Abbiamo discusso molto delle dimissioni di Carlo Iannello dalla presidenza della Commissione Urbanistica ed alla fine siamo giunti ad una decisione condivisa. La politica ha bisogno di coerenza e di atti esemplari che ci possono porre anche fuori dalle stanze, ma non importa, ciò che conta è essere compresi dai cittadini ed aver deciso in scienza e coscienza; ciò che conta è la cultura dell’esempio per distinguersi dalla malapolitica imperante. Nei palazzi ci sono solo tatticismi volti unicamente a fare politica, intesa non come cura dell’amministrazione, ma come semplice affermazione (tal volta anche rozza) di se stessi e del potere che si riesce a conquistare ed esprimere. Le scelte od un voto spesso non sono il risultato di uno studio e di una decisione coscienziosa e seria, ma l’adempimento di un ordine di scuderia. L’ignoranza serve a tenere calma la coscienza e rende più facile piegarsi alle decisioni prese nelle stanze chiuse. E’ strano ma quando i tuoi argomenti tecnici e politici risvegliano la coscienza nel tuo interlocutore che deve votare o adottare una scelta coraggiosa sale la rabbia, per aver svelato la verità che costringe a ribellarsi alla coscienza e ad essere consapevoli che si deve UBBIDIRE all’ordine. Meglio l’ignoranza, meglio non sentire o pensare che sei un nemico del governo.
Le motivazioni delle dimissioni di Carlo Iannello (clikka)
Dal Corriere del Mezzogiorno del 18 ottobre 2012
NAPOLI — Tra tutti gli eletti di «Napoli è Tua», la lista del sindaco Luigi de Magistris, Carlo Iannello è sempre stato il consigliere più critico. Forse per questo ha avuto un ruolo importante tra i picconatori di NèT, gruppo che si è frantumato in tre parti permettendo la nascita di Rifondazione democratica, partito a cui ha aderito Iannello. Ora però si consuma definitivamente anche la rottura con la maggioranza, visto che l’ex consigliere di NèT domani si dimetterà dalla presidenza della Commissione urbanistica.
Perché?
«Perché Il 17 settembre c’è stata una riunione della commissione urbanistica, molto partecipata. Ed è stato espresso parere negativo sulla delibera che ha poi conferito beni pubblici del patrimonio indisponibile alla Bagnolifutura. Dev’essere successo qualcosa perché poi, rispetto a quanto deciso, è cambiato tutto. Io in commissione ho un ruolo, e se questo ruolo viene calpestato vado via».
Ma che cosa è cambiato?
«E’ cambiato che il Consiglio l’ha invece votata».
Un ripensamento o scelte politiche?
«Non lo so. Ma facendo così il Consiglio ha smentito il lavoro della commissione, che è poi composta da consiglieri, senza dare spiegazioni. Quindi non mi rimane altro che dimettermi».
Non ci sono margini di ripensamento?
«No, non ci sono».
Ma perché il Comune non poteva conferire dei beni alla Bagnolifutura?
«Semplice: si tratta di beni pubblici dati a una società di diritto privato. Eppoi, lo dice la parola stessa: i beni sono indisponibili. E se sono indisponibili, in quanto riservati alla collettività, non possono essere dati ad una società per azioni per ripianarne i debiti. Si tratta infatti di beni costruiti con finanziamenti pubblici, e non possono, a mio avviso, essere trasferiti. Il Consiglio però ha deciso così e io ho deciso di dimettermi».
C’è chi ritiene però che lei si sarebbe dovuto dimettere comunque perché la presidenza della commissione urbanistica spettava a Napoli è Tua. E così?
«Io il Cencelli non l’ho studiato quindi non lo posso applicare perché non lo conosco. Se mi dimetto, ripeto, è soltanto per una questione istituzionale e di rispetto per le istituzioni».
Però non mi ha risposto: quel posto spettava a Napoli è Tua.
«Quel posto non spetta a questo o quel consigliere. Una volta eletto, infatti, un presidente rimane in carica fino a quando non si dimette. Non esiste infatti una strumento giuridico per rimuovere un presidente a meno che, ribadisco, non si dimetta di sua volontà. come faccio io».
Possibile che su Bagnoli salti sempre il tappo? Sono anni che Bagnoli e la Bagnolifutura dividano e non uniscano mai. Anche sulla vendita del suoli, per esempio, lei ha avuto sempre una posizione diversa da quella della maggioranza.
«Esatto. Io ero per non venderli ai privati ritenendo invece che dovesse essere la Bagnolifutura a costruire le case per poi rivenderle. Così si salvava pure la società. Invece anche su questo ci sono state vedute differenti».
Paolo Cuozzo
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gennaro esposito
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Ho molto apprezzato la lucida sincerità della tua riflessione.
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