Gli sprechi della metropolitana!!

kapoor

La notizia dell’architetto Kapoor che rivuole le sue opere d’arte progettate e realizzate per la costruzione di due uscite della Matropolitana di Monte Sant’Angelo mi ha colto di sorpresa. Di questa cosa, peraltro, ne avevo parlato, qualche settimana fa, con alcuni tecnici del Comune di Napoli, quindi, quando ho letto l’articolo sul corriere mi sono rizelato per gli ulteriori particolari. Non sapevo esattamente il costo ma da quello che leggo solo l’opera ci è costata circa 10 milioni i euro mentre per la realizzazione dell’anello ferroviario ci sono, come leggo, delle serie perplessità sulla utilità di realizzare una stazione a Montesant’angelo. La considerazione comune con i tecnici con i quali ho parlato era che prevedere delle opere d’arte in ogni stazione della metro è stato forse uno spreco di risorse non giustificato. Le stazioni sono belle e sono un biglietto da visita, mi ricordo quelle di Lisbona tra cui una di Calatrave ma a Londra la stazione è una semplice uscita che dal sottosuolo ti porta sopra. Oggi, con la crisi, il contrasto è ancora più evidente e lo spreco è insopportabile. A questo punto non mi meraviglierei se stessimo pagando anche un deposito all’Olanda che tiene le opere di Kapoor in deposito. Che dire occorrerebbe una approfondita riflessione per capire se possiamo rivenderle all’architetto artista poiché da quanto ho capito la stazione di Monte Sant’Angelo pare sia stata progettata con quelle uscite artistiche (sono due) e che un cambio determinerebbe anche la necessità di una riprogettazione. Per ciò che posso capire, io l’unica cosa che vorrei è che si smettesse una volta per tutte con questi sprechi per cominciare a considerare il bene pubblico e l’interesse pubblico come sacri!

Da Il Corriere del Mezzogiorno del 05.08.2012

L’ira di Kapoor su Napoli: rivoglio le mie opere.

L’artista indiano pronto a comprarle e a portarle in Medio Oriente. Lo scultore indiano Anish Kapoor è pronto a riacquistare personalmente le opere che ha realizzato per la stazione della metropolitana di Napoli-Monte Sant’Angelo. Attualmente depositate in un cantiere olandese in attesa di essere installate a Napoli, le sculture costate 8 milioni di euro potrebbero essere ricontestualizzate in un altro cantiere che l’artista di origini indiane ha aperto in Medio Oriente. Nei giorni scorsi Kapoor ha affidato ad uno dei due suoi galleristi italiani un mandato esplorativo per conoscere lo stato giuridico delle opere ed il valore chiesto per la riacquisizione. Kapoor, amareggiato per la sorte di un progetto – che doveva essere ben altra cosa – non risparmia la sua amarezza verso quella che definisce la lenta burocrazia napoletana. Intanto il cantiere della stazione affoga nel degrado.

NAPOLI – La torre ArcelorMittal Orbit ideata da Anish Kapoor è l’icona dei giochi olimpici di Londra 2012. Realizzata in acciaio tubolare rosso Ral 3003, per un’altezza di 114,5 metri è il faro che illumina il Parco Olimpico. Nel 2010 Kapoor ottenne il via libera alla sua proposta. E dopo due anni, nei tempi previsti, ebbe la soddisfazione di veder realizzata quella che in tanti ormai chiamano la torre Eiffel londinese. Molta meno soddisfazione, invece, nell’esperienza napoletana dell’architetto anglo-indiano. Il progetto della stazione di Monte Sant’Angelo è partito nel 1999 e ancora oggi non è neppure in dirittura d’arrivo. Kapoor venne contattato nel 2003 per disegnare la stazione «opera d’arte» che doveva diventare simbolo del metrò napoletano e, in qualche modo, della rinascita della città. E lo fece. Per lui due milioni e 60 mila euro. Otto milioni invece per la realizzazione delle mega strutture di acciaio Cor-ten, le bocche d’accesso alla stazione che si trovano ora in un bacino-deposito olandese in attesa di essere portate, con una nave, a Napoli. Kapoor guarda ai suoi figli dimenticati e non ci sta. Rivuole quelle opere. E’ disposto a ricomprarle pur di salvarle dall’abbandono, per poi dirottarle in un cantiere del Medio Oriente. Il primo sondaggio di una possibile trattativa è avvenuto qualche settimana fa attraverso uno dei suoi galleristi italiani. Semplice la domanda: quanto devo pagare per tornare in possesso delle mie opere? Un quesito al quale dovrebbe rispondere la Giustino costruzioni che ha acquisito le strutture per realizzare la stazione di Monte Sant’Angelo. Una vicenda assurda che vale la pena di ricostruire. Sembra che dopo l’ennesimo rinvio dell’ennesima scadenza per la realizzazione dell’opera, il 30 giugno scorso, l’artista sia andato su tutte le furie. «Ma che razza di modi sono questi, io ci ho messo la faccia», si sarebbe sfogato con un collaboratore. Usando parole poco lusinghiere nei confronti della burocrazia e della gestione della cosa pubblica a Napoli. Ma lo slittamento della scadenza ha provocato anche un altro effetto. I gestori del bacino olandese, dove sono abbandonate le due mastodontiche opere, si trovano in difficoltà. Hanno bisogno di spazio e così hanno telefonato a Kapoor chiedendogli, gentilmente, di risolvere il problema. Al più presto. E così dopo essere andato su tutte le furie e aver imprecato contro il malgoverno, l’architetto si è rivolto al suo gallerista in maniera perentoria: basta, rivoglio quelle opere. Sono disposto a comprarle.

