Nel segno del Comando a Cinquestelle

grilloHo sempre pensato che i gruppi politici quando entrano in una istituzione debbano fare pochissimo uso del personale esterno cercando, per quanto possibile, di fare scouting nella stessa amministrazione selezionando le risorse interne e, per alcuni incarichi, come quelli di dirigenti assegnati questa estate dall’amministrazione de magistris, fare in ogni caso una procedura di selezione attraverso un interpello interno. Do’ per scontato anche che si debba essere particolarmente attenti a mantenere le promesse elettorali sempre e comunque potendo derogare alle stesse solo in extremis ed in casi eccezionali. Per il M5S ovviamente le promesse elettorali sono state rivoluzionarie nel vero senso della parola e fino ad oggi i gruppi parlamentari stanno facendo, per ciò che leggo dai giornali, un lavoro che non è assolutamente facile dalla posizione che occupano, anche se, in alcuni casi, è mancata un po’ di politica ed un po’ di democrazia.

Venendo al punto oggi leggo il pezzo di Fabrizio Geremicca su l’Espresso, che incollo in calce, e che mi lascia in un certo qual modo perplesso.

Dal Comune di Napoli, infatti, è “atterrata” alla Camera dei Deputati una dipendente dell’amministrazione cittadina con qualifica di istruttore amministrativo su richiesta della Camera stessa e grazie ad un provvedimento di comando (clikka) del Comune. Ora non comprendo molto ciò che è accaduto poiché se la “comandata” è molto vicina al M5S di Napoli (pare addirittura cofondatrice), mi sarei aspettato un’assunzione nello staff mentre, invece,  è stata chiamata per essere inserita nel servizio per le competenze dei parlamentari (clikka), quindi, non un ufficio di staff (che sarebbe stato più trasparente e del pari legittimo, anche se non in linea con le promesse) ma semplicemente amministrativo.

Credo che in questo momento storico, per chi si dichiara essere l’alternativa, le furberie non sono ammesse,  e la coerenza politico/amministrativa è un valore prezioso assoluto irrinunciabile, quindi,  sono certo che l’inserimento della comandata dal Comune di Napoli nell’ufficio della Camera, deputato tra l’altro a fare gli stipendi dei parlamentari, sia dovuto all’esigenza di trasparenza sulle cd. indennità dei parlamentari (che mi sembra ancora al palo), per le quali indennità il M5S ha fatto una battaglia ideologica in campagna elettorale promettendo che i parlamentari pentastellati avrebbero preso solo 2.500,00 €. al mese, restituendo tutto quello che non sarebbe stato speso. Ad oggi nonostante le mie ricerche non sono ancora riuscito a capire quanto viene restituito dai parlamentari cinquestellini, fermo restando che il criterio mi sembrerebbe avere una falla, poiché se un parlamentare si mette d’impegno può arrivare a spendere anche tutti i 10/15 mila €. al mese.

Per chiarire la mia posizione sul punto non credo che la politica non debba avere costi e che per un razzi o uno scilipoti forse anche mille euro siano troppi!

Per quanto mi riguarda ecco i nostri costi della politica (clikka). Al di la’ di ogni polemica e per amore di chiarezza aspetto quelli dei parlamentari cinquestelle che, sicuramente, il buon lavoro della “comandata” ci fornirà.

Da L’Espresso del 29.08.2013. Fabrizio Geremicca: “Da Napoli a Montecitorio. Una grillina in prestito. C’è un volto nuovo tra gli impiegati della Camera. Proviene dal Comune di Napoli e sbarca a Montecitorio grazie al meccanismo del “comando”, che consente ad un’amministrazione di richiedere, per motivi di necessità, la presenza temporanea presso i propri uffici del dipendente di un altro ente. Così il Parlamento ha chiesto “in prestito” per un anno Laura De Vita, istruttrice amministrativa, che dal primo agosto ha preso servizio a Roma. Alla Camera non si sentirà spaesata. Rivedrà, infatti, Roberto Fico, con il quale ha costituito nel 2011 il Movimento 5 Stelle Napoli, e Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera grillino doc”.

berlusconi ineleggibile anche per il condominio

berlusconi-1La Riforma della disciplina del condominio negli edifici, entrata in vigore il 18 giugno 2013, introducendo l’art. 71-bis delle disp. att, c.c., ha stabilito che non possono svolgere l’incarico di amministratore di condominio coloro che siano stati condannati per delitti contro la PA, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio ed ogni altro delitto non colposo punito con reclusione non inferiore nel minimo a due anni e nel massimo a cinque anni. La perdita in corso di incarico di questo requisito di incensuratezza comporta la cessazione dell’incarico. Alla luce di tutta la querelle che si è mossa sul caso berlusconi vorrei capire se gli stessi argomenti spesi dal fior fiore degli intellettuali di destra e da qualche malsanodimente intellettuale di sinistra valgono anche per gli amministratori di condominio che si dovessero trovare nella condizione di aver subito una condanna per fatti commessi prima della entrata in vigore della legge! Resta il fatto che è assolutamente ridicolo pensare che nelle condizioni attuali berlusconi non potrebbe neppure fare l’amministratore del condominio di “arcore” mentre pretenderebbe di continuare a fare l’amministratore del Paese!! Spero che si ponga presto fine a questa indegna situazione che è solo causa di discredito dell’Italia.

