E’ da tempo che rifletto sulla inadeguatezza della qualità dei giornali! Sul caso tommasielli (su cui ieri ho scritto il post l’assessora irresponsabile clikka) ciò emerge in modo emblematico. Dopo la conferenza stampa, infatti, oggi (31.07.2013) nessun articolo nessun giornalista che abbia fatto una analisi della bontà delle cose che l’assessora ha dichiarato di aver fatto come amministratore locale! Nessuno si è preso la briga di verificare se veramente l’assessora si è profusa per riequilibrare i rapporti tra Comune e Calcio Napoli, nessun giornalista che si sia preso la briga di verificare quale è stata la produzione politico/amministrativa dell’assessora, nessun giornalista che si sia chiesto quali sarebbero questi poteri forti che l’hanno ostacolata (nomi e cognomi), nessun giornalista che abbia avuto lo scrupolo di chiedere come è andata a finire la questione, importante per la città, dell’affidamento degli impianti 219, nessun giornalista che abbia avuto l’idea di capire come sia stato organizzato il sea sport, nessun giornalista che si sia soffermato sulla questione ippodromo, chiedendo di chi sono e chi paga per i 235 cavalli ivi collocati in pensione, nessun giornalista che si è offeso per aver partecipato ad un “comizio stampa” più che ad una conferenza senza la possibilità di fare domande! Credo che possiamo dire che la responsabilità dei giornalisti è pari a quella dei politici e degli imprenditori nello sfascio della società e dello Stato cui stiamo da anni assistendo. I giornali dovrebbero contribuire alla formazione della morale e del senso civico di un paese ma è sempre più difficile trovare giornalisti in grado di entrare e comprendere realmente i fatti che accadono spiegandoli ai cittadini. La ricostruzione della democrazia in un paese passa attraverso un nuovo modo di fare giornalismo che non è quello dello scoop sensazionale ma è quello di iniziare a spiegare puntigliosamente a coloro che vogliono conoscere i fatti come essi realmente stanno con carte e documenti alla mano. Il caso tommasielli a livello locale è solo un caso emblematico di come si fa giornalismo in Italia. Si riportano tesi andando all’attacco della persona appigliandosi alle parole e non ai fatti e sempre più spesso i più bravi sono i freelance pagati con un mezzo piatto di lenticchie ed ai quali non è consentito invadere il campo dei “professionisti della parola scritta”. La cartina di tronasole sta nel fatto che mentre negli altri paesi basta una multa affinché l’opinione pubblica di “scandalizzi” provocando dimissioni a catena di ministri e premier in Italia invece i potenti della politica si possono permettere anche di mettere su un giro di prostituzione anche minorile senza che si provochi un moto di popolo. Per salvare l’Italia non occorre un salvatore della patria ma che tutti facciano la loro parte!
L’Assessora irresponsabile
Oggi (30.07.2013) ho seguito la conferenza stampa della Assessora Tommasielli convocata dalla stessa per dare giustificazioni alla città sulla vicenda delle multe che l’ha colpita. Io mi sono già espresso sul caso con due post su questo blog (assessora convinca suo cognato a pagare le multe clikka – le dimissioni della assessora cosa farebbero gli inglesi clikka). Devo dire che sono dispiaciuto che questa vicenda si trascini ma credo che la terza città del paese debba avere di più! Comprendo lo stato della assessora sospesa, ma non ci possiamo permettere un passo indietro occorre che qualcuno in questa città dica senza mezzi termini come stanno veramente le cose. L’assessora dichiara di essere stata nel corso della sua azione rigorosa e trasparente di aver lottato contro i poteri forti e di pagare uno scotto per essersi posta in contrasto con De Laurentiis. Io posso dire di non essermene accorto! In più occasioni ho dovuto registrare un senso di solitudine quando ho richiamato l’attenzione sui temi di cui l’assessora oggi si dichiara paladina, fino a quando noi di Ricostruzione Democratica siamo stati costretti a chiederne le dimissioni, ben prima dei gravi fatti su cui si indaga. Fin dall’inizio di questa avventura ho sempre ritenuto che occorre opporre ad una politica irresponsabile, politici responsabili, cosa che è mancata in molte occasioni proprio alla assessora in settori (lo sport, impianti sportivi e pari opportunità) che io ritengo assolutamente centrali. Mi è difatti dispiaciuto constatare che l’azione amministrativa dell’assessora quando è stata sollecitata a mettere mano proprio al San Paolo per ripristinare regole minime di legalità abbia risposto di non avere alcuna responsabilità amministrativa ma solo politica (resoconto stenotipico del 12.04.2013 clikka). Una sorta di irresponsabilità amministrativa. Per noi di Ricostruzione Democratica non esiste responsabilità politica senza responsabilità amministrativa! Dovrebbero spiegarci, altrimenti, a cosa serve il politico se non ad amministrare! Le battaglie di cui l’assessora oggi si fa paladina, invece, hanno visto me stesso ed il gruppo di Ricostruzione Democratica assolutamente isolati ma, in ogni caso, in grado di far passare messaggi importanti per la città sollecitando i cittadini a prendere coscienza che il calcio napoli non è solo tifo ma anche un costo ingiustificato per la collettività nella misura in cui noi sopportiamo i costi ed il privato ne gode i benefici. Ciò è ampiamente documentato da interventi ed atti prodotti che hanno visto, invece, l’assessora assolutamente contraria ad ogni approfondimento, come quando nella commissione sull’Ippodromo, della quale si è fatta paladina, chiese (fatto singolare per una assessora) la verifica del numero legale pur di sottrarsi alle domande. Sono, infatti, molti gli articoli e gli atti da me pubblicati sul calcio napoli clikka, sull’ippodromo di agnano (clikka) ma anche sugli impianti sportivi natatori (clikka) a cui l’assessora si è guardata bene dal dare risposte oppure è andata nel segno opposto da quello dichiarato in campagna elettorale come nel caso degli impianti sportivi municipali clikka dei quali ha proposto sostanzialmente la privatizzazione.
Sono convinto che il Sindaco manco è a conoscenza di molte cose che con fiducia ha invece riposto nell’assessora ma che occorre si discutano a viso aperto.
Nell’amministrazione occorra, infatti, rigore, legalità e trasparenza che non vanno solo affermati ma praticati. L’ultima vicenda delle multe è solo il sintomo di ciò che abbiamo registrato, che pure ci lascia con delle domande che non sono state fatte al “comizio stampa”. L’assessora ha dichiarato anche in questo caso la sua irresponsabilità capisco la tesi della assessora ma occorrerebbero le risposte alle seguenti domande: 1) sono state cancellate le multe alla sorella ed al cognato della assessora? 2) se l’assessora si è solo informata della possibilità di avere un permesso “istituzionale” per il cognato “sindacomagistrato” come mai le multe sono state cancellate? 3) se l’interlocuzione è avvenuta con i suoi staffisti e quindi questi si sarebbero occupati diciamo maldestramente del caso perché non sono stati immediatamente allontanati?
Ad ogni buon conto posso dire che avendo parlato anche con la ex assessora donati e ricordandomi della discussione sul punto, ricordo che non erano previsti “permessi istituzionali” né per sindaci né per presidenti di municipalità né per assessori di municipalità né per consiglieri di municipalità o comunali e che la stessa donati viaggiava in autobus dalla stazione a palazzo san giacomo. La questione, quindi, credo sia molto più politico/amministrativa che non penale ed allora facciamo che la politica arrivi prima della magistratura almeno per una volta! A Napoli non occorrono “assessori irresponsabili.”
Il video della conferenza stampa
Ecco il testo:
Ringrazio tutti voi per essere venuti qui… perché avevo bisogno di parlare con tutti, con tutti voi, a viso aperto, guardandovi negli occhi, senza nascondimenti o giri di parole, nell’ottica di quella trasparenza che ha sempre contraddistinto il mio operato e che è stata anche una delle prerogative di questa giunta fino ad oggi.
Sono stati giorni duri, non ho alcuna remora a dirlo. L’avviso di garanzia mi è giunto come un fulmine a ciel sereno, mi ha catapultata in un incubo! Tutto era così paradossale: io – che avevo fatto da sempre della legalità e del rispetto della legge, non solo formale, una mia priorità prima di tutto personale, esistenziale e poi politica – mi sono trovata a rispondere alla Magistratura di presunti fatti illeciti. E mi facevano sorridere coloro che, magari in buona fede, per consolarmi, mi dicevano: “E cosa vuoi che sia, che sarà mai una multa, in questo paese dove il malaffare politico dilaga da sempre”.
No! Per me era ancora più grave perché è nelle piccole cose che si vede la moralità delle persone e so bene che c’è gente che ci campa due settimane con l’importo di una multa. E poi c’è la questione della ZTL per cui, anche nella mia qualità di assessore con delega alla salute, e soprattutto come medico, mi sono sempre strenuamente battuta. Ho sempre creduto in una città con un basso impatto ambientale e, soprattutto, ecosostenibile ed ho sempre creduto che imprescindibilmente a Napoli vi dovessero essere zone a traffico limitato, sia pure con qualche correttivo rispetto alla impostazione iniziale. Ebbene, proprio in virtù della richiamata trasparenza, ho indetto questa conferenza stampa: per dichiarare alla città, alla mia città, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati, essendomi limitata solo a chiedere se per i sindaci della provincia di Napoli (qual è appunto mio cognato) erano previste deroghe per il transito afferente motivi istituzionali.
Questa è la verità, la pura sacrosanta verità! Questi i fatti che hanno costituito il motivo occasionale dello scatenarsi della macchina del fango: settori e soggetti politici interessati – quelli compiacenti rispetto alle lobbies contro cui ho sempre lottato – hanno cavalcato cinicamente talune infondate indiscrezioni giornalistiche che, nell’immediatezza, avevano riferito di centinaia di multe annullate a parenti ed amici, cercando di ingenerare, del tutto proditoriamente, nell’opinione pubblica l’infamante convincimento che io avessi in tal modo fatto favori a parenti e ad amici.
Respingo categoricamente questa aggressione, tendente a delegittimare il mio ruolo istituzionale. Ho rimesso formalmente le mie deleghe al sindaco, per essere libera di agire e capire le vere motivazioni che sono a monte di tali improvvide aggressioni.
Nel contempo, devo invece ringraziare la stampa maggiormente accreditata ed autorevole che – dopo una primissima fase in cui erano stati riportati spezzoni di notizie in senso esclusivamente accusatorio – ha compiuto, attraverso un’informazione più equilibrata e rispettando il principio della correttezza informativa, depurando i fatti dai toni scandalistici e giustizialisti e riportando il caso in modo trasparente, consentendo ai lettori di avere un quadro più aderente alla realtà: non già la solita storia del politico, del “potente”, che abusa delle sue prerogative.
Non ho mai abusato della mia posizione politica, del mio ruolo per ricavarne un vantaggio personale, ho consegnato al mio avvocato tutte le multe che io e mio marito abbiamo e dobbiamo pagare da quando ho avuto l’incarico ad assessore.
Sono, inoltre, assolutamente certa della assenza di responsabilità dei componenti del mio staff e segreteria, sulla cui rettitudine ed onestà non ho dubbio alcuno, come ho ribadito a chiare lettere ai Magistrati. Proprio per il mio rigore, la mia specchiata moralità, mi sento profondamente offesa dalle accuse vigliacche di coloro che non conoscono la realtà dei fatti su cui sta indagando la Magistratura, alla cui valutazione mi rimetto completamente e nel cui operato ho completa fiducia.
