Non ho ancora avuto comunicazioni ufficiali ma credo che queste siano le somme in ballo circa 10.000,00 €. incassati dal Comune per i due concerti tenutisi in Piazza del Plebiscito. E’ chiaro che la trasparenza è un valore in se’ ed è utile affinché i cittadini possano in piena scienza e coscienza farsi un’opinione valutando l’amministrazione sugli atti e sui comportamenti. E’ altrettanto ovvio che la scelta dell’amministrazione fa leva sul rilancio dell’immagine di Napoli che si è avuta con i due eventi. Io resto in sostanza della mia opinione, non sono contro i concerti ma credo che ogni valutazione ed utilizzo che investa i beni comuni debba essere fatta con rigore valutando gli interessi singolari e collettivi affinché si trovi sempre la giusta sintesi.
Da Il Corriere del Mezzogiorno del 25 luglio 2012
Occuparla costa 10 euro al metro quadro, per Liga e Pausini pagati 10 centesimi
NAPOLI — L’intera piazza del Plebiscito ha una superficie di 25 mila metri quadrati e la tariffa piena per l’occupazione di suolo pubblico è di 10 euro a metro quadrato: per un giorno, quindi, si arriva a un totale di 250 mila euro. Poiché per i concerti di Luciano Ligabue prima e Laura Pausini poi è stata chiesta la disponibilità del grande largo al centro della città per 12 giorni, l’importo complessivo sarebbe stato di 3 milioni. In realtà non è stata occupata l’intera piazza: per 8 giorni su 12 è stata utilizzata quasi esclusivamente l’area che ospita il grande palco. Questo però non basta a chiarire come si sia arrivati da 3 milioni ai 10 mila euro versati. La spiegazione è nel super-sconto concesso all’organizzazione pur di avere i due concerti al Plebiscito. Il costo è quindi sceso da 10 euro a 10 centesimi a metro quadro. Com’è possibile? È possibile perché lo consente l’articolo 29 del regolamento Cosap, intitolato «Esenzioni e riduzioni», al quale si è rifatto il sindaco de Magistris che ha sollecitato la riduzione del 99 per cento. Non del 25 o del 50 per cento: del 99 per cento.
La domanda ora è: chi ha fatto un affare? L’organizzazione, che ha potuto usufruire di piazza del Plebiscito pagando poche migliaia di euro al Comune per l’occupazione di suolo pubblico e alcune altre per la pulizia dopo le manifestazioni? Oppure l’amministrazione, che ha portato al Plebiscito due appuntamenti musicali di grande rilievo? Di sicuro è contento de Magistris, che ha manifestato la propria soddisfazione rimarcando che l’amministrazione «non si è dovuta fare carico di spese». Favorevoli anche i fan dei due artisti, accorsi a migliaia nonostante il costo dei biglietti. Divisi invece i residenti nella zona, che hanno dovuto sopportare almeno un paio di giornate di gran caos e disagi. Ma la città, intesa nel suo complesso, ne ha tratto beneficio? «Io credo che sia in discussione non il prezzo pagato ma che i concerti si siano tenuti in piazza del Plebiscito», commenta Dario Scalabrini, che come amministratore dell’Ept organizzò la festa di Piedigrotta e il (contestato) concerto di Elton John proprio lì, davanti al Palazzo Reale. Secondo Scalabrini è positivo che Napoli sia riuscita ad avere Ligabue e Laura Pausini, perché uno dei nostri problemi è che «la città è fuori dal giro dei grandi concerti. Eppure, due anni fa Paul McCartney voleva venire a suonare qui proprio perché aveva visto i filmati e parlato con i manager di Elton John». Non è proprio per questo che gli organizzatori dovrebbero pagare un po’ di più? «Noi facevano concerti con il sostegno della pubblica amministrazione. Se non c’è, bisogna ricorrere all’intervento privato, anche favorendolo. Comunque non è giusto che il Comune ci guadagni, è già un buon risultato che porti qui i concerti perché molti artisti evitano Napoli e, se vuoi recuperare immagine, devi in qualche modo investire. Che Ligabue sia stato a Castel dell’Ovo e all’Università conta molto. Magari — conclude Scalabrini — avrei cercato di barattare lo sconto con la possibilità di utilizzare un filmato per la promozione turistica».
Il turismo, il turismo, il turismo da promuovere. A Napoli sembra un ritornello più che un obiettivo politico-economico. Ma cosa accade nelle altre città, anche altrove le piazze simbolo diventano palcoscenico di tutto ciò che accade? E allo stesso prezzo scontato? Risponde Raffaele Cercola, esperto di marketing, professore della Sun ed ex presidente della Mostra d’Oltremare: «A Roma te lo sogni. Anche a Milano e a Firenze. A Venezia, invece, ci fu uno storico concerto dei Pink Floyd. Ma furono loro a chiedere di andare a San Marco e si fecero carico di ogni spesa». Accadeva la sera del 15 luglio 1989: il gruppo suonò su un enorme palco galleggiante. Sulla storia della città il concerto ebbe un impatto disastroso, con polemiche a non finire sulle autorizzazioni e sui danni. Il giorno dopo il Corriere della Sera titolava: «La giunta si scioglie come neve al sole». Però, per la storia del rock, quello è stato il concerto del secolo, ancor più dell’altro che la stessa band immortalò in un film a Pompei: negli Scavi infatti il pubblico non c’era.
