nella citata convenzione (art. 12.11) l’amministrazione rinuniciò, senza neppure specificare il quantum, ad ogni credito pregresso per l’uso dell’impianto relativo alla stagione 2004/2005 e maturato fino alla data del 03.11.2005. Ancora con un addendum alla medesima convenzione del 2005 il Comune di Napoli, oltre ad assumersi gli oneri di alcuni importanti lavori di ristrutturazione comunque eseguiti, abbuonò al Calcio Napoli anche il corrispettivo dovuto per la pubblicità, comprese imposte e tasse, per un intero quinquiennio, assumendosi, quale ulteriore “regalo” alla squadra cittadina e previo esperimento delle relative procedure amministrative, anche gli altri oneri relativi alla installazione degli ormai famosi tornelli, previsti dal Decreto Pisanu che, a mente dell’art. 8 dello stesso, sarebbero dovuti essere a carico della società. Somma che poi si è rivelata essere pari a circa 2 milioni di euro, di cui si ridiscute nuovamente per l’ennesima volta perché vi sono “difetti” amministrativi insormontabili che ne impediscono il riconoscimento. Infine, come se non bastasse il Comune di Napoli, sempre con la citata convenzione del 2005, e come ulteriore “regalo” si assunse anche gli oneri fino a 250.000,00 €. per il rifacimento del campo di gioco ove ritenuto necessario (art. 13.2). Credo in buona sostanza essere fuor di dubbio che il Calcio Napoli continui a Giocare al San Paolo, per il quale per fortuna oggi, nonostante sia scaduta la convenzione, si possono applicare le tariffe che furono create ad hoc dal servizio nella passata consiliatura e che io stesso, mediante un emendamento, approvato dal consiglio comunale, ritoccai aggiornandole, altrimenti non avremmo avuto alcun riferimento per consentire alla nostra squadra cittadina di continuare a giocare nel Tempio del Napoli. Ad ogni buon conto a fronte dei tanti “regali” fatti dai Cittadini Napoletani, credo sia dovuto un atto di attenzione da parte del Patron calmierando il costo dei biglietti delle Curve, per consentire ai Napoletani di continuare a tifare. Nella speranza che si giunga presto a stipulare una nuova convenzione su modello di quelle già stipulate in tante altre grandi e piccole città italiane onde evitare che i napoletani paghino due volte lo stadio come contribuenti e come tifosi.

san-paolo-abbassare-i-prezzi-delle-curve-repubblica (clikka)

 

Fermo il Finanziamento dei Lavori allo Stadio San Paolo

stadioOggi (26.07.2016) leggo ben tre articoli de Il Mattino sulla ristrutturazione dello Stadio San Paolo e sulla necessità di approvare il bilancio previsionale 2016 poiché il credito sportivo ha bloccato la pratica per tale motivo.

A leggere i giornali parrebbe essere un colpo di scena, sennonché tutto ciò era certo e l’avevo segnalato per tempo da oltre un mese ed in piena campagna elettorale (cikka).

Bastava leggere la delibera ed i pareri del Segretario Generale e del Ragioniere Generale per rilevare anche l’anomala e singolare circostanza che il medesimo Ragioniere Generale ha ritenuto la citata delibera un mero atto di indirizzo della Giunta al Consiglio, mentre per il TUEL è esattamente l’opposto, cioè è il Consiglio che da’ l’indirizzo alla Giunta e non viceversa! Cosa dire poi del fatto che  la notizia viene data senza neppure un accenno critico. Come è possibile che i Giornali non diano conto di tali anomalie.

Inoltre, occorrerebbe, a mio avviso, coinvolgere e far partecipare i cittadini su una scelta così strategica. Abbiamo, infatti, un Patron che incassa circa 120 milioni di euro all’anno dal Business del pallone, non paga il canone dello stadio, per giunta si è anche venduto Higuain, incassando 94 milioni di euro “e noi ci andiamo a fare anche lo stadio nuovo” quando abbiamo le buche per strada, ed i topi che scorrazzano sugli alberi delle periferie (clikka), con un buco di bilancio da far tremare i polsi e l’amministrazione non sente neppure il bisogno di confrontarsi con i cittadini facendogli la semplice domanda: Volete che lo stadio lo ristrutturiamo con i soldi Vostri o che lo ristrutturi il patron del Napoli con i soldi suoi?

La partecipazione come al solito non si annuncia né si dichiara ma si pratica!

Lavori allo Stadio Fondi Bloccati (clikka);

Stadio migliore per vincere la sfida scudetto (clikka)

Delibera sui conti bloccata troppi veti della maggioranza (clikka)

San Paolo Arriva il Controllo UEFA (clikka)

Stadio La Smentita (clikka)

Stangata Sugli Impianti Sportivi (clikka)

Stangata sui Srevizi a Domanda individuale (clikka)

SadioRisorsedaDeLaurentiis (clikka)

Stadio la Visita degli Ispettori (clikka)

25 milioni di debito per lo Stadio San Paolo

OPGAnte Scriptum: Per piacere non scrivetemi che queste cose in campagna elettorale non le devo dire perché altrimenti agevolo Lettieri. Secondo me, invece, è proprio in campagna elettorale che queste cose (che peraltro ho sempre illustrato per trasparenza) vanno dette affinché i cittadini, liberissimi di votare chi vogliono anche de magistris, decidano con cognizione di causa ed animo libero!

A Napoli non abbiamo né un Mujica né un Zapatero, però quando si tratta di beni pubblici diciamo di scarso interesse o “difficili”, allora, si buttano i parallelismi con queste personalità politiche della sinistra di spessore. Frasi del tipo il Potere al Popolo, la lotta contro i Poteri Forti etc etc. Una sinistra antagonista che viene blandita con la concessione di beni pubblici fino ad arrivare ad una delibera con la quale si sarebbe dovuto addirittura (solo sulla carta vi rassicuro) espropriare i beni inutilizzati dei privati, mentre per i beni pubblici non utilizzati (colpevolmente dall’amministrazione) anziché fare il mea culpa, si rivolta la frittata e si dice diamoli al popolo in gestione, senza aggiungere “perché non ne siamo capaci noi!”. Demagogia? Opportunismo politico? Eppure la contraddizione è evidente a leggere altre delibere che, secondo questa tesi rivoluzionaria non sarebbero mai dovute essere emesse e che non si capisce se mai la cd. “sinistra sinistra” o la sinistra antagonista, avrà mai letto o se lette avrà mai capito, perché qua di cd. partecipazione popolare “nisba” nel modo più assoluto.

Ebbene, Vi offro l’esempio di due beni pubblici importanti, per i quali, dubito che siano mai state investite le assemblee popolari, i cittadini del quartiere o le municipalità o la sinistra antagonista tanto attiva. Altro che partecipazione, in questo caso vige il principio dell'”IO SONO IO E VOI NON SIETE un… ” cavolo del Grande e compianto Alberto Sordi. Ma a questo punto chiederei alla sinistra che si riempie la bocca, di non stare a guardare perché altrimenti delle due l’uno o è collusa o, peggio ancora, è assolutamente inconsapevole, ignorando completamente cosa si sta facendo alle sue spalle.

Ebbene, vi offro in lettura la delibera  per la ristrutturazione dello Stadio San Paolo (clikka) che, per fortuna è una bufala confezionata ad arte per la campagna elettorale, in quanto, come dice il Ragioniere Generale (non lo dico io), il danno che potrebbe derivare dal “regalo” di 25 milioni di euro” non essendo di competenza della Giunta (mi chiedo se la Giunta lo sapeva?) non è attuale perché si dovrà attendere la pronuncia del Consiglio Comunale, al quale inconsapevolmente sarà data in pasto, senza che neppure i consiglieri se ne accorgano, infilata nel piano pluriennale e nella relazione programmatica e poi, per le rigidità di bilancio, si scatenerà il caos economico/finanziario/amministrativo per la evidente violazione delle norme citate sia dal Ragioniare Generale  che dal Segretario Generale.

Altra delibera è quella relativa ad un importante impianto natatorio per il quale è stata fatta una proposta di gestione a canone zero (clikka), che potrebbe pure starci, ma la cui decisione (per il cd. potere al popolo) non avrebbe dovuto essere adottata se non dopo una bella “assemblea popolare di sinistra”. Un impianto che potenzialmente potrebbe fruttare (anche oggi) circa 60/70 mila euro al mese.

Ovviamente mi viene da ridere per come viene presa in giro i pochi fessi della sinistra napoletana ed antagonista e mi limito, come sempre, a far parlare le carte avendo selezionato i passi più importanti della relazione del Ragioniere Generale e del Segretario Generale, che ovviamente potrebbero essere asserviti a Renzi o ai Poteri Forti o semplicemente dire le cose che mettono nero su bianco “per dispetto”.

Ci dovremmo, invece, chiedere se mai qualche consigliere si andrà mai a leggere l’intera manovra di bilancio per evitare questo scempio o per lo meno far emergere le stridenti contraddizioni. In tutto questo mi chiedo dove stanno (e dove stavano, quando io ho sollevato questi importanti temi di giustizia sociale clikka) i tanti infervorati militanti di sinistra che hanno partecipato alla campagna elettorale ….

Ecco cosa dicono i più alti dirigenti del Comune sul mutuo da caricare sui cittadini napoletani di 25 milioni di euro:

Ragioniere Generale Dott. Raffaele Mucciariello: “La deliberazione in esame, dopo aver effettuato una premessa in termini di analisi dello stato di fatto del cespite in argomento, e suffragando apoditticamente la oggettiva rilevanza per la città dello stesso, attesta la indifferibilità degli interventi di manutenzione straordinaria necessari a garantire principalmente:

.- adeguamento dell’impianto sportivo alle disposizioni che regolano le attività calcistiche internazionali impartite dalla UEFA;

.- permanenza delle condizioni di certificabilità della rispondenza degli impianti direttamente connessi;

.- riqualificazione dell’impianto antincendio;

.- ottemperanza a prescrizioni degli Organi di controllo;

.- rilascio autorizzazioni e agibilità;

….. Preliminarmente, deve necessariamente rilevarsi che qualsiasi proposta che, come quella in questione, propone la contrazione di mutui e prestiti per il finanziamento di investimenti deve necessariamente contribuire al raggiungimento degli obiettivi prefissati al piano di riequilibrio finanziario pluriennale fissati ai sensi del comma 9 bis del 243 bis del TUEL. Ciò premesso, sotto il profilo della regolarità della documentazione prodotta, ci si limita a prendere atto di quanto riportato nella premessa della deliberazione, circa il fatto che l’accensione dell’indebitamento determini, sia in termini di maggiori economie di gestione del cespite, sia in termini di preservazione degli introiti assicurati dall’utilizzo dello stesso, che chiaramente verrebbero meno nel caso in cui, come dichiarato dal dirigente che sottoscrive la proposta, dovesse verificarsi la chiusura dell’impianti per mancata ottemperanza alle prescrizioni delle autorità preposte al rispetto della normativa sulla sicurezza.

Dal punto di vista dell’opportunità di procedere ad un simile sforzo economico da parte dell’Amministrazione, si ritiene opportuno che l’investimento proposto debba essere attentamente valutato anche alla luce della declinazione pluriennale dell’ammortamento del finanziamento, in relazione alla entità temporale presumibile dell’azione di manutenzione straordinaria e nella misura della vita utile del cespite oggetto dell’intervento. Per ciò che attiene al rispetto delle competenze proprie dei soggetti che adottano i provvedimenti, si rileva che la proposta in esame prevede una copertura finanziaria – seppure disposta e prevista nei documenti di programmazione finanziaria 2016/2018 approvati dalla Giunta Comunale con deliberazione di proposta al Consiglio n. 318 del 29 aprile 2016 – la cui attivazione, concernendo nuovo indebitamento di stretta competenza dell’organo consiliare, non potrà che definirsi all’atto dell’approvazione della citata deliberazione di Giunta. Data la natura di atto di indirizzo, pertanto, nulla può essere osservato sotto il profilo della giusta imputazione sul bilancio, mentre per ciò che attiene all’osservanza dei principi contabili e all’impatto sugli equilibri economico-finanziari e sugli equilibri patrimoniali dell’ente, si effettuano le seguenti ulteriori considerazioni.

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema di contabilità armonizzata, al fine di procedere alla contrazione di nuovo indebitamento, occorre attestare la capacità dell’ente di poterne sostenere l’onere:

  • in termini di nuove regole di pareggio di bilancio, visto che lo stesso incide sull’equilibrio dei primi quattro titoli della entrata in termini di accertamenti in rapporto ai primi due della spesa in termini di impegni;
  • nella misura del rapporto tra quote di debito rimborsato e nuovo debito contratto;
  • in esito a possibili contrazioni di indebitamento per supportare eventuali azioni esecutive.

Con le precisazioni di cui sopra e valutato in termini di mero indirizzo ancora la copertura finanziaria, il parere potrà definitivamente essere reso sugli atti di gestione concludenti consequenziali”.

 Il Segretario Generale Dott. Gaetano Virtuoso: “…. Al riguardo, si precisa che, ai sensi dell’art. 18 del Regolamento comunale sul sistema dei controlli interni, il parere di regolarità contabile implica che siano state svolte attente valutazioni in ordine a: ”…  il rispetto delle competenze proprie dei soggetti che adottano i provvedimenti; la giusta imputazione al bilancio e la disponibilità sul relativo intervento o capitolo; l’osservanza dei principi contabili e delle norme fiscali; la valutazione degli effetti che si determinano per il bilancio dell’Ente in relazione agli equilibri economico- finanziari dello stesso; la valutazione degli effetti che si determinano per il bilancio dell’Ente in relazione agli equilibri patrimoniali”. Altresì rilevanti, le valutazioni sulla coerenza dell’atto proposto rispetto alle prescrizioni del Piano di riequilibrio, affinché lo stesso si mantenga idoneo, sia in termini di competenza che di cassa, all’effettivo risanamento dell’Ente.

In buona sostanza, la Ragioneria dell’Ente non ritiene, allo stato del procedimento istruttorio rilevabile dall’atto, di poter fornire il proprio parere sulla proposta in termini concludenti secondo i profili di valutazione che la normativa di legge e regolamentare assegna al responsabile del Servizio Finanziario, ai fini del controllo contabile e degli equilibri di bilancio (articolo 49, 147bis e 147 quinquies T.u. 267/2000 e art. 18 Regolamento comunale), inquadrando, pertanto, la proposta medesima, come atto di mero indirizzo, scaturente, evidentemente, dagli esiti della deliberazione C.C. n. 698 del 30/10/2015, ad oggetto “Stadio San Paolo – studio di fattibilità a valere quale progetto preliminare presentato da Filmauro srl in accordo con la Società Sportiva Calcio Napoli Spa ai sensi della legge 147/2013”, per effetto della quale si è conclusa la procedura per la ristrutturazione e l’ammodernamento dello stadio San Paolo avviata ai sensi dell’art. 1- commi 303 – 305 – della legge 147/2003.

Le considerazioni e condizioni esplicitate nel parere della Ragioneria Generale ai fini della sostenibilità economico finanziaria della linea d’azione tracciata nella proposta, con riferimento, in particolare, alla coerenza con le nuove regole in materia di contabilità armonizzata e di pareggio di bilancio, conferiscono, effettivamente, alla proposta stessa una configurazione di atto di indirizzo, in cui l’approvazione dello studio di fattibilità rileva, allo stato, solo in linea tecnica, necessitando, per il finanziamento dell’investimento, ulteriori verifiche di competenza degli uffici comunali (non solo di ragioneria), anche in relazione ai vincoli, sia di carattere generale, previsti dall’art. 200 che speciale, imposti dall’art. 243 bis, art. 9bis – T.u. n. 267/2000 agli enti che hanno fatto ricorso al piano di riequilibrio finanziario pluriennale, e le determinazioni dell’Organo consiliare ai sensi dell’art. 42 del richiamato Testo Unico.

Stadio San Paolo: I Cittadini pagano ed il Calcio Napoli no!

delaurentiisdemagistrisA beneficio dei cittadini napoletani e delle Casse Comunali, sono dovuto ricorrere alla Corte Dei Conti (clikka) per ottenere il pagamento dei canoni  dovuti dal 2006 al 2014 dal Calcio Napoli (ben 6.230.000.000,00 €.) per l’uso dello stadio San Paolo, da cui, è il caso di osservare, il patron del napoli, ricava circa 120 milioni di euro all’anno! Ebbene, proprio perché, posso dire di “conoscere i miei polli” ho chiesto se per caso non si fosse di nuovo verificata una situazione del genere, avendo la conferma (non la sorpresa) di scoprire che è così! Dall’ultimo pagamento, infatti, il Calcio Napoli si è guardato bene dal pagare accumulando un debito di altri 644.593,83 €. come certificato dal Servizio Comunale (clikka) oltre alle altre somme dovute per la mancata sottoscrizione della convenzione. E’ singolare la risposta dal Calcio Napoli secondo cui non avrebbero ricevuto la diffida a pagare, come se fosse necessaria la diffida per sapere che i debiti vanno onorati alla scadenza!
Possibile che la politica è tanto debole verso i forti e tanto forte verso i deboli? Penso alle tante imprese e cittadini strozzati dall’Equitalia per qualche migliaio di euro e qui, invece, abbiamo crediti per milioni di euro che vengono lasciati inadempiuti per paura di “disturbare” e crearsi dissenso anziché consenso. Come dire in servizio fino agli ultimi giorni di cosiliatura! spero che nel nuovo consiglio comunale ci sia qualcuno che porti avanti questa battaglia di giustizia sostanziale!!!
Giusto per: Nel 2011 ho fatto una campagna elettorale con il megafono al grido: “Contro i Poteri Forti di questa Città Votate e fate Votare ….” con amarezza devo dire che mi sono ricreduto…
Repubblica Napoli (clikka) del 08.06.2016, Alessio Gemma:
Il Calcio Napoli non paga, il Comune lo diffida. Palazzo San Giacomo ha “messo in mora” la società di De Laurentiis. Il motivo? Il club non ha ancora versato i canoni di concessione dello stadio San Paolo per l’anno scorso. Si riapre lo scontro sull’impianto di Fuorigrotta.
Il Napoli non onora parte del fitto per il campo di proprietà del Comune: una somma di 644 mila euro. E gli uffici di piazza Municipio ricorrono alle carte bollate. “Si precisa – si legge in una nota interna del 6 giugno – che il servizio gestione grandi impianti sportivi ha notificato alla Società Sportiva Calcio Napoli diffida al pagamento e contestuale messa in mora per un importo complessivo pari a 644.593,83 (Iva inclusa) per i canoni concessori per il periodo 1 settembre 2014 a tutto il 30 settembre 2015, comprensivo di relativo canone pubblicità stesso periodo”.Dalla società sportiva fanno sapere di non aver ricevuto tale comunicazione dal Comune. Nella stessa nota si dà conto che il Napoli ha “regolarmente pagato i canoni relativi al periodo marzo-agosto 2014”, ma si apprende che il periodo successivo, cioè settembre 2014-settembre 2015, non è l’unico ancora scoperto. Perché si legge – “si resta in attesa della nuova convenzione approvata dal consiglio comunale”, per cui restano anche da pagare i canoni dall’1 ottobre 2015 al giugno 2016. Per quest’ultimo periodo è entrata in vigore il nuovo accordo tra Comune e club, che prevede un aumento del 20 per cento con altre spese a carico del Napoli. Per la nuova convenzione, approvata dal consiglio comunale, ci vuole un ultimo passaggio in giunta comunale.

Ma De Laurentiis la firmerà? Pare che il Napoli si sia fatto avanti in Comune per eseguire parte dei lavori allo stadio: bagni e area accoglienza per la Champions. Somme che la società potrebbe voler “compensare” con i canoni ora arretrati. Intanto il Comune ha già chiesto il mutuo da 25 milioni per ristrutturare lo stadio. Attacca Gennaro Esposito, ex presidente della commissione Sport: “Solo con l’intervento della Corte dei conti, il Comune ha incassato i 6 milioni di canoni antecedenti al 2014. Adesso ci risiamo poiché l’ente non è in grado di far rispettare gli obblighi contrattuali alla società. Spero che nel rinnovato consiglio comunale ci sarà qualcuno che svolga questa importante funzione di controllo e indirizzo”.

La vera urgenza del Comune di Napoli: Abbassare la tariffa ad una associazione

demagistisL’amministrazione comunale è un pachiderma, una tartaruga, alle mie richieste di informazioni gli uffici, nonostate l’obbligo di risposta entro le 48 h, spesso rispondono dopo mesi. Per la calendarizzazione delle mie proposte di delibera, non ne parliamo proprio, siamo ad oltre due anni e non so se verranno mai calendarizzate, tanto che solo una sola proposta è stata discussa ed approvata.

Ebbene, non è sempre così! Solo che non so se compiacermi o rammaricarmi. Il Comune quando vuole sa essere più veloce della luce, anzi un vero e proprio Speedy Gonzales, addirittura con doti di preveggenza.

Ovviamente non metto in dubbio la buona fede del Sindaco, del Presidente del Consiglio, del Segretario Comunale, del Dirigente dei Servizi Finanziari e del Dirigente del servizio Grandi Impianti Sportivi. Il merito è tutto di due consiglieri comunali Andrea Santoro (NCD e Vigile Urbano a quarto di Napoli) e di Teresa Caiazzo (Verdi e bancaria) assolutamente capaci, che hanno saputo rappresentare all’Amministrazione, meglio di chiunque altro la necessità, l’urgenza e la improcastinabilità di una importate proposta per il Comune di Napoli senza la quale sicuramente sarebbe accaduto una sciagura, un terremoto, una inondazione, come dire un maleficio divino che si doveva proprio evitare.

Prima di passare al merito ecco le date che fanno, almeno a me, rabbrividire, meglio di qualsiasi comune Svizzero, meglio del Comune di New York:  10.12.2015 deposito Proposta di delibera dei Consiglieri Santoro (NCD) e Caiazzo (Verdi) clikka;  09.12.2015, il giorno prima, richiesta del Sindaco che, dotato di arti divinatorie e preveggenti, chiede la urgente calendarizzazione al Presidente del Consiglio della proposta non ancora depositata (clikka); 15.12.2015 Provvedimento del Presidente Pasquino di abbreviazione del termine per i pareri da 30 a 5 giorni (clikka)Parere del Servizio GG.II., privo di data, forse per la fretta (clikka)15.12.2015, lo stesso giorno della richiesta di Pasquino, Parere del Segretario Comunale che non vedeva l’ora di provvedere il giorno stesso (clikka) 15.12.2015 Parere dei Servizi Finanziari che non aspettavano altro di fare come ha fatto il Segretario Comunale (clikka)16.12.2015 Calendarizzazione della proposta al Consiglio del 21.12.2015 (clikka)!

Un vero e proprio record appena 6 giorni per fare tutto ciò che era necessario !!! Basti pensare che una mia proposta risale addirittura al 04.06.2012 e non se ne parla proprio né per i pareri né per la calendarizzazione.