Ma oltre all’aspetto giudiziario qui c’è un livello politico. Sono stata bersaglio di attacchi feroci ed indiscriminati da parte di coloro che fanno ancora parte della vecchia politica, di quella pregressa classe dirigente apertamente schierata o infiltrata tra le nostre fila, che i napoletani, a furor di popolo, chiesero nel giugno del 2011 a Luigi De Magistris di spazzare via con la Rivoluzione Arancione. Io mi sento ancora una militante Arancione di questa giunta, tra i pochi sopravvissuti, perché credo e continuo a credere che vi sia una nettissima ed invalicabile linea di demarcazione tra la necessaria mediazione politica ed il compromesso morale.
Lo so, sono un personaggio scomodo, perché ho detto di no al compromesso:
▪ no alla privatizzazione delle politiche sociali da parte di spregiudicati prenditori di soldi pubblici;
▪ no agli accordi sottobanco tra alcuni sindacati fatti sulla pelle dei lavoratori;
▪ mi sono impegnata nella vicenda dell’Ippodromo di Agnano che, finalmente dopo anni ed anni, è stato liberato da una gestione affaristica che, nel tempo, aveva prodotto l’inesorabile agonia ed annichilito l’impianto, prostrando i 140 lavoratori e inaridendo un intero indotto;
▪ ho preteso gare pubbliche in tutti i settori di mia competenza, ivi comprese le piscine della ex 219, sempre nell’ottica del rispetto della legge e della trasparenza!
▪ ho proposto progetti finanziari per il recupero delle strutture di proprietà del Comune,
▪ Ma vi è di più. Ho preteso chiarezza nei rapporti tra il Comune di Napoli e la Società Calcio Napoli. Beninteso, io sono una tifosa del Napoli e sono fiera che la nostra città abbia una squadra forte, che si acquistino giocatori di fama per poter fare una squadra competitiva che porti Napoli nel mondo, ma, al tempo stesso, la Società rispetti gli impegni presi, paghi al Comune quanto dovuto! Sono d’accordo che un imprenditore agisca per profitto, ma bisogna, anche pe rmotivi etici, rispettare la città. Sapete con quel danaro quanti servizi potremmo offrire ai cittadini bisognosi? Sapete quanti campetti di periferia, utili a togliere i bambini della strada, avrei potuto riqualificare?
Mi indigna e mi spaventa anche che la nostra terra sia appestata da veleni mortali. Ho creato il primo Osservatorio comunale delle malattie tumorali diviso per Municipalità, costituito solo da poco, sebbene i cittadini da anni ed anni ne chiedessero l’istituzione al Comune o alla Regione. E sapevo che, nel momento successivo a quello in cui avrei reso pubblici i dati di mortalità, sarei stata attaccata e me l’avrebbero fatta pagare. Eppure, con coraggio, ho ritenuto necessario scoperchiare questo vaso di Pandora e spiegare ai cittadini Napoletani chi e cosa attentasse alla loro salute. E non mi interessa più di tanto se tutto ciò ha potuto ingenerare antipatia e fastidi a qualcuno o a troppi. Mi interessa solo che sempre meno i miei concittadini possano ammalarsi di tumore, specialmente quando non hanno neppure i soldi per curarsi. Tutto il resto è secondario!
Anche questo ha turbato i poteri forti? Forse ho incrinato gli interessi dei dispensatori di cancro e di morte che hanno devastato il nostro territorio?
Diceva il nostro sindaco in campagna elettorale che se ci mettono ostacoli sul nostro cammino significa che stiamo andando nella direzione giusta. Ed io sono convinta di essere nella direzione giusta e dalla parte giusta: non dalla parte della putrida politica, dei prenditori di soldi pubblici, dei corruttori, di coloro che hanno depauperato, e vorrebbero ancora, mettere le mani sulla città. Sì, perchè in questi due anni la giunta comunale ha lavorato senza soldi, ed ora che si vede all’orizzonte l’arrivo di consistenti fondi per salvare la città, ecco che si sferra un attacco senza precedenti per delegittimare la compagine politica, che ha portato trasparenza nella gestione del comune. Gli attacchi sconsiderati che, in questi giorni, qualche cosiddetto politico sferra alla giunta, invocando finanche in modo inusuale l’intervento del governo, affinchè questa giunta decada, tutto ciò la dice lunga.
Il nostro territorio ha bisogno di risorse economiche e di energie umane, non di detrattori interessati agli affari.
Oggi vi parlo da cittadina: sono cittadina tra i cittadini! I cittadini semplici che, a differenza di certa stantia politica, mi hanno sommersa di migliaia e migliaia di email e di attestazioni di solidarietà e stima e che qui, sinceramente, ringrazio. Mi sento una di Loro e a Loro mi rivolgo col cuore.
“Cari Napoletani, nella mia attività politica, nella mia vita quotidiana, come nella mia professione di medico di frontiera, vicino agli ultimi, proveniente da un territorio oggi teatro di faide di camorra e degrado, continuerò a lottare con voi e per voi, con la forza della rettitudine morale… sempre così, con schiena dritta, testa alta e, soprattutto, mani operose e pulite!!”
La holding dei Trasporti e la gestione dei servizi pubblici
Oggi (29.07.2013) in Consiglio Comunale abbiamo discusso la delibera relativa all’accorpamento delle società dei trasporti locali. Tutti gli atti e gli elementi li ho già condivisi su questo blog Napoli e la rivoluzione dei trasporti clikka. Oggi abbiamo discusso e noi di Ricostruzione Democratica ci siamo astenuti. La delibera è passata con un voto bipartisan della maggioranza ufficiale nonché del PD e di pezzi del PDL. I motivi del nostro voto li abbiamo spiegati negli interventi. Io su come intendiamo i beni ed i servizi pubblici ho tra l’altro richiamato il mio intervento fatto in consiglio comunale sulla Napoli servizi e sulla gestione del patrimonio comunale (perché la gestione del patrimonio pubblico deve essere pubblica clikka). La nostra decisione è stata maturata anche per il rigetto dell’emendamento (clikka) che è stato respinto dall’amministrazione che ha mantenuta ferma la sua volontà di cedere il 40% delle quote della società di gestione del trasporto ai privati.
L’intervento di Carlo Iannello al 2:48:24 ed il mio al 3:40:21
Il continuo
Lo ZOO di Napoli una priorità di cui discutere
Sull’argomento son intervenuto più volte, lo ZOO rappresenta una parte importante della città ed ho raccontato della mia partecipazione ad una assemblea nel palazzo di Via Verdi apriamo lo zoo ma senza tante domande clikka. Oggi (29.07.2013) sono intervenuto al consiglio comunale affinché l’Assemblea cittadina non dimentichi e faccia in modo che i cittadini partecipino al processo di cambiamento dell’area occidentale. Sulla questione noi di Ricostruzione Democratica oggi stesso abbiamo anche formalizzato una richiesta di informazione: R.D. – Nota Ente Mostra d’Oltremare clikka
Il mio intervento al 00:38:50
Apriamo lo Zoo ma senza tante domande!
Oggi (24.07.2013) ho partecipato ad una assemblea pubblica che aveva ad oggetto lo Zoo di Napoli e la proposta dell’imprenditore Francesco Floro Flores. L’assemblea si è tenuta su iniziativa meritoria degli esponenti di SEL, c’erano, infatti, gli ottimi Marcello Cadavero e Roberto Braibanti nonché l’imprenditore proponente che ha avuto il merito di venire nel palazzo del Consiglio Comunale ad illustrare la sua idea. Purtroppo, mi sono reso conto che quando c’è l’unico imprenditore che si fa avanti è meglio non fare domande e stendergli i tappeti rossi, altrimenti, si potrebbe offendere e tirarsi indietro! Hanno partecipato anche i lavoratori dello Zoo verso i quali esprimo la mia solidarietà e dei quali sono preoccupato, solo che anche loro hanno ritenuto che era meglio non fare domande ! Io ovviamente le domande le ho fatte ed ho ricevuto un coro di contestazioni proprio da parte dei lavoratori che volevo in realtà tutelare. Si potrebbe dire che non mi hanno capito o che a Napoli stiamo così “inguaiati” che è meglio accontentarsi; che tutto sommato se andiamo al terzo fallimento “c’avimma fa!”. Come sempre cerco di capire come stanno veramente le cose ed allora, dopo tante parole su laghetti, gabbie all’ultima generazione, ristoranti etc etc ho chiesto all’imprenditore: “si vabbè, ma dal punto di vista economico/finanziario quali sono i numeri? Dovremmo valutare le proiezioni per capire se il progetto è fattibile e si regge in piedi”. Ho anche chiesto quale era l’offerta per il contratto di locazione con la mostra. Per non sembrare di essere troppo “sgarbato” ho giustificato queste mie domande col fatto che la situazione è gravissima e ciò lo dimostra il fatto che c’è stata una sola proposta imprenditoriale, senza la possibilità di scelta né una reale concorrenza. Ovviamente, ciò dimostra anche la incapacità della imprenditoria napoletana che non è in grado di mettere in campo una sana concorrenza per l’assenza di Imprenditori. Per carità non faccio una colpa a Floro Flores sia ben chiaro, ma non si può negare che per il mercato, la mancanza di imprenditori concorrenti, è un vulnus. Mi sarei aspettato un reazione diversa con una discussione che fosse entrata nei particolari economici per comprendere come meglio fare il bene e l’interesse pubblico. Si è sollevato, a queste mie domande, un coro di proteste, in particolare dei lavoratori, che hanno ritenuto troppo invasive le mie richieste quasi che avessi fatto uno sgarbo. Ho cercato di spiegare che le domande le facevo proprio per capire, anche nell’interesse dei lavoratori, se la proposta era buona e percorribile. E’ stato tutto inutile! Niente da fare! Abbiamo avuto una proposta e dobbiamo starci nonostante l’imprenditore ad un certo punto avesse iniziato a rispondermi. Mi hanno detto che avrei dovuto avere già tutti i dati e che gli stessi sarebbero reperibili sul web che ormai era tardi e che si doveva solo firmare! Sennonché stasera ho cercato i dati che avrebbero dovuto essere sul web ma nulla! Nessun business plan niente di niente neppure sul blog di francecso floro flores (clikka)! Un coro di sindacalisti e lavoratori indispettiti dalla mia “arroganza” fino a giungere ad un intervento strappappalusi di un non meglio specificato collaboratore della commissione ambiente del comune (?). Per questi i dati li avrei dovuti già avere ed in mancanza li avrei dovuti chiedere all’amministrazione che ne è in possesso. Sinceramente non ho capito questa chiusura e se un imprenditore coraggioso viene in consiglio comunale non vedo perché non debba dire lui stesso ai cittadini ed agli amministratori quale è la sua proposta anche economica. Per me vale il binomio: bene pubblico/discissione pubblica. Alla fine alcuni dati sono usciti, il resto li chiederò con una lettera all’amministratore della Mostra che spero mi risponda. Orbene, senza mezzi termini, i dati appresi sarebbero, sempre se ho capito bene: Acquisto della azienda dal fallimento con il pagamento della somma di 50.000,00 €. (pari ai tfr dei lavoratori maturati nell’esercizio provvisorio), promessa di investimento di 6.000.000,00 €., un contratto di affitto trentennale con la mostra, con diritto di prelazione alla scadenza dei trena anni (non so se è possibile trattandosi di una società pubblica), canone gratuito per i primi cinque anni (e non ho capito bene qualcosa di agevolato per altri dieci anni), promessa di dare una percentuale del 5 % (mi sembra) sugli incassi superiori ai 200.000 visitatori all’anno, con la precisazione che se non si dovessero raggiungere i 200.000 visitatori (con biglietto a 6 €.) l’operazione non si potrebbe economicamente sostenere, tenuto conto che lo Zoo ha un costo mensile di 100.000 €. Ovviamente, l’imprenditore ci ha tenuto a precisare che l’operazione deve essere bancabile. Il che significa che i 6.000.000,00 li mette la banca che prenderà le dovute garanzie. Tutto normale, sia ben chiaro, ho bisogno di altri dati per capire, ma se le cose stanno così ci potremmo trovare innanzi ad un’altra operazione dove l’imprenditore col pubblico non mette nulla sul tavolo. Spero che almeno la mostra si faccia dare delle garanzie assicurative o bancarie … ma forse sarebbe chiedere troppo! Si dovesse offendere l’imprenditore? Da questa storia ho capito che non sono un politico avrei, invece, dovuto dire è bellissimo tutto ok assumete i lavoratori andrò dal Sindaco a chiedere di sbrigarsi! Che tristezza, noi Napoletani aspettiamo sempre il salvatore della patria affidandoci anima e corpo! Di questo passo non so se riusciremo mai a cambiare qualche virgola a questo libro che si scrive da solo usando sempre le stesse parole… che tristezza!
