Il destino dello Stadio San Paolo

sanpaolo
Oggi (28.08.2013) su Repubblica Napoli:
È sbagliato cedere lo stadio a De Laurentiis
SONO giorni che i giornali si stanno  occupando del futuro della stadio San Paolo trattando la vicenda  come se fosse una “partita a due” sindaco/patron. Credo, invece, che occorra allargare la prospettiva facendo capire ai napoletani  in che termini si pone la questione visto che il patron in una delle sue “uscite” sui giornali  ha addirittura dichiarato che l’impianto gli spetterebbe di diritto  dietro il versamento di un solo  euro. È chiaro che molti napoletani  ritengono che lo stadio, per come è gestito, andrebbe “regalato”  al Calcio Napoli sostenendo questa tesi con l’argomento che esso è solo un costo per la collettività  vista la incapacità di gestione  del Comune. Ora se questo argomento  è comprensibile, quando  esposto da un cittadino “scontento”,  non credo che possa ritenersi  valido per qualunque amministratore  pubblico, compreso il sindaco, che dovrebbe  fare in modo di rendere, come in altre grandi città, per lo meno in pareggio l’impianto. In verità credo che dovremmo chiedere ai cittadini napoletani se la terza città d’Italia si può permettere di perdere un impianto così importante,  che dovrebbe essere destinato  ad ospitare non solo le partite  di calcio, ma anche importanti kermesse sportive di livello nazionale
ed internazionale. Se l’Italia  si dovesse aggiudicare un campionato del mondo di atletica  o altro evento superiore o di pari livello, mi chiedo quale impianto  resterebbe alla città di Napoli  per candidarsi? Stesso discorso  vale per i grandi eventi di spettacolo. Non ci dimentichiamo,  infatti, che ultimamente Bruce Sprengsteen noi l’abbiamo  dovuto ospitare in piazza Plebiscito,  con tutte le polemiche che ne sono derivate, mentre a Milano lo stesso artista, si è esibito  allo stadio comunale Meazza e non mi sembra che le squadre cittadine  abbiano fatto una piega, anzi! Altro quesito che porrei ai napoletani è questo: se dovessimo  “regalare” lo stadio al patron e questi lo “infilasse” in qualche altra sua società sganciandolo dai destini del Calcio Napoli che resterebbe alla città ed ai tifosi? Ci potremmo ritrovare nella incresciosa  situazione di avere in futuro  un soggetto terzo, che non sarà più il Comune, interlocutore del Calcio Napoli che potrebbe dettare  legge senza se e senza ma. Né credo che questa ipotesi si possa eccessivamente limitare con vincoli  più stringenti o con un diritto di prelazione in favore del Comune  (cronicamente senza soldi) per questioni giuridiche che non sto qui a trattare. In una parola lo Stadio oggi rappresenta un’anomalia  perché per come è attualmente  gestito è una posta molto attiva per il Calcio Napoli, mentre è una posta molto passiva per la collettività, che ci rimette per la straordinaria ed ordinaria manutenzione  ed inoltre non è neppure  capace di farsi pagare i canoni di concessione e la percentuale dovuta per la pubblicità esposta nell’impianto, forse per il timore di non scontentare troppo il patron  che potrebbe, forse, influenzare  il consenso dei tifosi verso l’amministrazione. Ebbene, io non credo che i napoletani debbano  essere trattati come “bambini”  a cui non si può sottrarre il “giocattolo”. Occorre solo riequilibrare  il rapporto prendendo spunto da quello che hanno fatto in altre grandi città, dove lo stadio è comunale e resta tale e la collettività  non ci rimette anche l’accompagnamento  del figlio del patron. Ovviamente sempre forza Napoli.
Gennaro Esposito
Consigliere Comune Napoli

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