Voi direte e che sarà mai accaduto? Sarà certo caduto un altro cornicione della Galleria Umberto provocando un altro morto? Starà forse per cadere un altro edificio scolastico come quello di veterinaria? Forse occorre intervenire immediatamente per impedire la caduta di un albero? Forse si devono riparare immediatamente le buche di via marina? Occorrerà con urgenza salvare la vita dei cittadini napoletani abbandonati in mezzo al mare?

NIENTE di tutto questo!! Occorre solo ed esclusivamente ridurre la tariffa di uso di una struttura sportiva ad una associazione che svolge una “importante attività” di Fitness per i cittadini di fuorigrotta con circa 300/400 iscritti e tariffe di circa 60€./mese, in due ambienti del San Paolo, alla quale ovviamente paghiamo acqua, luce e riscaldamento e dobbiamo, in tutta fretta ridurre la tariffa ritenuta troppo esosa. Fretta che anche innanzi al TAR non è stata ritenuta tale visto che, come mi è stato comunicato dell’Avvocatura Municipale il 04.11.2015 (clikka), la medesima associazione ha rinunciato alle richieste di sospensiva!

Ebbene, tutta questa fretta che ha messo insieme 1 esponente della maggioranza ed 1 dell’opposizione è stata ovviamente causata, da un mio emendamento approvato al bilancio previsionale 2015 (clikka) e prima ancora nel previsionale 2014 (clikka) con il quale ho, avuto la malsana idea, di ritoccare le tariffe di alcuni impianti sportivi, invitando l’amministrazione a fare lo stesso per tutte quelle strutture che hanno un altissimo rendimento, nella consapevolezza che, nella gestione del patrimonio pubblico, occorre osservare il  principio di giustizia sociale (clikka) e di uguaglianza essendo comprensivi con i deboli e forti con i forti.

Giusto per ricordare i fatti il mio intervento al Consiglio del 07.08.2015 al 01:50:05

Ovviamente tutto questo in barba alla efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa ed alla necessità di copertura dei servizi a domanda individuale per i quali c’è l’obbligo di copertura al 36%, con la conseguenza che ogni punto percentuale in più costa al Comune di Napoli ben 5 milioni di euro ed al momento, poiché il Comune copre solo fino al 29%, questa “pazziella” ci costa ben 35 milioni di euro in meno di riversamenti statali!

Metto a disposizione di tutti voi anche la mia relazione del 5 aprile 2013 (clikka)  proprio sullo stadio san paolo dalla quale si può capire qualche altra cosa sulla strana e rapida vicenda, manifestando, ovviamente, tutta la mia amarezza per le tante questioni che richiederebbero, queste si, un rapido intervento ed, invece, vengono lasciate languire nel dimenticatoio calpestando i diritti dei cittadini più deboli. Non sarà sempre così!

 Diceva qualcuno con il quale, ovviamente non sono affatto d’accordo, “a pensare male non si sbaglia”.

Aggiornamento: Ecco come è andata a finire al Consiglio del 19.02.2016

il mio intervento al 04:19:22

Sullo Stadio San Paolo “tutte chiacchiere e distintivo”

San PaoloEbbene non ce l’ho fatto e dico anch’io la mia sulla magra figura che Napoli ed i suoi amministratori hanno fatto nella trasmissione di Giletti l’Arena di ieri (clikka) oggi ripresa anche dai giornali cittadini. Ovviamente sono dispiaciuto della cosa e pur essendo uno dei 5 consiglieri che ha votato per la eliminazione del privilegio dei biglietti, sono certo che la trasmissione non abbia fatto un buon servizio con notizie date a buon mercato all’insegna del populismo.

Ebbene, la riprova di quello che dico l’ho avuto qualche sabato fa, quando, invitato ad una assemblea cittadina a Bagnoli ho avuto modo di spiegare come stanno effettivamente le cose nello Stadio San Paolo, e dopo di me è intervenuto l’assessore Piscopo, a cui la gente ha chiesto di riferire sullo stesso tema. Ebbene, ho avuto una sorpresa quando l’assessore, volendo sviare anch’egli l’argomento, ha iniziato a parlare dei biglietti perché c’è stata una sorta di “sollevazione popolare”. Le persone hanno, infatti, “stoppato” subito l’assessore dicendo che a loro non “fregava” nulla dei biglietti ma volevano sapere se era vero ciò che avevo riferito poco prima. Ho pensato che c’è speranza e l’informazione dovrebbe fare meno populismo e più informazione per far comprendere che la politica non è tutta uguale e che ci sono persone che aspirano al bene ed all’interesse pubblico anche nei consessi elettivi.

Quali sarebbero potute essere le domande, oltre a quelle sui biglietti, che purtroppo nessuno ha fatto e fa? Eccole:

1.- Perché il Comune di Napoli in 10 anni ha finanziato il Calcio Napoli con 40 Milioni di euro accollandosi pulizia, tutti i consumi e la custodia?

2.- perché il Sindaco e la maggioranza hanno respinto un emendamento che prevedeva una cauzione (clikka) per il mancato pagamento del canone benché lo stesso concessionario negli anni passati non avesse mai pagato il dovuto se non dopo un mio esposto alla Corte Dei Conti (clikka)?

3.- perché il Sindaco e la maggioranza hanno respinto un emendamento che prevedeva una polizza per danni a persone e/o cose (clikka)? P.S. E’ stato diciamo singolare il modo con il quale il Sindaco della terza città d’Italia l’ha liquidato: uno scongiuro!

4.- perché il Sindaco e la maggioranza hanno respinto un emendamento che prevedeva l’accollo al concessionario di tutti i consumi come accade in tutte le città d’Italia (clikka)?

5.- perché il Sindaco e la sua maggioranza hanno respinto un emendamento che prevedeva un introito sullo sfruttamento della concessione del servizio di ristorazione (clikka).

Alla fine sono riuscito a far passare solo due emendamenti e non so neppure io come: quello sulla compatibilità dell’uso dello stadio con le altre attività sportive (clikka) e quello sullo sfruttamento pubblicitario sull’esterno  dello Stadio (clikka)

Queste credo erano le domande scomode da porre, ma forse erano tanto scomode che neppure Giletti nella sua trasmissione ha avuto il coraggio di porre perché diciamo incidono su un potere forte…. Il resto sono tutte chiacchiere e distintivo.

Consiglio la lettura e la visione del video al seguente link: la verità sullo stadio san paolo nel consiglio comunale (clikka)

Le verità sullo Stadio San Paolo nel Consiglio Comunale

San PaoloIeri il Consiglio Comunale sullo Stadio. Sono passati due emendamenti che obbligano l’amministrazione a fare un bando pubblico per gli allestimenti pubblicitari sulle aree esterne allo Stadio ed uno che garantisce lo svolgimento delle altre attività sportive nell’impianto. Resta ovviamente l’amaro in bocca perché, non è passato un emendamento sulla modalità di gestione che avrebbe fatto recuperare al comune circa 10 milioni di euro, che si sarebbero potuti avere semplicemente passando la gestione dello stadio dalla concessione, all’uso del servizio a domanda individuale. L’incasso attraverso questa modalità, infatti, sarebbe andato a copertura dei costi per i servizi a domanda individuale che, per legge devono essere coperti per lo meno al 36% ed, invece, ad oggi lo sono solo al 27%. Questo inadempimento per la legge 174/2013 sul riequilibrio ci costa in sanzioni circa 5 milioni di euro per ogni punto percentuale di mancata copertura di riversamenti dalla Stato: ben 45 milioni di euro!! Passando l’introito del San Paolo su questa voce avremmo scalato per lo meno due punti (saremmo passati, quindi, dal 27 al 29%) = 10 milioni di euro. Ma questa cosa ai cittadini Napoletani non verrà mai spiegata dai Giornali!!!

Il mio intervento all’1:53:29

REAZIONI:

Questa la reazione del Sindaco assolutamente fuori luogo perché scarica sul consiglio comunale la responsabilità di ciò che è accaduto quando poi al momento dell’appello nominale proprio il Sindaco era irresponsabilmente assente.

Il Patron del Napoli addirittura minaccia di non far giocare la partita di domenica prossima Napoli / Fiorentina (clikka). Addirittura, qualcuno ha ipotizzato che si potrebbe pensare ad un accordo tra il sindaco ed il patron: Scaricare la colpa sul consiglio comunale aizzando irresponsabilmente i tifosi contro il Consiglio stesso. Ovviamente non voglio proprio credere a questa ipotesi.

Ecco il nostro comunicato stampa a chiarimento:

All’indomani del Consiglio Comunale sulla convenzione ponte con la Società Sportiva Calcio Napoli per l’utilizzo dello Stadio San Paolo, si apprende della reazione sopra i toni del presidente De Laurentis e della sua minaccia di non disputare la partita di domenica prossima Napoli – Fiorentina, come pure dei commenti del Sindaco De Magistris che scarica sul Consiglio Comunale la responsabilità dei ritardi, attribuili, invece, solo ed unicamente all’Amministrazione Comunale e alla stessa Società Sportiva Calcio Napoli. Le responsabilità sono, infatti, evidenti, sia perché il Consiglio Comunale è stato investito della questione solo lo scorso 30 settembre, sia per il comportamento irresponsabile del Sindaco, assente in un momento decisivo del confronto nell’aula consiliare. Le opposizioni tutte, al di là degli schieramenti, a tutela degli interessi della città e dei tifosi, hanno invece cercato, e continueranno a farlo fino alla fine, di migliorare l’atto deliberativo e la convenzione con proposte ed emendamenti, non accolti dal Sindaco nella seduta di Consiglio del 14 ottobre, probabilmente solo perché sono stati assunti impegni in privato con la Società Sportiva Calcio Napoli, pur senza avere una maggioranza consiliare. I cittadini, ancor prima che tifosi, devono saperlo: i ritardi sulla convenzione per l’utilizzo dello Stadio San Paolo sono imputabili al Sindaco De Magistris e alla Società Sportiva Calcio Napoli.

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Chi guadagna con lo Stadio San Paolo

San PaoloCome era prevedibile è scoppiata la polemica sullo stadio con il flop del consiglio comunale del 30 settembre scorso e la discussione rinviata al 7 ottobre. Ovviamente a Napoli non ci poteva essere nulla di normale, sicché siamo arrivati alla terza proroga con il Patron del Napoli che usa un linguaggio da cinepanettone ed una discussione tutta incentrata sul “chi sono io e chi sei tu” che sinceramente non credo interessi poi tanto i cittadini che vorrebbero un impianto sportivo innanzitutto sicuro ed al livello della terza Città del Paese. In ogni altra parte del mondo occidentale si parlerebbe di progetti con politici ben attenti a far comprendere ai cittadini che le casse pubbliche avranno un beneficio dalla riqualificazione dello Stadio Cittadino e non ci rimetteranno. E’ stata, infatti, di questo tenore la discussione per la ristrutturazione dell’Olimpiastadion di Berlino nel 2004. Ma per restare in Italia, anche a Milano la discussione è tutta economica, con una ristrutturazione del San Siro per la finale della Champions, per la quale le squadre cittadine contribuiscono con 40 milioni di euro oltre ad una parte messa dal Comune a scomputo parziale dei canoni. Anche qui si prospetta un beneficio economico per i cittadini. Difatti, si calcola che la remunerazione dall’indotto sarà di circa 300 milioni di euro e di questi, ben 50 andranno nelle casse del Comune di Milano. A Napoli è il caso di dire che dal 2005 abbiamo caricato tutti i costi dello Stadio sul Comune, quindi, pulizia dopo le partite, manutenzione ordinaria e straordinaria (seppure quella ordinaria per le parti in uso esclusivo è a carico del Calcio Napoli), consumi idrici, elettrici e da riscaldamento, tutti a carico dei cittadini napoletani, tifosi e non. A Milano, ovviamente tutti questi costi sono a carico delle squadre. Inoltre, nella convenzione del 2005 c’è una espressa rinuncia del Comune ai crediti pregressi verso la Società e solo nel 2014 il Comune ha potuto incassare quello che era dovuto dal 2006. Come dire il Comune sostiene, sia pure in modo sgangherato, costi diretti per circa 1,5 milioni di euro all’anno (a cui vanno aggiunti i costi per gli interventi urgenti per altri 2,5 milioni di euro) ed il Calcio Napoli marginalizza l’utile versando al comune circa 800 mila euro, che ora, con la proposta ponte si vogliono ridurre ad €. 651.249,00. Ebbene, credo che uno degli elementi per capire quanto valga lo Stadio San Paolo sia sicuramente il suo rendimento di cui stranamente nessuno parla. Ebbene, da uno studio del CONI Servizi (invocato spesso dal Patron) si apprende facilmente che il Calcio Napoli per la sola stagione 2012/2013, ha avuto ricavi totali, di 120,3 milioni di euro e di questi, 15,1 milioni sono imputabili al solo uso dello Stadio San Paolo. A questi ricavi ovviamente occorre aggiungere quelli da sfruttamento della Buvette, da pubblicità, sponsorizzazione e diritti televisivi. Lo stesso studio CONI dimostra che con non grossi sforzi, dal San Paolo si potrebbero tirare fuori altri 12,97 milioni di euro. E’ evidente, allora, che le colorite espressioni da cinepanettone del patron, difronte a questi numeri, sono semplici armi di “distrazione di massa” peraltro di cattivo gusto e, seppure condivisibile l’amarezza per le cattive condizioni dello stadio, non vorrei che De Laurentiis si sia convinto che il Comune sia una Gallina dalle Uova d’oro, ovvero, visto lo stato delle casse pubbliche, da spennare.

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I regali del Comune a spese dei cittadini: Convenzione calcio napoli Stadio San Paolo:
1) Art. 12 comma 11 Convenzione 2005: … il Comune … espressamente rinuncia ai corrispettivi che fino alla data di sottoscrizione risulteranno dovuti a qualsiasi titolo dalla Napoli Soccer SpA per l’utilizzo dell’impianto nella stagione 2004/2005″. NON SI CAPISCE A QUANTO ABBIAMO RINUNCIATO. Oltre a tale rinuncia il Comune nel 2005 regalò anche 225.000,00 €. in moneta contante (mediante uno scomputo dal dovuto) nonché tutti i lavori di adeguamento dello stadio alla normativa di sicurezza che sarebbero spettati alla concessionaria. Anche in questo caso non si capisce quanto ci è costato. Se consideriamo che il Calcio Napoli solo nel 2014 ha pagato quanto dovuto dal 2006 al 2014 e dopo tale pagamento non ha pagato più per il 2015, allora è evidente che non solo il Patron pretende di non pagare niente per lo stadio ma vuole pure che la città di Napoli lo finanzi a fondo perduto.

La proposta indecente sullo Stadio San Paolo

CollanaStadioCredo che la gestione dei beni pubblici del Comune di Napoli sia un indicatore della capacità politica ed amministrativa complessiva dell’ente. In più occasioni mi sono occupato dei beni pubblici ed ho avuto modo di capire che il Comune di Napoli, da sempre, è un ente tanto prodigo verso “alcuni privati” che si potrebbe giungere, se fosse possibile, alla sua “inabilitazione” per prodigalità, così come è previsto dal nostro codice civile all’art. 415 per le persone fisiche.

Ho, infatti, più volte sottolineato la grosse storture di beni di elevato pregio concessi a pochi spicci (clikka), ovvero di beni sfruttati da privati addirittura sconosciuti (clikka) al Comune di Napoli seppure in sua proprietà.

Con lo Stadio San Paolo poi si potrebbe scrivere un testo di diritto amministrativo partenopeo tanto è stata ed è singolare la sua disciplina. Ebbene, il prossimo 30 settembre è all’esame del Consiglio Comunale la delibera n. 598 del 14.09.2015 (clikka) con la quale si concede per un altro anno lo sfruttamento dello Stadio al Calcio Napoli, ad un canone che è stato determinato non si capisce bene come, visto che sia il ragioniere comunale, sia il segretario generale hanno manifestato perplessità circa la determinazione degli importi. Chi volesse approfondire potrebbe leggere anche l’Ordinanza n.163.2014 (clikka) della Corte dei Conti Sez.ne Regionale della Campania, unitamente alla delibera del Consiglio Comunale n. 716/2005 (clikka).

Ovviamente io una proposta risolutiva ce l’avrei e l’ho anche indicata al Comune di Napoli attraverso una vera e propria proposta di delibera (clikka) che non toglierebbe 1 €. dalle tasche di De Laurentiis e consentirebbe alla squadra cittadina di continuare a giocare nell’impianto. Come sempre siccome è una buona idea, che farebbe guadagnare al Comune di Napoli un bel po’ di milioni di euro, rispetto ai 650 mila previsti con la delibera n. 598, il comune si guarda bene dal considerarla. Come al solito non ho fatto altro che copiare cosa hanno fatto in altre città europee. Ma Napoli è in Europa?

Ovviamente il tutto si inquadra in una proposta formulata sempre dal calcio napoli con la quale si chiederebbe lo sfruttamento per 99 anni dell’impianto, dietro la promessa di investimenti per 20 milioni di €. In sostanza il buon imprenditore si garantirebbe il terreno di gioco, lo sfruttamento di aree commerciali interne ed esterne e parcheggi per poco più di duecentomila euro all’anno. Basti pensare che i Milanesi incassano oltre settemilioni all’anno dallo sfruttamento del San Siro. Altra domanda: Ma i Milanesi sono meglio dei Napoletani?

per approfondire l’argomento (clikka)

Ovviamente sempre Forza Napoli

Aggiornamento: Credo sia utile poter consultare il parere dei revisori conti sulla delibera (clikka) a cui è seguita una mia richiesta di informazioni Richiesta informazioni (clikka).

Di seguito le proposte di emendamento ed odg che ho elaborato e che sottoporrò al consiglio domani. Segnalo l’emendamento sulla “vendita del nome dello stadio e la sponsorizzazione delle aree esterne” per il quale ho già formulato proposta di delibera (clikka) che ha avuto i pereri (clikka) favorevoli del Servizio PRM del Segretario Generale e del  Ragioniere Generale. Peraltro l’esperienza è buona a Napoli perché con la sponsorizzazione si sono recuperati i fondi per ristrutturare il Ponte di Chiaia (800.000,00 €.), la “Colonna Spezzata di Belen” e la Fontana del Carciofo a Piazza Triete e Trento.

EmendamentoConsumi (clikka)

EmendamentoBouvette (clikka)

EmendamentodelibeSanPaoloAltriSport (clikka)

EmendamentodelibeSanPaoloConcerti (clikka)

EmendamentodelibraPubblicitàEsternaStadio

EmendamentodelibraUsoIndividuale (clikka)

EmendamentoImportoCanone (clikka)

ODGPianodiFattibilità (clikka)

EmendamentoCauzione

EmendamentopolizzaDanni

Lo Stadio San Paolo un banco di prova per i candidati

stadioA breve ricomincerà il carosello delle notizie sulla concessione dello stadio San Paolo che è scaduta il 30 giugno scorso e che è stata prorogata fino al 30 settembre prossimo, nella passata nottata del bilancio previsionale, con un emendamento (clikka) a sorpresa inserito, in un primo momento tra quelli “tecnici” (ma che di tecnico non aveva assolutamente nulla) che ci ha tenuti inchiodati in consiglio a discutere alle 4,30 del mattino, per una buona ora. C’è da dire che poche ore prima, non conoscendo ancora della esistenza del citato emendamento avevo provveduto a proporre io stesso un emendamento(clikka), poi approvato, che, diciamo, metteva al sicuro l’uso dello stadio alla squadra cittadina mediante un riequilibrio della tariffa ad uso individuale, parametrata, in un certo qual modo, ai valori di concessione degli altri stadi italiani. E’ fuor di dubbio che la buona amministrazione dell’impianto sportivo più importante della città assurge a valore di esempio anche per l’alta qualità dell’imprenditore interessato allo sfruttamento. Occorre, quindi, un atto di buona amministrazione che dovrebbe essere il frutto di una sinergia tra pubblico e privato e che sia, quindi, equilibrato sia negli aspetti amministrativi, tenendo conto di tutti gli interessi sportivi in gioco, sia in quelli economici, su cui, è il caso di ricordare, la Corte dei Conti, già ebbe ad esprimersi con toni alquanto critici, con l’ordinanza del 28.03.2014, n. 163. Basti pensare che ulteriore motivo di controversia, su cui pare non si voglia ancora discutere, è il consumo dell’acqua servita, immagino, per innaffiare il campo da gioco e che ad oggi ammonti a diverse centinaia di migliaia di euro di cui la stessa Società Calcio Napoli pare non voglia assumersi l’onere. D’altro canto non c’è dubbio che, dopo il dibattito pubblico sul rapporto SVIMEZ ed i tanti appelli a collaborare ed impegnarsi per uscire dalla grave crisi, degli Intellettuali Napoletani a partiti, imprenditori e società civile, proprio la buona amministrazione dello Stadio San Paolo sia un banco di prova su cui misurare non solo l’attuale Amministrazione Comunale ma anche il Patron del Napoli nella sua qualità di imprenditore ed anche coloro che, diciamo, si candidano alla carica di Sindaco della città. Come si voglia affrontare il tema in concreto e con toni non populistici, credo sia un atto dovuto per tutti i citati soggetti coinvolti. Parlare, infatti, di programmi astratti o di buoni propositi è un esercizio alquanto semplice e fumoso, calarsi, invece, in un problema concreto e prospettare la soluzione immediata credo sia il modo più efficace per aiutare gli elettori a scegliere. Per quanto mi riguarda più volte sono intervenuto sul tema, sia in consiglio comunale, che su queste pagine dichiarando semplicemente che non occorre far altro che copiare le buone prassi, con procedure chiare, trasparenti e tempi certi così come accade nelle altre città, con un piccolo sforzo di collaborazione anche del Presidente De Laurentiis, imprenditore di alto valore, che saprà sicuramente essere di buon esempio per gli altri Imprenditori e Cittadini Napoletani.

