Lo scandalo dei presunti peculati dei consiglieri regionali di tutta Italia dovrebbe spingere la politica a fare una riflessione seria. Il leit motiv è quello del “così fan tutti” e del conseguente corollario del “salvi tutti”! Con i fondi economali, assegnati ai gruppi politici, per attività politico/istituzionale, delle assemblee elettive, le cronache di quest’anno hanno dimostrato che ci si è comprato di tutto, dalla tintura dei capelli da parte di consiglieri calvi, a caramelle, sigarette, dolciumi, mutande verdi, c’è addirittura chi si è pagato il matrimonio della figlia e chi si è pagato la TARES di casa sua, dichiarando, poi, che era sede di partito, occorrerebbe prima o poi fare un libro con tutti i casi strambi. Anche in questo caso la politica non fa ciò che avrebbe fatto in ogni altro paese civile: una indagine interna e la conseguente espulsione di coloro che sono stati pescati con le dita nella marmellata. Ciò porterebbe ad un azzeramento della intera classe politica, salvo rare eccezioni, che sono rinvenibili in ogni schieramento e, quindi, non solo nel m5s! Niente di tutto questo, si attende che l’acqua scorra sotto i ponti e che il tempo possa riabilitare chi, tutto sommato, per la politica ha commesso un peccato veniale di qualche centinaia di migliaia di euro! Il vero problema è che questo stato di cose si autoprotegge proprio perché alle spalle di ogni uomo politico c’è il vuoto pneumatico creato un po’ ad arte un po’ per il principio “io sono io e gli altri non sono un … niente“. Oggi è stato arrestato addirittura il braccio destro di caldoro in regione che dire, il presidente della regione anziché aprire una finestra e fare pulizia ha immediatamente dichiarato che metterebbe sul suo fido metterebbe la mano sul fuoco, forse non solo la mano … forse occorrerebbe mettere tutto il braccio … il destro. Sulla questione vedremo cosa farà la neo nominata assunta tartaglione nuova segretaria regionale del pd.
Il tema mi è molto caro vedi anche: scandalo in regione campania il denaro dei consiglieri (clikka)
Da Repubblica Napoli di oggi (18.02.2014) Scandalo rimborsi alla Regione gomme e tintura per i capelli
Il consigliere regionale socialista Gennaro Salvatore fu già condannato due volte per concussione – Braccio Destro di Caldoro agli arresti domiciliari. C’È LO scontrino dell’ormai nota tintura per capelli, più «make up e toletteria », per 78 euro. C’è l’acquisto del chewingum, 1.95. E poi, ovviamente, corposi acquisti, hotel ristoranti e gioiellerie. La lista di spese personali, per 100 mila euro di fondi pubblici, manda agli arresti domiciliari Gennaro Salvatore, consigliere regionale e fedelissimo del governatore. E Caldoro va oltre il suo garantismo. «Salvatore? Serio e corretto». Non un’ombra di disagio, in apparenza. Intanto quell’aula è gremita di scandali e personaggi inquisiti.
Scandalo rimbosi alla Regione gomme e tintura per i capelli
Ai domiciliari Salvatore, uomo-ombra di Caldoro
CONCHITA SANNINO
LASCIARE la poltrona di capogruppo non lo ha salvato dalla detenzione. È quasi un ritorno al passato per Gennaro Salvatore, considerato politicamente l’uomo- ombra del presidente Stefano Caldoro, il socialista approdato a nuova vita politica, dopo le regionali del 2010, nell’aula del Centro direzionale. La sua elezione e il ruolo di presidente del gruppo “Nuovo Psi- Caldoro Presidente” arrivavano infatti dopo la controversa fase della Prima Repubblica e le sue due condanne per concussione, durante gli anni della Tangentopoli napoletana, 1991 e 1992, quand’era assessore comunale nella giunta di un altro socialista, Nello Polese sindaco.
