Lo Sport e gli Impianti Sportivi Napoletani

Nella seduta del consiglio comunale del 25 ottobre 2022 si sono discussi ed approvati all’unanimità tre ordini del giorno che segnano un indirizzo univoco nella gestione e nell’affidamento degli impianti sportivi. Il primo riguarda l’affidamento in gestione secondo i principi dettati dalla recente normativa e da recenti pronunce della Giustizia Amministrativa. Il secondo riguarda la concessione gratuita degli impianti per manifestazioni sportive di rilevante interesse pubblico ed il terzo un criterio di applicazione delle tariffe per l’uso degli impianti sportivi a domanda individuale, più conforme alla logica ed al principio di non vessazione delle tante associazioni che fanno fare sport ai nostri concittadini giovani e meno giovani. E’ stato un momento di collaborazione ed unità di intenti di tutta l’amministrazione cittadina, dell’Assessore allo Sport, Emanuela Ferrante, delle opposizioni, con gli interventi dei Consiglieri Salvatore Guanci e Rosario Palumbo e della intera Commissione Sport che, con grande umiltà, mi onoro di presiedere. Sempre dalla parte dei cittadini, sempre dalla parte dello SPORT, nella consapevolezza che lo SPORT è una vera e propria politica sociale di prevenzione e recupero delle marginalità. Bravi TUTTI!!!

Gli Incapaci professionisti dello Sport

Il Mattino di Napoli ieri ricostruisce lo stato pietoso dell’Impiantistica Sportiva napoletana (clikka); oggi leggo i buoni auspici dell’Assessore allo Sport su Il Mattino di Napoli (clikka) e non posso fare a meno di farmi delle semplici domande:

Voi affidereste di nuovo la vostra casa ad un’impresa che in 6 anni non è stata in grado di ristrutturarla, costringendovi a dormire sotto i ponti? Perché dovremmo credere che dopo 6 anni di malgoverno dell’impiantistica sportiva le cose possano cambiare?

Per sgombrare il campo è il caso di dirlo forte: Il problema non è la mancanza di soldi, affatto! Nello sport i soldi, sarebbero venuti dallo sport, se solo fossero state liberate le risorse e le energie che lo animano. In questi anni ho sentito proposte provenienti dagli sportivi assolutamente valide.

La mia indignazione è proprio questa: I Napoletani perseverano nel credere che siano avvinti da un destino ineluttabile, non credono di essere artefici del proprio destino. La riscossa del popolo napoletano, sono convinto, potrà partire non da pseudorivoluzioni della domenica, di qualunque colore essi siano, ma dalla consapevolezza che il destino non è ineluttabile, dalla capacità di essere comunità che cura i propri interessi per non lasciare macerie ai nostri figli ed alle prossime generazioni. Possibile che dopo 6 anni di gestione De Magistris si ha ancora il coraggio di non ammettere i propri errori e le proprie responsabilità? Se non si è capaci di riconoscere i propri errori, si sarà poi in grado di evitare di commetterne altri?

Il Parcheggio/Centro Sportivo nel Centro Storico di Napoli

Aggiornamento: l’opera è quasi terminata e sono aperte le iscrizioni. Qualche tempo fa scrivevo del progetto di cui mi sono interessato quando sono stato consigliere comunale (2011-2016). Oggi si deve fare in modo di sfruttare le servitù di uso pubblico che è a beneficio della collettività, tenuto conto del fatto che nella II municipalità mancano gli impianti sportivi. Una raccomandazione alle Scuole del territorio che potranno usufruire della struttura gratuitamente. Spero che la Municipalità saprà sfruttare questa occasione di modo che l’opera realizzata non risulti solo nell’interesse privato, così come stabilito negli accordi pubblici.

Ieri (03.05.2017) ho partecipato ad una interessante “assemblea pubblica” in II Municipalità, di cittadini che volevano sapere di più sul parcheggio/centro sportivo (clikka) che è in via di ultimazione in Vico Pallonetto a Santa Chiara, che ha generato molti disagi ai cittadini, in fase di costruzione e che oggi li preoccupa per quello che potrà essere la gestione. Già me ne ero occupato quando ero consigliere, convocando una commissione  nel 2012 (presenti Anna Donati e Luigi De Falco Assessori alla viabilità ed all’urbanistica) e poi  chiedendo per iscritto con mia nota del 09.05.2013 (clikka), un espresso intervento di controllo per i pericoli che alcuni cittadini mi avevano segnalato e poi di nuovo con una richiesta di sopralluogo del 21 maggio 2014 (clikka), ovviamente, rimaste prive di riscontro. Per quello che posso dire, la giunta De Magistris era ed è a favore del progetto, difatti, in tal senso si pronunciarono in commissione sia Anna Donati (talebana della pedonalizzazione) che Luigi De Falco (assessore in quota Italia Nostra) mentre sia io (che ero Presidente della Commissione Sport ed impiantistica sportiva) che Carlo Iannello (presidente della Commissione Urbanistica) avemmo molto da ridire e sollecitammo una nuova valutazione che, ovviamente, non è mai avvenuta. In sostanza una singolare scelta politica, di De Magistris (prima maniera), diametralmente opposta a quella dichiarata per il parcheggio del Vomero di Piazza degli Artisti, dove il vicesindaco, di recente, ha addirittura sfilato con i manifestanti.

Non discuto le scelte politiche ma voglio mettere a disposizione la Convenzione (clikka) che è stata redatta dal Comune per l’uso pubblico del centro sportivo, che è gravato da una vera e propria servitù pubblica in favore dei cittadini della II Municipalità e che manca dal sito del Comune di Napoli, tanto che dovetti richiederla appositamente. Ciò al fine di far comprendere ai cittadini quali sono e saranno i loro diritti sul bene pubblico che, occorre osservare, è stato realizzato grazie ad una apposita variante al PRG (prima l’area era a destinazione a solo verde pubblico), a mia avviso scelta politica sbagliata, perché troppo invasiva per il tessuto urbano per la presenza di fabbricati nelle immediate vicinanze.

Ad ogni bun fine è bene sottolineare che lo scopo privatistico dell’insediamento è la realizzazione di un parcheggio di tre piani interrati di cui uno di uso pertinenziale del “centro sportivo pubblico” e due piani per parcheggi non stanziali. In cambio del permesso di costruire e degli oneri di urbanizzazione (che non sono stati versati) l’impresa si è impegnata a fare essa stessa opere di urbanizzazione per un valore di € 5.491.438,21.

Ebbene di seguito, vi consiglio di leggere quali sono i Vostri Diritti, chiedendo che facciano particolare attenzioni i dirigenti scolastici della zona che ne hanno l’uso gratuito per i loro ragazzi:

  • Contenuto uso pubblico

La servitù di uso pubblico costituita con la presente convenzione consiste:

  1. Quanto alla piscina e servizi annessi come indicato con il colore azzurro nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

A- obbligo del proponente di praticare durante tutto l’anno, negli orari di apertura della piscina e fino alle ore 19.00, tariffe agevolate da concordare con l’Amministrazione, per le iscrizioni ai corsi o alle attività di nuoto libero a favore dei ragazzi fino ai sedici anni di età, residenti nella Municipalità;

B- Obbligo del proponente di stipulare accordi con i dirigenti scolastici degli istituti pubblici di istruzione della Municipalità che ne facessero richiesta, aventi ad oggetto l’utilizzo della piscina e dei servizi annessi, a favore di ragazzi fino al 16° anno di eta’, a titolo gratuito, per le attività scolastiche sportive.

C- obbligo del proponente di riservare, a titolo gratuito, sulla base di una indicazione chiara e dettagliata della Municipalità, una percentuale (20%) del numero di iscritti alle attività di nuoto libero o ai corsi, a favore di ragazzi rientranti nelle cd. fasce deboli fino ai sedici anni di età e in ogni caso, indipendentemente dal limite di cui sopra, e a titolo gratuito,  l’utilizzo  della  struttura  a  favore  di  persone  diversamente  abili residenti nella

Municipalità, QUESTI ULTIMI assistiti da personale specializzato EVENTUALMENTE fornito dall’Amministrazione comunale;

D- obbligo del proponente di organizzare annualmente di concerto con l’Amministrazione corsi di nuoto a tariffe agevolate nelle ore antimeridiane nei mesi di luglio e agosto (fatto salvo il periodo di sospensione estiva).

  1. Quanto alla palestra E SERVIZI ANNESSI come indicato con il colore rosa nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

A – Obbligo del proponente di praticare durante tutto l’anno, negli orari di apertura della piscina e fino alle ore 19.00, tariffe agevolate da concordare con l’Amministrazione, per le iscrizioni alle attività ginniche a favore dei ragazzi fino ai sedici anni di età, residenti nella Municipalità;

B – Obbligo del proponente di stipulare accordi con i dirigenti scolastici degli istituti pubblici di istruzione della Municipalità che ne facessero richiesta, aventi ad oggetto l’utilizzo della palestra e dei servizi annessi, a favore di ragazzi fino al 16° anno di eta’, a titolo gratuito per lo svolgimento di attività scolastiche sportive.

C – Obbligo del proponente di riservare, a titolo gratuito, sulla base di una indicazione chiara e dettagliata della Municipalità , una percentuale (20%) del numero di iscritti alle attività ginniche, a favore di ragazzi rientranti nelle cd. fasce deboli fino ai sedici anni di età e a favore di persone diversamente abili residenti nella Municipalità, questi ultimi Assistiti da personale specializzato eventualmente fornito dall’Amministrazione comunale.

D – Obbligo del proponente di organizzare annualmente di concerto con l’Amministrazione corsi  GINNICI a tariffe agevolate nelle ore antimeridiane nei mesi di luglio e agosto (fatto salvo il periodo di sospensione estiva)

  1. Aree a verde come indicata con il colore verde nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

Le aree verdi annesse alla struttura sportiva dovranno essere fruibili dagli utenti delle attrezzature sportive durante l’orario di apertura e chiusura dell’intera struttura.

Le aree verdi di cui sopra dovranno, inoltre, essere a disposizione della Municipalità per manifestazioni collegate alla domenica ecologica o in altre occasioni richieste dalla stessa Municipalità e comunque per non più di una manifestazione al mese.

Inoltre, la stessa Municipalità potrà richiedere, previo accordo con il proponente e preavviso di almeno tre mesi, l’utilizzo di detta area anche in altre occasioni pubbliche come ad esempio nel caso di proiezioni cinematografiche all’aperto.

  1. Area di scavo archeologico come indicata con il colore rosso nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

L’area con accesso da vico Volpicelli, in cui è prevista l’esecuzione di indagini di tipo archeologico in relazione alle risultanze dello scavo, potrà essere visitabile nei giorni e nelle ore stabilite dalla Soprintendenza o dal Comune.

  1. Foresteria come indicata con il colore giallo nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

Obbligo del proponente di utilizzare la foresteria ad esclusivo servizio di gruppi sportivi ospitati per manifestazioni ufficiali e allenamenti, con obbligo di stipulare accordi con l’amministrazione comunale al fine di riservare gratuitamente la struttura per manifestazioni sportive ufficiali del Comune.