Vedi anche:
allarme per gli animali dello zoo clikka
zoo edenlandia cinodromo mostra d’oltre mare assente clikka
zoo edenlandia bagnoli fuorogrotta una piccola las vegas clikka
Case Famiglia un punto della sinistra
Case famiglia: La questione è ancora in agenda con tutta la sua gravità ecco il nostro comunicato:
Sono mesi che i consiglieri di Ricostruzione Democratica si stanno occupando, con altri consiglieri del Comune di Napoli, della gravissima condizione nella quale versano le Case Famiglia e del rischio che queste istituzioni possano chiudere infliggendo alla comunità un danno enorme che non ci possiamo assolutamente permettere. E’, infatti, nei momenti di difficoltà che si misurano le capacità di un’amministrazione di far fronte ai bisogni dei più deboli. In consiglio Comunale e nelle commissioni Ricostruzione Democratica è intervenuta più volte per capire i meccanismi burocratici, contabili e finanziari che di fatto impediscono l’assolvimento di bisogni primari che questo settore assolve. Dei passi in avanti sono stati fatti ma occorre che l’Amministrazione faccia ogni sforzo affinché non vadano per strada i minori collocati presso queste strutture. I Consiglieri di Ricostruzione Democratica sono convinti che le sane forze della sinistra napoletana faranno fronte comune affinché ciò non accada. Questa è una sfida che da Napoli deve partire affinché il Governo capisca, una volta per tutte, che i tagli indiscriminati spezzano le gambe al futuro del paese. L’amministrazione faccia tutto ciò che è possibile fare noi vigileremo su ogni atto amministrativo e politico e saremo disponibili ad adottare e sostenere ogni iniziativa affinché la sinistra persegua i principi per cui è nata. Simona Molisso Gennaro Esposito Carlo Iannello
case famiglia ed imparzialità della PA clikka
case famiglia siamo tutti nella stessa barca clikka
case famiglia la lettera al sindaco clikka
Assessora convinca suo cognato magistrato a pagare le multe!
Le informazioni passano ed il quadro si fa più completo sulla vicenda della assessora Tommasielli che scopre altri scenari e spinge ad altre riflessioni. I soggetti che sarebbero stati avvantaggiati dall’azione dell’assessora nella cancellazione delle multe non sono semplicemente parenti (cognato e sorella) dell’assessora tommasielli. Mi ha, infatti, colpito la notizia che il cognato della tommasielli è francesco gaudieri, Sindaco di Villaricca e magistrato al TAR (eletto in coalizione PD/UDC). La difesa dell’assessora, a quanto pare è che il cognato sarebbe passato per piazza dante a volte con l’auto di servizio a volte con la sua auto intestata alla moglie sempre per ragioni di servizio. Ebbene, non capisco cosa c’entrino le cariche istituzionali il buon sindaco di villaricca non poteva farsi il giro per piazza garibaldi come tutti gli altri cittadini? ovvero non poteva inviare una nota ufficiale chiedendo se era titolato ad avere lo sgravio? Devo dire che ricordo bene la questione dei privilegi con la assessora donati quando si discusse di permessi, fui fermo a sostenerla nel dire che non si sarebbero dovuti emettere permessi per favoritismi di ogni genere e grado. Ricordo, infatti, che la donati veniva conn l’autobus dalla stazione al Comune. I consiglieri comunali che pure spingevano non hanno avuto i permessi e qualche assessora regionale ha preso anche qualche multa per l’accesso nelle corsie preferenziali. Non capisco perché il sindaco di un piccolo comune limitrofo debba avere diritto al permesso. Di questo passo allora si dovrebbero emettere i permessi anche per tutti i sindaci dei comuni limitrofi ed allora perché no anche ai presidenti delle municipalità (che amministrano territori con popolazione superiore ai piccoli comuni) e di questo passo anche ai consiglieri comunali ed a quelli municipali! A peggiorare la situazione c’è anche la qualità di magistrato dell’agevolato sindaco di Villarcca. Mi convinco sempre più che occorre senso civico e moralità e questa giunta per come è nata deve dare l’esempio! Assessora si dimetta! Abbiamo l’obbligo dell’esempio e parli anche con suo cognato magistrato: lo convinca a pagare le multe.
Il Mattino Roano sul caso Tomamsielli clikka
Le dimissioni della assessora. Cosa farebbero gli inglesi clikka
Le dimissioni della assessora. Cosa farebbero gli inglesi?
Oggi leggo sulla stampa cittadina della assessora tommasielli indagata perché avrebbe “favorito” due suoi partenti facendogli togliere delle multe per infrazioni stradali. Non voglio ingenerare equivoci e quindi non discuto della sua innocenza o della sua colpevolezza ma di politica e morale. Una volta in una piacevole conversazione, insieme a Carlo Iannello, con Aldo Masullo, il filosofo ci raccontò di un discorso avuto anni addietro con un noto uomo politico il quale per spingerlo in una decisione lo accusò di farne una questione “morale”, ebbene il filosofo gli rispose: “perché per te c’è differenza tra la questione politica e quella morale?” . Ecco io credo che il nodo sia tutto qui. La politica dovrebbe essere contaminata da un senso morale più alto e, pertanto, anticipare la magistratura. Un politico che si dovesse trovare coinvolto in una questione come quella della assessora tommasielli dovrebbe trarre le dovute conseguenze proprio per il bene dell’Amministrazione e del Sindaco cui ella si dichiara legata da profonda amicizia e stima. Ciò per il rispetto verso l’amministrazione e verso i cittadini napoletani che ovviamente non sono meno dei tedeschi o degli inglesi. E valga per tutti il ricordo del caso del Ministro inglese all’Energia Hune che per molto meno (aveva cercato, pur pagando la multa, di non farsi togliere i punti dalla patente indicando la moglie alla guida) si dimise dichiarando espressamente: “Sono innocente ma lascio per evitare interferenze”. Bene assessora tommasielli prenda esempio e lasci! Faccia in modo che i napoletani abbiano almeno per una volta la stessa considerazione che gli amministratori inglesi hanno dei loro concittadini!
Di questo parere è l’intero gruppo consiliare di Ricostruzione Democratica.
Corriere della Sera digitale del 03.02.2013
Lascia il ministro dell’Energia inglese, avrebbe addossato alla moglie una multa
«Sono innocente ma lascio per evitare interferenze», ha detto Huhne rassegnando le dimissioni
Il ministro dell’Energia britannico, il liberaldemocratico Chris Huhne, finito nei guai per aver cercato di evitare di perdere punti sulla patente per eccesso di velocità, ha annunciato le sue dimissioni.
LA EX MOGLIE –In una lettera, pubblicata dal Guardian, Huhne, 57 anni si è detto innocente, e ha annunciato che si difenderà in tribunale. «Lascio perché voglio evitare interferenze con la carica che ricopro». Al suo posto dovrebbe arrivare il ministro dell’Economia, Ed Davey, il cui ruolo dovrebbe essere assunto dal consigliere di Nick Clegg, Norman Lamb, scrive la Bbc. L’accusa contro Huhne è quella di aver falsamente attribuito nel 2003 all’allora moglie Vicky Pryce una multa per eccesso di velocità. La vicenda è emersa dopo la separazione della coppia. «Abbiamo concluso che ci sono prove sufficienti per accusare Huhne e la ex moglie di aver interferito con il corso della giustizia», ha detto il procuratore Keir Starmer.
NO COMMENT – Huhne e Pryce sono stati sposati per 26 anni e hanno tre figli insieme. «La sostanza delle accuse è che tra marzo e maggio del 2003 il signor Huhne, che avrebbe commesso un reato superando il limite della velocità, fornì informazioni false agli investigatori dicendo che fu la signora Pryce a guidare l’auto e lei ha confermato il falso», ha spiegato Starmer. Huhne e l’ex moglie compariranno in un tribunale di Londra per la prima volta il 16 febbraio. L’ufficio del primo ministro David Cameron non ha al momento commentato la notizia.
Sulla questione specifica delle multe ho poi fatto la seguente considerazione:
Posso dire che molti nostri concittadini hanno la cattiva abitudine di chiedere ai consiglieri, assessori e presidenti di municipalità se possono togliere loro qualche multa che guarda caso essi ritengono sempre ingiusta. Devo dire che quando spiego, una volta esaminato il caso, che la multa deve essere pagata perché non ho rinvenuto alcun vizio, ricevo sempre una reazione del tipo: “ma come se non puoi far togliere manco una multa che consigliere sei?” Quasi che fossi stato eletto inutilmente! Spero che indagini come questa facciano innanzitutto capire ai cittadini che i politici non servono per far togliere le multe e che i politici stessi capiscano che dire no è un bene per il paese perchè accresce il senso civico dei cittadini
Stadio San Paolo: De Laurentiis il patron padrone
Oggi (17.07.2013) continua l’affondo del patron del Calcio Napoli di cui ho scritto ieri (stadio san paolo le pretese del patron clikka) e sinceramente come cittadino trovo sconcertanti le dichiarazioni del presidentissimo apparse oggi sulla stampa cittadina, che giustifico solo perché volte a stressare una trattativa per portare acqua al proprio mulino. E’ chiaro che il calcio è una cosa importante per la città ma le affermazioni del patron/padrone mi sembrano eccessive e sinceramente affermare che il Sindaco non avrebbe “peso politico” per trattare con il patron, mi sembra una tattica elementare di isolamento per poter “pesare” di più. De Laurentiis, ha dichiarato di voler trattare solo col Sindaco, ebbene il patron, dall’alto della sua esperienza, dovrebbe sapere che un Sindaco di una città di un milione di abitanti ha tante cose a cui pensare che, in una scala di valori, vengono prima del calcio, tra cui, per dire la prima che mi viene in mente, i 500 minori ricoverati presso le case famiglia che sono al collasso, le buche per strada, la refezione scolastica, il disastro della riviera di chiaia, la manutenzione delle scuole … etc etc… Se è così allora il patron si accontenti di parlare pure con l’assessore allo sport (inteso come istituzione) e non pretenda di rubare del tempo prezioso ad una persona che ha compiti, funzioni e responsabilità che non gli consentono neppure più di pensare alla propria famiglia. Non si tratta di peso politico ma di dare ordine alle priorità della città. Il patron dovrebbe capire, invece, che dietro al Sindaco di Napoli, ci sono il Consiglio Comunale, le Commissioni, i consigolieri, i Consigli di Municipalità ed i cittadini che, come più volte detto in campagna elettorale hanno il pieno diritto di partecipazione alle scelte dell’amministrazione ed alla condivisione del potere. Su questo punto noi di Ricostruzione Democratica siamo intransigenti. Ciò non significa che il Sindaco non ha potere anzi! La forza di queste parole, partecipazione, condivisione e bene comune, ha mobilitato centinaia di migliaia di napoletani è spero che il Sindaco faccia tesoro di questa esperienza. Lui non è solo in questa decisione e questo per me è forza non debolezza. La città non è costituita da tifosi ottusi, ma da persone che prima di essere tifosi sono cittadini, padri, madri e figli e l’interesse della città è certamente superiore all’arroganza di un ricco signore solo al timone di comando. Non credo che i Napoletani abbiano l’anello al naso e spero che i giornali contribuiscano a far sentire non solo la voce del Sindaco ma anche quella degli altri organi rappresentativi e facciano capire ai lettori qual’è il nocciolo della questione. Oggi con la crisi non si può guardare allo Stadio San Paolo senza capire che da questa struttura devono arrivare al Comune delle risorse per contribuire a soddisfare, ormai, i bisogni primari dei cittadini. E’ una grande responsabilità cui è chiamata l’informazione innanzitutto, che deve rappresentare ai lettori come stanno effettivamente le cose. Io stesso mi confronto spesso con tifosi innamorati del Napoli e quando spiego loro che le cose vanno viste nel loro complesso e che il Calcio Napoli alla città non ha mai dato nulla in termini di risorse poiché lo sfruttamento del San Paolo è un debito per la Comunità, ma una ricchezza per una sola persona, allora, vedo che si accendono le lampadine ed anche il tifoso più accanito diventa padre, madre, figlio o nonno e pensa che il bene comune deve essere sfruttato per l’interesse pubblico. Credo che tutti i Napoletani sappiano che a Napoli non ci serve un patron/padrone e se questi dovesse decidere di andare via dallo storico stadio cittadino, allora sarà una sua scelta che dimostrerà ovviamente che lui non vuole bene alla città a lui non interessa nulla dei 500 minori nelle case famiglia, delle buche per strada, dei trasporti al collasso, della manutenzione scolastica etc etc… La città, dovrebbe capire il patron, è una comunità dove ognuno deve fare la sua parte. De Laurentiis faccia la sua! Il Sindaco, se saprà giocare bene le sue carte, non sarà un uomo solo al comando!
