Non discuto il ruolo di Don Luigi Merola spero che ci siano presto delle smentite o delle correzioni di rotta. Non credo si tratti di un nuovo Don Sturzo col quale, per l’aspetto politico, mi pare abbia in comune solo il nome Luigi. Spero si tenga fuori dall’impegno politico diretto, in questo momento, sarebbe un ulteriore vulnus alla chiarezza, finendo per essere strumentalizzato. Ce ne sarebbe da dire ma non voglio neppure entrare nell’argomento, sarebbe facile finire su sentieri scoscesi. Se sente questa spinta e passione politica allora deponga la toga! Speriamo bene….
Da Repubblica Napoli 04.07.2013
“Io assolvo Berlusconi e Cosentino”
Don Merola: “Silvio perseguitato, Nicola non è un camorrista”
SARÀ prete anticamorra, ma i suoi strali non sono contro i boss. E come ospite alla trasmissione radio “La zanzara” su Radio 24 spara bombe. E non sono esplosioni a basso potenziale. Parla di Berlusconi e Cosentino, del magistrato Woodcock titolare di alcune delle inchieste sull’ex coordinatore del Pdl in Campania oggi in carcere, inquisito per i suoi rapporti con i Casalesi. Insomma, è proprio un exploit, quello di don Luigi Merola, ex parroco di San Giorgio ai Mannesi nei drammatici giorni della morte della quattordicenne Annalisa Durante e oggi, fondatore dell’associazione ‘A voce de criature, opinionista sui grandi casi di attualità. «Berlusconi? È un perseguitato — dice ai microfoni de “La zanzara” — I magistrati lo perseguitano tanto». Insiste: «Lo perseguitano come hanno fatto con Clemente Mastella. Alcuni magistrati sono politicizzati e ignoranti, devono leggere e studiare di più. Ci vuole la formazione permanente dopo il concorso. Berlusconi — aggiunge — è un peccatore come tanti altri. Sono stato a Roma tre anni per lavorare al ministero dell’Istruzione e dico che quello che fa Berlusconi lo fanno tutti, politici di sinistra e di destra, alti funzionari e magistrati. Tutta gente — svela il parroco anticamorra — che ha la seconda, la terza e la quarta amante da cui si fanno accompagnare con l’auto blu. Farò nomi e cognomi. Berlusconi lo assolvo per il fatto che fa mangiare ottantamila famiglie in Italia. Lo perdono con l’assoluzione per qualsiasi cosa abbia fatto».
Assoluzione senza confessione e pentimento. Meraviglia relativamente, visto il momento di forte feeling tra il Cavaliere e il parroco datato gennaio 2013. Vigilia delle politiche, il Pdl corteggia don Merola. Lo vuole in lista. E Merola sta per accettare, visto che per il diritto canonico potrebbe (e comunque dovrebbe) ottenere una dispensa da parte del vescovo della Diocesi di appartenenza. Dunque si tratta, si vocifera. Preme per quella candidatura anche il governatore Caldoro. Ma infine, colpo di scena, don Merola rifiuta. Motivo: in lista c’è il pluri- inquisito per camorra Nicola Cosentino. E il parroco si considera incompatibile. Fin qui tutto bene. Ma ieri, ai microfoni de “La Zanzara”, arriva il colpo di scena. «Leggendo gli atti che riguardano Cosentino — dice Merola — mi sono fatto l’idea che non ci sono le prove per direche è camorrista e per stare in carcere. È immorale e ingiusto che sia in prigione, non può inquinare le prove perché si è costituito e il procedimento è chiuso». Parole che appena sei mesi fa sarebbero suonate assurde. Poi il parroco attacca il pm di alcune delle inchieste contro Cosentino, Henry John Woodcock: «Lo considero di estrema sinistra, ho saputo che è diventato magistrato dopo due bocciature al concorso. Come prete vengo a sapere tante cose, Woodcock potrà essere preparato sullo sport ma sul diritto deve studiare un po’ di più».
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