Forum delle culture: la rinuncia di de magistris jr

forumIn calce il comunicato di Claudio De Magistris sulla sua rinuncia ad assumere qualsivoglia ruolo nel Forum delle Culture. I commenti di quelli che hanno accolto questa decisione di malavoglia criticando coloro che, invece, come me, l’auspicavano credo siano forieri di censure per molte ragioni che sono insiti in uno dei mali che affligge la nostra società e su cui vale la pena ancora una volta riflettere per tenere alta la guardia. Effettivamente la “fratellanza” non dovrebbe essere di impedimento ad assumere un ruolo quando uno è capace, competente ed onesto, ma siamo a Napoli ed in Italia, dove il nepotismo, il “fratellismo” ed il “cuginismo”, hanno fatto danni enormi deprimendo non solo l’economia ma anche le aspettative di coloro che, seppure capaci e competenti, hanno dovuto riparare all’estero per trovare lavoro! Ci lamentiamo poi della cd. fuga dei cervelli ma cosa fanno gli amministratori per impedirla mi chiedo!! Questi discorsi non li comprendo de magistris doveva essere l’alternativa e l’alternativa si misura anche su queste cose che, al limite, possono essere ingiuste nel caso particolare ma assolutamente dovute sul piano generale e dell’esempio! Apprendo, quindi, con soddisfazione questa decisione di demagistris jr e spero che il fratello del sindaco non ricopra più alcun ruolo nell’amministrazione né a titolo gratuito né tantomeno retribuito, per le ragioni spiegate! Di persone competenti, capaci ed oneste che hanno partecipato alla campagna elettorale ce ne sono e, se questo è il criterio, non vedo perché debba prevalere la posizione del fratello del sindaco e non quella di tanti altri! Napoli e l’Italia soffre di baronie a tutti i livelli dall’università agli ospedali passando per P.A., società partecipate e professioni, dove i cognomi sono sempre gli stessi e le competenze sono assolutamente in secondo piano!! Non accetto nel modo più assoluto l’eccezione! Per le nomine il sindaco di Napoli farebbe bene, una volta per tutte, a dare una spinta affinché si adotti un regolamento (una proposta su cui lavorare c’è già clikka) che preveda una maggiore trasparenza come è negli altri comuni italiani come Milano, Cagliari etc etc. Napoli non deve essere da meno! per questo io mi sono battuto in campagna elettorale non per altro! Capisco che questo mio ragionamento può essere fastidioso per qualcuno, ma questa è la prospettiva di uno che si chiama gennaro esposito la condizione della stragrande maggioranza del popolo italiano che non ha i cd. santi in paradiso, in Comune, Regione o in ogni altra amministrazione, ma che sente sulla pelle il sopruso ogni volta che si predilige il cognome al merito! In queste cose conta l’esempio!

Dalla pagina FB di Claudio De Magistris:

“Ho assistito da fuori Napoli al dibattito che si è aperto in merito ad un mio possibile coinvolgimento nel Forum Universale delle Culture 2013, con contratto remunerato in qualità di responsabile organizzativo. Al mio rientro mi sono concesso un giorno di riflessione e adesso vorrei chiarire alcune cose in relazione a quella che è stata semplicemente un’ipotesi, non avendo mai visto o ricevuto alcuna reale proposta. Anticipo che non ho alcuna intenzione di accettare incarichi, retribuiti o meno, per il Forum.

La motivazione non è figlia dell’accusa di favoritismo familiare, che pure e’ circolata in questi giorni, e che contesto fortemente. Il mio cognome è per me motivo di orgoglio, ma certo non fonte di guadagno. Il mio percorso – lavoro da oltre vent’anni- l’ho fatto sempre seguendo ideali e passioni e quello che ho costruito, ad oggi, è per me motivo di soddisfazione e forza. E per questo non devo ringraziare nessuno. Cerco di permettermi il lusso della coerenza e della dignità prima di tutto. La mia famiglia non è e non sarà quella in cui troverete assunzioni a vita clientelari, consulenze d’oro, ingiustificate prebende o altro. Siamo persone semplici e perbene: queste cose noi le combattiamo. Cercate pure altrove.

Non è neanche, la mia, una reazione causata dalla gazzarra a cui hanno partecipato in tanti portando, in alcuni casi con cattiveria e grandissima ipocrisia, non il loro pensiero, bensì il loro pregiudizio. Una gazzarra che è altra cosa dal dibattito sincero e onesto, che pur comprendo, sull’opportunità politica del mio ruolo nel Forum.

Non è neanche dovuta alla volontà di evitare che Luigi, che ha sempre espresso contrarietà verso forme di contrattualizzazione da parte del Comune, fosse linciato dal “primo” di passaggio, magari per strumentalizzazione politica.

La motivazioni che mi porta ad escludere un contratto è che, assistendo al dibattito di questi giorni, ho capito che un mio coinvolgimento nell’organigramma sarebbe diventato capro espiatorio di qualsiasi episodio legato all’evento e motivo di acuirsi delle dannose diatribe politiche che logorano e annoiano la città da anni. Sarebbe veramente difficile lavorare con serenità in questo contesto e rischierei, quindi, di danneggiare chi con passione si sta dedicando a mettere in piedi struttura e programma del Forum.

Un Forum che ha avuto una storia molta sofferta, la stessa storia che avrebbe dovuto spingere ad un dignitoso silenzio quanti, invece, in questi stessi giorni, hanno scelto ipocritamente di pontificare.

Riassumendo in breve alcuni aspetti significativi. Prima una fondazione, legata alla precedente amministrazione, che partiva avendo speso già tanto e con più di un milione di euro di debiti a discapito di enti, associazioni e professori di scuola; poi l’accordo che ha visto l’Ente regionale avere più peso nella fondazione; poi la riduzione drastica dei fondi: 250 milioni di euro, poi 150, poi 56, poi 25 e poi 16. Per la precisione 11 milioni per la città: 5 infatti sono trattenuti dalla Regione per eventi da gestire fuori città con le proprie società inhouse, a corollario di tanti soldi impegnati, sempre dalla Regione, nel cosiddetto “Verso il forum delle culture”: Festival ed altre iniziative sostenute con fondi europei. Non tralasciando, infine, melina e pasticci amministrativi che hanno fatto si che la delibera ‘madre’ fosse approvata dalla Regione in luglio, cioè mesi dopo dalla data originariamente prevista per l’inaugurazione (primavera 2013), ovviamente poi rinviata a causa di tale ritardo.

Nonostante questa storia sofferta, il Forum è comunque una opportunità per Napoli e la Campania. Anche da semplice cittadino, infatti, sono fiducioso che tutti i soggetti interessati possano continuare a lavorare in sinergia istituzionale per la migliore riuscita dell’evento.

Per quanti continuano, invece, ad interrogarsi su cosa abbia intenzione di fare, tengo a precisare che, valutando proposte e idee che mi sono giunte in questi mesi, non verrà meno la mia partecipazione attiva al progetto politico di cambiamento, a cui fin dall’inizio ho contribuito“.