Da Repubblica Napoli del 17.07.2013
Stadio San Paolo, affondo del presidente contro il primo cittadino, che replica: “Le regole valgono per tutti”
Lo schiaffo di De Laurentiis
“Porto il Napoli a Caserta, il sindaco non ha peso politico”
«AL sindaco de Magistris ho dato tempo fino al 31 luglio, se non vuole vendermi lo stadio San Paolo andrò a costruirlo a Caserta dove sono già pronti 60 ettari di terreno». L’ultimatum del presidente Aurelio de Laurentiis arriva da Dimaro in Trentino. Il patron lancia pesanti critiche al primo cittadino e afferma anche che «non ha peso politico ». De Magistris replica: «Probabilmente il presidente ha confuso il peso politico con quello fisico: voleva dire che il sindaco è dimagrito ». Poi l’ex pm lancia un invito: «Sono pronto a incontrarlo anche stasera. Io non vado a Los Angeles».
Napoli
“Basta, porto il Napoli a Caserta de Magistris non governa la città”
San Paolo, affondo di De Laurentiis: “Aspetto fino al 31 luglio”
MARCO AZZI
DAL NOSTRO INVIATO
DIMARO — La minaccia è sempre la stessa: l’esilio del calcio. «Io non ci voglio andare, ma potrei essere costretto. Caserta non è un territorio nemico». Aurelio De Laurentiis aveva già adombrato molte altre volte questa mossa clamorosa, l’addio del Napoli alla città: mai però aveva rafforzato il suo ultimatum con una data così ravvicinata e soprattutto con parole tanto dure. «Con l’assessore allo Sport non devo parlare: devo parlare soltanto con il sindaco, che è l’artefice del bene della città e deve decidere se vuole mantenere al San Paolo la casa del calcio e del Napoli. Gli ho dato tempo fino al 31 luglio, se lui dice che l’impianto di Fuorigrotta non può vendermelo, pazienza: andremo altrove ».
De Laurentiis vuole il San Paolo ed è convinto che gli spetti. «La nuova legge apre alla vendita a cifre simboliche degli stadi ai club di calcio che intendono ristrutturarli. I problemi di questo genere ce li hanno tutti in Italia, tranne la Juve che ha cominciato quest’avventura sette-otto anni fa, beneficiando di un progettocon un investimento a fondo perduto. De Magistris s’informi bene sulla situazione legislativa, che evidentemente non conosce: così si metterà finalmente l’anima in pace», tuona il presidente dal ritiro di Dimaro, dove sta seguendo i primi allenamenti della nuova squadra di Benitez. Ma in cima ai pensieri del numero uno azzurro c’è sempre la questione di Fuorigrotta. «Il nuovo impianto a Ponticelli è irrealizzabile e il mio obiettivo è restare a Napoli, però se mi costringono a emigrare dovrò farlo. I casertatemponi a differenza dei salernitani sono nostri grandi tifosi: ci stanno già aspettando a braccia aperte e non vedono l’ora…».
L’ultimatum a de Magistris sembra più di una provocazione, questa volta. «Gli ho dato fino al 31 luglio, se lui dice ancora che lo stadio non me lo può vendere, pazienza: andremo a giocare altrove. Si informi sulle leggi, se vuole: così si rasserena un po’. Il nostro sindaco è molto all’antica, pur essendo più giovane di me: non mi ha voluto fare togliere nemmeno la pista d’atletica. Mi sta anche simpatico e va rispettato, certo, però io sono proteso verso il futuro e sono stufo della burocratizzazione. Me lo devono dire pubblicamente che non mi danno il San Paolo, poi si prenderanno le lororesponsabilità. Io ho già 60 ettari di terreno a disposizione per costruire una città dello sport a Caserta, anche se logicamente mi dispiacerà andare via e non essere più sotto l’egida di Napoli. Ma tutta la nuova area verrà servita benissimo dal punto di vista dei trasporti, i napoletani si potranno inquietare solo all’inizio, poi avranno un tempio del calcio tutto loro. I soldi li metto io, all’amministrazione pubblica non chiedo niente».
L’ora X scatterà alla fine del mese. E De Laurentiis proverà fino alla fine a trovare un accordo. «Spero che il tempio dello sport me lo facciano fare al San Paolo, basta che si decidano. Ma de Magistris non ha il peso politico per governare la città al cento per cento: è questo il principale problema. E allora vorrei fare un confronto civilissimo e serenissimo con tutto il consiglio comunale, oltre che con il sindaco: per il bene della città, non per i miei interessi personali o per quelli politici. Noi del calcio siamo la seconda entità d’Italia, non mi pare che l’amministrazione cittadina abbia brillato altrettanto per management». Ormai è uno scontro frontale.
Le reazioni
Il primo cittadino, sorpreso dalle parole del presidente degli azzurri, non chiude al confronto con la società
Il sindaco disponibile alla trattativa “Ma rispetti le regole e porti i quattrini”
ANTONIO DI COSTANZO
«PROBABILMENTE il presidente De Laurentiis ha confuso il peso politico con quello fisico: voleva dire che il sindaco è dimagrito». Luigi de Magistris tenta di stemperare così la tensione dopo le bordate arrivate nella tarda serata di lunedì dal patron del Napoli in merito allo stadio e «allo scarso peso politico» dell’inquilino di Palazzo San Giacomo. «Non c’è alcun conflitto con De Laurentiis — dice il primo cittadino — siamo due persone vivaci. A che ora ha parlato? Non vi dico la conversazione dell’altra mattina alle 7,20. Per questo chiedo a che ora ha parlato, si vede che era tardi».
Al di là del tentativo di gettare acqua sul fuoco di una querelle che si trascina da due anni, le accuse di De Laurentiis piovute giù da Dimaro, ritiro azzurro in Trentino, sono durissime e lasciano il segno. La risposta di de Magistris arriva dopo una mattinata iniziata con le urla, continuata con pause di riflessioni e, forse, con una telefonata. Quello che si presenta davanti ai giornalisti, dopo aver conferito la cittadinanza onoraria al presidente del tribunale Carlo Alemi, è un primo cittadino apparentemente sereno anche se non rinuncia a rispondere per le rime al patron azzurro: «Sono pronto a incontrare De Laurentiis anche stasera. Io non vado a Los Angeles, sto qui, a lavorare per la città». Il primo cittadino ribadisce la vecchia promessa fatta in campagna elettorale: «Napoli avrà un nuovo stadio, sono pronto a sfidare chiunque». L’unico problema sono i «quattrini», parola che l’ex pm ripete più volte: «Il Napoli non giocherà mai fuori. Abbiamo avuto i complimenti della Ue per l’agibilità. Ora vediamo se chi ha i soldi li caccia. Dobbiamo seguire la strada fatta dagli altri. La cornice giuridica si trova, in altre parti si sono fatte concessioni di 99 anni che è come vendere. Qui servono i quattrini: bisogna vedere se ci sono gli imprenditori che cacciano i soldi. Con il presidente avevamo fatto un cronoprogramma: prima l’agibilità che non era una cosa scontata ed è stato un lavoro faticoso. Ora dobbiamo risolverela transazione. Di solito il Comune è sempre debitore, invece, per il San Paolo siamo creditori. Il presidente che ha un’avversione forte ad altri progetti ed ha manifestato il gradimento che si rifacesse l’impianto a Fuorigrotta. Ho ritenuto giusto che si desse la preferenza a questo desiderio, ora siamo nella fase dei quattrini. Chi cimette i soldi?».
Il sindaco sancisce che l’idea dello stadio a conchiglia, avanzata nei mesi scorsi dall’imprenditrice Marilù Faraone Mennella, è un capitolo chiuso, però spiega che per il nuovo San Paolo bisognerà seguire le norme: «Si farà una procedura di evidenza pubblica. Le regole vanno rispettate, il presidente si deve abituare. Io non ho cambiato idea e se nemmeno lui ha cambiato idea ci sediamo intorno a un tavolo, ci possiamo vedere anche oggi, e chiudiamo la transazione. Potrebbero esserci anche altri imprenditori che vogliono investire: non c’è una legge che lo vieta. In tutta Italia si fanno degli accordi».
Oltre alla questione stadio c’è un’altra vicenda che turba il sindaco: l’inchiesta sulla Coppa America. «La rifarei in ogni caso anche se, per ipotesi, emergessero responsabilità di una, due, tre persone. Stando alle intercettazioni, quello che leggo è fango — afferma de Magistris — finora non ho rilevato nulla di penalmente rilevante almeno per quanto riguarda le persone che ho a cuore e delle quali mi fido. In particolare del capo di gabinetto Attilio Auricchio e di mio fratello Claudio. Persone che stanno dedicando la vita, uno senza prendere neanche un euro, a questa città e a questa amministrazione. Ho grande fiducia su chi indaga che saprà chiarire la vicenda. Io parlerò alla fine dell’inchiesta su quello che sta avvenendo in città».
Un’inchiesta che vede indagati anche Mario Hubler, ex ammini-stratore unico di Acn, Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di commercio, Paolo Graziano, leader degli industriali napoletani, l’avvocato Antonio Nardone e il dirigente comunale Gianfranco Ferulano.