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BuonePrassiSanPaolo

La telenovela dello Stadio San Paolo

sanpaoloSi susseguono le notizie sulla stampa cittadina relative alla gestione dello Stadio San Paolo incentrate su una polemica che credo non abbia diritto di cittadinanza in una comunità civile perché offende l’intelligenza dei napoletani. Come cittadino, ed ancor di più come consigliere comunale, credo che la storia relativa al rinnovo della concessione ed ai concerti sia assolutamente ingiustificata ed ingiustificabile in qualunque altra città europea. Non penso, infatti, sia normale arrivare alla scadenza di una convenzione senza averne, per tempo, prevista un’altra e senza che si sia raggiunto un accordo che soddisfi tutte le parti in causa e gli interessi pubblici e privati, è il caso di dire, in gioco. Eppure il tempo è trascorso pur avendo io stesso, nella mia precedente carica di Presidente della Commissione Consiliare Sport, sin dal 2011 (appena insediati) avviato un serio confronto tra i dirigenti del Calcio Napoli, gli altri operatori sportivi dello Stadio e l’amministrazione, rappresentata dall’assessore all’epoca in carica, avendo ben chiara la scadenza del 30 giugno 2014. Il 13 novembre 2013, infatti, nell’ottica dell’amministrazione trasparente, arrivai anche a celebrare una commissione con la presenza del Presidente De Laurentiis solo che quel percorso, tutto istituzionale, è stato interrotto dando spazio a malintesi, passi in avanti e dietrofront nelle stanze chiuse di Palazzo San Giacomo. Ebbene, credo che nessuno possa negare che questa vicenda non sarebbe capita da qualsivoglia altro cittadino europeo così come non la capiscono i napoletani. E’ possibile che Napoli anche in questo debba negativamente contraddistinguersi? Eppure non credo che lo Stadio San Paolo presenti difficoltà amministrative e gestionali maggiori del Stadio San Siro di cui mi feci, addirittura mandare dal Comune di Milano, anche la relativa concessione. In definitiva, basterebbe copiare dagli altri esempi prevedendo un buon programma di manutenzione che sia sostenuto dal relativo reddito, affinché non si perpetui lo squilibrio attualmente vigente che vede il Comune accollarsi tutti i costi ed il Calcio Napoli assorbire tutti gli utili, seppure in uno stadio che letteralmente cade a pezzi. Dovrebbe, quindi, essere interesse di tutte le parti andare immediatamente alla conclusione di questa vera e propria “telenovela” senza considerare che in tutti gli stadi del mondo si fanno i concerti nei periodi in cui non si giocano le partite. Evidentemente se al San Paolo ad organizzare i concerti fosse stata la FILMAURO forse il terreno di gioco sarebbe stato più al sicuro.

Oggi 27.06.2015 su Il Mattino di Napoli (clikka) il progetto di De Laurentiis: Via la pista di atletica!!

Sullo Stadio San Paolo solo polemiche e poca amministrazione

sanpaoloL’ennesima bagarre sullo stadio San Paolo, di cui si è parlato nei giorni scorsi sui giornali, mi induce alcune riflessioni sul rispetto del principio di legalità, di trasparenza e di buona amministrazione che credo manchino dal tavolo di discussioni polarizzato, semplicemente sullo scontro tra le parti senza tener conto del binario tracciato dalla legge e dai provvedimenti adottati dall’Amministrazione stessa. Da una parte il Sindaco, che invita il Patron a presentare il piano di fattibilità in ragione della delibera di giunta di proposta al Consiglio n,  619 (clikka), approvata dall’assemblea cittadina il 22.10.2014, con la quale, tra l’altro, si dispone la rinnovazione della convenzione del 2004, agli stessi patti e condizioni, dall’altro il Patron che non pare abbia alcuna voglia di aderire all’invito, non volendo forse assumerersi gli oneri di un piano di fattibilità al buio. Orbene, tralasciando tutti i dubbi sui ritardi e sulla delibera n. 619/2014 (clikka), la vera questione di cui nessuno discute, è che se il Calcio Napoli non ha sottoscritto il rinnovo della convenzione, è chiaro che la stessa non può essere in alcun modo applicata e, quindi, gli importi dovuti dal Concessionario al Comune, gioco forza non possono essere determinati sulla base della vecchia convenzione, ma sulla base delle tariffe approvate dal Consiglio Comunale, nella notte del bilancio del 23.09.2014, così come modificate da un emendamento (clikka) che presentai e che fu approvato dallo stesso Consiglio Comunale. Ovviamente la questione, di cui non si discute, non è parva materia perché a fronte dei circa 800 mila euro all’anno previsti dalla vecchia convenzione, come detto non applicabile, il Calcio Napoli dovrebbe versare al Comune, applicando le citate tariffe, circa 3 milioni di euro all’anno che, ovviamente, sono ben al di sotto dei circa 7 milioni che incassa il Comune di Milano per l’uso del Meazza, ma che comunque sono l’unico riferimento applicabile. Spero, quindi, che l’Amministrazione ed il Calcio Napoli si facciano carico della questione nei giusti termini, evitando di incorrere di nuovo nella incresciosa vicenda del febbraio 2014 che ha visto l’intervento della Corte dei Conti con l’ordinanza n.163.2014 (clikka), all’esito della quale il Calcio Napoli ha versato al Comune la somma di 6 milioni 230mila.

In definitiva se non si parte dai reali termini della questione non credo si troverà mai la soluzione che è fondamentale affinché la squadra possa avere lo stadio che si merita.

Il regalo di Caldoro al Calcio Napoli a spese dei cittadini Campani!

caldoro.delaurentiisCome ogni natale non mancano i regali di caldoro a spese nostre ovviamente. Questa volta però, credo, l’abbia fatta grossa disponendo che al Calcio Napoli siano “regalati” per attività di comunicazione sulla terra dei fuochi (?) 3 milioni 546mila! Il tema non è nuovo e devo per forza ricordare che caldoro già nel natale 2012 ha avuto il barbaro coraggio di regalare al Cardinale Sepe 2 milioni e 500mila €. (clikka) e ad associazione della porchetta e varie 1milione e 600mila (clikka)! In sostanza caldoro, quando si tratta di spendere soldi non suoi è sensibile molto sensibile, non ce la fa proprio a trattenersi e, non sapendo spendere i fondi europei, li regala a destra ed a manca. Ebbene, oggi (21.12.2014) sul Corriere del Mezzogiorno esprime la sua indignazione, addirittura, Matteo Salvini il quale dichiara che provvederà a chiedere agli organi europei se tale spesa sia compatibile con le finalità per la quale l’europa l’ha stanziata.

L’oscena scusa di caldoro del regalo di circa 5 milioni di €. al calcio napoli e ad altre società sportive (che non si capisce come siano state scelte!), è che tale ingente somma è destinata alla comunicazione  sui progetti di bonifica della terra dei fuochi. A questo punto chiederei a caldoro di farsi un giro per le tante associazioni sportive che vivono di sacrifici e tirano fuori campioni e ragazzini dalle strade, per capire come sarebbe stato meglio, se proprio questi soldi si dovevano spendere in questo modo, di darli ad associazioni sportive e ad realtà già collaudate anche dal modo della pubblicità come dimostra lo spot della tim girato interamente a scampia!

La cosa, inoltre, appare vieppiù paradossale e grottesca perché caldoro con questa sua decisione da’ dei soldi ad una società che ho addirittura dovuto denunciare alla Corte Dei Conti (clikka) perché non pagava al Comune il canone dello stadio dal 2006. Denuncia che ha poi fatto scattare il sequestro e poi il pagamento di 6 milioni 230mila, che mi è costata anche ritorsioni mediatiche per gli attacchi fatti dal radiocronista raffaele auriemma di si gonfia la rete!

In sostanza il messaggio di caldoro è: diamo 3milioni e mezzo ad uno che non paga neppure quanto deve all’amministrazione pubblica, una sorta di premio per il suo “specchiato” comportamento! Penso allora a Gianni, Antonio e Nunzio a Scampia, a Lello a Ponticelli, ad Anna e Luigi delle case famiglia, a Bianca, Sergio, Ezio e Ciro nel parco dei Ventaglieri ad Angelica, Manuela e Carlo nell’area occidentale a Michele a Melito, a Roberto a Poggioreale ed a tanti altri che porto tutti nel cuore e che da soli o in associazione si fanno in quattro per noi ed i nostri figli perché ogni ragazzino tolto dalla strada è ossigeno vitale per la società nella quale viviamo!

Come detto, stando alla griglia finora individuata, la fetta più grossa spetta al Calcio Napoli, che incasserà 3 milioni e 546mila euro. Seguono Avellino Calcio e Salernitana, a cui verranno assegnati rispettivamente 163mila euro e 139milaeuro. Al Benevento spettano 79mila euro, alla Juve Stabia 78mila e alla Casertana 59mila euro. Nella graduatoria rientrano pure Ischia Isolaverde (35mila euro), Nocerina (26mila euro), Aversa Normanna (25mila euro), Paganese e Sorrento (24mila euro), Arzanese (21.600 euro). Non solo calcio. Il primo club di basket a beneficiare dei finanziamenti è la JuveCaserta, che dalla Regione avrà circa 49mila euro. E ancora saranno coinvolte altre squadre di pallacanestro (Felice Scandone, Dike Basket Napoli, Pb63 Lady Battipaglia, Basket Ariano Irpino e Salerno Basket 92), pallanuoto (Circolo Nautico Posillipo, Acquachiara Napoli, Circolo Canottieri Napoli, Sporting Club Flegreo, Voltumo Sporting Club, Rarinantes Nuoto Salemo) e il Benevento Rugby.

Caro caldoro fai una cosa vergognati per aver avuto questa balzana idea, spero che i cittadini campani al momento del voto se la ricorderanno!

Stadio San Paolo: la proroga al Calcio Napoli al giro di boa

sanpaoloOggi (22.10.2014) in consiglio comunale abbiamo trattato, tra le tante delibere all’Ordine del Giorno, anche la delibera n. 619.2014 relativa alla proroga della concessione dello Stadio San Paolo al Calcio Napoli (clikka). Ho avuto modo  di intervenire e dire chiaramente che si è consumato molto tempo in trattative, timori ed indecisioni, quando tutti gli elementi erano già chiari sin dal 2011, da quando, da Presidente della Commissione Sport, iniziai ad occuparmene esaminando la Convenzione del 2004 (clikka) che ho avuto modo di raffrontare con quella stipulata dal Comune di Milano per lo Stadio San Siro (clikka). Ovviamente dal confronto tra i due atti noi siamo assolutamente perdenti e Vi invito al curioso esercizio di comparazione.

La delibera, prevede la proroga della vecchia convenzione fino alla stagione sportiva 2014/2015, non l’ho votata in quanto giunta fuori tempo utile ed affetta da criticità che ho segnalato, ma ho proposto un Ordine del Giorno (clikka) che è stato sottoscritto da tutta la maggioranza e, quindi, approvato, con il quale abbiamo impegnato in ogni caso l’amministrazione a predisporre uno schema di convenzione con computo estimativo delle opere ordinarie e straordinarie, nel caso in cui il Calcio Napoli non dovesse predisporre il cd. piano di fattibilità di cui alla vigente legge 147/2013 e, quindi, non fare la proposta di gestione e manutenzione. Ovviamente ho precisato che nella struttura si svolgono anche altre attività tra cui l’atletica, la ginnastica, il pugilato e le arti marziali delle quale se ne dovrà tenere conto poiché impegnano circa 5000 cittadini al giorno.

Credo di aver contribuito a dare una mano alla città, sperando che presto si possa avere uno stadio di livello internazionale essendo questo il giro di boa che dovrebbe portarci al traguardo se solo si andasse tutti nella stessa direzione con mente ed animo liberi e sopratutto senza i timori di inimicarsi i tifosi che tutto sommato sono cittadini che pagano le tasse come noi ed anche il biglietto per andare allo stadio e, quindi, ben comprendono che lo stadio è un costo che deve essere accollato alla società che dallo stesso trae un evidente vantaggio economico.

il mio intervento al 01:23:37

Per un approfondimento sulle questioni che riguardano lo Stadio San Paolo (clikka)

Bilancio previsionale del Comune: Un assalto alla diligenza

gennaro consiglioIn tutte le sedute di bilancio del comune di Napoli c’è un continuo rinvio ai principi di economicità e razionalizzazione della spesa pubblica e delle entrate, ebbene la mia esperienza, sia pur breve, in consiglio comunale mi ha fatto capire che tutto sommato questi principi non sono altro che dichiarazioni di stile poiché poi nessuno, tra consiglio e giunta, ha veramente a cuore l’aggressione alla “mala amministrazione”.

A ben vedere posso dire che questo non è un tratto caratteristico solo di quest’amministrazione poiché anche nelle passate amministrazioni mai nessuno ha esaminato con la dovuta perizia le pieghe del bilancio per scorgere dove possono essere nascosti i privilegi e gli sprechi di risorse. Tutti si fidano dei cosiddetti dati storici che ormai, in molti casi, sono assolutamente anacronistici. Difatti, tutte le stime dei dirigenti sono sempre pressoché uguali a quelle degli anni precedenti di modo che l’ingiustizia si perpetua preferendo, in molti casi, operare in modo indiscriminato attraverso operazioni lineari e non selettive.

Con fatica, infatti, sono riuscito a farmi approvare un emendamento sulle tariffe dello Stadio S. Paolo (clikka) per l’uso del terreno di gioco e per una palestra molto redditizia, nonostante il buon assessore al bilancio, non preoccupandosi della efficienza e della razionalizzazione dell’entrata, come detto semplicemente affermata, ha proposto, in modo economicamente inspiegabile, che l’emendamento andasse in commissione, al fine di mantenere ancora per un anno i privilegi che si volevano colpire e nonostante che i servizi avessero espresso ovviamente parere favorevole. Per fortuna il consiglio, a maggioranza, e nonostante il parere sfavorevole dell’amministrazione, ha approvato l’emendamento non ascoltando l’assessore. Ma, evidentemente, è stato un caso fortunato.

Difatti, per un’altra vicenda, la Giunta si è opposta e la maggioranza l’ha seguita, ad una proposta con la quale si chiedeva all’amministrazione di risparmiare circa 3.700.000,00 €. all’anno affidando il servizio notifiche degli atti, alla Polizia Municipale (clikka). Stima del risparmio, peraltro, ben conosciuta dall’amministrazione poiché indicata nella delibera di giunta n. 1200 del 2011 (clikka) voluta all’epoca dall’assessore Pino Narducci, proprio in attuazione dei tanto invocati principi di efficienza ed economicità. Ebbene, ancora oggi non mi spiego perché l’amministrazione non abbia voluto questo risparmio perpetuando un spreco ai danni dei cittadini napoletani!

Ancora nella occasione del bilancio 2014 ho proposto una mozione (clikka) con la quale chiedevo all’amministrazione di porre fine ad un uso assolutamente inspiegabile di tessere a pagamento, per docce ed asciuga capelli in alcuni impianti sportivi i cui proventi, ancora ad oggi, non si sa da chi vengano incamerati. Ebbene, l’amministrazione non si è smentita, pur apprezzando la proposta ha chiesto che tale atto fosse degradato da mozione a raccomandazione senza che vi fosse stato da parte del Consiglio e della Giunta una chiara presa di posizione su un fatto che è assolutamente inconcepibile.

Alla fine le sedute del bilancio previsionale al Comune di Napoli danno l’impressione di un assalto alla diligenza poiché la stragrande maggioranza dei migliaia di ordini del giorno, mozioni ed emendamenti sono tutti volti a spendere danaro, senza alcuna programmazione, per correre dietro questa o quella buca, senza considerare che proprio nel bilancio previsionale alla voce risarcimento danni per inadempimento contrattuale, sono appostati circa 4.000,00 €. segno che quando si ripara una buca o si esegue qualsivoglia appalto di opera pubblica, non c’è nessuno che controlli l’esatta e perfetta esecuzione delle opere commissionate. Diversamente dovremmo avere una città che risplende ed, invece, è sotto gli occhi di tutti il pessimo stato manutentivo nel quale versa.

Il caso delle tariffe dello Stadio San Paolo al 44:31

Il caso della Polizia Locale e della razionalizzazione del consumo dell’acqua ed energia al 05:35:30

Il mio intervento conclusivo al 06:36:19

Stadio San Paolo e Polizia Locale nel Bilancio previsionale 2014

gennaro consiglioStamane (23.09.2014) è iniziata la lunga maratona dell’approvazione del bilancio previsionale 2014 (clikka) che continuerà domani 24 e venerdì 26. Si prevedono migliaia di emendamenti, mozioni ed ordini del giorno.

Io ho presentati solo due proposte. Un emendamento sulle tariffe dello Stadio S. Paolo (clikka) con il quale non ho fatto altro che aumentare le percentuali relative all’uso dello Stadio per le manifestazioni sportive relative al terreno di gioco, facendo tesoro di quanto ho avuto modo di apprendere anche alla luce dell‘ultima commissione a cui ho partecipato (clikka)

In sostanza in questi tre anni mi sono reso conto che il Comune di Napoli dall’uso dello Stadio per le manifestazioni calcistiche non riesce neppure a coprire i costi di gestione mentre al concessionario vanno tutti gli utili. Tale previsione tariffaria, è il caso di notare, si fa assolutamente seria e concreta, in quanto, se non si giungerà alla firma di una nuova convenzione dobbiamo avere dei parametri di riferimento che secondo la previsione originaria del servizio ci avrebbero portato ad un incasso di circa 1.800.000,00/anno (contro i 7 milioni che incassa il Comune di Milano dal San Siro). Con il mio  piccolo ritocco non ho fatto altro che aumentare di qualche punto percentuale il ricavo in modo di avere una maggiore copertura dei costi (leggendo l’emendamento ciò lo si percepisce chiaramente).

Sempre sul San Paolo ho, peraltro, avuto modo di ritoccare anche la tariffa mensile dell’uso di due palestre usate per il Fitnes (quindi per sport diciamo commerciale), aggiornando la tariffa proposta di €. 940,00/mese ad €. 2.500,00/mese. Non ci ho messo molto a giungere a tale determinazione, in quanto, non ho fatto altro che chiamare un amico che ha una palestra di fitnes più o meno delle stesse dimensioni, affittata da un privato, il quale mi ha riferito che il suo canone di locazione è di €. 3.500,00 + ISTAT al mese, oltre utenze per diverse migliaia di euro. Nello stadio San Paolo, invece, tutte le utenze (luce, acqua e gas) sono a carico nostro, quindi, nel caso di specie la palestra in questione ha un margine enorme visto che all’ingresso ha posizionato un bel tornello ed incassa una retta mensile di circa €. 40,00/45,00 da, moltiplicare per circa 400 iscritti. E’ evidente allora che 940,00 €./m effettivamente mi sono sembrate un po’ poco!

Ho presentato inoltre anche una mozione che riguarda la Polizia Municipale (clikka) con la quale non ho fatto altro che chiedere all’amministrazione di affidare il servizio di notifica degli atti alle nostre guardie cittadine così come era stato previsto da una delibera di Giunta del 2011 (clikka) rimasta lettera morta. Dall’attuazione di questa mozione, infatti, avremmo un risparmio di qualche milioncino di euro visto che attualmente notifichiamo gli atti a mezzo posta con un costo di circa il doppio di quello che sarebbe possibile attuando quest’indirizzo!

Il mio intervento sull’emendamento alle tariffe del San Paolo al 44:35

Infine, sono intervenuto su una questione che era nell’aria: il commissariamento di Bagnoli non facendo altro che richiamare quanto avevamo già previsto e documentato qualche anno fa (clikka).

Il mio intervento su Bagnoli al 59:19

Comune di Napoli: In bilancio il calcio mercato per il Napoli

stadioStamane ho partecipato alla commissione Sport ed ho avuto modo di esaminare la delibera di Proroga della concessione dello Stadio (clikka) che contiene anche lo studio fatto dal CONI Servizi S.p.a. sulla determinazione di un canone congruo per l’impianto.

Per semplificare si dice al Calcio Napoli potrai continuare ad usare lo stadio alle stesse condizioni della concessione del 2004 (clikka) fino alla fine del campionato 2014/2015, con l’obbligo per De Laurentiis di presentare uno studio di fattibilità sulla ristrutturazione e sulla gestione dello stadio, così come prevede la legge 147/2013, entro il 15.03.2015.

Ad ogni buon conto, senza entrare nei particolari, la cosa che mi ha colpito, non poco, è che, diversamente da come mi aspettavo, il CONI Servizi S.p.a. ha ritenuto che il canone annuo di circa 800 mila euro, pagato mediamente dal Calcio Napoli al Comune (diciamo con qualche resistenza),  sia congruo, sconfessando, non solo, i tanti vecchi consiglieri comunali che, in varie sedi, hanno sempre ritenuto che quella convenzione fu redatta e si giustificava solo ed esclusivamente per aiutare il Napoli in serie C, ma anche la recente pronuncia della Corte dei Conti del febbraio scorso (clikka) che, nell’esaminare la convenzione ha messo in luce molti aspetti assolutamente incomprensibili, sotto l’aspetto economico, poiché in contrasto con gli atti istruttori della delibera stessa di approvazione della concessione di cui sopra.

E’ peraltro da segnalare che lo studio del CONI Servizi non regge il confronto con quanto le altre squadre Italiane pagano per lo stadio. Ad esempio per lo Stadio San Siro il Comune di Milano incassa 6.975.912,45 di €. oltre IVA all’anno! Ora molti mi diranno che il raffronto tra Napoli e Milano non si può fare ed io, invece, mi chiedo se i napoletani valgono meno dei milanesi!

La cosa, peraltro, appare ancora più singolare se pensiamo che, nello scorso mese di agosto, la giunta comunale ha approvato una delibera con la quale si è impegnato a fare lavori nello stadio per 11.700.000,00 (clikka), prevedendo, non solo, la ristrutturazione di alcune parti, ma anche la sostituzione dei 60.000 seggiolini imposta dalla UEFA (che costerebbero circa 6 milioni di euro), quindi, non obbligatori per legge, senza tenere neppure in minimo conto del fatto che il Calcio Napoli, proprio dalla partecipazione alla Europa League, ha incassato dalla UEFA, ad agosto scorso, 0ltre 40 milioni di euro (clikka).

In sostanza De Laurentiis incassa un pacco di soldi dalla UEFA e non caccia neppure qualche milioncino per partecipare alle gare UEFA!

E’ utile osservare, inoltre, a quelli che pensano che i lavori nello stadio li fa De Laurentiis che gli 11.700.000,00 non sono gli unici soldi di manutenzione spesi dall’Amministrazione, poiché il Comune, in quest’anno ha già speso altri 704.712,64 €. per prescrizioni UEFA (clikka), €. 150.000,00 per lavori ai servizi igienici (clikka), €. 366.688,70 per altri lavori di adeguamento (clikka).

Solo nel 2014, quindi, l’amministrazione comunale, in dissesto finanziario e con le casse scassate ha sostenuto costi per oltre 1.200.000,00 caricandoli, ovviamente su tutti i napoletani, tifosi e non!

La ciliegina sulla torta è che di tutte queste decine di milioni di euro spesi ed in programma, non ce n’è uno per il ripristino della pista di atletica del San Paolo, usata da migliaia di ragazzini delle scolaresche e dai nostri atleti napoletani che nell’impianto si allenano tutti i giorni!

Ora una riflessione credo vada fatta: con tutti i soldi che De Laurentiis ha risparmiato fino ad ora, almeno poteva fare una buona campagna acquisti …. ma forse è meglio non insistere su questo punto, altrimenti è capace che nel bilancio previsionale del Comune di Napoli, in prossima approvazione, ci possa trovare appostata qualche decina di milioni di euro per acquistare un difensore! …. Per ora possiamo dire che i Napoletani rispetto ai Milanesi sembrano avere l’anello al naso …

Stadio San Paolo: Napoli non è in Europa

22nd European Athletics Championships - Day FourZurigo è una città con appena 366.000 abitanti ed ha ospitato gli EUROPEI di atletica leggera 2014 con la dignità che merita una città europea. A confronto Napoli col suo milione di abitanti è una periferia non in grado di assumere il ruolo di capitale del mezzogiorno. Lo si vede chiaramente dalle vicende che stanno riguardano il San Paolo e la querelle tra l’Amministrazione e l’imprenditore de laurentis su cui ho scritto molto e del quale ormai credo di conoscere bene le vicende.

