Premetto che ho profondo rispetto per l’istituzione del Presidente della Repubblica ed ho ascoltato con attenzione il discorso di ieri (22.03.2013) all’atto del suo rinnovato insediamento. Come a tutti, mi ha colpito il forte richiamo e la critica pesante alle manchevolezze dei partiti presenti sulla scena politica nazionale che hanno svolto in sostanza un ruolo fine a loro stessi. Le parole del presidente sono state molto forti e più erano forti e più i parlamentari applaudivano quasi ad autoassolversi! Queste parole mi sono sembrate ancora più forti quando ho appreso la contemporanea notizia di altri due consiglieri regionali della Regione Campania, che hanno subito misure restrittive personali perché avrebbero usato, a scopi personali, i fondi economali messi a disposizione, in virtù della legge, per lo svolgimento delle attività politico/istituzionali. Il problema è che il politico si sente in diritto di poter fare qual che vuole e di dare una sua personale interpretazione del bene e dell’interesse pubblico, che spesso coincide con il suo bene ed interesse personale o di gruppi di persone. Spesso, infatti, chi si trova nelle istituzioni usa beni e denaro come se fossero propri, non percependo nel modo più assoluto che quei beni e quel denaro hanno una valore sacro e non possono essere distolti dalla loro funzione ed, invece, nei palazzi assistiamo a gente che, siccome eletta, va al saccheggio di stanze stampanti, computer ed attrezzatura di varia natura non avendo la percezione di cui dicevo. Con questo voglio dire che è nelle piccole cose che si manifesta l’animo distorto del politicante. Noi di Ricostruzione Democratica come gruppo conciliare del Comune di Napoli abbiamo cercato di percorrere la “pura via amministrativa”, facendo regolari richieste all’ufficio competente, rimaste senza esito, perché non seguite da nostri atti di materiale occupazione da legittimare successivamente così come hanno fatto gli altri (sic!). Siamo, quindi, rimasti, senza stanze né attrezzature occupando temporaneamente un piccolo ambiente con un computer e senza stampanti, tanto che una volta ho detto al Presidente ed al Direttore Amministrativo deputato al servizio: “ma se il palazzo non è in grado di amministrare se stesso come potrà mai amministrare una città intera?” E’ avvilente e per questo, sempre per voler percorrere una via amministrativa, ho scritto al Direttore Generale ed al servizio ispettivo affinché si adottino anche i provvedimenti disciplinari del caso! Ritornando sul Presidente della Repubblica che lancia strali mi dispiace sentire da una persona parole così pesanti che però hanno alle spalle una esperienza credo distorta. Mi fa male, infatti, vedere il servizio della TV tedesca proprio su Napolitano, parlamentare europeo, che avrebbe intascato rimborsi per viaggi superiori a quelli effettivamente sostenuti, oppure apprendere che il figlio del Presidente, giulio napolitano, oltre ad essere professore ordinario ha anche un incarico (oppure l’ha avuto) presso la presidenza del consiglio dei ministri (giulio napolitano clikka). Come dicevo l’animo del “politico comune” è corrotto ed occorreranno anni di fatti per legittimare le parole.
Su Giorgio Napolitano interessante prospettiva di Giuseppe Aragno (clikka)
sullo stesso argomento:
uno schiaffo in faccia alla dignità dei cittadini (clikka)
trasparenza i fondi economali di napoli è tua (clikka)
Cesare Lombroso e la politica (clikka)
l’utopia della politica ed i costi dei politicanti (clikka)
la sacralità dell’interesse pubblico (clikka)
scandalo alla regione lazio una buona occasione per fare pulizia (clikka)
Dal Corriere del Mazzogiorno di oggi 23.04.2013
Ditte fantasma e un rapinatore fatturavano a due consiglieri
Due misure cautelari ad altrettanti esponenti del centrodestra, Sergio Nappi (arresti domiciliari) e Raffaele Sentiero (obbligo di dimora in Campania); entrambi sono accusati di truffa aggravata nell’ambito del filone sui fondi per la comunicazione. Tramite fatture false, ipotizza l’accusa, avevano indotto il Consiglio regionale a concedere rimborsi ai quali non avevano diritto, per un ammontare di circa 60.000 euro. Il caso dei due consiglieri di «Noi Sud» rilancia le polemiche sulla sopravvivenza del gruppo consiliare. Sergio Nappi avrebbe già aderito al gruppo federato Caldoro Presidente, mentre non è chiara la collocazione precisa di Raffaele Sentiero. E’ il coordinatore regionale di «Noi Sud», il senatore Antonio Milo a ribadire che entrambi non fanno più parte del partito.
