Oggi su Corriere del Mezzogiorno l’intervista al geologo Caniparoli sul disastro della riviera di chiaia dove c’è stato anche il crollo di un edificio storico. Il tema è sempre lo stesso paghiamo i danni di una politica incapace di indicare la strada agli imprenditori. Sulla metropolitana di Napoli si dovrebbe aprire una discussione su come abbia fatto la politica ad accettare soluzioni tecniche nel solo interesse dei costruttori. Sono, a mio avviso, eclatanti gli interventi su riviera di chiaia dove, una politica attenta, avrebbe dovuto pretendere, dall’impresa una soluzione di maggiore protezione dei cittadini imponendo l’attraversamento in superficie ad esempio. Non meno grave è lo sbancamento del Monte di Dio dove per fare una stazione si è scavato l’intero “monte” da piazza Santa Maria degli Angeli fino a sotto Via Chiaia mentre, invece, forse, si sarebbe potuto tutt’al più aggiungere qualche ascensore senza provocare allarmi per la vicina scuola elementare. Ancora la stazione di Monte Santangelo con l’opera dell’architetto Indiano Kapoor che giace nei depositi olandesi (gli sprerchi della metropolitana clikka). Ebbene, oggi, occorrerebbe chiedere il conto a quei politici poco accorti che sono essi la causa del disastro e dello sperpero del danaro pubblico mentre, invece, da più parti sento voci di riabilitazioni. I cittadini hanno la memoria corta … spero di no!
Sul crollo di Riviera di chiaia vedi anche: (il crollo alla riviera di chiaia ed i rischi della linea 6 esperti a confronto clikka)
Martedì 18 Febbraio, 2014 Vincenzo Esposito CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – NAPOLI
Il giallo della Riviera allagata di notte Caniparoli: vi spiego il perché
NAPOLI – Il 4 marzo sarà trascorso un anno dal crollo di palazzo Guevara a Chiaia. In dodici mesi tante domande non hanno trovato risposta. Soprattutto quelle sui lavori nel sottosuolo per realizzare la linea 6 del metrò, e quelle sul reale stato idrogeologico della zona. Ieri al giornale un lettore ha inviato l’ennesima foto della Riviera allagata in una serata calda e serena. «Perché?», è la domanda. Mistero. Riccardo Caniparoli, geologo che da vent’anni studia il sottosuolo della zona, non ha dubbi. «La talpa ha perforato gli strati impermeabili che trattenevano le falde artesiane».
Ma lo sa o lo deduce?
«Non c’è altra spiegazione scientifica».
E perché l’acqua viene fuori sulla strada?
«Perché è compressa nel sottosuolo e appena trova una via d’uscita la percorre, anche se è lunga e tortuosa».
Ma pare che fuoriesca solo di notte.
«Normale, ciò accade quando le pompe dei cantieri che la scaricano direttamente nelle fogne sono spente. L’acqua non viene più aspirata e la pressione la porta in superficie».
Quando piove la Riviera diventa un fiume, perché?
«Ovvio, gli scarichi già sono pieni d’acqua e quindi non hanno la capacità di accoglierne altra».
La gente vuole sapere cosa sta accadendo?
«Ce lo chiediamo tutti. Ma le risposte non arrivano. Ce lo dovrebbe dire la magistratura. E anche l’amministrazione di Napoli. Non dimentichiamo che i lavori si stanno facendo in concessione. Il Comune ha il dovere di dire cosa accade nel sottosuolo».
Secondo lei?
«Io dico sempre che gli eventi sono naturali e solo quando l’uomo ci mette le mani diventano calamità. Qui è stato rotto un equilibrio secolare tra acqua piovana, marina e fonti artesiane. Ora la natura sta tentando di trovare nuovi equilibri».
Lei dice che la Villa comunale sta morendo e che la Riviera è in pericolo.
«Questo è sotto gli occhi di tutti. Ho fatto degli studi, ho pubblicato delle ricerche e nessuno mi ha mai smentito».
Appunto la Villa comunale. Perché l’acqua fuoriesce da lì?
«Sopra, sulla collina i buchi sono stati tappati, cementificati. Il parco borbonico è l’unico posto in cui trova una via d’uscita. E’ come un rigurgito naturale».
E’ acqua salata o dolce?
«E acqua delle fonti zuffregne. Quella di mare, invece, ormai è sotto la Villa e questo spiega perché gli alberi muoiono e più di una trentina sono stati tagliati pochi mesi fa».