Guardando le finali degli europei confesso mi è venuta un po’ di invidia verso i cittadini di Zurigo che evidentemente, seppure meno della metà dei napoletani, hanno a disposizione una classe politica che non si piega ai voleri di un qualunque patron del calcio che pretende di fare di un bene pubblico un bene privato.

Non capisco, infatti, perché Napoli con un 1.000.000 di abitanti non possa avere l’aspirazione di ospitare un evento simile. Con il calcio, infatti, tutte le amministrazioni hanno avuto un atteggiamento prono ai voleri del patron, giungendo persino a non chiedergli neppure i canoni, da ultimo pagati, solo grazie ad una nostra denuncia presso l’Autorità Giudiziaria Contabile.

Abbiamo sempre avuto, infatti, amministrazioni pronte a rispondere ad ogni schiocco di dita del patron, pronte a rifondere milioni di euro per ristrutturare seggiolini, bagni, spalti, impianti elettrici etc etc. giungendo persino a fornire la scorta personale al figlio del produttore cinematrografico con i nostri agenti del VV.UU. e quindi pagati da noi.

Ebbene, in tutto questo fiume di risorse pubbliche che se ne vanno per lo Stadio San Paolo e per compiacere de laurentiis non c’è stato un euro speso per la pista di atletica che anzi, pare, sia apposta danneggiata per scoraggiarne l’uso.

In tutto questo ci vedo una assoluta mancanza di autorevolezza della classe politica e dei politici che finiscono, pertanto, preda dei capricci di qualunque personaggio che abbia un po’ di seguito, ovvero, che si creda abbia un po’ di seguito.

Con rammarico posso dire che da quando è cambiata la presidenza della commissione sport non si è tenuta più alcuna riunione … che tristezza!

Che dire mi rincuorano le medaglie dei nostri atleti azzurri agli europei di nuoto (clikka) e di atletica (clikka). Nessun oro napoletano ….

Per un’ampia rassegna di notizie e documenti sullo Stadio San Paolo (clikka)

La contesa sullo Stadio Collana

collanaQualche giorno fa ho pubblicato il Bando Regionale sull’affidamento dello Stadio Collana (clikka), oggi (11.08.2014) leggo su il Mattino di Napoli della querelle che c’è tra il Comune di Napoli e la Regione. Ai cittadini, ovviamente, non interessa chi di fatto gestirà lo stadio Collana, ma, ovviamente, come verrà gestito. Orbene, la Regione Campania ha decisamente scelto di darlo in concessione per 15 anni. Cosa accadrà con questa formula e che fine faranno le tante realtà già presenti nel Collana che da anni fanno fare sport ai cittadini napoletani lo vedremo solo all’esito dell’aggiudicazione che dovrebbe avvenire nel prossimo ottobre/novembre. Come detto la valutazione sarà condotta su tre profili: Offerta tecnica; offerta gestionale; offerta economica. Dove ai primi due profili viene dato un valore maggiore ferma, in ogni caso, l’esperienza decennale da parte dei candidati in una delle discipline che si pratica nell’impianto anche se praticata altrove.

Ebbene, il giochetto potrebbe essere facile per sia per una società di costruzioni che per una società commerciale che “vende” sport (tipo Virgin o Decatlon) che potrebbero acquisire facilmente un partenariato con una delle tante associazioni che si potrebbero “prestare” nell’affare.

La cosa di cui mi rammarico è che fino ad oggi non ho sentito (né i giornali si sono preoccupati di sentire) le associazioni presenti nella struttura né è stata data voce agli organi istituzionali del CONI e delle Federazioni interessate. Possibile che gli attori principali non abbiano fatto un comunicato stampa, possibile che su una decisione così importante proprio coloro che dovrebbero parlare non dicono nulla?

Io per come la vedo, credo che la Regione abbia commesso un errore poiché è intervenuta in una attività di gestione che non è propria dell’ente che, invece, si dovrebbe occupare di programmazione e sviluppo territoriale. Azioni che è sotto gli occhi di tutti la Regione svolge assolutamente in modo carente se guardiamo ai miliardi di euro europei che per negligenza ed incapacità non spende (vedi in tema di finanziamenti UE: Progetto Unesco ed incapacità binomio assoluto e perfetto (clikka)!

Orbene, sul Collana gravano anni di incuria e malagestio, sia perché manca un effettivo controllo, sia perché la manutenzione ordinaria non è stata mai eseguita dal Comune troppo impegnato ad occuparsi dello stadio San Paolo per andare incontro alle necessità del campionato e della Champions, mentre la manutenzione straordinaria sarebbe dovuta essere della Regione e, su questo versante, possiamo dire che nessun colpo è stato mai battuto né da caldoro né da schifone.

Non mi spiego però le dichiarazioni che ho letto di schifone secondo cui lo stadio Collana dovrebbe essere messo a bando in virtù della legge regionale sullo sport e che l’affidamento dovrebbe essere gioco forza a titolo oneroso. Ebbene, tali dichiarazioni fanno a pugni con la legge nazionale vigente sui contratti pubblici, secondo cui non occorre il bando quando un bene pubblico viene assegnato ad un altro ente pubblico cui ovviamente viene assegnata una delega di gestione, né pare che la Corte dei Conti abbia mai contestato il comodato gratuito al Comune di Napoli assolutamente in linea con i principi di buon andamento della P.A.

 Ad ogni buon conto la scelta poteva essere quella di rinnovare il comodato d’uso al Comune di Napoli, che si avvia a riservarsi la gestione diretta di pochi impianti ritenuti strategici, tra cui il Collana, inserito in un contesto urbano altamente popoloso, facendo però in modo di destinare all’impianto stesso una fetta dei finanziamenti che la Regione nega al Comune per la ristrutturazione degli impianti sportivi (finanziamenti regionali perduti (clikka) (clikka). In sostanza lo stratagemma della Regione è duplice, da un lato nega le risorse al Comune, dall’altro contestando la mancata manutenzione si intromette in una gestione che non le compete.

Ovviamente il tutto mi sembra una manovra dal sapore vagamente elettorale. Spero che non ci vadano di mezzo le tante associazioni ed i cittadini che usano il Collana.

Da Il Mattino di Napoli dell’11.08.2014 Valerio Esca

Braccio di ferro sul Collana, la Regione: basta uso gratuito

Braccio di ferro sul Collana, la Regione: basta uso gratuito.

Schifone, delegato di Caldoro: «Impensabile ritirare il bando». Il sindaco sollecita il governatore.

«La Regione Campania non ha alcuna intenzione di ritirare il bando sullo stadio Collana». Con queste parole Luciano Schifone, consigliere regionale delegato allo sport del presidente Stefano Caldoro, mette un punto fermo sulla querelle tra Comune di Napoli e Regione Campania. Nelle ultime settimane si è, infatti, accesa una dura polemica tra i due palazzi sulle modalità di assegnazione della gestione dell’impianto del Vomero. Da un lato il sindaco Luigi de Magistris, secondo il quale «il bando regionale per l’affidamento ai privati del Collana rientra in una logica di vecchia politica, senza per altro garantire il suo ammodernamento e contravvenendo anche all’impegno assunto dal presidente Caldoro». Dall’altro c’è la Regione Campania, che non intende fare passi indietro, come spiega appunto Schifone: «Mi sorprende l’approccio virulento del sindaco che si è svegliato dopo un lungo letargo e finalmente si è accorto che il Collana esiste». Dopo il j’accuse Schifone entra nel merito della vicenda: «Abbiamo avuto con l’ex assessore comunale allo Sport, Pina Tommasielli, un fitto dialogo per trovare una strada per il rilancio della struttura. Dal dopo Tommasielli, ovvero da quando le deleghe sono passate al sindaco, si è chiusa ogni forma di trasmissione. Basti pensare che siamo arrivati quasi a scadenza della convenzione e non abbiamo avuto nessuna indicazione dal Comune sulle prospettive che aveva rispetto all’impianto. Cosi abbiamo attuato una prima proroga da aprile a giugno per permettere alle società di concludere la stagione sportiva senza problemi, per poi passare ad una seconda che va in scadenza a dicembre». Poi Schifone rivela: «Ci tengo a ricordare che la legge promulgata dalla Regione, parlo della legge 18, fu varata in accordo con il Comune e concordata con la Tommasielli, dove l’articolo 20, obbliga tutti ad indire le gare per gli impianti sportivi. Inoltre la Regione ha un diktat della Corte dei conti che ci obbliga a mettere a reddito gli impianti. Per questo non possiamo più dare in comodato d’uso gratuito gli impianti». In pratica sul bando la Regione non fa sconti: «L’atto tanto discusso sottolinea ancora Schifone – nasce dall’idea di preservare le finalità e la missione pubblica degli impianti sportivi per garantirne la fruibilità. A tutela abbiamo inserito un requisito ben preciso, ovvero che per aggiudicarsi la gara la società sportiva dovrà risultare iscritta agli elenchi del Coni e lavorare da 10 anni nel mondo delle discipline sportive che si praticano al Collana. Tutto questo sgombra il campo da qualsiasi dubbio, al quale anche il presidente della V municipalità, Mario Coppeto si lascia andare. Evidentemente Coppeto, che definisce vergognoso il provvedimento, non ha idea di cosa parla e non credo abbia letto le carte. Di vergognoso ci sono solo le condizioni dello stadio». Secondo Schifone «anche il Comune sta facendo un bando simile, nel quale si affidano gli impianti alle società. Evidentemente al Comune da fastidio che le gare siano fatte dalla Regione e non da loro». Per quanto riguarda l’incontro previsto per domani, tra Caldoro e de Magistris, Schifone spiega che «si parlerà solo dell’arrivo del premier Renzi». Ma da San Giacomo controbattono: «Si parlerà dei vari temi, oltre che di Bagnoli, di Città metropolitana, della visita di Renzi, anche del Collana che per noi è una priorità e chiederemo al presidente Caldoro di ritirare del bando».

Gli impianti Sportivi II sessione di studio

collana Lunedì 14 luglio 2014, alle h. 10,00, nel palazzo del Consiglio Comunale di Napoli, in Via Verdi, 35, al IV piano terremo la II sessione del Convegno sugli Impianti Sportivi (clikka per leggere il programma). I temi sono tanti ma posso dire che lo scambio di idee che c’è stato il 23 giugno scorso ha dato buoni risultati. L’amministrazione, infatti, ha avviato il procedimento per arrivare all’approvazione di una delibera di giunta che recepisce molte delle indicazioni che sono pervenute dal Convegno del 23 giugno. Gli obiettivi credo siano chiari ed occorre solo impegnarsi per trovare la strada giusta per raggiungerli. Un tema caldo del quale di parlerà sarà lo stadio Collana sul quale ho avuto modo di leggere pochi giorni fa la posizione della Regione e del Comune e su cui non ho mancato di dire la mia (vedi la Regione caccia il Comune dallo stadio Collana clikka).

Gli obiettivi dell’amministrazione carte alla mano

comuneStamane in Commissione abbiamo trattato della tematica dei dipendenti Comunali avendo l’opportunità di sentire anche i rappresentanti del Comitato dei Dipendenti. Il tema è centrale per l’amministrazione e le questioni poste, contrariamente a quello che si può pensare, non sono state il salario accessorio o le posizioni organizzative (temi tipici dei sindacati) ma di come sia possibile fare in modo che il lavoro dei dipendenti sia dignitosamente svolto. Sono, ovviamente, intervenuto per dire che ho accolto positivamente questa interlocuzione che è da stimolo anche per i sindacati stessi i quali devono ormai spostarsi sul terreno della difesa del lavoro, per perseguire il fine della difesa dei lavoratori e della loro dignità che non è e non deve essere mai merce di scambio!

E’ chiaro che la riforma della macchina comunale doveva essere il primo obiettivo dell’amministrazione. Senza dubbio possiamo dire che quello che si vede in giro per la città dimostra chiaramente che la macchina comunale non è un granché registrata per non dire sgangherata. Si va dalle recenti lamentele che ho avuto per la consegna dei certificati elettorali alla inadeguatezza dei controlli sui servizi.

La necessità di avere obiettivi chiari ed altrettanti controlli sugli obiettivi è, dunque, di primaria importanza e secondo me è un segnale positivo che a dirlo sono stati proprio i dipendenti che abbiamo sentito stamane. Io stesso ho denunciato diverse inefficienze che a mio avviso sono state gravi come è accaduto per i finanziamenti perduti per la sicurezza delle nostre scuole (clikka) o per quelli relativi agli impianti sportivi (clikka), per i quali ho anche inviato una mia richiesta al Segretario Generale affinché provvedesse ad investire il Servizio Ispettivo. La procedura devo dire che sta andando avanti.

Ebbene, il tema degli obiettivi per come è gestito sfiora il ridicolo! Difatti, pare che gli obiettivi se li diano gli stessi dirigenti, così come i criteri di verifica del raggiungimento degli obiettivi stessi, quindi, il gioco è fatto tutti gli obiettivi non potranno che essere raggiunti con il minimo sforzo ed il massimo risultato … personale dei dirigenti stessi che lucreranno sempre la retribuzione di risultato!

Per rendervi conto di quello di cui sto parlando vi invito a leggere le schede del Piano Provvisorio Operativo 2014 che poi andrà a confluire nel Piano Economico Gestionale 2014, anche perché dal raggiungimento degli obiettivi dipende la Retribuzioni_di risultato dei dirigenti (clikka) che Vi invito a leggere e che è di tutto rispetto.

Qualche tempo fa, infatti, scrivevo che al pagamento (clikka) integrale della retribuzione di risultato a tutti i dirigenti del comune dovrebbe corrispondere una qualità dei servizi eccellente …. lascio a voi ogni valutazione …. qui (clikka) troverete anche tutti i PEG consultateli e divertitevi a trovare quelli che vin interessano cosicché potrete valutare se siano stati raggiunti o meno.

Ricordo che in un mio intervento in consiglio comunale non recentissimo criticai che per le politiche sportive l’obiettivo che si era dato l’assessorato era la sottoscrizione della transazione con il Calcio Napoli che sappiamo tutti come è andata a finire  …. secondo voi il dirigente l’avrà avuta la retribuzione di risultato ? è probabile che si.

Infine, una cosa che mi ha fatto piacere è che gli stessi dipendenti con i quali abbiamo interloquito hanno riferito della grave situazione dell’arruolamento di dirigenti a contratto  e di come, invece, sia necessario avere dirigenti indipendenti dal potere politico. Ovviamente ho richiamato il mio ultimo intervento sul punto in consiglio comunale (clikka) e dei grossi rischi della riforma Renzi.

Stadio e Vigili Urbani nel disinteresse delle Commissioni Consiliari

consiglio comunaleOggi (15.05.2014) sono, inoltre, intervenuto in Consiglio Comunale su un tema fondamentale per la democrazia che è quello della centralità dell’organo consiliare e del lavoro delle Commissioni permanenti, che nonostante la loro “natura permanente”, non si occupano di temi fondamentali della città come quello dello Stadio (con convenzione ormai scaduta e rischio di danno erariale) e quello dei Vigili Urbani. Ho, infatti, ricordato che nel programma elettorale, di cui ho letto un passo importante, il consiglio comunale lo si affermava come organo centrale dell’amministrazione contrastando, quindi, il concetto del cd. uomo solo al comando.

Il mio intervento al 02:22

Coppa Italia: Papa Francesco incontra il Napoli e la Fiorentina

FotoPapaFrancescoDeLaurentiisOggi (02.04.2014) Papa Francesco ha incontrato le squadre del Napoli e della Fiorentina che domani si misureranno per la conquista della Coppa Italia. Ho ascoltato il breve intervento del Papa al telegiornale e devo dire che mi ha colpito il suo pensiero. Non so come spiegare, ma quando parla questo Papa si ha la netta percezione che parli l’uomo non la figura che egli rappresenta.

Probabilmente anche i calciatori e gli staff tecnici si sarebbero meritati una bella messa alle sei del mattino, come accaduto con i politici italiani, ma il riferimento alla responsabilità ed alla cultura dell’esempio mi è piaciuto molto.

Il Papa in sostanza ha paternamente ammonito i presenti affermando che loro, i calciatori, i tecnici ed i patron, in quanto, famosi devono essere di esempio per le tantissime persone che li seguono e, pertanto, hanno una grande responsabilità non potendosi permettere il lusso di sbagliare molto. Tutto il contrario di ciò che, invece, i più pensano: loro sono ricchi e famosi e si possono permettere di fare ciò che vogliono.

Credo sia la prima volta che un Papa ha un approccio del genere con il mondo dello sport che conta e che trova il modo e la forza per sottolineare un messaggio che io ho metabolizzato in tanti anni di sport agonistico guardando sempre con rispetto e cercando di imitare i campioni che mi precedevano nella mia disciplina sportiva.

In questi tre anni di consiliatura al Comune di Napoli ho, infatti, cercato in tutti i modi ed in ogni occasione di far comprendere il grande ruolo che ha, nella formazione del cittadino, lo sport agonistico, ricevendo una grande vicinanza delle tante realtà sportive che hanno variamente partecipato a riunioni e commissione e registrando, invece, la quasi totale indifferenza della politica ad un tema così importante.

Chissà cosa avrà pensato il Patron del Napoli circa la cultura dell’esempio. Ovviamente il riferimento non è casuale, della serie se i tanti tifosi seguissero l’esempio di De Laurentiis, è capace che non pagherebbero un euro di tasse visto cosa ci è voluto per fargli pagare e neppure integralmente l’uso dello stadio (pare, infatti, che manchi all’appello ancora qualche milioncino di euro) ed in effetti mi pare che ad entrate tributarie non è che se la passi bene il Comune avendo accumulato oltre 800 milioni di euro di crediti non incassati.

Oggi posso dire che il Papa con le sue parole mi ha ripagato dandomi speranza.

Sabato 3 Maggio, 2014 CORRIERE DEL MEZZOGIORNO –
Papa Francesco agli azzurri «Siate modello per i giovani» Napoli e Fiorentina: una giornata particolare col Pontefice De Laurentiis gli dona la maglia numero 1, Rafa un pallone DALLA NOSTRA INVIATA
ROMA – Papa Francesco da ragazzino andava allo stadio. E’ argentino e ha sempre fatto il tifo per il San Lorenzo, la squadra che aveva lanciato il Pocho Lavezzi. Stasera non sarà certo in tribuna all’Olimpico ma ha dedicato nella mattinata di ieri una breve udienza alle due squadre che si sfideranno per la coppa Italia, accompagnate dal presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta.
Alle 12.17 nella sala del Concistoro, al secondo piano del palazzo Apostolico, Papa Francesco ha sorriso, ha regalato emozioni alle delegazioni di Napoli e Fiorentina, ha stretto la mano ai presidenti Aurelio de Laurentiis e Andrea della Valle. Ha donato un Rosario a tutti i calciatori ai quali ha chiesto addirittura di non inginocchiarsi. E con la stessa umiltà ha ringraziato i due club per la visita, sottolineando il ruolo sociale che ha il calcio, soprattutto in Italia e in Argentina.
Un’atmosfera di grande familiarità, nonostante l’austerità e la sacralità della sede, il Pontefice ha stabilito immediatamente una sintonia con i ragazzi, forse anche affinché le sue parole toccassero le corde giuste e non sortissero l’effetto di una paternale fine a se stessa. Forte e chiaro è stato infatti l’appello rivolto sia ai club che ai calciatori: restituite dignità sportiva agli eventi. Rivolgendosi ai protagonisti del campo: «Avete una grande responsabilità, il calcio deve recuperare la dimensione della festa. Ricordo quando con la mia famiglia, da bambino, andavo a vedere le partite. I momenti di gioia, di fratellanza delle tifoserie. Oggi questo sport è per lo più business, si muove in un grande giro di affari. Ma il fattore economico non deve prevalere su quello sportivo, si rischia di inquinare tutto».
Un richiamo al senso di responsabilità di chi va in campo ed è seguito da milioni di fan.
«Ragazzi, siete al centro dell’attenzione. I vostri comportamenti hanno una grande risonanza, nel bene e nel male. Dovete dare voi l’esempio a tutti i vostri ammiratori, giovani e meno giovani. Lo sport ha una valenza educativa per la crescita personale e sociale. Per i principi di lealtà e rispetto».
Il sorriso di Papa Francesco ha emozionato i presenti, gli auguri per la sfida di stasera hanno creato un clima di grande rispetto, di assoluta complicità tra i due club avversari. Sul campo sarà poi una battaglia vera per la conquista di un trofeo importante, ma in Vaticano è stata una benedizione suggestiva e molto partecipata. Le due squadre quasi al completo, per il Napoli non erano presenti i giocatori di religione musulmana Inler, Behrami, Dzemaili e Ghoulam. De Laurentiis ha donato al Santo Padre un maglia azzurra ricamata con lo stemma pontificio con la scritta Francesco 1, firmata da tutti i calciatori e sistemata in una teca in legno realizzata a mano.
La squadra ha poi consegnato al Papa un pallone con tutte le firme. «Papa Francesco è il portiere delle anime», ha detto il presidente De Laurentiis. «Sia noi che la Fiorentina gli abbiano regalato la maglia numero uno. La sfida contro il mio amico e socio Della Valle sarà molto combattuta. All’Olimpico vinca il migliore».
Aveva già incontrato il Papa con l’Argentina, Gonzalo Higuain: «Un’emozione forte, le sue parole ci hanno colpito profondamente». Anche per Insigne e Maggio si è trattato della seconda volta in Vaticano. «Vivere questa esperienza col Napoli ci ha dato una emozione ancora più forte – hanno sottolineato i giocatori azzurri». «L’atmosfera del Vaticano è magica e emozionante – ha aggiunto Insigne – sono momenti che non si dimenticano». Al termine dell’udienza, le squadre hanno visitato alcune sale del Palazzo Apostolico, tra cui la sala Clementina dove sono state scattate tante foto ricordo, immediatamente postate sui social. «E’ stato un incontro di grande effetto – ha scritto Hamsik sul suo sito ufficiale. L’emozione di ricevere la benedizione del Papa è unica e irripetibile».
Dall’acqua santa al diavolo, ché il clima che si respirerà stasera all’Olimpico, tra le due opposte tifoserie, tiene in allerta le forze dell’ordine. Il pericolo maggiore per le questure di Napoli e Roma è anche quello della tifoseria infiltrata giallorossa.
Olimpico diviso in due: da un lato i settori Sud e Monte Mario riservati alla tifoseria fiorentina (27mila), mentre i settori Nord e Tribuna Tevere assegnati ai napoletani (30mila). Costituite due fasce di sicurezza: una in Tribuna Tevere lato Sud ed una in Tribuna Monte Mario lato Nord.
Ad aspettare i supporter partenopei ci saranno i pullman con le forze dell’ordine ai due caselli Autostradali A1 Roma Sud e Roma Est. Da qui saranno accompagnati allo stadio percorrendo itinerari predeterminati, parcheggiando nella zona esterna a nord dello stadio Olimpico, per una capienza totale di circa 160 pullman.

