Nel silenzio della Politica un problema sociale da affrontare
Il 14 maggio scorso si è celebrato, si fa per dire, l’Alcol Prévention Day, con la presentazione dei dati statistici sul consumo, o meglio sull’abuso, dell’alcol. Una giornata, passata in sordina, organizzata dal Ministero della Sanità che ha presentato un approfondito lavoro statistico dell’I.S.S. Come Comitato, l’argomento non ci è nuovo e, proprio perché siamo costantemente informati su cosa accade, notte dopo notte, sotto le nostre finestre, in data 11.11.2017, nella occasione di un tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi in Prefettura, al quale partecipammo, offrimmo a Prefetto, Questore e Sindaco un lavoro scrupoloso sul tema del consumo dell’alcol tra i minori, consegnando alle Autorità presenti un questionario anonimo, copiato in larga misura da una esperienza di Arezzo, da somministrare agli adolescenti ed ai giovani delle scuole, per capire quali erano le loro abitudini “alcoliche”, nella elementare ottica che, per combattere un fenomeno, occorre studiarlo e conoscerlo. Neanche a dirlo, fummo molto apprezzati ma, completamente ignorati. Il 16.01.2020, vedendo con i nostri occhi cosa accadeva – ed accade tuttora – nelle strade e nelle piazze della cd. movida napoletana, abbiamo inoltrato un espresso invito alle Autorità Amministrative ed alle Forze dell’Ordine ad espletare, per lo meno, i controlli circa il rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 6 del D.L. 117/2007 che prevede una serie di obblighi, per i gestori di attività di somministrazione di bevande alcoliche, puntualmente disattesi. Ovviamente, mai nessuno ci ha risposto. Con Antonio Gallo, medico nostro associato, siamo anche andati in alcune scuole a spiegare i danni che l’alcol provoca specialmente ai minori. Sulla nostra pagina Facebook, pubblichiamo filmati e foto di giovani riversi a terra in vario modo, in preda a “crisi alcoliche”, spesso soccorsi con l’intervento delle ambulanze. Del tema si parla per lo più il giorno di capodanno poiché i “pronto soccorso” per crisi o coma etilico fanno concorrenza a quelli per i botti. Oggi leggiamo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità che per noi sono agghiaccianti, perché ne conosciamo la corrispondenza nella “carne e nelle ossa” dei nostri adolescenti e giovani che si trascinano nelle notti alcoliche napoletane, definiti dai residenti, nei loro commenti sui nostri gruppi chat di quartiere, “zombie”. Il fenomeno, lo dobbiamo dire con forza, è assolutamente sottovalutato e fuori controllo, mentre l’offerta di cicchetti ad 1 €., birrette ad 1 € e Spritz a 1 o 2 €. sono capillarmente e “democraticamente” distribuiti in tutti i luoghi della cd. movida, dove le pubblicità che incitano a bere sono accattivanti e, soprattutto, rivolte ad un pubblico adolescente. Come: ”I have a dream” di M.L. King, opportunamente modificato in “I have a Drink”. E’ possibile che solo noi ce ne accorgiamo? Eppure, alle Autorità basterebbe farsi un giro nelle notti, appena trascorse della cd. movida napoletana, per vedere il tappeto di bottiglie di birra, di vino e di superalcolici a cui si mescolano spesso anche boccettine di psicofarmaci; per non parlare della quantità di erba che si fuma, la cui “fragranza” giunge fino ai piani alti dei vicoli, ovvero, della cocaina che si consuma che pure abbiamo filmato e denunciato. Ebbene, vediamo che gli adolescenti ed i giovani escono già con l’intenzione di “schiattarsi la capa” e non importa se il bicchiere è pieno di vino, di birra, di vodka o di altro superalcolico, per loro l’alcol è tutto uguale, ignorando qualsivoglia informazione sulla sua gradazione. Il fenomeno, più in “voga” tra i giovani, si legge nel citato rapporto, si chiama “binge drinking” e consiste nella “abbuffata” alcolica di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, il cui costo, come detto, è alla portata di tutti, “praticata da oltre 3,8 milioni di consumatori (2,8 milioni maschi; 1 milione femmine) di cui 830.000 11-25enni che giungono all’intossicazione, rappresentando un grave problema, sia di salute che di enorme pressione, sul sistema di pronto intervento per le procedure di disintossicazione e di ricovero. Nel 2019 i binge drinkers rappresentano il 10,8% tra gli uomini e il 3,5% delle donne con età superiore agli 11 anni; lo studio dei modelli di consumo tra i giovani ha mostrato che, nel 2019, i livelli più elevati in assoluto nella popolazione hanno riguardato in particolare il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% maschi e l’11% femmine”. A questo punto corre l’obbligo di guardare cosa fanno nelle altre città europee e scopriamo che a Madrid (dove è nata la Movida), a Londra ed a Berlino è vietato consumare alcolici nei luoghi pubblici. Napoli, invece, possiamo confermare, è piena di giovani, tra cui molti Spagnoli, che trascorrono, in questo periodo di “semilockdown”, le notti napoletane, portandosi dietro buste piene di bottiglie di ogni genere di alcol, nella assoluta indifferenza delle Istituzioni.
Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina
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