Calcio e politica all’ultimo stadio. L’urbanistica in “Saldi”

La questione è al vaglio del Parlamento è pare che la soluzione ai problemi economici sia la cemetificazione dell’Italia con la costruzione di Stadi in deroga agli strumenti urbanistici! Non credo sia questa la soluzione del XXI secolo l’economia si muove su altri binari ed anzicché pensare a consumare territorio dovremmo iniziare a pensare a conservarlo! Non è possibile che si ragioni ancora così, mi chiedo se sia un caso la parallela discussione che si è introdotta a Napoli con la proposizione dello stadio a Ponticelli. Se vogliamo davvero cambiare questo paese dobbiamo iniziare a pensare che l’economia va guidata dalla politica e non viceversa. Di seguito incollo l’articolo che è uscito ieri sul Manifesto. Al Cemento Cemento Cemento io rispondo Conservazione del territorio ed economia verde.

Da il Manifesto del 15 luglio

LA LEGGE IN SENATO

L’effetto Europei di calcio ha dato i frutti sperati. Chissà se fuori dell’agenda protocollare se ne è  parlato anche nella cerimonia di ringraziamento generosamente concessa al Quirinale: fatto sta  che a quindici giorni dal fischio di chiusura del campionato europeo, alla camera dei deputati è stato approvato il provvedimento di legge che concede alla società di calcio la facoltà di realizzare, in deroga a qualsiasi regola urbana, nuovi stadi, ipermercati, alberghi e alloggi. Insomma, la solita

overdose di cemento. LA LEGGE IN SENATO La legge sugli stadi in discussione alla camera parte con tutta evidenza da un presupposto oggettivo: il deficit della squadre di calcio è arrivato a una voragine pari a un miliardo di perdita nei tre campionati, dovuti a spese folli e a gestioni irresponsabili. Nella nostra società a dominio finanziario, questo enorme debito mette in affanno le già affannate banche. Chi non ricorda la complessa trattativa sulla vendita della Roma Calcio effettuata lo scorso anno sotto la regia di Unicredit, fortemente esposta con la società calcistica romana. Che di legge a favore della speculazione immobiliare si tratti non c’è dubbio. Sempre le statistiche della Lega calcio ci dicono che gli introiti delle partite rappresentano soltanto il 18 per cento dei bilanci societari, mentre soltanto i diritti televisivi valgono più del 50 per cento. Non saranno dunque i nuovi stadi a rimettere a posto i bilanci delle società calcistiche, la legge approvata alla camera è l’ennesimo regalo al sistema bancario. Ne saranno felici Monti, Passera e i ministri che provengono da quel mondo. Ma non ne saranno felici i milioni di cittadini che in ogni città italiana vedranno crescere, in luoghi incontaminati in aperta campagna, nuovi quartieri strade e, forse, anche gli stadi. Si dirà che questo è un quadro fosco, o prevenuto. Basta allora ripercorrere l’incredibile vicenda avvenuta a Roma nel mese di aprile, quando è apparso su tutta la stampa nazionale un bando per cercare le aree dove costruire lo stadio della Roma Calcio promosso dalla Cushman & Wakefield, società controllata dalla Exor della galassia Fiat. Evidentemente chi non sa più produrre automobili sa invece come produrre plusvalenze immobiliari, perché la Cushman & Wakefield chiedeva ai proprietari delle aree la loro disponibilità  ad alloggiare il nuovo stadio della Roma compreso albergo, ipermercato e quant’altro. L’importante era avere dieci ettari di territorio incontaminato. Questo è il provvedimento che è stato approvato alla camera dei deputati e che sta per essere inviato al senato, speriamo soltanto che ci sia un sussulto da parte di alcuni dei partiti, in particolare di chi fa opposizione al governo Monti, e da coloro che all’interno del partito democratico, come Roberto Della Seta, sono risolutamente indipendenti dalla cultura che domina quel partito. La legge andrà in discussione al senato e speriamo che invece di continuare con il sistema delle deroghe si ricominci a parlare di ripristinare le regole e a mettere i bisogni sociali al primo posto dell’agenda politica.

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