«Il Plebiscito — precisa Cercola — non ha la stessa forza di Venezia a livello mondiale. Più in generale, bisogna distinguere tra l’aspetto economico e l’opportunità urbanistico-sociale. Ogni luogo ha e deve avere la sua identità. Invece questa benedetta piazza del Plebiscito ha avuto una storia non facile perché è stata svuotata ma mai riempita. Una cosa è togliere, come sono state rimosse le mura del porto in piazza Municipo e adesso lì non c’è niente, un’altra è definire a cosa è deputato un luogo. A Napoli non c’è una strategia. È appena accaduto anche al lungomare». Quale potrebbe essere il luogo deputato ai grandi concerti in città? «Per eventi con migliaia di persone — risponde Cercola — si potrebbe pensare all’Ippodromo di Agnano, all’acciaieria, anche all’Arena Flegrea, dove ha suonato Battiato. Ma vorrei soffermarmi sullo stadio, dove i concerti non si tengono più. A Torino sta per cominciare la gara per l’impianto della Juventus che, cedendo il nome, recupererà 75 milioni dei 120 che ha speso per realizzarlo. Insomma la ricerca dell’immagine va bene ma occorre ragionare. Tornando al Plebiscito, la piazza simbolo dev’essere enfatizzata magari a Capodanno e per eventi simbolici, ma perché nel caso di un concerto? Si creano solo problemi tutto intorno per l’assalto degli spettatori. Questi sono fenomeni commerciali, non trasmettono messaggi di alcun tipo».
Angelo Lomonaco
Nel blog scrivi che la riduzione è avvenuta perché “lo consente l’articolo 29 del regolamento Cosap, intitolato «Esenzioni e riduzioni», al quale si è rifatto il sindaco de Magistris che ha sollecitato la riduzione del 99 per cento. Non del 25 o del 50 per cento: del 99 per cento”.
Pure a me risulta che sia stata concessa la riduzione del 99% e ti dirò di più, mi risulta concessa con la Delibera di G.M. n. 548 del 11/07/2012, che tarda ad essere pubblicata all’Albo Pretorio (ma guarda un po’ che combinazione…), e mi risulta che siano stati pagati 2400 euro a concerto, totale 4800,00 non i 10mila che scrivi tu.
Bene (anzi, male), ma il Regolamento COSAP pubblicato sul sito del Comune all’art. 29 dice cose diverse, perché PARLA DI ESENZIONI MA NON DI RIDUZIONI!!!
Il regolamento COSAP che ho davanti, le riduzioni non le prevede proprio e sicuramente non prevede la possibilità di concedere una riduzione del canone del 99%!!!
ALLORA a questo punto ritengo sia vero quanto sagacemente evidenziato da Valentina Leone sulla pagina FB Cittadinanza Attiva. Valentina, spulciando tra le carte del Comune ha notato che il CONSIGLIO COMUNALE nella seduta del 19 giugno scorso HA MODIFICATO IL REGOLAMENTO COSAP per consentire questo tipo di “riduzioni, fino all’azzeramento del canone” a favore di chi ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione svolga “manifestazioni e spettacoli con forte richiamo turistico e quindi ricaduta economica positiva per la città” (la cosa si legge pure sul sito del Comune e su alcuni articoli di giornale.
A qquesto punto credo che sia INDISPENSABILE conoscere chi abbia proposto LA MODIFICA DEL REGOLAMENTO COSAP E PERCHE’ QUESTA MODIFICA NON RISULTI SUL SITO DEL COMUNE nel testo ufficiale del regolamento COSAP.
Mica per caso c’è qualcuno che la vuole tenere nascosta?
Gennaro Esposito, la puoi fare questa verifica?
“Art. 29 Reg. COSAP – Esenzioni
Sono esenti dal pagamento del canone tutte le occupazioni non espressamente indicate nel precedente art. 2.
Sono esentate dal pagamento del canone le occupazioni realizzate in proprio dal Comune di Napoli previo atto di esenzione della Giunta Comunale.
Sono altresì esentate dal pagamento le occupazioni realizzate per l’esecuzione di lavori, opere, manutenzioni date in appalto dal Comune di Napoli.
I soggetti che realizzano occupazioni di suolo pubblico in collaborazione del Comune di Napoli previa formale autorizzazione della Giunta Comunale sono tenuti al pagamento del relativo
canone nella misura del 50 per cento.
Sono, infine, esonerati dall’obbligo coloro i quali promuovono manifestazioni od iniziative a carattere politico, purché l’area occupata non ecceda i 10 metri quadrati”.
"Mi piace""Mi piace"