Stadio San Paolo: Le pretese del patron
Leggo le gravi e pesanti dichiarazioni fatte da de laurentiis sullo Stadio San Paolo e sul Sindaco De Magistris e come cittadino e Presidente della Commissione Sport ed impianti sportivi del Comune di Napoli devo dichiarare di essere indignato! Il patron del Calcio Napoli fa affermazioni che danno la misura della considerazione che egli ha dei cittadini napoletani e dei tifosi. Credo che prima di parlare il manager del calcio, per dimostrare la sua serietà ed il suo rispetto verso i tifosi ed i cittadini, dovrebbe prima pagare ciò che egli deve al Comune di Napoli per canoni (io sono rimasto ad oltre 7 milioni di euro) oltre a comunicare i contratti di pubblicitari su cui al Comune per convenzione spetta il 4,50%! Questi sono i dati reali ed oggi il Comune è costretto a fare tagli su tutto, dalla refezione scolastica ai trasporti e quindi prima di pensare ai tifosi occorre che una amministrazione serie e diligente si occupi dei figli dei tifosi, mentre il patron, invece, di bussare sempre cassa per lavori straordinari al San Paolo, dovrebbe passarsi “la mano per la coscienza” e capire che oggi è il Comune ad avere necessità di un aiuto così come nel 2004 il Comune stese una mano al calcio napoli stipulando una convenzione di gran lunga vantaggiosa per il club, con la quale diede anche dei contributi alla squadra cittadina. Ciò è facile comprenderlo leggendo la convenzione che ho anche pubblicato su questo blog (il patrimonio comunale una questione di giustizia sociale clikka). Il patron, quindi, farebbe bene a capire, leggendo qualche legge, che lo Stadio San Paolo è un bene del patrimonio indisponibile, che non può essere alienato ed, inoltre, costituisce un assett a cui l’amministrazione cittadina non può rinunciare per trarne finalmente reddito. Non si capisce, infatti, perché mentre tutti gli altri comuni ci guadagnano con lo Stadio perché il Comune di Napoli ci debba rimettere a solo vantaggio della società calcio napoli che è l’unica a trarne profitto! E’ chiaro che occorre rivedere la convenzione facendo si che il Comune ci guadagni e non ci rimetta, mentre i toni terroristici e le minacce di andare via da Napoli del patron, da una parte dimostrano come egli non ama i suoi tifosi e dall’altro sono, ovviamente, volti solo a spuntare un’altra convenzione supervantaggiosa in danno della collettività. Io provocatoriamente direi al de laurentiis fatti lo stadio nuovo ma paga prima i debiti che i tifosi napoletani non hanno l’anello al naso!
Di seguito le dichiarazioni apparse su Il Mattino.it del 16.07.2013:
«Al sindaco De Magistris ho dato tempo fino al 31 luglio, se non vuole vendermi lo stadio San Paolo andrò a costruirlo a Caserta dove sono già pronti 60 ettari di terreno». Nel Forum sul fair play finanziariosvoltosi in serata nel Teatro comunale di Dimaro, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare del tema stadio.
E ha aggiunto che a De Magistris ha dato tempo fino al 31 luglio per dargli una risposta sull’acquisto dello stadio, avendo già pronti a Caserta 60 ettari di terreno.
«Il sindaco fa il sindaco – ha continuato De Laurentiis – e quindi è ignorante in materia di sport. La prossima legge dirà che il Comune dovrà cedere a una cifra simbolica, forse un euro, l’impianto al club se si occuperà della ristrutturazione dell’impianto. La Juventus ha sfruttato Sport Five. Io non devo parlare con l’assessore allo sport, ma con il sindaco. Il sindaco si informasse, così può leggere le leggi. Il sindaco è molto antico, non mi ha voluto far togliere la pista d’atletica leggera. Io sono proteso verso il futuro».
«Gli ho dato tempo fino al 31 luglio – ha aggiunto – per darmi una risposta sull’acquisto del San Paolo. Io ho già il terreno pronto a Caserta, sono pronti 60 ettari. Sarà servita bene dal punto di vista dei trasporti. Sarà un tempio del calcio. Non voglio soldi dal sindaco e dalla città. Il sindaco non ha un sufficiente peso politico per governare la città al 100%». «Vorrei fare un incontro serenissimo con il consiglio comunale – ha concluso il presidente – Facciamo un dibattito per la città, non per gli interessi personali. Se lavoriamo bene tuteliamo anche gli interessi personali».
vedi anche:
quanto ci costa il calcio clikka
il calcio è una priorità per napoli clikka
le sorprese dello stadio san paolo clikka
La malapolitica delle nomine attecchisce in municipalità!
Sul potere discrezionale esercitato dai politici nelle nomine ho scritto, manifestando chiaramente come la pensiamo (Ai nominati della politica diciamo no! clikka). Ieri (15.07.2013) in Consiglio Comunale noi di Ricostruzione Democratica, per la seconda volta, ci siamo rifiutati di designare i componenti nella commissione urbanistica perché riteniamo che occorra con urgenza un nuovo regolamento per il quale abbiamo anche presentato una proposta. Abbiamo, quindi, dimostrato con un atto concreto che a noi non interessa fare la politica dell’amico dell’amico, dell’amante del consigliere, dell’uomo di partito o del piacere personale ma la politica della efficienza e della condivisione del potere che deve essere controllabile specialmente sulle nomine che oggi escono ancora da stanze ben chiuse e sigillate. Peraltro, uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dell’amministrazione De Magistris è stata la trasparenza, la partecipazione ed i beni comuni, tanto che oggi ci ritroviamo di nuovo con lucarelli coinvolto in un fantomatico osservatorio per i beni comuni insieme ad altri professoroni esperti in teoria, ma evidentemente poco nella pratica. Io mi sono candidato sull’onda dell’indignazione pronunciando le stesse parole d’ordine nelle quali credevo e credo tuttora, solo che la partecipazione, per i politici, è bella ma solo a parole e ciò purtroppo è un cancro che attecchisce sul politico sin dalla culla. Si dalla culla perché mi ha sorpreso il parere sulla nostra proposta di regolamento della II Municipalità (clikka). A leggerlo, infatti, non ci si crede! In un solo colpo all’unanimità si è manifestata tutta l’arroganza della vecchia ed insipiente politica. Mi ha, infatti, colpito il tono usato nella motivazione dove si legge che “il regolamento è eccessivamente restrittivo … l’attività di controllo dei consiglieri comunali è eccessivamente onerosa … tutta la parte riguardante la pubblicità delle nomine la si ritiene inutile e serve solo come fumo negli occhi di una fantomatica trasparenza“. Parlando con alcuni amici consiglieri della II Municipalità mi sono reso conto che la questione è stata presa assolutamente sotto gamba consentendo, a qualcuno di orchestrare questo brillante prodotto istituzionale, calpestando i valori ed i principi che dovevano ispirare tutta l’azione amministrativa di questa giunta cittadina. L’amarezza è che “questi” non si sono neppure premurati di leggere né il parere positivo del segretario generale del comune né di verificare che la proposta è stata in sostanza “copiata” dal regolamento che ha adottato Zedda a Cagliari né di pensare che l’attuale regolamento vigente nel comune di napoli è inapplicabile in quanto superato dalle leggi vigenti e dallo statuto del comune. Nelle parole usate dalla II Municipalità registro con amarezza che la malapolitica è un cancro che alligna sin dalle prime cellule delle istituzioni e sarà difficile sradicarlo benché questa amministrazione abbia fatto della partecipazione e della trasparenza il suo cavallo di battaglia … a parole credo … solo a parole …
sulla questione consiglio anche:
partecipate le nuove nomine alla vecchia maniera clikka
le nomine un cancro per la politica clikka
san carlo chi decide sulle nomine clikka
barracco lascia l’arin regolamento e trasparenza sulle nomine clikka
Il mio intervento sulle nomine al 1:19:06
Nuove assunzioni al Comune di Napoli ed altro
Oggi (15.07.2013) al Consiglio Comunale abbiamo trattato tre questioni degne di rilievo:
1) Le due delibere di cui al mio precedente post sull’assestamento del piano di riequilibrio (clikka), per le quali noi di Ricostruzione Democratica dopo esserci confrontati con l’assessore al bilancio e con il presidente del Collegio dei Revisori, nella commissione che ha preceduto di qualche ora il Consiglio abbiamo deciso di votare la delibera di assestamento del piano la (527 clikka) ma non la delibera (518 clikka) che certifica che la percentuale delle spese del personale è al 49,11. In realtà tale decisione l’abbiamo maturata in ragione della lettura del parere del collegio dei revisori ed in ragione della lettura della delibera della Corte dei Conti Sez.ne Autonomie n. 27/2011 che è stata più volte richiamata sia dalla delibera di giunta stessa che nel parere del collegio dei revisori.
2) Abbiamo votato la nomina dei cinque consiglieri comunali da inserire nel Comitato di Sorveglianza dell’ABC per il quale sono risultati eletti i consiglieri Amalia Beatrice (IDV 28 voti), Luigi Zimbaldi (indipendente in maggioranza 15 voti), Simona Molisso (R.D.14 voti), Pietro Rinaldi (FED 13 voti) e Salvatore Guangi (PDL 10 voti). Con soddisfazione siamo riusciti ad imporre Simona Molisso nonché il rispetto della percetuale prevista dalla legge per la parità di genere che è stata una vittoria tutta nostra e che avevamo sollevato nello scorso consiglio comunale del 10.07.2013. Difatti sono intervenuto io, poi Carlo Iannello e poi Simona Molisso! Tutti gli interventi a partire dall’1:47:33 è interessante il dibattito per una cosa che dovrebbe essere scontata ma non lo è
3) Ci siamo rifiutati di designare i componenti della Commissione Urbanistica per le ragioni ampiamente spiegate più volte in consiglio comunale (ai nominati della politica diciamo no clikka);
4) Abbiamo trattato anche del problema dei cd. ex custodi essendo stata presentata una mozione (clikka) che tenderebbe ad una soluzione:
Per conoscere le motivazioni delle decisioni che abbiamo preso di seguito:
l’intervento di Carlo Iannello al 00:40:46 ed il mio intervento al 1:47:07 (sul piano di assestamento e nuove assunzioni) nonché al 3:00:12 il mio intervento sulla questioen degli ex custodi:
Partono le modifiche alla ZTL
Finalmente sono riuscito ad avere la delibera di giunta di modifiche alla ztl(clikka) che recepisce una serie di suggerimenti e che invito tutti a leggere per avere un confronto. Sul punto ho già assunto al consiglio comunale del 10.07. u.s. una posizione nella quale spiegavo il grave disagio dei residenti nelle zone a ridosso (effetti collaterali della ZTL clikka) proponendo anche un atto di indirizzo che non è stato ancora votato per la pervicace opposizione dell’IDV (l’IDV non c’è più ed i cittadini ne pagano le conseguenze clikka). Per mia formazione se non vedo e leggo le carte io non mi convinco ora spero si adottino quanto prima gli ulteriore provvedimenti attuativi del caso.
Aggiornamento:
ecco il richiesta sgravio multa clikka
Assestamento piano di riequilibrio: Il Comune apre la strada a nuove assunzioni?
Il 15.07. p.v. in consiglio comunale avremo due delibere contabili che ovviamente sono difficili da leggere ma che sono atti che incidono nella carne viva dell’amministrazione. Con la delibera 518 (clikka) si da atto che le spese del personale sono calate al di sotto del 50% delle spese correnti di modo che potrebbe essere possibile per l’amministrazione muoversi con assunzioni; ovviamente uso il condizionale in quanto credo che ogni assunzione oggi debba essere valutata cum grano salis verificando ogni aspetto amministrativo/contabile. C’è poi la delibera 527 (clikka) con la quale si assesta il piano di riequilibrio alla luce delle sopravvenienze. Come al solito se ci date una occhiata anche Voi a noi di Ricostruzione Democratica fa piacere. Attendo qualche osservazione utile per le decisione di voto che dovremo prendere lunedì prossimo.
II Comune ed i migranti
Ieri (10.07.2013) in consiglio comunale abbiamo approvato la carta dei diritti dei migranti (clikka). Noi di Ricostruzione Democratica con la Federazione della Sinistra abbiamo ritenuto necessario che tale atto non fosse rinviato come richiesto dall’IDV. All’amministrazione va il merito di aver portato in consiglio la discussione ed il provvedimento. Come al solito mi sentirò dire da qualcuno che adesso noi siamo in maggioranza, invece, noi non riteniamo che su questi temi ci sia una questione di maggioranza e di opposizione. Devo dire che per me è stata una soddisfazione votare in modo compatto con tutta la sinistra partendo dalla Federazione della Sinistra fino al PD passando per SEL e l’IDV. Mi chiedo se i cittadini italiani avranno mai questo piacere!
il mio intervento al 3:20:31
Sul tema vedi anche:
l’europa dei popoli non permetterebbe quest’orrore (clikka)
gli stranieri e la bufala dello ius sola (clikka)
Effetti collaterali della ZTL
Oggi (10.07.2013) sono intervenuto nel consiglio comunale sulla questione della vivibilità di Vico San Domenico Soriano e delle zone a ridosso delle corsie preferenziali, mi ha sorpreso la solerzia con la quale un notiziario web ha ripreso la notizia. Non ho potuto fare a meno di fare i complimenti al giornalista di campaniasuweb clikka. Sulla posizione dell’IDV, che ha impedito la votazione di un provvedimento da noi proposto mi sono espresso con un altro post L’IDV non c’è più ed i cittadini ne pagano le conseguenze clikka.