Sul forum vedi pure:

forum delle culture 2013 (clikka)

Il forum delle beffe (clikka)

Il destino dello Stadio San Paolo

sanpaolo
Oggi (28.08.2013) su Repubblica Napoli:
È sbagliato cedere lo stadio a De Laurentiis
SONO giorni che i giornali si stanno  occupando del futuro della stadio San Paolo trattando la vicenda  come se fosse una “partita a due” sindaco/patron. Credo, invece, che occorra allargare la prospettiva facendo capire ai napoletani  in che termini si pone la questione visto che il patron in una delle sue “uscite” sui giornali  ha addirittura dichiarato che l’impianto gli spetterebbe di diritto  dietro il versamento di un solo  euro. È chiaro che molti napoletani  ritengono che lo stadio, per come è gestito, andrebbe “regalato”  al Calcio Napoli sostenendo questa tesi con l’argomento che esso è solo un costo per la collettività  vista la incapacità di gestione  del Comune. Ora se questo argomento  è comprensibile, quando  esposto da un cittadino “scontento”,  non credo che possa ritenersi  valido per qualunque amministratore  pubblico, compreso il sindaco, che dovrebbe  fare in modo di rendere, come in altre grandi città, per lo meno in pareggio l’impianto. In verità credo che dovremmo chiedere ai cittadini napoletani se la terza città d’Italia si può permettere di perdere un impianto così importante,  che dovrebbe essere destinato  ad ospitare non solo le partite  di calcio, ma anche importanti kermesse sportive di livello nazionale
ed internazionale. Se l’Italia  si dovesse aggiudicare un campionato del mondo di atletica  o altro evento superiore o di pari livello, mi chiedo quale impianto  resterebbe alla città di Napoli  per candidarsi? Stesso discorso  vale per i grandi eventi di spettacolo. Non ci dimentichiamo,  infatti, che ultimamente Bruce Sprengsteen noi l’abbiamo  dovuto ospitare in piazza Plebiscito,  con tutte le polemiche che ne sono derivate, mentre a Milano lo stesso artista, si è esibito  allo stadio comunale Meazza e non mi sembra che le squadre cittadine  abbiano fatto una piega, anzi! Altro quesito che porrei ai napoletani è questo: se dovessimo  “regalare” lo stadio al patron e questi lo “infilasse” in qualche altra sua società sganciandolo dai destini del Calcio Napoli che resterebbe alla città ed ai tifosi? Ci potremmo ritrovare nella incresciosa  situazione di avere in futuro  un soggetto terzo, che non sarà più il Comune, interlocutore del Calcio Napoli che potrebbe dettare  legge senza se e senza ma. Né credo che questa ipotesi si possa eccessivamente limitare con vincoli  più stringenti o con un diritto di prelazione in favore del Comune  (cronicamente senza soldi) per questioni giuridiche che non sto qui a trattare. In una parola lo Stadio oggi rappresenta un’anomalia  perché per come è attualmente  gestito è una posta molto attiva per il Calcio Napoli, mentre è una posta molto passiva per la collettività, che ci rimette per la straordinaria ed ordinaria manutenzione  ed inoltre non è neppure  capace di farsi pagare i canoni di concessione e la percentuale dovuta per la pubblicità esposta nell’impianto, forse per il timore di non scontentare troppo il patron  che potrebbe, forse, influenzare  il consenso dei tifosi verso l’amministrazione. Ebbene, io non credo che i napoletani debbano  essere trattati come “bambini”  a cui non si può sottrarre il “giocattolo”. Occorre solo riequilibrare  il rapporto prendendo spunto da quello che hanno fatto in altre grandi città, dove lo stadio è comunale e resta tale e la collettività  non ci rimette anche l’accompagnamento  del figlio del patron. Ovviamente sempre forza Napoli.
Gennaro Esposito
Consigliere Comune Napoli

Il Forum Universale delle Beffe

forumDel  Forum delle Culture 2013 (clikka) ci siamo occupati più volte e di recente la stampa tiene quasi un bollettino di guerra sull’evento del quale ormai non si capisce più nulla tra comune, regione, fratelli e Fondazione; ovvero, è molto probabile che si sta facendo in modo di non far capire più nulla visto che dovrebbero, a questo punto, arrivare i soldi e l’intendimento, da quello che leggo sui giornali, parrebbe quello di tenere fuori la fondazione forse perché non “controllabile”. Sulla vicenda addirittura è stato tirato in ballo in modo del tutto incomprensibile, dall’assessore daniele, anche oddati che ovviamente ha declinato l’invito sbattendo la porta e rilasciando anche una lunga intervista al Corriere sui suoi meriti e sulla sua lungimiranza nell’aver intercettato il Forum Universale delle Culture. Credo sia utile, per capire come sono andate effettivamente le cose, leggere l’intervista apparsa oggi (27.08.2013) su corriere del mezzogiorno, di Beatrice Carrillo, professoressa all’Istituto Tecnico Professionale di San Giovanni a Teduccio. A ciò occorre aggiungere che l’amministrazione oddati del “forum senza forum” ha lasciato ulteriori molti debiti che occorrerà onorare e sui quali, pare, sia in corso un’accertamento da parte della Magistratura Contabile. Sulla vicenda fratellino del sindaco ovviamente mi sono già espresso manifestando tutto il mio disappunto con una dichiarazione che riporto in calce all’articolo e che ho già postato su FB. Mi verrebbe da dire archiviamo questa pagina e tiriamo le somme facendo in modo che almeno questa volta chi ha sbagliato paghi! In effetti era questo ciò che mi sarei aspettato dall’amministrazione che abbiamo contribuito a far eleggere … ma evidentemente ci siamo sbagliati il rigore, la trasparenza, la partecipazione e la condivisione del potere erano solo uno promesse elettorali alle quali, invece, noi di Ricostruzione Democratica crediamo ancora!!

Dal Corrire del mezzogiorno di oggi (27.08.2013) Paolo Cuozzo

Forum, beffati cento professori

Formati nel 2010, avevano predisposto progetti per migliaia di studenti

Cento insegnanti — per altrettante scuole napoletane — incaricati di redigere progetti per il Forum delle Culture. Un’idea del Comune di Napoli datata 2008. Professori che hanno anche svolto corsi di formazione professionale, due volte a settimana per 46 ore ore totali, da pagare 17,50 euro-l’ora. Ma i soldi, per ora, non li hanno ancora avuti «nonostante i progetti siano stati fatti, i ragazzi abbiano seguito i nostri corsi e le scuole abbinano messo a disposizione le strutture», dice Beatrice Carrillo, insegnante della Livatino di San Giovanni a Teduccio che ha sollevato il caso.

NAPOLI — Beatrice Carrillo, di professione professoressa di Italiano e Storia all’Istituto Tecnico, professionale e scientifico Rosario Livatino di San Giovanni a Teduccio, al Forum delle Culture aveva creduto profondamente. Tanto da dedicarci, nella sua qualità di prof, anche alcune ore — 46, per la precisione — al di fuori dell’orario di lavoro per formarsi e predisporre un progetto da illustrare ai propri alunni. Poi, però, come altri 99 suoi colleghi, da oltre due anni e mezzo non solo non ha saputo più nulla del progetto, ma neppure dei soldi che il Comune di Napoli avrebbe dovuto riconoscergli per la formazione professionale «effettuata — racconta — da docenti dell’orientale, della Federico II e del Suor Orsola Benincasa».