San Paolo: Impossibile una nuova proroga

stadioCredo che limitare l’informazione al duo De Laurentiis/De Magistis sia sbagliato anche perché sarà il consiglio comunale a decidere e votare. Mi piacerebbe che i giornalisti si preoccupassero anche di capire cosa pensano le forze politiche cittadine al fine di alimentare il dibattito su un fatto importante per la Città. Dal Corriere del Mezzogiorno di oggi (02.04.2014) la mia lettera per fare il punto sulla questione della impossibilità di concedere una proroga in “emergenza” della convenzione:

Caro Direttore, leggo della ennesima disputa tra il Presidente del Calcio Napoli ed il Sindaco, che ancora non riescono a trovare la soluzione idonea a risolvere la questione Stadio, tra minacce di andare a giocare, prima a Palermo e poi in Inghilterra, e penne del Sindaco sventolate al vento. La questione sembra sempre più complicarsi senza tenere conto dell’esperienza maturata che, invece, dovrebbe essere capitalizzata. Eppure, oltre ai numerosi approfondimenti che ho voluto nella Commissione Sport ed Impiantistica Sportiva, quando la presiedevo, ed all’intervento recente della Corte dei Conti, molti nodi sarebbero già sciolti. Si parla, infatti, della firma di una transazione e di una proroga di due anni della convenzione, come se nulla, finora, fosse accaduto. Siamo fermi al palo e non c’è nessuno che voglia fare gol. Nessuno, mi sembra, abbia fatto tesoro dell’indirizzo emerso in consiglio comunale e degli argomenti spesi dalla Magistratura Contabile nell’ultima decisione relativa al pagamento dei canoni di concessione. Argomenti, peraltro, ampiamente dibattuti in commissione e sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti. Infatti, se da un lato la transazione affonda radici in un terreno molle, perché mancano i provvedimenti amministrativi idonei al riconoscimento delle pretese del Calcio Napoli, dall’altro la proroga di due anni della convenzione offre il fianco a molti limiti e profili di illegittimità che la stessa Magistratura contabile, nel suo ultimo provvedimento, ha segnalato. Molte sono le sofferenze dell’impianto cittadino dovute per lo più alla mancanza di manutenzione ordinaria che si è trasformata in straordinaria, con ingenti costi che gravano tutti sulle scassate casse comunali. L’equivoco di fondo sta nel fatto che l’impianto ha dei costi altissimi ed uno scarsissimo rendimento, schema che risponde al principio ormai invalso in Italia, di privatizzare gli utili e socializzare i costi. Non vorrei, quindi, che l’argomento transazione, di scarsissimo rilievo rispetto ai numeri della gestione complessiva dello Stadio, venga utilizzato per temporeggiare e procastinare lo stallo nel quale ci troviamo. Compito del Comune, in mancanza di una proposta da parte del Calcio Napoli, è quello di elaborare un progetto che tenga conto della gestione complessiva dell’impianto, così come accade nelle altre Città. Compito del Calcio Napoli è quello di scendere in campo e fare l’offerta per la gestione, facendo capire ai Napoletani cosa si vuole realizzare. Noi di Ricostruzione Democratica una proposta l’abbiamo già formalizzata sulla “vendita del nome dello stadio” (clikka). Non è possibile che si giunga a maggio proponendo al Consiglio Comunale una ulteriore proroga che, immagino, incontrerebbe molte resistenze nei consiglieri, che sarebbero costretti ad assumersi tutta la responsabilità di decidere, in uno stato di urgenza provocato da altri e che anche la più accreditata giurisprudenza non riterrebbe idoneo a far saltare le procedure di evidenza pubblica previste della legge.
Gennaro Esposito
Consigliere Comunale di Ricostruzione Democratica

Vendiamo il nome dello Stadio

stadio

La Pubblicità è l’anima del Commercio: Ecco la proposta di delibera sul san paolo (clikka) che abbiamo presentato ieri (25.03.2014) al Consiglio Comunale per recuperare un po’ di soldi (forse non pochi) per lo Stadio San Paolo. Sul punto il Sindaco e De Laurentiis sono fermi al palo. Infatti, nonostante si avvicini il termine di scadenza della convenzione (maggio 2014) nessuno dei due è stato capace fino ad ora di fare una proposta seria alla città. Vi invito ad una riflessione: Prima di De Laurentiis nella stagione calcistica 1997/1998, il Comune di Napoli, in soli sei mesi, per la sola pubblicità a bordo campo incassava 465.000.000 di lire (240.649,59 €.) come risulta dalla relazione del Dirigente dell’epoca Ida Vernì alla delibera di approvazione della convenzione oggi vigente (vedi pag. 17 della delibera 716/2005 (clikka). Pensate quanto potrebbe valere il nome dello stadio e la pubblicità sulle aree esterne.

Credo che oggi non cogliere questa occasione sia un “crimine politico ed imprenditoriale”  oltre che una dimostrazione di grande incapacità e mancanza di visione!

E’ chiaro che questo meccanismo di sponsorizzazione potrebbe essere usato anche per gli altri immobili, penso, infatti, alle mura greche di Piazza Bellini o allo Stadio Collana oppure alla ormai nota proposta di Diego Della Valle di ristrutturare a sue spese il Colosseo,  ma ci vorrebbe una classe politica ed imprenditoriale napoletana all’altezza. Merce rara di questi tempi dove tutti pensano di essere più furbi degli altri occupando poltrone anche se non ne sono all’altezza!

 Da “Il Mattino” di oggi (26.03.2014) Luigi Roano

«Cambiamo nome allo stadio San Paolo per attrarre gli sponsor»

«Cambiamo nome allo stadio San Paolo per attrarre gli sponsor. La mossa presentata in aula con l’obiettivo di recuperare i fondi per la ristrutturazione.

Alla fine il Consiglio comunale al di là delle nomine è riuscito ad approvare la delibera con la quale si affida a Napoliservizi la manutenzione straordinaria degli immobili del Comune. Una delibera dal valore di 1,1 milioni che consentirà di mettere mano nell’immediato alle situazioni più critiche, dalla manutenzione degli ascensori a molto altro. Il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza l’affidamento del servizio con il voto contrario di ncd e dei consiglieri del Gruppo misto Luigi Esposito e Carmine Schiano. Non hanno partecipato al voto Fratelli d’Italia e il Pdl. Astenuti il presidente Pasquino e il consigliere Guangi. Su questa delibera la settimana scorsa cadde il numero legale ed esplose la questione delle commissioni consiliari. In aula ieri il gruppo di Ricostruzione democratica composto da Simona Molisso, Carlo lannello e Gennaro Esposito ha presentato una delibera di indirizzo di iniziativa consiliare dal titolo emblematico: «Reperimento fondi per la ristrutturazione del San Paolo». Di cosa si tratta? Nella sostanza i tré consiglieri propongono «il cambio di denominazione del San Paolo al fine di trovare sponsorizzazioni e reperire fondi necessari alla ristrutturazione» della vetusta struttura di Fuorigrotta. «In questo modo – spiega Esposito – da un lato l’amministrazione potrebbe tornare a dire la sua su un impianto di proprietà pubblica, dall’altra il presidente Aurelio De Laurentiis potrebbe fare lui una proposta. La aspettiamo da tempo per capire cosa vuole fare per il San Paolo». Una iniziativa, quella di Ricostruzione democratica, volta a «offrire alla squadra del Napoli uno stadio degno del suo valore sportivo e a migliorare la vivibilità» dei napoletani che abitano a Fuorigrotta. Nella proposta di delibera vengono precisati i motivi di questa iniziativa: «La squadra del Napoli è motivo di orgoglio cittadino e deve avere la possibilità di esprimere calcio in uno stadio degno di questo nome, inoltre lo stadio deve rappresentare un degno biglietto da visita p er la città poiché è meta di decine di migliaia di tifosi nazionali e internazionali». Il modello inseguito è quello che è m voga in tutta Europa infatti nella delibera si fa riferimenti a quanto avviene a Londra dove lo stadio dell’Arsenale porta il nome Emirets Stadium, oppure a Monaco conia celebre Allianz Arena.

Dal Corriere del Mezzoggiorno di oggi (26.03.2014) Paolo Cuozzo

Soldi per ristrutturare il San Paolo «Vendiamo il nome dello stadio»

Vendere il nome del San Paolo agli sponsor, magari internazionali, in modo da ricavarne i soldi per la ristrutturazione dello stadio. Un’idea già applicata a Londra come a Monaco o a Nizza, alla quale al Comune di Napoli guardano sul serio. Tanto che tre consiglieri di Rd hanno depositato alla presidenza del Consiglio comunale la richiesta per avviare l’iter di una delibera di iniziativa consiliare. Difficile immaginare come finirà: dedicare il nome di uno stadio ad uno sponsor significa denaro contante per il privato quando si compra lo stadio o quando lo ha in concessione. Ma visto che la questione stadio col Napoli va per le lunghe, al Comune c’è chi comincia a guardarsi intorno per far cassa. «Diamo il nome del San Paolo agli sponsor»

NAPOLI — Vendere il nome del San Paolo ad uno sponsor in modo da ricavarne soldi. Un’idea semplice semplice, ma, sperimentata altrove, senza dubbio efficace. L’hanno proposta tre consiglieri comunali di Ricostruzione democratica, Carlo Iannello, Simona Molisso e Gennaro Esposito che, evidentemente, tanto ci credono nell’iniziativa da avviare l’iter per predisporne una delibera di iniziativa consiliare (protocollo 24/2014), cosa rara visto che quasi sempre le delibere le fa la giunta e l’aula le approva. Ma quando invece le delibere cominciano il loro cammino dall’aula, l’iniziativa diventa più forte e, spesso, viene approvata. Aspettando però l’esito dell’iter che seguirà la delibera, resta il fatto. Fatto che per Napoli è innovativo, sopratutto se si tratta di cambiare il nome tanto amato del San Paolo. «Sarebbe però un’occasione per il Comune di riprendere la gestione di un bene pubblico come lo stadio», spiega Esposito convintissimo della bontà dell’iniziativa.

Vendere il nome del San Paolo ad uno sponsor, dunque, per far cassa con soldi da reinvestire poi nella ristrutturazione dello stadio. Proprio come accade altrove. «Sono infatti noti i cambi di denominazione degli stadi dell’Arsenal — si legge nel documento — (da Highbury ad Emirates Stadium), del Bayern Monaco (da Olympiastadion ad Allianz Arena) e del Nizza da Stade Municipal du Ray ad Allianz Riviera)». Esempi concreti, insomma. Anche perché «il Comune di Napoli, al fine di reperire i fondi per la ristrutturazione dello stadio San Paolo, che ha una capacità di ospitare fino a 60mila spettatori a partita, ben può ricorrere a tale forma di sponsorizzazione al fine di offrire alla squadra cittadina uno stadio degno del valore sportivo e degno dei tifosi napoletani». I tre esponenti di Ricostruzione democratica ricordano poi nella proposta che «un serio progetto di ristutturazione dello stadio, oltre ad offrire una migliore collocazione alla squadra tanto amata dai napoletani, rappresenta anche un’occasione di sviluppo del quartiere che sarebbe in grado di dare anche posti di lavoro per le tante attività che si possono immaginare nello stadio». Da qui, la proposta avanzata con tutta la solennità del caso «affinché — recita il documento — la giunta, nell’esercizio dei suoi poteri amministrativi», predisponga «tutti gli atti necessari a sollecitare proposte per il cambio di denominazione dello stadio San Paolo, ovvero in altre forme di sponsorizzazione al fine di reperire i fondi necessari alla ristrutturazione del massimo impianto cittadino». Rivoluzione o realtà? Si vedrà. Certo, dedicare il nome dello stadio ad uno sponsor significa fare soldi. Molti soldi. Ma rappresenta, generalmente, anche il cuore centrale di ogni accordo di concessione pluriennale per l’affidamento di uno stadio da un soggetto pubblico ad uno privato. Come potrebbe essere tra il Comune di Napoli e il calcio Napoli. Come potrebbe, appunto. Visto che l’accordo tra le parti appare sempre più complicato da trovare. Ecco perché al Comune di Napoli c’è chi comincia a guardarsi intorno.

  • Giovedì 27 Marzo, 2014
  • CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – NAPOLI
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San Paolo, affare milionario Così è nato l’Allianz Arena
 Ottanta milioni a Monaco, l’Emirates ne vale cento
 NAPOLI — Ha rotto schemi e modificato strategie la richiesta di delibera dei tre consiglieri comunali di Ricostruzione democratica, Molisso, Iannello e Esposito, che hanno avviato l’iter per portare in Consiglio comunale una delibera che in sostanza vende agli sponsor il nome dello stadio San Paolo. Una proposta rivoluzionaria e percorribile, ma che creerebbe ancor più problemi nella difficile trattativa per la firma sulla convenzione tra Napoli e Comune di Napoli. Innanzitutto, perché uno sponsor tanto investe nel nome del San Paolo se al San Paolo ci gioca il Napoli; eppoi perché senza la possibilità di vendere il nome dello stadio difficilmente si potrebbe immaginare una concessione pluriennale — almeno di 50 anni — per affidare ad un soggetto privato lo stadio. Solo che l’idea dei tre consiglieri vale parecchi milioni di euro. Ma parecchi davvero. A Monaco, per esempio, l’Allianz ha versato circa 80 milioni di euro; a Londra, gli Emirates addirittura 100. Soldi, e molti anche, che servirebbero per rifare definitivamente lo stadio, indipendentemente da qualsiasi accordo. Ecco perché la proposta nata al Comune di Napoli non viene esclusa a priori. Del resto, un vecchio studio predisposto dall’ex gestore del patrimonio immobiliare, la Romeo Gestioni, già individuava la possibilità di dedicare lo stadio ad un solo sponsor. Argomento questo a cui guarda ovviamente anche il calcio Napoli, consapevole del fatto che il nome dello stadio non può essere escluso da un pacchetto più ampio legato alla concessione. Solo che per ora tutto è fermo e il San Paolo continua a versare nelle condizioni che tutti conoscono. Ecco perché forse qualcuno a Palazzo San Giacomo si è scocciato di attendere, sebbene la convenzione col Napoli scada solo a fine maggio. Ma visti i tanti tira e molla, i continui rinvii e le ostilità dovute al sequestro di 5 milioni dalle casse del Napoli da parte della Corte dei conti, proprio per l’uso dello stadio e la gestione della pubblicità, cominciano a farsi strada ipotesi alternative.
Paolo Cuozzo

Passa di mano la Presidenza della Commissione Sport

sanpaoloOggi (24.03.2014) ho lasciato la presidenza della Commissione Sport ed Impianti Sportivi del Comune di Napoli, potrei fare un bilancio di tutte le azioni che ho portato avanti nell’amministrazione dai sopralluoghi negli impianti sportivi cittadini, alle questioni dello Stadio San Paolo ed ai necessari rapporti tra l’Amministrazione ed il Calcio Napoli, tutti fatti documentati dal lavoro svolto e dagli atti della Commissione stessa ed integralmente riportati nel mio blog, attraverso cui cerco di rendere trasparente ciò che accade nelle stanze del potere cittadino. Ciò che però mi preoccupa è la visione che la commissione ricomposta nella presidenza e nei suoi componenti avrà della politica sportiva e degli impianti sportivi cittadini. Aumentano, infatti, nella composizione della Commissione candidati che hanno appoggiato la destra di Giovanni Lettieri ed il suo programma, dichiarandosi poi di maggioranza senza dire alla città quale siano le novità contenutistiche e programmatiche che hanno determinato le loro scelte. Un’ambiguità che ovviamente non può che fare male alla politica cittadina. In questi due anni e mezzo di consiliatura ho cercato di mettere al centro del dibattito cittadino le questioni dello sport, riscontrando spesso con rammarico che c’è il deserto e l’incapacità dell’amministrazione a parlare di politica sportiva se non limitatamente – e male – del calcio Napoli e del San Paolo. Una politica sportiva che io spesso, anche in consiglio comunale, ho definita SanPaoloCentrica. Mi meravigliai, infatti, che nel cd. Piano Economico Gestionale del Comune di Napoli, per lo sport, l’unico obiettivo definito era la transazione con il Calcio Napoli mentre nulla era scritto sulla politica sportiva che riguarda centinai di impianti sportivi pubblici e centinaia di migliaia di cittadini. Così come mi meravigliai quando un esponente del CONI di rilievo nel conoscermi mi disse che non sapeva che esistesse nel Comune di Napoli un Presidente ed una Commissione Sport, segno che in passato quest’organo non era poi stato molto presente. Orbene, ai consiglieri di maggioranza che hanno fatto la campagna elettorale con me per il programma di De Magistris, rimasto inattuato, e che hanno scelto il nuovo presidente alla guida della Commissione Sport ho chiesto di riflettere sulla politica fino ad ora messa in campo dal Sindaco, affinché si possa ritornare ad essere coerenti, se questa parola in politica ha ancora un senso. Non mi resta altro che ringraziare i tanti cittadini, del mondo sportivo e non, che mi hanno sostenuto e mi stanno sostenendo nel ruolo fino ad oggi svolto promettendo di mantenere costante il mio impegno come consigliere comunale nel solco già tracciato in questi due anni e mezzo di presidenza.

Per la politica nello Sport non si è tutti uguali

stadioLo stadio cittadino rappresenta la summa malagestio passata e presente, chissà se anche futura. Ad ogni buon conto credo che si stia facendo una cosa buona innanzitutto per la trasparenza e per il riequilibrio dei rapporti tra pubblico e privato. Rivendico con orgoglio molti risultati ottenuti, non fosse altro perché almeno ho alimentato il dibattito cittadino sui temi veri dello Sport. Ad ogni buon conto da quando mi sono insediato alla presidenza della Commissione Impiantistica Sportiva, mi ha sempre impressionato la disparità di trattamento che c’è tra il Calcio Napoli e gli altri attori dello sport cittadino. Oggi Repubblica Napoli (14.03.2014) pone l’accento su un dato che balza agli occhi e che è sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti: Il particolare favore che l’amministrazione ebbe verso la squadra cittadina nel 2004, che si è tramutato in un probabile danno alle casse scassate del Comune. Basti pensare, infatti, che molti pareri dei Dirigenti del Comune erano negativi sulla Convenzione. Tra questi quello che mi ha colpito di più è la relazione della Dirigente IDA Alessia Vernì del 06.04.2005, circa i canoni della pubblicità (delibera 716/2015 (pagine 20, 21 e 22 clikka) nella quale si legge: “… circa l’assegnazione a trattativa privata degli spazi pubblicitari alla società Calcio Napoli, in presenza di acquisizioni già regolamentate effettuate da altre ditte pubblicitarie per la stagione calcistica 1997/1998 con regolari versamenti … per il periodo 13.09.97-28.02.98 e quindi, per la durata del solo primo semestre e per meno della metà degli spazi pubblicitari disponibili, di una somma complessiva di 465.000.000 oltre IVA in vecchie lire, e tutto ciò oltre sei anni fa, risulta evidente che né la sottoscritta né, si ritiene, il Dipartimento di Ragioneria Generale possono essere investiti da richieste di parere del tutto inconferenti…”

A fronte della chiara relazione della Dirigente Vernì l’Amministrazione Comunale, passata e presente, ha sempre riconosciuto legittimo al Calcio Napoli l’ammontare di soli €. 45.000,00 all’anno per la pubblicità (peraltro manco pagati) a fronte di un incasso percepito oltre sedici anni fa, in soli sei mesi, di oltre €. 240.000,00.

Ora mi chiedo con questi prezzi da “ultrasaldo” goduti da De Laurentiis mi fa specie sentirlo spesso minacciare di andarsene a giocare a Caserta o ad Afragola. La Casa del Napoli è il San Paolo occorre solo riequilibrare i rapporti.      

A proposito di Uguaglianza: il 10.03 u.s. in commissione mi sono imbattuto nella vicenda, fortunatamente risolta, dell’Hugo Pratt di Scampia (clikka) che si pretendeva di chiuderlo per gli spari di alcuni petardi (per carità azione legittima) anche se, avendo assistito alla partita il giorno prima (09.03 u.s.) Napoli-Roma, ho potuto constatare con le mie orecchie e con relativo sobbalzo al cuore che allo stadio San Paolo avevano esploso vere e propri ordigni senza che nessuno dicesse nulla.

Da Repubblica Napoli di oggi 14.03.2014

Stadio, quasi sette milioni chiesti agli assessori 2005

ALESSIO GEMMA

UN DANNO di 6.7 milioni di euro a carico degli ex amministratori che approvarono nel 2005 la convenzione tra Comune e Calcio Napoli per l’uso dello stadio San Paolo. E s’indaga anche sui lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto assicurati dal patron Aurelio De Laurentiis. Ecco l’inchiesta bis della Corte dei conti. Dopo la richiesta di sequestro di 5 milioni che grava sui conti del presidente del Napoli per non aver pagato il fitto al Comune, ora a tremare sono gli ex assessori.

Stadio, ex giunta sotto accusa

Corte dei conti, il danno del contratto con De Laurentiis è di 6,7 milioni

ALESSIO GEMMA

ESSI, insieme con i consiglieri e i dirigenti che quasi 10 anni fa diedero l’ok all’allora Napoli Soccer sullo stadio di proprietà comunale, rischiano. Il sostituto procuratore Marco Catalano, che ha aperto l’indagine sulla base dell’esposto firmato dal presidente della commissione sport Gennaro Esposito, è pronto a firmare gli inviti a dedurre, ossia le richieste di risarcimento del danno erariale causato da una «convenzione troppo svantaggiosa per l’ente».

De Laurentiis non sarebbe solo un debitore del Comune, ma avrebbe all’origine beneficiato «illegittimamente » di condizioni favorevoli: questo il ragionamento della Corte dei conti.

Nel palazzo di giustizia è già stato quantificato il danno: quei 6.7 milioni derivano dalla «differenza tra la cifra che il Napoli deve corrispondere secondo la convenzione e l’importo che l’ente avrebbe potuto incassare nel caso in cui la concessione fosse stata adeguata ». Perché non furono previste penali in caso di mancati versamenti delle quote spettanti al patron: la fornitura di acqua ed elettricità grava sul Comune, così come la spesa del personale nel corso delle partite. Per non parlare della pubblicità. A piazza Municipio spetta il quattro per cento degli introiti derivanti dai cartelloni a bordo campo, con un minimo garantito annuale di 45 mila euro. Una cifra “al ribasso” secondo la magistratura, se si considera che per la pubblicità nel 1997 l’ex presidente Totò Naldi girò al Comune per soli 6 mesi 450 milioni di vecchie lire.