Si estende l’inchiesta della Procura sulle erogazioni illegali di denaro ai consiglieri regionali. Ieri mattina gli uomini del Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno notificato due misure cautelari ad altrettanti esponenti del centrodestra, Sergio Nappi (arresti domiciliari) e Raffaele Sentiero (obbligo di dimora in Campania); entrambi sono accusati di truffa aggravata nell’ambito del filone sui fondi per la comunicazione. Tramite fatture false, ipotizza l’accusa, avevano indotto il Consiglio regionale a concedere rimborsi ai quali non avevano diritto, per un ammontare complessivo di circa 60.000 euro. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Roberto D’Auria su richiesta del pm Giancarlo Novelli, della sezione reati contro la pubblica amministrazione coordinata dall’aggiunto Francesco Greco. Il meccanismo della truffa è simile a quello attuato da altri consiglieri indagati nella stessa inchiesta: ai funzionari regionali incaricati di erogare i rimborsi venivano consegnate fatture emesse da ditte inesistenti o compiacenti, convinte a rilasciare i documenti in cambio di futuri appalti. Il caso più eclatante è quello di un pregiudicato per rapina e furto, tossicodipendente, che ha rilasciato a Sentiero una fattura da 7.800 euro. In cambio del favore, ha spiegato, ha ricevuto 50 o 100 euro, non ricorda bene. «Ho precedenti penali — ha dichiarato l’uomo, Salvatore B., agli uomini del colonnello Nicola Altiero — per rapina e furto. Sono stato tossicodipendente da eroina fino al 2006 ed ora sono in cura presso il Sert. Non sono mai stato un imprenditore e non ho mai avuto una ditta in quanto non ne ho le capacità nè la disponibilità economica». L’uomo sulla carta risultava amministratore unico della società Gi.Sca. che nel 2010 ha rilasciato la fattura al consigliere Raffaele Sentiero. I verbali sono contenuti nell’ordinanza cautelare. L’uomo ha anche spiegato di essere stato contattato da un ex poliziotto il quale, in cambio di 50 o 100 euro, gli chiese un documento d’identità e il codice fiscale. Lo scorso anno sia Salvatore B. sia il poliziotto furono arrestati su disposizione del gip di Padova: «Solo in quella occasione — ha chiarito il pregiudicato — ho appreso di essere il titolare di diverse società tra le quali ricordo Gi. Sca. Non ho mai svolto alcuna tipologia di attività per le società di cui risulto essere proprietario o amministratore. Ho la licenza della scuola elementare e non ho mai usato nè sono in grado di usare un computer, anche per le più semplici operazioni». Un altro caso singolare è quello della Lns Immobiliare, società che ha rilasciato diverse fatture ai consiglieri. Fino al 2010 era attiva nei settori della somministrazione di alimenti e bevande e dell’edilizia; pochi mesi dopo le elezioni regionali, però, ha modificato il proprio oggetto sociale, inserendo tra le attività anche quella della comunicazione istituzionale. La circostanza è sottolineata dal gip: «Troppo stringente il contesto temporale e la connessione con la vicenda delle fatture false in favore di Nappi e di Sentiero per non trarne un inequivocabile spunto in ordine alla spregiudicata personalità dei protagonisti della vicenda». Sentiero nei mesi scorsi ha chiesto al pm di essere interrogato e ha ammesso sì di avere esibito fatture false, ma ha sostenuto di avere impiegato il denaro così ricevuto dal Consiglio regionale per «spese di natura politica»: «Trovandomi alla prima esperienza in Consiglio regionale ho certamente sbagliato, nel senso che non ho ben applicato la procedura prevista per la destinazione e l’erogazione di questi fondi. Il denaro che mi è stato poi erogato, e forse anche di più, è stato da me effettivamente destinato a spese di natura politica». Nappi ha invece fatto pervenire ai giornalisti una nota a firma del suo avvocato, Annibale Schettino: «Nell’esprimere fiducia nell’azione della magistratura, Nappi è sereno nell’attesa del previsto interrogatorio di garanzia sicuro di chiarire la vicenda che lo vuole impegnato». Titti Beneduce
Rispondi