Il mio intervento all’1:06:36
All’1:43:53 l’intervento del Consigliere Giovanni Formisano dell’IDV, Presidente della commissione mobilità che in sostanza ha negato l’esistenza di problemi relativi alle multe irrogate (sempre peggio).
Ippodromo di Agnano: Pagheranno i Cavalli!
Finalmente oggi una dichiarazione dell’assessora tommasielli sulla grave questione dell’ippodromo di cui ho scritto ieri in un post (ippodromo di agnano chi paga clikka). L’assessora dichiara tra le altre cose che a ripulire l’ippodromo saranno i padroni dei cavalli. Si ma chi sono? Chi ha usato fino ad oggi un bene pubblico senza comunicare nulla all’amministrazione proprietaria? chi sta incassando i soldi di pensione equina? cosa fanno 235 cavalli all’ippodromo se la struttura è chiusa? Domande che ovviamente dovrebbero avere una risposta. Vuoi vedere che alla fine pagheranno i cavalli?
Oggi (10.06.2013) da Repubblica Napoli
Ippodromo, il Comune accusa “Danneggiati dal gestore fallito”
Napoli e la rivoluzione dei trasporti
Oggi (09.07.2013) in commissione abbiamo trattato la delibera (clikka) che prevede l’accorpamento delle società partecipate della mobilità ANM, Napolipark e Metronapoli per creare una holding dei trasporti. Ho ascoltato i buoni propositi e ne ho colto la bontà manifestando la necessità di verificare e studiare il piano industriale. Nel mio intervento ho detto che di tutta la vicenda quello che a noi di Ricostruzione Democratica pesa è la vendita del 40% della partecipazione del trasporto pubblico locale manifestando la disponibilità a ragionare sul fatto che se proprio si deve vendere il 40%, anziché cercare un socio unico forte, noi avremmo preferito tentare la strada dell’azionariato diffuso facendo semmai entrare i lavoratori ed i cittadini nella proprietà e diluendo, quindi, i rischi di posizioni dominanti. Ovviamente ciò lo dichiarato sulla scorta di quanto noi abbiamo affermato in campagna elettorale sui beni comuni e sulla partecipazione popolare e che questa sarebbe una cosa su cui riflettere. Ho chiesto della possibilità di inserire nella governance della holding i lavoratori (come accade in altri paesi) cercando così di instillare nei dipendenti un senso di appartenenza che ormai in molti è smarrito. La cosa che mi ha colpito è stata la risatina di un giornalista che giustamente ha pensato che se i napoletani non pagano il biglietto figuriamoci se si acquistano qualche azione. Effettivamente è una constatazione amara e ci fa capire quale è il metro su cui noi misuriamo tutto. Un metro che si potrebbe ridurre forse a qualche centimetro.
Ma questa non doveva essere l’amministrazione della rivoluzione? Non avevamo noi il compito di capovolgere i vecchi schemi? De Magistris non è stato scelto perché era un diversamente politico?
Noi di Ricostruzione Democratica ci vogliamo ancora credere, del resto se i napoletani non avessero avuto voglia di cambiare noi non saremmo stati in consiglio. Forse la nostra funzione è quella di credere che cambiare si può o solo testimoniare che i napoletani hanno creduto che cambiare si poteva. Per chiarezza ho chiesto anche quanto le società avessero speso per perizie e consulenze per gli accorpamenti e mi è stato riferito che non è stato speso nulla essendo sufficiente la certificazione del bilancio da parte della società di revisione. Meno male.
Di seguito Vi allego Tutti i documenti relativi al piano industriale. Io non ho competenze specifiche e pertanto Vi sarei molto grato se, qualche cittadino di buona volontà, mi facesse pervenire qualche impressione. Buono studio.
00. Piano Industriale 25_06_2013 ALLEGATO 1 ALLEGATO 2 ALLEGATO 3 ALLEGATO 4 – PARTE 1 ALLEGATO 4 – PARTE 2 ALLEGATO 5
Ippodromo di Agnano: Chi paga?
Ho già trattato della questione dell’Ippodromo di Agnano (chi sussurra ai 200 cavalli clikka). Quando si tratta di cavalli la strada è ad ostacoli ed i bivi sono tanti. Dopo l’audizione in commissione del 20.06.2013, nella quale l’assessora tommasielli ha fatto di tutto per non evitare il confronto, è stata, infatti, predisposta la gara per l’affidamento temporaneo dell’ippodromo (clikka) ma, ancora, ci sono dei dubbi circa i rapporti con il fallimento e la detenzione del bene. La cosa che, invece, è paradossale è che nell’ippodromo ci sono seri problemi circa lo smaltimento di montagne di letame (che potrebbero anche essere una risorsa) prodotte da 235 cavalli che stazionano in pensione (immagino completa) nell’impianto come ha potuto constatare la polizia ambientale e l’ASL NA1. Ora già scrissi sul costo dell’albergo di questi amabili animali ma la cosa di cui non mi faccio capace è che ancora oggi non si sa di chi siano ! L’assessore allo sport tommasielli, infatti, è a conoscenza della loro esistenza in quanto si è fatta rilasciare una sorta di liberatoria (clikka) in data 23.04.2013 sottoscritta da Unione Proprietari Trotto, A.A.G.T. Campania e FENAGAT che nonostante mi sforzi non riesco poi tanto a comprendere. Difatti, vorrei capire come queste associazioni garantiscano i cittadini manlevandoli da ogni e qualsiasi danno che dovesse derivare ivi compreso lo smaltimento dello stallatico. In sostanza oggi sia il Comune, che la procedura fallimentare (che sembra essersene fatta carico), hanno il grosso problema del letame che si accumula e nonostante ciò non si è ancora provveduto ad identificare i proprietari di questi cavalli (che peraltro dovrebbero essere muniti di microchip) a cui accollare, senza se e senza ma, il costo dello smaltimento nonché forse una bella multa per discarica abusiva! Non vorrei che ancora una volta ci sia chi sfrutta il bene pubblico arricchendosi lasciando ai cittadini tutti i costi in ossequio del principio neoliberista di privatizzare gli utili e socializzare le perdite.
Aggiornamento: il Comune, senza tenere in conto di nulla, ha emesso un Bando (clikka) per l’affidamento temporaneo che spero abbia larga diffusione e partecipazione di privati seri che sappiano fare insieme all’interesse privato anche quello pubblico!
P.S. inizialmente, in un altro post, avevo indicato i cavalli in n. di 400 poi si scoperto che invece sono solo (si fa per dire) 235!
Da Repubblica Napoli di oggi 09.07.2013. Alessio Gemma
Preti e Politica
Non discuto il ruolo di Don Luigi Merola spero che ci siano presto delle smentite o delle correzioni di rotta. Non credo si tratti di un nuovo Don Sturzo col quale, per l’aspetto politico, mi pare abbia in comune solo il nome Luigi. Spero si tenga fuori dall’impegno politico diretto, in questo momento, sarebbe un ulteriore vulnus alla chiarezza, finendo per essere strumentalizzato. Ce ne sarebbe da dire ma non voglio neppure entrare nell’argomento, sarebbe facile finire su sentieri scoscesi. Se sente questa spinta e passione politica allora deponga la toga! Speriamo bene….
Da Repubblica Napoli 04.07.2013
“Io assolvo Berlusconi e Cosentino”
Don Merola: “Silvio perseguitato, Nicola non è un camorrista”
SARÀ prete anticamorra, ma i suoi strali non sono contro i boss. E come ospite alla trasmissione radio “La zanzara” su Radio 24 spara bombe. E non sono esplosioni a basso potenziale. Parla di Berlusconi e Cosentino, del magistrato Woodcock titolare di alcune delle inchieste sull’ex coordinatore del Pdl in Campania oggi in carcere, inquisito per i suoi rapporti con i Casalesi. Insomma, è proprio un exploit, quello di don Luigi Merola, ex parroco di San Giorgio ai Mannesi nei drammatici giorni della morte della quattordicenne Annalisa Durante e oggi, fondatore dell’associazione ‘A voce de criature, opinionista sui grandi casi di attualità. «Berlusconi? È un perseguitato — dice ai microfoni de “La zanzara” — I magistrati lo perseguitano tanto». Insiste: «Lo perseguitano come hanno fatto con Clemente Mastella. Alcuni magistrati sono politicizzati e ignoranti, devono leggere e studiare di più. Ci vuole la formazione permanente dopo il concorso. Berlusconi — aggiunge — è un peccatore come tanti altri. Sono stato a Roma tre anni per lavorare al ministero dell’Istruzione e dico che quello che fa Berlusconi lo fanno tutti, politici di sinistra e di destra, alti funzionari e magistrati. Tutta gente — svela il parroco anticamorra — che ha la seconda, la terza e la quarta amante da cui si fanno accompagnare con l’auto blu. Farò nomi e cognomi. Berlusconi lo assolvo per il fatto che fa mangiare ottantamila famiglie in Italia. Lo perdono con l’assoluzione per qualsiasi cosa abbia fatto».
Assoluzione senza confessione e pentimento. Meraviglia relativamente, visto il momento di forte feeling tra il Cavaliere e il parroco datato gennaio 2013. Vigilia delle politiche, il Pdl corteggia don Merola. Lo vuole in lista. E Merola sta per accettare, visto che per il diritto canonico potrebbe (e comunque dovrebbe) ottenere una dispensa da parte del vescovo della Diocesi di appartenenza. Dunque si tratta, si vocifera. Preme per quella candidatura anche il governatore Caldoro. Ma infine, colpo di scena, don Merola rifiuta. Motivo: in lista c’è il pluri- inquisito per camorra Nicola Cosentino. E il parroco si considera incompatibile. Fin qui tutto bene. Ma ieri, ai microfoni de “La Zanzara”, arriva il colpo di scena. «Leggendo gli atti che riguardano Cosentino — dice Merola — mi sono fatto l’idea che non ci sono le prove per direche è camorrista e per stare in carcere. È immorale e ingiusto che sia in prigione, non può inquinare le prove perché si è costituito e il procedimento è chiuso». Parole che appena sei mesi fa sarebbero suonate assurde. Poi il parroco attacca il pm di alcune delle inchieste contro Cosentino, Henry John Woodcock: «Lo considero di estrema sinistra, ho saputo che è diventato magistrato dopo due bocciature al concorso. Come prete vengo a sapere tante cose, Woodcock potrà essere preparato sullo sport ma sul diritto deve studiare un po’ di più».
Scandalo Regione Campania: II danaro dei Consiglieri!