Il pm Catalano, intanto, ha delegato alla Guardia di finanza altri accertamenti sullo stadio per verificare i lavori svolti nel 2013: quattro appalti del valore di 200 mila euro. «Sono state realmente eseguite quelle opere? In misura adeguata? Erano davvero necessarie?». Queste le domande che si pongono gli inquirenti.

Di sicuro il prossimo 20 marzo, quando ci sarà davanti al giudice la convalida del sequestro, la difesa di De Laurentiis cercherà di dimostrare che il presidente del Napoli non ha versato in passato i canoni accollandosi in cambio, come previsto da un articolo della convenzione, le manutenzioni che spettavano sulla carta al Comune. E su quei lavori, quindi, si gioca la dimostrazione effettiva del danno erariale.

Hugo Pratt di Scampia ed il Calcio Popolare

HugoPrattIl 10 marzo scorso ho avuto modo di trattare in Commissione Impianti sportivi l’incredibile condizione nella quale si sono trovate le associazioni sportive che usano il Campo Hugo Pratt di Scampia che, all’esito di un Provvedimento della VIII Municipalità (clikka) è stato interdetto ai tifosi. Il Campo è usato per le gare di calcio popolare giovanili e per quelle di I, II e III categoria. Oggi all’esito di quanto è stato assunto in commissione ho redatto l’atto di indirizzo (clikka) con il quale ho chiesto la revoca del provvedimento assolutamente inconcepibile per un territorio nel quale lo sport dovrebbe essere messo al primo punto all’ordine del giorno di ogni amministrazione. Peraltro registro una enorme disparità di trattamento tra l’amministrazione del San Paolo e quella di tutti gli altri impianti sportivi. Eppure avevo segnalato per tempo in data alcuni inconvenienti dell’Impianto Hugo Pratt (relazione hugopratt clikka)

Su questi temi:

Stadio San Paolo e Sport (clikka)

sequestro corte dei conti e stadio san paolo (clikka)

Allo Stadio San Paolo non c’è solo il Calcio

20140305_103901390_iOSAllo Stadio San Paolo non c’è solo il Calcio ma anche tanti altri Sports ed è bene che lo si ripeta perché i napoletani non lo sanno. Questa mattina (05.03.2014) ho assistito ad una garetta di atletica di bambini (circa 400). Ovviamente potrete notare che i tabelloni pubblicitari del Calcio Napoli occupano parte della pista perché nessuno si permette di chiedere alla società  di spostarli. Se poi provate a mettere un piedino sul campo arrivano i guardiani sia comunali che non comunali a cacciarvi immediatamente mentre, invece, se occorre, i mezzi a servizio del calcio passano e spassano sulla pista di atletica procurando danni pesanti che hanno reso la pista un colabrodo da riparare al più presto. Ora da un lato il Calcio Napoli non paga il canone di concessione ed ottiene da parte del Comune l’esecuzione di tutti i lavori che richiede all’istante (vedi il caso del sequestro alla società clikka), dall’altro tutte le altre associazioni sportive che usano il San Paolo, pure se pagano, si devono arrangiare! Basta pensare che solo con l’importo di 366.000 €., per lavori chiesti da De Laurentis, speso del Comune nel mese di dicembre scorso, si sarebbe potuta rifare d’accapo l’intera pista di atletica. Ovviamente mi ha assalito un senso di giustizia, non ho resistito, ed alla fine mi sono fatto una passeggiatina sul campo.

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Stadio San Paolo, Calcio Napoli e Sport

sanpaolofollaEcco l’intervista che ho rilasciato qualche giorno fa per fare chiarezza su alcuni aspetti dello stadio San Paolo e del Calcio Napoli. De Laurentis tarda a fare una proposta, mi chiedo se per caso non si potrebbe fare come per il Santiago Bernabeu per il quale la Microsoft ha offerto 50 milioni di euro e la COCACOLA ne ha offerto 80 di milioni di euro. Due colossi in competizione per dare il nome all’impianto (Real Madrid e le offerte per lo stadio (clikka).

Ecco la video intervista su espresso on line (clikka)

Dissesto del Comune di Napoli: Le motivazione della Corte dei Conti

comunePer una reale comprensione dei problemi che affliggono Napoli e la sua amministrazione ecco le motivazioni della Decisione della Corte dei Conti con la quale è stato bocciato il piano di riequilibrio del Comune di Napoli aprendo la strada al Dissesto. Il documento è corposo ci è stato notificato qualche ora fa e lo studio credo sarà faticoso. Come al solito chiedo alle anime di buona volontà di dare una mano a capire ed a collaborare. Sono 101 pagine di dati, tabelle e considerazioni. Credo sia la fotografia dello stato delle casse comunali che, voglio precisare, non sono che in minima parte attribuibili a questa amministrazione. Occorre, però, che politicamente ci sia la capacità di analizzare ciò che è accaduto affinché si sappia chi ha amministrato bene e chi ha amministrato male (forse tutti male) e si capisca quali sono le azioni di buona amministrazione che oggi sono necessarie più che mai.

Ecco il provvedimento integrale:

 Deliberazione n.12-2014 della Corte dei Conti PARTE 1 (clikka)

Deliberazione n.12-2014 della Corte dei Conti PARTE 2 (clikka). Ora l’ho finito di leggere. Per chi non ha tempo e vuole andare al nocciolo del problema può leggersi le considerazioni conclusive da pag. 104 in poi della seconda parte. La descrizione è amara, puntuale e stringente. L’analisi ci fa capire che per lo meno dal 2008 ci hanno preso in giro: capacità di riscossione ridicola, crediti inesigibili non ritenuti tali …. è da leggere con attenzione è un pezzo della storia di Napoli dalla quale nessuno si può tirare indietro perché è stata fatta da amministratori più volte riconfermati ai cittadini!

A proposito di buona amministrazione e Corte dei Conti è di oggi il sequestro dei conti correnti del Calcio Napoli per 5 milioni di €. da parte della Procura Regionale della Corte dei Conti, che ha aperto un procedimento sui rapporti tra società ed amministrazione in seguito a quanto è più volte emerso nella commissione impiantistica sportiva che presiedo ed alle numerose sollecitazioni di Ricostruzione Democratica a portare all’incasso i canoni di concessione non pagati. E’ stata una giornata faticosa!

Il Tg Campania sul sequestro al Calcio Napoli (clikka)

Sequestro Corte dei Conti, Stadio San Paolo e la politica supina ai voleri del “patron”

stadioIl caso dello stadio San Paolo è il simbolo dell’atteggiamento della politica verso i potenti. Nonostante il patron non adempia ai suoi obblighi avendo maturato un debito di oltre 5.000.000,00 di €. (così come del resto hanno fatto i suoi predecessori), l’amministrazione è assolutamente piegata ai voleri del club e, pertanto, è pronta ad accontentarlo in ogni suo capriccio, spesso con le tasche dei contribuenti. Da quando presiedo la Commissione Sport ed impianti sportivi ho ingaggiato, insieme ai compagni di Ricostruzione Democratica, una vera e propria battaglia di diritti, legalità ed uguaglianza, ma niente da fare! Basta che il Padrone schiocchi le dita che subito l’amministrazione si mette in moto. Ecco le ultime determine di spesa a carico dei cittadini napoletani che ci sono costate 58.000,€. per lavori di copertura dello stadio (clikka), ed €. 101.000,00 per  lavori all’impianto antincendio (clikka); €. 63.529,14 per lavori sugli spalti (clikka); €. 131.251,56, per lavori impianti antincendio (clikka); €. 13.908,00 per lavori Impianto wi fi (clikka). Ovviamente tutti lavori a carico del Comune, per contratto, ma fatti eseguire dalla società Calcio Napoli che ha curaro anche la progettazione e che di questo passo si sta trasformando da società calcistica a società di costruzioni. Ebbene, atteso l’inadempimento del Patron alla convenzione, assolutamente vantaggiosa per il club, il Comune avrebbe potuto dire, prima mi paghi e poi vediamo per i lavori, e se non provvedi subito, non ti consegno lo stadio per la prossima partita! Sarebbe bastato far saltare anche una sola partita per rimettere a posto le cose.

Ovviamente per fare questo occorrerebbe una politica forte in grado di interloquire con il potente di turno e dire, chiaramente, che l’interesse pubblico viene prima dell’interesse particolare, compreso quello del calcio napoli. Niente di tutto ciò il Patron schiocca le dita, ancora una volta, ed ottiene dall’Amministrazione l’autorizzazione a realizzare una tribuna riservata (clikka) per le famiglie dei calciatori, per fortuna a spese sue! Ebbene con questi 366.688,70 €., ultimi di una lunga serie, si sarebbero potute mettere molte cose a posto ad esempio nel Palastadera (facendo una guaina isolante al lastrico solare), ovvero ottenere l’agibilità per gli spalti al campo di calcio Hugo Pratt di Scampia, oppure, eliminando le infiltrazioni negli spogliatoi del Campo di Calcio di Via Lieti adeguando anche gli altri due campetti di calcetto. Cose che ho visto io con i miei occhi con tre ultimi sopralluoghi per i quali ho redatto una relazione (clikka) che ho inviato ai componenti della commissione (troppo impegnati, per partecipare a questa importante attività di verifica) ed al Sindaco. Impianti sportivi che fanno fare sport a migliaia di ragazzini napoletani e dei quali l’amministrazione, a questo punto, si disinteressa ,troppo impegnata a servire il patron con le nostre tasche!

Oggi(20.02.2014) tutti i giornali cittadini danno la notizia del sequestro dei c/c della società Calcio Napoli eseguito su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti. Purtroppo ancora una volta la magistratura arriva prima della politica: il Mattino di Napoli (clikka)il Mattino di Napoli (clikka)Repubblica Napoli (clikka)corriere del mezzogirno (clikka)

Da Repubblica Napoli del 9.02.2014

Una tribuna per le famiglie dei calciatori

San Paolo, proroga di un anno. Ma spunta Afragola

ALESSIO GEMMA

UNO spazio accogliente con divani e sedie per ristorarsi. E un angolo per i bambini che non seguono la partita. Il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, ha un conto aperto per il fitto dello stadio San Paolo, ma intanto il Comune lo autorizza ad allestire una mini tribuna per le famiglie dei calciatori. Il nulla osta è stato rilasciato il 14 novembre scorso con voto unanime della giunta de Magistris. Si tratta di una struttura smontabile «utilizzata per offrire comfort e sicurezza ai parenti dei giocatori con conseguente eliminazione di uno dei fattori di stress per gli atleti». Tutto a spese della società sportiva e giudicato dagli uffici tecnici di Palazzo San Giacomo in linea con la normativa edilizia. Ha le caratteristiche di uno «standfieristico, costruito con scatolari metallici e pannelli di legno». Per garantire la privacy a mogli e figli dei calciatori sarà «chiuso perimetralmente e coperto superiormente ». Per i servizi igienici sono previsti due container sanitari. Andrà a occupare lo spazio sotto la tribuna Posillipo e «contribuirà a migliorare le condizioni di fruibilità e decorodello stadio comunale». La prima richiesta per la «nuova area ospitalità» è datata 27 agosto scorso. È il direttore marketing del Napoli, Alessandro Formisano, a scrivere al capo di gabinetto Attilio Auricchio e al vicedirettore generale Giuseppe Pulli. Da piazza Municipio parte il cenno di intesa: ma prima i tecnici del Comune vogliono vedere grafici e piantina dell’allestimento. Le carte arrivano a Palazzo il 10 ottobre e il 28 dello stesso mese è pronta la delibera. Verrà approvata in giunta appena due settimane dopo, il 14 novembre scorso. Incrocio di date. Proprio due giorni prima, il 12 novembre, De Laurentiis era stato in consiglio comunale per discutere dello stadio San Paolo. E lì sfogò tutta la sua rabbia contro la giunta de Magistris. Di fronte, oltre ai consiglieri della commissione sport, aveva proprio il capo di gabinetto Auricchio: «Io non mi fido più — disse il presidente del Napoli — qualche giorno fa mi è arrivata dal Comune una nuova transazione completamente rivoluzionata rispetto all’accordo di undici mesi fa».

Già, perché sulla concessione dello stadio di proprietà di Palazzo San Giacomo, il Napoli ha debiti per circa 5 milioni con l’ente per fitti non pagati e introiti pubblicitari non versati al Comune. A dicembre 2012 fu sottoscritto un accordo bonario tra il sindaco e il presidente, rimasto carta straccia. E il 12 novembre a via Verdi De Laurentiis lamentava proprio il mancato perfezionamento di quella transazione. Il motivo?Sui rapporti tra il Napoli e Palazzo San Giacomo è in corso una indagine della Corte dei conti con l’ipotesi di danno erariale. La Guardia di Finanza è già stata al San Paolo.

Attacca il presidente della commissione sport, Gennaro Esposito: «L’amministrazione ha sempre un atteggiamento supino a ogni volere di De Laurentiis, dimenticandosi poi di curare altri importanti impianti sportivi per i quali basterebbe poco. Mentre si autorizza al San Paolo un’area accoglienza per le famiglie dei calciatori, al campo di calcio Hugo Pratt di Scampia manca ancora l’agibilità degli spalti. Non si potrà rinnovare così com’è il rapporto con il Napoli perché troppo squilibrato a favore della società sportiva».

Intanto sindaco e presidente si sono rivisti di recente e si andrebbe verso la proroga di un anno dell’attuale convenzione in scadenza a giugno. Nessuno ora riveli a de Magistris che un mese fa De Laurentiis è stato in avanscoperta ad Afragola. C’è accanto alla stazione della Tav lo spazio per realizzare un nuovo stadio e il sogno di una “cittadella del Napoli”.

Articoli sullo Stadio San Paolo (clikka)

Sui biglietti per lo Stadio del Comune indaga la Procura

stadioOggi leggo di una indagine, sostanzialmente chiusa, circa la gestione dei biglietti per accedere allo stadio San Paolo che sono assegnati per contratto al Comune di Napoli e che vede imputati l’ex assessore tommasielli ed un suo staffista. Della questione ne ho parlato tante volte anche con altri consiglieri, tanto che con nota del 07.11.2013 ho chiesto la visione e consegna degli elenchi dei nominativi dati alla SSCN nonché la comunicazione dei criteri relativi alla loro assegnazione. Solo il 20.11. u.s. mi è giunta la nota che vi allego (clikka) che, paventando tutta una serie di ragioni, circa la riservatezza mi invitava a fare un’altra richiesta che, ovviamente, ho fatto senza avere ancora riscontro. E’ chiaro che sulla privacy sono d’accordo solo che in questo caso credo che prevalgano le prerogative del Consigliere Comunale che è, ovviamente, anch’egli tenuto al riserbo.
Credo che le cose che vengono riportate oggi dai giornali non debbano accadere e spero che al giudizio si accerti che non è stato commesso alcun reato. Posso, però, dire che la questione dei biglietti per le partite è ritenuta, in modo diffuso per la politica cittadina, un sistema per fare “consenso”. La cosa che mi ha spinto a chiedere gli atti è stato un episodio che ho anche raccontato ad un dipendente del cerimoniale che, credo valga la pena raccontare anche per la reazione imbufalita del dipendente stesso che si è sentito molto offeso … non capisco perché. Dunque: “Una sera in fila per l’accesso alla tribuna autorità per Napoli / Juventus, parlo con un ragazzo a cui chiesi come mai era in file? Egli mi rispose che aveva il biglietto acquistato e che l’aveva pagato 250,00 €. Chiesi al ragazzo che era strano che si vendessero i biglietti della Tribuna Autorità e questi mi rispose che erano i biglietti del Comune. Alla mia ennesima domanda per sapere chi glieli avesse venduti questi mangiò la foglia ed evito di rispondere”.
Raccontai la storia la sera stessa a qualche altro consigliere ma non ad un responsabile del cerimoniale purtroppo a cui l’ho raccontata dopo. Capisco il motivo della reazione del dipendente che si è sentito forse accusato e che giustamente mi rispose che se mi fossi rivolto a lui avremmo accertato subito la cosa risalendo al responsabile (non ci pensai). Lo stesso dipendente giustamente mi fece notare che una cosa del genere ben potrebbe accadere con responsabilità di un consigliere il quale potrebbe dare dei nominativi di persone a cui ha già venduto i biglietti … e questo è pure vero… Ancora oggi non capisco “l’imbufalimento” del dipendente ….
Da Corriere del Mezzogiorno di oggi 21.12.2013
«Tommasielli, falsi dati per avere i biglietti del Napoli»
 Chiuse le indagini sull’ex assessore: «Ticket a figli e amici» Al vicesindaco Sodano contestata la consulenza a un’amica
 NAPOLI — L’8 marzo 2013, in occasione di Napoli — Juventus, Mariangela, figlia dell’ex assessore allo Sport del Comune di Napoli Giuseppina Tommasielli, risultava studentessa dell’Istituto comprensivo «Aganoor — Marconi» di Piscinola. Il 21 febbraio dell’anno precedente e il 22 novembre del 2011, invece, la giovane era inclusa negli elenchi del liceo classico «Sannazaro», mentre il fratello Dominique una volta in quelli della IX municipalità, l’altra in quelli dell’Ipia «Sannino» di Barra. Sfruttando una convenzione stipulata nel 2005 tra il Comune e la Società Calcio Napoli, infatti, l’ex assessore, secondo l’accusa, faceva entrare gratis chi voleva nelle tribune del San Paolo. Per questa vicenda ora rischia il processo: un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a lei e al suo ex staffista Fabio Mangieri. Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Luigi Santulli, Danilo De Simone, Maria Sepe e Ida Teresi ipotizzano nei loro confronti i reati di peculato e sostituzione di persona.
La vicenda rientra in una più ampia inchiesta sul Comune che vede indagata la stessa Tommasielli anche per truffa a proposito delle multe annullate alla sorella e al cognato (in concorso con Mangieri e il funzionario Antonio Russo) e il vicesindaco Tommaso Sodano indagato per abuso di ufficio e falso per la consulenza affidata alla docente dell’Università di Bergamo Maria Cristina Roscia (in concorso con il dirigente Giuseppe Pulli).
Le vicende delle multe e della consulenza erano note. Si conoscono ora, invece, i dettagli sull’elargizione dei biglietti omaggio per lo stadio. Secondo la ricostruzione dei pm, Giuseppina Tommasielli, tramite Mangieri, me procurò a familiari e amici, facendo risultare tutti, giovani e meno giovani, studenti di scuole napoletane. Le date di nascita venivano alterate e il Napoli, ignaro, forniva ingressi omaggio anche a chi le scuole le aveva lasciate da un pezzo o non le aveva cominciate ancora. Ecco qualche esempio: in occasione di Napoli — Milan del 17 novembre 2012, Armando e Gianluca B., due gemelli nato il 30 ottobre 2000, risultavano invece nati il 2 maggio 1983 e il 23 gennaio 1990. I due gemelli, scrivono i pm, «risultano inseriti negli elenchi di 16 incontri casalinghi del Napoli, ogni volta con la data di nascita alterata ed indicati come appartenenti ad istituti scolastici sempre diversi». In occasione della stessa partita, Antonio M., Marida M. e Marzia M., verosimilmente un papà e le sue due figlie, nati rispettivamente il 20 febbraio 1951, il 24 settembre 1986 e il 12 febbraio 1991, risultavano invece nati lo stesso giorno e mese, ma qualche anno dopo: rispettivamente il 20 febbraio 2001, il 24 settembre 2006 e il 12 febbraio 2001. L’avvocato Domenico Ciruzzi, che assiste l’ex assessore, non entra nel merito ma commenta: «Leggeremo gli atti, con l’auspicio di dimostrare l’assoluta estraneità della Tommasielli ai fatti contestati». Ciruzzi ricorda anche che, prima che Tommasielli si insediasse a Palazzo San Giacomo, nessun assessore aveva fatto valere quella convenzione, ottenendo migliaia di biglietti gratis per gli studenti napoletani. L’indagata avrà ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentita o depositare una memoria difensiva. Ha già deciso di sottoporsi a un nuovo interrogatorio Tommaso Sodano, che è difeso dall’avvocato Francesco Picca. In attesa di decidere se chiedere o meno di stralciare alcune intercettazioni ritenute ininfluenti ai fini dell’accertamento dei fatti, il vicesindaco ribadisce di non avere interferito sull’assegnazione dell’incarico a Maria Cristina Roscia, dal momento che la decisione, a suo dire, fu presa dal dirigente Giuseppe Pulli, cui la legge affidava questo potere. In ogni caso, fa osservare ancora Sodano, la Roscia, persona di grandi capacità, «ha svolto la prestazione di servizi con risultati tangibili».

Il ruolo dei giornali. Stadio San Paolo: La mia prima smentita

giornaliQualche giorno fa mi sono trovato a parlare con dei giovani giornalisti precari, il discorso è scivolato immediatamente sulla importanza del lavoro di giornalista che contribuisce alla formazione della opinione pubblica. Sullo stadio nella immediatezza dell’audizione del Presidente De Laurentiis il 12.11.2013, sono stato intervistato dai tanti giornalisti presenti alla ricerca di notizie, ho ripetuto questo concetto, dicendo chiaramente che i giornali avrebbero dovuto porre delle domande precise ai cittadini contribuendo al dibattito sul destino dell’impianto. Dibattito che, se correttamente articolato, aiuterebbe molto la politica a decidere. In sostanza piuttosto che riportare frasi sconce e gossip sarebbe il caso che i giornali avessero posto delle domande. Sul punto ho anche scritto un post su questo blog dal titolo Stadio San Paolo più politica e meno gossip (clikka). Il 21 novembre scorso sulle pagine del mattino è apparsa una intervista che mi sarebbe stata fatta in parte da Luigi Roano in parte tratta da Radio Marte. Ebbene non ho fatto alcuna intervista né con Roano né con Radio Marte e per tale motivo ho chiesto la rettifica non pubblicata e che perciò vi incollo in calce. Potevo anche lasciare stare, ma il tono dell’articolo mi ha spinto a chiederla poiché il taglio del pezzo è ancora una volta tendente al gossip tra mie dimissioni, docce fredde ed arrabbiature. Per carità non mi permetto di dire come si fa giornalismo ma almeno non vorrei che apparissero più mie interviste mai rilasciate. Roano, come altri, avrebbe potuto chiamarmi ed avere una mia dichiarazione  così come ha fatto Repubblica di cui incollo in calce il pezzo di Antonio Di Costanzo apparso sempre il 21.11.2013 su Repubblica Napoli.