Scusi, ma da quando non ha più notizie?

«Dal gennaio del 2011 quando incontrammo l’ex assessore alla Cultura, Nicola Oddati, poco prima della sua candidatura alle primarie. Da allora, è stato silenzio totale e nessuno ci ha fatto sapere più nulla».

Lei ha seguito dei corsi di formazione che dovevano essere retribuiti. Ma in che misura?

«Per le 46 ore, suddivise in due turni settimanali da tre ore ciascuno, avremmo dovuto avere 17,50 euro l’ora per un totale di 873 euro che, almeno io, ma penso anche gli altri, non ho mai avuto».

Ora che farà?

«Non so come mi regolerò. Anche se, sia chiaro, il problema non è avere i soldi ma sollevare il caso su come vengono distribuiti e utilizzati i soldi del Forum».

Cosa avreste dovuto fare per il Forum?

«Nel progetto, che Oddati avviò nel 2008 per essere pronti per tempo, furono coinvolte cento scuole napoletane ognuna delle quali indicò un proprio docente. I corsi di formazione si tennero al Palazzo della Conoscenza di via Terracina. Si trattò di corsi organizzati sulla base di appartenenza alle scuole, quindi per elementari, medie inferiori e superiori. Ognuno di noi ha dovuto predisporre un progetto per un corso che si sarebbe chiamato “Pacemaker a Scuola, nell’ambito di iniziative di preparazione al Forum delle culture”. E noi preparammo anche un progetto».

Scusi, ma solo voi o anche le altre 99 scuole avete predisposto il progetto?

«Tutti e cento. Il nostro progetto si chiamava “L’Etica della Pace”. Abbiamo anche invitato un imam ai nostri corsi e proposto una serie di film nell’anno scolastico 2010-2011 per preparare i ragazzi al Forum. Dal Comune abbiamo anche avuto tanto materiale e schede da compilare da consegnare entro il 20 gennaio 2010. Per la mia scuola, inoltre, c’era un piano finanziario che comportava un impegno di spesa di circa 6.000 euro».

E questi soldi la sua scuola li ha avuti?

«No. Mi risulta che la segreteria si è anche messa in contatto col Comune per avere notizie, anche perché le scuole hanno sostenuto dei costi per tenere le aule aperte di pomeriggio, pagando personale di segreteria, personale Ata e così via. Ma nessuno ci ha saputo dire mai nulla».

Cosa si aspetta a questo punto?

«Davvero non lo so. Anche perché dal 18 gennaio del 2011 ad oggi pareva che il Forum fosse qualcosa di tramontato e solo ora se ne riparla».

La mia dichiarazione sulle vicende ferragostane comunali:

Ritengo le dichiarazioni della assessora tommasielli la negazione della politica. Questo scorcio di estate napoletana ci sta mostrando una prospettiva assolutamente singolare per come era iniziata l’esperienza de magistris fondata su basi assolutamente diverse ed invece finite nel solco di una politica compromessa che era proprio quella che i cittadini volevano sconfiggere. Nomine di dirigenti, perdoni ed ipotesi di incarichi retribuiti a parenti stretti del sindaco in pieno ferragosto mi lasciano l’amato in bocca e mi confermano l’idea che non si può essere della stessa parte. Ricostruzione Democratica è nata in consiglio comunale proprio per mantenere acceso quello che era lo spirito iniziale di tanti cittadine e cittadini che hanno avuto la convinzione che si poteva voltare pagina, con serietà, competenza e spirito di abnegazione, purtroppo traditi già all’alba di quello che doveva essere il nuovo inizio con incarichi a cugine e fratelli che oggi appaiono qualificanti di una azione amministrativa che combatteremo politicamente con tutte le nostre forze.

La carta di identità e la burocrazia di Pierino

carta identitàDeve essere stato un burocrate di nome Pierino ad aver avuto la pensata di sostituire, per i minori, la foto autenticata con timbro della questura con la carta di identità. In effetti come al solito la nostra Pubblica Amministrazione “amica” ce l’ha messa tutta anche questa volta per migliorarci la vita ed allora al posto di controllo doganale il malcapitato cittadino italiano, che ha pensato di passare le vacanze all’estero, portandosi i figli al seguito munito di carta di identità si è trovato nella scomoda condizione di essere redarguito dal poliziotto di frontiera di turno quando tutto contento ha mostrato il documento di identità dei minori che ovviamente è privo della maternità e della paternità ed il bravo poliziotto gli ha detto guardi che qui non sta scritto da nessuna parte che i minori al seguito sono suoi figli, dovrebbe portarsi un certificato di nascita con la indicazione della paternità e della maternità! E così ad un solo documento ora se ne sostituiscono due! Non c’è che dire viva la burocrazia borbonica! Spero di capire come fare per i cittadini del Comune di Napoli affinché si faccia in modo di inserire nelle carte di identità dei minori il requisito mancante anche se credo che la materia è disciplinata dallo Stato … vedremo

Legge elettorale: I padri porci del porcellum

maialiEcco il video della seduta del senato di ieri (07.08.213 clikka). Occorre vederlo e sentirlo per capire che questo parlamento, come gli altri, non sarà mai in grado di modificare la legge elettorale (spero di sbagliarmi). Questi non lo faranno mai perché il potere oggi si esercita nelle sedi di partiti, che non ci sono più e che sono asserviti ad interessi personali di coloro che nonostante lo sfascio politico e sociale a cui stiamo assistendo tengono stretta la loro poltrona. Alla fine dobbiamo confidare ancora una volta nella magistratura poiché la Consulta è capace che dichiarerà incostituzionale la porcata elettorale. E poi  dobbiamo ancora continuare a sentire che la magistratura invade il campo della politica! E’ chiaro che gli equilibri costituzionali sono tali che all’assenza della politica lo Stato in ogni caso reagisce per tenere saldi i principi che i costituenti ci hanno lasciato in eredità e che “questi” tentano in ogni modo di scardinare.  Porci, quindi, degni del porcellum non c’è altro da dire!

