NAPOLI. Comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina. Il nostro patrimonio urbano è un regalo che ci hanno lasciato i nostri avi, distruggerlo, imbrattarlo o, in vario modo, danneggiarlo è un crimine verso l’umanità e verso le generazioni future. Le Istituzioni hanno l’obbligo di tutelarlo e conservarlo. Il nostro compito, di fortunati abitanti di questi luoghi, è quello di rispettarlo! Se guardiamo i centri storici delle altre città Italiane non notiamo questo degrado urbano connesso a comporetamenti criminali di persone che non hanno la percezione del danno urbano e monumentale che stanno provocando. I Napoletani ormai non ci fanno neppure più caso, i nostri figli sono abituati al degrado e le generazioni future si cureranno ancora meno della Città. Occorre un mutamento Culturale. La Città non è un Bene di Consumo!
Napoli Svelata Imbrattata

LA GRANDE MUNNEZZA
Ci fu un tempo in cui uomini provenienti da terre lontane furono irresistibilmente attratti dalla bellezza di questa terra. Furono Greci e Romani, Normanni ed Angioini, Svevi ed Aragonesi che, oltre a prendere , ci regalarono la loro la bellezza.
Cominciò così una narrazione che dura da 2700 anni. , un racconto tormentato che forse potremmo ascoltare, se avessimo la leggerezza d’animo e la fantasia , cioè la capacità di creare, semplicemente accostando l ‘orecchio alle nostre pietre .
E’ una storia che compose la nostra “ Grande Bellezza “.
Ma tutto questo non ci interessa, non ci appartiene : alla “ Grande Bellezza ” preferiamo la “ Grande Munnezza “.
E sappiamo tutti che “ munnezza “ non è solo nu sacchett’ ‘ e fetenzia!
Nel corso del tempo abbiamo maturato una grande forza che ci ha fatto adattare a tutto, che ci ha regalato la nostra normalità e che ,sereni, ci consente di posare a sera la testa sul nostro cuscino.
Questa forza che divora la dignità e distrugge il tuo orgoglio si chiama “ indifferenza” ed ogni giorno ci solleva dal gravoso peso dello scuorno.
E allora grazie a tutti : ai cari concittadini che fanno finta di non vedere; al nuovo che avanza, i giovani, che gaiamente si omologano e disinvoltamente passano oltre ; ai commercianti che ci riempiono la vita e la piazza di ogni tipo di schifezza ; alle istituzioni troppo impegnate a gestire il potere lontane dai propri doveri; ai cosiddetti intellettuali che tacciono dopo aver riempito la propria bocca di inutili parole : dopo tutto è meglio non esporsi , guardiamoci le spalle, teniamo famiglia!
Forse abbiamo dimenticato qualcuno, ce ne scusiamo, ma non preoccupatevi ce n’è per tutti : puttane e camorristi, guappi, preti e professionisti ,mariuoli e scippatori, zandraglie e vu cumpra’. Grazie a tutti lor signori in questa lota ci sguazziamo tutti !
La nostra coscienza, però, è pulita, non avvertiamo il rimprovero di alcun grillo parlante, ci sentiamo assolti : è sempre colpa di altri, il male è altrove,non ci appartiene, forse, chi sa, viene dall’altra sponda del mare: sarà colpa dell’uomo nero! In fondo,come ci insegna un’antica saggezza, se vuoi vivere felice devi farti i cazzi tuoi !
E allora?
Simm ‘e Napule paisà : tenimmancella sta munnezza ,ballammce dinto , pensamm a Maradona e ‘o campionato, magnammece a pizza ,a mozzarella e ‘o casatiello e, se vulite, doppo ,in bòna cumpagnia e chine d’alleria , ce bevimmo na bella tazza ‘e surore ‘ e uàllera , accussì, tanto pe gradì . Poi cu tutta sta chienezza, mbriache e senza pensiero,dinto ò cesso ,pecchè tutto a nuie ce dice, c’ ‘a dignita’ ‘o mazzo c’ annettammo
E accussì, illuso, abbunato e lamentuso è chillo che pensa ancora ca purtroppo “ a nuttata adda passà ” e, co còre scorticato e cu na voce dinto ‘e recchie che ll’ rìce “ Comm’ ‘e ddoce, comm’ ‘e bella ‘a città ‘e Pullecenella “ , speranzoso crére che però ce resta sempre ‘o tiempo pè se scetà.
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