C’è ancora chi si ostina a chiamarla “movida”

C’è ancora chi si ostina a chiamarla movida, socialità, economia e posti di lavoro ma quello che va in scena a Napoli, non solo nelle notti del fine settimana, non ha nulla a che vedere con questi concetti. Chi vive ed osserva il fenomeno da vicino, come i residenti, sa bene che il tutto si svolge al di fuori di ogni regola civica ed economica. Spritz, cicchetti, birrette, anche variamente assemblati tra loro, a pochi euro, attirano folle ingestibili ed ingovernabili con musica sparata a decibel da discoteca, che va avanti fino alle prime ore del mattino, all’insegna dello spaccio indisturbato di droghe di ogni genere e natura, con l’unico obiettivo dello sballo alcolico/narcotico che purtroppo travolge anche molte volte minorenni. Sono anni che analizziamo il fenomeno e ci siamo fatti un’idea chiara di come esso è articolato anche nella categoria dei commercianti che non sono tutti uguali e che tutto il comparto diverso dalla somministrazione è anch’esso colpito da questa gestione aggressiva di questo settore, che sta cannibalizzando interi quartieri che subiscono una vera e propria desertificazione sia sociale, sia culturale che commerciale. Ci siamo, infatti, dimenticati della Via San Sebastiano degli strumenti musicali e della Via Mezzocannone di librerie universitarie, dove si rilegavano le tesi di laurea, perché ogni “buco” viene adibito ad esercizio per la somministrazione alcolica, fosse anche di pochi metri quadrati, tanto poi c’è l’occupazione del suolo pubblico che è in grado di triplicare la superfice di vendita. La notte, salvo casi rari, è difficile vedere scontrini e contratti di lavoro regolari. In queste condizioni chi vuole essere in regola e non vendere ad 1 €. cicchetti, birrette e quant’altro, proponendo un approccio luidico, sociale, artistico e culturale al divertimento, viene schiacciato e deve chiudere, poiché non riesce a mantenere la concorrenza con gli “irregolari”, cosicché Napoli, in queste condizioni, perde la possibilità di migliorarsi.  E’ chiaro, allora, che ci dobbiamo chiedere Cui prodest? Sicuramente tutto questo giova alla camorra, che gestisce le piazze di spaccio di cocaina, hashish, marijuana et similia, sicuramente giova, ancora, alla camorra che ricicla tanti danari, sicuramente giova ancora una volta alla camorra che gestisce il business del parcheggio abusivo di tante, tantissime auto di avventori che vengono a Napoli perché sono attratti da droghe ed alcol a buon mercato. Cosa c’è di economia, di culturale e di socialità in tutto questo? Da quello che vediamo noi, niente! I giovani sono visti solo come consumatori, richiamati a migliaia da bassi prezzi, in folle ingovernabili ed ingestibili per consentire lo spaccio. Nelle normali condizioni della movida napoletana, infatti, ogni intervento di polizia è pressoché impedito per ragioni di ordine pubblico; diventa difficile anche un semplice controllo di polizia. Se questi sono i fatti, in larga misura assolutamente incontrovertibili e documentati dai tanti filmati e foto che ormai da anni pubblichiamo sulla nostra pagina Facebook, allora, ci chiediamo quando inizieremo a cambiare l’approccio tentando di arginare con politiche a breve, a medio ed a lungo termine, che puntino su divertimento, cultura e socialità, in un mix che nutra le menti dei nostri giovani e non le disintegri. L’altra faccia della medaglia sono i diritti umani dei cittadini che tentano di condurre una vita regolare nelle loro case di abitazione, diritti che l’art. 2 della nostra Carta Costituzionale definisce, non a caso, “inviolabili” quali il diritto alla salute, alla casa ed alla privacy, diritti connaturali all’essere umano che non sono, quindi, comprimibili. Anche uno studente al primo anno di giurisprudenza capisce che il nostro ordinamento Costituzionale non tollera neppure la minima lesione di questi diritti fondamentali che sopravanzano quelli cd. economici. Se questo è il quadro normativo costituzionale ci chiediamo, allora, in che termini si pongono gli esperti della mediazione politico/sindacale quando si oppongono ad ogni forma di contenimento del fenomeno suddescritto che difficilmente si può inquadrare nei concetti di movida, socialità o economia. E’ evidente che lo stato in cui siamo giunti è il frutto di un approccio anarcocapitalista che non ha nulla a che vedere con i concetti di solidarietà umana e progresso sociale propri della nostra Costituzione. Se questo è il dato normativo e sociale non c’è dubbio che occorre una stretta limitando gli orari di esercizio delle attività commerciali in modo deciso atteso che fino ad oggi i medesimi gestori delle notti napoletane non sono stati in grado di limitare i danni sociali ed economici che gioco forza registriamo da troppo tempo.

Avv. Gennaro Esposito Consigliere Comunale di Napoli e Presidente del Comitato Vivibilità Cittadina

  

STADIO COLLANA E VIVIBILITA’

STADIO COLLANA: La Vivibilità è un concetto ampio e comprende la cura del Cittadino e della Città e non c’è dubbio che lo Sport ha un ruolo fondamentale per la salute ed il benessere di tutti, giovani e meno giovani, pertanto, siamo intervenuti su una questione che riteniamo importante e mettiamo a disposizione il nostro esposto sul Collana che individuava molte criticità sull’atto aggiuntivo stipulato tra Regione e Concessionaria, nonché il provvedimento del Commissario che ha dichiarato la decadenza della concessionaria dal rapporto di gestione. Tutte le criticità che abbiamo denunciato sulla modifica, si legge bene, non sono state valutate dal Commissario essendo ritenute assorbenti dalla decadenza, quindi, a nostro avviso si aggiungono alle sia pur gravi questioni sollevate dal medesimo Commissario. Il TAR allo stato ha temporaneamente sospeso la decadenza con un atto “tecnicamente dovuto”. Si spera si faccia quanto prima chiarezza e si vada oltre quest’affidamento che è nato male e si valuti solo ed esclusivamente il beneficio dello Sport e degli Sportivi. Al riguardo è significativa la drastica riduzione della partecipazione di Ferraro e Cannavaro dalla compagine societaria della Concessionaria che ne caratterizzava la natura sportiva. A questi due Campioni del Calcio, che forse hanno poco a che fare con lo sport di base, vorremmo chiedere il motivo del loro ripensamento. https://www.facebook.com/1396936600607302/posts/2609718195995797/?d=n

Alcol Prevention Day

Nel silenzio della Politica un problema sociale da affrontare

Il 14 maggio scorso si è celebrato, si fa per dire, l’Alcol Prévention Day, con la presentazione dei dati statistici sul consumo, o meglio sull’abuso, dell’alcol. Una giornata, passata in sordina, organizzata dal Ministero della Sanità che ha presentato un approfondito lavoro statistico dell’I.S.S. Come Comitato, l’argomento non ci è nuovo e, proprio perché siamo costantemente informati su cosa accade, notte dopo notte, sotto le nostre finestre, in data 11.11.2017, nella occasione di un tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi in Prefettura, al quale partecipammo, offrimmo a Prefetto, Questore e Sindaco un lavoro scrupoloso sul tema del consumo dell’alcol tra i minori, consegnando alle Autorità presenti un questionario anonimo, copiato in larga misura da una esperienza di Arezzo, da somministrare agli adolescenti ed ai giovani delle scuole, per capire quali erano le loro abitudini “alcoliche”, nella elementare ottica che, per combattere un fenomeno, occorre studiarlo e conoscerlo. Neanche a dirlo, fummo molto apprezzati ma, completamente ignorati. Il 16.01.2020, vedendo con i nostri occhi cosa accadeva – ed accade tuttora – nelle strade e nelle piazze della cd. movida napoletana, abbiamo inoltrato un espresso invito alle Autorità Amministrative ed alle Forze dell’Ordine ad espletare, per lo meno, i controlli circa il rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 6 del D.L. 117/2007 che prevede una serie di obblighi, per i gestori di attività di somministrazione di bevande alcoliche, puntualmente disattesi. Ovviamente, mai nessuno ci ha risposto. Con Antonio Gallo, medico nostro associato, siamo anche andati in alcune scuole a spiegare i danni che l’alcol provoca specialmente ai minori. Sulla nostra pagina Facebook, pubblichiamo filmati e foto di giovani riversi a terra in vario modo, in preda a “crisi alcoliche”, spesso soccorsi con l’intervento delle ambulanze. Del tema si parla per lo più il giorno di capodanno poiché i “pronto soccorso” per crisi o coma etilico fanno concorrenza a quelli per i botti. Oggi leggiamo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità che per noi sono agghiaccianti, perché ne conosciamo la corrispondenza nella “carne e nelle ossa” dei nostri adolescenti e giovani che si trascinano nelle notti alcoliche napoletane, definiti dai residenti, nei loro commenti sui nostri gruppi chat di quartiere, “zombie”. Il fenomeno, lo dobbiamo dire con forza, è assolutamente sottovalutato e fuori controllo, mentre l’offerta di cicchetti ad 1 €., birrette ad 1 € e Spritz a 1 o 2 €. sono capillarmente e “democraticamente” distribuiti in tutti i luoghi della cd. movida, dove le pubblicità che incitano a bere sono accattivanti e, soprattutto, rivolte ad un pubblico adolescente. Come: ”I have a dream” di M.L. King, opportunamente modificato in “I have a Drink”. E’ possibile che solo noi ce ne accorgiamo? Eppure, alle Autorità basterebbe farsi un giro nelle notti, appena trascorse della cd. movida napoletana, per vedere il tappeto di bottiglie di birra, di vino e di superalcolici a cui si mescolano spesso anche boccettine di psicofarmaci; per non parlare della quantità di erba che si fuma, la cui “fragranza” giunge fino ai piani alti dei vicoli, ovvero, della  cocaina che si consuma che pure abbiamo filmato e denunciato. Ebbene, vediamo che gli adolescenti ed i giovani escono già con l’intenzione di “schiattarsi la capa” e non importa se il bicchiere è pieno di vino, di birra, di vodka o di altro superalcolico, per loro l’alcol è tutto uguale, ignorando qualsivoglia informazione sulla sua gradazione. Il fenomeno, più in “voga” tra i giovani, si legge nel citato rapporto, si chiama “binge drinking” e consiste nella “abbuffata” alcolica di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, il cui costo, come detto, è alla portata di tutti, “praticata da oltre 3,8 milioni di consumatori (2,8 milioni maschi; 1 milione femmine) di cui 830.000 11-25enni che giungono all’intossicazione, rappresentando un grave problema, sia di salute che di enorme pressione, sul sistema di pronto intervento per le procedure di disintossicazione e di ricovero. Nel 2019 i binge drinkers rappresentano il 10,8% tra gli uomini e il 3,5% delle donne con età superiore agli 11 anni; lo studio dei modelli di consumo tra i giovani ha mostrato che, nel 2019, i livelli più elevati in assoluto nella popolazione hanno riguardato in particolare il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% maschi e l’11% femmine”. A questo punto corre l’obbligo di guardare cosa fanno nelle altre città europee e scopriamo che a Madrid (dove è nata la Movida), a Londra ed a Berlino è vietato consumare alcolici nei luoghi pubblici. Napoli, invece, possiamo confermare, è piena di giovani, tra cui molti Spagnoli, che trascorrono, in questo periodo di “semilockdown”, le notti napoletane, portandosi dietro buste piene di bottiglie di ogni genere di alcol, nella assoluta indifferenza delle Istituzioni.

Avv. Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

La Borghesia dello Spritz nella Monnezza

Abbiamo la fortuna di abitare in una delle Città più belle del mondo, con molti problemi, ma senza dubbio bella. Abbiamo tutto: patrimonio artistico/monumentale, mare e bellezze naturali. Avvolti da tanta bellezza, dovremmo avere nel nostro DNA un sentimento di protezione e tutela di ciò che ci è stato donato per diritto di nascita. Purtroppo, il degrado anche nel Centro Antico è palpabile, con rifiuti che non si riescono a smaltire regolarmente, strade dissestate ed orrendi “scarabocchi” su tutti i muri e portoni che offendono i nostri Palazzi Monumentali. Il problema è che ci siamo abituati a questa forma di degrado che affonda le sue radici, non solo nelle classi culturalmente più “disagiate”, ma anche nella “colta” borghesia napoletana, piccola, media o alta che sia. Sento, pertanto, il dovere di fare “outing sociale”, sentendomi, in un certo qual modo, anch’io colpevole: ieri sera, passando per il centro storico, mi sono imbattuto in un gruppo di persone, 40enni e 50enni, davanti ad un baretto, rispettoso delle regole e, pertanto, chiuso a quell’ora, solo che, tutto intorno, c’erano bottiglie e bicchieri che, forse non sapendo dove lasciarli, erano stati abilmente ammonticchiati, a forma di “castello di carte”, sui bidoni della differenziata, usati, non si capisce bene, se come tavolini o come punto di discarica. In particolare, il bidone dell’umido era stracolmo e, pertanto, non utilizzabile, senza provocare il crollo del “castello di carte”. Anche questa volta, purtroppo, non ce l’ho fatta a farmi i cd. fatti miei, quindi, ho manifestato agli astanti, qualcuno ancora intento a sorbire l’ultimo drink, tutta la mia indignazione, cercando di attirare l’attenzione sullo “schifo” nel quale tutti eravamo immersi, ovviamente, senza ottener alcuna risposta dalle persone presenti anzi, cogliendo un atteggiamento quasi di fastidio verso il cd. solito “rompiscatole”. Persone della cd. borghesia napoletana, professionisti, impiegati pubblici e privati, che parlavano un perfetto italiano, nei quali in un certo qual modo mi riconosco, per classe sociale e per età. Non riuscendo ad attirare l’attenzione sul fatto che quella “costruzione” avrebbe impedito l’uso del bidone della differenziata, ho appena alzato, di poco, il coperchio che, in ogni caso, si sarebbe dovuto alzare, essendo la sera dell’umido, cosicché tutto il “castello” di bottiglie, bicchieri e cannucce è chiaramente venuto giù, facendo fracasso ed ottenendo, finalmente, l’attenzione degli astanti che, con mia sorpresa, mi si sono rivolti contro, definendo questo mio poco accorto gesto, una “provocazione” nei loro confronti e facendomi capire che loro, per fortuna per me, erano persone perbene perché altrimenti me la sarei vista brutta. Non un cenno di mortificazione, non un cenno di sofferenza per la “monnezza” che ci attorniava, si sentivano perfettamente a loro agio. Forse, ora che ci penso, avrei dovuto scusarmi per il fracasso e, nel caso lo faccio adesso, ma non ho colto nessun senso di disagio di questi non tanto giovani signori della buona società napoletana. Ebbene, a capo di questa “rivolta”, c’era un signore che ho riconosciuto essere un architetto, addirittura funzionario del Comune di Napoli. Come dire, una doppia aggravante sia per il titolo, che per la funzione pubblica, entrambi requisiti che avrebbero dovuto suscitare nel signore un senso di riprovazione e di indignazione, ben superiore al mio. Con questo, non voglio dire che i citati astanti siano stati loro a costruire i “castelli di carte” sui bidoni della differenziata, lungi da me dal pensare così male, ma, almeno, mi sarei aspettato lo stesso moto di indignazione che ho avuto io o, quantomeno, un senso di condivisione e sconforto. Spero che almeno questo mio gesto, forse inconsulto, sia stato utile per una riflessione. A questo punto, non mi resta che ringraziare Gaetano, il mio giovane cane, che spesso mi accompagna in queste circostanze, assistendo sempre con aria perplessa. Forse ha ragione lui!

Avv. Gennaro Esposito

La Regione Campania promuove il Gioco d’Azzardo

Sono abituato a fare nomi e cognomi mettendo anche le foto quando si tratta di politici, affinchè i Cittadini sappiano scegliere con giudizio: I proponenti della Legge Regione Campania sul gioco d’azzardo (clikka) si può essere a favore o contrari sono: Mario Casillo, Stefano Graziano e Antonietta Ciaramella, Consiglieri del PD rispettivamente con 31.307 voti, 14.810 voti e 11.146 voti. La Legge è passata in Regione con una Approvazione bipartisan Maggioranza ed Opposizione…

Stamane su Repubblica Napoli, l’intervista a Padre Alex Zanotelli sulla legge regionale sul Gioco d’azzardo “La Legge Regionale sul Gioco Legale Favorisce i Clan” (clikka)

In questi giorni, l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia, sull’impero delle sale scommesse che parte da Palermo e coinvolge Lazio, Campania e Lombardia. L’ipotesi, al vaglio degli inquirenti, è l’attività di raccolta di scommesse, con un volume di affari di circa cento milioni di euro, allestita da famiglie mafiose, con prestanomi, infiltrati in attività apparentemente lecite, titolari di concessioni statali. Attività, che sono servite, sia per investire che per riciclare il “danaro sporco” nonché, cosa non da poco, per svuotare le tasche degli italiani. Un settore che è, purtroppo, inquinato dalla “malavita”, come riportano anche numerose pagine delle commissioni parlamentari d’inchiesta che si sono succedute nelle varie legislature; settore nel quale non è mancato neppure un ruolo diretto della politica, con parlamentari “sensibili” alla lobby, se non addirittura con l’ex Ministro, della prima repubblica, Vincenzo Scotti, presidente di una società denominata Formula Bingo. Un miscuglio di interessi che il 27.11.2014, attirando la mia attenzione e sfruttando la mia qualità di Consigliere Comunale, mi spinse a formulare una proposta di regolamento al Comune di Napoli che, dopo circa un anno di gestazione, venne poi approvata il 21.12.2015, con un voto che attraversò tutte le componenti politiche del Consiglio Comunale. La delibera fu poi pubblicata il successivo mese di febbraio del 2016 e rappresentò il primo vero e proprio atto di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo sul territorio comunale. La reazione delle società di scommesse fu immediata e si contarono in diverse decine i ricorsi, al TAR e, poi al Consiglio di Stato, delle società di scommesse, tutti respinti, grazie al lavoro dell’avvocatura municipale che ebbe modo di far affermare la validità dell’impianto regolamentare. Tutto bene, fino a quando non è iniziato il lavoro di demolizione del regolamento, evidentemente troppo stringente, in un primo momento, in seno al Comune di Napoli, con ordinanze Sindacali e modifiche che hanno inciso sugli orari che, insieme al distanziamento dai cosiddetti luoghi sensibili, rappresentava il cuore della nuova restrittiva disciplina; successivamente il lavoro si è spostato in Regione Campania che, come documentato da Alessio Gemma su queste pagine, con legge regionale del 02.03.2020, n. 2, ha in larga misura demolito il regolamento del Comune di Napoli. Come dire, un atto legislativo, giunto all’approvazione nell’ultimo anno di legislatura. In buona sostanza, la Regione Campania si è di fatto arrogato il compito, di andare a disciplinare, in dettaglio, una materia che in altre Regioni traccia solo la cornice, per poi lasciare ai Comuni il compito di governare meglio – e più da vicino – il territorio nel rispetto delle “competenze” assegnate dalla legge. L’intento, riuscito della legge regionale, e della lobby che ha espresso, ovviamente, soddisfazione per il risultato, è stato quello di modificare gli orari ed accorciare le distanze dai cd. luoghi sensibili (scuole, chiese etc etc) da 500 mt a 250 mt, ma anche di assicurare alle sale da gioco, di restare nella loro localizzazione, mentre, invece, il regolamento comunale prevedeva entro il mese di febbraio del 2021, decorsi 5 anni dalla sua pubblicazione, il trasferimento nel rispetto delle distanze, ma ancora di più “l’evacuazione”, dal Centro Storico di Napoli, di sale bingo e scommesse. Oggi, per effetto della proposta portata avanti con successo dai consiglieri regionali Mario Casillo, Stefano Graziano e Maria Antonietta Ciaramella, con l’appoggio delle opposizioni, tutto ciò dovrebbe essersi risolto, come del resto con soddisfazione espresso da Pasquale Chiacchio, presidente dell’associazione gestori scommesse Italia, le cui dichiarazioni di “giubilo” sono state riportate da Alessio Gemma nel citato articolo. Ebbene, la partita potrebbe non essersi conclusa, sia perché la Legge Regionale potrebbe aver invaso un ambito di competenza del Comune, sia perché il regolamento prevede un maggior numero di luoghi sensibili, nonché la dislocazione dal centro storico patrimonio UNESCO, che potrebbero non essere stati travolti dalla legge regionale. A questo punto, occorrerebbe solo che il Comune si facesse carico di portare avanti la battaglia in sede giudiziaria, ovvero, un atto di “resipiscenza” del Governatore De Luca, tanto sensibile alle tematiche della criminalità che mai, come in questo settore, trova uno dei suoi sbocchi naturali. A noi Cittadini non resta che sperare e valutare attentamente, approssimandosi le elezioni, i comportamenti dei nostri politici.

Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

Articolo Pubblicato su Repubblica Napoli del 08.06.2020

 

Facciamo Tesoro della Esperienza della Pandemia

Il nostro grazie e la nostra solidarietà, in questo momento così drammatico, va a coloro che con il loro lavoro stanno reggendo le sorti del Paese, in campo sanitario, economico, della sicurezza pubblica, dei trasporti, della distribuzione alimentare, dell’informazione e, non ultimo, del volontariato. Si spera che si possa tornare presto alla “normalità”. Non possiamo, però, nel cinquantesimo anniversario della giornata della Terra, non iniziare a trarre per tempo qualche considerazione sulla lezione che questa immane tragedia sta dando ai popoli, sia dal punto di vista ambientale che socioeconomico. Poco più di un mese di lockdown sembra sia bastato per far tirare un respiro di sollievo alla Sirena Partenope, che in questi giorni sta mostrando un volto che avevamo dimenticato. Sul web si susseguono immagini del golfo popolato da delfini, capodogli e qualche squalo; molte le foto di specie di uccelli, la cui esistenza avevamo dimenticato. Ad un attento osservatore non sfugge neppure che è cambiato anche l’atteggiamento dei nostri amici a quattro zampe, non più immersi nel frastuono della città. Il cielo è terso, di un azzurro pastello che riposa gli occhi. Spettacolare lo sfondo del Vesuvio che chiude l’arco del golfo. In questa cornice paesaggistica unica al mondo, si apprezza la storia millenaria della nostra città d’arte. Non c’è dubbio che la presenza di queste “creature” nel nostro mare e nella nostra città sia il segno di un ambiente finalmente più salubre e vivibile. Una condizione alla quale, come Comitato, abbiamo sempre aspirato, anche prima del Virus, perché siamo innamorati di Napoli e la rispettiamo, come la maggior parte dei napoletani. Non c’è dubbio che l’attenzione che finora abbiamo rivolto alla cosa più preziosa che abbiamo, il nostro ambiente, nonostante leggi e regolamenti, sia stata assolutamente scarsa perché strumentalmente piegati alla necessità della produzione e del lavoro, sotto la cui egida si è consumato e si consuma il saccheggio quotidiano dei nostri beni comuni e dei diritti umani. Con questa tragedia d’un tratto ci siamo accorti della esistenza dei cosiddetti lavoratori fantasma, quelli al nero, che dall’oggi al domani si sono ritrovati a subire il lockdown senza poter usufruire di alcuna garanzia. Lavoratori che incontravamo tutti i giorni, che ci portavano la pizza o ci servivano ai tavoli del bar, lavoratori dei quali non ci accorgevamo né noi né, soprattutto, le Istituzioni, che ne hanno incentivato a dismisura l’utilizzo, promuovendo un modello di sviluppo economico camuffato da pace sociale. Un meccanismo che si è inceppato per la diffusione del virus; un meccanismo che è finalmente servito a questi lavoratori a capire, sulla propria pelle, cosa significhi questa condizione pseudo lavorativa, che non consente alcun diritto ad un futuro garantito. Si è risvegliato, pur se obbligato, il senso di comunità dei napoletani che hanno compreso la necessità di rispettare le regole per preservare la loro stessa vita, quella dei loro cari e quella dei loro concittadini, con un accresciuto senso civico, che ha obliterato quel senso di anarchismo individualista che spesso prevarica i diritti degli altri e che ha trovato terreno fertile nella politica della liberalizzazione selvaggia e dell’illegalità tollerata dalla nostra amministrazione cittadina. Non dimentichiamo, oggi, i gravi problemi di ieri: la disoccupazione, l’invivibilità, l’illegalità, il degrado ambientale, il liberismo estremo. Siamo convinti che questa lezione e i sacrifici che stiamo facendo e che continueremo a fare (per gli effetti del virus) non debbano essere vani. Occorre ripensare il Paese. Noi tutti potremmo iniziare dalla nostra città, ribaltando gli schemi economici e sociali, costruendo un nuovo modello di sviluppo economico basato sul rispetto del territorio e dei diritti di tutti, tra i quali soprattutto quelli di coloro che contribuiscono a promuoverne la bellezza e le tradizioni. Occorre ripartire comprendendo che ieri vivevamo in una normalità distorta, che domani perseverare nello sfruttamento intensivo dell’ambiente potrà ritorcersi contro la nostra comunità. Noi siamo per una “crescita felice” e sostenibile, per una città dove tutti possano ritrovare quegli spazi e quelle condizioni ottimali indispensabili per lasciare alle future generazioni un mondo migliore. Per tutti questi motivi il nostro Comitato continuerà ad offrire la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni alla costruzione del “migliore dei mondi possibili”.

Comitato Vivibilità Cittadina

Il Presidente

Avv. Gennaro Esposito

Pubblicato su Corriere del Mezzogiorno, Mattino di Napoli, Repubblica Napoli e Il Roma del 23.04.2020

Napoli: Il Dopo COVID

Da attenti osservatori del nostro territorio abbiamo sempre svolto un ruolo attivo denunciando agli organi ed istituzioni competenti, di tutti gli ordini e gradi, le tante cose che non andavano in Città. Il protratto lockdown ci ha dimostrato che avevamo pienamente ragione nel segnalare i comportamenti illegali e spesso fonte di responsabilità anche penale; comportamenti che abbiamo prontamente denunciato, perché pensiamo che i cittadini non debbano voltarsi dall’altra parte, ma debbano, invece, prendersi cura della città collaborando con le Istituzioni. Ci siamo accorti, immediatamente, perché lo vedevamo accadere sotto i nostri occhi, che lo sfruttamento intensivo delle nostre risorse non è un modello da perseguire perché espelle i cittadini dalla città e violenta e mortifica il territorio, favorendo il diffondersi di grandi e piccole illegalità travestite da occasioni di lavoro. Quanto, poi, questo modello economico sia stato fallimentare e fragile è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo sempre sostenuto che la Città non è un bene di consumo, facendone il nostro motto e, pertanto, abbiamo denunciato le responsabilità politiche delle maglie larghe nelle quali si sono prontamente inserite iniziative che tendono a trasformare la città in un luna park, ovvero, in un enorme fast food. Non abbiamo scoperto nulla se non che le norme per consentire a tutti i cittadini di vivere la Città nel rispetto dell’ambiente e della salute già esistevano. Ne abbiamo semplicemente richiesto l’applicazione, quasi sempre inascoltati. Sapevamo che il litorale cittadino era inquinato dagli sversamenti illegali, ma non abbiamo mai preteso da chi ne aveva il potere e la responsabilità il doveroso intervento. Oggi, che abbiamo visto cosa è il golfo con i delfini, non possiamo girarci dall’altra parte. Abbiamo apprezzato Napoli nella sua dimensione monumentale, culturale ed artistica senza il roboante rumore di folle di giovani e meno giovani che si accalcano davanti a locali di varia natura, offendendo la storia della città millenaria. Una bulimia orgiastica che tal volta si è tramutata in tragedia, come quella, di qualche anno fa, del giovane Emanuele caduto dall’obelisco di Piazza San Domenico Maggiore, su cui, in piena notte si stava arrampicando sotto gli occhi di migliaia di giovani che facevano il tifo o che si erano, semplicemente, girati dall’altra parte. Il lockdown è per noi una cartina di tornasole da cui apprendiamo che Napoli può essere ancora più bella ed accogliente; occorre però mostrare ai napoletani qual è il percorso da seguire. Ebbene, la fase due richiede attenzione e controllo e può essere l’occasione per impedire le distorsioni del mondo del lavoro e della produzione alle quali istituzioni e cittadini si erano assuefatti. Controlli che, peraltro, sono stati rafforzati dalla ulteriore normativa sopravvenuta relativa all’emergenza covid19 che, finalmente, standardizza nuclei composti da vigili del fuoco, ispettorato del lavoro, comando dei carabinieri per la tutela del lavoro ed aziende sanitarie locali (cfr. circolare ministro dell’interno del 02.05.2020), affinché vi sia una tutela a 360 gradi di cittadini e lavoratori, quelli veri non al nero. Oggi si parla di “regalare” gli spazi pubblici per consentire ad attività commerciali di espandere la loro attività all’esterno e bilanciare, in tal modo, la riduzione degli spazi interni dovuta al cosiddetto “distanziamento sociale”. Ebbene, se da un lato ciò a Napoli è sempre accaduto, non tanto per la mancanza di controlli ma per la assenza della riscossione delle sanzioni, dall’altro dobbiamo dire con forza che gli spazi pubblici sono pubblici e le occupazioni vanno dosate “cum grano salis”, a condizione che si impieghi manodopera regolare ed evitando il saccheggio di spazi e diritti, verificando la compatibilità con strade e piazze di ridotte dimensioni e prevedendo percorsi e postazioni che consentano di evitare gli assembramenti, causa non solo del contagio ma anche di altrettanti gravi disagi che abbiamo sempre segnalato. Occorre amministrare la città con equilibrio e lungimiranza anche per evitare che situazioni precarie si stabilizzino in una colpevole tolleranza. La nostra è una pretesa doverosa e legittima, perché pensiamo che Napoli possa essere il motore dello sviluppo del Sud e del Paese, in una Italia che ormai al Nord ha margini di sviluppo limitati, rispetto a quelli che può avere il Mezzogiorno, al quale vanno riconosciute le risorse necessarie a raggiungere una crescita compatibile con l’ambiente in tutta la sua complessità.

Comitato Vivibilità Cittadina

Il Presidente

Avv. Gennaro Esposito

Pubblicato su Corriere del Mezzogiorno e Repubblica Napoli del 17.05.2020

Il Sindaco Spritz

La sequenza degli accadimenti e le dichiarazioni del Sindaco di Napoli sul primo week and dopo il lock down totale, destano un senso di disagio e disorientamento che credo provino i napoletani, sia per il contrasto istituzionale in atto con la Regione ed il Governo, sia perché si è giunti addirittura a negare l’evidenza con riferimento alla notte trascorsa sul lungomare liberato tra sabato e domenica scorsa. Ebbene, posso dire da “testimone oculare” che via Pertenope, già dalle 18,00 alle 20,00 di sabato 23 maggio, era una distesa di persone con poche mascherine ed agenti della polizia municipale che passavano in mezzo ad una folla che, ovviamente, non avrebbero mai potuto disperdere se non a costo di sollevare una sommossa popolare; mentre, Via Caracciolo, a quell’ora, era già paralizzata dal traffico veicolare. In questa situazione non possiamo che manifestare la  nostra solidarietà agli agenti delle forze dell’ordine poiché, quando non si prepara bene il terreno, poi non si può pretendere da sparuti agenti la repressione di comportamenti scorretti così diffusi. Ebbene, mentre i Sindaci di tutta Italia richiamano i Cittadini all’ordine ed al rispetto delle regole di distanziamento, minacciando la adozione di misure restrittive e giungendo finanche a chiudere le piazze, il Sindaco De Magistris sostiene la tesi della necessaria riapertura h. 24 di tutto e di tutte le attività connesse alla cd. movida, quindi, bar, baretti e locali di vario genere e natura, lasciando, quindi, libero il popolo della notte di fare quello che vuole. Orbene, il Sindaco della “libertà” avrebbe dovuto almeno fare i conti con la esperienza “precovid”, documentata, tra l’altro, dalla cronaca quotidiana e da numerosissimi filmati pubblicati dai giornali on line e sulla nostra pagina facebook, per misurare bene le sue parole. Invece, niente di tutto questo, il Sindaco di Napoli, preannuncia ordinanze che, in ragione di una non meglio specificata libertà daranno la possibilità al popolo della notte, di esprimersi per tutte le notti, tutta la notte, senza fare i conti con le esigue risorse del Comune per fare i controlli ed irrogare le eventuali sanzioni, o meglio, una volta irrogate, poi effettivamente riscuoterle per renderle efficacemente deterrenti. Il Sindaco de Magistris, infatti, dimentica gli assembramenti ampiamente documentati delle notti napoletane appellandosi ad una fiducia che non si comprende proprio dove si poggi, tenuto conto che in tutta Napoli le forze di Polizia Municipale sono in numero assolutamente esiguo e che le sanzioni per comportamenti scorretti, da parte di gestori non sono mai state pressocché incassate, tanto da raggiungere la ragguardevole somma di circa 40 milioni di euro come risulta dal bilancio consuntivo 2018. Il Sindaco di Napoli, in buona sostanza, impartisce il “liberi tutti” in modo irresponsabile, in quanto, non fa i conti con le reali forze di cui l’amministrazione dispone, con la tragica conseguenza di mettere a repentaglio sia, la sicurezza e l’incolumità dei suoi agenti di Polizia Municipale e delle altre forze dell’ordine, sia la salute pubblica. Dispiace che la prova di quello che ormai andiamo professando da circa 8 anni, l’abbiamo purtroppo avuta nel mentre il Sindaco di Napoli annunciava le sue “ordinanze liberatorie”, con l’accoltellamento del povero ragazzo di colore in Piazza Bellini, teatro di tanti disastri legati alla cd. movida. Rammarica, altresì, che si professi un “liberi tutti”, senza alcuna base scientifica (o meglio contro le basi scientifiche) ed, inoltre, non si colga l’occasione per correggere comportamenti scorretti adottando misure ad hoc, che, invece, il Sindaco di Napoli sembrerebbe addirittura incoraggiare. Fanno, infatti, un certo effetto le parole pronunciate dal primo cittadino al TG1 ed al TG3regionale, circa il traffico veicolare su via Caracciolo ritornato, secondo lui, alle normali dimensioni precovid, senza neppure aver, per un minuto, considerato che quel traffico è un nemico della salute dei cittadini e che la libertà declinata in questo modo, senza considerare la dimensione collettiva, non è libertà ma sopruso. In conclusione, avvicinandosi la scadenza del secondo mandato, è molto probabile che De Magistris verrà ricordato come il Sindaco dello Spritz.

Avv. Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

lettera pubblicata su Repubblia Napoli del 29.05.2020

La Tolleranza delle Istituzioni sull’Abuso di Alcol tra i Giovani

Dopo il capodanno appena trascorso, con 20 ragazzini in coma etilico, è quotidiano il racconto della cronaca cittadina di una gioventù avvezza all’uso, o meglio all’abuso, dell’alcol. Lorenzo Marone, qualche giorno fa sulle pagine di Repubblica, ha snocciolato i dati delle conseguenze dirette ed indirette dell’alcol, che fanno letteralmente rabbrividire. Dati, che è facile riscontrare nella realtà. Basta, infatti, immergersi, da attento osservatore, nella cd. movida napoletana, per vedere giovanissimi che girano per strada, muniti di bottiglie di birra, se va bene, altrimenti non mancano bottiglie di vino e di superalcolici. La raffigurazione plastica di quello che raccontano i giornali è nelle migliaia di bottiglie che si rinvengono, sparse dappertutto nei luoghi frequentati dai ragazzini, da giovani e da meno giovani. Manca la percezione della pericolosità della bevanda alcolica. Per un ragazzino, è indifferente trangugiare un bicchiere pieno di coca cola, di vino o di whisky, inforcando, semmai dopo, il motorino, poiché manca la consapevolezza della dannosità e  si beve, non per il piacere di bere, ma più semplicemente, per lo sballo. Inoltre, nei cd. “baretti” abbondano gli inviti pubblicitari (clikka) espliciti allo “sballo”, con esaltazione dello stato di incoscienza alcolica. Basta andare sulle pagine facebook dei vari bar e baretti e vedere una grande quantità di inviti ammiccanti con cicchetti ad 1 €. Noi del Comitato Vivibilità Cittadina, nella consapevolezza che per combattere il fenomeno dilagante dell’uso dell’alcol tra i giovani, occorre prima conoscerlo, l’11.11.2017, nella occasione in cui partecipammo al tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, consegnammo a Prefetto, Questore e Sindaco un questionario (clikka), da somministrare nelle scuole, che in larga misura copiammo da una esperienza di una scuola di Arezzo, adattandolo alla realtà napoletana, grazie al contributo di alcuni sociologi che aderiscono al nostro Comitato. Ebbene, del pregevole lavoro fatto, alcun riscontro abbiamo ottenuto, né l’idea, che è indiscutibilmente buona, è stata fatta propria dalle istituzioni interpellate. Che le notti alcoliche siano un danno serio per i giovani è acclarato e la normativa nazionale, seppure esistente, non viene in larga misura fatta rispettare quasi per non “turbare” il divertimento cui hanno diritto i giovani. Ebbene, Repubblica, qualche giorno fa, ha dato la notizia della nuova disciplina regionale di contrasto all’abuso di alcol, emessa dal Governo Regionale Socialista di Francina Armegol che per le isole Baleari, patria della movida spagnola, Maiorca, Magaluf ed El Arenal ed Ibiza ha imposto il divieto di vendita di alcolici dalle 21,30 alle 8,00 del mattino, bandendo i tour alcolici a basso costo, con multe che arrivano fino a 600 mila euro e chiusura da 1 a tre anni per i proprietari dei bar che violano la normativa, mentre Napoli, come abbiamo più volte documentato sulla nostra pagina facebook, è diventata la meta turistica degli studenti erasmus che organizzano party alcolici in Piazza San Domenico Maggiore. Studenti che scelgono Napoli proprio per la completa libertà negli eccessi e negli abusi, mentre gli stessi vertici delle Forze dell’Ordine che partecipano, attivamente, al dibattito sul tema, più volte li abbiamo dovuti sollecitare, affinché si esigesse il rispetto della normativa nazionale che contrasta la diffusione dell’alcol e dello sballo. Ebbene, siamo arrivati anche ad invitare (clikka) espressamente le Forze dell’Ordine, affinché, adempiendo al loro dovere istituzionale, sanzionino il mancato rispetto del D.L. 117/2007 che, all’art. 6, impone a tutti gli esercizi commerciali che somministrano alcol, restando aperti oltre la mezzanotte, di avere all’entrata, all’uscita ed all’interno del locale, ben due tabelle: la prima, con la “descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica nell’aria alveolare espirata e, la seconda, con le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro, da determinare anche sulla base del peso corporeo”. Oltre a ciò, sempre il citato art. 6 impone agli esercizi commerciali, di mettere, a disposizione degli avventori, un etilometro, per misurare il tasso alcolemico. Ebbene, sono pochissimi i locali che rispettano tale normativa e gli “osti” di buona volontà, talvolta, espongono tabelle con caratteri illeggibili (basta farsi un giro per constatare la completa evasione degli obblighi), nonostante la loro violazione implichi sanzioni (da 5.000,00 a 20.000 €.), non a livello di quelle spagnole, che giungono fino alla sospensione della licenza, da sette a trenta giorni. Orbene, noi del comitato non ci spieghiamo come sia possibile la totale inosservanza della normativa in commento. Potremmo dire che ormai la misura è colma e, quindi, se vogliamo evitare di creare una generazione di alcolizzati, occorre finire con le “chiacchiere”  ed avviare un processo di informazione presso le scuole fin dalla prima media, istituendo, inoltre, un osservatorio permanente che informi settimanalmente i cittadini del numero di controlli eseguiti, del numero di infrazioni rilevate, divise per tipologia ed il numero di sanzioni irrogate, nella consapevolezza che, a Napoli, le uniche sanzioni a cui sono sensibili i commercianti sono quelle che prevedono la chiusura, poiché, da quello che abbiamo appreso dal bilancio consuntivo del Comune di Napoli, le sanzioni pecuniarie, seppure elevate, non vengono poi riscosse dall’amministrazione.

Avv. Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

Il Sindaco di Napoli e la Notte Bianca Abusiva

Parole di fuoco quelle pronunciate dal Sindaco De Magistris, riportate da tutti i media cittadini, sul fallimento dei concerti della notte bianca del centro storico. Parole che, senza girarci intorno, individuano la responsabilità in capo alla Polizia Municipale ed alla Polizia di Stato (che ha eseguito i controlli), nella misura in cui, secondo il primo cittadino, i concerti si sarebbero potuti tenere ugualmente, se solo si fosse data una “interpretazione giuridica diversa” (quale?) e usando il “buon senso” (in che senso?). Preoccupano ancora le illazioni, sempre del Sindaco De Magistris, secondo cui in città stiano accadendo cose strane (quali?) e che i controlli sarebbero “maniacali”, in alcuni casi, ed assenti, laddove “sarebbero necessari” (dove?). Non manca, poi, il tentativo del Sindaco di “buttarla in politica”, riferendo che le elezioni sono alle porte. Senonché non v’è chi non veda, nelle dichiarazioni del primo cittadino, un serio e preoccupante contrasto istituzionale, tutto interno al Comune, che non fa bene né alla Città né ai Cittadini. Come Comitato abbiamo chiesto e chiediamo spesso, l’intervento delle forze dell’ordine per reprimere comportamenti scorretti, talvolta anche costituenti reato, che rendono la vita difficile ai cittadini. Basta ricordare la cronaca quotidiana di ciò che provoca la movida molesta napoletana o i concerti nell’area di Bagnoli/Coroglio, che noi documentiamo con foto e filmati sulle nostre pagine social. Ebbene, la mancanza di un atto amministrativo così importante, come quello contestato dalla Polizia Municipale per la trascorsa notte bianca, non si comprende come lo si sarebbe potuto aggirare, usando il buon senso, atteso che le citate norme sono a presidio della sicurezza pubblica e, la procedura amministrativa è tutta intestata allo Sportello Unico Attività Produttive cui inviare, ai sensi dell’art. 68 del Testo Unico Pubblica Sicurezza, una corposa documentazione che dimostri, come i cittadini che assisteranno o,  saranno a vario titolo coinvolti nell’evento di pubblico spettacolo, non correranno rischi di alcun genere. Anzi, possiamo tranquillamente dire, perché l’abbiamo riscontrato con i nostri disagi, che, spesse volte, anche quando le “carte sono apposto” i controlli sarebbero sacrosanti perché, ad esempio, si usano apparecchiature elettroacustiche, sicuramente superiori rispetto a quelle dichiarate, ovvero, messe ad una potenza superiore a quella consentita della legge, mentre i controlli si limitano al solo piano formale. Questa volta non possiamo non plaudire all’intervento delle forze dell’ordine che, anzi, è stato anche fin troppo tollerante. Basta, infatti, vedere il muro umano che si è creato nella notte bianca nei vicoli del centro storico, con persone, assiepate come formiche che, nel caso in cui fosse stato necessario, non avrebbero lasciato passare alcun tipo di mezzo di soccorso o di emergenza. Un’ambulanza, un mezzo dei pompieri, una moto delle forze dell’ordine sarebbe stato impossibile farlo passare per Via Benedetto Croce e strade adiacenti (abbiamo le foto ed i filmati). A questo punto, il Sindaco dovrebbe dire ai cittadini quali sarebbero i controlli necessari mancati da parte della Polizia Municipale; noi li conosciamo, li denunciamo, li invochiamo, ma abbiamo sempre pensato, a questo punto a torto, che il Sindaco ne fosse all’oscuro. Anzi, sarebbe il caso di avere un confronto chiarificatore sul punto. Siamo convinti che in città, oggi più che mai, occorre scegliere da che parte stare, senza fraintendimenti, senza dubbi; occorre scegliere se stare dalla parte della legalità e della tutela della vivibilità, o dalla parte della illegalità e dell’abuso che, gioco forza, prevarica i diritti umani dei cittadini. Siamo stanchi di sentirci dire che la città avrebbe ben altre priorità e non è accettabile, sentirsi dire, proprio dal primo cittadino che, rispetto alle irregolarità riscontrate, ci sarebbero ben altri illeciti da reprimere, per giustificare comportamenti e violazioni comunque illegali. Da un Sindaco i cittadini hanno il diritto di aspettarsi di più!
Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

La Classifica della Vivibilità

Classifica delle città più Vivibili fatta da ItaliaOggi in collaborazione con l’Univesità La Sapienza di Roma e Cattolica Assicurazioni che è possibile leggere in un Dossier molto articolato (clikka) ci dice che le prime 68 città dove si vive meglio sono tutte del nord, qualcuna del centro/nord. La prima città del sud è al 69esimo posto ed è Potenza seguita subito dopo da Matera. Napoli al 105esimo posto su 107, scavalca solo Crotone ed Agrigento. Poi c’è il Sindaco De Magistris che parla di PIL della felicità, ma come si concilia questo PIL con buche per strade, “munnezza”, verde pericoloso abbandonato ed inesistente, trasporti sempre in ritardo, scuole che cadono a pezzi, turisti mordi&fuggi, navi, aerei e traffico automobilistico che rendono l’aria irrespirabile e chi più ne ha più ne metta. Essere Napoletani e sopratutto vivervi a Napoli è una missione degna di santificazione per martirio. Noi ci restiamo per migliorarla, perché pensiamo di dare l’opportunità ai nostri figli di vivere nella nostra terra, ricca di tesori maltrattati ma bellissimi, con un patrimonio storico, monumentale e naturalistico immenso ma oltraggiato ogni giorno da amministratori e cittadini indegni. Noi pensiamo che il cambio di paradigma passi da un cambio culturale il cui motore sono e saranno i Napoletani stessi, quelli orgogliosi e degni di essere napoletani ed amare questa terra. Non veniteci a dire che Napoli non può essere paragonata a Trento, perché nella classifica ci sono anche le altre grandi città ed i cittadini devono in ogni caso sapere dove si vive meglio perché per lo meno saranno in condizione di poter scegliere!