Di seguito l’articolo apparso su il Mattino di Napoli il 21.11.2013 di Luigi Roano

Lo stadio

Salta l`audizione con De Laurentiis «Prima la legge»

Salta il secondo appuntamento tra il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis e la commissione sport del Consiglio comunale presieduta da Gennaro Esposito di Ricostruzione democratica. Il quale si dichiara «pronto a dimettersi». Il presidente era atteso, poi la doccia freddo del no. I motivi del forfait, ufficialmente, non si conoscono, ma da via Verdi fanno trapelare che la rinuncia all’audizione, con al centro il futuro del San Paolo e la richiesta di proroga della convenzione in scadenza a giugno, sarebbe dovuta alla fuga di notizie della prima riunione. Ovvero il famoso «scornacchiato» rivolta all’ex allenatore Walter Mazzarri. In realtà c’è un motivo ancora più valido a spiegare la mancata audizione. Il governo, con il premier Enrico Letta e il vicepremier Gioacchino Alfano, ha annunciato un emendamento nella legge di Stabilità per sburocratizzare i procedimenti relativi alla costruzione di nuovi impianti o Lo stadio Salta l’audizione con De Laurentiis «Prima la legge» al rifacimento di quelli esistenti. Non è la legge sugli stadi, ma qualcosa di molto simile. Il caso lo pone lo stesso Esposito, che attacca i suoi colleghi. In una intervista a Radio Marte il consigliere comunale è molto critico: «II presidente De Laurentiis non ci ha fatto sapere più nulla – spiega Esposito – quindi l’incontro è da ritenersi annulla. Il patron è molto arrabbiato, per non dire offeso, dalla diffusione delle sue frasi della scorsa settimana e credo che abbia disertato per questo motivo. Io da presidente non posso che esprimere la mia profonda amarezza per quanto fatto dai consiglieri, che hanno condiviso con la stampa le frasi del presidente, dette in II caso Irritazione per l’audio su Mazzarri II presidente di commissione «Pronto a dimettermi» un contesto scherzoso e privato». Il presidente della Commissione sport va poi all’attacco: «Mi vergogno per ciò che hanno fatto i miei colleghi, si è trattata di una pessima figura che abbiamo fatto nei confronti di De Laurentiis». Il patron, tuttavia, è uomo di mondo, e negli affari non si lascia certo impressionare dalle polemiche: «È quello che mi auguro – conclude Esposito – non vorrei che quanto accaduto renda le cose ancora più difficili. Io sono anche pronto a dimettermi perché è accaduto un fatto grave». Al di là dei propositi di Esposito, c’è un’altra data da segnare con il cerchietto rosso. De Laurentiis avrebbe dato la sua disponibilità a incontrare i consiglieri comunali tra il 2 e il 7 dicembre. lu.ro.

 

Ecco la mia richiesta di rettifica rimasta priva di riscontro:

Gentile direttore,

              con riferimento all’articolo a firma del dott. Luigi Roano, apparso oggi [21.11.2013] sul giornale da Lei diretto a pag. 42, Le chiedo – ai sensi della legge sulla stampa – di pubblicare la seguente dichiarazione: “Preciso di non aver rilasciato alcuna intervista al Dott. Roano  sulla questione dello Stadio San Paolo, né tantomeno, come imprecisamente riportato nell’articolo, averla rilasciata a Radio Marte. Il mio mandato di Presidente della Commissione Sport, infatti, l’ho messo a disposizione del Consiglio, in data 16.05.2013, per fatti assolutamente estranei alle vicende indicate nell’articolo del Dott. Roano:

https://gennaroespositoblog.com/2013/05/15/il-nostro-no-alla-giunta-de-magistris/

L’occasione mi è grata per Porgere i miei più distinti saluti

Cons. Gennaro Esposito

 

Oggetto: Richiesta di rettifica

Data: 21 novembre 2013 16:42:20 GMT+01:00

A: alessandro.barbano@ilmattino.it, paolo.russo@ilmattino.it, segreteria.politica@ilmattino.it, redazioneinternet@ilmattino.it

Ecco invece il pezzo di Antonio Di Costanzo da La Repubblica Napoli del 21.11.2013 a cui elevo rilasciato una dichiarazione.

Slitta la riunione sul futuro dello stadio – Niente incontro bis tra De Laurentiis e consiglio comunale

Slitta la riunione sul futuro dello stadio Niente incontrobis traDeLaurentiis e consiglio comunale L’ACCORDO sullo stadio è ancora lontano. Anzi, ad ogni passo in avanti sembrano seguirne due indietro. Ieri era previsto un nuovo incontro tra il patron azzurro e i consiglieri comunali della commissione sport. Incontro poi sfumato. Ufficialmente perché il Napoli deve valutare meglio la situazione anche in virtù della nuova legge sugli stadi e in attesa di una proposta daparte del Comune meno fumosa e più concreta. Un’altra versione, però, parla di un Aurelio De Laurentiis indispettito dopoché, nel corso dell’ultima riunione, svoltasi in via Verdi a porte chiuse, qualcuno, probabilmente un consigliere comunale, ha registrato di nascosto alcune sue frasi e in particolare quello «scornacchiato» rivolto a Mazzarri. Getta acqua sul fuoco Gennaro Esposito, consigliere di Ricostruzione democratica e presi dente della commissione sport che da tempo è impegnato a riportare chiarezza sulla gestione dello stadio: «L’incontro non era stato fissato ufficialmente — spiega — il ragionamento sta andando avanti e anche il presi dente De Laurentiis non è chiuso sulle proprie posizioni ma pronto ad ascoltare tutte le parti. Il nostro desiderio è proprio quello di aprire un ragionamento con tutti coloro che sono legati alla vicenda. L’obiettivo è trovare una soluzione. Dobbiamo capire se è possibile rinnovare la convenzione, se affidare lo stadio al Nap oli in via esclusiva o se venderlo, tenendo presenteperòchelanuovaleggeintroduce il controverso concetto di proprietà a tempo». (a. dicost.)

Stadio San Paolo più Politica e meno gossip

sanpaoloIeri (12.11.2013) in commissione sport ed impianti sportivi c’è stata l’audizione del Presidente Aurelio De Laurentiis che è venuto a spiegare quali sono le sue idee sul San Paolo, visto che la convenzione andrà a scadenza alla fine del campionato 2013/2014. La richiesta di incontro è provenuta dal Calcio Napoli con la condizione che fosse una riunione senza la stampa ma con tutti i consiglieri comunali. Tutte le commissioni che ho tenuto sui temi cittadini sono sempre state pubbliche così come i sopraluoghi che ho tenuto sugli impianti sportivi. In questo caso, invece, c’è stata una richiesta specifica proveniente dal Patron del Napoli, richiesta, ribadita, all’apertura dell’audizione, su mia specifica domanda, che, peraltro, ho girato ai consiglieri presenti, di maggioranza e di opposizione, che sono stati tutti d’accordo nel proseguire. Decisione, peraltro, è il caso di dire, legittima poiché ad essere ascoltato non era un pubblico dirigente, ma un privato cittadino titolare del diritto alla riservatezza seppure personaggio di pubblica fama. Sono intervenuti quasi tutti i consiglieri presenti, tanto che ad un certo punto ho dovuto ridurre il tempo degli interventi e la riunione comunque è durata circa tre ore.

Il Presidente del Napoli ha parlato molto rispondendo sia a domande che a critiche. Credo che per la prima volta si è trattato un tema così importante in una sede istituzionale, in ogni caso aperta, ai rappresentanti dei cittadini sia di maggioranza che di opposizione, garantendo, quindi, la trasparenza e la partecipazione democratica. Ciò peraltro è dimostrato  dal fatto che si è saputo praticamente tutto immediatamente, ed io stesso, ho rilasciato delle dichiarazioni.

Di tutta questa vicenda ciò che è apparso su alcuni giornali cittadini di rilievo, è stato il gossip di qualche dichiarazione, diciamo, colorita di De Laurentiis, perdendo di vista il vero tema della questione: Cosa fare dello stadio? Darlo in gestione totale alla società calcistica oppure mantenere la multidisciplinarietà con gli altri sport? Inoltre, altra domanda che noi di Ricostruzione Democratica ci facciamo continuamente: Può la città di Napoli privarsi definitivamente o per 99 anni di un impianto cittadino senza la possibilità di vedersi candidata ad ospitare eventi sportivi di fama internazionale di atletica o di altri sport che richiedono l’uso di un impianto di simili dimensioni?  Possibile che non si possa trovare una soluzione che tenga dentro tutti gli interessi quelli pubblici e quelli privati? Credo che il compito della stampa sia quello di sollecitare il dibattito cittadino e l’interesse verso la gestione della cosa pubblica piuttosto che il gossip e voglio credere, anzi sono convinto, che la dichiarazione che il Napoli potrebbe andare a giocare da un’altra parte (leggi Caserta) sia solo una provocazione del Presidente De Laurentiis che cerca di fare il suo “gioco”. Ad ogni buon noi di Ricostruzione Democratica ci stiamo interrogando su quale sia la migliore scelta nell’interesse della città e sono sicuro che alla fine in scienza e coscienza giungeremo a trovare la quadra rimettendo ai cittadini il giudizio sul nostro operato.

Mi rammarico piuttosto che tra i presenti alla riunione (consiglieri e segretario della commissione) ci sia stato qualcuno che, con scarso senso del pudore e cattivo gusto, non solo ha registrato la riunione ma ha anche dato a qualche giornale (chissà se gratuitamente o dietro quale promessa di remunerazione), addirittura l’audio “gossipparo” dell’audizione. Non credo che in questo modo si faccia il bene e l’interesse pubblico poiché non solo si è venuti meno ad un patto tra gentiluomini ma si è anche danneggiato, per esclusivo interesse personale, l’interesse pubblico. Spero non accada mai più, ne va della dignità della politica!

 Ad ogni buon conto mi farebbe piacere avere il vostro parere sulle domande ben più importanti del gossip, tenendo presente che il Calcio Napoli ha in sostanza avanzato la richiesta di avere una proroga della convenzione vigente di un anno circa, per attendere l’approvazione del disegno di legge sugli stadi che, da una prima lettura, darebbe alle società calcistiche la possibilità di acquistare il diritto di superficie o di proprietà degli impianti sportivi, introducendo, tra l’altro, una strana forma di proprietà diciamo temporanea o comunque condizionata che occorrerebbe studiare. Mi appello a quelli di buona volontà che vogliono collaborare ecco il disegno di legge sugli stadi buona lettura (clikka).

Credo che occasioni di confronto e di democrazia come queste siano costruttive affinché finalmente si possa fare in modo che tra pubblico e privato si inneschi una sinergia che non danneggi nessuno ma che sia soddisfacente e dignitosa per tutti.

In questo blog per una selezione di articoli sullo stadio clikka

I soldi nel pallone ed i valori dello sport

delaurentiisDopo la commissione sullo Stadio San Paolo di ieri 24.10.2013 (clikka) oggi apprendo una dichiarazione del Patron del Calcio Napoli, che dovrebbe far accapponare la pelle a tutti i cittadini ed in particolare agli sportivi ed a quelli che amano lo Sport. Il patron si è addirittura permesso di dire che, le Nazionali dovrebbero pagare un milione di euro ai clubs titolari dei cartellini dei giocatori per farli giocare nelle partite delle Nazionali stesse.

La dichiarazione la sento particolarmente perché mi capitò una cosa  del genere quando da ragazzo atleta agonista, un mio presidente di una squadra romana, mi dichiarò apertamente che a lui della nazionale non fregava nulla e che, a fronte di un torneo internazionale a cui dovevo partecipare, avrei fatto bene e meglio a partecipare ad un campionato regionale che portava punti alla società! Ovviamente la mia risposta fu fulminea e senza esitazioni, mandai a quel paese presidente ed associazione e ritornai alla mia squadra di origine dei Vigili del Fuoco nonostante la squadra romana mi avesse promesso di accogliermi in una sorta di College per studenti sportivi! Paradossalmente il patron che opera nel mondo dello sport ed ha un così importante rilievo, non sa neppure dove stanno di casa i valori sportivi. Per ogni atleta, compreso credo i calciatori, indossare la maglia della Nazionale è un Onore ed un Dovere! Ad ogni buon conto non posso non fare a meno di notare il cd. doppiopesismo di cui è affetto il patron: quando si tratta di avere soldi è diligentissimo quando, invece, si tratta di pagare lo stadio al Comune, non ha la stessa diligenza! Più che un imprenditore un furbo.

Da Repubblica Napoli di oggi 25.10.2013

De Laurentiis ritiene inaccettabile che un giocatore vada a giocare con la sua nazionale gratis. Vorrebbe 1.000.000 di euro per ogni partita. Strano che tutto questo rigore non l’abbia con il pagamento dei canoni di concessione del San Paolo!
Oggi su repubblica Napoli: De Laurentiis, scacco al potere ultimatum per Blatter e Platini
PASQUALE TINA
UNA vocazione europea confermata pure dall’ultimo ranking Uefa (azzurri al tredicesimo posto assieme al Milan, la Juve è 21esima). Al patron, però, questo sistema così com’è non piace tanto che indossa nuovamente la divisa del rottamatore. Nel mirino Platini e Blatter. «Non mi accontento di guadagnare 40 milioni dalla Champions — ha spiegato a l’Equipe — ne voglio 150 o 200». La ricetta è pronta: «Ho in mente un’unica coppa, alla quale parteciperebbero le migliori cinque squadre di ogni campionato. Una competizione del genere genererebbe introiti di 5 miliardi». I dettagli: «Una settimana giocheremmo i tornei nazionali da 16 squadre e non più da 20, l’altra quello continentale. I presidenti americani dei club inglesi e i tedeschi sono d’accordo con me, con le altre è difficile parlare, soprattutto Real e Barcellona che si basano sull’azionariato popolare. Mi auguro che tra due o tre anni ci siano novità». L’appello è per Michel Platini: «Deve sedersi al tavolo e trattare con noi. Possiamo pure fargli un contratto ventennale, ma deve portare più introiti sfruttando il marketing e vendendo le partite su internet. Non possiamo basarci solo sulle tv, da queste bisognerebbe avere un utilizzo solo meccanico per poi versare loro una percentuale degli introiti generati dalla vendita dei match ai telespettatori, meccanismo che si utilizza per le sale cinematografiche. Se la Uefa non ci ascolta, saremmo costretti a creare una lega parallela ».
La scissione, dunque, è la minaccia che può essere evitata solo se parte una trattativa. De Laurentiis ne vuole anche un’altra: «Bisogna rivedere i rapporti con le federazioni. Se il Psg paga Cavani 64 milioni, il Matador non può giocare gratis con l’Uruguay. Le nazionali devono versare un indennizzo di 1 milione a ogni convocazione. Blatter e Platini non possono fare i furbi alle nostre spalle».
De Laurentiis non dimentica neanche i problemi di casa sua, ovvero lo stadio. È in agenda un incontro con de Magistris per accelerare il tavolo tecnico. «Voglio il San Paolo», ha sempre detto. Lo stadio di proprietà, del resto, è la pietra miliare del suo kolossal. E oggi pranzo tra la first lady Jacqueline e le mogli dei giocatori: per fare gruppo.

Concessione dello stadio San Paolo parte l’esposto alla Corte dei conti
STADIO San Paolo, presentato un esposto alla Corte dei conti contro il Comune. A rivolgersi alla magistratura contabile sono i consiglieri di Ricostruzione democratica Simona Molisso, Gennaro Esposito e Carlo Iannello. Il danno erariale ipotizzato si riferisce al fatto che la società sportiva calcio Napoli dal 2006 non paga il canone di concessione dell’impianto di Fuorigrotta. «Il motivo del mancato pagamento – affermano i tre – risalirebbe a una vantata compensazione di presunti lavori eseguiti dal concessionario per 1.787.514 euro a fronte di un maggior credito del Comune di 3.806.235 euro». Se così fosse, secondo i consiglieri, Palazzo San Giacomo potrebbe non aver rispettato l’ordine cronologico del pagamento dei creditori, favorendo la società sportiva e contravvenuto alla normativa che prevede una gara per l’assegnazione dei lavori di un bene pubblico. Il San Paolo è stato argomento della riunione della commissione sport alla quale hanno preso parte federazioni e associazioni sportive, che utilizzano lo stadio con un «movimento di circa 4 mila persone al giorno», preoccupate di un’eventuale cessione a De Laurentiis. Dal mondo degli “altri sport” parte un appello al Comune affinché faccia rispettare le regole: «Noi paghiamo il canone di concessione, il Napoli faccia lo stesso». Denunciata la situazione di degrado dello stadio: «La pista d’atletica è indecente».
(antonio di costanzo)

Stadio San Paolo il percorso da seguire

sanpaolofollaL’amministrazione cittadina è nata sull’onda della partecipazione e dei beni comuni e la gestione del San Paolo rappresenta un sorta di cartina di tornasole per verificare la reale declinazione di questi concetti. Già ho scritto sul punto e credo che si potrebbe senz’altro già iniziare ad immaginare un percorso al fine di consentire ai cittadini di controllare ciò che accade e come si gestirà lo stadio. Provo, pertanto, ad immaginare una sorta di piano di lavoro che potrebbe essere articolato come segue:

1) Trasparenza e partecipazione. Il Sindaco ed il Patron più che fare un tavolo in una stanza chiusa dovrebbero dire alla città quali sono le proposte in campo spiegando tutti i particolari.

2) Lo schema da seguire, tra concessione, diritto di superficie e vendita: Queste sono le opzioni che sono uscite ieri (03.10.2013) sui giornali dopo l’incontro tra patron e sindaco. La scelta non è ovviamente insensibile ed ha un diverso grado di controllo e di partecipazione tra pubblico e privato. Se, infatti, si vuole che lo stadio rimanga sotto il controllo pubblico l’istituto non può che essere quello della concessione (come accade a Milano) che, rispetto alla vendita ed al trasferimento del diritto di superficie, garantisce un maggiore controllo. Con la concessione, infatti, il bene resta pubblico poiché essa è una sorta di delega al privato per la gestione del bene. Con il trasferimento del diritto di superficie, invece, c’è la costituzione di un vero e proprio diritto reale, disciplinato dal codice civile, che viene costituito sul bene per un tot di anni (pare 99 anni) scaduti i quali il bene ritorna al pubblico. Con la vendita, infine, lo stadio diventerebbe un bene privato col rischio che potrebbe un domani anche essere alienato sganciandolo del calcio napoli (questa opzione però pare che incontri i limiti della natura di bene indisponibile dello stadio stesso).

3) Altro profilo è quello della continuità della altre attività sportive all’interno del San Paolo. Molti pensano, infatti, che lo stadio sia usato solo per il calcio, niente di più sbagliato! Nello stadio ci sono molte attività sportive tra cui l’atletica, la ginnastica, il pugilato etc etc. Allo stato le associazioni svolgono le loro attività in regime di cd. “uso individuale”. Cosa accadrà a queste associazioni? Inoltre, occorre interrogarsi anche sulla pista di atletica. Pare, infatti, che il patron voglia eliminarla. Occorre, quindi, chiedersi se la città di Napoli si può permettersi di non avere un luogo dove ospitare un olimpiade di atletica ovvero altri campionati di atletica rinunciando, quindi, alla emozione di vedere un Usain Bolt sfrecciare sui 100 e sui 200 metri.

4) Il patron dice che è interessato anche a Piazzale Tecchio. In che senso? E’ chiaro che nella riqualificazione dello stadio ci debba entrare anche una riflessione sulle aree circostanti ma in virtù di cosa? Forse occorrerebbe indire (sarebbe una delle prime volte) un concorso internazionale di progettazione per capire come dovrà essere riqualificata la piazza e non andare al buio.

5) Chi paga? Il comune non ha soldi.  Occorre capire cosa vuole fare il patron. La struttura del rapporto deve essere ovviamente incentrata attraverso un buon equilibrio di interessi dove i lavori di riqualificazione e l’investimento deve essere calibrato in modo da bilanciarlo col reddito che il patron ricaverà dalla gestione del bene. In questo reddito ovviamente c’è lo sfruttamento derivante dalle competizioni (biglietti), pubblicità (parte molto cospicua), attività commerciali  che verrebbero messe in piedi e dalla cui gestione il Comune ovviamente dovrebbe ricavarne il giusto. Tutte voci che ovviamente andranno a regime una volta terminato l’intervento, pertanto, si potrebbe, come di solito accade negli affitti, fare in modo che il patron inizi a pagare il canone da un certo punto in poi. Tutti punti che ovviamente devono essere attentamente vagliati e su cui occorre studiare e capire.

Questo è solo l’inizio di un ragionamento che ovviamente dovrà essere sviscerato e completato in tempi brevi.

Ovviamente il presupposto per valutare la serietà di ogni offerta è il pagamento dei debiti del club verso il comune…

 

I napoletani e l’ordine costituito

sanpaolofollaSi susseguono sulle pagine dei giornali cittadini editoriali sulle condizioni di invivibilità di Napoli. Anche il Cardinale il giorno di San Gennaro ha dichiarato dall’altare che Napoli è sull’orlo di un grave collasso. Eppure sono giorni che da napoletano impegnato nella vita politica cittadina ho un senso di disagio, dovuto a fatti che appaiono distanti tra loro ma che hanno un filo conduttore. Mi ritornano spesso in mente, infatti, in sequenza, le notizie dei cd. terroristi in Val di Susa, la partita del Napoli col Borussia Dortmund e la giornata del miracolo di San Gennaro.

Tre fatti che si sono susseguiti che, per i numerosi articoli che leggo da qualche giorno sui giornali, avranno inconsciamente colpito anche i napoletani attenti. Ora se terrorista è colui che vuole, con la forza, sovvertire l’ordine costituito, mi chiedo se Napoli non sia abitata da terroristi che cercano di sovvertire o meglio arginare l’ordine costituito che, mi rendo purtroppo conto, non è quello dello Stato Italiano.

La sensazione chiara, come fosse una fotografia, l’ho avuta allo stadio il 18 settembre scorso, quando sono andato a vedere la partita del Napoli contro il Borussia Dortmund in una situazione, assolutamente consueta, di caos totale, dove i carabinieri, polizia e vigili urbani sono, a tutti gli effetti, da considerare dei “terroristi” poiché con la sola manifestazione della forza tentano di arginare e sovvertire (senza successo) il vigente dis-ordine costituito rappresentato da parcheggiatori abusivi (a cinque euro), venditori abusivi di qualunque cosa ed ogni forma di sregolatezza urbana. Addirittura il parcheggiatore abusivo a cinque metri dal cellulare della polizia è in grado di rassicurarti, senza timore di essere notato o disturbato, con tono saccente ed arrogante, che non ti sarà rimossa l’auto né fatta la multa per il divieto di sosta e che, seppure ci dovesse essere qualche vigile “poco disciplinato” dalla contravvenzione facile, lui sarebbe in grado di intervenire immediatamente essendo lui il vero rappresentante del dis-ordine costituito.

La medesima sensazione viene nello stesso momento in cui si entra nella cd. tribuna autorità del san Paolo dove trovi asserragliate le più alte cariche cittadine e, tal volta, anche nazionali, tra politici, amministratori pubblici, alti dirigenti di prefettura, questura ed alti magistrati con tanto di scorta, che hanno gioco forza attraversato, come tutti, l’inferno ed il dis-ordine totale “costituito” che vige fuori, senza che ciò desti in loro il benché minimo imbarazzo o disappunto.