Stavolta, per Salvatore, l’accusa è di peculato continuato. È accusato di avere prelevato poco più di 100mila euro, e di questo denaro di aver percepito indebitamente 95mila euro, tra il 2010 e il 2012. Il consigliere, stando all’indagine del pm Giancarlo Novelli coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, avrebbe però destinato quei soldi del cosiddetto Fondo istituzionale «per il funzionamento dei gruppi» a utilità e acquisti del tutto lontani dagli obiettivi previsti dalla norma. Spese che, secondo la Procura, o non sono state mai documentate, oppure sono state documentate con «pezze di appoggio» palesemente incongruenti rispetto alle finalità istituzionali in vista delle quali quel contributo veniva erogato. Nel 2010 per esempio spiccano, come si rileva dall’ordinanza del gip D’Auria, le spese per libri scolastici, articoli per la casa per oltre 2mila e 200 euro, gomme da masticare e prodotti per l’igiene della persona (toiletteria, make up donna e kit colorazione capelli, puntualizza pignolo il consulente). Poi, l’anno successivo, ecco nella lista gli occhiali da vista, le sigarette e articoli da regalo acquistati in gioielleria, ma anche accessori per motocicli e farmaci. Nel 2012, infine, sono stati rimborsati anche cialde di caffè, farmaci e dolciumi.
La primavera scorsa, esplode lo scandalo dei rimborsi, che travolge quasi per intero il consiglio regionale, con i suoi membri indagati per l’uso più che disinvolto dei cosiddetti “fondi per i gruppi”, ma la mannaia scatta per Salvatore in virtù di una condotta considerata «particolarmente grave». Lo scorso settembre, è lo stesso consigliere socialista a chiedere diessere sentito dal pm e di spiegare (esigenza che, in verità, tanti altri consiglieri del Pd e del Pdl si guardano bene dal sentire). Assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Fabio Carbonelli, Salvatore spiega che è stato uno stupido errore fare arrivare alla magistratura anche gli scontrini su tintura per capelli e giocattoli. «Gli scontrini sono il risultato di un’attività disorganizzata di raccolta che si riferiva a tutte le spese affrontate da me e dai miei collaboratori anche quando, per la loro natura chiaramente personale, ero io stesso a pagare con i miei soldi», fa mettere a verbale il consigliere. Aggiunge: «Era tutto piuttosto disorganizzato, messo in un bustone in segreteria», e tira in ballo anche qualche errore dei collaboratori.
Una tesi difensiva che il giudiceritiene «irrilevante e comunque contraddetta dal rinvenimento di documentazione univocamente connessa alla vita privata dell’indagato », anche perché alcuni scontrini sono “parlanti” e come quelli della farmacia recano il codice fiscale dello stesso Salvatore.
In serata, dopo 12 ore, ecco la presa di posizione netta del governatore a favore del suo fedelissimo. Il governatore, notoriamente garantista, stavolta va persino oltre e afferma: «Gennaro Salvatore è persona seria e corretta. Sono convinto che dimostrerà alla magistratura la sua piena innocenza, peraltro non avendo certamente ricavato alcun beneficio personale, come del resto confermato dal tenore di vita suo e della famiglia». Non si attacca un uomo se vive un dramma, spiegano nel suo entourage. Attacca invece Sel, col coordinatore regionale Salvatore Vozza. «Il consiglio regionale della Campania è oramai travolto da continui scandali ed inchieste, e la sua credibilità scivola ogni giorno di più in abissi intollerabili». Vasta la schiera degli inquisiti e condannati, in quel consiglio.
Da Massimo Ianniciello, reduce dagli arresti per un’altra truffa dei rimborsi, a Roberto Conte, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Da Corrado Gabriele e Angelo Marino, già indagati per i rimborsi e di recente colpiti anche dall’inchiesta sul ricatto sociale dei Bros, ad Angelo Polverino, arrestato nell’inchiesta sugli appalti truccati della sanità.
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