Sono convinto che i consiglieri regionali che si trovano coinvolti nella vicenda pensano di aver subito un torto dalla indagine della Guardia di Finanza relativa ai fondi cd. economali dati ai gruppi (stiamo parlando di 2 milioni di euro). Difatti, la prima giustificazione è stata quella di dire che non c’è una norma che regola la rendicontazione (della serie ne faccio ciò che voglio) e poi che sono quattro spiccioli (DUEMILIONI) rispetto alle ruberie di cui sono accusati consiglieri di altre regioni. E’ chiaro che occorrono i processi e le sentenze per essere certi penalmente delle malefatte ma, come qualche giorno fa ha detto D’Avigo in una nota trasmissione, se l’ospite che invito a casa mia va via con le posate io per non invitarlo più non aspetto che la sentenza di condanna passi in giudicato! Ecco anche questa vicenda da’ il metro della inadeguatezza di una intera classe politica che è pericolosissima, in quanto, è in grado di corrompere anche chi si avvicina alla politica nelle istituzioni per la prima volta e viene contaminato sull’onda del “così fan tutti”. Prendi i soldi anche tu e partecipa al banchetto e se non lo fai è capace che ti fanno sentire anche un fesso, oppure strano, in sostanza una persona da evitare, un marziano che è sceso dalla luna e che non capisce come va la vita nelle istituzioni! E’ infatti per questo che mi spiego un così diffuso malcostume che ovviamente potrà anche portare a 60 assoluzioni o archiviazioni, ma ciò non toglie che il danaro pubblico è sacro! Giusto per spiegare i fondi economali servono a far funzionare i gruppi consiliare sia per l’acquisto di cancelleria, sia per la cd. comunicazione delle attività politico/istituzionali. Non c’è bisogno di dire che noi di Ricostruzione Democratica di fondi economali non ne abbiamo mai visti né abbiamo stanze e strutture adeguate nel palazzo del Consiglio Comunale come gli altri gruppi. Siamo, posso dire, un gruppo politico strano. Eppure non credo che la politica si possa fare senza soldi pubblici ma oggi occorre un segnale forte se vuoi marcare delle differenze! In tutta questa vicenda trovo scandaloso non che questi si sono mangiati i soldi in pasticceria, avorio, gioielli e collaboratori al nero, ma che i fondi che erano destinati ad iniziative politiche sono stati stoltamente distolti, mentre molte persone si dedicano ad attività politiche, di qualunque parte esse siano, senza mezzi e soldi. Penso, infatti, a quanti come i Giovani Democratici o ai giovani compagni di SEL ma credo anche a quelli del PDL hanno dedicato il loro tempo ed i loro soldi per attaccare manifesti, fare volantinaggio, fare convegni, assemblee, discussioni etc. etc. rimettendoci credendoci, facendo la cd. politica pura, solo ed esclusivamente perché credono in una idea di società! Ecco credo che a loro questi consiglieri dovrebbero chiedere scusa!
Sul tema e su come facciamo noi di Ricostruzione Democratica vedi:
i fondi economali di napoli è tua clikka
i nostri costi della politica clikka
la politica dell’occupazione e del saccheggio clikka
360 kg di aragoste e polipi clikka
quanto costano i consiglieri clikka
malapolitica e danaro pubblico clikka
l’utopia della politica ed i costi dei politicanti clikka
cesare lombroso e la politica clikka
Da Repubblica Nazionale di oggi 04.07.2013
Cene, gioielli, porcellane e giocattoli le spese pazze della Regione Campania Sessanta consiglieri indagati: 2 milioni di fondi pubblici “bruciati”.
CONCHITA SANNINO
NAPOLI — Due milioni e mezzo di fondi regionali bruciati, in due anni, come spiccioli personali. Gettati via dai consiglieri dell’assemblea in cene e vini, regali e sigarette, pasticcini, caffè, gioielli e viaggi, acquisti futili e necessità private. Ma appena la Guardia di Finanza bussa ai loro uffici per capire cosa avessero fatto di quei soldi pubblici, comincia la folle corsa a raccattare scontrini improbabili e a presentare malaccorte giustifiche, carte che dovevano riparare e invece rivelavano altri squarci. Così, (quasi) l’intero consiglio regionale della Campania si é incastrato da solo.
Nella (vecchia) storia che alimenta rabbia e anti-politica arriva un nuovo capitolo: vedi alla voce Fondo 5011, il capitolo di bilancio dell’ente destinato al «Funzionamento dei gruppi regionali». Biennio: 2010-2012. La Guardia di Finanza è tornata ieri nel grattacielo del Centro Direzionale: con 57 “inviti a comparire”, per altrettanti esponenti politici, voluti dal procuratore Francesco Greco e dal pm Giancarlo Novelli. L’accusa: peculato. A dover rispondere del «disegno criminoso» sono i gruppi “Caldoro Presidente”, Pdl, Pd, Udc, Udeur, Noi Sud, Moderati, Centro democratico e tutta la vecchia Idv, oggi nel Misto. Ne escono indenni solo: due consiglieri del gruppo “Socialisti europei” (Mucciolo e Oliviero, eletti con Sel); uno del Pdl, Colasanto; e il governatore Caldoro, sebbene proprio il politico a lui più vicino, Gennaro Salvatore, capogruppo di “Caldoro presidente”, risulti in cima alla lista degli inquisiti come recordman di incasso arbitrario: 93mila 215 euro. Ma gli indagati sono 60 in tutto, compresi anche tre ex eletti dell’aula diventati parlamentari: il deputato Pd, Umberto Del Basso De Caro, e i senatori Pdl, Eva Longo e Domenico De Siano.
AVORIO E TARSU
Denari dei contribuenti piegati all’uso «privatistico» dell’assemblea dei consiglieri della Campania, scrivono gli inquirenti. Le più fantasiose, improbabili spese da accostare al lavoro di un organo legislativo si possono scorrere ora, negli atti dell’indagine. Un consigliere ha comprato prodotti di gioielleria, tra cui un corno di avorio, per 1900 euro. Un altro, bombole di gas per centinaia di euro. Il Pdl attesta l’acquisto di 11mila euro tra bar e pasticcerie. Più 3.400 euro di giornali. Ma per quelli non c’è già il Fondo Comunicazione? La stessa clamorosa svista è del Pd: che infatti prova a spiegare i suoi complessivi 500mila euro di spese con un congresso “Big Fish”, festa dei giovanidemocrat, con la pubblicità per tre emittenti e un contratto da ben 30mila euro con la società Kidea, peraltro già toccata dallo scandalo sulla Coppa America. E ancora: acquisti di porcellane e quadri fino a 500 euro a pezzo. Pezzi d’arte, ma anche cianfrusaglie da supermercato. Il gruppo “Caldoro presidente” presenta scontrini di prodotti per igiene personale da 203 euro, di cui 3 perla tintura per capelli da uomo. C’è anche chi si fa gli occhiali da vista con i soldi pubblici, chi acquista una Barbie, una bottiglia da enoteca. Ma il capolavoro lo firma un esponente del gruppo Misto che si giustifica portando alla Finanza la ricevuta della Tarsu: sì, la tassa sui rifiuti. D’altro canto, c’è un modo più indolore di versare le imposte che un qualunque cittadino (politico o no) deve allo Stato? Pagare allo Stato con soldi sottratti allo Stato. Poi ecco la «spiegazione» presentata dai consiglieri Udeur, Ugo De Flaviis e Sandra Lonardo (ovvero lady Mastella), interrogati solo poche ore fa: quei soldi, dicono, li hanno utilizzati per pagare collaboratori. Ovviamente in nero, senza contributi.
I PIÙ RAPACI
Sette mesi di analisi da parte della Tributaria guidata dal colonnello Nicola Altiero e del commercialista Paolo Barba, consulente della Procura. Ma alla fine emergono due elementi con forza. Primo: alcune voci di spesa son osostenute «per finalità strettamente personali», per niente legate al funzionamento dei gruppi e comunque non coerenti con gli obiettivi «della legge regionale 6/1972». Secondo: il 60 per cento delle somme erogate ai gruppi consiliari viene trasferito dai capigruppo ai consiglieri «senza che questi ultimi né, tantomeno, i rispettivi colleghi-presidenti (che hanno la responsabilità ammini-strativa della gestione dei fondi) abbiano prodotto alcuna documentazione che attesti l’effettivo impiego delle somme incamerate ». Così il consulente Barba può calcolare, in percentuali, la lista dei più rapaci: al 95 % di utilizzoscorretto del Fondo si attestano i gruppi Idv (ora nel Misto) e l’Udeur; a quota 91 % c’è il gruppo “Caldoro Presidente — Nuovo Psi”, all’89 il Pdl, subito inseguito dal Pd all’82 %, mentre al 65 si piazzano i centristi dell’Udc.
«NIENTE DIMISSIONI»
Qualche imbarazzo appena, ieri in Regione. Mentre Sel e Movimento 5 Stelle chiedono le dimissioni dell’intero consiglio regionale, tra i consiglieri agitati si coglie più sollievo che sensi di colpa. Dal presidente Caldoro in giù, tutti promettono «massima collaborazione con la magistratura». In realtà, tanti dicono: «Mica siamo come i Fiorito, qui c’erano solo i pidocchi da prendere…». E tutti si fanno scudo delle parole, definite da qualcuno fin troppo generose, che in mattinata il procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo aveva stringatamente dedicato al blitz. «In fondo la norma sulla rendicontazione non è univoca».
L’intervista a Gennaro Nocera, capogruppo Pdl: “Credo ci sia una divergenza nell’interpretazione del regolamento sulle rendicontazioni”
“Quegli 11mila euro di pasticcceria? Non ricordo…”
NAPOLI — Gennaro Nocera, lei è il capogruppo del Pdl in Regione. «Certo, so di cosa dobbiamo parlare. Ma sono in farmacia, abbia pazienza, sto pagando… «.
Scusi la franchezza, visti gli scontrini ormai sotto inchiesta: in farmacia sta pagando con soldi suoi o nostri?
Ride. «Eh capisco. La battuta ci sta… Ecco, pago 18 euro di tasca mia, banali pillole. Io sono unfesso: ho sempre pagato di tasca miacaffè e bibite, anche se ero in trasferta istituzionale. Neanche il traghetto a Venezia mi feci rimborsare».
Non si direbbe. Nel suo caso, l’importo contestato è di 35mila e 258 euro.
«Credo ci sia una divergenza nell’interpretazione del regolamento sulle rendicontazioni. Ma io sono davvero fiducioso nella magistratura che con misura ed equilibrio sta vagliando le posizioni. D’altro canto, l’avete sentito il procuratore, Colangelo? Lo ha detto anche lui che la legge è vaga».
Veramente, è la stessa Procura che vi accusa di peculato.
«Non voglio pensare che siano vere le cose che girano: chi si è comprato il gioiello, chi la porcellana, chi la tintura per capelli. Mica ci sono colleghi matti? Poi fa ridere ‘sta storia della tintura, legata proprio a un capogruppo calvo. Magari una sua segretaria avrà fatto confusione».
Parliamo del gruppo Pdl: esibite scontrini singolari, 11mila euro solo di bar e pasticceria, 3.400 euro di giornali.
«Sono capogruppo da ottobre, non so niente di prima».
Avete ripianato con questi fondi persino un «furto di 190 euro» dalla cassa. Chi ruba al gruppo Pdl?
«Ma non ero capogruppo all’epoca. Non ne so niente, glielo giuro sui figli…».
La “guardasigilli” preferisce “Mimì alla Ferrovia” agli avvocati!