A pensarci questo senso di disagio mi si è schiarito, il giorno dopo la grande partita, e precisamente il 19 settembre alle 9 e 41, con i napoletani che hanno accolto con un’ovazione lo scioglimento del sangue di San Gennaro e l’ingresso del Patron del Calcio Napoli in Cattedrale. La summa sintesi per il napoletano del sacro e del profano che, evidentemente, costituisce il solo ordine costituito e riconosciuto.

Ebbene, il ruolo di un politico dovrebbe essere quello di guida e di garante di una comunità, mentre, invece, oggi la mancanza di autorevolezza dei politici, sempre alla ricerca di consenso, ha invertito questo rapporto, di modo che i politici sono ostaggio dei più bassi istinti di piccole comunità, quartieri o piccoli o grossi centri di potere,  che affermano la loro esistenza anche con atti violenti, che finiscono per essere assecondati dai questa classe pseudopolitica che supinamente ratifica scelte inaccettabili ed illegali.

Alla fine è la stessa comunità che si trova smarrita non capendo più quale è la strada giusta, quale quella sbagliata e quale è l’ordine costituito. Un CAOS che si trasfonde nella gestione del bene pubblico che diventa terra di nessuno e quindi fonte di ogni sopruso.

Stadio San Paolo: De Laurentiis il patron padrone

stadioOggi (17.07.2013) continua l’affondo del patron del Calcio Napoli di cui ho scritto ieri (stadio san paolo le pretese del patron clikka) e sinceramente come cittadino trovo sconcertanti le dichiarazioni del presidentissimo apparse oggi sulla stampa cittadina, che giustifico solo perché volte a stressare una trattativa per portare acqua al proprio mulino. E’ chiaro che il calcio è una cosa importante per la città ma le affermazioni del patron/padrone mi sembrano eccessive e sinceramente affermare che il Sindaco non avrebbe “peso politico” per trattare con il patron, mi sembra una tattica elementare di isolamento per poter “pesare” di più. De Laurentiis, ha dichiarato di voler trattare solo col Sindaco, ebbene il patron, dall’alto della sua esperienza, dovrebbe sapere che un Sindaco di una città di un milione di abitanti ha tante cose a cui pensare che, in una scala di valori, vengono prima del calcio, tra cui, per dire la prima che mi viene in mente, i 500 minori ricoverati presso le case famiglia che sono al collasso, le buche per strada, la refezione scolastica, il disastro della riviera di chiaia, la manutenzione delle scuole … etc etc… Se è così allora il patron si accontenti di parlare pure con l’assessore allo sport (inteso come istituzione) e non pretenda di rubare del tempo prezioso ad una persona che ha compiti, funzioni e responsabilità che non gli consentono neppure più di pensare alla propria famiglia. Non si tratta di peso politico ma di dare ordine alle priorità della città. Il patron dovrebbe capire, invece, che dietro al Sindaco di Napoli, ci sono il Consiglio Comunale, le Commissioni, i consigolieri, i Consigli di Municipalità ed i cittadini che, come più volte detto in campagna elettorale hanno il pieno diritto di partecipazione alle scelte dell’amministrazione ed alla condivisione del potere. Su questo punto noi di Ricostruzione Democratica siamo intransigenti. Ciò non significa che il Sindaco non ha potere anzi! La forza di queste parole, partecipazione, condivisione e bene comune, ha mobilitato centinaia di migliaia di napoletani è spero che il Sindaco faccia tesoro di questa esperienza. Lui non è solo in questa decisione e questo per me è forza non debolezza. La città non è costituita da tifosi ottusi, ma da persone che prima di essere tifosi sono cittadini, padri, madri e figli e l’interesse della città è certamente superiore all’arroganza di un ricco signore solo al timone di comando. Non credo che i Napoletani abbiano l’anello al naso e spero che i giornali contribuiscano a far sentire non solo la voce del Sindaco ma anche quella degli altri organi rappresentativi e facciano capire ai lettori qual’è il nocciolo della questione. Oggi con la crisi non si può guardare allo Stadio San Paolo senza capire che da questa struttura devono arrivare al Comune delle risorse per contribuire a soddisfare, ormai, i bisogni primari dei cittadini. E’ una grande responsabilità cui è chiamata l’informazione innanzitutto, che deve rappresentare ai lettori come stanno effettivamente le cose. Io stesso mi confronto spesso con tifosi innamorati del Napoli e quando spiego loro che le cose vanno viste nel loro complesso e che il Calcio Napoli alla città non ha mai dato nulla in termini di risorse poiché lo sfruttamento del San Paolo è un debito per la Comunità, ma una ricchezza per una sola persona, allora, vedo che si accendono le lampadine ed anche il tifoso più accanito diventa padre, madre, figlio o nonno e pensa che il bene comune deve essere sfruttato per l’interesse pubblico. Credo che tutti i Napoletani sappiano che a Napoli non ci serve un patron/padrone e se questi dovesse decidere di andare via dallo storico stadio cittadino, allora sarà una sua scelta che dimostrerà ovviamente che lui non vuole bene alla città a lui non interessa nulla dei 500 minori nelle case famiglia, delle buche per strada, dei trasporti al collasso, della manutenzione scolastica etc etc… La città, dovrebbe capire il patron, è una comunità dove ognuno deve fare la sua parte. De Laurentiis faccia la sua! Il Sindaco, se saprà giocare bene le sue carte, non sarà un uomo solo al comando!

Da Repubblica Napoli del 17.07.2013

Stadio San Paolo, affondo del presidente contro il primo cittadino, che replica: “Le regole valgono per tutti”

Lo schiaffo di De Laurentiis

“Porto il Napoli a Caserta, il sindaco non ha peso politico”

«AL sindaco de Magistris ho dato tempo fino al 31 luglio, se non vuole vendermi lo stadio San Paolo andrò a costruirlo a Caserta dove sono già pronti 60 ettari di terreno». L’ultimatum del presidente Aurelio de Laurentiis arriva da Dimaro in Trentino. Il patron lancia pesanti critiche al primo cittadino e afferma anche che «non ha peso politico ». De Magistris replica: «Probabilmente il presidente ha confuso il peso politico con quello fisico: voleva dire che il sindaco è dimagrito ». Poi l’ex pm lancia un invito: «Sono pronto a incontrarlo anche stasera. Io non vado a Los Angeles».

Napoli

“Basta, porto il Napoli a Caserta de Magistris non governa la città”

San Paolo, affondo di De Laurentiis: “Aspetto fino al 31 luglio”

MARCO AZZI

DAL NOSTRO INVIATO

DIMARO — La minaccia è sempre la stessa: l’esilio del calcio. «Io non ci voglio andare, ma potrei essere costretto. Caserta non è un territorio nemico». Aurelio De Laurentiis aveva già adombrato molte altre volte questa mossa clamorosa, l’addio del Napoli alla città: mai però aveva rafforzato il suo ultimatum con una data così ravvicinata e soprattutto con parole tanto dure. «Con l’assessore allo Sport non devo parlare: devo parlare soltanto con il sindaco, che è l’artefice del bene della città e deve decidere se vuole mantenere al San Paolo la casa del calcio e del Napoli. Gli ho dato tempo fino al 31 luglio, se lui dice che l’impianto di Fuorigrotta non può vendermelo, pazienza: andremo altrove ».

De Laurentiis vuole il San Paolo ed è convinto che gli spetti. «La nuova legge apre alla vendita a cifre simboliche degli stadi ai club di calcio che intendono ristrutturarli. I problemi di questo genere ce li hanno tutti in Italia, tranne la Juve che ha cominciato quest’avventura sette-otto anni fa, beneficiando di un progettocon un investimento a fondo perduto. De Magistris s’informi bene sulla situazione legislativa, che evidentemente non conosce: così si metterà finalmente l’anima in pace», tuona il presidente dal ritiro di Dimaro, dove sta seguendo i primi allenamenti della nuova squadra di Benitez. Ma in cima ai pensieri del numero uno azzurro c’è sempre la questione di Fuorigrotta. «Il nuovo impianto a Ponticelli è irrealizzabile e il mio obiettivo è restare a Napoli, però se mi costringono a emigrare dovrò farlo. I casertatemponi a differenza dei salernitani sono nostri grandi tifosi: ci stanno già aspettando a braccia aperte e non vedono l’ora…».

L’ultimatum a de Magistris sembra più di una provocazione, questa volta. «Gli ho dato fino al 31 luglio, se lui dice ancora che lo stadio non me lo può vendere, pazienza: andremo a giocare altrove. Si informi sulle leggi, se vuole: così si rasserena un po’. Il nostro sindaco è molto all’antica, pur essendo più giovane di me: non mi ha voluto fare togliere nemmeno la pista d’atletica. Mi sta anche simpatico e va rispettato, certo, però io sono proteso verso il futuro e sono stufo della burocratizzazione. Me lo devono dire pubblicamente che non mi danno il San Paolo, poi si prenderanno le lororesponsabilità. Io ho già 60 ettari di terreno a disposizione per costruire una città dello sport a Caserta, anche se logicamente mi dispiacerà andare via e non essere più sotto l’egida di Napoli. Ma tutta la nuova area verrà servita benissimo dal punto di vista dei trasporti, i napoletani si potranno inquietare solo all’inizio, poi avranno un tempio del calcio tutto loro. I soldi li metto io, all’amministrazione pubblica non chiedo niente».

L’ora X scatterà alla fine del mese. E De Laurentiis proverà fino alla fine a trovare un accordo. «Spero che il tempio dello sport me lo facciano fare al San Paolo, basta che si decidano. Ma de Magistris non ha il peso politico per governare la città al cento per cento: è questo il principale problema. E allora vorrei fare un confronto civilissimo e serenissimo con tutto il consiglio comunale, oltre che con il sindaco: per il bene della città, non per i miei interessi personali o per quelli politici. Noi del calcio siamo la seconda entità d’Italia, non mi pare che l’amministrazione cittadina abbia brillato altrettanto per management». Ormai è uno scontro frontale.

Le reazioni

Il primo cittadino, sorpreso dalle parole del presidente degli azzurri, non chiude al confronto con la società

Il sindaco disponibile alla trattativa “Ma rispetti le regole e porti i quattrini”

ANTONIO DI COSTANZO

«PROBABILMENTE il presidente De Laurentiis ha confuso il peso politico con quello fisico: voleva dire che il sindaco è dimagrito». Luigi de Magistris tenta di stemperare così la tensione dopo le bordate arrivate nella tarda serata di lunedì dal patron del Napoli in merito allo stadio e «allo scarso peso politico» dell’inquilino di Palazzo San Giacomo. «Non c’è alcun conflitto con De Laurentiis — dice il primo cittadino — siamo due persone vivaci. A che ora ha parlato? Non vi dico la conversazione dell’altra mattina alle 7,20. Per questo chiedo a che ora ha parlato, si vede che era tardi».

Al di là del tentativo di gettare acqua sul fuoco di una querelle che si trascina da due anni, le accuse di De Laurentiis piovute giù da Dimaro, ritiro azzurro in Trentino, sono durissime e lasciano il segno. La risposta di de Magistris arriva dopo una mattinata iniziata con le urla, continuata con pause di riflessioni e, forse, con una telefonata. Quello che si presenta davanti ai giornalisti, dopo aver conferito la cittadinanza onoraria al presidente del tribunale Carlo Alemi, è un primo cittadino apparentemente sereno anche se non rinuncia a rispondere per le rime al patron azzurro: «Sono pronto a incontrare De Laurentiis anche stasera. Io non vado a Los Angeles, sto qui, a lavorare per la città». Il primo cittadino ribadisce la vecchia promessa fatta in campagna elettorale: «Napoli avrà un nuovo stadio, sono pronto a sfidare chiunque». L’unico problema sono i «quattrini», parola che l’ex pm ripete più volte: «Il Napoli non giocherà mai fuori. Abbiamo avuto i complimenti della Ue per l’agibilità. Ora vediamo se chi ha i soldi li caccia. Dobbiamo seguire la strada fatta dagli altri. La cornice giuridica si trova, in altre parti si sono fatte concessioni di 99 anni che è come vendere. Qui servono i quattrini: bisogna vedere se ci sono gli imprenditori che cacciano i soldi. Con il presidente avevamo fatto un cronoprogramma: prima l’agibilità che non era una cosa scontata ed è stato un lavoro faticoso. Ora dobbiamo risolverela transazione. Di solito il Comune è sempre debitore, invece, per il San Paolo siamo creditori. Il presidente che ha un’avversione forte ad altri progetti ed ha manifestato il gradimento che si rifacesse l’impianto a Fuorigrotta. Ho ritenuto giusto che si desse la preferenza a questo desiderio, ora siamo nella fase dei quattrini. Chi cimette i soldi?».

Il sindaco sancisce che l’idea dello stadio a conchiglia, avanzata nei mesi scorsi dall’imprenditrice Marilù Faraone Mennella, è un capitolo chiuso, però spiega che per il nuovo San Paolo bisognerà seguire le norme: «Si farà una procedura di evidenza pubblica. Le regole vanno rispettate, il presidente si deve abituare. Io non ho cambiato idea e se nemmeno lui ha cambiato idea ci sediamo intorno a un tavolo, ci possiamo vedere anche oggi, e chiudiamo la transazione. Potrebbero esserci anche altri imprenditori che vogliono investire: non c’è una legge che lo vieta. In tutta Italia si fanno degli accordi».

Oltre alla questione stadio c’è un’altra vicenda che turba il sindaco: l’inchiesta sulla Coppa America. «La rifarei in ogni caso anche se, per ipotesi, emergessero responsabilità di una, due, tre persone. Stando alle intercettazioni, quello che leggo è fango — afferma de Magistris — finora non ho rilevato nulla di penalmente rilevante almeno per quanto riguarda le persone che ho a cuore e delle quali mi fido. In particolare del capo di gabinetto Attilio Auricchio e di mio fratello Claudio. Persone che stanno dedicando la vita, uno senza prendere neanche un euro, a questa città e a questa amministrazione. Ho grande fiducia su chi indaga che saprà chiarire la vicenda. Io parlerò alla fine dell’inchiesta su quello che sta avvenendo in città».

Un’inchiesta che vede indagati anche Mario Hubler, ex ammini-stratore unico di Acn, Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di commercio, Paolo Graziano, leader degli industriali napoletani, l’avvocato Antonio Nardone e il dirigente comunale Gianfranco Ferulano.

Stadio San Paolo: Le pretese del patron

sanpaoloLeggo le gravi e pesanti dichiarazioni fatte da de laurentiis sullo Stadio San Paolo e sul Sindaco De Magistris e come cittadino e Presidente della Commissione Sport ed impianti sportivi del Comune di Napoli devo dichiarare di essere indignato! Il patron del  Calcio Napoli fa affermazioni che danno la misura della considerazione che egli ha dei cittadini napoletani e dei tifosi. Credo che prima di parlare il manager del calcio, per dimostrare la sua serietà ed il suo rispetto verso i tifosi ed i cittadini, dovrebbe prima pagare ciò che egli deve al Comune di Napoli per canoni (io sono rimasto ad oltre 7 milioni di euro) oltre a comunicare i contratti di pubblicitari su cui al Comune per convenzione spetta il 4,50%! Questi sono i dati reali ed oggi il Comune è costretto a fare tagli su tutto, dalla refezione scolastica ai trasporti e quindi prima di pensare ai tifosi occorre che una amministrazione serie e diligente si occupi dei figli dei tifosi, mentre il patron, invece, di bussare sempre cassa per lavori straordinari al San Paolo, dovrebbe passarsi “la mano per la coscienza” e capire che oggi è il Comune ad avere necessità di un aiuto così come nel 2004 il Comune stese una mano al calcio napoli stipulando una convenzione di gran lunga vantaggiosa per il club, con la quale diede anche dei contributi alla squadra cittadina. Ciò è facile comprenderlo leggendo la convenzione che ho anche pubblicato su questo blog (il patrimonio comunale una questione di giustizia sociale clikka). Il patron, quindi, farebbe bene a capire, leggendo qualche legge, che lo Stadio San Paolo è un bene del patrimonio indisponibile, che non può essere alienato ed, inoltre, costituisce un assett a cui l’amministrazione cittadina non può rinunciare per trarne finalmente reddito. Non si capisce, infatti, perché mentre tutti gli altri comuni ci guadagnano con lo Stadio perché il Comune di Napoli ci debba rimettere a solo vantaggio della società calcio napoli che è l’unica a trarne profitto! E’ chiaro che occorre rivedere la convenzione facendo si che il Comune ci guadagni e non ci rimetta, mentre  i toni terroristici e le minacce di andare via da Napoli del patron, da una parte dimostrano come egli non ama i suoi tifosi e dall’altro sono, ovviamente, volti solo a spuntare un’altra convenzione supervantaggiosa in danno della collettività. Io provocatoriamente direi al de laurentiis fatti lo stadio nuovo ma paga prima i debiti che i tifosi napoletani non hanno l’anello al naso!

Di seguito le dichiarazioni apparse su Il Mattino.it del 16.07.2013:

«Al sindaco De Magistris ho dato tempo fino al 31 luglio, se non vuole vendermi lo stadio San Paolo andrò a costruirlo a Caserta dove sono già pronti 60 ettari di terreno». Nel Forum sul fair play finanziariosvoltosi in serata nel Teatro comunale di Dimaro, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare del tema stadio.

E ha aggiunto che a De Magistris ha dato tempo fino al 31 luglio per dargli una risposta sull’acquisto dello stadio, avendo già pronti a Caserta 60 ettari di terreno.

«Il sindaco fa il sindaco – ha continuato De Laurentiis – e quindi è ignorante in materia di sport. La prossima legge dirà che il Comune dovrà cedere a una cifra simbolica, forse un euro, l’impianto al club se si occuperà della ristrutturazione dell’impianto. La Juventus ha sfruttato Sport Five. Io non devo parlare con l’assessore allo sport, ma con il sindaco. Il sindaco si informasse, così può leggere le leggi. Il sindaco è molto antico, non mi ha voluto far togliere la pista d’atletica leggera. Io sono proteso verso il futuro».

«Gli ho dato tempo fino al 31 luglio – ha aggiunto – per darmi una risposta sull’acquisto del San Paolo. Io ho già il terreno pronto a Caserta, sono pronti 60 ettari. Sarà servita bene dal punto di vista dei trasporti. Sarà un tempio del calcio. Non voglio soldi dal sindaco e dalla città. Il sindaco non ha un sufficiente peso politico per governare la città al 100%». «Vorrei fare un incontro serenissimo con il consiglio comunale – ha concluso il presidente – Facciamo un dibattito per la città, non per gli interessi personali. Se lavoriamo bene tuteliamo anche gli interessi personali».

vedi anche:

quanto ci costa il calcio clikka

il calcio è una priorità per napoli clikka

le sorprese dello stadio san paolo clikka

Il Calcio è una priorità per Napoli?

delaurentiisdemagistrisOggi leggo sul mattino due intere pagine sul Calcio Napoli, sullo Stadio San Paolo e sui rapporti con il Sindaco di Napoli (Debito e Nuova Convenzione clikka – il Napoli Giocherà al San Paolo clikka). Eppure non posso non provare un senso di fastidio nelle notizie che ho letto perché ai cittadini i giornali offrono solo e sempre una faccia della medaglia senza alcuna spiegazione e senza alcun approfondimento. Devo confessare che sono condizionato dal fatto che ieri (28.06.2013) c’era uno stuolo di giornalisti sotto palazzo San Giacomo ad aspettare di fare uno scatto a De Laurentiis ed in contemporanea sotto San Giacomo c’erano anche in accampamento stabile ormai da settimane, notte e giorno, i rappresentanti delle Case Famiglia e gli operatori sociali che non vedono un euro da trenta mesi e che rischiano la chiusura, con 500 minori che andrebbero in mezzo alla strada. Ebbene a fronte di questi fatti intere pagine su ciò che si sono detti de laurentiis e de magistris con il primo che minaccia di andarsene a giocare a Caserta ovvero a Palermo ed il sindaco che l’assicura che ci sarà l’agibilità dello stadio per tempo! Mi è venuto un senso di disagio a cui non posso sottrarmi, sia per i giornalisti che per la situazione in se. In tutto questo Anna, di una casa famiglia, ieri mi ha chiesto se potevo intercedere per fare in modo che un bambino della sua casa famiglia incontrasse De Laurentiis che in quel momento era dal Sindaco. Dopo aver sentito le notizie non posso non dire che avrei preferito un Sindaco che avesse detto al caro patron, prima di parlare d’altro, di pagare i debiti verso il Comune che, contrariamente a quanto indicato dal Mattino, non ammontano ad €. 1.700.000 ma a circa €. 7.000.000 (il Calcio Napoli infatti non paga il canone dal 2007). Come dire per dimostrami la tua serietà caro de laurentiis paga prima il tuo debito e poi parliamo del resto. Sullo stadio so abbastanza ed ho addirittura girato un servizio con presa diretta che poi non è uscito per pressioni fatte sui giornalisti di uno staff che credevo inossidabile. Ecco con il Calcio Napoli ci troviamo innanzi ad uno di quei poteri forti che spesso i politici non sono in grado di affrontare poiché troppo supini a ricercar consenso ovvero a non perderlo. Ebbene, posso dire che per come è la convenzione (che pure ho postato su questo blog clikka) il Calcio Napoli, quando era in difficoltà ha beneficiato addirittura di un contributo del Comune per diversi milioni di euro, ed oggi credo avrebbe fatto bene a caricarsi dei lavori della UEFA mentre, invece, il Patron non ha perso tempo a pretenderli dal Comune in un momento in cui il Comune non ce la fa manco a pagare i servizi essenziali ed indispensabili usando la minaccia di andarsene a giocare altrove. Mi viene da dire che amore per la Città e per i suoi tifosi che ha questo patron! (Sul punto vedi quanto ci costa il calcio clikka). Non so come spiegarlo ma io prima di pensare ai tifosi avrei pensato innanzitutto ai figli dei tifosi ed ai figli dei napoletani che stanno nelle case famiglia e devono andare a scuola ed a cui noi stiamo sottraendo ossigeno e prospettive di vita. Senza tema di smentita posso dire che il Calcio in una scala di priorità non è certo al primo posto ed occorrerebbe che i giornali oltre a dare le notizie giuste, le mettessero anche in relazione per offrire ai cittadini l’opportunità di farsi un’idea di come vogliono che sia la loro città!

Ad ogni buon conto noi di Ricostruzione Democratica stiamo lavorando ad una proposta di delibera con una nuova convenzione del Calcio Napoli e per avere un raffronto ci siamo fatti mandare la convenzione dello stadio Meazza dal Comune di Milano … come dire crediamo che la casa di vetro significhi che la trattativa tra De Laurentiis ed il Sindaco debba essere pubblica …. altro che stanze chiuse i cittadini devono sapere tutto!

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