Grande affermazione! La Stampa Cittadina (clikka) oggi da’ conto della prima sentenza emessa dal Tribunale di Napoli in materia di tutela dei diritti umani calpestati, da un modo di concepire la città come fosse un eterno luna park. Il Tribunale di Napoli mette un limiti all’orario di esercizio alle 23,00 del locale molesto, ma lascia perplessi sotto altri punti di vista. Registriamo, infatti, una sorta di “discriminazione giudiziaria” tra i Tribunali del Nord e quello di Napoli, i primi, più attenti alla tutela dell’uomo in quanto tale, i secondi, forse più attenti alla necessità di mantenere in piedi imprese, seppure nocive, per i posti di lavoro (al nero?) e dare maggiore tutela alla proprietà, perdendo forse di vista lo scopo sociale a cui fa riferimento la Costituzione sia per l’iniziativa economica che per la proprietà.
Nonostante qualche pronuncia della Cassazione contraria, invece, i Tribunali del Nord non hanno remore a condannare insieme ai gestori anche i proprietari che sono poi coloro che incassano fior di migliaia euro di canoni di affitto, tal volta da immobili che non hanno i requisiti per essere adibiti a “baretto molesto/Discoteca” in un contesto residenziale. Per il Giudice Napoletano il proprietario è, invece, “irresponsabile”, senza capire che se non di pone mano ad una seria riflessione sul punto della responsabilità dei proprietari i cittadini resteranno sempre sforniti di tutela, poiché i gestori, spesso e volentieri, società vuote, andranno via, venendo rapidamente sostituiti da altri gestori molesti, mentre i proprietari “irresponsabili” continueranno ad incassare cifre astronomiche affittando immobili sprovvisti delle qualità necessarie.
Altro aspetto, che fa sorridere amaramente, è la valutazione economica del malessere subito da cittadini del nord rispetto a quello subito dai napoletani. Sembrerà strano ma per il Tribunale di Brescia il malessere per notti insonni e salute precaria vale circa 50,00 €. al giorno, mentre per quello di Napoli solo 5,00 €. Provocatoriamente potremo dire che un Bresciano vale 10 Napoletani! Ad entrare in gioco è forse l’approccio psicologico del Giudice Napoletano che ritenendo i suoi concittadini già afflitti da tanti altri mali uno in più uno in meno non dovrebbe fare poi tanta differenza, senza considerare, invece, che se al poco di cui possono godere i napoletani si toglie un altro poco, resta niente! In sostanza, viste le condizioni sociali sarebbe stato forse più giusto fare il contrario e non discriminarci da soli. La battaglia, come dire, non è solo giuridica ma anche culturale, noi napoletani amiamo compatirci buttandoci alle spalle il malessere senza considerare che questo approccio ha determinato una minore nostra aspettativa di vita di 4 anni rispetto ai nostri concittadini del nord. Forse è arrivata l’ora di invertire la rotta e pretendere con più convinzione la tutela dei nostri diritti umani senza i quali ci dovremmo chiedere che senso ha essere cittadini.
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