Evitiamo che Napoli sia la Città della Prevaricazione

La stampa cittadina racconta di un centro sociale che oggi appoggia un Sindaco ex Magistrato e che sarebbe pronto ad appoggiare la candidatura di un Carabiniere, l’attuale capogabinetto al Comune di Napoli (Colonnello della Benemerita Attilio Auricchio). Non c’è dubbio che Napoli è un laboratorio politico all’avanguardia. Intanto la città viene gestita all’insegna della spontaneità e molti cittadini ieri mi hanno comunicato e documentato con filmati l’inferno che hanno vissuto in Via Mezzocannone a causa del concerto abusivo organizzato dal medesimo Centro Sciale, andato avanti fino alle 2 di notte. Concerto abusivo che mette a rischio la incolumità degli stessi avventori visto che non è stata rispettata alcuna norma di sicurezza. Il mio pensiero va alla tragedia della discoteca di Corinaldo che a Napoli non ha insegnato nulla! Cittadini abbandonati ed Istituzioni, seppure preavvertite, assenti dove lo Stato di Diritto ha da tempo alzato bandiera bianca. Siamo in uno Stato dove vige la legge del più forte. In buona sostanza eliminati i Diritti Sociali adesso tocca ai Diritti civili individuali. Un’aggressività sociale che permea anche componenti “politiche” che a chiacchiere dichiarano di battersi per i diritti umani dei migranti e poi fanno giustizia sommaria dei diritti umani dei loro concittadini. Napoli, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, è di chi se la prende con la forza con la connivente assenza delle istituzioni.

Se lo scenario è questo occorre che la “classe pensante” di questa città si metta in moto per creare, questa volta sì dal basso, una alternativa valida, una alternativa solida che pensi alla città come luogo protetto al cui centro c’è l’essere umano e l’ambiente in cui esso vive. Questo è – e deve essere – il principio, il faro, che deve illuminare tutti i campi dell’amministrazione, una domanda a cui rispondere ogni volta che occorre adottare una decisione. E’ da tempo che ci penso e ci pensiamo con altre persone perbene pronte ad impegnarsi, ma occorre essere in tanti e con la voglia di mettersi al servizio della città e del bene comune. Ognuno di noi nel suo settore, nel suo quartiere, deve pensare a come fare per arricchire questo progetto anche perché altra alternativa non c’è … anzi l’unica alternativa è quella di alzare bandiera bianca ed andare via …  Buon Lavoro …

Molestie Acustiche per il Tribunale di Como è Responsabile anche il Comune

Buona notizia dal Tribunale di Como, dopo aver già emesso una ordinanza in tal senso, con sentenza del 18.03.2019 ha condannato il Comune di Como per i danni subiti dai residenti per l’inquinamento acustico, per non aver vigilato sulle attività inquinanti. E’ proprio il medesimo caso che abbiamo sollevato innanzi al Tribunale di Napoli per i giudizi relativi alle molestie subite dai residenti di Bagnoli, Piazza San Domenico e Piazza Bellini. E’ un piacere leggere il PQM della Sentenza e registrare la particolare sensibilità mostrata dal Tribunale nella Tutela dei Diritti individuali azionati: “PQM Pronunciando in via definitiva, ogni contraria istanza, eccezione, domanda rigettata, così provvede: l) accerta l’intollerabilità delle immissioni rumorose subite dagli attori all’interno dell’abitazione sita in via n. 1, Como; 2) accerta la responsabilità concorrente di _____________, Comune di Como nella causazione delle immissioni illecite e per l’effetto; 3) condanna Comune di Como a far cessare le immissioni rumorose all’interno dell’abitazione attorea, mediante l’adozione delle seguenti misure, a conferma dell ‘ordinanza assunta in data 21.6.2018: A) l’uso del plateatico esterno sia interdetto con effetto immediato a decorrere dalle ore 23:00 di ciascun giorno della settimana; B) il personale degli esercenti adotti la massima cautela nell’attività di sparecchi amento e nel ritiro di sedie e tavoli; C) siano interdetti l’installazione di diffusori acustici nell’area esterna e la previsione di intrattenimenti musicali e/o conviviali che comportino affollamento del plateatico, senza previo ottenimento dell’autorizzazione da parte del Comune, ai sensi dell’art. 7 del Regolamento applicativo del piano di azzonamento acustico in vigore; D) gli esercenti resistenti predispongano, entro dieci giorni dalla emissione del presente provvedimento, un servizio d’ordine con personale a ciò specificamente preposto, durante tutto il periodo di apertura dei locali, che disciplini la presenza delle persone nelle rispettive aree di pertinenza esterna e nei corselli di passaggio, al fine di evitare affollamenti e di controllare gli atteggiamenti comportamentali degli avventori che utilizzano le aree, onde prevenire l’insorgere di schiamazzi e l’incremento del disturbo acustico; E) il Comune di Como sia onerato di vigilare rigorosamente sul rispetto delle prescrizioni assunte dall’ente stesso nei provvedimenti concessori rilasciati agli esercenti resistenti, dirette ad evitare affollamenti di persone all’esterno dei locali; F) il Comune di Como sia onerato di incrementare il controllo e la vigilanza su in orario notturno, in modo da rendere effettivo il divieto di sosta e transito veicolare già attualmente vigente nelle aree corrispondenti ai corselli tra il plateatico e i circostanti edifici (con eccezione del dovuto accesso ai frontisti aventi diritto); G) il Comune di Como sia onerato entro trenta giorni dalla emanazione della presente ordinanza di predisporre direttamente tramite i propri uffici tecnici interni o eventualmente – ove ritenuto – tramite ARPA, a predisporre in loco presso la _________ il sistema di monitoraggio acustico prolungato, finalizzato a valutare l ‘ andamento dei fenomeni rumorosi e il contenimento degli stessi entro il limite assoluto e contemporaneamente a tenere sotto controllo il rispetto delle prescrizioni contenute nel presente provvedimento da parte dei gestori resistenti. 4) condanna e Comune di Como a pagare agli attori la somma di euro 10.000,00 oltre interessi compensativi e legali come specificati in parte motiva; 5) condanna Comune di Como a pagare agli attori la somma di euro 50.000,00 , oltre interessi compensativi e legali come specificati in parte motiva; 6) rigetta le domande di manleva svolte dal Comune di Como nei confronti di________  7) pone definitivamente a carico del Comune di Como le spese di C.T.U., come liquidate in corso di causa;  8) condanna …. e Comune di Como al pagamento in favore degli atloci delle spese processuali che licp.iida in € 862,76 per spese, ed in euro € 23.249,20 per compensi, oltre a1150/0 dei suddetti compensi per rimborso forfettario spese generali, 1.y.A. (se non recuperabile in virtù del regime fiscale della parte) e C.P.A.; 8) condanna Comune di Como al pagamento in favore di ___________ delle spese processuali che liquida in € 13.430,00 per compensi, oltre al 15% dei suddetti compensi per rimborso forfettario spese generali , I.V.A. (se non recuperabile in virtù del regime fiscale della parte) e C.P.A., somma da distrarsi in favore del difensore dichiaratosi antistatario; 9) condanna il Comune di Como al pagamento in favore di delle spese processuali che liquida in € 13.430,00 per compensi, oltre al 15% dei suddetti compensi per rimborso forfettario spese generali, I.V.A. (se noo recuperabile in virtù del regime fiscale della parte) e C.P.A., somma da versarsi direttamente in favore del difensore, dichiaratosi antistatario ai sensi dell ‘art. 93 c.p.c. Sentenza per legge esecutiva. Como, 11.3.2019 II Giudice Dr.ssa Laura Serra”

L’Indecente modifica alla legge sull’Inquinamento Acustico nella Legge di Bilancio 2019

Nella legge di bilancio 2019 (clikka) su proposta della Lega è stata introdotta una modifica alla disciplina sulle molestie acustiche. La prima domanda è perché lo si fa con la legge di bilancio che dovrebbe, per l’appunto, contenere solo il bilancio dello Stato? La riflessione è che anche per il cd. “Governo del Cambiamento” la legge di bilancio è stata, come per gli altri Governi, l’occasione per fare l’assalto alla diligenza, solo che nella diligenza ci sono 60 milioni di Italiani. A questo punto non sappiamo quante trappole per gli italiani sono state inserite nella legge di bilancio 2019 come quella del regalo fatto alle lobby dei concessionari delle Spiegge Pubbliche a cui sono stati regalati altri 15 anni di proroga (clikka).

Ad ogni buon conto diciamo subito che la modifica della disciplina sull’inquinamento acustico è stata voluta dal Senatore Luca Briziarelli della Lega, aiutato da Matteo Salvini, che ha fatto un regalo alla Molini Fagioli di Perugia, società condannata per disturbo alla quiete pubblica con sentenza del Tribunale Penale di Perugia confermata dalla Cassazione Penale con sentenza del 08.02.2018 (clikka). Orbene tale modifica renderà più difficile dimostrare le molestie subite dai cittadini per l’inquinamento acustico da movida molesta, passaggi aerei, opifici industriali, condizionatori etc etc …

Con la legge di Bilancio 2019 (art. 1 comma 746), infatti, si è aggiunto all’Art. 6 ter del D.L. n. 208/2008 il comma 1 bis, modificando il criterio per la rilevazione delle molestie acustiche, archiviando, quindi, di fatto il criterio giurisprudenziale della normale tollerabilità per imporre quello della accettabilità. Per far comprendere facciamo un esempio estremo: Criterio della Tollerabilità. Per la giurisprudenza finora era valido il sistema di misurazione del livello istantaneo, quindi, se si spara una palla di cannone vicino all’orecchio di un cittadino e lo facciamo diventare sordo, questa immissione era per la giurisprudenza già da sola, come ovvio, intollerabile. Per il criterio pubblicistico della accettabilità, invece, vale il livello equivalente quindi il rumore medio, di modo che il rumore provocato dalla stessa palla di cannone viene messo in media con il silenzio successivo, quindi, potrà non essere più considerato superiore alla normale tollerabilità nonostante il cittadino abbia subito lo sfondamento del timpano. E’ chiaro che spero nella sensibilità della Giurisprudenza che già in passato ha avuto modo di dare la giusta interpretazione alla normata che tratta il diritto fondamentale e costituzionale della Salute e della Salubrità della propria casa di abitazione e se non bastasse confidiamo nella sensibilità giuridica della Corte Costituzionale che non potrà non dichiarare, in caso sono sia possibile una diversa interpertazione, la illegittimità costituzionale del comma 1 bis. dell’art. 6 ter della legge 208/2008.

Per abrogare questo scempio fate sentire la Vostra Voce e firmate la petizione clikkando qui

La mia solidarietà va agli abitanti molestati dalla Molini Fagioli S.r.l. Via Della Pace, 2 – 06063 Magione (PG)
Tel. 075 8472230-1 Fax 075 8472570 – magione@molinifagioli.it Molini Fagioli S.r.l. Unipersonale Cap. sociale 273.771,00 i.v. – n. meccanografico PG 009816 – Reg. Imp. / CF /P.IVA 01166880540 (Reg.Imp:trib:PG) REA PG 126981 Società soggetta alla direzione e coordinamento della Compagnia generale Molini srl Collecchio(PR) Strada dei Notari nr 25/27 – Reg Imprese di Parma n. 02244810343

Per farvi comprender di cosa e di chi parliamo ecco l’intervento dell’indecente Senatore Luca Briziarielli:

Ecco il testo della legge:

Decreto Legge del 30/12/2008 – N. 208 Gazzetta Uff. 31/12/2008 n. 304

Art. 6 ter – Normale tollerabilita’ delle immissioni acustiche (1)

1.- Nell’accertare la normale tollerabilita’ delle immissioni e delle emissioni acustiche, ai sensi dell’articolo 844 del codice civile, sono fatte salve in ogni caso le disposizioni di legge e di regolamento vigenti che disciplinano specifiche sorgenti e la priorita’ di un determinato uso.

1-bis. Ai fini dell’attuazione del comma 1, si applicano i criteri di accettabilità del livello di rumore di cui alla legge 26 ottobre 1995, n. 447, e alle relative norme di attuazione ». (2)

(2) comma inserito dalla legge di bilancio 2019 art. 1 comma 746

La Tragedia di Corinaldo sia di Monito alle Istituzioni

La tragedia di Corinaldo lascia attoniti per la tenera età degli avventori, appena adolescenti e per gli interrogativi sociali, amministrativi e politici che pone. Come Avvocato e Presidente del Comitato Vivibilità Cittadina mi sono occupato spesso della sicurezza, perché quasi sempre le condizioni di invivibilità di piazze, strade, interi condomini e case è legata al caos ed alla violazione di qualsivoglia norma di prevenzione. Molti sono gli esposti che abbiamo rivolto alle Autorità Amministrative e poi, in mancanza di risposte, alla competente Procura della Repubblica, senza purtroppo aver sortito alcun apprezzabile effetto. E’ famoso, infatti, il caos e l’anarchia che impera nell’industria del divertimento napoletano. Ebbene, la tragedia di Corinaldo dovrebbe, per lo meno, essere una lezione innanzitutto per le istituzioni che hanno il primario compito di vigilare sulla sicurezza dei cittadini. Posso dire che le leggi ci sono, ma in chi dovrebbe rispettarle e farle rispettare, purtroppo, manca la cultura della prevenzione e della sicurezza. Si campa alla giornata, all’insegna del “che Dio ce la mandi buona”. Se non fosse così, difficilmente si accetterebbe ciò che accade sul lungo mare di Bagnoli, dove non molto tempo fa sono state rinvenute decine di flaconi vuoti di Alcovar, la cd. droga dello stupro, dove per l’inconcepibile scelta di autorizzate ben otto discoteche in due chilometri di strada, assistiamo alla completa paralisi della mobilità, con ambulanze bloccate nel traffico che spesso trasportano minori in coma etilico che non riescono neppure a raggiungere la destinazione in tempi ragionevoli per un “pronto soccorso”. Se non fosse così la Polizia Municipale non guarderebbe distrattamente, senza fare nulla, le tante occupazioni abusive di suolo pubblico negli stretti vicoli del centro storico, che pongono una seria questione di sicurezza pubblica. Se non fosse così, non si accetterebbero le tante attività di pubblico spettacolo allestite da esercizi commerciali che hanno a stento l’autorizzazione per mescere una birra. Spesso mi sono confrontato con dirigenti e funzionari e la sensazione che ho avuto è che tutto ciò accade per agevolare l’iniziativa economica. Quest’ultima spesso al centro di benevoli decisioni dei Tribunali del Sud, più che di quelli del Nord. E’ frequente, purtroppo, l’atteggiamento in chi deve decidere, di mettere sullo stesso piano i diritti umani, alla vita, alla salute ed alla casa, con quelli economici, senza considerare che la scala di valori costituzionali vede recessivi i diritti economici rispetto a quelli dell’uomo; come se per  l’emergenza lavoro si potesse anche morire. A ciò si aggiunge la legislazione sulla semplificazione che, sempre per agevolare l’iniziativa economica, si fonda sulla fiducia nei professionisti, chiamati a redigere “atti di asseverazione” circa il rispetto delle norme sanitarie, urbanistiche e di sicurezza di locali commerciali e di pubblico spettacolo. Il cd. silenzio assenso che purtroppo molto spesso si rivela nocivo, perché fondato su interpretazioni alquanto “singolari” di professionisti che hanno la matematica certezza di non essere soggetti ad alcun controllo, poiché gli uffici competenti sono al corto di personale. Il sistema così come congeniato, purtroppo, non funziona perché alla fiducia nei professionisti deve corrispondere la certezza della severa punizione di chi viola la legge o attesta il falso. Non sono rari, infatti, i casi in cui col silenzio assenso, vengano autorizzati cambi di destinazioni d’uso di immobili, in modo improprio, o vengano autorizzate attività commerciali in scantinati del centro storico, privi di uscite di sicurezza, non idonei all’uso commerciale, che si potrebbero trasformare in vere e proprie “trappole per topi”. Ebbene, la vicenda di Corinaldo ci riporta con i piedi per terra, anzi ci fa precipitare al suolo, nella misura in cui facciamo il raffronto con la condizione napoletana, dove ritroviamo tutti gli ingredienti esplosivi che hanno portato alla tragedia: locali affollati, tanto alcol, molti minori e tanta droga, con l’aggravante, assolutamente non trascurabile, della paralisi del traffico cittadino. Come genitore di due ragazzi adolescenti dico con forza che non si può morire di divertimento.

Avv. Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

Una Battaglia di Civiltà

I giornali di oggi ci raccontano bene la battaglia di civiltà che stiamo conducendo vi consigliamo, pertanto di leggere l’articolo di M.G. Capone su Il Mattino di Napoli del 27.05.2018(clikka) quello di D. De Martino su Il Roma del 27.05.2018(clikka) nonché la lettera di Antonio Lombardi su repubblica Napoli del 26.05.2018(clikka). Oggi si è tenuta anche la corsa contro la violenza a cui ho partecipato, organizzata dalla mamma del giovane Arturo vittima, qualche mese fa, di una brutale aggressione. Credo che le questioni sono connesse. Non posso non condividere anche l’intervista a Davide Tizzano (clikka) apparsa oggi su Il Mattino di Napoli. Ciò che descrivono i giornali di oggi lo potrete vedere nel filmato che segue e siccome abbiamo un aggiornamento quotidiano al filmato successivo ciò che è accaduto stanotte…

 

 

Napoli Svelata Imbrattata

NAPOLI. Comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina. Il nostro patrimonio urbano è un regalo che ci hanno lasciato i nostri avi, distruggerlo, imbrattarlo o, in vario modo, danneggiarlo è un crimine verso l’umanità e verso le generazioni future. Le Istituzioni hanno l’obbligo di tutelarlo e conservarlo. Il nostro compito, di fortunati abitanti di questi luoghi, è quello di rispettarlo! Se guardiamo i centri storici delle altre città Italiane non notiamo questo degrado urbano connesso a comporetamenti criminali di persone che non hanno la percezione del danno urbano e monumentale che stanno provocando. I Napoletani ormai non ci fanno neppure più caso, i nostri figli sono abituati al degrado e le generazioni future si cureranno ancora meno della Città. Occorre un mutamento Culturale. La Città non è un Bene di Consumo!

Le Proposte per la Vivibilità della Città

La Rassegna Stampa di ieri 08.05.2018 (clikka) da’ conto del grande lavoro che stiamo facendo in città per la vivibilità dei cittadini sia essi residenti che avventori. Non occorre aggiungere nulla se non il filmato che abbiamo montato che dimostra quali sono le condizioni di Napoli, dove ciò che può essere una risorsa finisce per diventare un calvario. Mettiamo a disposizione l’Appello che abbiamo rivolto a Sindaco, Prefetto e Questore (clikka) nonché la sintesi con le slide (clikka). 

Ho molto apprezzato, e la cosa mi lusinga anche, l’articolo di Antonio Polito (clikka) apparso sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno del 06.05.2018.

 

 

 

Il Valore dei Diritti Umani Calpestati dalla Movida e La Decisione del Tribunale di Napoli

Grande affermazione! La Stampa Cittadina (clikka) oggi da’ conto della prima sentenza emessa dal Tribunale di Napoli in materia di tutela dei diritti umani calpestati, da un modo di concepire la città come fosse un eterno luna park. Il Tribunale di Napoli mette un limiti all’orario di esercizio alle 23,00 del locale molesto, ma lascia perplessi sotto altri punti di vista. Registriamo, infatti, una sorta di “discriminazione giudiziaria” tra i Tribunali del Nord e quello di Napoli, i primi, più attenti alla tutela dell’uomo in quanto tale, i secondi, forse più attenti alla necessità di mantenere in piedi imprese, seppure nocive, per i posti di lavoro (al nero?) e dare maggiore tutela  alla proprietà, perdendo forse di vista lo scopo sociale a cui fa riferimento la Costituzione sia per l’iniziativa economica che per la proprietà.

Nonostante qualche pronuncia della Cassazione contraria, invece, i Tribunali del Nord non hanno remore a condannare insieme ai gestori anche i proprietari che sono poi coloro che incassano fior di migliaia euro di canoni di affitto, tal volta da immobili che non hanno i requisiti per essere adibiti a “baretto molesto/Discoteca” in un contesto residenziale. Per il Giudice Napoletano il proprietario è, invece, “irresponsabile”, senza capire che se non di pone mano ad una seria riflessione sul punto della responsabilità dei proprietari i cittadini resteranno sempre sforniti di tutela, poiché i gestori, spesso e volentieri, società vuote, andranno via, venendo rapidamente sostituiti da altri gestori molesti, mentre i proprietari “irresponsabili” continueranno ad incassare cifre astronomiche affittando immobili sprovvisti delle qualità necessarie.

Altro aspetto, che fa sorridere amaramente, è la valutazione economica del malessere subito da cittadini del nord rispetto a quello subito dai napoletani. Sembrerà strano ma per il Tribunale di Brescia il malessere per notti insonni e salute precaria vale circa 50,00 €. al giorno, mentre per quello di Napoli solo 5,00 €. Provocatoriamente potremo dire che un Bresciano vale 10 Napoletani! Ad entrare in gioco è forse l’approccio psicologico del Giudice Napoletano che ritenendo i suoi concittadini già afflitti da tanti altri mali uno in più uno in meno non dovrebbe fare poi tanta differenza, senza considerare, invece, che se al poco di cui possono godere i napoletani si toglie un altro poco, resta niente! In sostanza, viste le condizioni sociali sarebbe stato forse più giusto fare il contrario e non discriminarci  da soli. La battaglia, come dire, non è solo giuridica ma anche culturale, noi napoletani amiamo compatirci buttandoci alle spalle il malessere senza considerare che questo approccio ha determinato una minore nostra aspettativa di vita di 4 anni rispetto ai nostri concittadini del nord. Forse è arrivata l’ora di invertire la rotta e pretendere con più convinzione la tutela dei nostri diritti umani senza i quali ci dovremmo chiedere che senso ha essere cittadini.

La Lettera del Papà di Nico un altro Ragazzo Vittima dello Sballo

Da quanto tempo stiamo parlando della violenza notturna e dei fiumi di alcol che scorrono nella Movida Alcolica Napoletana! Inascoltati, Ci dobbiamo solo chiedere a quando il prossimo morto, per coma etilico, incidente stradale o altra causa connessa allo sballo! Vi ricordate di Lele,  il ragazzo morto (clikka) a 23 anni, in Piazza San Domenico Maggiore caduto dall’obelisco su cui si stava arrampicando con centinaia di altri ragazzi in sballo che incitavano e facevano selfie e tifo?