Sanatoria degli occupanti delle case del Comune

1146623_3292820375401_832227357_nLa questione della cd. sanatoria delle “occupazioni abusive” delle case del Comune l’ho letta in questi giorni sui giornali, ed al consiglio comunale del 7 agosto scorso sia io che Simona Molisso abbiamo deciso di intervenire per cercare di fare un po’ di chiarezza tra giunta e consiglio. Ebbene, la cosa che mi ha incuriosito e che pur essendo stati noi di Ricostruzione Democratica ad introdurre l’argomento con il primo intervento che, poi, ha condizionare l’intera seduta del Consiglio Comunale, facendo, peraltro, emergere una gravissima spaccatura con la giunta, i giornali hanno completamente ignorato la nostra attività. Ciò che mi colpisce, infatti, è l’assoluta indifferenza dei giornali a ciò che si tenta di fare nell’istituzione con forze che sono assolutamente nuove. I giornalisti, infatti, anche in questa occasione hanno preferito rincorrere il titolo riportando tesi sostenute da “vecchi arnesi” della politica, finendo per contribuire ad una sorta di “riciclaggio” di personaggi che per anni, avendo occupato uno scranno nel assemblea cittadina, prima di parlare di come fare per risolvere il problema, dovrebbero spiegare ai cittadini come ci si è arrivati al fenomeno delle occupazioni abusive. Fenomeno che, non occorre sottacere, è stato un serbatoio per l’acquisizione di un consenso elettorale “drogato”. Ad un giornalista, per spiegare bene la questione, ho addirittura inviato una mail con un testo coordinato delle norme affinché potesse districarsi nel groviglio legislativo.

Eppure noto una contraddizione nella vicenda, da una parte i giornali ogni tanto riportano editoriali di questo o di quello, illustre e non illustre, che lamenta l’assenza di iniziative politiche nuove nel consiglio comunale, dall’altro gli stessi giornali tacciono ogni volta che c’è la possibilità di sottolineare una proposta politica nuova su un tema specifico.

In questa nostra città dovrebbero mettersi in fila, innanzi ad un plotone di cittadini armati della sana ironia dei gradi Maestri Napoletani Totò e De Filippo, politici, imprenditori e giornalisti ….. non aggiungo altro…

Per comprendere ciò che voglio dire ecco gli interventi di Ricostruzione Democratica

Il mio al 00:03:40 e quello di Simona Molisso all’1:37:43

Per la legge berlusconi è politicamente finito!

berlusconi-1Una chiara ricostruzione normativa offerta dall’ex presidente della Consulta Capotosti che dimostra come per berlusconi non ci siano alterative deve lasciare i palazzi del potere e ritirarsi a vita privata.
Da Repubblica del 05.08.2013.
ROMA — Una folle corsa in cui il veicolo rischia di finire contro un muro. Si potrebbe usare questa metafora per descrivere i disperati tentativi del Pdl per salvare comunque Berlusconi dagli effetti della condanna a 4 anni per frode fiscale. Un accavallarsi drammatico tra un’agognata grazia, anche solo con corrispettivo pecuniario, e un’amnistia ad horas. Poi lo svuotamento della legge Severino sulla sopravvenuta non candidabilità e quindi decadenza da senatore. Ma sentenze della Cassazione (la 13.831 del 2008, prima sezione civile) e del Consiglio di Stato (6 febbraio 2013, n.695) mettono l’aspirazione nel nulla. Per chiudere con l’obiettivo, sfruttando cavilli legali, di rallentare la decisione della corte d’appello di Milano sull’interdizione dai pubblici uffici per agganciare ipotetiche elezioni nella primavera 2014.
Le pensano tutte quelli del Pdl, mettendo in imbarazzo il Colle, soprattutto con la vulgata che certe ipotesi sarebbero state, se non concordate, quanto meno discusse con il Quirinale. Come per la grazia e per un’assai ampia amnistia che dovrebbe seguire una riforma della giustizia varataper fornire la pezza “a colore” all’amnistia medesima. Ma sia la grazia che l’amnistia si rivelano subito del tutto non realistiche.
Sulla grazia l’argomento principe del Pdl è il paragone con il caso Sallusti, il direttore delGiornale cui Napolitano il 21 dicembre 2012 ha concesso il beneficio limitandosi però a commutare la pena di 14 mesi in 15.532 euro. Ma i due casi — una diffamazione, pur grave, di Sallusti e l’evasione fiscale di Berlusconi — non sono ovviamente paragonabili. Senza contare che il Cavaliere ha altri processi, e per reati gravi, sulle spalle. Quindi la grazia è un camminoimpossibile. Del pari lo è l’amnistia. Quando si pone il caso ai costituzionalisti reagiscono sorpresi. «Amni-stia?!? Ma non servono i due terzi? » dicono presidenti emeriti della Consulta di opposte tendenze come Piero Alberto Capotosti e Valerio Onida. In effetti l’impiccio è proprio qui. Per fare l’amnistia sarebbe determinante il voto del Pd sia alla Camera che al Senato. Alla Camera servono421 voti, se ne raggiungono 437 se votano assieme Pd, Pdl, Sc. Idem al Senato dove ne servono 212, ne raggiungono 219 gli stessi partiti. Non solo. Nelle tante amnistie fatte in Italia, ma soprattutto le ultime, non è mai stato raggiunto un tetto così alto di reati, che sarebbe necessario per coprire quelli contestati a Berlusconi, la frode fiscale punibile fino a 6 anni (fa testo la pena in astratto nonquella irrogata), la concussione per induzione fino a 8 anni.
Non va meglio il tentativo di bloccare al Senato la decadenza dell’ex premier per effetto della legge Severino. Si scalmanano fan come Giovanardi e Nitto Palma sostenendo che la norma si applica solo ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge. Insistono sul fatto che l’indulto, riducendo la pena a un anno, farebbe cadere il tetto dei due anni imposto dalla legge. Dice l’ex presidente della Consulta Capotosti: «È assurdo, sono osservazioni del tutto infondate. Il criterio per l’applicabilità della legge è la sentenza sopravvenuta, emessa il primo agosto, in pieno vigore della norma. I fatti potrebbero anche essere di un secolo fa, ma l’importante è che ci sia la sentenza definitiva, in pieno imperio della nuova legge. Non c’è niente da dire, conta la sentenza, non i fatti. Se passasse il loro criterio non si applicherebbe più alcuna legge, soprattutto con i tempi lunghi della giustizia italiana».
Ma ci sono due sentenze che mettono le interpretazioni del Pdl nel cestino. La 13.831 del 2008 della prima sezione civile della Cassazione che, in tema di sopravvenuta ineleggibilità a proposito della precedente legge per gli amministratori locali di cui la Severino è una prosecuzione, dice che l’indulto non incide affatto, ai fini della possibilità di candidarsi conta la condanna e non la pena residua. Ma è dirimente la sentenza del Consiglio di Stato fresca del 6 febbraio 2013, n.695, laddove dice che l’applicazione della legge «non si pone in contrasto con il principio dell’irretroattività delle norme penali e, più ingenerale, delle disposizioni sanzionatorie ed afflittive». E ancora: «La condanna penale irrevocabile è presa in considerazione come mero presupposto oggettivo cui è ricollegato un giudizio di “indegnità morale” a ricoprire determinate cariche elettive: la condanna stessa viene configurata alla stregua di “requisito negativo” o “qualifica negativa” ai fini della capacità di partecipare alla competizione elettorale e di mantenere la carica». Alla giunta per le elezioni del Senato non resta che andare avanti in fretta. Berlusconi deve lasciare il Senato e non si può più ricandidare.