  1. Parcheggio come indicato con il colore bianco/rosso nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione.

Il primo livello di parcheggio interrato sarà ad uso pubblico e destinato a parcheggio pertinenziale per i fruitori degli impianti sportivi

  1. Collegamenti verticali – orizzontali e i servizi comuni come indicato con il colore ocra nella tavola C.2 allegata alla presente convenzione:

I collegamenti verticali dei livelli di piano, i percorsi orizzontali che servono ad accedere alle diverse attività sportive nonchè gli spazi di servizio (uffici spogliatoi del personale) funzionali alle stesse, dovranno essere aperti all’uso pubblico per tutto il periodo di fruizione degli impianti così come indicato nella convenzione.

  1. Servitù di passaggio:

Sulle le rampe di accesso carrabile e pedonali, sulle corsie di manovra del primo livello interrato del parcheggio, sulla scala e sull’ascensore fra il livello terra e il livello -1, anch’esse soggette a servitù di uso pubblico a favore del Comune, il proponente costituisce servitù di passaggio a favore degli utenti del parcheggio interrato stanziale non pertinenziale, a condizione che la servitù di uso pubblico non sia in qualche modo impedita alla libera fruizione della collettività e a condizione che il proponente, o i suoi aventi causa, nel fare eventuali innovazioni o attività sul fondo stesso non diminuisca l’esercizio della servitù di uso pubblico o non la renda più incomoda. Il proponente, nell’eventualità si rendessero necessarie opere per conservare il fondo dovrà scegliere il tempo ed il modo che siano idonee a rendere minore incomodo al Comune.

Il Blitz di Fine Anno: I Bandi degli Impianti Sportivi Napoletani

palavesuvioCondivido con Voi lo schema del bando di gara per l’affidamento degli impianti sportivi (clikka) emesso dal Dirigente del Comune di Napoli il 29.12.2016. In sostanza il Comune di Napoli si appresta ad assegnare i più importanti impianti sportivi cittadini senza passare dal Consiglio Comunale. La modalità scelta dal Comune, infatti, è tutt’altro che partecipazione e democrazia con l’aggravante di aver espropriato il Consiglio Comunale e le Commissioni da qualsivoglia ruolo nella importante vicenda. La tecnica è stata quella che qualche volta sono riuscito a bloccare in Consiglio Comunale quando ero Consigliere. In sostanza questa scelta la si è inserita della cd. Relazione Previsionale e Programmatica (RPP) composta di migliaia di pagine consegnata nell’imminenza della citazione e che non legge mai nessuno, anche perché sarebbe impossibile e che accompagna il bilancio previsionale triennale 2015/2017, proposta in blocco e sottoposta ad una approvazione senza dare la possibilità ai consiglieri di poter modificare alcunché.  In sostanza un vero e proprio blitz dell’amministrazione che spero il cd. Controllo Popolare “di fiducia” dell’amministrazione controlli!

La scelta  che, invece, ho sempre sostenuto, in un’ottica di democrazia e partecipazione e stata quella di scrivere, insieme alle realtà sportive un regolamento per l’uso e la gestione degli impianti sportivi (clikka) che proposi per l’approvazione ma che, purtroppo, non venne neppure calendarizzato dalla passata consiliatura (in politica vige il principio che se hai fatto una cosa tu, anche se è buona, noi la bocciamo perché non l’abbiamo fatta noi!)

Ad ogni buon conto le domande ad una prima lettura sono queste: 1) tutti gli impianti dal punto di vista economico sono trattati allo stesso modo senza alcuna distinzione. Ad esempio la piscina Galante a Scampia ho la stessa valutazione economica della piscina Poerio, a Chiaia (€. 19.500,00) e non si capisce il perché, questione, peraltro, già segnalata a suo tempo più volte all’amministrazione (clikka)! 2) che fine faranno le 30 domande corredate di progetto di gestione presentate al Comune ai sensi della legge 147.2013, ed in virtù di espressa delibera costati decine di migliaia di euro alle associazioni? 3) per il Palavesuvio di Ponticelli si è scelto di accorpare tutte le aree esterne comuni al palazzetto INDOR per il quale è stata presentata una proposta per farci sport (secondo me poco) e molti concerti. Una volta, infatti, ho partecipato ad una riunione sul tema e si disse chiaramente che quando si sarebbero tenuti i concerti tutte le attività sportive dovevano sospendersi così come accade per lo stadio san paolo; 4) perché non si è scelto di condividere il percorso con associazioni, CONI e Federazioni? 5) come si concilia l’affidamento con l’intervento pubblico per quegli impianti che saranno scelti per le Universiadi?; 6) la durata di 7 anni del contratto sarà sufficiente ad ammortizzare gli investimenti per la sistemazione degli impianti? 7) è pienamente rispetta la vigente legge regionale sullo sport neppure citata?

Ovviamente queste sono le prime impressioni, mi aspetto che il mondo dello sport dica qualcosa … per lo meno per orgoglio.

Assolutamente Prevedibile La chiusura del Palavesuvio

palavesuvioLa chiusura del Palavesuvio di Ponticelli, di recente assurta agli onori delle cronache cittadine, è un colpo ferale ai tanti giovani e meno giovani che tutti i giorni si allenano in quest’importante impianto cittadino, raggiungedo spesso risultati di caratura internazionale con titoli mondiali ed europei che fanno vanto alla nostra città. Eppure, era amministartivamente prevedibile ed il Comune era perfettamente a conoscenza della vicenda da anni. Difatti, il Palavesuvio, come gli altri 13 grandi impianti sportivi, realizzati grazie alla legge sul terremoto, erano retti da una convenzione di affidamento e gestione tra il Comune di Napoli (Sindaco Bassolino) ed il CONI, che, purtroppo, venuta a scadenza nel corso della prima consiliatura De Magistriis, non è stata rinnovata. Allo stato, quindi, siamo nella paradossale condizione amministrativamente inconcepibile di occupazione sine titulo, di modo che risulta difficile, alle tante associazioni che con fatica portano avanti lo sport a Napoli, non solo stipulare un contratto di fornitura di energia elettrica ma anche, come accaduto per il Palavesuvio, ottenere quelle autorizzazioni amministrative che rendono l’impianto agibile. Ebbene, non ci vuole molto per capire che, ad una confusione amministrativa così evidente, di cui sono responsabili i vertici politici e burocratici del Comune, debba inesorabilmente conseguire anche una pessiama gestione degli impianti stessi per la impossibilità delle tante associazioni di poter programmare qualsivoglia intervento strutturale. Come sia possibile continuare in tale incredibile condizione, da Presidente della Commissione Sport della passata consiliatura, non me lo sono mai spiegato, anche perché nella materia è intervenuto “benevolmente” sia il legislatore Nazionale con la legge 147/2013 e meglio ancora con il D.L. 185/2015, sia quello regionale con la legge n. 18/2013, mentre il Comune, durante tutto il primo mandato De Magistriis, non è stato neppure in grado di approvare, nonostante vi fosse una mia proposta risalente addirittura al 2012, un nuovo regolamento sull’uso e gestione degli impianti sportivi aggiornato, visto che quello attualmente vigente risale al 1997 ed è assolutamente anacronistico perché non tiene conto del mutato quadro legislativo e sociale. Come per lo Stadio San Paolo anche per questi altri impianti sportivi siamo a dover rincorrere un’emergenza che avremmo potuto tranquillamente evitare, se solo avessimo sfruttato le opportunità che offre il D.L. 185/2015, sia dal punto di vista dei finanziamenti, con 100 milioni euro stanziati per la riqualificazione degli impianti sportivi, sia dal punto di vista amministrativo, con l’affidamento degli impianti alle associazioni che da sempre operano negli stessi. Ciò che mi preoccupa è il differente trattamento che potrebbe essere riservato a questi impianti sportivi che ospitano migliaia di giovani ogni giorno per il minore clamore mediatico che offrono rispetto al San Paolo. Quanti cittadini, infatti, sono a conoscenza che nella periferia Nord di Napoli, di cui tanto si parla, di recente hanno chiuso la piscina Nestore  e quella di Via Labriola, impedendosi così a migliaia di nostri ragazzi di fare sport?

Le Universiadi del 2019: Una Opportunità o un Affare?

universiadi-2019La Campania si aggiudica le Universiadi del 2019, un risultato che credo possa solo far piacere ai tanti attori sportivi della nostra regione. Ora tocca alla politica dare gli indirizzi ed alla buona amministrazione mettersi all’opera e fare in modo che gli errori del passato servano per lo meno ad evitare di riperterli. Gli annunci parlano di 150 milioni messi dal Governo, di 20 miloni messi dalla Regione e di 25 milioni che erano già stanziati dal Comune per lo Stadio San Paolo. Salerno, De Luca in testa, parte con una nuova cittadella dello sport che dovrebbe essere realizzata per tempo. Napoli una cittadella dello Sport, se l’è persa per strada, poiché avrebbe dovuto avere quella del Parco dello Sport realizzato a Bagnoli sotto il quale, dalle indagini della Procura della Repubblica di Napoli, pare siano “parcheggiate” circa 400 tonnellate di morchie oleose, altamente inquinanti, di cui i responsabili, a distanza di decenni, sono ancora impuniti. A Napoli credo che la prima cosa che ci dovremmo chiedere è se saranno utilizzabili ed utilizzeremo la Piscina Scandone, lo Stadio Collana, il Palaindor di Ponticelli, la Piscina di Via delle Repubbliche Marinare, sempre a Ponticelli, o la tristemente famosa Piscina per tuffi, che non ha mai visto una goccia d’acqua, realizzata a Marianella nel “Lotto 14/B”. C’è poi da ospitare le gare di Atletica, la Regina dello Sport Mondiale e non credo che non si possa non pensare allo Stadio San Paolo ed alla discussione che in questi anni ho cercato di intavolare in Consiglio Comunale per arginare la pretesa del Patron del Napoli di acquisire sostanzialmente in proprietà il Massimo impianto cittadino, con lavori che prevedevano la cancellazione della pista di atletica. Posso dire di essere stato preveggente e proprio sulle pagine di repubblica Napoli del 28.08.2013 (clikka) avevo chiesto  se Napoli si potesse privare dello Massimo Stadio Municipale perdendo così la facoltà di ospitare eventi come un Mondiale o altro Meeting internazionale di Atletica, poi sono arrivate le Universiadi di questi giorni. Il San Paolo, quindi, dopo 53 anni potrebbe ritornare a brillare per l’atletica. Dobbiamo, infatti, arrivare alla IV Edizione dei Giochi Del Mediterraneo del 1963, spesso ricordati dal Presidente Provinciale della FIDAL Corrado Grasso per una gara Internazionale. Troppi! Altro sostanzioso capitolo l’ex base NATO su cui pare si dovrebbero riversare la maggior parte delle risorse per farne la residenza dei 15 mila atleti e per il quale riscontro un grosso limite amministrativo: L’intera complesso è in proprietà di una Fondazione pubblica che opera in regime privatistico, commissariata da 20 anni, il cui modello di gestione presenta molte criticità circa trasparenza, controlli ed imparzialità. Se ci mettiamo a lavoro adesso ed abbiamo ben in mente come si dovrà sviluppare la manifestazione sul territorio cittadino e regionale forse riusciremo a fare qualcosa di buono che resterà alla città di Napoli ed alla Regione Campania. Io ci voglio sperare, ognuno vigili affinché ciò avvenga.