Questa è la lettera del papà di Nico morto a Positano:

“Nico è solo stato un estratto a sorte di quella maledetta domenica, come ce ne sono stati tanti e come purtroppo tanti, molti, ce ne saranno ancora. Mio figlio era un ragazzo pazzesco, con un cuore e una mente enorme, con una vita a disposizione ma che gli andava stretta per le tantissime cose che programmava e del quale era il primo realizzatore. La sua giornata non era formata da 24 ore, ma era indefinita, infinita. Il giorno e la notte erano solo un susseguirsi di eventi temporali nei quali cercava a malapena di adattarsi, tanto era preso dagli amici, dallo sport, dal divertimento, dallo studio, dalla famiglia e da tutti coloro che vedevano in lui un riferimento in tutto, forse in troppe cose. La vita voleva viverla, dominarla, controllarla, possederla. Adesso non c’è più, e sto a chiedermi il perché con una domanda che non avrà mai risposte o forse tante. L’ho cercato dappertutto in quelle maledette ore, ma in cuor nostro sapevamo che non l’avremmo mai più rivisto. Avvertiva dei suoi ritardi. Sempre. Ho passato l’intera giornata e anche la notte seguente alla scomparsa di Nico girovagando, da anima dannata, per le stradine di Positano, nell’assurda speranza di incontrarlo, magari smemorato o stordito, ma di stringerlo e portarmelo a casa. E ho assistito a scene che mai avrei immaginato. È una mattanza impunita ciò che si verifica all’uscita dei locali notturni dove tutti, e dico “tutti” i nostri ragazzi si riversano. Sembrava un campo di battaglia con decine di ragazzi e ragazze che vagavano semincoscienti, vestiti a malapena con camicie sudate e abiti leggeri nel freddo della tarda notte, chiazze di vomito dappertutto. E si accasciavano esanimi su panchine, gradini, a terra. In un’atmosfera di irreale consuetudine. Maledetto e spaventoso alcol!
Ma perché tutto questo…? Nico ha voluto inconsapevolmente, casualmente ma purtroppo tragicamente manifestare che si è arrivati a un punto di non ritorno. E adesso sto a piangerlo con un dolore che mi fa morire giorno dopo giorno, ma che mi fa rabbia e costringe ad urlare che non può e non deve succedere. Abbracciate i vostri figli, coccolateli, fate loro leggere queste parole, la vita è preziosissima, non può essere ceduta in cambio di uno sballo. Il ritorno a casa dopo il divertimento deve essere qualcosa di normale e scontato. Non si può pregare e sperare ogni volta nel miracolo ordinario di rivedere il proprio figlio riposare, al sicuro, nel proprio letto. A me non è più consentito… Ciao Nico, a presto. Papà ti ama.”

La rassegna Stampa di oggi 09.04.2018 (clikka) ci restituisce un immaginario che diventa realtà, come dire ci eravamo già arrivati mettendo in guardia per tempo e ieri abbiamo assistito ad una sparatoria sul “lungomarelibberato”. L’ipotesi degli spari sembra essere quella di una persona (evidentemente un malvivente) che si è ribellato al sopruso di quelli che banchettano al tavolo della Movida Alcolica molesta, tra parcheggiare abusivi e tanti altri “profili professionali”. Come dire si è superato il segno se, addirittura, uno con la pistola si vede vessato e reagisce a sua volta contro i “vessatori”. La cosa comica (si fa per dire) è che i parcheggiatori abusivi sono scappati con tutte le chiavi delle auto parcheggiate, lasciando i poveri malcapitati a piedi. Altro aspetto: E’ da incoscienti non mettere nel conto che possa accadere un episodio del genere (o di altra natura) che scatena l’allarme e, quindi, il fuggi fuggi generale, con la conseguenza che l’incredibile assembramento a cui assistiamo nelle notti di movida alcolica molesta, tra piazza bellini, san domenico maggiore, aniello falcone, chiaia, bagnoli, banchi nuovi etc etc … si trasformi in un mostro che travolge i giovani mietendo vittime. Questa cosa la stiamo dicendo da tempo ed abbiamo anche fatto delle denunce specifiche ma nulla accade! Le forze dell’ordine assenti ovvero impossibilitate ad agire! Le istituzioni assenti! La Procura di Napoli che su questi fatti archivia tutte le nostre denunce senza considerare che se prima o poi accade un “guaio” sarà anche colpa di questo modo assurdo di operare lasciando impuniti tanti piccoli reati che messi insieme costituiscono il brodo di coltura per il disastri perfetto! Questa volta siamo stati fortunati che il “lungomarelibberato” è una strada ampia! Immaginate cosa sarebbe potuto accadere in un luogo ristretto ed affollato come piazza bellini, banchi nuovi o i baretti di chiaia o il groviglio di auto e persone di angelo falcone e via coroglio… Noi ci rifiutiamo dai aspettare l’ennesimo morto!! Il 18 aprile alle 11,30 partenza pizza matteotti ci saremo anche noi alla marcia contro le notti alcoliche e drogate a tutela dei nostri figli!

Movida Molesta le Risposte dell’amministrazione

Ieri abbiamo avuto un confronto durato circa 2 ore con l’assessore Alessandra Celemente, oggi descritto dai giornali cittadini (clikka), dai quali abbiamo appreso che l’assessore sarebbe stata la notte appena passata in piazza bellini. Siamo sicuri che non è poi riuscita a passare perché stanotte in piazza bellini ed in piazza san domenico maggiore come ai banchi nuovi c’è stato l’inferno. Una grande festa di decibel alcol e droghe varie. Abbiamo anche interloquito con gli agenti di due volanti intervenute in piazza san domenico maggiore dove c’erano diverse centinaia di persone, tra questi molti studenti spagnoli. La cosa incredibile è che questi giovani si erano attrezzati con quattro casse acustiche potenti come quella del giovinastro in foto, e sopratutto con due bidoni di 50 lt di vino bianco, oltre a casse di birra e superalcolici! Inoltre in mezzo a loro c’erano anche un gruppetto di spacciatori! Gli agenti intervenuti ci hanno detto che non avrebbero potuto fare molto. I giovani non sono neppure stati identificati né sono stati sequestrate le casse elettroacustiche che sparavano decibel in tutta la piazza né i bidoni di vino in taniche da 50lt. L’unico effetto è stato quelli di aver ottenuto l’abbassamento del volume delle casse. Ciò tra le 01:00 e le 02:00 di stanotte. Clemente forza e coraggio facci vedere cosa il Comune di Napoli è in grado di fare per contrastare questo degrado che il sindaco si ostina a chiamare movida…

 

Stamattina (8/04/18) h 1,30 a piazza san domenico due bidoni da 50lt di vino bianco tanta birra e tanti superalcolici oltre a quattro casse acustiche portatili. Sono intervenute due volanti non hanno identificato nessuno nè hanno sequestrato le casse acustiche nè i bidoni da 50lf di vino ..
Piazza Bellini h. 01:00 del 08.04.2018 Voleante della Polizia in mezzo al CAOS totale

L’Allarme Sociale della Movida Alcolica

Oggi (04.04.2018) un’ampia Rassegna Stampa su Alcol e Movida (clikka), dopo la morte di Nico, un ragazzo di 20 anni che a Positano, grazie ad una notte alcolica è morto precipitando giù da una scarpata. Molti commentatori chiriscono quali sono i termini della questione, su cui invano, con il Comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina, stiamo cercando di portare all’attenzione delle Istituzioni. Siamo addirittura giunti a redigere un Questionario (clikka) da somministrare nelle scuole medie secondarie, perché crediamo che il fenomeno debba prima essere studiato nella sua dimensione. Ebbene il Questionario lo abbiamo consegnato, nella occasione in cui abbiamo partecipato al Tavolo per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in Prefettura, a Sindaco, Prefetto e Questore, chiedendo di essere aiutati a far decollare l’iniziativa, semmai con la collaborazioen del Provveditorato Regionale all’Istruzione e dell’ASL. Secondo voi abbiamo avuto una risposta? E’ ovvio che non ne abbiamo avute! Coloro che occupano le Istituzioni, politici o burocrati che siano, hanno l’obbligo si essere lungimiranti per prevenire i disastri sociali o naturali che siano. Come è possibile che queste persone non vedono ciò che viediamo e tocchiamo con mano noi. Basta osservare le pagine social dei tanti baretti, locali o discoteche per capire quale è l’approccio delle notti di movida acolica ed allucinogena napoletana. Abbiamo selezionato solo alcune delle pubblicità che costituiscono un vero e proprio incitamento allo sballo (clikka), se le guardate vi renderete conto di cosa stiamo parlando. La ricerca è lo sballo e vanno bene sia gli alcolici che le droghe fino a stare male. Il vomito è la meta da raggiungere è la riprova che si è andati oltre il limite. Forse abituati ai rapporti virtuali i giovani quando si incontrano cercano di ricostruire un mondo alterato dei sensi per evitare di incontrarsi veramente.

La Società Civile e l’Assenza delle Istituzioni

Stride il richiamo a più voci alla società civile omertosa che non collabora con le istituzioni, che i giornali cittadini ed anche quelli nazionali, hanno riportato in occasione dei gravi fatti imputabili al cd. fenomeno delle baby gang. Richiamo, provenuto anche dalle Alte Cariche Metropolitane e dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario, che ha, addirittura  parlato, di “ribellione morale” e della inefficacia di cortei e manifestazioni che si tengono nella immediatezza dei gravi fatti, per poi spegnersi il giorno dopo. Per il massimo organo requirente del distretto di Napoli non è ammissibile che una minoranza di delinquenti abbia l’egemonia culturale sulla città composta, in larga misura, da persone perbene. Ad essere chiamati sul banco dell’accusa sono, dunque, i cittadini che non collaborano, che hanno perso il senso di comunità, così come da anni si dibatte sul ruolo di una borghesia napoletana assente. E’ evidente, allora, che come cittadini non possiamo non sentirci chiamati in causa da tali affermazioni, fare il “mea culpa”, ma anche capire il motivo di tale comportamento della società civile, tanto gravemente chiamata in causa. Si comprende l’animo di chi vuole incitare i cittadini ad essere presenti, e dobbiamo essere presenti, ma è chiaro che dobbiamo innanzitutto chiederci se le Istituzioni sono ugualmente presenti. Dovremmo chiederlo innanzitutto ai cittadini perbene del Rione Traiano, di Scampia, di Melito, di Caivano, dei Quartieri Spagnoli, del Cavone, del Pallonetto di Santa Lucia, della Torretta, del CONOCAL di San Giovanni, del Bronx di Secondigliano, di Marianella, del Vasto e non li ho citati tutti, per avvertire immediatamente il senso di solitudine e di sfiducia verso le Istituzioni di queste persone, ma anche delle tante persone del Centro Storico, di Chiaia, di Aniello Falcone, di Piazza Bellini, di Bagnoli, di Piazza Carlo III, di tutte quelle persone che in un modo o in un altro si rivolgono alle istituzioni a tutti i livelli ed hanno sempre le stesse, medesime inefficaci risposte. L’istituzione, infatti, non c’è quando al Rione Traiano, un inviato di Striscia la Notizia, che riprende gli spacciatori e li segnala, viene insultato, preso a calci nell’auto e sputato davanti alle Forze dell’Ordine. L’Istituzione non c’è, quando ai cittadini viene detto che è inutile denunciare perché tanto i responsabili non si prenderanno mai. L’istituzione non c’è, quando un diritto umano viene calpestato ogni giorno, ogni notte, per una sorta di “impotenza”, invocata dagli stessi uomini delle istituzioni che dichiarano di avere le mani legate, non potendo apprestare, nell’immediato, soccorso ristabilendo l’ordine sociale e tutelando il diritto umano compromesso. Ebbene, all’inaugurazione dell’anno giudiziario è mancata la voce della società civile, seppure accusata nella sala della “Congiura dei Baroni”, di non fare nulla. Sarebbe stato, infatti, interessante sentire il livello di gradimento dei cittadini verso il sistema giustizia del distretto, mortificato dalla mancanza di risorse umane e finanziarie, ma anche da una incapacità di far rispettare la legge (o farla rispettare nei tempi giusti), a maggior ragione, quando la sua violazione costituisce, non illegalità formale, ma sopruso ed oppressione per i diritti fondamentali dei cittadini, compromettendo la vivibilità della città, cui la Giustizia non riesce ad apprestare immediata tutela. Un richiamo ed un appello all’impegno civile, politico, culturale e morale di tutti, nessuno escluso, e doppio per gli uomini delle Istituzioni, così come Francesco Cananzi ha fatto, sulle pagine di Repubblica, in un accorato “Non mi arrendo”.

Non ci Arrendiamo

Il contributo di Francesco Cananzi, magistrato e componente del CSM su Repubblica Napoli di oggi (clikka)  mi spinge a fare brevi considerazioni. Con itanti amici che credono ancora, ed hanno la passione, mi impegno a rendere la città migliore, con denunce, picchetti, marce, cortei notturni ed alterchi notturni con chi pensa che la città sia un bene di consumo. Il problema serio è che a non arrendersi devono essere innanzitutto coloro che occupano le istituzioni. A Napoli, infatti, oltre ad essersi rotto il patto sociale di civile convivenza, è andato in frantumi anche il patto tra cittadini ed istituzioni. Se non si parte da questo perdiamo tempo e Francesco Cananzi coglie nel segno quando afferma che, chi è nelle istituzioni deve raddoppiare il proprio impegno.

E’ chiaro, allora, che è prima l’istituzione che non deve arrendersi e che, invece, si arrende, quando alla Stazione dei Carabinieri o al Commissaritao della Polizia viene consigliato al Cittadino di non denunciare, perché tanto è inutile, o, quando il funzionario  che accetta la pratica o la domanda dice chiaramente che è inutile, tanto non verrà mai presa in considerazione, o il cancelliere del tribunale che ad agosto, pur non essendo in ferie dice all’avvocato di tornare a settembre … Potrei continuare ed elencare tutte le categorie dei pubblici ufficiali e dipendenti che diffusamente si sono arresi … ma è chiaro che, se si sono arrese le istituzioni, prima o poi si arrenderanno uno ad uno anche i cittadini scoraggiati dalle stesse istituzioni. Sì quei cittadini che qualcuno delle istituzioni ha chiamato omertosi, dopo che non sono mai stati ascoltati proprio dalle istituzioni … forse l’omertà è delle istituzioni …. Ripartiamo con l’autocritica e troviamo la forza per invertire la rotta. I cittadini se non lasciati soli non si arrenderanno ….

Piazza del Gesù Nuovo: Intervenga l’UNESCO

Ieri insieme ad altri cittadini, tutti residenti in Piazza del Gesù Nuovo abbiamo provveduto a diffidare le Autorità Locali e quelle Statali, investendo anche l’UNESCO, poiché riteniamo assurdo che la storica Piazza del Gesù Nuovo del 1700, venga utilizzata come fosse uno stadio col rischio di danneggiare gli storici Monumenti. E’ raccapricciante, infatti, guardare nelle immagini di repertorio gli angioletti della Guglia che, pur essendo in pericolo di crollo e, quindi, assicurati tottora, da una rete, siano messi a rischio dalla incapacità delle istituzioni di tuleare la Città ed i suoi Cittadini. Noi al Diritto al Divertimento di cui parla il Sindaco, contrapponiamo il Diritto alla Città di cui parla Henri Lefebvre.

Atto di Significazione Invito e Diffida

A tutela della Storica Piazza Del Gesù Nuovo

Patrimonio UNESCO e dei Suoi Cittadini Residenti

I Sigg.ri : 1)             ; 2)    ; 3)  ; 4) ; 5)  ; 6)   ; 7) ; 8)  ; 9)  ; 10)  ; tutti residenti in Napoli, alla Piazza del Gesù Nuovo,  ed il Sig. 11)  ; 12) Il Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, C.F. 95231680638, in persona del Suo Presidente Avv. Gennaro Esposito, i quali, hanno conferito mandato al sottoscritto avvocato, presso cui elettivamente domiciliano, fine di

SIGNIFICARE

1.- Al Comune di Napoli, in persona del Sindaco On.le Dott. Luigi De Magistris, domiciliato per la Carica presso la Casa Comunale, protocollo@pec.comune.napoli.it unesco.valorizzazione.cittastorica@pec.comune.napoli.it

2.- Alla II Municipalità del Comune di Napoli, in persona del Suo Presidente Dott. Francesco Chirico, domiciliato per la carica presso la sede municipale in Napoli, alla Piazza Dante, municipalita2.presidenza@pec.comune.napoli.it

3.- Osservatorio Permanente per il Centro Storico di Napoli – Sito Unesco, in persona del Presidente Consigliera Elena Coccia, protocollo@pec.comune.napoli.it

4.- Alla Commissione Nazionale UNESCO, in persona del suo presidente e legale rappresentante p.t., commissione.unesco@cert.esteri.it

5.- All’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, in persona del suo Direttore di Divisione del Patrimonio Mondiale Mechtild Rossler, p.t., con sede in Parigi (Francia), 7 posto Fontenoy,  m.rossler@unesco.org

6.- Al Ministro dell’Ambiente On.le Gian Luca Galletti, domiciliato per la carica presso il Ministero, pec: mattm@pec.minambiente.it

7.- All’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli, in persona del Dirigente p.t. pec. controlli.ambientali@pec.comune.napoli.it

8.- All’ASL Napoli Centro 1, in persona del Dirigente p.t., del Dipartimento Igiene e Sanità  Pubblica dip.prevenzione@pec.aslna1centro.it sisp@pec.aslna1centro.it

9.- Alla Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in persona del Suo legale rappresentante p.t., con sede in Napoli, alla Piazza del Plebiscito, 1 mbac-sabap-na@mailcert.beniculturali.it

che:

 1.- La storica Piazza del Gesù Nuovo, dove risiedono e sono proprietari degli immobili i soprascritti Signori, è inserita nell’area del centro storico patrimonio UNESCO. Data la sua importanza ed il suo pregio è proprio in questa Piazza, sulle mura della storica chiesa del Gesù, che è affissa la targa che riporta la motivazione del riconoscimento UNESCO: “Napoli è una delle città più antiche d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo preserva gli elementi della sua lunga e importante storia”.

 

2.- Piazza del Gesù nuovo è il centro dei più importanti monumenti di Napoli, essa ruota intorno alla Guglia dell’Immacolata. Sul lato Ovest vi sono storici palazzi nobiliari in stile tardo barocco, come il palazzo Pandola ed il palazzo Pignatelli di Monteleone. Sul lato opposto ad essi, vi è la Chiesa delle Clarisse, un altrettanto importante complesso architettonico monumentale di età medioevale. Nella medesima piazza, vi sono due delle più importanti chiese napoletane: La chiesa del Gesù Nuovo ed il Monastero di Santa Chiara; la prima con facciata quattrocentesca con bugnato a punta di diamante in pietra piperina, il più antico esempio di barocco napoletano; la seconda, è la più grande chiesa di stile gotico della città, ove è posto il sepolcreto ufficiale dei Borbone, nel quale riposano i sovrani del Regno delle Due Sicilie, da Ferdinando a Francesco II. Ai lati della chiesa del Gesù Nuovo, vi sono altri due monumentali edifici: il palazzo delle Congregazioni ed il Palazzo Professa, il primo divenuto Liceo “Antonio Genovesi”, il secondo “Liceo Eleonora Pimentel Fonseca”.

 

3.- La Guglia dell’Immacolata è un obelisco barocco marmoreo, eretto nel 1700, su progetto di Giuseppe Genoino, insiste al centro della cosiddetta “insula gesuitica” ed al terzo livello sono posti 4 puttini in marmo, di rilevanti dimensioni, assicurati da una rete apposta per impedirne il distacco, segno di un evidente pericolo per la pubblica e privata incolumità e per il bene monumentale stesso.

 

4.- Nonostante le storiche caratteristiche, assolutamente di pregio di Piazza del Gesù Nuovo, il Comune di Napoli organizza, ovvero autorizza, usualmente dei concerti con l’uso di apparecchiature elettroacustiche di rilevantissima portata, tanto che durante l’esecuzione degli stessi, negli appartamenti dei residenti del civico n. 15, vibrano vetri e suppellettili con notevole compromissione della vivibilità della piazza e con notevole compromissione della strutture monumentali ed, in particolare, dei fregi e dei decori marmorei e di stucco.

 

5.- Tra gli ultimi concerti, infatti, il 9 giugno 2017, nella storica Piazza del Gesù Nuovo si  è esibito l’artista Goran Bregovic con la sua band, con la partecipazione di oltre cinquemila persone e l’uso di impianti elettroacustici di rilevanti dimensioni, come si evince dalle foto che si allegano e dai filmati che possono essere rinvenuti sul web.

 

5.- Proprio in data odierna è stato allestito un palco, in prossimità della Guglia, con la predisposizione di casse acustiche di rilevanti dimensioni, per festeggiare il riconoscimento della Pizza Napoletana, dell’UNESCO e con la installazione di ben 10 forni per la cottura di pizze muniti di canne fumarie tutte in funzioni contemporaneamente, che appestano l’aria dei residenti del civico 15 rendendo di fatto la loro vivibilità impossibile.

 

6.- Tenuto conto della particolare conformazione della piazza è indubbio che il suo uso debba essere consentito nel rispetto della vita e della vivibilità dei residenti e nel rispetto dei monumenti ed opere d’arte che ovviamente devono essere tutelate per il loro particolare valore storico artistico, per il quale si nutrono non pochi dubbi, in quanto, come detto la Guglia è assicurata da una rete di protezione che dimostra come il monumento presenta già elementi che hanno subito danni che potrebbero aggravarsi per effetto dell’impatto acustico che viene prodotto durante i concerti.  

 

4.- Nella occasione dei medesimi concerti, inoltre, si ammassano migliaia di persone, che la medesima piazza non è neppure in grado di contenere con evidente compromissione dell’ordine e della sicurezza pubblica.

5.- Nonostante la presenza di tre complessi edifici di culto, come detto di particolare valore, nella piazza si esibiscono anche gli artisti di strada spesso, con l’uso di apparecchiature di amplificazione elettroacustica, contribuendo a rendere invivibile il luogo che è di pregio anche per il tessuto sociale/urbano che per la invivibilità corre il rischio di scomparire.

6.- Il Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilià Cittadina è una associazione non lucrativa che si occupa della vivibilità della città, troppe volte compromessa da scelte amministrative che contrastano con la conservazione del tessuto urbano e sociale che, proprio in questi ultimi anni sta subendo un notevole cambiamento per fenomeni di gentrificazione.

Tanto premesso i soprascritti Signori ed il Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, a mezzo del sottoscritto Avvocato

Invitano e Diffidano

1.- Il Comune di Napoli, in persona del Sindaco On.le Dott. Luigi De Magistris;

2.- La II Municipalità del Comune di Napoli in persona del Suo Presidente Dott. Francesco Chirico;

3.- Osservatorio Permanente per il Centro Storico di Napoli – Sito Unesco, in persona del Presidente Consigliera Elena Coccia;

4.- La Commissione Nazionale UNESCO, in persona del suo presidente e legale rappresentante p.t.;

5.- Il Ministro dell’Ambiente On.le Gian Luca Galletti;

6.- L’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli;

7.- L’ASL Napoli Centro 1, in persona del Dirigente p.t., del Dipartimento Igiene e Sanità  Pubblica;

8.- La Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli,

affinché ciascuno per quanto di loro competenza:

I) Nell’immediato dispongano la rimozione dei 10 forni per la cottura di pizze che rendono la vita impossibile agli abitanti del civico 15 e dintorni;

III) non si organizzino o autorizzino concerti di dimensioni ed impatto acustico che ledono la vivibilità della piazza e compromettano la staticità di monumenti, stucchi, decori e marmi  dei medesimi monumenti;

IV) adottino ogni provvedimento utile alla protezione della Storica Piazza del Gesù Nuovo e del relativo tessuto sociale impedendo anche l’uso di apparecchiature elettroacustiche per le esibizioni dei cd. artisti di strada;

V) risarciscano ogni danno subito dai soprascritti residenti costretti a vivere da oltre un decennio in condizioni di precarietà e stress fisico e psicologico per il ripetersi di eventi di rilevante impatto ambientale e nonché sulla vivibilità dei cittadini residenti.

Ai dell’art. 5 Dlgs 14.03.2013, n. 33

Si insta affinché le Autorità Amministrative in indirizzo forniscano agli istanti elettivamente domiciliati, presso il sottoscritto Avvocato, anche a mezzo strumento digitale, le autorizzazioni concesse per gli eventi del 09.06.2017 (concerto Goran Bregovic) e delle manifestazioni successive (ivi comprese quella odierna) per le quali è previsto l’uso di apparecchiature elettroacustiche ivi comprese le prescrizioni date dal competente Ufficio Ambiente del Comune di Napoli, dall’ASL e dalla competente Sopraintendenza, a tutela della pubblica e privata incolumità con la indicazione dei limiti di emissione acustica compatibili con il tessuto urbano e con la conformazione monumentale e storica di Piazza del Gesù nuovo.

     Il presente atto viene notificato anche a S.E. il Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Penale di Napoli, affinché provveda ad avviare ogni necessaria ed opportuna indagine, volta ad accertare qualsivoglia ipotesi di reato per il grave pregiudizio alla Salute dei Cittadini e della Storica Piazza del Gesù Nuovo, dovuta alla grave e colpevole inerzia dei Pubblici Amministratori responsabili, anche ai sensi dell’art. 328 c.p.

Napoli, 14 dicembre 2017

RELATA DI NOTIFICA

Io sottoscritto Avv. Gennaro Esposito (SPSGNR68P05G309Z) iscritto all’albo degli Avvocati di Napoli, al n. 13884 ai sensi della L. 53/1994, notifico copia del presente atto in formato digitale a:

1.- Al Comune di Napoli, in persona del Sindaco On.le Dott. Luigi De Magistris, domiciliato per la Carica presso la Casa Comunale, protocollo@pec.comune.napoli.it unesco.valorizzazione.cittastorica@pec.comune.napoli.it

2.- Al II Municipalità del Comune di Napoli in persona del Suo Presidente Dott. Francesco Chirico, domiciliato per la carica presso la sede municipale in Napoli, alla Piazza Dante, municipalita2.presidenza@pec.comune.napoli.it

3.- Osservatorio Permanente per il Centro Storico di Napoli – Sito Unesco, in persona del Presidente Consigliera Elena Coccia, protocollo@pec.comune.napoli.it

4.- Alla Commissione Nazionale UNESCO, in persona del suo presidente e legale rappresentante p.t., commissione.unesco@cert.esteri.it

5.- All’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, in persona del suo Direttore di Divisione del Patrimonio Mondiale Mechtild Rossler, p.t., con sede in Parigi (Francia), 7 posto Fontenoy,  m.rossler@unesco.org

6.- Al Ministro dell’Ambiente On.le Gian Luca Galletti, domiciliato per la carica presso il Ministero, pec: mattm@pec.minambiente.it

7.- All’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli, in persona del Dirigente p.t. pec. controlli.ambientali@pec.comune.napoli.it

8.- All’ASL Napoli Centro 1, in persona del Dirigente p.t., del Dipartimento Igiene e Sanità  Pubblica dip.prevenzione@pec.aslna1centro.it sisp@pec.aslna1centro.it

9.- Alla Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in persona del Suo legale rappresentante p.t., con sede in Napoli, alla Piazza del Plebiscito, 1 mbac-sabap-na@mailcert.beniculturali.it

10.- Per Conoscenza a S.E. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, a mezzo pec. prot.procura.napoli@giustiziacert.it

Il Consumo di Alcool nei minori. Intervengano le Scuole

La quantità di bottiglie che si rinvengono la mattina nei luoghi della cod. Movida Molesta Napoletana mi ha sempre impressionato e, credo che impressioni anche Voi. Diciamo che il sospetto che vi sia un abuso, tra i minori, di sostanze alcoliche con i cicchetti, di pessima qualità, venduti a uno o due €. non fa ben sperare, se uniti alla quantità di bottiglie di birre, vino e di superalcolici che si rinvengono nelle nostre piazze e strade. Il Mattino di Napoli ha fatto una inchiesta che non lascia presagire nulla di buono riferendo che ogni giorno almeno due ragazzi vengono trasportati in ospedale in coma etilico (clikka) e che specialmente i minori sono vittima dell’abuso di alcol (clikka) . Mi sarei aspettato una presa di posizione dell’ASL e del Provveditorato Regionale e Provinciale agli studi ed, invece, il nulla totale come se Il Mattino di Napoli  avesse scritto “panzane” o peggio come se questa situazione sia ineluttabile. Ovviamente non me ne capacito e penso che occorre intervenire per lo meno per capire.

In Islanda (clikka) hanno avuto lo stesso problema e l’hanno affrontato, innanzitutto, studiando la dimensione del fenomeno attraverso la somministrazione, nelle scuole, di un questionario, per poi mettere in campo delle politiche volte ad arginarlo.

I nostri giovani sono il nostro futuro ed è assurdo che nessuna mente illuminata dei nostri Politici ed Amministratori si sia posto il problema, come se fare politica significhi solo ed esclusivamente fare i propri interessi non quelli pubblici o collettivi  ed allora meglio avere cittadini storditi sin da adolescenti si venderanno più facilmente il loro voto e penseranno anche loro che il destino della nostra città è ineluttabile!

In ogni caso non venitemi a dire che non siamo in Islanda e che l’Islanda ha la dimensione del nostro quartiere Vomero, perché non ci sto! Questa è una battaglia che è volta alla tutele della salute, della vivibilità e del futuro della nostra città.

Per fortuna mi sono messo a cercare sul web e con soddisfazione ho trovato che lo stesso problema se l’è posto il Convitto Nazionale di Arezzo, sul cui sito ho rinvenuto un ottimo questionario, che, come al solito, non ho fatto altro che adattare alla nostra città inserendo qualche altra domanda sulla scorta della esperienza Islandese. Ora con il Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, che presiedo, ci siamo posti l’obiettivo di convincere i nostri Dirigenti Scolastici delle scuole medie superiori di somministrarlo ai ragazzi.

Lo offro anche a Voi tutti, è una bozza, credo abbastanza definitiva, e Vi chiedo di aiutarci a diffonderlo ed a presentarlo nelle scuole:  Questionario Consumo di Alcol tra i Giovani (clikka).

 Ringrazio pubblicamente il Convitto Nazionale di Arezzo (che ho contattato) complimentandomi ancora una volta con loro. Spero di complimentarmi presto anche con qualche istituzione scolastica napoletana!

L’immagine è della Fontana di Monteoliveto, frequentatissima da adolescenti e posta davanti alla Caserma dei Carabinieri Pastrengo, possibile che mai nessuno si sia chiesto chi si “scola” le tante bottiglie che poi vanno puntualmente a finire nella fontana, deturpandola indegnamente?

Inquinamento Acustico nelle città: Dove sono le Associazioni Ambientaliste?

L’inquinamento acustico è fonte di danni alla salute al pari delle altre forme di inquinamento e deve essere combattuto da tutti quelli che hanno a cuore la salubrità dell’Ambiente ed, invece, si registra, purtroppo, la completa assenza delle associazioni ambientaliste sul tema. Semplicemente sembra ignorino il problema.

Come Comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina (che presiedo) stiamo combattendo una battaglia in solitaria eppure occorrerebbe che anche altri soggetti associativi si muovano sul tema. A giugno abbiamo richiesto ed ottenuto  all’ASL NA 1 Centro un accertamento in Piazza Bellini che ha dato un risultato assolutamente allarmante. Non aggiungo altro Vi invito solo a leggere il verbale di accertamento del 17-18.06.2017 (clikka), che mi ha convinto a diffidare, ancora una volta, il Sindaco, il Presidente della Regione Campania, il Prefetto ed il Ministro per l’ambiente, affinché intervengano immediatamente visti i risultati dell’accertamento!

Su il Mattino di Napoli la denuncia (clikka)

Leggi anche il Mattino cartaceo del 29.07.2017 (clikka)

Come Comitato Napoletano stiamo collaborando anche con altri comitati cittadini di altre province. Il problema, infatti, è nazionale e, pertanto, sento il dovere di mettere a disposizione l’atto che abbiamo notificato il 27 luglio scorso:

Atto di Significazione Invito e Diffida ad Adempire

ai Doveri d’Ufficio

a Tutela della Salute dei Cittadini e della Salubrità della Pubblica Piazza Bellini in Napoli

            II Sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, in persona del Suo Presidente p.t., Avv. Gennaro Esposito, con sede in Napoli alla Piazza Dante, 22,

S I G N I F I C A

1) al Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi de Magistris, anche nella sua veste di Sindaco della Città Metropolitana;

2) al Presidente della Giunta Regionale Campania On.le Dott. Vincenzo De Luca;

3) a S.E. Il Prefetto di Napoli Dott.ssa Carmela Pagano;

4) al Ministro per l’Ambiente On.le Gian Luca Galletti;

5) all’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli, in persona del dirigente protempore che:

1.-  Con precedenti atti di significazione invito e diffida (che si allegano), notificati in data 18.01.2016, 28.12.2016, 18.05.2017 e da ultimo il 15.06.2017, i comitati spontanei dei cittadini residenti e l’esponente Comitato Significavano la insostenibilità, tra l’altro per l’inquinamento acustico ed invivibilità dei quartieri ben noti alle cronache cittadine, tra cui Piazza Bellini, per episodi di movida molesta ed incontrollata;

2.- dopo l’ennesima denuncia, da parte dei residenti e dell’esponente Comitato, nella notte tra il 17 ed il 18 giugno 2017, dirigenti l’ASL Napoli 1 Centro, hanno accertato che in Napoli nella pubblica Piazza Bellini, con l’uso di apparecchiature regolarmente calibrate, si è registrato un inquinamento acustico, da solo rumore “antropico”, di oltre 50 decibel superiore al limite di 55 decibel previsto dal Piano di Zonizzazione Acustica, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n° 204 del 21 dicembre 2001, che ai sensi della legge n. 447 del 26.10.1995 ha integrato il piano regolatore generale, come da comunicazione del 20.06.2017 che si allega;

3.- il limite di 55 db per letteratura medica, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e per l’agenzia Europea per l’Ambiente è assolutamente invalicabile e la protratta esposizione a livelli di inquinamento superiore determina malattie quali ipertensione arteriosa, disturbi cardiovascolari, disturbi del sonno e dell’apprendimento, depressione e stress post reattivo oltre a tutta una serie di vere e proprie malattie psichiatriche e psicologiche facilmente comprensibili;

4.- normalmente nelle notti di Piazza Bellini al rumore antropico, come detto misurato in 105 db, si aggiunge anche quello prodotto dai locali, bar e baretti di varia natura che in modo abusivo contribuiscono a peggiorare le condizioni di insalubrità presenti nella Pubblica Piazza recando anche direttamente disturbo nelle abitazioni dei residenti che si trovano a subire danni alla salute ingenti;

5.- a mente dell’art. 9 della legge 447/1995 “Qualora sia richiesto da eccezionali ed urgenti necessità di tutela della salute pubblica o dell’ambiente il sindaco, il presidente della provincia, il presidente della giunta regionale, il prefetto, il Ministro dell’ambiente, secondo quanto previsto dall’articolo 8 della legge 3 marzo 1987, n. 59, e il Presidente del Consiglio dei ministri, nell’ambito delle rispettive competenze, con provvedimento motivato, possono ordinare il ricorso temporaneo a speciali forme di contenimento o di abbattimento delle emissioni sonore, inclusa l’inibitoria parziale o totale di determinate attività”;

            6.- nonostante la situazione in Piazza Bellini sia assolutamente nota, anche per il risalto quotidiano dato dalle cronache cittadine, nessuno degli organi locali competenti alla tutela della salute pubblica e della salubrità ha mai adottato qualsivoglia provvedimento volto a tutelare la cittadinanza benché più volte invitati e diffidati.

° ° °

Alla luce di quanto esposto ed anche documentato da molte riprese video, audio e fotografiche reperibili sul WEB, nonché alla luce dell’accertamento eseguito da personale dell’ASL Napoli 1 Centro, il sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

Invita e Diffida

1) Il Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi de Magistris, anche nella sua veste di Sindaco della Città Metropolitana

2) Il Presidente della Giunta Regionale Campania On.le Dott. Vincenzo De Luca

3) S.E. Il Prefetto di Napoli Dott.ssa Carmela Pagano,

4) Il Ministro per l’Ambiente On.le Gian Luca Galletti,

5) l’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli, in persona del dirigente protempore:

1) Ad adottare, ciascuno per quanto di loro competenza i provvedimenti di cui all’art. 9 della legge n. 447, del 26.10.1995 e di cui all’art. 8 della Legge n. 59 del 03.03.1987, disponendo, se del caso, la chiusura delle attività commerciali inquinanti ovvero la inibizione di ogni ulteriore immissione acustica dalle h. 22,00 alle 06,00 del giorno dopo di ogni giorno della settimana nell’attesa dell’adozione di un piano di risanamento acustico della Pubblica Piazza Bellini;

2) a disporre ogni altro e necessario provvedimento a tutela dell’inquinamento acustico e della salute dei cittadini attesa la continua violazione dei limiti di inquinamento acustico di cui al vigente Piano di Zonizzazione Acustica.

            Il presente atto viene notificato anche a S.E. il Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Penale di Napoli, affinché provveda ad avviare ogni necessaria ed opportuna indagine, volta ad accertare qualsivoglia ipotesi di reato per il grave pregiudizio alla Salute dei Cittadini, dovuta alla grave e colpevole inerzia dei Pubblici Amministratori responsabili, anche ai sensi dell’art. 328 c.p. Si allegano gli atti di Significazione Invito e diffida notificati in data notificati in data 18.01.2016, 28.12.2016, 18.05.2017 e da ultimo il 15.06.2017; Comunicazione dell’ASL NA 1 Centro del 20.06.2017con allegato verbale di rilevazione inquinamento acustico

Napoli, 27 luglio 2017

 

 

Movida Molesta: Se l’Attività è nociva il “Baretto” deve chiudere

Consiglio la lettura dell’interessante sentenza del Tribunale di Torino del 25.01.2017 (clikka), in materia di molestie causate da un locale notturno, che non fa altro che dire una cosa assolutamente scontata per chi ha un minimo di cultura giuridica e di senso civico: Se l’attività svolta dal Bar, Baretto, Locale o Discoteca è molesta e, quindi, reca pregiudizio al cittadino residente essa deve immediatamente cessare! A Napoli tale affermazione sembra strana, perché siamo troppo abituati al principio che il lavoro è lavoro (il più delle volte al nero) e, pertanto, dobbiamo consentire soprusi inenarrabili, come accaduto di recente con una mamma che, disperata, è dovuta scendere in piena notte per chiedere, senza successo, alle forze dell’ordine presenti di intervenire, poiché non riusciva a dormire con la sua bambina per il disturbo causato da un balordo che aveva deciso di suonare una batteria tutta la notte. Forze dell’ordine che poi, ovviamente, sono state, a loro volta, denunciate per omissione di atti di ufficio.

 

 

Il De Magistris Diffidato a Tutelare la Sicurezza pubblica

Atto di Significazione Invito e Diffida

A Tutela dell’Ordine, della Sicurezza Pubblica e della Salute dei Cittadini

per l’attuazione del Decreto Sicurezza e della cd. Circolare Gabrielli

            II Sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, in persona del Suo Presidente p.t., Avv. Gennaro Esposito, con sede in Napoli, alla Piazza Dante,

S I G N I F I C A

            al Sig. Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi De Magistris, domiciliato per la Carica presso la Casa Comunale, anche nella Sua qualità di Ufficiale di Governo;

            a S.E. Il Prefetto della Città di Napoli Dott.ssa Carmela Pagano, domiciliata per la carica presso l’Ufficio della Prefettura della Provincia di Napoli, anche quale organo addetto al coordinamento per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica;

            a S.E. il Questore di Napoli, Dott. Antonio De Iesu, domiciliato per la Carica presso gli Uffici della Questura di Napoli, anche quale responsabile dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica e delle forze di Polizia anche Amministrativa;

al Sig. Comandante della Polizia Locale del Comune di Napoli Dott. Ciro Esposito, dom.to in Napoli, Comando Generale in Via Vincenzo De Giaxa, 5, quale responsabile delle forze di Polizia Locale ed Amministrativa;

            al Sig. Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli, dom.to in Napoli, al Largo Tarantini, 1 che:

            1.-  Con precedenti atti di significazione invito e diffida, notificati in data 18.01.2016, 28.12.2016, e del 18.05.2017, i comitati spontanei dei cittadini residenti in Napoli, Significavano la insostenibilità delle condizioni di sicurezza, ordine pubblico ed invivibilità dei quartieri ben noti alle cronache cittadine per episodi di movida molesta ed incontrollata, con annessi fenomeni di spaccio di droga,  parcheggiatori abusivi, occupazione abusiva di suolo pubblico, evasione fiscale e contributiva e vendita di alcolici a minori;

            2.- a mente dell’art. 50 e 54 del TUEL, così come modificati ed integrati con Decreto Legge n. 14 del 20.02.2017 (cd. Decreto Sicurezza), convertito in legge 18.04.2017, n. 48, in materie di ordinanze non contingibili ed urgenti: “[Comma 5] Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillita’ e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. [7-bis] Il Sindaco, al fine di assicurare il soddisfacimento delle esigenze di tutela della tranquillita’ e del riposo dei residenti nonche’ dell’ambiente e del patrimonio culturale in determinate aree delle citta’ interessate da afflusso particolarmente rilevante di persone, anche in relazione allo svolgimento di specifici eventi, nel rispetto dell’articolo 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, puo’ disporre, per un periodo comunque non superiore a trenta giorni, con ordinanza non contingibile e urgente, limitazioni in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. [art. 54 comma 4 bis] I provvedimenti adottati ai sensi del comma 4 concernenti l’incolumita’ pubblica sono diretti a tutelare l’integrita’ fisica della popolazione, quelli concernenti la sicurezza urbana sono diretti a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di persone, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, ovvero riguardano fenomeni di abusivismo, quale l’illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti“;

            3.- a mente dell’art. 100 del TLPS, così come modificato ed integrato con Decreto Legge n. 14 del 20.02.2017 (cd. Decreto Sicurezza), convertito in legge 18.04.2017, n. 48: “Oltre i casi indicati dalla legge, il Questore può sospendere la licenza di un esercizio, anche di vicinato, nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini”;

           

            4.- dopo i gravi fatti accaduti in Piazza San Carlo a Torino il 03.06.2017, il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha adottato una Circolare con la quale si sono disposte misure di sicurezza per i cd. “eventi di piazza” ai quali partecipano un numero considerevole di persone al fine di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica;

            5.- a Napoli, così come in altri grandi centri urbani, ci sono spontanei assembramenti di migliaia persone, per la cd. movida molesta ed incontrollata, che costituiscono veri e propri “eventi di piazza” seppure non organizzati, che determinano una uguale condizione di pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica, specialmente nei fine settimana, ed in particolare dal giovedì alla domenica, nei quartieri di Bagnoli/Via Coroglio, Chiaia ai cd. baretti, Centro Storico, Piazza Bellini/Via Bellini, Piazza San Domenico Maggiore/Piazzetta Nilo/Via Paladino/Via Carrozzieri/Piazza del Gesù, Quartiere Vomero, Via  Aniello Falcone nella zona dei cd. Baretti, Quartiere Posillipo, Via Ferdinando Russo.

Alla luce dei citati fatti e delle vicende ampiamente documentate da riprese video, audio e fotografiche nonché accertamenti svolti da Pubbliche Autorità e così come più volte rappresentate mediante l’inoltro di segnalazioni ed esposti dai cittadini, il sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

Invita e Diffida

Il Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi de Magistris,

S.E. Il Prefetto di Napoli Dott.ssa Carmela Pagano,

S.E. Questore di Napoli Dott. Antonio De Iesu,

l’Ill.mo Comandante della Polizia Municipale Dott. Ciro Esposito;

Ill.mo Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli Ing. Emanuele Franculli

1) Ad adottare, ciascuno per quanto di loro competenza, ogni provvedimento necessario ed urgente, volto a tutelare l’Ordine, la Sicurezza Pubblica e la vivibilità dei citati quartieri, per la tutela della Salute, della Vivibilità e del Riposo dei Cittadini, disponendo, ai sensi degli artt. 50 e 54 del TUEL ed ai sensi dell’art. 100 TULPS, in via preventiva, la sospensione e/o la chiusura, degli esercizi commerciali, ed irrogando ove necessario le sanzioni della revoca e/o sospensione dei titoli abilitativi all’esercizio dell’attività, predisponendo, ove necessario, nei citati quartieri, la chiusura anticipata dei locali, ovvero la regolamentazione della somministrazione di bevande alcoliche, onde evitare l’assieparsi di folle incontrollate ed incontrollabili, valutando, anche, la eventuale limitazione della installazione di nuove attività produttive inquinanti nei quartieri già saturi così come imposto nei centri storici delle altre città italiane;

2) a disporre ai sensi dell’art. 9 della legge 447/1995 ogni e necessario provvedimento a tutela dell’inquinamento acustico e della salute dei cittadini attesa la continua violazione dei limiti di inquinamento acustico di cui al vigente Piano di Zonizzazione Acustica.

            Il presente atto viene notificato anche a S.E. il Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Penale di Napoli, affinché provveda ad avviare ogni necessaria ed opportuna indagine, volta ad accertare qualsivoglia ipotesi di reato per il grave pregiudizio all’Ordine ed alla Sicurezza pubblica nonché alla Salute dei Cittadini, dovuta alla grave e colpevole inerzia dei Pubblici Amministratori responsabili, anche ai sensi dell’art. 328 c.p.