Quella piccola evasione di 360 milioni di silvio

berlusconi-1Una delle armi spuntate con la quale si difende berlusconi è quella di dire che li ha versato nell’anno incriminato 500 milioni di tasse allo stato l’evasione di soli 7 milioni è una cosa ridicola. Per capire invece bene cosa ha fatto riporto quanto descritto ne La Repubblica del 03.08.2013) in un articolo di PIERO COLAPRICO che ricostruisce bene la vicenda:
MILANO — «Con quello che pago di tasse, è ridicola l’accusa di aver evaso così poco», andava ripetendo Silvio Berlusconi, poco prima della batosta in Cassazione. È vero, l’ex presidente del consiglio è rimasto impigliato per un «pezzettino » di tasse non pagate: ma la realtà racconta una storia totalmente diversa. La contabilità gonfiata sulla compra-vendita dei diritti tv ha permesso la creazione almeno di 360 milioni di dollari di fondi neri: e se si è potuto procedere solo per i circa 6 milioni di euro sottratti al fisco nel 2002 e 2003, «vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi – questo si legge in sentenza definitiva – abbia direttamente gestito la fase iniziale dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore». Pochi fatti, nudi e crudi, bastano.
I PREZZI GONFIATI
«Picchia giù con i prezzi» si sentiva dire un’impiegata dell’ufficio contratti dal suo superiore. Per comprendere il senso della frase bisogna sapere che c’era un pugno di manager di provata fede berlusconiana. E questi adottavano per la compravendita dei diritti tv undoppio binario. C’era «un contratto originario, definito master», apparentemente a posto, e una serie di «cosiddetti subcontratti», carte fasulle. Il master veniva stilato a Milano, i sub contratti – è tutto documentato – in Svizzera. Era su questi sub contratti, destinati a girare estero su estero, che comparivano cifre irreali. Come? Uno dei fedelissimi ordinava alle impiegate: «“Questo mese, questo trimestre dobbiamo arrivare in termine di costo a cinque milioni di dollari, 20 milioni di dollari, eccetera”. Però il costo dei diritti era di meno, sensibilmente di meno», testimonia una «gonfiatrice dei prezzi».
IL GIOCO DELLE TRE NOCI
Teste incredibile? Affatto, perché trova un riscontro assoluto nella mail di un contabile della casa cinematografica Fox. Scrive -siamo nel dicembre 1994 – una frase lapidaria al suo superiore: «L’impero di Berlusconi funziona come un elaborato “shell game”». E cioè? «È un gioco – dice l’americano – che consiste nel prendere tre gusci di noci vuoti e nascondere sotto uno di essi il nocciolo di una ciliegia. Chi gioca deve indovinare dov’è il nocciolo nascosto con la finalità di evadere le tasse italiane».
LA “DUE DILIGENCE”.
Anche a lasciar perdere le tante società false, senza contabili, senza uffici, che «lavorano» nelle compravendite-truffa con Mediaset, un piccolo ma formidabile dettaglio che risale ai momenti della quotazione in Borsa di Mediaset e dimostra per tabulas la situazione reale. Nel mondo della finanza si usa (termine inglese: «due diligence») fare indagini e analisi sul valore di un’azienda prima di un investimento. E ilpubblico ministero Fabio De Pasquale ha trovato proprio un memorandum «Gruppo Mediaset: due diligence legale». È a cura della Grimaldi & Clifford Chance per «la riunione del 20 marzo 1996» sulla «Library di Mediaset», e cioè sul magazzino di film e telefilm. E qui l’indagine diventa difficilissima: «…né, per il momento, e nonostante le nostre insistenti richieste, Mediaset ha mostrato di voler fornire la documentazione necessaria (…)», si lamenta il detective- finanziario. Anzi, «per quanto riguarda il problema del valore, nei contratti di cessione finale che ci sono stati messi a disposizione (40 su 80 richiesti) puntualizza ancora – abbiamo notato che spesso i prezzi praticati a Reteitalia o a Mediaset dopo i vari passaggi tra le società estere del gruppo Finivest erano talora sensibilmente aumentati rispetto all’originale prezzo di acquisto dei diritti». Più chiaro di così?
IMMENSI CAPITALI NERI
Esiste un altro dato che va recuperato dal processo a carico dell’avvocato inglese David Mills. Dagli anni ’70-80 Mills è stato incaricato da Fininvest – parole sue – di «costituire un gruppo società offshore » utili a far sparire «milioni e milioni che non avrebbero dovuto figurare nel bilancio consolidato del gruppo». Sono quei soldi off shore che Berlusconi ha usato negli anni senza il minimo controllo di legalità. Sono i soldi off shore che ritroviamo nei molti processi con Berlusconi imputato.
Per esempio, quello sulle mazzette pagate da Cesare Previti ai giudici corrotti della sentenza Mondadori. O quello sui soldi che All Iberian – società della galassia off shore di Berlusconi – versa nel conto estero di Bettino Craxi. Vent’anni dopo, in fondo, si torna ancora a All Iberian, ai fantasmi del passato.
vedi anche:

La piazza eversiva di berlusconi

la piazza di berlusconiLa piazza di oggi (04.07.2013) del pdl è stata una piazza eversiva perché mette in discussione un potere dello Stato. I poteri Giurisdizionale, Amministrativo e Legislativo hanno pari dignità ed il loro equilibrio è stabilito dalla Costituzione. berlusconi ha usato toni pericolosi per la conservazione delle istituzioni democratiche delegittimando i magistrati agli occhi di chi crede essere il suo popolo. Siamo in una situazione anomala tutta italiana nella quale una persona pur di rimanere al potere sacrifica tutto il suo partito a seguirlo! In altri paesi berlusconi non si sarebbe proprio potuto affacciare al mondo politico in quanto portatore di interessi personali (legittimi) che non gli consentono di poter liberamente esercitare qualsivoglia potere nelle istituzioni democratiche. Oggi si è consumato l’ennesimo colpo alla democrazia del Paese chiamando la piazza contro i Magistrati! Spero che le persone dotate di equilibrio prendano le distanze da simili comportamenti scegliendosi presto un altro leader se è un leader che vogliono!