Chi guadagna con lo Stadio San Paolo

San PaoloCome era prevedibile è scoppiata la polemica sullo stadio con il flop del consiglio comunale del 30 settembre scorso e la discussione rinviata al 7 ottobre. Ovviamente a Napoli non ci poteva essere nulla di normale, sicché siamo arrivati alla terza proroga con il Patron del Napoli che usa un linguaggio da cinepanettone ed una discussione tutta incentrata sul “chi sono io e chi sei tu” che sinceramente non credo interessi poi tanto i cittadini che vorrebbero un impianto sportivo innanzitutto sicuro ed al livello della terza Città del Paese. In ogni altra parte del mondo occidentale si parlerebbe di progetti con politici ben attenti a far comprendere ai cittadini che le casse pubbliche avranno un beneficio dalla riqualificazione dello Stadio Cittadino e non ci rimetteranno. E’ stata, infatti, di questo tenore la discussione per la ristrutturazione dell’Olimpiastadion di Berlino nel 2004. Ma per restare in Italia, anche a Milano la discussione è tutta economica, con una ristrutturazione del San Siro per la finale della Champions, per la quale le squadre cittadine contribuiscono con 40 milioni di euro oltre ad una parte messa dal Comune a scomputo parziale dei canoni. Anche qui si prospetta un beneficio economico per i cittadini. Difatti, si calcola che la remunerazione dall’indotto sarà di circa 300 milioni di euro e di questi, ben 50 andranno nelle casse del Comune di Milano. A Napoli è il caso di dire che dal 2005 abbiamo caricato tutti i costi dello Stadio sul Comune, quindi, pulizia dopo le partite, manutenzione ordinaria e straordinaria (seppure quella ordinaria per le parti in uso esclusivo è a carico del Calcio Napoli), consumi idrici, elettrici e da riscaldamento, tutti a carico dei cittadini napoletani, tifosi e non. A Milano, ovviamente tutti questi costi sono a carico delle squadre. Inoltre, nella convenzione del 2005 c’è una espressa rinuncia del Comune ai crediti pregressi verso la Società e solo nel 2014 il Comune ha potuto incassare quello che era dovuto dal 2006. Come dire il Comune sostiene, sia pure in modo sgangherato, costi diretti per circa 1,5 milioni di euro all’anno (a cui vanno aggiunti i costi per gli interventi urgenti per altri 2,5 milioni di euro) ed il Calcio Napoli marginalizza l’utile versando al comune circa 800 mila euro, che ora, con la proposta ponte si vogliono ridurre ad €. 651.249,00. Ebbene, credo che uno degli elementi per capire quanto valga lo Stadio San Paolo sia sicuramente il suo rendimento di cui stranamente nessuno parla. Ebbene, da uno studio del CONI Servizi (invocato spesso dal Patron) si apprende facilmente che il Calcio Napoli per la sola stagione 2012/2013, ha avuto ricavi totali, di 120,3 milioni di euro e di questi, 15,1 milioni sono imputabili al solo uso dello Stadio San Paolo. A questi ricavi ovviamente occorre aggiungere quelli da sfruttamento della Buvette, da pubblicità, sponsorizzazione e diritti televisivi. Lo stesso studio CONI dimostra che con non grossi sforzi, dal San Paolo si potrebbero tirare fuori altri 12,97 milioni di euro. E’ evidente, allora, che le colorite espressioni da cinepanettone del patron, difronte a questi numeri, sono semplici armi di “distrazione di massa” peraltro di cattivo gusto e, seppure condivisibile l’amarezza per le cattive condizioni dello stadio, non vorrei che De Laurentiis si sia convinto che il Comune sia una Gallina dalle Uova d’oro, ovvero, visto lo stato delle casse pubbliche, da spennare.

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I regali del Comune a spese dei cittadini: Convenzione calcio napoli Stadio San Paolo:
1) Art. 12 comma 11 Convenzione 2005: … il Comune … espressamente rinuncia ai corrispettivi che fino alla data di sottoscrizione risulteranno dovuti a qualsiasi titolo dalla Napoli Soccer SpA per l’utilizzo dell’impianto nella stagione 2004/2005″. NON SI CAPISCE A QUANTO ABBIAMO RINUNCIATO. Oltre a tale rinuncia il Comune nel 2005 regalò anche 225.000,00 €. in moneta contante (mediante uno scomputo dal dovuto) nonché tutti i lavori di adeguamento dello stadio alla normativa di sicurezza che sarebbero spettati alla concessionaria. Anche in questo caso non si capisce quanto ci è costato. Se consideriamo che il Calcio Napoli solo nel 2014 ha pagato quanto dovuto dal 2006 al 2014 e dopo tale pagamento non ha pagato più per il 2015, allora è evidente che non solo il Patron pretende di non pagare niente per lo stadio ma vuole pure che la città di Napoli lo finanzi a fondo perduto.

La mia proposta di legge Regionale per la promozione dello Sport

sportCredo che la campagna elettorale si debba misurare su proposte concrete ed ho pensato di iniziare dalla mia prima passione: Lo SPORT! Ebbene, nello Sport ciò che è facile misurare è senz’altro il merito ed il risultato. Caldoro ed i consiglieri regionali di questa consiliatura, invece, hanno dimostrato di non gradire né il merito né il risultato. Molti, infatti, sono gli atti di concessione di contributi frutto di ragionamenti che, a pensar male non si sbaglia. Ricordo, infatti, a tutti i 2 milioni e mezzo di euro regalati al Calcio Napoli (clikka), il  milione e seicentomila €. regalati ad associazioni varie (clikka), i 2 milioni e mezzo regalati al Cardinale (clikka)Milioni di euro (clikka) sperperati in rivoli per accontentare forse amici degli amici e parenti dei parenti !

Ebbene, il mio primo atto da consigliere regionale sarà quello di proporre una modifica alla legge regionale sullo sport affinché i contributi per la promozione e la valorizzazione dello sport siano sganciati dalla discrezionalità politica ed amministrativa e, quindi, lo dico volgarmente non si possano fare più “marchette” di nessun tipo. Agganciare i contributi ai risultati sportivi, infatti, elimina ogni tipo di discrezionalità premiando coloro che sono stati in grado di vincere una competizione portando lustro ed orgoglio ai Cittadini Campani!

Questa proposta, tra l’altro, è sulla stessa lunghezza d’onda del regolamento di uso e gestione degli impianti sportivi (clikka) che ho già proposto al Comune e che è in attesa di essere calendarizzata.

Sono convinto, infatti, che vincere una medaglia in una competizione sportiva importante porta lustro ed orgoglio ai cittadini Campani. Ricordo ancora con gioia quella di Claudio Pollio (clikka) che fu la scintilla per la mia carriera sportiva e per la carriera sportiva di tanti atleti campani! Lo sport come dico sempre è l’unica politica sociale che fa prevenzione e recupero, questo i politici di professione non l’hanno mai capito! Inoltre, devo segnalare che oggi le cose sono cambiate perché mentre io, figlio di operaio (clikka), ho avuto l’opportunità di praticare uno sport ai massimi livelli guadagnandoci anche qualcosina per le vacanze quando ero convocato in Nazionale, oggi, invece, non è più così ed i ragazzi con difficoltà economiche, in famiglie operaie o di impiegati monoreddito non hanno alcuna possibilità di praticare uno sport se non con l’aiuto di maestri volenterosi dello sport che svolgono una vera e propria azione sociale sostitutiva delle istituzioni.

Off topic fate un test: Se incappate in un candidato alle regionali mettetelo alla prova, non fatevi riempire la testa di chiacchiere di politichese, provate prima a fargli scrivere qualcosa sotto dettatura, poi chiedetegli se conosce lo statuto ed il regolamento della regione campania e poi chiedergli di scrivervi una proposta di legge regionale. Sono sicuro che avrete delle belle sorprese!!!

la mia candidatura alla regione campania (clikka)

Questa proposta ovviamente non ha solo un valore sportivo ma anche politico perché è nel solco della politica che pratico: quella senza clientele!!!

Ecco la mia proposta che, come al solito resta a disposizioni per modifiche ed integrazioni:

Consiglio Regionale della Campania

 Proposta di legge di Iniziativa Consiliare ai sensi dell’art. 28

dello Statuto della Regione Campania

di modifica della legge n. 18 del 25.11.2013

denominata

“LEGGE QUADRO REGIONALE SUGLI INTERVENTI PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELLA PRATICA SPORTIVA E DELLE ATTIVITÀ MOTORIO- EDUCA TIVO-RICREA TIVE”

 All’art. 18 dopo il comma 3 si aggiungano i seguenti ulteriori commi:

“4. Agli atleti che praticano sport dilettantistico, residenti da almeno due anni nel territorio della Regione Campania, che hanno conseguito i seguenti risultati sportivi, è corrisposto un contributo volto ad agevolare la pratica e la promozione sportiva come segue:

1) Medaglia d’oro ai Giochi Olimpici: €. 100.000,00 (centomila/00) di cui €. 20.000,00 (ventimila/00) alla associazione sportiva Campana presso cui l’atleta è tesserato;

2) Medaglia d’argento o di bronzo ai Giochi Olimpici: €. 75.000,00 (settantacinquemila/00) di cui €. 15.000,00 (quindicimila/00) alla associazione sportiva Campana presso cui l’atleta è tesserato;

3) Medaglia d’Oro ai Campionati Mondiali, il cui risultato è valido per le qualificazioni ai Giochi Olimpici: €. 50.000,00 (cinquantamila/00), di cui €. 10.000,00 (diecimila/00) alla associazione sportiva Campana presso cui l’atleta è tesserato;

4) Medaglia d’argento o di bronzo ai Campionati Mondiali, il cui risultato è valido per le qualificazioni ai Giochi Olimpici: €. 30.000,00 (trentamila/00) di cui €. 7.500,00 (settemilacinquecento/00) alla associazione sportiva Campana presso cui l’atleta è tesserato;

5) Medaglia d’oro ai Campionati Europei, il cui risultato è valido per le qualificazioni ai Giochi Olimpici: €. 25.000,00 (venticinquemila/00) di cui €. 5.000,00 (cinquemila/00) alla associazione sportiva Campana presso cui l’atleta è tesserato;

6) Medaglia d’argento o di bronzo ai Campionati Europei, il cui risultato è valido per le qualificazioni ai Giochi Olimpici: €. 20.000,00 (ventimila/00) di cui €. 5.000,00 (cinquemila/00) alla associazione sportiva campana presso cui l’atleta è tesserato.

5. I contributi di cui al comma 4 che precede saranno erogati anche ad ogni atleta facente parte della squadra per gli sport a squadra.

6. Gli atleti che hanno conseguito i risultati di cui al comma 4 sono inseriti di diritto nel registro dei talenti sportivi di cui all’art. 17 che precede.

7. I contributi sono erogati l’anno successivo a quello del raggiungimento del risultato ed inseriti nel bilancio previsionale dell’anno di erogazione mediante apposito stanziamento.