Napoli, 15 giugno 2017

 

 

La Movida Pericolosa: Dove sono le Istituzioni

Dopo i gravi fatti di Torino, dove si sono ferite oltre 1.500 persone per il panico scatenato da una suggestione collettiva, la recente Circolare del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, prevede delle misure di sicurezza da adottare per i cd. eventi che si organizzano nelle città italiane, anche se già le norme di sicurezza vigenti avrebbero dovuto impedire i citati gravi fatti che hanno scatenato il caso piemontese. Fuori dall’ipotesi del cd. evento di piazza, invece, le misure di sicurezza da adottare si lasciano alla valutazione delle istituzioni preposte. Sennonché non v’è chi non veda che a Napoli, così come in altre grandi o piccole città, la situazione del cd. “evento di piazza”, diciamo, costituisce la normalità che resta assolutamente ingovernata. Si pensi a Bagnoli/Via Coroglio, a Chiaia ai cd. baretti, a Piazza Bellini/via Bellini, a Piazza San Domenico Maggiore/Via Nilo/Via Paladino/Via Carrozzieri, ad Aniello Falcone ed altri pochi luoghi dove ogni sera si radunano migliaia di cittadine e cittadini, giovani e meno giovani che, nella loro incosapevolezza, vengono messi a rischio. Difatti, in tutti questi posti si radunano migliaia di persone anche perché i locali ivi collocati o sono vere e proprie discoteche, che non rispettano le norme di sicurezza (è difficile, infatti, vedere Vigili del Fuoco ed Ambulanze per il numero di persone presenti), o sono dei locali autorizzati alla sola somministrazione di bevande, o anche alimenti, che si trasformano in veri e propri locali di pubblico spettacolo canoro, disco o danzanti, senza averne i minimi requisiti di sicurezza, prescritti dalla legge quando si organizzano eventi di tal tipo. Ebbene, la cosa che preoccupa è che il tutto avviene alla luce del giorno, ovvero della notte. Migliaia di persone, infatti, si riversano in locali di pochi metri quadrati, con avventori che occupano strade e marciapiedi, che semmai hanno organizzato la notte “DJ SET”, ovvero in locali seppure di discrete dimensioni che, però, non potrebbero fare eventi di pubblico spettacolo, perché carenti dei requisiti di legge, come ad esempio le uscite di sicurezza su lati contrapposti. Il tutto è condito dal fatto che ciò accade o nelle immediate vicinanze di centri abitati o, addirittura, in locali inseriti in edifici ad esclusiva vocazione residenziale. E’ il caso del cd. Baretto inserito in un condominio, dove tutte le altre unità sono abitazioni di famiglie, lavoratori, bambini ed anziani che restano svegli per notti intere e per la gran parte della settimana. Ebbene, con il cd. Decreto Minniti, n. 14/2017, si sono accresciute le prerogative del Sindaco e del Questore, che hanno più incisivi strumenti amministrativi ed il compito, finora non assolto, di adottare provvedimenti ad hoc, proprio per far fronte a tale ingovernata situazione. Ci chiediamo quando mai adotteranno un provvedimento ovvero, se del caso, dobbiamo prima attendere il disastro confidando nella Provvidenza affinché non accada nulla di grave!

Camorra Prevaricazione e Movida

Questa notte siamo scesi in piazza contro il degrado della città, ancora una volta, abbiamo assistito a comportamenti arroganti e prevaricatori. Arrivati in Via Bellini, in compagnia delle Forze dell’Ordine che ci scortavano, abbiamo assistito ad atti di prevaricazione e mortificazione degli elementari diritti dei cittadini, abbiamo subito aggressioni verbali e minacce. Un comportamento che, non esitiamo a qualificare, a tutti gli effetti CAMORRISTICO. Un Baretto/Discoteca al nostro passaggio, come accaduto con un altro locale durante la manifestazione a Bagnoli il 20 maggio scorso, ha mostrato tutta la sua arroganza alzando il volume degli impianti elettroacustici, nella convinzione di non subire nulla nè alcun controllo.

Abbiamo più volte chiesto alle FF.OO. di intervenire e di andare immediatamente a controllare se avevano la relazione di impatto acustico, prevista per legge, nonchè di verificare se gli impianti elettroacustici indicati nella relazione erano quelli in esercizio. La Funzionaria della Polizia ci ha detto che avevano mandato a fare un controllo, seduta stante. Noi non ci fidiamo più! Stanotte il locale in questione ha una ennesima serata con DJ SET, cosa vietatissima e nociva in un fabbricato residenziale. Il Baretto in questione si trasformerà per l’ennesima volta in una vera e propria discoteca. I cittadini sono stanchi di subire la Camorra della Movida molesta ed incontrollata e di subire soprusi che potrebbero essere repressi facilmente, come accade nelle altre più civili città d’Europa! Abbiamo una classe dirigente Impreparata è Collusa con un sistema sregolato, contro il quale si ha paura di agire. Se i cittadini, anche uno solo, sono abbandonati a loro stessi, allora non ha più senso far parte di una comunità ! Se il Comune e le Forze dell’Ordine non intervengono a tutela di diritti di minima convivenza civile, allora, non ci possiamo neppure chiamare cittadini nè italiani ancor meno napoletani! Siamo un’altra cosa, siamo dei sudditi spremuti dalle tasse che servono per pagare stipendi ed indennità a gente che non ci tutela ma che ci mortifica nel nostro senso di appartenenze! “Io non mi sento Italiano”

La Croncaca della manifestazione su Il Mattino (clikka)

La mia intervista Su il Mattino (clikka)

Anche su il Mattino on line (clikka)

Movida Militare

Oggi leggo l’intervista del Questore su Il Mattino (clikka), riporto la posizione del Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e Vivibilità Cittadina che presiedo: “Come Comitato abbiamo sempre espresso la massima stima per gli agenti delle Forze dell’Ordine e per i Militari. In più occasioni abbiamo dato la nostra solidarietà agli agenti che sono stati mandati a fronteggiare situazioni che non erano in grado di gestire, per l’eccessivo assembramento di persone, provocato dalle notti della movida napoletana. Ricordiamo, infatti, ciò che accadde nella notte del 15.10.2016, quando un agente della Polizia di Stato, venne letteralmente travolto da un motoveicolo in fuga, oltre alle tante risse, accoltellamenti e spari, a cui sono seguiti arresti ed imputazioni per droga o per altri reati. Proprio per l’esperienza maturata sul campo, pensiamo che mandare due agenti di pubblica sicurezza, accompagnati da tre militari, sia un rimedio non molto efficace, anche per la necessità di eseguire un controllo amministrativo sugli esercizi commerciali che di notte da bar e baretti si trasformano in vere e proprie discoteche all’aperto ed al chiuso, attirando centinaia di giovani che tal volta, sotto l’effetto di droghe ed alcol, si trasformano essi stessi in cantanti e musicisti, percuotendo qualunque cosa a mo di tamburo. Ci chiediamo, infatti, cosa farà questa sparuta pattuglia quando si troverà innanzi al muro umano della movida napoletana, che tal volta impedisce anche ai residenti di tornare alle proprie abitazioni ed ai mezzi di soccorso di giungere a destinazione. Ci chiediamo, ancora, cosa faranno i 5 agenti quando passeranno tra le nuvole di fumo di erbe di varia natura e cosa faranno quando si troveranno ad ascoltare cantanti e brani musicali sparati da casse acustiche piazzate all’interno o fuori dagli esercizi commerciali, che svolgono la loro attività rigorosamente a porte aperte. E’ chiaro che, il proliferare incontrollato di questo tipo di attività, ha creato e crea disagio alla cittadinanza ed innegabili problemi di ordine e sicurezza pubblica, poiché il fenomeno è assolutamente ingovernato; bar e baretti e locali di varia natura spuntano come funghi, aprendosi in condomini che hanno natura residenziale, senza alcuna limitazione e nella completa indifferenza dell’Amministrazione Comunale che, anzi, propone un modello di città sveglia h24, mentre in altre città si è aperta per lo meno una riflessione sulla necessità di limitare la proliferazione di queste attività inquinanti. Siamo, allora, convinti che se l’amministrazione comunale non adotterà alcun provvedimento strutturale e di programmazione, si dovrà giungere, gioco forza, a sollecitare l’emissione dei provvedimenti volti a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica da parte delle Autorità di Pubblica Sicurezza alla quale ci siamo rivolti chiedendo di essere ascoltati, poiché contrariamente a quanto si afferma, i residenti che conosciamo, non sono mai stati ricevuti.

Avv. Gennaro Esposito

Presidente del Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

quietepubblicanapoletana@gmail.com

La Movida a Spese dei Cittadini Napoletani

slashOggi (26.01.2017) su Repubblica Napoli un caso tipico della movida Napoletana (clikka) da cui si comprende che i cd. bar, baretti e locali di varia natura, spesso esercitano la loro attività a spese dei malcapitati cittadini Napoletani. Il Tribunale di Napoli è intervenuto per l’ennesima volta dando ragione ai residenti. E’ emerso, infatti, chiaramente che l’immobile utilizzato per la tipica attività della movida era sprovvisto dei necessari presidi a tutela della salute pubblica e privata, sia per quanto concerne le immissioni sonore, sia per quelle dovute agli schiamazzi. Fenomeno, purtroppo, comune a molti baretti che accolgono migliaia di giovani e meno giovani che si assiepano in locali e strade tal volta non idonee ad accoglierli.
La conseguenza è che il mancato adeguamento strutturale si trasforma in un costo e sofferenza sociale. Ancora una volta il Tribunale ha dovuto supplire ad una mancanza dell’Amministrazione locale. Eppure, in Italia ci sono esempi di buone prassi come quella del Comune di Verona, che ha adottato un vero e proprio regolamento che disciplina le attività rumorose con l’obbligo dei gestori di chiedere, sempre, alla Direzione Ambiente, il nulla osta di impatto acustico seppure l’attività musicale non sia quella principale. A Napoli, invece, nonostante la situazione sia gravissima chiunque può permettersi di aprire un locale e fare quello che vuole senza dover chiedere nulla a nessuno beneficiando di una incontrollata semplificazione amministrativa che in alcuni casi determina più danni che benefici.

Le Istituzioni Diffidate per la Vergogna/Movida

chiaiavigilia2016Ciò che le Istituzioni Cittadine e Statali hanno fatto per arginare il fenomeno della cd. Vergogna/Movida a Napoli, lascia molto a desiderare. E’ evidente che non si può pretendere di usare gli stessi mezzi usati finora se il fenomeno del divertimento cittadino è cambiato radicalmente. Il problema deve essere affrontato con nuove misure che richiedono un maggiore impegno finanziario solo che, con buona approssimazione, ad un accresciuto arricchimento degli operatori del settore/movida, non corrisponde un incremento delle risorse pubbliche, sia perché molta economia è sommersa, tra evasione fiscale e contributiva, sia perché le amministrazioni sono indebitate fino al collo ed ogni maggiore risorsa viene impiegata per ripianare il debito.

A fronte di tale chiara condizione non si fa nulla ed il tutto viene lascito alla buona sorte. Per comprender di cosa sto parlando basta vedere il servizio de Il Mattino WEB sulla vigilia di natale scorsa (clikka), o quello, sempre de Il Mattino, del mese scorso (clikka).

Come Presidente del Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, viste le chiare responsabilità, ieri abbiano notificato un altro atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) con il quale abbiamo reiterato quello già notificato il 18.01.2016 (clikka). Le cronache cittadine di oggi parlano di una presunta ordinanza, nata da una altrettanto presunto codice di autoregolamentazione, che sarebbe stata scritta con il contributo di residenti e imprenditori della movida e sul quale, voglio dire con forza dire, noi sia come comitato di coordinamento, sia come comitati di quartiere, non siamo stati affatto interpellati sul testo che è rimasto un mistero. Di seguito la rassegna stampa di oggi: ilmattino29-12-2016 (clikka); mattino 29-12-2016 (clikka) Repubblcia 29-12-2016 (clikka).

Aggiornamento al 30.12.2016: Codice Auto Regolamentazione (clikka) Ilmattino30-12-2016 (clikka) Ilmattino30-12-2016intervistesucodice (clikka) Ilmattino Intervista Prefetto30-12-2016 (clikka) Il Mattino30-12-2016capodanno (clikka) Il Mattino30-12-2016 interviste su codice di autoregolamentazione(clikka) ordinanza sindaco movida capodanno (clikka) Repubblica30-12-2016 (clikka)Il Mattino 31.12.2016 Barbuto Il Mattino 31.12.2016 Del Tufo

Ecco il testo della diffida:

Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

quietepubblicaevivibilitacittadina@pec.it

Atto di Significazione Invito e Diffida

a Tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica dei Cittadini

         II Sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, in persona del Suo Presidente p.t., Avv. Gennaro Esposito, con sede in Napoli alla Piazza Dante, 22,

S I G N I F I C A

         al Sig. Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi De Magistris, domiciliato per la Carica presso la Casa Comunale, anche nella Sua qualità di Ufficiale di Governo;

         a S.E. Il Prefetto della Città di Napoli Dott.ssa Gerarda Pantalone, domiciliata per la carica presso l’Ufficio della Prefettura della Provincia di Napoli, anche quale organo addetto al coordinamento per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica;

            a S.E. il Questore di Napoli, Dott. Guido Marino, domiciliato per la Carica presso gli Uffici della Questura di Napoli, anche quale responsabile dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica e delle forze di Polizia anche Amministrativa;

al Sig. Comandante della Polizia Locale del Comune di Napoli Dott. Ciro Esposito, dom.to in Napoli, Comando Generale in Via Vincenzo De Giaxa, 5, quale responsabile delle forze di Polizia Locale ed Amministrativa;

Per Conoscenza a S.E. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Dott. Giovanni Colangelo,

         1) che il sottoscritto comitato svolge un ruolo di coordinamento dei comitati spontanei dei cittadini dei quartieri dove si svolge la cd. Movida Molesta ed Incontrollata;

         2) che con atto di significazione invito e diffida notificato in data 18.01.2016 (che si abbia qui per ripetuto e trascritto e che si allega al presente), i comitati spontanei dei cittadini residenti nei quartieri di Napoli Significavano la insostenibilità delle condizioni di sicurezza, ordine pubblico ed invivibilità dei quartieri ben noti alle cronache cittadine per episodi di movida molesta ed incontrollata;

3) che nonostante il richiamato atto di significazione invito e diffida notificato in data 18.01.2016 alcuna attività di prevenzione è stata messa in campo dalle istituzioni preposte affinché si migliorassero le condizioni di Sicurezza ed Ordine Pubblico e di vivibilità dei cittadini afflitti da un costante, continuato ed insostenibile inquinamento acustico, tanto che i disagi dei cittadini residenti dal 18.01.2016 ad oggi sono aumentati così come sono aumentate le denuncie raccolte dai media e formalizzate presso le Pubbliche Autorità;

4) che in data 24.12.2016 come ogni anno, ormai, si è registrata in alcuni quartieri di Napoli una affluenza tale di persone che addirittura per i cittadini residenti è stato impossibile rientrare a casa o uscire fuori dalle proprie abitazioni e per i commercianti è stato addirittura impossibile aprire i negozi;

5) che dalle numerose immagini reperibili dai giornali (si veda tra le tante quelle di Repubblica Napoli del 27.12.2016) e dai social network emerge chiaramente che la condizione di sicurezza ed ordine pubblico nei quartieri ben conosciuti quali quelli di Chiaia (nella zona dei cd. Baretti), Centro Storico (Piazza Bellini e dintorni), Bagnoli (Piazza Bagnoli e dintorni), Vomero (Via Aniello Falcone e dintorni) è assolutamente precaria e che alcun rimedio concreto è stato adottato per assicurare le condizioni minime di sicurezza dei cittadini;

6) che, come riportato dai giornali in data odierna, sembrerebbe che in seguito al tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura di Napoli, si sia deciso di adottare solo misure per prevenire il terrorismo ma nulla di concreto per evitare assembramenti di persone e le condizioni di insicurezza e turbamento dell’Ordine Pubblico, affidandosi ad un non meglio specificato “codice di autoregolamentazione” la cui sottoscrizione è stata annunciata da mesi ed il cui contenuto non, stando alle notizie apparse sui media, non sembrerebbe risolvano alcunché in termini di prevenzione, sicurezza ed ordine pubblico;

7) che lo stato di insicurezza non è solo di pregiudizio ai cittadini ma anche alle Forze dell’Ordine che vengono mandate, in numero insufficiente e senza l’adozione di misure di prevenzione volte ad evitare gli assembramenti di migliaia di persone, a curare l’ordine e la sicurezza pubblica in condizioni di assoluta impossibilità col rischio per gli stessi agenti delle Forze dell’Ordine come è accaduta in Piazza Bellini, nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2016.

Alla luce dei citati fatti e delle vicende ampiamente documentate da riprese video, audio e fotografiche nonché accertamenti svolti da Pubbliche Autorità e così come più volte rappresentate mediante l’inoltro di segnalazioni ed esposti, il sottoscritto Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

Invita e Diffida

Il Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi de Magistris,

S.E. Il Prefetto di Napoli Dott.ssa Gerarda Pantalone,

S.E. Questore di Napoli Dott. Guido Marino,

l’Ill.mo Comandante della Polizia Municipale Dott. Ciro Esposito:

1) anche in considerazione dell’imminente festeggiamento del Capodanno 2016/2017, per il quale si prevede una imminente affluenza di persone nei quartieri della cd. movida napoletana, come accaduto nella giornata del 24.12.2016, ad adottare, ciascuno per quanto di loro competenza, ogni provvedimento necessario ed urgente, volto a tutelare l’Ordine e Sicurezza Pubblica dei citati quartieri, per la tutela della Salute dei Cittadini, disponendo, anche ai sensi dell’art. 100 TULPS, in via preventiva, la sospensione e/o la chiusura degli esercizi commerciali, ed irrogando ove necessario le sanzioni della revoca e/o sospensione dei titoli abilitativi all’esercizio dell’attività, predisponendo, ove necessario, nei citati quartieri, la chiusura anticipata dei locali onde evitare l’assieparsi di folle incontrollate ed incontrollabili;

2) a disporre ai sensi dell’art. 9 della legge 447/1995 ogni e necessario provvedimento a tutela dell’inquinamento acustico e della salute dei cittadini.

Il tutto con espresso avviso che in mancanza si provvederà ad adire l’Autorità Giudiziaria onde tutelare i diritti dei cittadini residenti.

         Il presente atto viene notificato anche a S.E. il Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Penale di Napoli, affinché provveda ad avviare ogni necessaria ed opportuna indagine, volta ad accertare qualsivoglia ipotesi di reato per il grave pregiudizio all’Ordine ed alla Sicurezza pubblica nonché alla Salute dei Cittadini, dovuta alla grave e colpevole inerzia dei Pubblici Amministratori responsabili, anche ai sensi dell’art. 328 c.p.

Si allega l’atto di Significazione Invito e Diffida notificato in data 18.01.2016.

Napoli, 28 dicembre 2016

RELATA DI NOTIFICA

Io sottoscritto Avv. Gennaro Esposito (SPSGNR68P05G309Z) iscritto all’albo degli Avvocati di Napoli, al n. 13884 ai sensi della L. 53/1994, anche quale Presidente del Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

n o t i f i c o

1) Al Sig. Sindaco di Napoli On.le Dott. Luigi De Magistris, domiciliato per la Carica presso la Casa Comunale, anche nella Sua qualità di Ufficiale di Governo a mezzo pec: protocollo@pec.comune.napoli.it;

2) a S.E. Il Prefetto della Città di Napoli Dott.ssa Gerarda Pantalone, domiciliata per la carica presso l’Ufficio della Prefettura della Provincia di Napoli, anche quale organo addetto al coordinamento per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica a mezzo pec: area1bis.prefna@pec.interno.it

3) a S.E. il Questore di Napoli, Dott. Guido Marino, domiciliato per la Carica presso gli Uffici della Questura di Napoli, anche quale responsabile dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica e delle forze di Polizia anche Amministrativa a mezzo pec. urp.quest.na@pecps.poliziadistato.it, questore.na@pecpspoliziadistato.it

4) al Sig. Comandante della Polizia Locale del Comune di Napoli Dott. Ciro Esposito, dom.to in Napoli, Comando Generale in Via Vincenzo De Giaxa, 5, quale responsabile delle forze di Polizia Locale ed Amministrativa, a mezzo pec.: polizialocale.ufficioprotocollo@comune.napoli.it

5) Per Conoscenza a S.E. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Dott. Giovanni Colangelo, a mezzo pec. prot.procura.napoli@giustiziacert.it, sezpgprocura.tribunaledinapoli.na@pecps.poliziadistato.it

l’atto di Invito Significazione e Diffida sovra esteso composto di n. 4 pagine compresa questa, attestando che la presente copia fotoriprodotta, firmata digitalmente, è conforme all’originale da cui è stata estratta.

Movida Illegale: Un’altra Vittoria in Tribunale

copertinaE’ evidente che l’idea di città dei fratelli De Magistris  sulla movida non coincide con la tutela del diritto alla salute ed all’ambiente salubre dei cittadini, difatti oggi Il Mattino di Napoli (clikka) da’ conto di una completa chiusura della lobby della movida a qualsivoglia regolamentazione, assecondata dal silenzio amministrativo del Comune. Ebbene, è dell’altro giorno l’ennesima Ordinanza del Tribunale di Napoli (clikka) con la quale ancora una volta, nella completa latitanza dell’Amministrazione, sono riuscito ad ottenere il giusto riconoscimento del diritto dei residenti alla tutela della propria abitazione, imponendo ad un “locale fracassone”, peraltro vicino all’amministrazione, la chiusura alle 23,30. La tesi degli im-prenditori della lobby della movida è sempre la stessa: I posti di lavoro! E’ un po’ come l’Ilva di Taranto o gli altri esempi di fabbriche inquinanti per le quali in cambio del lavoro si richiede il sacrificio di altri cittadini. Il gioco è sempre lo stesso, un vero e proprio “ricatto sociale” come se non potesse esistere un lavoro che non crei depressione e morte. Eppure la nostra Carta fondamentale è chiara, il diritto alla salute ed all’ambiente salubre anche di una sola persona prevale sul diritto al lavoro, al divertimento ed a fare soldi da parte della lobby della movida. Ebbene, la scusa del lavoro è solo una scusa perché la Movida molesta uccide sane realtà imprenditoriali, basta leggere le recensioni ad un hotel (clikka) immerso nelle strade e nei quartieri della movida, per capire che il turismo, quello non mordi e fuggi, subisce un grave pregiudizio, cosicché gli albergatori sono seriamente danneggiati.

Ancora una Volta il Reportage de Il Mattino di Napoli (clikka)

La Vergogna della Movida Napoletana

copertinaChi dice che la movida napoletana incontrollata porta ricchezza alla città dovrebbe vedere il reportage girato da Il Mattino di Napoli, con il quale come Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina abbiamo collaborato, aprendo le nostre case.

È evidente che l’amministrazione cittadina ritiene che il “sopruso” della lobby dei “baretti” e delle discoteche abusive all’aperto, è superiore al diritto alla salute ed all’ambiente salubre dei cittadini. Potrei dire che questa è l’idea di città “edenlandia” dei fratelli de magistris ma sarei riduttivo perché questo è il vero volto della politica del paese, volta solo a conquistare il consenso senza scontentare i portatori di voti. Una politica vuota di contenuti che va dietro a chi ha i soldi o li mette facendo finta che spende per il bene pubblico. Chi difende questo modello di divertimento e di sviluppo dietro la scusa dei posti di lavoro mostra una evidente incapacità di immaginare una città diversa e possibile:  Il Filmato de Il Mattino di Napoli on line (clikka)

Domenica scorsa siamo stati a Bagnoli ed abbiamo raccolto altre 150 adesioni ecco il filmato:

Quiete Pubblica: Mozzate non è Napoli

mozzateIl Consiglio di Stato avalla la scelta del Comune di Mozzate (CO) che limita l’orario di esercizio di un BAR alle 23,30 perché disturbava la quiete pubblica. Scelta fatta, correttamente, senza neppure fare i rilievi fotometrici! Di recente un noto locale sulla spiaggia di Bagnoli, e tanti altri locali della movida di chiaia, sono stati sanzionati a seguito di rilevazioni acustiche. In altri quartieri nonostante denuncia e pronunce del Tribunale Civile l’amministrazione non ha fatto nulla. In tutto questo “casino” che è diventata Napoli mai nessuna ordinanza è stata adottata di questo tipo nonostante migliaia di cittadini che soffrono. Si dovrebbe capire perché l’Ammonostrazione non fa nulla per regolamentare il fenomeno; verrebbe da pensare che appoggia la lobby della movida ritenendola elettoralmente vantaggiosa a scapito delle migliaia di cittadini che finiscono per vedere pregiudicata la loro salute. Come dire, ancora una volta si predilige chi specula per danaro a scapito della salute pubblica. E’ legittimo, allora, chiedersi quanto vale la salute dei Napoletani! Per ora sicuramente meno di quella dei cittadini di Mozzate.

Rideterminazione dell’orario di un bar per rumori notturni

Data di pubblicazione: 16 novembre 2016

CONSIGLIO DI STATO, SEZ. I – parere 15 novembre 2016* (sull’ordinanza sindacale con la quale è stato rideterminato l’orario di chiusura di un bar a seguito delle lamentele dei vicini per rumori notturni).

CONSIGLIO DI STATO, SEZ. I – parere 15 novembre 2016 n. 2381 – Pres. Torsello, Est. Luttazi – Oggetto: Ministero dell’interno. Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, con istanza sospensiva, proposto dalla Impresa individuale Bormolini Flaviano contro il Comune di Mozzate avverso nuovo orario di chiusura del pubblico esercizio denominato “Bar Aqua” – (esprime il parere che il ricorso debba essere respinto).

Commercio ed industria – Esercizi commerciali – Esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande – Ordinanza del Sindaco – Che ha rideterminato l’orario di chiusura dell’esercizio – Facendo riferimento alle lamentele per rumori notturni – Legittimità – Effettuazione di rilievi fonometrici per verificare l’eventuale superamento delle soglie di rumorosità – Non occorre – Preventivo avviso di inizio del procedimento – In considerazione dell’urgenza di provvedere – Non occorre.

È legittima l’ordinanza con la quale il Sindaco ha fissato il nuovo orario di chiusura di un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande (nella specie fissato alle ore le 23:30 di tutti i giorni della settimana), motivata con il richiamo alle ripetutamente lamentele dei residenti in zona per rumori notturni; non trattandosi infatti di rumori continui o con picchi sonori, come quelli derivanti ad esempio da macchinari, in tal caso non occorreva l’effettuazione di rilievi fonometrici per verificare l’eventuale superamento delle soglie di rumorosità previste dalla normativa di settore, tra cui la legge quadro sull’inquinamento acustico (la legge 26 ottobre 1995, n. 447). Inoltre, in considerazione dell’urgenza espressamente indicata nel provvedimento, e specificata con l’indicazione delle ripetute lamentele di residenti (comprendenti anche una denuncia querela alla locale stazione dei Carabinieri, come riferito nella relazione del Comune) non sussisteva la necessità di avviso di inizio del procedimento, potendo il Comune – in presenza delle particolari esigenze di celerità del procedimento di cui all’articolo 7, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241 – prescindere da quella comunicazione.

Numero 02381/2016 e data 15/11/2016

REPUBBLICA ITALIANA Consiglio di Stato
Sezione Prima
Adunanza di Sezione del 21 settembre 2016

NUMERO AFFARE 00852/2016 OGGETTO:
Ministero dell’interno.

Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, con istanza sospensiva, proposto dalla Impresa individuale Bormolini Flaviano contro il Comune di Mozzate avverso nuovo orario di chiusura del pubblico esercizio denominato “Bar Aqua”.

LA SEZIONE

Vista la relazione con la quale il Ministero dell’interno ha chiesto il parere del Consiglio di Stato sull’affare consultivo in oggetto;

Esaminati gli atti e udito il relatore, consigliere Giancarlo Luttazi.

Premesso:

con ricorso straordinario, recante cinque ordini di censure ed istanza cautelare, notificato al Comune di Mozzate (CO) il 19 maggio 2008 l’impresa individuale Bormolini Flaviano, esercente in quel Comune, in un immobile in via Kennedy n. 1, attività di somministrazione di alimenti e bevande, ha impugnato l’ordinanza comunale n. 2 del 23 gennaio 2008 con la quale il Sindaco ha disposto, dichiarando urgente il provvedimento che .

L’atto è stato formulato nella considerazione che:
– il bar è posto presso l’impianto natatorio comunale;

– ripetutamente i residenti della zona limitrofa all’impianto sportivo hanno lamentato disturbi alla quiete dovuti alla presenza fino a tarda ora di avventori presso quel pubblico esercizio.

Il Comune ha trasmesso una relazione al Ministero riferente, ivi pervenuta il 29 marzo 2016.

Il Ministero – con nota del 24 aprile 2016 inviata per conoscenza anche al Comune di Mozzate e al difensore della ricorrente – ha espresso l’avviso che il ricorso debba essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse/cessazione della materia del contendere.

Considerato:

L’eccezione ministeriale, ritenuta assorbente dall’Amministrazione, secondo cui il ricorso dovrebbe essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta di carenza di interesse e/o cessazione della materia del contendere non è fondata.

Il Ministero, sulla scorta della relazione comunale, rileva che il Comune di Mozzate con ordinanza n. 229 del 7 dicembre 2011 ha revocato l’atto per cui è causa (l’ordinanza n. 2 del 23 gennaio 2008 con cui il Comune ha modificato l’orario di chiusura del pubblico esercizio di cui la ricorrente è titolare), e che lo stesso Comune ha anche comunicato che l’impresa, in data 1 ottobre 2012 ha trasferito la propria attività in altro Comune.

La revoca dell’atto ritenuto lesivo dalla ricorrente e il trasferimento di quest’ultima in altro Comune, però, sono intervenuti dopo oltre tre anni dall’atto impugnato, che dunque ha spiegato effetti lesivi per quel triennio; effetti lesivi risarcibili, sicché non può affermarsi che sia sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione (v. articolo 84, comma 4, del codice del processo amministrativo) o che la pretesa del ricorrente risulti pienamente soddisfatta sì da determinare la cessazione della materia del contendere (v. articolo 34, comma 5, del codice del processo amministrativo).

Le censure del ricorso, peraltro, non sono fondate.

Il rilievo di mancata comunicazione di avvio del procedimento non è fondato perché, in considerazione dell’urgenza espressamente indicata nel provvedimento, e specificata con l’indicazione delle ripetute lamentele di residenti (comprendenti anche una denuncia querela alla locale stazione dei carabinieri, come riferito nella relazione del Comune) – e dunque in presenza delle particolari esigenze di celerità del procedimento di cui all’articolo 7, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241 – il Comune poteva prescindere da quella comunicazione.

Il provvedimento, altresì, appare sufficientemente motivato con il richiamo alle ripetutamente lamentele dei residenti in zona.

Come precisato nel provvedimento, la natura del disturbo denunciato dai residenti è relativa al permanere di avventori nei pressi dell’esercizio. Non trattandosi dunque di rumori continui o con picchi sonori, come quelli derivanti ad esempio da macchinari, non appare conferente il rilievo del ricorso che denuncia la mancata effettuazione di rilievi fonometrici per verificare l’eventuale superamento delle soglie di rumorosità previste dalla normativa di settore, tra cui, specificamente richiamata in ricorso, la legge quadro sull’inquinamento acustico (la legge 26 ottobre 1995, n. 447).

La presenza nelle vicinanze di un altro locale pubblico (e, come lamentato nell’ultima delle censure del ricorso, di 22 esercizi di somministrazione presenti nel territorio comunale) non è tale da poter dimostrare, di per sé, una disparità di trattamento, non essendo dimostrato che avventori di altri locali recassero, per numero e comportamenti, disturbo ai residenti analogo a quello attribuito agli avventori della ricorrente.

L’atto impugnato non richiama specifiche disposizioni ma, nella loro interezza, la legge regionale 24 dicembre 2003, n. 30 (“Disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande”, vigente alla data di riferimento) e il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; e ciò, tenuto conto delle ragioni alla base dell’atto ed esposte nelle sue premesse, consente di comprendere quale sia la base normativa dell’ordinanza impugnata: la disciplina degli orari degli esercizi disciplinata nella citata legge regionale n. 30/2003 (all’articolo 17) e la normativa sulle attribuzioni degli enti locali. È dunque da escludere il vizio di inadeguata indicazione delle fonti pure affermato nel ricorso.

Anche i rilievi di erronea indicazione dei destinatari del provvedimento e di comunicazione di quest’ultimo risultano infondati, come risulta dalla stessa corretta proposizione del ricorso da parte della effettiva destinataria dell’atto impugnato: l’impresa individuale Bormolini Flaviano.

P.Q.M.

Esprime il parere che il ricorso debba essere respinto. L’ESTENSORE IL PRESIDENTE
Giancarlo Luttazi Mario Luigi Torsello
IL SEGRETARIO

Maria Cristina Manuppelli

Petizione per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina

copertinaAi sensi dell’art. 9 dello Statuto del Comune di Napoli la petizione per essere presa in considerazione dal Sindaco e dal Consiglio Comunale deve essere sottoscritta da 500 cittadini residenti nel Comune di Napoli. Come Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina nella sola giornata del 15.10.2016 ne abbiamo raccolte circa 200 in Piazza Bellini!! Andiamo avanti scaricate cliccando qui la petizione, stampatela fronte/retro e fatela firmare e poi mettetevi in contatto con me per consegnarla insieme, al Sindaco!!!

Potete iscrivervi al Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina scaricando il modello di iscrizione (clikka), ovvero aderire al comitato come sostenitore scaricando la  richiesta di adesione (clikka) inviandola poi via e-mail a: quietepubblicanapoletana@gmail.com

Per la mia esperienza di rilevante importanza anche i modelli per segnalare l’inquinamento acustico all’Ufficio Ambiente del Comune di Napoli che vi consiglio di inviare a ripetizione per ogni condomino più volte a settimana:

consenso alle misurazioni (clikka)

disposizione dirigenziale (clikka)

esposto inquinamento acustico amministratore condominio (clikka)

 esposto inquinamento acustico condomino (clikka)

istruzioni modelli denuncia inquinamento acustico (clikka)

Vi consiglio, infine, la lettura del decalogo che abbiamo scritto (clikka) con dei consigli utili.

Potrete seguirci anche su FB comitato per la quiete pubblica napoletana e la vivibilità cittadina (clikka)

Movida Selvaggia ed Incontrollata: I Comitati in Piazza

copertinaIeri (15.10.2016) in Piazza Bellini abbiamo raccolto oltre duecento firme, in poche ore, alla petizione (clikka) che presenteremo al Sindaco ed al Consiglio Comunale affinché finalmente si faccia carico del problema che affligge migliaia di cittadini in numerosi punti della città. Abbiamo anche ottenuto l’adesione di numerosi cittadini di Piazza Bellini al Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina, che presiedo. Finora il Comune di Napoli ha manifestato una chiara intenzione di non voler disciplinare il fenomeno che ha raggiunto livelli di sopportazione intollerabili per quanti vivono in piazze e strade frequentate da migliaia di giovani e meno giovani in una situazione di rischio evidente anche per loro stessi. Purtroppo, che abbiamo ragione sono i fatti a dimostrarlo e proprio ieri notte in Piazza Bellini c’è stata una sparatoria con gente che scappava da tutte le parti ed è stato un miracolo se oggi non dobbiamo piangere nessun morto o ferito grave!!

Questa è la cronaca che si legge su “OMNINAPOLI.COM”: “Ieri sera a piazza Bellini la gente si è gettata a terra terrorizzata per una sparatoria in aria. Alcune ragazze si sono fatte male e hanno cominciato a piangere. Nella ressa alcuni hanno fatto cadere dagli scooter parcheggiati danneggiandoli. La piazza era piena. Secondo i testimoni i due sulla moto non sono andati via in modo veloce ma hanno attraversato la zona con calma sparando in aria e godendosi la scena. Una vicenda impressionante, una sfida alle istituzioni incredibile. Appena i due delinquenti sono andati via la piazza si è subito svuotata con la gente e i turisti che scappavano. Molti piangevano e tremavano“.

Di seguito la rassegna stampa di oggi: Corriere del Mezzogiorno (clikka) Repubblica Napoli (clikka) Roma (clikka).

Proprio ieri mentre mi stavo occupando della organizzazione della manifestazione sono incappato in un’altra storia assurda con la riapertura della Sala Slot in Piazza Dante (clikka) di cui mi sono già occupato a luglio scorso (clikka).

A questo punto credo che si dovrebbe chiedere al Sindaco ed alla Giunta quale idea di città hanno … se ce l’hanno perché potrebbe anche essere di no …

Ecco cosa è accaduto in piazza bellini stanotte:

Che sia accaduto ciò che è accaduto non ci voleva molto a capirlo tanto che a gennaio 2016 abbiamo notificato un Atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) a sindaco, prefetto, questore e capo della polizia municipale! La nostra solidarietà va all’agente investito per colpa dei vertici delle istituzioni incapaci di assumersi la responsabilità di regolare il fenomeno. I nomi sono quelli del Sindaco, del Prefetto e del Questore che mandano al macello i loro uomini senza alcuno scrupolo!!!! Il delinquente pare sia stato identificato come un soggetto agli arresti domiciliari ma non ancora catturato!

Ecco la rassegna stampa di oggi: cronache-di-napoli mattino mattino2 mattinoslot17-10-2016 repubblica

Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina

movida ChiaiaIl 18 maggio scorso abbiamo formalizzato la costituzione del Comitato per la Quiete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina. Ad esso hanno aderito sia Comitati spontanei di quartiere, formalizzati e non sia liberi cittadini. La funzione sarà in primis quella di costituire un vero e proprio coordinamento tra i comitati spontanei sorti in città nonché quella di essere il contenitore formale per quei cittadini che seppure riuniti in comitato spontaneo non hanno formalmente costituito una associazione o comitato esponenziale dei loro diritti ed interessi. Io ho avuto l’onore e l’onere di essere eletto Presidente. Come sempre spero di essere all’altezza del difficile compito compito assegnatomi.

In verità molta strada l’abbiamo già fatta sia dal punto di vista politico che da quello giudiziario, un po’ meno dal punto di vista amministrativo, in quanto, nonostante i miei numerosi interventi in Consiglio Comunale l’Amministrazione De Magistriis è stata pressoché sorda ad ogni istanza lasciando i cittadini in preda ai decibel sparati a palla nei quartieri e nelle strade che conosciamo bene. Anzi nelle liste di De Magistriis si contano rappresentanti ed esponenti dei quartieri afflitti della cd. movida selvaggia.

Il 18 gennaio scorso, infatti, abbiamo notificato un atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) senza ottenere nulla di concreto se non l’attenzione della Stampa Cittadina (che ovviamente ringraziamo) e qualche sporadico intervento delle forze dell’ordine. Siamo invece convinti che occorrono provvedimenti strutturali e, pertanto, prendendo spunto dall’ordinanza adottata dal Comune di Caserta (anzi l’abbiamo letteralmente quasi copiata) abbiamo elaborato una Proposta di Ordinanza (clikka) che speriamo venga per lo meno valutata dai candidati sindaci del Comune di Napoli. Vorrei sottolineare che a Caserta questa importante iniziativa a tutela della salute dei cittadini è stata adottata dal Commissario Prefettizio e ciò non è un caso, in quanto, i Sindaci schiavi del consenso sono restii a tutelare i diritti fondamentali dei cittadini: loro rincorrono il consenso spicciolo puramente e semplicemente “fregandosene” poi nei fatti di tutelare i diritti fondamentali delle persone!

E’, inoltre, in fase di elaborazione un vero e proprio decalogo per il Cittadino Vittima della Movida Selvaggia a cui seguirà anche uno stralcio delle numerose telefonate fatte alle Forze dell’Ordine ai numeri della polizia locale, Carabinieri e Polizia di Stato con risposte che lasciano a dir poco perplessi. Infine è in fase di elaborazione il ricorso al TAR per l’ingiustificato silenzio delle Amministrazione alla citata diffida del 18 gennaio 2016.

La strada è lunga e come promesso nonostante la mia non candidatura continuerò a fare politica fuori dell’istituzione ma sempre con lo stesso impegno e tenacia spero di avervi al mio fianco!

La Movida Selvaggia Adotta una Strada

movida ChiaiaPubblico il mio intervento di oggi in Consiglio Comunale sul tema della Movida Selvaggia trattato dalla stampa cittadina nella occasione del caso imbarazzante scoppiato a chiaia. In particolare la questione riguarda la proposta dei Baretti (clikka) di adozione di Via Bisignano fatta da un’associazione il cui presidente pare, anzi è il “fidanzato ufficiale” della giovane assessora Alessandro Clemente (clikka) che, ovviamente, per conflitto di interessi, ha dovuto astenersi dal partecipare alla Conferenza di Servizi volta ad approvare la proposta stessa.

Il tema ormai credo di conoscerlo con sufficiente approfondimento tanto che qualche giorno fa è intervenuta, in seguito ad un giudizio nel quale ho patrocinato, un’altra ordinanza del Tribunale di Napoli (clikka) che finalmente ha riconosciuto la responsabilità del proprietario del locale e non solo del gestore.

Ecco l’intervento al 35:34

Per altri articoli sulla quiete pubblica (clikka)

Rassegna Stampa sul progetto presentato a chiaia (clikka)

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Quiete Pubblica: Un’altra vittoria in Tribunale

movida ChiaiaDopo l’Ordinanza del Tribunale di Napoli del 27.04.2015(clikka), il Tribunale torna a pronunciarsi sul disturbo alla quiete dei cittadini con una nuova ordinanza del 26.01.2016 (clikka) con la quale ha riaffermato che il sonno e la tranquillità dei residenti è sacro e va protetto anche facendo ricorso allo speciale procedimento di urgenza di cui all’art. 700 c.p.c., in quanto, ogni ritardo potrebbe essere di danno alla salute dei cittadini. Il Tribunale ha stabilito che il locale dovrà insonorizzare immediatamente per non incorrere nella misura più drastica della chiusura.

Nello stesso senso è interessante leggere le Ordinanze del Tribunale di Trieste del 14.01.2016 (clikka) che ha confermato quella emessa dal medesimo Tribunale il 02.10.2015 (clikka), in quest’ultimo caso i Giudici Triestini non hanno esitato a ritenere responsabile anche il proprietario del locale. In tal senso, peraltro, è la Giurisprudenza della Suprema Corte, anche perché come spesso capita i conduttori di questi locali cambiano facilmente e, quindi, è più che opportuno affermare anche la responsabilità anche dei proprietari che spesso incassano canoni di locazione elevati senza neppure curarsi di verificare se il locale è idoneo ad ospitare un’attività così invasiva.

La battaglia per la affermazione del diritto alla vivibilità della propria casa ed alla salute continua ed è di ieri la notizia che in Vico della Quercia c’è stata l’ennesima lite per la quale sono dovuti intervenire le Forze dell’Ordine.

Nella completa indifferenza delle istituzioni ai cittadini non resta altro mezzo che ricorrere alla Magistratura Civile per ottenere Giustizia, quella penale, infatti, seppure tal volta investita spesso si arena e non giunge ad alcun risultato se non ad una condanna del titolare che poi non sarà mai eseguita per la concessione automatica della sospensione condizionale della pena.

Resta poi la strada aperta per la nomina di un commissario dopo la notifica dell’Atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) notificato dai Comitati spontanea dei cittadini.

Un’altra vittima della movida incontrollata

movida ChiaiaDopo l’ennesima minaccia, offesa ed insulto che mi è stato rivolto dai fautori della movida sulla pagina FB della comitato quiete pubblica napoletana (clikka) che, insieme agli altri rappresentanti dei comitati cittadini curo, mi sono deciso a scrivere quest’altro post sul tema che in queste ore è assolutamente caldo, al fine di raccogliere la rassegna stampa di oggi che descrive il degrado in cui i cittadini finiscono per essere costretti a vivere. Purtroppo dopo la manifestazione che avevamo indetto per il 22.01 u.s., che non si è tenuta per spirito di collaborazione con le istituzioni, ottenendo in ogni caso un risultato insperato, nella stessa notte ai baretti di chiaia è stato accoltellato un ragazzo di appena 24 anni.

Ovviamente sono stato accusato da chi specula sulla vita delle persone, guadagnando con la organizzazione di eventi, in luoghi che spesso non possono ospitarli, o con modalità, spesso, assolutamente fuori legge, di fare campagna elettorale, di essere un vecchio barboso, di essere ridicolo e che i miei figli dovrebbero essere “violentati dai preti nelle sagrestie” etc etc.

Ovviamente mai nessuna proposta, mai nessuna ammissione di colpa, mai nessuno che ha chiaramente detto che se un migliaio di persone vogliono ballare non è che lo possono imporre ad un altro migliaio che, invece, vogliono dormire o rientrare a casa in sicurezza o fare altro. Il tema che ricorre in questa città è far comprendere che la libertà di ognuno di noi finisce laddove inizia quella degli altri.