Oggi continua e si aggrava la posizione della ministressa cancellieri. I giornali sia nazionali che locali riportano ulteriori dichiarazioni. Per la cancellieri, infatti, le riforme sarebbero impedite dalle lobby degli avvocati. Ebbene mi chiedo se in questo caso non abbia prevalso la lobby dei mediatori e poi sentir parlare di lobby proprio da chi è stata – ed è – al governo delle lobby è proprio una stonatura. Trovo assolutamente gravi le parole della cancellieri che ha iniziato la sua carriera nell’amministrazione come capoufficio dell’ufficio stampa della Prefettura di Milano evidentemente in comunicazione difettava un po’ se poi aggiungo che la “guardasigillessa” ha preferito andare da Mimì alla Ferrovia anziché incontrare gli avvocati napoletani allora capisco anche la sua stazza di non poco conto. Del resto questo governo abbiamo capito, serve a fa “magnà” le solite lobby.
vedi pure: per la ministressa gli avvocati sono un ostacolo clikka
Da Repubblica Napoli di oggi 03.07.2013:
Il ministro e il fuorionda: “Gravi le mie parole? No, grave la loro gazzarra”
SUONO tumultuoso di strumenti di guerra. Baccano, tumulto. O anche strepito di gazze. Di qui la parola “gazzarra”, con la quale il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri definisce il comportamento degli avvocati napoletani. Risponde alle dure critiche sollevate dal presidente dell’ordine Francesco Caia per il quale il comportamento del Guardasigilli è stato grave: «Grave è invece la gazzarra che hanno fatto gli avvocati», replica la Cancellieri. Si riferisce a una giornata difficile, sabato scorso, a Castel Capuano durante il convegno sulla geografia giudiziaria. E il suo commento, il suo definire “gazzarra” il comportamento dei legali partenopei, non è certo destinato a smorzare le polemiche e ad ammorbidire la tensione tra il governo e una metà del mondo giudiziario.
Ma perché, gazzarra? Il “baccano” cui fa riferimento il ministro esplode sabato scorso durante il convegno sui temi della giustizia. Al tavolo del dibattito il Guardasigilli e i procuratori Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti. Gli avvocati, nei giorni precedenti, hanno chiesto e poi ottenuto — con numerosisindaci della provincia di Napoli — un incontro con la Cancellieri a latere del convegno. Richiesta urgente, perché legali e primi cittadini si sentono penalizzati dalla riforma della geografia giudiziaria. Aspettano un’ora ma ilministro non si vede. Cominciano le proteste.
Infine la Cancellieri li incontra. Ma il giorno dopo gli avvocati vedono su Sky Tg 24 la registrazione del commento della Cancellieri a quella che a stretto giro verrà ufficialmente definita “gazzarra”: «Li vado a incontrare così ce li leviamo dai piedi». È un commento fatto sottovoce a un magistrato, ma fa andare su tutte le furie gli avvocati, in testa il presidente Caia, che immediatamente scrivono una lettera rivolgendosi a tutti gli Ordini del paese. L’intenzione è quella di chiedere le dimissioni del Guardasigilli. D’altra parte l’incontro a Castel Capuano non ha sortito risultati, e altre frasi del ministro non sono piaciute. Come «Mi si parla di giustizia…ma vi sembra che funzioni, questa giustizia?». Quelle della Cancellieri per gli avvocati sono gravissime affermazioni.
Ieri il ministro legge sui giornali la reazione dei legali napoletani e ribatte, in tal modo spiegando anche il perché della sua frase: «Così ce li leviamo dai piedi». Dice: «È grave la gazzarra che hanno fatto gli avvocati di Napoli sabato scorso, io mi sono allontanata dal convegno per consentire ai lavori di andare avanti». Gravi, le parole registrate fuori onda? «E quello che fanno loro — continua il ministro — interrompendo il corso della riunione? Hanno interrotto il procuratore generale mentre parlava per una gazzarra». E forse non è un caso l’intervento di ieri durante il convegno di Confindustria “Più mondo in Italia” a proposito delle forze che frenano le riforme della giustizia. Soddisfatta dello stato dei lavori riscontrato alla corte d’Appello di Milano, sottolinea: «Le grandi lobby impediscono che il nostro paese diventi normale».
Legali furibondi con il guardasigilli
IL PRESIDENTE non esclude che venga formalizzata una richiesta di dimissioni: «Non pensavo che un ministro della Giustizia pronunziasse le parole di sabato scorso, ma addirittura lei non solo non si scusa, ma aggrava a nostro avviso le affermazioni fatte sia in Biblioteca che nel Salone dei Busti di Castel Capuano. Da presidente di un Ordine sarei in difficoltà ad annunciare qualcosa che poi non farei, ma questo è lo stile dell’Italia di oggi. L’hanno fatto anche altri ministri della Giustizia, senza coerenza rispetto alla rappresentanza altissima del loro mandato. “Levarsi dai piedi gli avvocati” fa pensare a regimi non liberali, misarei aspettato delle scuse dal ministro. Al contrario, dopo tutte le garanzie per l’incontro, ci ha cancellati “a causa di problemi per il volo aereo”. Così ci hanno detto, ma abbiamo saputo che invece è andata a pranzo da Mimì alla ferrovia ».
Al penalista Claudio Botti la richiesta di dimissioni «pare esagerata: vi sarebbero tante ragioni per chiederla, come la riforma della giustizia che non si riesce a fare. Detto questo, però, la reazione della Cancellieri restituisce il senso di quale considerazione equale credibilità abbia il ceto forense italiano e napoletano. È molto triste che un ministro che è un ex prefetto, si permetta di avere questo atteggiamento. Ma la fuga della parola impropria nasce quando il ministro seduta al tavolo della presidenza dice la frase incriminata all’orecchio del magistrato Cafiero de Raho e sorridono entrambi». Botti non è d’accordo comunque sulla nuova geografia della giustizia tracciata dalla Cancellieri: «Pozzuoli, Caserta, le isole, sono baluardi del controllo del territorio, e la sede giudiziaria diNapoli nord è sempre stata Marano, saranno state logiche interne alla politica a indurre a spostare l’asse ad Aversa. Però — insiste l’avvocato Botti — la richiesta di dimissioni è una cosa seria. Questo governo non metterà mano alla questione giustizia, perché dividerebbe: su questo farei una battaglia».
Dure parole anche dal presidente della Camera penale, Domenico Ciruzzi: «Lo sfogo e il labiale della Cancellieri — commenta — sono il compendio di una cultura della politica sbilanciata in maniera fuorviante a favore dei magistrati, presenti come consiglieri fuori ruolo nei ministeri, per questo i politici li ascoltano molto più di noi: nell’immaginario collettivo acquisiscono un peso sociale diverso. Sarebbe preferibile un sano contraddittorio e la politica dovrebbe mediare. La visione efficientista considera la giustizia un optional, come la cultura: di fronte a criteri di economicità e mancanza di fondi, la si taglia come un dessert, e così si fa anche con la giustizia. Tengo a precisare che su una revisionedelle circoscrizioni giudiziarie l’avvocatura penalistica era d’accordo, ma non andava fatta senza ascoltare fino in fondo le ragioni degli avvocati. Difendo la privacy e di fronte a una “intercettazione” abusiva come quella fatta alla Cancellieri non ci sto. Ma vorrei, come tutti noi, una spiegazione concreta. Come ha detto il presidente Caia — sottolinea Ciruzzi — frasi come queste, un ministro non dovrebbe neppure pensarle, perché sono indicative di una cultura. E se questa è la cultura del ministro, voglio le sue dimissioni.
Significativo anche ciò che più tardi ha detto dal vivo, che dispiace ancor di più: considerare gli avvocati interessati alle disgrazie del mondo è una visione davvero poco aderente alla realtà per chi sente forte il peso della responsabilità rispetto propria professione».
Concorde il giudizio negativo sul mancato incontro che era stato chiesto d’urgenza dal presidente Caia: «Siamo a due mesi (13 settembre) dalla creazione del più grande tribunale d’Italia — spiega il presidente — quello di Napoli nord Aversa, sarebbe stato normale per un ministro nel corso alla sua prima venuta a Napoli, verificare le esigenze logistiche, la spesa, le difficoltà. La lotta alla criminalità va combattuta con strutture adeguate. Il discorso al convegno era sicuramente importantissimo, ma se si vuole un paese normale, che cambi, serve un confronto pacifico e il nostro diritto a esprimerci, non certo l’invito a levarsi dai piedi».
Per la “ministressa” gli avvocati sono un ostacolo da eliminare
NAPOLI «Vado a incontrarli, così ce li togliamo dai piedi». È la frase pronunciata dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri durante la protesta degli avvocati napoletani sabato scorso (29.06.2013), nell’ex palazzo di giustizia a Castel Capuano. Le parole della Cancellieri sono finite al centro di una dura polemica da parte degli avvocati napoletani. Questa la ricostruzione di quei momenti di agitazione: appena partono i cori e le urla degli avvocati, il Guardasigilli si avvicina al magistrato Cafiero de Raho e gli sussura la frase finita al centro della bufera. Tutte le parole, però, sono “catturate” da una telecamera di SkyTg24 che stava riprendendo il dibattito in diretta. Poco dopo la Cancellieri ha incontrato i legali, ascoltando le loro richieste.
Il governo delle lobby è chiaro che non è interessato ai cittadini né al bene ed all’interesse pubblico se una sua “ministressa” giunge a dire agli avvocati che si devono togliere dai piedi. Credo che una Ministra della Giustizia non possa ritenere l’avvocatura un ostacolo e nella frase pronunciata dalla rappresentante della giustizia c’è tutto il disprezzo di quella che è la classe politica di questo governo verso gli interessi generali dei cittadini. La prova è nell’odioso ricorso alla mediazione obbligatoria nel processo civile che meriterebbe le dimissioni di questo governo che non ha alcuna legittimazione né politica né morale né culturale né sociale. Questo è un governo che serve solo ed esclusivamente alla cannibalizzazione del bene e dell’interesse pubblico per salvare quelli che sono i cd. poteri economici forti. Da un governo di emergenza nazionale si richiederebbero ben altri provvedimenti spero che accada qualcosa che ci tolga dall’imbarazzo di avere un pastrocchio alla guida del paese. Si comprende ancora di più l’atteggiamento di questo governicchio verso gli avvocati da ciò che la stessa “ministressa” ha dichiarato al Presidente del Consiglio dell’Ordine di Napoli, Francesco Caia, che ci ha inviato una nota clikka che riporta affermazioni ancora più gravi pronunciate della “ministressa”.
Per approfondire l’insipienza di questo governo vedi anche:
mediazione obbligatoria l’europa non ci obbliga clikka
mediazione obbligatoria il governo letta non molla clikka
il parlamento e la lobby della mediazione obbligatoria clikka
mediazione obbligatoria ricordiamoci di questi politici clikka
L’Italia: un paese orfano
So che posso sembrare ingenuo e forse antiquato ma la domanda me la voglio fare lo stesso: perché il nostro paese è rimasto orfano delle ideologie? perché le forze politiche in campo non sono state in grado di costruire un contenitore a destra ed a sinistra in grado di tenere dentro tutte le sensibilità? le risposte in parte le conosco ma credo che i cittadini abbiano bisogno di riferimenti certi e l’incertezza è una responsabilità enorme dei partiti che hanno fallito il loro compito di formazione che ha dato spazio ad improvvisazioni improbabili ed al saccheggio. Senza le idee nei partiti si sono fatti spazio gli interessi personali e di parte … chiunque abbia un minimo di sensibilità non può non avere un senso di schifo e di allontanamento dal bene e dall’interesse pubblico …
Perché la gestione del patrimonio comunale deve essere pubblica
Ho già parlato della questione riportando anche la delibera di proposta al consiglio in un separato post (cosa fare del patrimonio del Comune di Napoli clikka). Oggi (01.07.2013) abbiamo deciso di affidare alla Napoli Servizi S.p.a. la gestione del patrimonio pubblico. La delibera è stata adottata a maggioranza con il contributo di tutte le forze di sinistra. In Consiglio Comunale sia io che Carlo Iannello, coerentemente con quello che avevamo annunciato abbiamo votato a favore della delibera proponendo anche emendamento (clikka) che è stato approvato con la stessa maggioranza e con il quale abbiamo dichiarato la Napoli Servizi S.p.a di interesse generale. Devo dire che ho trovato soddisfacente avere la possibilità di contribuire a questa decisione. Ora tocca agli amministratori di Napoli Servizi ed ancora prima ai lavoratori della società che spero capiscano l’importanza del loro impegno e sappiano con onore servire la Città.
Ecco i nostri interventi:
Il mio intervento al 2:16:12 e quello di Carlo Iannello all’1:28:50