Finanziamenti per l’edilizia Sportiva da non perdere!

collanaCredo sia una occasione da non perdere in Campania sono stimati 64 interventi che finanziano sia la costruzione che la ristrutturazione di impianti sportivi sia pubblici che privati. Il termine per la proposizione delle domande parte l’11.05.2015 e scade il 15.07.2015 alle h. 17,00. Le domande vanno inviate a mezzo pec. Ovviamente per l’amministrazione sono preoccupato e già in passato ho avuto modo di chiedere l’intervento del servizio ispettivo per la bocciatura di ben 10 richieste di finanziamento per impianti sportivi dichiarate inammissibili (clikka) insieme ad altri 10 richieste di finanziamenti per la sicurezza delle nostre scuole (clikka). Pensiamo agli effetti sia in termini sociali che avrebbero avuto questi interventi sia in termini di occupazione. Non spendere questi soldi è un delitto contro l’umanità e per quanto mi riguarda che sbaglia in questo settore deve pagare di tasca sua! Ad ogni buon conto di seguito la documentazione necessaria per partecipare ma il tutto lo troverete anche sul sito del governo (clikka). Pensiamo a che possibilità potremmo avere se solo mettessimo in rete le tante associazioni che già usano gli impianti 219! Farò il possibile per spingere questa linea di credito su quest’ultimi impianti e qualora non dovessi trovare gli uffici e l’assessorato pronto non esiterò a chieder l’intervento del Segretario Generale e del Servizio Ispettivo. Speriamo bene…

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RAMA CLUB: Impianti sconosciuti al Comune di Napoli

RamaClubTal volta mi chiedo chi me lo fa fare. Ci sono situazione che durano indisturbate da anni e nessuno ne parla all’insegna del “laisser faire” solo che a Napoli tale impostazione è quella di default. Già altre volte ho avuto modo di imbattermi nella questione dell’uso “indisturbato” degli immobili comunali che involge, addirittura, anche l’uso dello Stadio San Paolo per il quale ho dovuto ricorrere alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti (clikka) per ottenere il pagamento degli arretrati pari €. 6.230.000,00, incassati nel febbraio 2014, solo grazie alla denuncia, non avendo trovato alcun amministratore pubblico nella giunta, sindaco compreso, che avesse il coraggio di affrontare la questione così come andava affrontata.

In queste circostanze ritengo utile rendere pubblico ogni cosa affinché i cittadini sappiano e si possano formare una idea di ciò che si può fare nel Comune di Napoli, se solo si attuassero le minime regole di buona amministrazione! Ebbene, mi sono di recente imbattuto nella vicenda “RAMA CLUB” un complesso impianto sportivo che è nel quartiere Fuorigrotta, al Viale Giochi del Mediterraneo. Non ci credereste mai, ma l’intero impianto, composto di 13 campi di Tennis e di Calcetto, coperti e scoperti, è un bene Comunale, solo che il Comune non ne sa nulla almeno fino al 2012!

L’impianto è molto conosciuto ed ho scoperto che molti cittadini napoletani ci hanno per lo meno una volta giocato a calcetto, a tennis o ci hanno accompagnato i propri figli a giocare a pallone per una festa di ragazzini.

Essendo venuto a conoscenza della vicenda per vie traverse, il 1 aprile scorso, come una sorta di pesce di aprile, ho chiesto lumi all’amministrazione ed ho scritto una lettera (clikka) sia al Sindaco sia all’assessore che ai servizi. La cosa ovviamente mi ha meravigliato perché in seguito ad una riunione ho acquisito una Relazione della Polizia Locale, addirittura del 14.12.2012 (clikka), in seguito alla quale non si è avuta alcun altro atto (?). Ho recuperato anche il frontespizio di una Delibera del 1969 (clikka). Orbene, da tali atti si capisce che l’impianto fu realizzato nel 1969 e dato in concessione al CONI solo che poi se ne sono perse le tracce e nessun progetto sportivo/sociale pare sia stato mai portato avanti. Sembrerebbe che si pratichi solo sport commerciale per farci un bel po’ soldi e basta. Il CONI, infatti, pare l’abbia affidato alla Federazione Italiana Tennis (FIT), che poi a sua volta, l’ha affidato all’associazione RAMA CLUB per il canone mensile di €. 3.443,22 oltre IVA senza che il Comune di Napoli ne sapesse nulla né incassasse nulla e nonostante il divieto di subconcessione! Mi chiedo e Vi chiedo: è possibile tutto questo? E’ possibile che in seguito ad una relazione dettagliata del 2012 nessuno si sia preso la briga di chiedere lumi e ragioni e di far dichiarare dai servizi il recesso dal rapporto anche per il divieto di subconcessione?

Ora per una questione simile, ma più piccola, che ha riguardato lo sfruttamento di un’area in proprietà comunale come garage (clikka), con conseguente pericolo dei bambini di una scuola materna ed elementare, sono intervenuti in ordine, un Parlamentare della Repubblica Italiana, un assessore del Comune di Napoli, un consigliere comunale e due municipali, immagino che per la questione oggi sollevata e che non ha trovato dal 2012 ancora alcuna risposta, interverrà il Presidente della Repubblica per illustrarmi l’attività sociale svolta dal centro che sicuramente, sono convinto, svolgerà.

Eppure pensiamo quanti ragazzini e bambini avrebbero potuto usare l’impianto mediante accordi di salvaguardia e promozione sportiva e sociale affinché si rispettasse la destinazione pubblicistica del bene che il Comune di Napoli dal 1969 fino ad oggi ha omesso di far rispettare.

Ovviamente spero non dovremo aspettare che intervenga la magistratura un’altra volta per aggiustare queste macroscopiche storture amministrative così come accaduto per il Calcio Napoli e per il Garage sotto i piedini dei bambini della scuola materna.

Ora mi chiedo se la Politica non serve all’amministrazione a cosa serve? Forse sarebbe anche ora di dire BASTA!

Tal volta mi sento un po’ come il Vigile Urbano, Otello, impersonato da Alberto Sordi in un noto film del 1960!

il  patrimonio comunale una questione di giustizia sociale (clikka)

Impianti sportivi: Una piscina che non ha mai visto una goccia d’acqua

piscina lotto 14/BLOTTO 14/B è una piscina costruita con i fondi della legge 219/1981, si trova a Marianella, in Via Dietro la Vigna, da bambino l’ho vista in corso di realizzazione. Quest’opera rappresenta uno sperpero per il quale nessuno ha pagato né politicamente né amministrativamente. L’impianto, infatti, non ha mai visto una sola goccia d’acqua, è stata realizzata molto probabilmente con degli errori di progettazione e/o di esecuzione, come tante altre opere pubbliche italiane. Balza agli occhi la sua profondità che doveva caratterizzarla per i tuffi, se non fosse che il  solaio di copertura è troppo basso per montarci un trampolino adeguato! Chi ricorda il ponte di Corso Novara? Un’opera inutile in mezzo ai palazzi che poi è stato smantellato. Ora il problema non è solo l’opera inutile ma anche il fatto che mai nessuno paghi se non in minima parte, per il gravissimo sperpero di soldi pubblici.

Ebbene, la responsabilità politica per chi è stato amministratore sia prima che dopo, avrebbe richiesto la sua espulsione dalla classe dirigente, ma ciò non è avvenuto, ovvero, avviene in casi rarissimi e per lotte interne ai partiti, mai per la valutazione del merito e della competenza. E’ il caso di osservare che a tale gravissima responsabilità politica si accompagna anche quella contabile, sia per coloro che hanno approvato e previsto l’opera inutile o progettata e/o realizzata male, ma anche di quelli che si sono succeduti che, per una sorta di “omertà” politica, si sono stati zitti senza denunciare, semmai il compagno di partito, alla Competente Procura presso la Corte dei Conti, rendendosi, quindi, anche loro responsabili sotto il profilo del danno erariale ai sensi dell’art. 1 comma 3 della legge n. 20 del 1994. Il principio sacrosanto espresso da quest’ultima disposizione, infatti, è che se un amministratore pubblico fa prescrivere il diritto al risarcimento del danno in favore della P.A. perché non denuncia o non agisce è anch’egli responsabile.

A fronte della citata chiara disposizione c’è una classe politica bloccata perché a chi sbaglia non viene impedito di sbagliare di nuovo, ma anzi la responsabilità di chi sbaglia viene coperta dai politici che gli succedono, sia essi dello stesso schieramento sia di quello opposto, perché forse è il caso di dire “cane non mangia cane” e di cani, purtroppo in politica ce ne sono! Ovviamente senza offesa per i cani.

Basti pensare che per la mia azione sulla questione dello Stadio San Paolo (clikka), che ha fatto finalmente incassare al Comune 6 milioni 230 mila €. da parte del Calcio Napoli, sono atto duramente contestato da alcuni “politici” i quali ritengono che la politica non si fa con le denunce. Sennonché credo che vada detto chiaramente che se non avessi proceduto in questo modo e secondo legge il Comune se li sarebbe scordati i canoni non pagati dal 2006 al 2014!

Credo allora che ci dobbiamo chiedere chi ha pagato politicamente e contabilmente per: 1) discarica di pianura (clikka); 2) per l’operazione di finanza speculativa con i derivati al Comune di Napoli (clikka); 3) per il paradossale acquisto di Piazza Garibaldi da parte del Comune di Napoli (clikka); 4) per il fallimento di Bagnoli Futura (clikka); 5) per le migliaia di balle di monnezza nel territorio campano non smaltitili … e queste sono solo alcune delle cose che mi sono capitate.

Oggi se riflettiamo i politici di allora per questi gravissimi danni alla collettività, non solo non hanno pagato, se non in minima parte, ma sono ancora tutti dei rispettabilissimi personaggi a cui i giornali danno ancora credito.

Sullo Stadio San Paolo solo polemiche e poca amministrazione

sanpaoloL’ennesima bagarre sullo stadio San Paolo, di cui si è parlato nei giorni scorsi sui giornali, mi induce alcune riflessioni sul rispetto del principio di legalità, di trasparenza e di buona amministrazione che credo manchino dal tavolo di discussioni polarizzato, semplicemente sullo scontro tra le parti senza tener conto del binario tracciato dalla legge e dai provvedimenti adottati dall’Amministrazione stessa. Da una parte il Sindaco, che invita il Patron a presentare il piano di fattibilità in ragione della delibera di giunta di proposta al Consiglio n,  619 (clikka), approvata dall’assemblea cittadina il 22.10.2014, con la quale, tra l’altro, si dispone la rinnovazione della convenzione del 2004, agli stessi patti e condizioni, dall’altro il Patron che non pare abbia alcuna voglia di aderire all’invito, non volendo forse assumerersi gli oneri di un piano di fattibilità al buio. Orbene, tralasciando tutti i dubbi sui ritardi e sulla delibera n. 619/2014 (clikka), la vera questione di cui nessuno discute, è che se il Calcio Napoli non ha sottoscritto il rinnovo della convenzione, è chiaro che la stessa non può essere in alcun modo applicata e, quindi, gli importi dovuti dal Concessionario al Comune, gioco forza non possono essere determinati sulla base della vecchia convenzione, ma sulla base delle tariffe approvate dal Consiglio Comunale, nella notte del bilancio del 23.09.2014, così come modificate da un emendamento (clikka) che presentai e che fu approvato dallo stesso Consiglio Comunale. Ovviamente la questione, di cui non si discute, non è parva materia perché a fronte dei circa 800 mila euro all’anno previsti dalla vecchia convenzione, come detto non applicabile, il Calcio Napoli dovrebbe versare al Comune, applicando le citate tariffe, circa 3 milioni di euro all’anno che, ovviamente, sono ben al di sotto dei circa 7 milioni che incassa il Comune di Milano per l’uso del Meazza, ma che comunque sono l’unico riferimento applicabile. Spero, quindi, che l’Amministrazione ed il Calcio Napoli si facciano carico della questione nei giusti termini, evitando di incorrere di nuovo nella incresciosa vicenda del febbraio 2014 che ha visto l’intervento della Corte dei Conti con l’ordinanza n.163.2014 (clikka), all’esito della quale il Calcio Napoli ha versato al Comune la somma di 6 milioni 230mila.