Secondo indiscrezioni pare che la trattativa dovrebbe entrare nel vivo a settembre, e sembra che il prezzo si aggiri intorno ai dieci milioni (i due milioni e passa liquidati a Kapoor più gli otto milioni per la loro realizzazione). Tutto dipenderà dalla volontà o meno, da parte della Regione e del Comune, di portare a termine l’opera così come era stata ideata. Ma i segnali sono chiari. Basta ricordare le parole, appena un mese fa, pronunciate con decisione da Nello Polese, presidente dell’Eav (Ente autonomo volturno), la società cui fanno capo Circumflegrea e Cumana, le due linee che dovrebbero riunirsi proprio nell’anello di Fuorigrotta. Al Corriere del Mezzogiorno, che gli aveva chiesto il perché dei ritardi e dello slittamento del termine di consegna dell’opera, aveva risposto: «I lavori a Monte Sant’Angelo sono fermi come in molti altri cantieri. Il ministero delle Infrastrutture ha sbloccato i finanziamenti concordati a ottobre. Francamente, però, tra le varie opere bloccate quella di Monte Sant’Angelo è la meno rilevante sotto il profilo del traffico di persone, è un’opera ereditata. Anche il costo per passeggero è anomalo, cioé altissimo». E poi, pur rassicurando sul completamento della stazione, aveva espresso grandi perplessità: «Certo la dobbiamo finanziare e completare. Ma per esempio manca il progetto di chiusura di quell’anello di traffico, dopo la stazione di Terracina non si capisce come la linea possa arrivare a piazzale Tecchio». In pratica il progetto della chiusura dell’anello esiste, ma è finanziato limitatamente ai primi tre lotti: Monte Sant’Angelo-Soccavo, Monte Sant’Angelo-Parco San Paolo e Parco San Paolo-via Terracina. Il quarto, cioé la chiusura a piazzale Tecchio, ha un progetto di massima senza nessuna copertura finanziaria. Stando ai dati in possesso dell’Eav rispetto ad altri lotti ferroviari la bretella di Fuorigrotta ha quindi un costo sproporzionato, perché la mancata chiusura della linea porterebbe a spese di esercizio superiori. Per i tecnici costa quasi il doppio rispetto a una qualsiasi altra linea.

In pratica oltre 85 milioni di euro (350 con tutte le bretelle di collegamento, parcheggi e strutture varie). E con troppi debiti sul groppone: tanto che l’assessorato regionale ai trasporti ha dovuto sospendere i finanziamenti alla Sepsa perché, così come succede con le altre aziende del gruppo Eav, i fondi andavano a finire ai creditori o alle banche, senza sfiorare nemmeno le casse delle società appaltatrici. Così i lavori si sono fermati, nel cantiere sono cresciute le erbacce e qua e là sono comparsi cumuli di monnezza. E come se non bastasse Kapoor rivuole le sue opere. Bella fine per quella che doveva essere la stazione dell’arte, il simbolo della rinascita di Napoli.

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