Non capisco come i dirigenti del pd possano continuare a stare con il pdl senza comprendere che questo è un abbraccio mortale per la sinistra italiana che ormai ha dimostrato di non riconoscersi più nelle azioni politiche e di governo dello schieramento che ha perso la sua naturale connotazione. Eppure non occorre essere delle aquile per capirlo. Di questo passo si aprirà un grosso vuoto che allo stato non si capisce ancora chi colmerà e le preoccupazioni sono tante.

Diciamo no alla grazia a berlusconi (clikka)

Il potere di sperare dell’uomo autentico

vito mancusoTraggo queste riflessioni da “La Vita Autentica” di Vito Mancuso che potrebbero portare ad una lunga e stimolante discussione sull’uomo che l’autore chiama “autentico”:

“La speranza ha a che fare con una dimensione dell’essere umano, dove l’intelletto e la volontà si uniscono dando origine a qualcosa di superiore che da’ il sapore complessivo alla personalità. Un vero uomo è tale non in base a ciò che ha, non in base a ciò che sa, neppure in base a ciò che fa, ma in base a ciò che è; ma ciò che un uomo è, in quanto essere individuale irripetibile, è sì il suo corpo fisico, è sì la sua professione, ma è ancor di più la speranza, cioè la tensione complessiva della sua vita e il sapore di fondo che ne deriva all’intera personalità, la musica che fuoriesce quando lui si presenta e che gli altri percepiscono, che lo si voglia oppure no. Se infatti la speranza non si può misurare con l’intelligenza mediante test, e neppure come si misura la volontà per la quale pure vi sono metodi appositi (alcuni dei quali molto singolari come camminare sui carboni ardenti o rimanere chiusi per ore in una bara con solo una minuscola fessura per l’aria), ciò che un uomo interiormente è si può tuttavia percepire lo stesso, forse si può dire che lo si vede con il terzo genere di conoscenza di cui parla Spinoza verso la fine della sua Etica. Nessuno sa se ci sarà davvero una pesatura delle anime alla fine del mondo, ma la bilancia della psicostasi esiste dentro ciascuno di noi, perché ciascuno è in grado di capire quanto pesa la propria e l’altrui personalità e di sentire se chi abbiamo di fronte è in vendita, e per quanto, oppure no. La speranza per cui un uomo vive è che costituisce il suo tesoro ideale definisce la sua più peculiare personalità, da’ forma e sostanza alla sua anima. Ed è questo che intendo col dire che il vero uomo ha trovato. Non ha trovato nulla di definitivo, di conclusivo, di indiscutibile. Purtroppo (o per fortuna) la vita è fatta in modo tale da non lasciar sussistere nulla di definitivo, di conclusivo, di indiscutibile. La speranza è destinata a rimanere speranza, a non trasformarsi mai in sapere. L’uomo che definisco vero ha trovato una speranza, (non una dottrina né un’ideologia) per la quale vivere, come specie di luce lontana verso cui camminare. Questa speranza non è un possesso che si può materializzare (né come dottrina né come ideologia) …. Sostengo quindi che l’uomo compie la sua vita, rendendola oggettivamente autentica è uscendo dalle trappole dell’Io, quando vive per una speranza più grande di lui, in base alla quale egli, a poco a poco, giunge a dare forma a tutto quello che fa e che dice. Ma ritorna la domanda di Kant: che cosa, dal punto di vista del contenuto, è lecito sperare? La risposta è semplice e insieme stupefacente: è lecito sperare che l’ultimo orizzonte dell’essere sia non l’assurdo ma il senso, non il male ma il bene, non il nulla ma l’essere, non la morte ma la vita. Questo a un uomo ragionevole è lecito sperarlo. Saperlo no, ma sperarlo in modo ragionevole sì. … Vivere per qualcosa di più grande di sé come il bene e la giustizia, cioè vivere l’esistenza all’insegna della più pura prospettiva etica, apre la speranza della mente al fatto che qualcosa di più grande di sé esiste veramente, che esiste una dimensione dell’essere più grande di quella di questo piccolo Io destinato a finire, una dimensione che i popoli di tutti i tempi hanno intuito e chiamato divino, assegnandovi poi il nome particolare di cui erano capaci, tutti comunque inadeguati. Sperare in senso complessivo dell’essere che si dice come vita e come bene significa aver fede in Dio. Un uomo può essere abitato da questa speranza sul senso complessivo della vita, e un altro no, e perché questo avvenga nessuno lo sa. Ma per una vita autentica è necessario credere in Dio? Sono convinto di no. Ritengo, però che senza credere nel bene e nella giustizia, e che se un uomo crede nel bene e nella giustizia deve poi giustificare a se stesso perché lo fa e provare a pensare quale sia la concezione dell’essere più ragionevole che giustifica tale suo affidamento esistenziale al bene e la giustizia. Se la logica del mondo non è indirizzata al bene ed alla giustizia, perché costruirvi sopra la vita? Ma se vi è indirizzata, facendo sì che valga la pena impostarvi la vita, come chiamare questa direzione verso cui la logica del mondo conduce, direzione che è dentro il mondo ma che è più grande del mondo? Io sono convinto che la dimensione etica, in quanto anelito al bene e alla giustizia sia il fondamento autentico del pensiero del divino nella coscienza umana di tutti i tempi. Per questo, anche a prescindere da qualunque fede religiosa, “beati quelli che hanno fame e sete di giustizia“. Infatti, se la speranza per cui uno vive è complessivamente orientata al bene e alla giustizia (intesi anche solo come forma delle relazioni umane e non come senso complessivo dell’essere), essa produce in chi vive la luce particolare, la luce calma e benevola dell’uomo buono. Dell’uomo giusto. La dedizione della libertà a questa luce interiore rende la vita soggettivamente e oggettivamente autentica. Da qui la terza tesi: “L’uomo autentico è l’uomo che vive per la giustizia, il bene, la verità”.

In un epoca dove la disperazione dilaga e mortifica l’uomo, consiglio la lettura di questo libro che si presta a riflessioni che possono iniziare anche sotto l’ombrellone visto il periodo estivo.