In definitiva se non si parte dai reali termini della questione non credo si troverà mai la soluzione che è fondamentale affinché la squadra possa avere lo stadio che si merita.

Il commercio dei bambini nello sport

basketVado subito al caso concreto che mi ha fatto saltare dalla sedia, sia come atleta (ormai ex), sia come cittadino, sia come consigliere comunale e, pertanto, retoricamente, Vi chiedo: E’ possibile che una associazione sportiva di pallacanestro, che ha la disponibilità di una preziosissimo bene pubblico (non del Comune di Napoli), in pieno centro di Napoli, imponga ad un genitore, il pagamento della incredibile somma di €. 2.500,00 per svincolare il figlio di appena 13 anni, che ha manifestato il desiderio di andare a giocare in un’altra squadra per seguire gli amici? E’ possibile che dopo una lunga trattativa la blasonata associazione sportiva riduca la richiesta a 450,00 €., imponendo però che la ricevuta non sarà emessa come somma presa a titolo di svincolo, ma come pagamento della intera annualità quando sa già che il ragazzo andrà via? E’ possibile che ai genitori che sottoscrivono il tesseramento del loro figlio dodicenne non venga spiegato affatto che, in virtù dell’art. 5 dello statuto FIP, stanno vincolando il loro bambino fino all’età di 21 anni? E’ possibile che nessuno della FIP si sia mai preso la briga di gridare che questa norma è inconcepibile da tutti i punti di vista, immorale e contro lo sport? E’ possibile che si parli di soldi nello sport dilettantistico che, per definizione, ha uno scopo ludico/ricreativo e, quindi, privo di lucro?

Lo sfortunato cittadino cui è capitata la scabrosa vicenda è Rosario Rota il quale mi ha investito della questione che mi ha lasciato basito poiché le risposte che ho avuto sono state assolutamente sconfortanti. Addirittura ad un certo punto mi è stato detto: “queste sono le regole della federazione e se uno le contesta può anche rivolgersi agli enti di promozione”.

E’ chiaro che farò di tutto affinché l’amministrazione Comunale sancisca il principio di negare ogni beneficio, contributo o assegnazione di impianti alle associazioni che praticano il vincolo sportivo così come concepito dalla FIP.

Eppure, che il vincolo sportivo sia una mostruosità è addirittura chiaro anche alla FIGC che, nel suo regolamento interno, per la disciplina dell’attività giovanile, all’art. 24 dispone chiaramente che il vincolo sportivo per i giovani calciatori non professionisti ha la durata della sola stagione sportiva. La FIGC, infatti, si è adeguata alle pronunce della Corte di Giustizia Europea sui casi Bosman e Bernard (clikka), le quali hanno sancito il principio secondo cui le società calcistiche possono richiedere il pagamento di un’indennità per i giovani giocatori di cui abbiano curato la formazione, solo agli atleti che abbiano firmato il loro primo contratto da professionista con una società diversa da quella che li ha formati, affermando, altresì, chiaramente che l’importo di detta indennità dovrà essere determinato tenendo conto delle spese effettivamente sostenute dalle società ai fini della formazione. E’ chiaro che questa normativa dovrebbe tagliare la testa al toro ma, invece, anche nel calcio nonostante la chiarezza della disciplina c’è chi fa il furbo ed impone ai calciatori dilettanti il pagamento di diverse migliaia di euro (clikka) in modo assolutamente illegittimo (clikka). Per capire di cosa sto parlando basta vedere il servizio di REPORT del 5 maggio scorso a partire dal minuto 00:05:08 ed ascoltare bene sia le parole dell’ottimo Presidente della scuola calcio romana di Tor di Quinto, sia le dichiarazioni del Presidente della lega dilettanti (oggi promosso a presidente della lega pro) Tavecchio.

Ebbene, è facile capire che la pratica del vincolo sportivo per i giovani contrasta: 1) con gli art. 15 e 16 della convenzione internazionale sui diritti del fanciullo (clikka); 2) con l’art. 11 della convenzione Europea del diritti dell’Uomo; 3) con l’art. 2 della costituzione, che tutela i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali; 4) con l’art. 3 della Costituzione, rispetto agli atleti professionisti, per i quali l’art. 16 della legge 23 marzo 1981 n. 91, ha disposto espressamente l’abolizione del vincolo sportivo, integrante letteralmente le «limitazioni alla libertà contrattuale dell’atleta professionista».

Senza dimenticare, nel caso di atleta minore, dell’onere per il genitore di stipulare atti di straordinaria amministrazione, come è il caso di un vincolo di così lunga durata, con l’autorizzazione del giudice tutelare ex art. 322 c.c. A fronte di un così corposo fronte normativo è chiaro che il vincolo sportivo rappresenta un sopruso insopportabile che va nel modo più assoluto soppresso e combattuto laddove previsto.

Orbene, in barba a tale chiaro supporto normativo, l’art. 179 del regolamento organico della Federazione Italiana Pallacanestro dispone un vero e proprio tariffario della “carne umana” prevedendo che per lo svincolo degli atleti sin dalla tenera età di 12 anni il versamento delle seguenti somme:

Campionato Controbuto Maggiorazione
Serie A 11.500,00
Legadue 9.750,00
Serie A Dilettanti 9.200,00 3.500,00
Serie B Dilettanti 7.450,00 3.000,00
Serie C Dilettanti 4.000,00 2.500,00
Serie C Reg. 1.400,00 1.000,00
Serie D 350,00 250,00
Altri Campionati Normale tesseramento

Il gioco ovviamente è facile perché le dette somme seppure previste a carico delle società sportive che acquisiscono il cartellino finiscono per gravare sulle famiglie che, per accontentare il proprio figlio, come è accaduto nel caso di specie, sono pronte a farvi fronte. Ovviamente, sono molto coinvolto perché se fosse accaduto a me la stessa cosa quando ero atleta, non ho vergogna a dire, che la mia famigli operaia non avrebbe potuto sopportare il peso economico di un mio trasferimento. Eppure questa esperienza non mi è estranea in quanto mi è capitata addirittura quando ero atleta azzurro della nazionale italiana senza che la mia associazione sportiva frapponesse alcun ostacolo!

Ora ovviamente, siccome si parla di soldi per la “vendita” di ragazzini, mi viene la voglia di fare qualche domanda alla blasonata associazione sportiva (che pare sia anche molto protetta non ho capito bene da chi) e chiedere:

1) Quanto paga di affitto per il prestigioso immobile del demanio?

2) quanto paga gli istruttori che si dedicano all’insegnamento sportivo?

3) quanto incassa complessivamente dalle rette mensili per tutti gli sport che si praticano nel complesso peraltro monumentale?

4) se incassa qualcosa e quanto per il parcheggio (probabilmente abusivo) delle centinaia di auto disseminate sia nel cortile che lungo la strada privata che porta al cortile stesso?

5) quanto incassa dalle altre attività tra cui i campi estivi che si tengono puntualmente ogni anno?

6) quali sono le attività sociali che l’associazione svolge in favore della collettività?

Ovviamente mi aspetto che questo mio scritto possa essere un punto di partenza per i giornalisti che vogliono dare un contributo al miglioramento della società nella quale con tanti disagi viviamo.

Ad ogni buon conto occorre evitare che si faccia di tutt’erba un fascio, perché nel modo sportivo ci sono tantissime persone che conosco personalmente le quali si impegnano portando risultati sociali e sportivi assolutamente degni di ogni considerazione ed al di sopra di ogni sospetto.

La Regione mette a Bando lo Stadio Collana

collanaIl Collana è stato sempre gestito dal Comune, seppure, per una circostanza ignota risulterebbe essere in proprietà della Regione che, impropriamente, oggi ha pensato di estromettere l’amministrazione comunale per giocarsi la partita in prima persona. E’ chiaro che anche questa mossa serve a giustificare la presenza di consiglieri regionali sul territorio snaturando la funzione stessa dell’ente locale che è, occorre ricordare, quella di programmazione e legislativa. Ieri, infatti, scrivevo che caldoro sente avvicinarsi le elezioni (clikka) ed oggi leggo sul BURC Regionale addirittura di questa scelta di mettere a Bando lo Stadio Collana (clikka). Diciamo che i consiglieri regionali di maggioranza, pressoché tutti inquisiti, per aver speso senza giustificazione milioni di euro pubblici (vedi la grande bellezza dei consiglieri regionali clikka), oggi hanno pensato bene di sollecitare gli elettori anche mediante questo stratagemma.

Ad ogni buon conto i termini della questione Collana sono questi: Si possono candidare alla gestione dell’impianto cittadino, per 15 anni non rinnovabili, società e/o associazioni anche consorziate o raggruppate che abbiano una esperienza decennale negli sports che si praticano nell’impianto, anche se praticati in un’altra struttura, siano in regola con tutti i requisiti richiesti, facciano domanda nelle forme e modalità richieste dal bando, entro il le h. 12,00 del 20.10.2014.

La base d’asta è 120.000,00 €. (iva inclusa) per i primi otto anni e per i successivi sette anni un incremento di altri 50.000,00 €. Ovviamente occorre leggere bene il bando e per chi è interessato condivido anche lo schema di convenzione collana (clikka) ed il modello di domanda collana (clikka).

Cosa dire i pericoli sono tanti ed avere l’assicurazione che nel Collana si potrà continuare a praticare lo sport come è accaduto fino ad ora lo potremo vedere solo all’esito della gara di aggiudicazione, ma le domande sono tante. La struttura del bando è, infatti, a punteggio dove l’offerta di incremento economico è valutata 20 punti mentre quella tecnica e quella gestionale sono valutate 40 punti ciascuna.

Alcune domande:

perché non è compreso il tennis che è affidato al circolo mi pare per circa 10.000,00 €. all’anno?

perché non è stata prevista sin da ora il ripristino della palestra di Basket?

che fine faranno la corsa ed il nuoto libero ?

Comunque il bando è in fase di studio ed a settembre provvederemo a tirare le conclusioni mediante un confronto. Speriamo bene …

Un dato curioso io lo stadio l’ho sempre indicato come quella in Piazza Quattro Giornate è curioso che negli atti della regione si è fatto di tutto per evitare di indicarlo come sede in questo modo …

vedi anche:

Lo Stadio Collana (clikka)

A conferma che la regione si stia muovendo sono in un ottica elettoralistica vi incollo l’articolo de la Repubblica di cui Vi ho parlato:

Da Repubblica Napoli di oggi 31.08.2014

Elezioni, la Regione dà il via libera a cemento selvaggio

Si aprono i condoni edilizi di venti e trenta anni fa. Protestano sinistra e Legambiente: “Colpo di Mano”

OTTAVIO LUCARELLI

SI RIAPRONO in Campania i condoni edilizi del 1985 e del 1994. Il termine del 31 dicembre 2006 slitta alla fine del 2015 e si restringe anche l’area protetta della penisola sorrentina che perde tutto il versante nocerino-stabiese. Passano gli anni, i decenni, ma alla fine le partite elettorali a Napoli e dintorni si continuano a giocare sempre sul cemento. E stasera in consiglio regionale, sul condono contenuto nel maxi emendamento collegato alla Finanziaria su cui il presidente Stefano Caldoro ha posto il voto di fiducia, si apre di fatto la campagna per le elezioni regionali della primavera 2015. È il punto 72 del maxi emendamento a scatenare la protesta degli ambientalisti. Una sanatoria che, in sostanza, comprende tutti gli abusi edilizi esclusi quelli realizzati nelle aree in cui è prevista “l’inedificabilità assoluta”. «La maggioranza di centrodestra — accusa Anna Savarese, vicepresidente regionale di Legambiente — si prepara in Regione a un colpo di mano degno della prima Repubblica certificando sul fronte del cemento un “via libera” a tutti. Una follia che rischia di portare un nuovo sacco al patrimonio ambientale e paesaggistico della Campania. In dieci anni la “Cemento spa” ha realizzato infatti nella nostra regione oltre sessantamila case abusive pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie». Ieri pomeriggio, nel momento in cui è stata posta la fiducia, l’opposizione di centrosinistra per protesta è uscita dall’aula.

QUARANTA pagine, oltre duecento articoli. Quando ieri pomeriggio l’assessore regionale alle finanze, Gaetano Giancane, ha annunciato su delega del presidente Caldoro il voto di fiducia sul maxi emendamento, le opposizioni hanno abbandonato l’aula protestando duramente. «La maggioranza — accusa Raffaele Topo, capogruppo del Pd — sta stravolgendo tutte le regole. I provvedimenti collegati devono essere approvati prima del bilancio di riferimento e, invece, ci ritroviamo sei mesi dopo a discutere del maxi emendamento in un clima che vede calpestati i principi fondamentali di correttezza amministrativa».

Le accuse di centrosinistra e ambientalisti, in sostanza, riguardano il fatto che il punto 72 del maxi emendamento contiene un super condono perché cancella una serie di aree protette e consente aumenti di volumetrie anche nella zona rossa del Vesuvio. Per quest’area le nuove norme urbanistiche ribadiscono il divieto di costruire nuovi edifici a scopo residenziale e di ampliare immobili esistenti, ma consentono adeguamenti per garantire la stabilità degli edifici nel rispetto della normativa antisismica e interventi finalizzati all’efficienza energetica degli immobili.

«Il centrodestra in questa fase — accusa Antonio Marciano del Pd — mostra tutta l’arroganza per nascondere la propria inconsistenza. Manca cultura di governo, manca rispetto per le istituzioni e il Consiglio oltre alle più elementari regole a tutela della democrazia. Da oggi abbiamo un’aula fuorilegge».

Parte la campagna elettorale e rimane nel maxi emendamento, anche se modificata rispetto alla prima stesura, la cosiddetta norma “anti De Luca”, il sindaco di Salerno che nel 2010 fu l’anti Caldoro. La norma al punto 214 decreta l’ineleggibilità alle cariche di presidente della giunta e di consigliere regionale per «i sindaci dei Comuni superiori a cinquemila abitanti compresi nel territorio regionale» e anche per «i componenti dell’esecutivo delle aree metropolitane, presidenti e componenti delle giunte provinciali». Per essere eletti dovranno dimettersi «non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature».

Napoli la Città dello Sport

tizzano

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla importante iniziativa che si è tenuta oggi nonché coloro che, seppure, non sono intervenuti mi hanno manifestato un concreto interessamento alle tematiche dello sport e dell’impiantistica sportiva cittadina. Ora occorre essere uniti, attori sportivi e pubblici, affinché si metta in campo una concreta politica per lo sport e l’impiantistica sportiva sfruttando le importanti strutture disseminate sul territorio cittadino.

La prima caratteristica di uno sportivo è la costanza che porta sempre ad un risultato ed oggi ne abbiamo avuto la dimostrazione. L’Amministrazione ha manifestato chiaramente di voler accogliere le iniziative che si potranno mettere in capo sfruttando lo speciale percorso amministrativo voluto dal legislatore con la legge di stabilità 2013.

Sono sicuro che se cogliamo questo momento potremo fare di Napoli la Città dello Sport

COMUNICATO STAMPA

Convegno su Enti Locali e Gestione degli impianti sportivi (clikka)

Oggi, 23 giugno, in Via Verdi, nel palazzo del Consiglio Comunale di Napoli, su iniziativa del Gruppo Consiliare di Ricostruzione Democratica, si è svolto un ampio e proficuo confronto tra amministratori pubblici ed un’ampia e prestigiosa platea di campioni, Federazioni e società sportive sulle tematiche del recupero e sviluppo dell’impiantistica sportiva, ma soprattutto sulla gestione ed affidamento degli impianti nella città di Napoli, a partire da quelli realizzati con la Legge n. 219/1981.

Prendendo spunto dalla pubblicazione a quattro mani di Enzo Marra, Ufficio Studi e Consulenze del CONI, ed Anna Lecora, segretario del Comune di Formia, su “La Sussidiarietà nella gestione pubblica del patrimonio immobiliare sportivo”, la platea si è confrontata su esperienze territoriali, linee di indirizzo e procedure della Legge n. 147/2013 (recupero e sviluppo dell’impiantistica sportiva, Legge quadro sullo sport della Regione Campania, criticità relative all’affidamento e gestione degli impianti, ruolo sociale dello sport e straordinari risultati conseguiti in ambito sportivo da Federazioni e Società Sportive della nostra città.

Tra gli altri sono intervenuti il Capo di Gabinetto del Sindaco di Napoli, Dr. Attilio Auricchio, la Consigliera Regionale Angela Cortese, l’Assessore al Patrimonio del Comune di Napoli, Sandro Fucito, nonché i campioni olimpici Davide Tizzano e Paolo Trapanese, oggi entrambi impegnati come dirigenti federali, oltre ai Maestri Gianni Maddaloni e Peppe Marmo. Nell’incontro, che, come era nelle intenzioni dei promotori, ha assunto la forma della sessione di studio, si è affrontata la tematica a tutto tondo della Legge n. 147/2013 con un contributo specifico di Giuseppe Ranieri dell’Istituto Credito Sportivo, dei Dirigenti del Comune di Napoli e dell’Arch. Mario Martorano.

L’indirizzo delineato dall’Amministrazione Comunale è quello di invitare gli attori sportivi ad utilizzare il procedimento disegnato dalla Legge n.147/2013, ovvero la presentazione in rete da parte delle Associazioni Sportive di proposte di gestione degli impianti con procedure snelle ed al tempo stesso scandite nel tempo. Contestualmente, è emersa dirompente l’istanza di chiarezza sulla gestione degli impianti sportivi realizzati con la Legge n. 219/1981 e l’esigenza di ritrovarsi a breve e periodicamente sulle questioni affrontate.

Il servizio della WEBTV(clikka)

 

La Politica e lo Sport

rugbyIl 3 marzo scorso ho convocato una riunione della commissione sport ed impiantistica sportiva del Comune di Napoli, su alcuni argomenti, tra cui la realizzazione di una piscina in Via Nicolardi e la futura destinazione di un impianto ristrutturato da poco che è sito in Via Camillo Guerra. Alla riunione ha partecipato anche la Presidente della III municipalità Giuliana Di Sarno e l’assessore allo sport. All’esito della riunione abbiamo avuto la possibilità di concordare un indirizzo politico amministrativo per il quale ho anche scritto una nota (clikka) con la quale in sostanza abbiamo chiesto al Sindaco di fare in modo che per l’impianto sportivo cd. “Kennedy C” sito in Via Camillo Guerra si tenga conto della necessità di offrire ai cittadini una pluralità di sports da praticare e quindi che quest’ultimo impianto sia messo a bando per l’attività di Rugby poiché sul territorio cittadino abbondano i campi di calcio e calcetto, sia pubblici che privati.

Per la realizzanda piscina di via Nicolardi, invece, si è raccomandato una particolare attenzione alle procedure visto che il finanziamento è regionale e presenta non poche difficoltà rappresentate dal Dirigente presente alla commissione.  Il passo è poi stato breve per trattare anche il tema della gestione degli impianti affinché si faccia in modo che siano affidati sempre nell’interesse pubblico. In un’altra riunione di commissione ebbi modo di chiedere ad un rappresentante di una associazione: “scusi mi spiega il perché se io porto mio figlio in un impianto sportivo del comune dato in gestione mi costa allo stesso modo che se lo portassi in un impianto privato?”

Credo sia compito della politica fare in modo che i cittadini abbiano la possibilità di scegliere quale sport praticare o far praticare ai propri figli. Tutte le discipline sportive hanno pari dignità ed esprimono valori culturali che non possiamo permetterci di perdere!

La questione è stata poi ripresa da Repubblica Napoli del 04.03.2014:

Corsi di nuoto, scoppia la polemica
L’accusa: i bimbi meno abbienti vengono separati dagli altri
ALESSIO GEMMA
POLEMICA SUI corsi di nuoto. Perché i bambini meno abbienti possono iscriversi gratuitamente ma sono costretti a frequentare le piscine comunali in orari diversi dai coetanei più agiati. «E’ una vergogna, le famiglie meno ricche così sono discriminate».
A denunciare il caso è il presidente della Terza municipalità, Giuliana Di Sarno. Via Verdi, palazzo del consiglio comunale. Alle 12 si riunisce la commissione sport presieduta da Gennaro Esposito per discutere del progetto di una piscina di proprietà del Comune da costruire nel parco di via Nicolardi con 3 milioni di fondi pubblici stanziati dalla Regione. Il dibattito scivola dalla realizzazione all’uso degli impianti sportivi. Una serie di bandi pubblicati dalle municipalità prevedono una quota del 10 per cento degli iscritti da riservare nelle strutture di proprietà comunale airagazzi provenienti da famiglie economicamente disagiate. Che possono accedervi senza versare la quota di iscrizione. «Mi sono finta una mamma con un reddito basso — ha raccontato Di Sarno — ho chiesto ad alcuni gestori di piscine di ospitare mio figlio e mi è stato risposto che c’erano dei corsi dedicati solo agli utenti meno abbienti. Assurdo. Che senso ha separarli dagli altri bambini?».
Sulla gestione degli impianti sportivi di Palazzo San Giacomo interviene in commissione il consigliere del Pd, Ciro Fiola: «Dobbiamo mettere a reddito campi di gioco, piscine e palestre se decidiamo di affidarli ai privati. Inutile spendere soldi pubblici per costruire questi impianti che richiedono anche fondi per la manutenzione straordinaria se poi non garantiscono un vantaggio alla collettività. Si corre il rischio di trovarsi nella stessa situazione dello stadio San Paolo: dove il Calcio Napoli ha debiti con il Comune per 5 milioni di euro perché non ha pagato in tutti questi anni il fitto. Possibile che una società di calcio che incassa decine di milioni per la vendita dei giocatori non trovi 5 milioni per dare al Comune proprietario dello stadio ciò che gli spetta?». A rincarare la dose sul caso pi-scine ci pensa il presidente Esposito: «Ho potuto verificare nel corso di alcuni sopralluoghi che in alcune piscine è stato riservato l’uso ai diversamente abili in orari mattutini, incompatibili con l’obbligo scolastico, e con la presenza di un istruttore a carico delle famiglie. Che dire: ci vorrebbe un collegamento più stretto tra i servizi sociali e i concessionari degli impianti«.

Claudio Pollio: Una occasione da non sprecare per lo sport

pollioOvunque vado senti ripetere il solito mantra che lo sport è fondamentale per i risvolti sociali che ha, poi però tra il dire ed il fare ci passa l’incapacità di una classe politica sorda alle istanze del territorio ed incapace di dare una direzione o di mettere a frutto i risultati che già ci sono. Spesso alla incapacità della politica si accompagna anche l’incapacità di federazioni sportive con quadri dirigenti chiusi, riottosi ad ogni cambiamento, autoreferenziali e spesse volte gerontocrizzati. Una contraddizione stridente perché lo sport si nutre di sangue, carne, muscoli e, sopratutto, entusiasmo dei giovani. Una grande responsabilità civica e sociale, perché lo sport è una fucina di cittadini, non solo perché insegna al rispetto delle regole, ma sopratutto perché rende consapevoli che al merito corrisponde sempre un risultato. Un insegnamento fondamentale specialmente in quei quartieri nei quali i ragazzini che vi crescono  si sentono afflitti da un senso di ingiustizia sociale e dalla mortificazione di vivere in uno stato di degrado sociale, dove non c’è alcuna presenza concreta delle istituzioni dove la prepotenza la fa da padrona e dove il messaggio è quello di stimare un modello di vita distorto. In una parola parchi buoi da mungere solo in periodo elettorale. Lo sport fortifica la società crea una barriere all’illegalità e restituisce ai giovani la speranza e la fiducia nelle proprie capacità.

A Napoli nella lotta olimpionica stile libero, uno sport di grande passione e sacrificio, nonostante avessimo avuto la fortuna di avere Claudio Pollio, un ragazzo che nel 1980 da Secondigliano approdò a Mosca salendo sul gradino più alto del podio, siamo stati in grado, istituzioni cittadine e federazioni sportive, di perderci un’occasione per dimostrare ai tanti ragazzini di un quartiere difficile che nella vita si può essere campioni si può uscire per lo meno dal degrado morale. L’amministrazione cittadina e la Federazione Sportiva avrebbero dovuto fare di tutto affinché questo campione, esempio di riscatto sociale, assumesse il ruolo che gli spetta proprio in un quartiere che è famoso ormai nel mondo per gli scissionisti, i di lauro, il “terzo mondo” ed il traffico di droga. Claudio Pollio, spesse volte l’ho detto anche in pubblico, è stato per me l’esempio da seguire, avevo poco più di 12 anni ed ebbi la fortuna di fare i primi allenamenti con lui che aveva appena vinto le olimpiadi. Ebbi immediatamente la percezione che avrei potuto fare anch’io lo stesso, mi sarei potuto affrancare dal degrado civile e sociale che vivevo in un quartiere difficile di Napoli impegnandomi nello sport e questa mia passione poi mi è servita nello studio con risultati assolutamente inaspettati visto da dove ero partito. Oggi sento che il mio dovere ed il dovere di quelli che come me occupano poltrone nelle istituzioni cittadine o in quelle federali è fare in modo che questi esempi abbiano la possibilità di ripetere il miracolo, non è possibile che Claudio Pollio non abbia una palestra nella quale trasmettere i valori e l’esempio vincente che egli stesso rappresenta. Sarebbe un’occasione sprecata che non ci possiamo permetterete a Secondigliano ed in Italia, non solo perché si perde un’occasione di recupero di ragazzini in un quartiere difficile, ma anche perché ormai questo sport soffre una crisi di partecipazione che lo porterà, di questo passo, a scomparire, con un impoverimento della cultura sportiva e con grande responsabilità di enti ed istituzioni anche sportive che sono state incapaci di promuoverlo.

Consiglio la visione di questo video che racconta la storia di Claudio Pollio un grande campione

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I soldi nel pallone ed i valori dello sport

delaurentiisDopo la commissione sullo Stadio San Paolo di ieri 24.10.2013 (clikka) oggi apprendo una dichiarazione del Patron del Calcio Napoli, che dovrebbe far accapponare la pelle a tutti i cittadini ed in particolare agli sportivi ed a quelli che amano lo Sport. Il patron si è addirittura permesso di dire che, le Nazionali dovrebbero pagare un milione di euro ai clubs titolari dei cartellini dei giocatori per farli giocare nelle partite delle Nazionali stesse.

La dichiarazione la sento particolarmente perché mi capitò una cosa  del genere quando da ragazzo atleta agonista, un mio presidente di una squadra romana, mi dichiarò apertamente che a lui della nazionale non fregava nulla e che, a fronte di un torneo internazionale a cui dovevo partecipare, avrei fatto bene e meglio a partecipare ad un campionato regionale che portava punti alla società! Ovviamente la mia risposta fu fulminea e senza esitazioni, mandai a quel paese presidente ed associazione e ritornai alla mia squadra di origine dei Vigili del Fuoco nonostante la squadra romana mi avesse promesso di accogliermi in una sorta di College per studenti sportivi! Paradossalmente il patron che opera nel mondo dello sport ed ha un così importante rilievo, non sa neppure dove stanno di casa i valori sportivi. Per ogni atleta, compreso credo i calciatori, indossare la maglia della Nazionale è un Onore ed un Dovere! Ad ogni buon conto non posso non fare a meno di notare il cd. doppiopesismo di cui è affetto il patron: quando si tratta di avere soldi è diligentissimo quando, invece, si tratta di pagare lo stadio al Comune, non ha la stessa diligenza! Più che un imprenditore un furbo.

Da Repubblica Napoli di oggi 25.10.2013

De Laurentiis ritiene inaccettabile che un giocatore vada a giocare con la sua nazionale gratis. Vorrebbe 1.000.000 di euro per ogni partita. Strano che tutto questo rigore non l’abbia con il pagamento dei canoni di concessione del San Paolo!
Oggi su repubblica Napoli: De Laurentiis, scacco al potere ultimatum per Blatter e Platini
PASQUALE TINA
UNA vocazione europea confermata pure dall’ultimo ranking Uefa (azzurri al tredicesimo posto assieme al Milan, la Juve è 21esima). Al patron, però, questo sistema così com’è non piace tanto che indossa nuovamente la divisa del rottamatore. Nel mirino Platini e Blatter. «Non mi accontento di guadagnare 40 milioni dalla Champions — ha spiegato a l’Equipe — ne voglio 150 o 200». La ricetta è pronta: «Ho in mente un’unica coppa, alla quale parteciperebbero le migliori cinque squadre di ogni campionato. Una competizione del genere genererebbe introiti di 5 miliardi». I dettagli: «Una settimana giocheremmo i tornei nazionali da 16 squadre e non più da 20, l’altra quello continentale. I presidenti americani dei club inglesi e i tedeschi sono d’accordo con me, con le altre è difficile parlare, soprattutto Real e Barcellona che si basano sull’azionariato popolare. Mi auguro che tra due o tre anni ci siano novità». L’appello è per Michel Platini: «Deve sedersi al tavolo e trattare con noi. Possiamo pure fargli un contratto ventennale, ma deve portare più introiti sfruttando il marketing e vendendo le partite su internet. Non possiamo basarci solo sulle tv, da queste bisognerebbe avere un utilizzo solo meccanico per poi versare loro una percentuale degli introiti generati dalla vendita dei match ai telespettatori, meccanismo che si utilizza per le sale cinematografiche. Se la Uefa non ci ascolta, saremmo costretti a creare una lega parallela ».
La scissione, dunque, è la minaccia che può essere evitata solo se parte una trattativa. De Laurentiis ne vuole anche un’altra: «Bisogna rivedere i rapporti con le federazioni. Se il Psg paga Cavani 64 milioni, il Matador non può giocare gratis con l’Uruguay. Le nazionali devono versare un indennizzo di 1 milione a ogni convocazione. Blatter e Platini non possono fare i furbi alle nostre spalle».
De Laurentiis non dimentica neanche i problemi di casa sua, ovvero lo stadio. È in agenda un incontro con de Magistris per accelerare il tavolo tecnico. «Voglio il San Paolo», ha sempre detto. Lo stadio di proprietà, del resto, è la pietra miliare del suo kolossal. E oggi pranzo tra la first lady Jacqueline e le mogli dei giocatori: per fare gruppo.

Concessione dello stadio San Paolo parte l’esposto alla Corte dei conti
STADIO San Paolo, presentato un esposto alla Corte dei conti contro il Comune. A rivolgersi alla magistratura contabile sono i consiglieri di Ricostruzione democratica Simona Molisso, Gennaro Esposito e Carlo Iannello. Il danno erariale ipotizzato si riferisce al fatto che la società sportiva calcio Napoli dal 2006 non paga il canone di concessione dell’impianto di Fuorigrotta. «Il motivo del mancato pagamento – affermano i tre – risalirebbe a una vantata compensazione di presunti lavori eseguiti dal concessionario per 1.787.514 euro a fronte di un maggior credito del Comune di 3.806.235 euro». Se così fosse, secondo i consiglieri, Palazzo San Giacomo potrebbe non aver rispettato l’ordine cronologico del pagamento dei creditori, favorendo la società sportiva e contravvenuto alla normativa che prevede una gara per l’assegnazione dei lavori di un bene pubblico. Il San Paolo è stato argomento della riunione della commissione sport alla quale hanno preso parte federazioni e associazioni sportive, che utilizzano lo stadio con un «movimento di circa 4 mila persone al giorno», preoccupate di un’eventuale cessione a De Laurentiis. Dal mondo degli “altri sport” parte un appello al Comune affinché faccia rispettare le regole: «Noi paghiamo il canone di concessione, il Napoli faccia lo stesso». Denunciata la situazione di degrado dello stadio: «La pista d’atletica è indecente».
(antonio di costanzo)

Impianti sportivi municipali

comuneIeri è stata proposta al consiglio comunale una modifica al regolamento delle municipalità con la quale si vuole attribuire la facoltà alle stesse di poter dare in concessione gli impianti sportivi  di loro competenza non più per 1 anno ma per 10 anni attraverso una gestione cd. indiretta. La mia preoccupazione è stata quella di evitare che si possano creare come, peraltro accaduto per alcuni impianti di rilevanza comunale, delle posizioni di privilegio e pertanto ho manifestato la necessità che si approvasse prima il regolamento d’uso degli impianti sportivi la cui necessità è richiamata dalla stessa delibera di giunta 757/2012. In seguito al mio intervento la delibera è ritornata in commissione affinché si capisca meglio come fare in modo di assicurare la destinazione pubblica di queste strutture.

Piccola nota: Noi di Ricostruzione Democratica abbiamo da dicembre 2012, dopo una lunga istruttoria, fatto una proposta di regolamento di uso degli impianti sportivi (clikka)

Le mie perplessità diciamo nascono da cose che ho toccato con mano e la superficialità non paga mai: il patrimonio comunale una questione di giustizia sociale (clikka)le sorprese dello stadio San Paolo (clikka)

  Il mio intervento al 3:40:17

Aiutiamo lo Sport a Scampia

maddaloniOggi (08.03.2013) sono intervenuto nel Consiglio Comunale anche per esprimere la mia solidarietà a Gianni Maddaloni che in questi giorni e settimane sta vivendo una condizione assolutamente frustrante come è apparso su tutta la stampa cittadina. Di Gianni Maddaloni avevo già manifestato la mia vicinanza all’opera meritoria che svolge sul territorio di scampia (clikka). Ho colto l’occasione anche per fare una riflessione su come si danno i contributi pubblici.

Il mio intervento al 1:14:48

E fiction sia! L’oro di Scampia una storia di Sport e Passione

MaddaloniAlla fine c’è un altro progetto  televisivo su Scampia che avrà ad oggetto la storia di Gianni Maddaloni, papà di Pino, oro olimpico a Sidney 2000. La sterile polemica del chi combatte meglio la camorra e la mafia mi sembrerebbe superata e spero che l’attenzione si sposti sui problemi e sulle soluzioni. Oggi come consigliere comunale e presidente della commissione sport, nei confronti di Gianni e degli altri bravi maestri di sport, di vita e di strada che stanno sui territori, provo un senso di inadeguatezza, sentendo il peso della responsabilità per quello che nonostante tutto il mio impegno non riesco a fare per loro, nella consapevolezza del grande lavoro che, invece, queste persone speciali riversano sul territorio. Impegno che conosco profondamente provenendo dallo stesso mondo sportivo e dalla stessa tipologia di quartiere difficile (Marianella). La verità è che nel Comune di Napoli, ma forse in Italia, lo sport non è mai stato preso sul serio! E’, infatti, diffusa l’opinione tra i politici che l’assessorato allo sport sia un assessorato di serie B. Non si comprende, invece, che lo sport è la prima politica sociale perché è insieme prevenzione e cura ! La conferma di questo è nei bilanci comunali dove si appostano 100 milioni di euro per le politiche sociali e poco più di sette milioni di euro per lo sport. Somma assolutamente esigua che a Napoli viene totalmente assorbita dall’idrovora stadio san paolo. Non si riesce, infatti, a far capire, che nello sport è facile verificare il merito e l’efficacia dell’azione sociale, dai risultati sportivi. Il campione, infatti, rappresenta per tutti i suoi compagni di spogliatoio l’esempio da seguire nello sport e nella vita. Io nel 1980 in palestra ho avuto la fortuna di iniziare lo sport della lotta olimpionica stile libero sudando sul tappeto con Claudio Pollio, oro a Mosca 1980, che mi ha fatto percepire immediatamente che era possibile vincere con l’impegno ed il sacrificio e tutta la mia adolescenza che, altrimenti poteva essere difficile, io l’ho trascorsa in palestra. La modalità di approccio della politica tradizionale, invece, è sempre approssimativo e finisce per realizzarsi con contributi a pioggia, se va bene, oppure agli amici degli amici se va male … e devo dire che va sempre male! Sin dall’inizio di questa mia esperienza amministrativa ho elaborato un nuovo regolamento d’uso degli impianti sportivi e per la promozione dello sport (clikka) che giace allo stato al Consiglio per l’acquisizione dei pareri, con il quale ho voluto creare un meccanismo indipendente di assegnazione dei contributi fondato solo ed esclusivamente sul merito sportivo e sganciandolo da ogni forma di discrezionalità politico/amministrativa. Spero di riuscire a vederne l’approvazione, anche se credo che vedrò storcere molti nasi di politici di lungo corso, troppo abituati a fare concessioni e piaceri ai loro amici! Gianni Maddaloni rappresenta un esempio virtuoso di inserimento sociale di valori che spesso salvano la vita di coloro che sono segnati dalla nascita, da una sorta di “maleficio soli”. Ebbene, non riesco a capire come sia possibile che una realtà come quella di Maddaloni possa essere abbandonata dalle istituzioni quando questi lamenta che non riesce a pagare le bollette dell’enel preferendosi finanziare improbabili progetti, quando si potrebbe facilmente verificare sul campo l’azione posta in essere dai risultati ottenuti. In questa battaglia so di avere dalla mia parte, il mondo dello sport, ma ancora di più so di avere dalla mia parte i tanti ragazzini dei quartieri napoletani nei cui occhi mi riconosco. Forza ragazzi insieme si vince!!

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Da La Repubblica del 20.01.2013

Scampia avrà la sua fiction. Ma non si tratta di Gomorra 2, negli ultimi giorni al centro di accese polemiche per il diniego della Municipalità a dare l’ok alle riprese sul territorio, bensì di un’altra produzione. Titolo: “L’oro di Scampia”, che racconterà la storia della famiglia Maddaloni, dagli inizi di papà Giovanni fino alla medaglia d’oro olimpica di Pino nel judo. Già aperti i casting, le riprese inizieranno in primavera nel quartiere teatro della faida di camorra tra clan, mentre la messa in onda è prevista per il prossimo autunno su Rai Uno. Attore protagonista sarà Beppe Fiorello nei panni di Giovanni Maddaloni, padre di Pino e proprietario dello Star Judo Club che permette ogni giorno a centinaia di ragazzi di praticare gratuitamente sport a Scampia. Una storia lunga e tortuosa, dall’apertura della palestra ai giorni nostri, tra problemi burocratici e difficoltà quotidiane. Negli ultimi anni la struttura ha rischiato più volte la chiusura per mancanza di fondi, ma oggi è aperta ai giovani del territorio ed opera anche per i minorenni detenuti nel carcere di Nisida, per i ragazzi delle comunità e i diversamente abili. «Abbiamo anche un campione italiano tra i non vedenti, che s’è messo in testa di arrivare a Rio 2016». È l’ultima scommessa raccontata nel libro di Giovanni Maddaloni, “La mia vita sportiva”, dal quale prende ispirazione la fiction. «Ho conosciuto Beppe Fiorello alcuni mesi fa, s’è fatto raccontare tutto nei dettagli, a partire dai primi passi nel rione San Gaetano, non certo un territorio facile». Una storia da film. «L’intenzione – spiega Maddaloni – è raccontare la storia di un riscatto sociale cercato e trovato nello sport: abbiamo anche un discorso aperto con l’associazione Don Peppino Diana, siamo attivi su tanti fronti ma continuiamo a vivere tra alti e bassi». Nei cassetti della scrivania dello Star Judo Club, ad esempio, c’è una bolletta di ventuno mila euro da pagare. «Nel 2010 dopo alcune scadenze non rispettate l’Eni ci tolse la luce e fummo costretti ad allenarci con le candele accese. Ci aiutò una donna americana, che venuta a conoscenza delle nostre disavventure decise di pagare l’intero importo. Da quel giorno ci è arrivata una sola bolletta, valida per l’ultimo anno e mezzo. Noi questi soldi non li abbiamo, in cassa ci sono 36 euro. Lancio una provocazione: l’Eni ci sponsorizzi e faccia concretamente qualcosa per Scampia». L’idea della fiction è stata accolta con favore dal presidente della Municipalità Angelo Pisani, che soltanto pochi giorni fa negò l’autorizzazione a girare nel quartiere le riprese per la fiction di Sky Gomorra 2. Maddaloni entra a gamba tesa sull’argomento: «Mi piacerebbe incontrare Saviano, sapere da lui che impronta vuole dare alla serie tv. La prima volta con il suo libro ha acceso i riflettori sui nostri problemi, adesso però rischia di darci il colpo di grazia. Abbiamo bisogno di figure positive, di un eroe all’interno della sua storia. Il cast del nostro film sarà composto dai ragazzi della palestra, gli unici attori saranno Fiorello e pochi altri. Insomma, diamo possibilità a questo territorio, non pensiamo soltanto a far notizia». La vita di Giovanni Maddaloni sarà raccontata anche in una breve ricostruzione contenuta nel programma Eroi, in onda in primavera sulle reti Rai, insieme ad altre storie di sport.

Piscine Comunali una battuta d’arresto

secondigliano1Stamane (4.12.2012) in Commissione Sport abbiamo trattato ancora una volta il tema degli impianti natatori, di cui al mio precedente post (https://gennaroespositoblog.com/2012/07/24/piscine-la-nuova-regolamentazione/). Poiché in commissione mi erano state segnalate delle incongruenze tra quanto risultava nelle schede tecniche allegate alla delibera 501/2012 e lo stato dei luoghi ho, ritenuto necessario eseguire sette sopralluoghi sulle sette piscine, all’esito dei quali abbiamo ritenuto che non era possibile andare avanti con il bando e l’assegnazione, ma occorreva modificare la delibera 501/2012 poiché non descriveva nel suo complesso dettagliatamente le strutture che nella realtà sono molto più complesse avendo alcune oltre alle vasche anche palestre e campetti. Ho, infatti, constatato che tra le sette piscine ci sono tre strutture l’acqua chiara al frullone, la Poerio al Corso Vittorio Emanuele e quella al Corso Secondigliano che hanno una capacità di reddito assolutamente superiore alle altre ed i valori espressi nelle schede non facevano giustizia di tale differenza. Ho poi constatato che dal 2002 al 2008 il Comune di Napoli ha speso anche somme importanti per le manutenzioni delle piscine giungendo a spendere: 1) 539.000 €. per la Poerio; 2) 270.000,00 €. per l’Acqua Chiara; 3) €. 357.000 per quella in via delle repubbliche marinare; 4) 132.000,00 €. per la Monfalcone; 5) €. 98.000,00 per quella al Corso Secondigliano; 6) €. 99.000,00 per quella di Via Labriola (nella 167); 7) €. 0,00 per quella di via P. Giurleo. Ho anche constatato, purtroppo, che in alcune piscine i prezzi per l’accesso sono assolutamente quelli di mercato mentre i canoni di concessione sono assolutamente irrisori aggirandosi intorno ai 10.000 €.  all’anno per ogni struttura. Inoltre, dalla destinazione “geografica” delle manutenzioni mi sembrerebbe di capire anche in quale “direzione” sia andata la precedente amministrazione che ha finito per finanziare la manutenzione delle piscine più “importanti”. Spero che con la prossima assegnazione si giungerà a creare un maggior equilibrio ed a tutelare meglio il bene e l’interesse pubblico. Oggi il Comune più che negli altri anni deve agire con maggiore perizia e diligenza non ci possiamo permettere di sbagliare, nella crisi le discriminazioni si fanno sentire di più e sono maggiormente odiose, gli amministratori pubblici hanno il dovere di dare conto ai cittadini di ogni euro speso o non guadagnato. Non ci possono essere privilegi né di casta né dovuti a condizioni consolidate. Il compito degli amministratori deve essere quello di spezzare le catene che hanno imbrigliato l’azione amministrativa napoletana per indirizzarla solo ed esclusivamente verso il perseguimento del bene e dell’interesse pubblico, sempre e comunque, questo deve essere l’unico obiettivo di una politica non autoreferenziale ma volta all’amministrazione della cosa pubblica. Speriamo di riuscirci.

Di seguito un reportage fotografico delle piscine:

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