Ovviamente, in consiglio comunale tutte le volte (e non sono poche) che sono intervenuto ho avuto due diversi tipi di reazione, o mi hanno detto che le mie proposte sono “fasciste” (è il caso del Consigliere Carlo Iannello) o mi hanno, in un certo qual modo, deriso (la cd. sinistra radicale) ritenendo che il problema non c’era. Ebbene credo che proprio quelli che si definiscono di sinistra (quindi il sindaco e l’attuale maggioranza) dovrebbero avere a cuore coloro che la mattina si devono svegliare semmai alle 6 del mattino per andare al lavoro dopo una notte insonne…

Ad ogni buon conto, stamane dopo aver letto gli articoli de La Repubblica Napoli (clikka), de il Mattino (clikka) del Corriere (clikka)  mi è capitato di leggere anche l’intervista al Roma fatta alla Assessora giovani Alessandra Clemente (clikka) che sinceramente mi ha fatto cadere le braccia tenuto conto che la stessa è la fidanzata di un noto imprenditore dei baretti di chiaia ed ha dimostrato di non aver proprio compreso la portata e la gravità della situazione, dove le piccole illegalità commesse dagli esercenti sono l’humus nel quale poi crescono i gravi fatti violenti di cui si legge nelle cronache cittadine. Se non si rispetta nulla, se si vendono le birre ad 1 €., se si aggregano 5, 6 mila persone in piazze e strade strette è chiaro che l’ordine e la sicurezza pubblica sono pregiudicati. Ebbene, la cosa triste è che la giovane rappresentante, assessora ai giovani del comune di napoli, ha avuto a cuore solo di dichiarare di non speculare sull’accoltellamento di questo giovane perché i baretti non ne hanno colpa. come se questo episodi fosse l’unico e senza considerare affatto l’inferno in cui vivono i residenti.

Giusto per quelli che mi accusano di fare campagna elettorale clikkando qui potrete trovare tutta la mia attività sul tema con proposte ed interventi in consiglio comunale che risalgono a circa due anni fa.

Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Radio Italia 1 sulla movida cittadina e sui fatti gravi accaduti nella notte del 22.01.2016

Napoli Illegale: I Comitati Cittadini Uniti Contro la Movida che uccide

insonnia_2Ieri è stato notificato a Sindaco, Prefetto, Questore e Capo della Polizia Locale l’Atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) a firma dei Comitati Bellini, Chiaia Viva & Vivibile, Chiatamone, Bagnoli, Aniello Falcone, Benedetto Croce e Comitato per la Quiete Pubblica dei Napoletana. Un atto che vuole mettere davanti alle loro responsabilità coloro che occupano posti chiave nelle istituzioni.

Oggi la notizia è sia su Repubblica Napoli (clikka) che su Il Mattino di Napoli (clikka) che riporta anche una intervista a Gianni Simioli (clikka), speaker Radiofonico, il quale non ha potuto negare la completa illegalità della movida napoletana e chiedendo egli stesso più controllo.

Sul punto ormai non occorre dire altro ci sono numerose pronunce che danno ragione ai residenti e che sanciscono ed evidenziano ancora di più la completa inadeguatezza delle istituzioni napoletane Prefetto e Questore compresi.

Basta leggere, infatti, l’ultima pronuncia della Suprema Corte di ottobre 2015 (clikka) che ripercorre le tappe fondamentali della materia oppure quella della Corte Europea di Giustizia dei Diritti dell’Uomo (clikka), per vergognarci e per capire che le istituzioni preposte a Napoli non hanno fatto nulla fino ad oggi. La prova è che se chiamate il 113 o il 112 e se vi risponde qualcuno, questo qualcuno poi vi dice chiaramente che ci sono cose più importati da seguire!!!

Lascio a voi la lettura.

Sulla Quiete Pubblica Clikka qui per gli altri articoli

Occorrerebbe sapere come la pensano sul punto i presunti candidati al Comune di Napoli e sopratutto se sono credibili!!!

Aggiornamento: La rassegna stampa di oggi (20.01.2016) con l’intervista ai Presidenti dei Comitati (clikka)Intervista all’Assessore Panini (clikka)Intervista ai titolari dei baretti (clikka)intervista al comandante della Polizia Locale (clikka) Movida Carrillo (clikka) MovidaKrog (clikka) MovidaPresidio (clikka)

La quiete dei cittadini e le Piazze Fuori Controllo

insonnia_2Come Cittadino e Consigliere Comunale, seguo da tempo la questione della movida e della quiete pubblica, un tema, che ricorre periodicamente sui giornali cittadini ed in particolare quando si verificano fatti di camorra. Da ultimo leggo con attenzione gli articoli e le lettere su Piazza Bellini, un luogo simbolo della movida, proprio all’esito degli spari di camorra di fine agosto, ampiamente raccontati anche da questo giornale. Ho letto anche della adozione di un autoregolamento degli esercenti riunitisi in consorzio che sarebbe stato depositato presso il Comune di Napoli e che dovrebbe prevedere, proprio per limitare i fenomeni “anomali” e contro il “commercio selvaggio”, divieti di vendita di alcolici a minori (peraltro già previsto per legge) e divieto di vendita di alcolici, oltre un certo orario, che, allo stato, ci è sconosciuto. Certo che l’impegno va premiato ma andrebbe consigliata anche la pubblicizzazione di tale atto per saggiarne l’efficacia e rassicurare sopratutto i residenti che, allo stato, non sembra siano mai stati presi in considerazione dalle istituzioni né locali né centrali. Sul tema sono intervenuto molte volte in Consiglio Comunale citando esempi e regolamentazioni che sono state adottate in altre città, purtroppo, senza risultati apprezzabili ma anzi con un sostanziale atteggiamento di non volersi occupare del fenomeno o di occuparsene solo parzialmente e da un solo lato. Ebbene, il 29 gennaio scorso l’Amministrazione, all’esito di una assemblea “infuocata“, tenutasi in Via Verdi, da me promossa, prese l’impegno di incontrare le rappresentanze dei cittadini, nel frattempo riunitisi in comitati che, ad oggi non è stato rispettato.

Sempre con la volontà di contribuire alla discussione io stesso all’esito di un incontro con i rappresentanti dei Comitati per la quiete pubblica di Chiaia, Bagnoli, Centro Storico e Vomero ho chiesto, su loro mandato e per iscritto, al Prefetto di Napoli, un incontro anch’esso, ovviamente, caduto nel nulla seppure poi, questa estate, lo stesso Prefetto, sui giornali, ha dichiarato di voler incontrare i cittadini ed i residenti proprio per affrontare il tema. Ebbene, alla luce di tale assordante silenzio e disinteressamento, mi sembra assolutamente giustificata la diffidenza dei residenti da ultimo manifestata con un grido di dolore di Marisa Margiotta (clikka) sulle pagine di Repubblica Napoli. Eppure, come sempre, dopo lo studio che ho avuto modo di condurre mi sembrerebbe assolutamente ultronea ogni nuova disciplina, basterebbe sapere applicare le leggi esistenti ed i principi di precauzione, ordine pubblico e tutela del diritto alla salute già in vigore ed efficaci. E’ evidente, allora, che nonostante l’impegno dell’ufficio ambiente del Comune di Napoli, l’amministrazione centrale e locale ignori del tutto sia la disciplina dettata dalla legge n. 447/1995, sia quella Europea da ultimo recepita con l’art. 19 della legge n. 161/2014, sia l’art. 100 del TULPS, sia lo stesso piano di zonizzazione acustica del Comune, quando consente l’esecuzione di manifestazioni, o l’apertura di locali, o assembramenti di migliaia e migliaia di persone in luoghi pubblici ristretti che, senza neppure la necessità di eseguire una misurazione con il fonometro, è evidente che siano nocivi per la salute dei cittadini per effetto dell’inquinamento acustico o per l’ordine e la sicurezza pubblico.

Come rappresentante delle istituzioni, pertanto, sento un certo senso di mortificazione quando non riesco a rassicurare un papà di Via San Sebastiano che ha il figlio piccolo che dorme sopra una vera e propria discoteca, ovvero non riesco a dare risposte a Lucia che a Piazza Bagnoli dorme sopra un locale che spara decibel a tutta forza, oppure a Carmen che in via Ferrigni ha preso un vero e proprio esaurimento nervoso per l’insonnia causata dai cd. Baretti di Chiaia. Allora, è evidente che il fenomeno è insidioso e si intreccia con atti di camorra che sono connessi alla sostanziale deregulation cittadina perché non si può pretendere di controllare ad esempio Piazza Bellini, con la sola presenza di quattro cinque unità delle Forze dell’Ordine, quando in essa affluiscono migliaia e migliaia di persone che il giorno dopo lasciano evidenti tracce di cosa è accaduto per tutta la notte, che ha lasciato insonne centinaia di residenti. Basta, infatti, passare la notte per la Piazza Bellini o Via Carrozzieri ed inspirare qualche boccata d’aria per accorgersi che si fuma abbondantemente non sigarette ma altro e gli arresti per spaccio confermano questa sensazione. Cosa fare è, allora, già scritto! Basta solamente un po’ di coraggio politico e copiare ciò che ha fatto ad esempio il Sindaco Figliolia della vicina Pozzuoli, con un’ordinanza del maggio scorso, la cui violazione è sanzionata con la chiusura del locale, oppure, come hanno fatto alcuni Questori della Repubblica che, in applicazione dell’art. 100 del T.U.L.P.S. hanno essi stessi disposto la chiusura di locali per ragioni di ordine e sicurezza pubblica. La soluzione, quindi, già c’è ed è percorribile basta solo che proprio le istituzioni e gli esercenti diano, come sempre, il buon esempio perché la camorra e l’atteggiamento commorristico, si combattono con la costanza delle buone prassi ed il rispetto delle legge non solo con manifestazioni, parole, feste e concerti.

un estratto di questo post su Repubblica Napoli del 4.10.2015 (clikka)

Altri post sulla Quiete Pubblica (clikka)

Il disturbo alla Quiete Pubblica di Bagnoli

Bagnoli QuieteStamane alla municipalità di Bagnoli ho partecipato ad una assemblea sull’ormai noto fenomeno del disturbo alla quiete pubblica che è chiaro a tutti è localizzato in alcuni quartieri tra cui anche Piazza Bagnoli, per la presenza di molti locali che “tirano” fino al mattino con musica ad alto volume che toglie il sonno e la tranquillità ai cittadini. Alla assemblea di stamane hanno partecipato l’Assessore Carmine Piscopo, il Presidente della Municipalità nonché il Sig. Umberto Frenna, con un nutrito gruppo di suoi dipendenti,  quale titolare dell’Arenile.

Ovviamente il clima si è capito subito che era acceso. Io sono intervenuto riportando né più né meno quanto vado dicendo da un anno in consiglio comunale. Peraltro, il 16 marzo 2015 sono intervenuto in consiglio comunale (clikka) portanto all’attenzione del Sindaco e della Giunta il caso di Salvatore una persona anziana di Bagnoli, che da qualche anno è costretto a vivere sopra una sala di registrazione. Ebbene, sull’argomento sono intervenuto il 30.12.2014 (clikka), il 29.01.2015 (clikka), il 13.02.2015 (clikka), il 07.03.2015 (clikka), il 18.03.2015 (clikka), il 23.03.2015 (clikka), il 01.05.2015 (clikka) e da ultimo il 21.05.2015 (clikka) senza mai avere una risposta!

Ho, quindi, colto l’occasione per chiedere, in presenza dei tanti cittadini, cosa avesse intenzione di fare l’amministrazione, tenuto conto del fatto che il fenomeno ormai è chiaro e che occorrerebbe fare né più né meno di quanto fanno gli altri comuni d’Italia: Imporre un orario di chiusura anticipato andando a verificare le insonorizzazioni dei locali che spesse volte sono assolutamente inesistenti.

L’assessore Piscopo ha ascoltato ed ha promesso la istituzione di un tavolo tecnico (?) cosa che già ci era stata promessa a gennaio dall’assessore Panini ma che non si è concretizzata! Orbene, sulla questione sono convinto che occorre andare avanti in tutte le direzioni tenuto conto del fatto che laddove non interviene l’amministrazione sarà il Tribunale di Napoli (clikka) ad intervenire come è già accaduto in un caso specifico!

Segnalo e mi ha rammaricato l’intervento del Sig. Frenna, imprenditore del divertimento, il quale come ormai fanno i tanti imprenditori che hanno a che fare con la PA, ha messo in primo piano la questione del lavoro dichiarando che l’arenile occupa circa 80 dipendenti (?) e che queste persone non possono andare in mezzo ad una strada. Mi chiedo se si può morire del lavoro degli altri e cosa c’entri questa questione, posta quasi a mo di ricatto.

A questo punto occorre che si faccia un fronte comune e seguire l’esempio del comitato spontaneo di Bagnoli organizzando, dopo queste elezioni regionali, altre manifestazioni affinché l’amministrazione capisca una volta per tutte che la vita e la salute dei cittadini vale molto di più di quanto viene considerata dal Sindaco e dalla Giunta!

Oggi possiamo contare sui comitati per la quiete pubblica di: Chiaia, Bellini, Aniello Falcone, Cappella Vecchia e Bagnoli, occorre solo mettersi insieme!

 

Consiglio Comunale e Quiete Pubblica l’ordinanza del Tribunale

insonnia_2Stamane in Consiglio Comunale ho voluto dare conto della ordinanza del Tribunale di Napoli (clikka) che di fatto ha commissariato, per un caso specifico, il Comune di Napoli che continua ad avere un atteggiamento troppo superficiale e tollerante, in quanto, il Sindaco e la Giunta ritengono che la questione sia di poco conto elettorale.

In sostanza temo che ci sia un mero e miope calcolo elettoralistico in virtù del quale si pensa che coloro che subiscono il disturbo alla loro quiete sono meno di coloro che gestiscono i locali e di quelli che li frequentano. E’ inutile dirvi che questo tipo di politica non mi interessa!! Mi spiace aver registrato in aula un atteggiamento superficiale e quasi “canzonatorio” con sorrisetti come se la questione fosse parva materia, proprio di quella sinistra più radicale che, invece, dovrebbe essere la prima a mettersi al servizio dei più deboli che, nel caso di specie, ovviamente, non sono i proprietari e gestori dei locali! Inoltre, quando ho avuto modo di parlare con gli stessi avventori dei locali stessi questi hanno sempre convenuto con me che il disturbo da loro stessi provocato era intollerabile. La domanda che sempre faccio ad una avventore, infatti, è sempre la stessa: Tu cosa faresti se abitassi sopra questo locale e non potessi dormire per tre quattro o anche cinque notti a settimana? Ebbene, mentre gli avventori hanno sempre mostrato di comprendere il problema i politici del consiglio comunale hanno sempre risposto puntulmaente: che cambiassero casa i cittadini che hanno il problema e si trasferissero in periferia! Ovviamente non ho parole!

Ecco il mio intervento al 1:00:42

La mia candidatura in Regione Campania (clikka)

Quiete Pubblica: Il Comune Commissariato dal Tribunale di Napoli

insonnia_2Non c’è dubbio che ad una politica ottusa corrisponde una grave sofferenza dei cittadini. Sono mesi che mi sto battendo in Consiglio Comunale affinché si prenda cognizione del grave fenomeno del disturbo alla quiete pubblica localizzato in alcuni punti della città e si adotti una disciplina adeguata. Per portare avanti questa battaglia ho messo a disposizione dei cittadini tutto il mio impegno politico, amministrativo e professionale!

Qualche giorno fa ho sentito al telefono una cittadina di chiaia che abita nei pressi dei baretti che è disperata nel senso letterale del termine e verso la quale provo un senso ci mortificazione, sia come cittadino ma ancora di più come consigliere comunale. Ovviamente non mi fermo e non ci fermeremo con i Comitati per la Quiete Pubblica che si sono costituiti in città. Oggi (01.05.2015) Repubblica Napoli (clikka) da conto di una Ordinanza della quarta sezione del Tribunale di Napoli (clikka) che sicuramente farà scuola.

Pendono, infatti, innanzi alla stessa Sezione altri tre ricorsi della stessa natura e specie. Il Tribunale in sostanza non ha fatto altro che fare ciò che avrebbe dovuto fare il Sindaco con una ordinanza emessa ai sensi della legge 447/1995, che ho chiesto in tutti i miei interventi in Consiglio Comunale (clikka).

Il Sindaco, per la sua esperienza di magistrato, dovrebbe sapere più degli altri politici, che l’amministratore pubblico ancora più del Giudice, deve essere colui che contempera gli interessi dei cittadini, nel caso di specie il diritto alla salute delle persone ed il diritto ad esercitare una attività economica da parte di altri cittadini, ebbene non v’è chi non veda che il diritto alla salute anche di una sola persona è superiore al diritto a fare soldi anche di 1000 persone e questo, credo, oltre ad essere patrimonio comune è una delle cose più elementari che si insegnano tra i banchi della facoltà di giurisprudenza.

Il tema è sempre lo stesso la politica sceglie chi ha i soldi mortificando i diritti dei più deboli e pensare che per questa mia battaglia ho ricevuto attacchi proprio dalla sinistra radicale che siede tra i banchi del consiglio comunale, una sinistra ottusa che pensa di gestire il fenomeno con slogan canzonatori volendo difendere uno pseudo diritto al divertimento, senza considerare che così facendo mortifica proprio i diritti dei cittadini più deboli di cui troppe volte solo a parole si dichiara paladina!

Ricordo, infatti, in Consiglio Comunale le parole canzonatorie di chi invitava i cittadini a cambiare casa e quelle violente del consigliere iannello (tra l’altro professore di diritto) che ha ritenuto una mia proposta di regolare gli orari di quei locali fracassoni una proposta fascista e conservatrice (?).  Mi chiedo quanta strada dovremo fare affinché si attui una politica seria, competente, non speculativa e soprattutto nell’interesse pubblico, che si fa carico dei bisogni dei cittadini più deboli che non hanno la possibilità di ricorrere alla magistratura per gli alti costi della giustizia!

Il tema non è chiudere i locali ma costringere i gestori a fare una regolare insonorizzazione rispettando le regole prescritte dalla legge e se ciò non fosse possibile costringerli a chiudere in un orario che consenta la pace e la tranquillità dei cittadini! Se devo scegliere con chi stare io sto con salvatore (clikka).

Per portare avanti anche questa battaglia oggi mi sono candidato alla Consiglio Regionale della Campania (clikka) con l’intento di contarci e dimostrare che la buona politica non clientelare e nel solo interesse dei cittadini è quella vincente e che crea consenso! Il 31 maggio lo dimostreremo ne sono convinto! #noisiamodipiù

Ringrazio i colleghi Avvocati Pasquale Carrano e Pio Della Pietra che come me in Tribunale stanno portando avanti questa battaglia di giustizia.

Il disturbo alla Quiete del Vomero

insonnia_2Nel consiglio Comunale del 24 marzo scorso, come promesso, ho di nuovo ripreso l’argomento del disturbo alla quiete pubblica riportando il caso del Vomero, Via Merliani, dove i cittadini di un fabbricato condominiale mi hanno contattato per rappresentarmi l’invivibilità della loro casa determinata dalle immissioni sonore moleste provenienti da una attività commerciale.

La volta scorsa riportai un caso localizzato a Bagnoli (clikka) e la prossima volta interverrò per un altro caso, fino a quando l’amministrazione non adotterà dei provvedimenti che, per come la vedo io, sono a tutela delle tante attività che rispettano le regole e che spesso hanno speso centinaia di migliaia di euro per insonorizzare il loro locale e non recare disturbo agli altri cittadini.

Oltre alle iniziative politiche, amministrative e giudiziarie sto pensando, insieme con le tante persone che soffrono del problema, di organizzare delle manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica oltre che ad organizzare un’altra assemblea. Dal 29 gennaio scorso, infatti, abbiamo fatto tanta strada perché si sono costituiti e sono in via di costituzione i comitati di quiete pubblica in ogni quartiere.

vedi anche: il disturbo alla quiete pubblica ed il silenzio dell’amministrazione (clikka)

Il mio intervento al 01:15:15

Il Disturbo alla Quiete Pubblica ed il silenzio dell’Amministrazione

insonnia_2Sulle pagine dei giornali cittadini spesso si è parlato della “movida fracassona”, eppure, mentre in altre città si adottano delle misure per limitare il fenomeno, a Napoli al fracasso cittadino si contrappone il silenzio amministrativo. Invero, la questione viene lasciata incontrollata e trattata con sufficienza da parte di coloro che dovrebbero intervenire, senza considerare che qui non si contrappone chi vuole divertirsi e chi, invece, da “bachettone” vuole stare tranquillo quasi per una questione morale. Chi interpreta la vicenda in questo modo, dimostra di non aver compreso la reale portata e sofferenza di chi vive spesso quattro cinque notti insonni, disturbato da una musica martellante e da un fracasso provocato da migliaia di persone assiepate in stradine strettissime o in locali piccolissimi adibiti a vere e proprie discoteche, inadatti a contenere una folla ingovernata, peraltro, in perenne stato di pericolo anche per la mancanza di uscite di sicurezza dei locali.  La questione, quindi, va presa sul serio così come viene presa sul serio, sia dalla legge italiana che da quella Comunitaria le quali trattano dell’inquinamento acustico al pari di ogni altro inquinamento perché lesivo della salute. Ebbene, da quanto ho potuto verificare, si può dire che i casi sono di due tipologie e riguardano o l’inquinamento diffuso provocato dalla concentrazione di locali in strade o piazze, come i casi di Piazza Bellini e dei baretti di Chiaia o i casi relativi a singoli esercizi che provocano un disturbo, “diciamo localizzato” ad un intero fabbricato. Orbene, l’amministrazione cittadina lascia assolutamente ingovernati sia il primo che il secondo caso limitandosi a degli interventi sporadici, seppure su quello connesso al singolo esercizio, sarebbe facilmente possibile un intervento mediante una semplice verifica tra la potenza delle apparecchiature di riproduzione possedute e la insufficiente insonorizzazione dei locali, spesso anche sprovvisti del nulla osta acustico. Insonorizzare a regola d’arte un locale, infatti, richiede un intervento costoso che spesso gli esercenti la movida non hanno alcuna intenzione di affrontare nella consapevolezza che per giungere alla chiusura occorrono anni di battaglie amministrative e legali. Peraltro, anche le modalità delle verifiche, da quello che ho potuto constatare, spesso sono assolutamente singolari ed il caso vuole troppo spesso che all’atto della visita dell’ASL o degli altri addetti al controllo “cali il silenzio” salvo poi riprendere la sera dopo. Da quando ho sollevato il problema in Consiglio Comunale, dopo l’assemblea pubblica, sul tema del disturbo alla quiete pubblica del 29 gennaio scorso, sono entrato in contatto con i tanti cittadini sottoposti a questo “speciale” trattamento notturno osservando che i malcapitati spesso riportano veri e propri disturbi psichici con l’assunzione di farmaci nei casi più gravi. Nel Consiglio Comunale del 16 marzo scorso, infatti, ho riportato il caso di Salvatore, nostro anziano concittadino di Bagnoli, che ha la sfortuna di abitare sopra uno studio di registrazione musicale subendo un disturbo protratto su sette giorni a settimana, negli orari più svariati, senza che né l’amministrazione né le forze dell’ordine, nonostante le numerose chiamate e richieste scritte, dopo due anni,, abbiano, fino ad oggi, fatto alcunché. Ebbene, in Salvatore come negli altri nostri concittadini che ho avuto modo di contattare non è difficile, anche per un profano della scienza medica, notare che il disturbo alla quiete pubblica determina un vero e proprio danno psicologico oltre che una completa  sfiducia nelle istituzioni! Tutelare la salute pubblica non è da bacchettoni ma da buoni amministratori pubblici.

quiete pubblica: Io sto con Salvatore (clikka)

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