I finanziamenti perduti per gli impianti sportivi napoletani

collanaOggi ho avuto modo di leggere la graduatoria regionale dei comuni ammessi a finanziamento per ristrutturazione degli impianti sportivi e mi sono venuti i brividi non di freddo! Credo che la necessità di ristrutturare e manutenere gli impianti cittadini sia di dominio pubblico, sia perché è necessario che siano adeguate le strutture sia perché è necessario che si attivino in città cantieri e lavoro! Mi hanno colpito le motivazioni del decreto dirigenziale regionale delle esclusioni di cui vi offro in lettura l’estratto (clikka). Su dieci domande di ristrutturazione di importanti impianti cittadini abbiamo avuto dieci rigetti! Delle due l’una o ha sbagliato la Regione oppure ha sbagliato il comune ed i dirigenti che non hanno saputo compilare neppure una domanda, che per loro dovrebbe essere pane quotidiano! Vi offro in lettura anche lo stralcio della graduatoria dei comuni  ammessi a finanziamento (clikka) da cui si può capire di che cifre stiamo parlando. Per chi volesse essere più preciso anche il decreto dirigenziale completo (clikka). Direi che le questioni sono assolutamente attuali e Napoli non si può permettere errori di questo tipo! Occorre che si sfruttino tutti i canali e le linee di finanziamento per cercare di risollevare le sorti della città e se non si inizia con il discorso della imputazione delle responsabilità questa città non ne uscirà. Occorre che tutti facciano il loro dovere dal primo operatore ecologico all’ultimo dirigente del Comune, ivi compresi i politici che troppe volte finiscono per scaricare sui dirigenti colpe amministrative derivanti da malsane azioni politiche che spesso portano a sviare il potere amministrativo verso obiettivi non utili alla collettività o non raggiungibili. Oggi sono sempre più convinto che i politici “puri” non servono alla causa ovvero non servono proprio! Occorrono politici che oltre ad essere “mediatori politici” abbiano anche una visione amministrativa e la capacità di capire se il procedimento amministrativo rappresentato dal dirigente o dal funzionario di turno sia in grado di perseguire l’obiettivo; occorrono politici in grado di capire se il dirigente sbaglia, oppure se il dirigente sta frapponendo intralci al raggiungimento dell’obiettivo, tal volta per eccesso di prudenza, aggravando il procedimento; occorrono politici che siano in grado di immaginarsi il percorso amministrativo che si deve mettere in piedi per raggiungere l’obiettivo. Occorre la vecchia scuola di partito che riusciva a far discutere gli operai di Hegel (come dice una mia cara amica!).

La deriva sovversiva di berlusconi

CassazioneTrovo assolutamente sovversive le dichiarazioni di berlusconi rilasciate nel videomessaggio di oggi (01.08.2013). Questa persona è pericolosa per la stabilità dello Stato Italiano nel momento in cui mette in discussione un potere (quello Giurisdizionale) dello Stato stesso. L’Italia non può permettersi di avere in parlamento una persona che pronuncia simili affermazioni e men che meno a capo di un partito di governo. Spero che i moderati e la destra sappiano decidere da che parte stare: con l’Italia o contro l’Italia! Oggi occorre che le persone perbene capaci scendano in campo per contrastare la deriva morale alla quale stiamo assistendo ormai da anni. La condizione è la medesima del dopoguerra solo che alle macerie dei palazzi oggi si manifestano in tutta la loro pienezza le macerie morali e civili del Paese.

E’ compromesso l’impianto Costituzionale nel momento in cui una persona che è a capo di un partito di governo dichiara di voler riformare la giustizia. Dobbiamo essere consapevoli che questa persona non ha alcuna legittimazione né morale né politica né civile né legale per mettere le mani sulla nostra Costituzione.

In questi anni abbiamo assistito ad una vera e propria trasformazione del costume sociale e della morale con genitori che parlano al telefono con le loro giovani figlie per spingerle a darsi in pasto all’orco perché ricco e potente. E’ stato messo in discussione minandolo alla base il ruolo sociale e politico della donna stessa esportando il principio che per entrare in politica occorre prima entrare nel letto del padrone!

In questa condizione l’Italia non è fatta è da rifare!  Non posso credere che ci siano persone ancora infatuate di questa persona, perché di infatuazione si tratta, non posso credere che il Paese ancora oggi si possa permettere una presenza così ingombrante e moralmente indecente.

Non comprendo le persone di buona volontà che pensano ancora di stare a casa pensando al loro orticello, come se la falda inquinata non possa mettere in discussione il loro raccolto. Il distacco che ormai si registra tra la politica ed i cittadini deve essere colmato. Le migliori intelligenze del Paese devono essere convolte e l’inerzia dei partiti che oggi siedono in parlamento li rende responsabili. Non è questione di poltrona o di scranno, il Paese ha bisogno di credibilità internazionale, oggi assolutamente pregiudicata. Una persona che avesse avuto a cuore il bene del paese si sarebbe fatta da parte per l’interesse superiore del Paese ed, invece, assistiamo ad una reazione scomposta che è in grado di condizionare menti semplici.

Uno Stato che è stato costruito col sangue dei nostri partigiani, dei nostri padri, dei nostri nonni e con la fame e la mortificazione della guerra non può restare zitto a simili sovversive affermazioni. Non è più il tempo di stare a casa! Oggi è il tempo della partecipazione! Oggi è il tempo della discussione! Oggi è il tempo di parlare di politica per strada, nei bar, in famiglia con i nostri figli, nelle piazze, nelle scuole dappertutto in ogni angolo in cui c’è un nostro concittadino italiano o straniero che sia! Oggi è il tempo di ricostruire la coscienza civile dei Cittadini Italiani.

L’appello non è né di sinistra né di destra è un appello ai cittadini tutti, affinché capiscano che la politica è linfa vitale per la vita di un paese e non quella cosa sporca e moralmente discutibile che si pratica nei palazzi a porte chiuse da cui stare lontani.

Il disinteresse per la politica è causa dello sfascio del paese! Spero che queste mie preoccupazioni non siano fondate ma se ho sentito ciò che ho sentito credo ci sia poco da stare tranquilli: dentro le nostre case non c’è solo la crisi morale e politica che ci violenta ogni giorno con notizie raccapriccianti ma anche la più grave crisi economia del dopoguerra. Questo è il tempo dei Partigiani!

 

Ecco il link del videomessaggio di Berlusconi da cui ho tratto le mie considerazioni

Il videomessaggio di berlusconi (clikka)

Il verdetto:

Questa la dedico ai magistrati della Suprema Corte che hanno saputo mantenere la loro indipendenza onorando i loro predecessori: L’Idea che non muore (clikka)

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: