Il Consiglio Comunale su Bagnoli la grande incompiuta

colmataIeri (28.03.2013) c’è stato il Consiglio Comunale. Il tema da discutere era Bagnoli, un’area che da vent’anni aspetta di essere restituita ai cittadini. Noi ci siamo già più volte espressi su molte questioni e molti sono i post su questo blog: parco dello sport (clikka)Bagnoli Futura (clikka) e la nostra posizione di opposizione alla ricapitalizzazione (clikka)la bonifica (clikka) e tante altre questioni che riguardano anche lo Zoo, Edenlandia e Cinodromo (clikka), il Collegio Ciano (ex NATO) clikka etc. Di recente c’è stato poi l’incendio di Città della Scienza un colpo al cuore per l’intera area che ha aperto una discussione sulla ricostruzione che in ragione degli strumenti urbanistici vigenti e del vincolo ambientale sull’area non potrebbe essere ricostruita dov’era. La questione è spinosissima ed a me non è ancora del tutto chiara ma ne stiamo con coscienza discutendo fra noi, con i cittadini di buona volontà e l’assise di Bagnoli. Ieri il Sindaco di cui posto il video, ha iniziato ad esporre la sua idea su Bagnoli ricomprendendo anche le altre aree e devo dire che sia io, che Carlo Iannello che Simona Molisso, abbiamo apprezzato molto la visione offerta, sembrava di sentire uno di noi o di leggere uno dei nostri blog. La cosa che mi ha colpito è stata la reazione di qualche consigliere di maggioranza che, forse abituato a vederci critici ci ha, in un certo qual modo, redarguiti dicendo che erano solo chiacchiere e non ci sono atti e fatti a conforto. Ho ovviamente risposto che noi siamo e siamo stati critici tutte le volte che c’è stato bisogno, secondo la nostra visione, di essere critici votando anche contro importanti atti (i link sopra lo dimostrano), ma che non abbiamo alcuna preclusione di sorta verso il sindaco mentre, invece, gruppi o colleghi di maggioranza, seppure critici, quando si è trattato di votare poi hanno sempre votato appoggiando le scelte. Voglio dire che per noi non c’è alcuna preclusione preconcetta, la nostra strada è sempre e comunque l’interesse pubblico e se il Sindaco dimostra di essere sintonizzato su questo “canale” ovviamente avrà il nostro appoggio non dovendo dimostrare nulla a nessuno e nella consapevolezza di poter sempre valutare in scienza e coscienza gli atti su cui si chiede un nostro voto. Ad ogni buon conto anche questa volta le notizie uscite sul giornale sono inadeguate perché rappresentano una realtà semplicistica, il TG3 Campania ha titolato: “Nulla di Fatto” perché ci siamo aggiornati (sic!). Invece credo e spero che l’intervento del Sindaco sia stato qualcosa di più che noi ovviamente misureremo sui singoli atti! Un’altra questione che mi ha colpito è l’articolo di oggi sul Corriere (che vi incollo stotto) che riporta la notizia della visita del nuovissimo Presidente del Senato a Città della Scienza e la sua dichiarazione che questa venga ricostruita la dov’era! Mi chiedo se i politici di “grosso calibro” (noi siamo degli artigiani della politica) si informino e studino prima di parlare. La questione è assolutamente dilaniante per noi! Da un lato, infatti, c’è la tesi di quelli che non vogliono darla vinta alla camorra (sempreché sia stata la camorra a combinare il disastro) dall’altro c’è la voglia di ripristinare la linea di costa e di dare libero accesso alla spiaggia nel rispetto dei vincoli ambientali e del PRG. Inoltre, ci sono i lavoratori che sono stati (non capisco il perché) catechizzati sulla tesi della ricostruzione di Città della Scienza là dov’era. In realtà nel ragionamento che stiamo portando avanti c’è che il nostro territorio non ha bisogno di altro cemento, che nell’area ci sono altri manufatti immediatamente disponibili, che rischierebbero l’abbandono o la speculazione, tra cui il collegio Ciano, la Mostra d’Oltre Mare, le aree Zoo, Edenlandia, Cinodromo, che potrebbero essere utilizzate sin da subito facendo in modo che i soldi che dovrebbero essere spesi in cemento, potrebbero essere spesi in formazione e progetti, in una parola in persone, e poi non capisco cosa possa interessare ai lavoratori, lavorare lì dov’era o a pochi metri! Allo stato è ancora tutto ingarbugliato come è strana la circostanza che il Comune di Napoli sarebbe socio della Fondazione Idis solo a metà perché non avrebbe completato, a distanza di vent’anni, il procedimento di adesione (?). Io sono caparbio e voglio capire! Napoli è una città difficile e senza i suoi cittadini di buona volontà non si solleverà MAI !

In consiglio abbiamo depositato due ordini del giorno che vi invito a leggere: 1.ODGbagnoli28.03.2013 (clikka)2.ODGbagnoli28.03.2013 (clikka)

L’intervento del Sindaco al 2:15:00

Dal Corriere del Mezzogiorno del 29.03.2013 Angelo Lo Monaco:

Grasso: Città della Scienza risorgerà dov’era

Il presidente del Senato a Coroglio accolto dal governatore e Silvestrini

NAPOLI — Nella sua visita a Città della Scienza, il presidente del Senato Pietro Grasso ha scelto parole pienamente in linea con lo spirito pasquale del periodo: «Sono qui — ha detto — in un atto di solidarietà per quello che è successo, un atto di vicinanza ai lavoratori rimasti senza lavoro. Per commemorare quello che è morto ma che deve rinascere. Non si può sottostare al ricatto di chi voleva distruggere questo sito che ha una valenza eccezionale sotto il profilo del paese, dell’Italia, della formazione dei nostri ragazzi, della scienza, della tecnica. Dev’essere ricostruito qui, in questa sede. Intanto perché è molto più facile ricostruire qui e molto più rapido. E poi so che ci sono già iniziative per convogliare dei fondi su Città della Scienza, seppure in un momento economico difficile». Prima di lasciare Coroglio, il nuovo presidente di Palazzo Madama, che ha scelto Napoli per la sua prima trasferta da quando gli è stata assegnata l’alta carica, ha poi fatto una promessa: «So che in questo mese è prevista una cerimonia di riapertura con gli allievi delle scuole: io tornerò per essere presente, per fare un giro insieme ai ragazzi, che certamente riprenderanno piano piano a frequentare questo luogo».

La cerimonia, che sarà sostanzialmente simbolica, è prevista per mercoledì 10 aprile (alle 20 nella Sala Newton) con un concerto di sostegno alla ricostruzione dello Science Centre dopo l’incendio del 4 marzo (biglietto d’ingresso fissato a 25 euro e prezzo scontato di 10 euro per i giovani fino a 18 anni). In quell’occasione il maestro Michele Campanella, che nel ’96 aveva suonato alla prima inaugurazione, eseguirà al pianoforte musiche di Liszt, Verdi e Wagner. A seguire si terrà l’inaugurazione di parte delle aree espositive, che riapriranno al pubblico dal giorno successivo. Per tutto il fine settimana si terranno eventi, animazioni e incontri, ovviamente utilizzando principalmente gli spazi all’aperto e quelli che il fuoco non ha devastato.

La visita di Grasso, raccontano i collaboratori di Vittorio Silvestrini, è nata per iniziativa dello stesso presidente del Senato, che alcuni giorni fa ha telefonato per comunicare le proprie intenzioni. Ieri, poi, è arrivato alle 14.40, dopo aver partecipato alla Festa dell’Aeronautica in piazza Plebiscito con il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, Grasso è stato accolto dal governatore Stefano Caldoro e dal professore Vittorio Silvestrini, fondatore e presidente della Fondazione Idis. Con loro si è fermato per i saluti di rito e per un aggiornamento sulla situazione dopo l’incendio. Successivamente, sempre con Caldoro e Silvestrini, Grasso si è avvicinato all’area del rogo. Al di là del nastro bianco e rosso, però, neppure lui è potuto andare, perché l’accesso è consentito soltanto ai vigili del fuoco impegnati nella rimozione delle macerie e dei detriti pericolosi. A porte chiuse, in quella che era la sede del sito web introdotta da un cartello con la scritta «Educazione alla scienza 2.0», il presidente del Senato ha incontrato una delegazione dei lavoratori di Città della Scienza che hanno perso, letteralmente, il posto di lavoro.

Al di là della visita e degli auspici espressi nell’occasione da Grasso, qual è la situazione concreta? Ci sono oppure no i soldi per la ricostruzione? E sarà una ricostruzione oppure un trasloco? Caldoro è fiducioso: «La volontà c’è tutta, attendiamo che il Governo approvi un decreto che rafforzerà la collaborazione interistituzionale. Inoltre, si è sbloccata la situazione di Corporea». Corporea è il museo in costruzione nell’area che ospita l’incubatore di imprese, proprio di fronte all’ingresso di Città della Scienza e ad essa destinato. I fondi sono gestiti dalla società regionale Campania Innovazione e i lavori sono fermi. Ma stanno per riprendere: per il completamento occorreranno dieci mesi. Meno di quanti ne occorrano per restaurare i padiglioni divorati dalle fiamme. «Corporea ha una superficie di 5.000 metri quadri, mentre nell’area distrutta ne avevamo 10.000», dice Silvestrini, che come Grasso sottolinea: «Città della Scienza resta qua, i suoli sono della Fondazione Idis. Per ricostruirla — aggiunge — occorre soltanto presentare una dia, la dichiarazione di inizio lavori, perché non serve una variante al piano regolatore, che invece sarebbe necessaria per spostare tutto altrove. L’edificio era stato costruito in epoca borbonica ed era lì dal 1853». Prima di presentare la dia, occorrerà verificare che somma riconoscerà l’assicurazione. E prima di ricostruire dovrà essere bonificato il terreno dalle sostanze inquinanti prodotte dall’incendio, no? «Sì, e per quell’operazione ci sono 5 milioni stanziati dal ministro Passera. All’inizio della prossima settimana sarò al Provveditorato alle Opere pubbliche, che se ne occuperà, per concordare un piano d’azione», dice con decisione Silvestrini. I tempi? «Diciotto mesi dall’inizio dei lavori, quindi per fine 2014 il museo sarà pronto».

Allarme per gli animali dello Zoo

208937_10200790566196317_1282480663_nOggi 24.03.2013 continuo a leggere sui giornali del problema dello Zoo ed in particolare della necessità che vengano alimentati gli animali. Devo dire che non mi piace il gioco del “te l’avevo detto” ma credo che occorra avere la capacità di leggere gli eventi che sulla vicenda si sono susseguiti e si susseguono. Ieri ho raccontato l’esito della commissione Bilancio  sulla Mostra d’Oltre Mare e sulla necessità che questa assumesse un ruolo da protagonista nella vicenda Zoo/Edenlandia/Cinodromo (commissione bilancio del 21.03.2013 clikka). Oggi, leggo sui giornali l’avallo di questa tesi e cioè che per gli animali, a parere del Tribunale, debba essere il Sindaco ad occuparsene, anche attraverso la nomina di un commissario e che la delibera con la quale si è affidato il compito al curatore fallimentare di spendere 50.000,00 €. in cibo per animali non è idonea per la diversa funzione che il curatore stesso svolge (sic!). Nel mio post citato, infatti, ho sottolineato che la funzione del Fallimento è quella di recuperare soldi per i creditori e che proprio per questo l’amministratore della Mostra d’Oltre Mare avrebbe dovuto assumersi la responsabilità della gestione della concessione delle aree di cui è proprietaria, non subendo supinamente le decisioni del Tribunale Fallimentare che, seppure guidato da un Giudice Delegato (Nicola Graziano) armato di buone intenzioni, non è l’organo giusto a tutelare gli interessi pubblici della gestione di quelle aree. Ora si è in cerca di un commissario che spenda i 50.000,00 €. in cibo per gli animali. Ebbene, a rischio di sgolarmi, secondo voi chi dovrebbe essere? Secondo me l’amministratore della Mostra D’Oltre Mare, proprietaria dei 17 ettari dell’intero parco che, a questo punto, dovrebbe cercare anche il modo di sciogliere il contratto stipulato con il fallimento (e non è detto che sia possibile) per fare egli stesso il bando europeo di concessione delle aree! E’ in gioco l’interesse pubblico. A breve, con i compagni di Ricostruzione Democratica e di quelli che ci stanno, penserei di lanciare una assemblea pubblica per raccogliere un po’ le idee sulla vicenda, sempreché l’Amministratore mi onori di darmi le carte che ho più volte chiesto. Ancora una volta registro la superficialità dei giornali che parlano dei soli effetti e non delle cause, quasi che i giornalisti credano che i cittadini non siano in grado di capirle. Come Carlo Iannello ha detto in un recente intervento in Consiglio Comunale, credo che la responsabilità della condizione nella quale ci troviamo non è solo determinata da una politica superficiale e sprecona ma anche da una altrettanta superficialità dei giornalisti che corrono dietro la notizia spot. Nel caso di specie “gli animali muoiono di fame” senza spiegare che, invece, la causa è l’assenza della politica, dell’amministrazione e di una imprenditoria degna di questo nome! Penso sempre più che questo paese vada ricostruito dalle fondamenta!

Da il Corriere del Mezzogiorno di oggi 24.03.2013

Il giudice bacchetta il sindaco: «Sullo zoo delibera sbagliata»

Gli animali ora hanno cibo solo fino a martedì

    NAPOLI — Nuovo colpo di scena nella vicenda dello zoo. La boccata d’ossigeno rappresentata dai 50.000 euro stanziati venerdì dal Comune rischia di saltare: la somma, infatti, non può essere affidata, come la delibera prevede, al curatore fallimentare della società Parks and Leisure srl, che gestiva la struttura: il curatore, infatti, ha il solo compito di liquidare la società. Di conseguenza il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, deve nominare una persona che sia responsabile della gestione della crisi del giardino zoologico. Lo ha stabilito il giudice delegato alla gestione fallimentare, Nicola Graziano, in un’ordinanza notificata a Palazzo San Giacomo. Nel provvedimento il giudice sottolinea che nelle celle frigorifere e nei magazzini dello zoo c’è cibo sufficiente per circa quattro giorni: se il sindaco non interverrà ad horas, i 50.000 euro non saranno spendibili e agli animali, a partire da mercoledì, non sarà garantita l’alimentazione. Nell’ordinanza, il giudice Graziano — che si è molto speso per salvare lo zoo assieme al pm Giovanni Corona — premette di aver ricevuto dal curatore fallimentare, Salvatore Lauria, una mail con «un file contenente la deliberazione della giunta comunale di Napoli n. 190 del 22 marzo 2013, con esecuzione immediata, con la quale si autorizzava il trasferimento della somma di euro 50.000 in favore del curatore fallimentare della società Parks and Leisure srl che dovrà essere specificamente autorizzato dal giudice delegato all’espletamento di tutte le attività necessarie ad assicurare il mantenimento degli animali». Tuttavia «non vi è luogo a provvedere in ordine alla richiesta di autorizzazione posta come condizione nella delibera»: «Appare evidente — si legge ancora nel provvedimento — che, per effetto della essazione dell’esercizio provvisorio, non la giunta comunale ma il sindaco di Napoli, pure sollecitato dal prefetto ed ancora prima dal procuratore della Repubblica, era chiamato ad esercitare ogni potere riconosciutogli dalla legge per scongiurare pericoli per l’igiene, la salute e l’incolumità pubblica, nell’ambito di quanto previsto rispettivamente dall’art. 50 del Testo unico degli enti locali, come prerogativa di sua esclusiva competenza, e dall’art. 54 del medesimo Testo Unico, nella veste di ufficiale di Governo. L’estrema urgenza in cui si versa induce il sottoscritto a ritenere, sia pure in modo del tutto atecnico, la deliberazione di giunta comunale alla stregua di un’ordinanza contingibile ed urgente dalla quale può ricavarsi che la previsione di somma di euro 50.000 appare una prima risposta operativa per affrontare da parte del Comune di Napoli il problema derivante dalle attuali condizioni dello Zoo di Napoli così come sopra descritto, potendosi individuare nella persona del dott. Salvatore Lauria una sorta di commissario ad acta. In tale ultimo (immaginato) caso appare chiaro che il dott. Lauria si porrebbe in una situazione di evidente incompatibilità se dovesse trovarsi a rivestire, nello stesso tempo, sia il ruolo di curatore fallimentare sia quello di longa manus del sindaco quale ufficiale di Governo, per cui si invita il sig. sindaco di Napoli ad individuare un funzionario che possa essere il responsabile del procedimento “gestione della crisi Zoo di Napoli”». La patata bollente torna dunque nelle mani di de Magistris. Intanto, il tempo stringe.

Zoo/Edenlandia/Cinodromo: Mostra d’Oltre Mare Assente

zooGià mi sono occupato in un precedente post della questione Zoo/Edenlandia/Cinodromo (clikka) ed alla luce dell’esame degli atti fondato essenzialmente sui provvedimenti del Tribunale di Napoli Sez.ne Fallimentare, mi ero ripromesso di chiedere degli approfondimenti all’amministratore della Mostra D’Oltre Mare, Dott. Rea, tanto che con una nota chiesi, in ragione delle mie prerogative di consigliere, di avere la perizia di stima ed il contratto di locazione stipulato con il fallimento, in ragione dei quali il canone di locazione da 840.000,00 €. era stato ridotto a 400.000,00 €. per trent’anni. Per tutta risposta ebbi un invito dell’amministratore presso la Mostra che ovviamente non compresi tanto, ripromettendomi di invitare l’amministratore stesso alla commissione che presiedo con delega alle politiche giovanili per chiarire anche i nostri ruoli istituzionali. Sennonché ho avuto la fortuna che il Presidente della Commissione Bilancio prima di me aveva invitato i vertici della Mostra e quindi, armato di buona speranza, scrivevo un’altra lettera all’Amministratore con la quale chiedevo l’invio dei documenti, prima della commissione stessa, affinché io potessi studiare le carte. Manco a dirlo la risposta dell’amministratore anche in questo cosa era interlocutoria riferendomi che in sede di commissione ne avremmo parlato (?). Armato ancor più di buone intenzioni mi sono presentato in commissione ed ho, con rammarico dovuto constatare, che anche in commissione le carte non c’erano. Con tono piccato ho fatto rilevare la cosa all’amministratore ed al Presidente della Commissione. Ad ogni buon conto ho sostenuto che nella vicenda per una scelta sbagliata dall’amministratore è mancato il controllo pubblico nella gestione del problema avendo in sostanza scelto la Mostra di far fare tutto al Tribunale Fallimentare di Napoli. Ho anche spiegato che le funzioni del Tribunale fallimentare sono quelle di tutelare prevalentemente i creditori, mentre quello della Mostra, è quello di tutelare l’interesse pubblico essendo la stessa partecipata da enti pubblici! Inoltre ho precisato che un contratto con canone più che dimezzato avrebbe forse richiesto un approfondimento e che le carte in ogni caso dovevano essere fornite ai consiglieri comunali in ragione delle loro prerogative di legge e di regolamento. Devo dire che la risposta dell’amministratore mi ha fatto cadere le braccia, egli ha sostenuto, infatti, che gli atti sarebbero, secondo lui, riservati e che la Mostra non avrebbe potuto far niente  nella vicenda perché il Tribunale Fallimentare precluderebbe ogni attività del proprietario del bene (sic!). Ho ritenuto, e l’ho anche detto che tale tesi è sbagliata tecnicamente e che mi avrebbero spinto a chieder le dimissione dell’amministratore nel caso si perseverasse in questa direzione. E’ difatti di palmare evidenza che la procedura fallimentare certo non incide così pesantemente sul diritto di proprietà di un terzo che peraltro, come nel caso di specie, prima del fallimento aveva già chiesto il rilascio con procedimento di sfratto per morosità. Inoltre, le procedure per la concessione di un bene pubblico danno maggiori garanzie di quelle adottate in sede di procedura fallimentare. Devo dire che sono anche deluso per le poche notizie che sono uscite il giorno dopo, nonostante fossero presenti un buon numero di giornalisti in commissione, nelle quali sono riportati aspetti assolutamente marginali e non rilevanti e che sono l’effetto e non la causa dello stato dello ZOO, dei Lavoratori e degli animali dei quali ancora oggi leggo sui giornali. Nell’area, credo, sia mancata, ed ancora manca, la mano pubblica di manager capaci di affrontare la situazione! Non capisco perché i beni pubblici, nella maggior parte dei casi, alla fine finiscono sempre per essere svenduti?

Di seguito l’articolo del Corriere del Mezzogiorno del 22.03.

Partono le lettere di licenziamento per i settanta dipendenti Dalla Mostra all’Ippodromo muoiono gli impianti di Fuorigrotta

NAPOLI — «C’è a questo punto il rischio che salti perfino la licenza dello zoo». Andrea Rea, presidente della Mostra d’Oltremare, ha lanciato ieri l’allarme, in occasione della sua audizione in commissione Bilancio del Comune. Parole, quelle di Rea, che hanno pienamente confermato la gravità della situazione in cui versano il giardino zoologico, l’Edenlandia e l’ex cinodromo.

«Alfredo Villa — ha aggiunto il presidente — il proprietario di Clair Lesisure, mi risulta che abbia già chiesto alla curatela fallimentare la restituzione dei 150.000 euro che aveva versato a titolo di caparra per l’acquisizione dell’azienda». E’ notte fonda, dunque, mentre stanno per partire le lettere di licenziamento e si prospetta a breve l’apposizione dei sigilli.

L’offerta del finanziere Villa, l’unica che era pervenuta mesi fa alla curatela, dopo il fallimento della gestione di Cesare Falchero, sfuma adesso, quando pareva che la vicenda fosse chiusa. Ufficialmente, l’imprenditore si è tirato indietro dopo aver saputo che ristorante, uffici, birreria ed altre strutture interne all’Edenlandia sono abusive ed oggetto di ordinanza di demolizione. Va anche detto, però, che la società, nei mesi scorsi, aveva a lungo trattato sui costi di acquisto dell’azienda e sul canone di affitto da versare alla Mostra, proprietaria dei suoli. In ogni caso Villa, già al centro della contestazione del Wwf e del Fai per un maxi progetto di parco giochi in una zona incontaminata del Piemonte, tira ora i remi in barca e con lui sfuma la cordata di napoletani che avrebbe dovuto sostenerlo in questa avventura. Alternative, ad oggi, non ce ne sono. I dipendenti, circa 70, da mesi senza stipendio, protestano, manifestano, ipotizzano di costituire una cooperativa che gestirebbe zoo ed Edenlandia, ma per ora confidano soprattutto nell’accesso alla cassa integrazione straordinaria. Quanto al ruolo della Mostra, ieri Rea in Commissione, replicando alle critiche di alcuni consiglieri comunali che hanno conteatato l’assenza dell’ente nella predisposizione, tempo addietro, dei bandi per zoo ed Edenlandia, ha precisato: «Abbiamo offerto collaborazione, ma non eravamo titolati ad intervenire, essendo in corso una procedura fallimentare». 

Precipita, insomma, la crisi dello zoo, del parco giochi e dell’ex cinodromo di Fuorigrotta, epicentro di una sofferenza che investe complessivamente tutta l’area occidentale. A cominciare, come ha ribadito in commissione Bilancio il presidente Rea, in carica da pochi mesi, dalla stessa Mostra d’Oltremare, che ha 50 dipendenti, diciotto dei quali addetti alla vigilanza. «La situazione è veramente pesante», ha sottolineato il manager. Le cifre sono drammatiche: 13 milioni di perdite di bilancio negli ultimi cinque anni, una esposizione di 5 milioni nei confronti di Unicredit, che ha chiesto già due volte a Rea di sottoscrivere un impegno per il rientro; un saldo negativo tra debiti complessivi e crediti da riscuotere pari a 7 milioni di euro. «Noi siamo una partecipata del Comune, abbiamo come soci anche la Regione e la Provincia — ha detto il presidente — ma non riceviamo un centesimo pubblico, non graviamo sui bilanci. Le opportunità di rilancio sono legate alla capacità di stare sul mercato». Aspettando il piano industriale, ormai quasi pronto, e l’erogazione da parte della Regione dei 40 milioni di fondi europei stanziati per una serie di interventi di ristrutturazione degli edifici e degli spazi della Mostra, si lavora ad alcuni eventi: una rassegna dedicata alla bicicletta, a maggio; un expò della musica, a settembre; giornate dedicate alla dieta mediterranea, a dicembre. Intanto, però, si soffre. Come, del resto, in altri centri nevralgici dell’area occidentale. L’ippodromo di Agnano è in crisi profonda ormai da anni; è in fase di allestimento la gara europea per un affidamento definitivo La piscina Scandone ha appena chiuso per irregolarità riscontrare dalla Asl e resterà inutilizzabile fino alla conclusione di urgenti lavori.

Dello sferisterio, incendiato ormai tanti anni fa, si è persa perfino la memoria. L’annunciata apertura della palestra Virgin è appena slittata a data da destinarsi. Il Palasport è stato abbattuto. Restano le speranze legate alla riutilizzazione dell’ex Collegio Ciano, finalmente abbandonato dalla Nato. Ospiterà gli uffici regionali, ma è sufficientemente vasto perché possa essere adibito anche ad altre funzioni: sociali, sportive, culturali. Potrebbe anche accogliere, dopo il rogo, la nuova Città della Scienza, come auspicano ed hanno chiesto al sindaco de Magistris le Assise di Bagnoli, anche nella prospettiva di un futuro recupero della linea di costa di Coroglio. Quest’ultima da destinare, se mai saranno effettuate la bonifica dei fondali e la rimozione della colmata, ad una grande spiaggia pubblica. 

Trasparenza: quanto guadagnano i nominati nelle società partecipate

comuneHo sempre manifestato il mio pensiero circa la trasparenza, che cerco di introdurre e rafforzare nel Comune di Napoli attraverso il mio ruolo di consigliere. Per fortuna ho trovato altre due persone a cui sono vicino per cultura, formazione ed opinioni, Carlo Iannello e Simona Molisso. Insieme abbiamo costituito il gruppo consiliare di Ricostruzione Democratica. Siamo tre su quarantotto. Qualcuno strumentalmente e legato a vecchie logiche di partito, fa fatica a collocarci come maggioranza o opposizione, perché valutiamo con attenzione ogni atto che, nei limiti delle nostre disponibilità di tempo e di conoscenza, cerchiamo sempre di studiare al fine di poter esprimere un voto in scienza e coscienza. Siamo fedeli al programma elettorale che ci ha portato in consiglio comunale con pochi voti (ma, credo, tutti di peso). Il nostro pensiero sui meccanismi di nomina l’abbiamo manifestato espressamente con una proposta di regolamento che giace presso la presidenza del consiglio comunale (clikka) in attesa che la conferenza dei capigruppo decida di metterla all’ordine del giorno di un prossimo consiglio (lo farà mai?). In quest’ottica pubblico l’elenco degli amministratori nominati dal sindaco (clikka) e dei loro compensi su cui ovviamente non esprimo alcun giudizio, non sapendo quali sono stati i meccanismi attraverso cui si è giunti a nominarli (anche se su alcuni nomi resto perplesso) né se sia giusto o non giusto il compenso, ma valutandoli in ragione dei loro atti. Sono soldi nostri che versiamo alle casse del Comune con le nostre tasse. Con la nostra azione tentiamo, come dice Salvatore Settis, di “ridare dignità alla politica non delegittimando i partiti, ma guarendoli dalle loro sordità con la forza delle idee”. Forse sarà solo testimonianza ma  questa talvolta ha un senso.

L’agenda del nuovo Parlamento: Il disastro dei comuni

400px-Parlamento_Italiano_Giuramento_di_Giovanni_LeoneLa politica fine a se stessa: sono convinto che ai cittadini italiani che lavorano e fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, a quelli che hanno problemi di lavoro, a quelli che hanno necessità di cure mediche che lo stato non eroga più, insomma, alla maggior parte degli italiani, non interessa nulla chi sia il presidente della camera, quello del senato, quello del consiglio, quello della repu…bblica: Insomma la politica di apparato non serve ai cittadini. Oggi, tra le altre cose, ho detto questo alla manifestazione in consiglio comunale circa le difficoltà degli enti locali dovute ai buchi di bilancio che ridurranno i comuni disastrati a funzionare solo come anagrafe e basta. Tutto questo è il frutto dell’attacco della finanza astratta ai beni ed ai servizi pubblici! Lo capiranno mai i nuovi e vecchi parlamentari che siedono nella massima assemblea elettiva della repubblica italiana ed i politici o pseudotali che pretendono di telecomandare i parlamentari … Non c’è più tempo e queste elezioni credo l’hanno dimostrato.

Ecco il video del mio intervento di stamane (19.03.2013) al Consiglio Comunale di protesta:

e l’articolo su Napolionline

Cara INPS. La burocrazia che uccide!

burocraziaBurocrazia infantile, becera, inadeguata, stupida, ingolfata, compromessa, corrotta, incivile, che mortifica, che spegne le speranze, irrazionale, punitiva, da incendiare, a fottere, piena di carte inutili, della giustificazione, sprecona, prepotente, arrogante …

Questi sono gli aggettivi che mi vengo, per ora in mente, leggendo la lettera di un caro amico che voglio condividere con voi. Il racconto riguarda l’INPS ma, purtroppo facilmente, si replica in ogni amministrazione dove c’è gente ignobile che interpreta le circolari come se fossero superiori alle leggi e fatte non per andare incontro ai cittadini ma per punirli, una burocrazia esercitata da piccoli uomini che esercitano così un potere per autocelebrazione  … che schifo!

Alla Direzione I N P S – Sede di Napoli, Via G. Ferraris 4 – 80142 Napoli

Caro INPS, ti riassumerò brevemente ciò che ho sentito stamattina ad uno dei tuoi sportelli della Città di Napoli – in Via Cervantes per essere precisi.

Sono il papà di un ragazzino autistico di dodici anni, il quale, non avendo uso della parola, dipende in tutto e per tutto dagli altri. È incapace di provvedere a se stesso, per intendersi. Da circa otto-nove anni il ragazzo percepisce una ‘pensione di accompagnamento’ corrisposta dall’INPS. Dal momento che entrambi i genitori lavorano – è questa è una fortuna per il mio ragazzo, dato che in Italia il carico principale della disabilità pesa sulle famiglie – e dunque non possono disporre del proprio tempo in modo autonomo, fu deciso che la pensione sarebbe stata versata sul conto corrente bancario del papà, e cioè il conto corrente del sottoscritto.

Ora è accaduto – i casi della vita sono sempre in movimento – che si è reso necessario un cambiamento in questo stato delle cose. Si è deciso cioè di chiedere che la pensione del ragazzo venga versata sul conto corrente intestato alla madre, invece che su quello intestato padre. Il funzionario della banca cui avevo chiesto informazioni sulla procedura, mi aveva detto che l’INPS avrebbe rilasciato un modulo, da riempire con le nuove coordinate bancarie e il timbro della banca, e da ripresentare agli sportelli INPS. Questo, come tu dovresti sapere, anche se è meglio ricordarlo, significa perdere almeno due mattinate intere di lavoro, tenuto conto dell’estensione della città, dei tempi di spostamento, ecc.

Sacrificando la mattinata di oggi, sono passato ai tuoi sportelli di Via Cervantes. Dopo la mia brava oretta d’attesa, mi son sentito dire dal funzionario allo sportello che è impossibile che una pensione d’accompagnamento venga versata in un conto corrente a nome di un genitore. Voleva avvertirmi che per l’accredito occorre un conto corrente co-intestato. Queste sono le ‘nuove disposizioni’ che tu, INPS, hai emanate forse già da un po’, ma che a me erano ignote. Ecco dunque la nuova situazione: la madre di mio figlio dovrà aprire un nuovo conto corrente, un conto co-intestato a lei e ad una persona che è un disabile mentale completo incapace di parlare, e dunque di leggere e scrivere.

Il funzionario, con gentilezza ed aria di sincera commiserazione, mi ha fatto l’elenco degli atti che il sottoscritto e la povera madre del ragazzo dovranno compiere e che comporteranno: (1) la perdita di almeno altre quattro mattinate lavorative; (2) il dilatarsi del tempo necessario per portare a compimento l’operazione; (3) l’accensione di un nuovo conto corrente, che comporterà nuove spese ed un ulteriore complicazione nella già drammatica esistenza quotidiana, comune a tutti i genitori di disabili. Cose da poco, si dirà.

Caro INPS, lasciati però dire quel che mi è passato per la mente, nella parte rimanente di questa mattinata inutile e irritante. Lasciati dire che ho ricordato al funzionario allo sportello le condizioni in cui vivono i genitori di un minore disabile: tra mille difficoltà burocratiche, con la spesa che sale oltre ogni limite di decenza. Credo, caro INPS, che tu sappia che la pensione del mio sfortunato ragazzo non copre neanche la metà delle spese che dobbiamo sostenere per fargli avere una vita decente. E per vita decente non intendo certo auto blu o vacanze ai Caraibi – quelle forse sono i tuoi alti dirigenti a potersele permettere, assieme a tanti esponenti della classe politica di questo paese, non certo il mio ragazzo. Vita decente è semplicemente, per lui, poter usufruire di terapie opportune, avere un tetto sopra la testa, frequentare la scuola per stare tra i suoi coetanei, svolgere qualche attività ricreativa – poche purtroppo, vista la sua condizione…

Questo però è un lusso, non ce lo possiamo permettere. Sono quindi giustificate le leggi sulla tassazione delle pensioni di accompagnamento, è giustificata la compartecipazione (il pagamento di una parte della spesa per la presa in carico del disabile da parte delle strutture competenti), sono più che comprensibili gli aumenti generalizzati dei costi della vita, i quali come si sa non hanno alcun riguardo per le famiglie con un problema serio di disabilità. Ed ultima, anche se mi è difficile immaginarne la necessità, ecco la nuova disposizione sui conti co-intestati.

Caro INPS, lasciamelo dire – l’ho già fatto oggi col tuo funzionario di Via Cervantes – forse è meglio che tu cambi politica, nei confronti della disabilità. Forse è tempo che anche tu recepisca le implicazioni della evoluzione generale della società – non solo la nostra, quella italiana. Oggi ci si chiede di essere efficienti, flessibili e competitivi. Di esser pronti a fare a meno di quei privilegi da dormiglioni che vanno sotto il nome comune di welfare: l’assistenza sanitaria, la presa in carico della disabilità, l’istruzione (scolastica ed universitaria), la giustizia… Insomma, di tutti i capitoli in cui si suddivide l’intervento nel sociale della nostra cara ma ormai superata Repubblica Fondata sul Lavoro.

Anche tu, caro INPS, come interprete di una concezione mutata della società, più adeguata al tempo, e meno incline all’assistenzialismo, potresti fornire un nuovo servizio alla collettività, in relazione alla disabilità. Ti propongo a tal proposito di riabilitare il vecchio progetto nazista di soppressione dei disabili ‘fisici e mentali’: il vecchio e terribilmente famoso T-Project, anche chiamato progetto eutanasia.

Quanto costerebbe, alle finanze italiane, metter su la rete di istituti di soppressione della disabilità che Hitler costruì nel III Reich (e che, per chi ricorda un po’ di storia, fu la struttura entro la quale fu addestrata la classe dirigente dei campi di sterminio dell’Olocausto)? Forse non poco, ma la spesa verrebbe ammortata in breve dall’immenso risparmio in termini di strutture di assistenza e riabilitazione, ed in termini di pagamenti di pensioni.

Perché non ci pensi, caro INPS? Forse i tempi sono davvero cambiati, e tutti noi dovremo essere incoraggiati a migliorare le nostre prestazioni. Per favorire questo processo di modernizzazione (non abbiamo il coraggio di chiamarlo, come facevano i nazisti, purificazione della razza), potremo iniziare con la disabilità, non più nascondendola dietro un falso buonismo, costoso e destinato all’inefficienza, ma al contrario, facendola sparire dalla società.

Con cordialità.

E. C.

Grande progetto Centro Storico di Napoli

commissioneprogettocentrostoricoStamane (18.03.2013) in commissione abbiamo trattato il tema del grande progetto del centro storico di Napoli (clikka), di cui alla delibera di giunta 875/2012 (clikka). E’ possibile anche avere un elenco sintetico delle opere (clikka). Hanno partecipato alla commissione i tecnici dell’assessorato all’urbanistica, tra cui il Responsabile Unico del Procedimento, Arch. Ferulano, i quali ci hanno illustrato per sommi capi i progetti relativi al 27 interventi, di cui due di carattere urbanistico. L’importo stanziato a valere su fondi europei POR FESR è di 100.000.000,00 di €. Tali somme non dovranno andare (meno male) a cronologico, quindi le imprese aggiudicatarie degli appalti saranno pagate con “tempi da cristiani”. Ho chiesto esplicitamente che non si sprecasse l’occasione e prima di scendere nella progettazione definitiva si facesse uno sforzo per avere una visione d’insieme di ciò che dovrebbe essere il centro storico, prevedendo percorsi turistici in anticipo e punti di ritrovo con allestimento di arredo urbano idoneo. Ci mancano nella II municipalità panchine e parchi o piccoli giardini dove portare i bambini. Mio figlio in campagna elettorale una volta che incontrò il candidato sindaco De Magistris e si sentì di fare una richiesta, stette qualche minuto con il ditino alzato e poi chiese: “Luigi io voglio un parco!”. Ho ripetuto questa cosa ma pare che i giochi già siano stati fatti, il progetto che prima era di trecento milioni di euro  si è poi ridotto a centomilioni. Ho chiesto di avere in commissione l’opportunità di avere la progettazione definitiva almeno per le opere di urbanizzazione. Speriamo bene !!!

Il crollo alla Riviera di Chiaia. I rischi della linea 6. Esperti a Confronto

rivieraIeri 15.03.2013 presso la sala multimediale del Consiglio Comunale come già annunciato si è riunita l’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia promossa dal Gruppo consiliare Ricostruzione Democratica. Sono intervenuti gli esperti Giovan Battista de’ Medici, Aldo Loris Rossi, Giuseppe Rolandi e Bruno Palazzo. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare i tecnici e di farci una idea alla luce della quale credo che “buttare a mare” il progetto, tesi che pure circola in alcuni ambienti, sarebbe una follia con una perdita di risorse pubbliche già spese enorme. Occorrerà andare avanti, poiché interrompere i lavori, con lo scavo  già realizzato sarebbe peggio che proseguire i lavori stessi. Ad ogni buon conto, Radio Radicale, che ringrazio, ha registrato gli interventi, che credo sia interessante sentire. Peccato non abbiamo una ripresa di tutto il convegno poiché c’è stata anche la proiezione di schede che hanno aiutato a capire meglio. Consiglio in particolare di ascoltare quanto riferito dal Prof. Palazzo.

Il Convegno sui rischi dei lavori della linea 6 (clikka)

riviera1

Forum delle Culture 2013

forumIl 12.03. u.s. insieme alla presidente della Commissione Cultura abbiamo convocato una commissione congiunta sul Forum delle Culture, visto che è prossimo e dai giornali non si capiva nulla. Il giorno successivo ci sono stati vari articoli di giornali. Alla commissione ha partecipato il Capo Gabinetto del Sindaco, il Segretario Generale ed il Commissario della Fondazione Forum delle Culture. Ho cercato, come al solito di fare una operazione trasparenza e la presenza del Segretario Generale è servita per chiarire che ogni progetto culturale del Forum, visto che è finanziato con soldi pubblici, dovrà essere organizzato con il rispetto delle procedure di evidenza pubblica. Noi come ho già scritto da qualche parte siamo amanti dell’ovvio. Si dell’ovvio, poiché parrebbe che la fondazione Forum delle Culture abbia speso circa 1.900.000,00 senza il rispetto delle procedure e che siano stati selezionati degli eventi, dalla passata amministrazione oddati, senza  attuare alcuna procedura di evidenza pubblica o bando di gara che dir si voglia. Noi come Ricostruzione Democratica abbiamo chiaramente detto che vigileremo e che neppure un euro dovrà essere speso. Nella Commissione sono intervenuti i consiglieri comunali presenti tra cui Carlo Iannello e Simona Molisso, consiglio la visone anche perché così capirete come si lavora nelle commissioni del Vostro Comune, almeno quelle a cui partecipiamo noi. Ringrazio Dario Catania che con la NUB ha curato la ripersa.

Il Consiglio Comunale di Napoli approva l’istituzione del registro del testamento biologico

imagesStamane (14.03.2013) il consiglio comunale ha approvato l’istituzione del registro del Testamento Biologico altrimenti detto registro delle dichiarazioni di ultima volontà. E’ stata una nostra proposta che ho anche postato qualche tempo fa (clikka). Di seguito il mio intervento e quello di Carlo Iannello che credo valga la pena di sentire per l’alto valore espresso:

il mio intervento all’1:24:52

l’intervento di Carlo Iannello al 2:01:50

Il Papa: Fratello sole sorella luna

Papa1Un papa progressista, è questa la definizione che ho sentito e che mi piace e mi è piaciuto anche il grande segno di umiltà del nuovo papa che, coerente con il nome scelto, ha chiesto ai fedeli di pregare per lui. L’umiltà è la dote dei Grandi Uomini perché è solo dall’ultima posizione della fila che guardando avanti si riescono a vedere tutte le altre! Il Papa dello stato Argentino che è andato in default nel 2001 e con fatica si sta risollevando. Il segno di questo papato spero sarà una chiesa che pone al centro l’uomo e non la moneta. Concetto questo che vale anche per l’Europa! San Francesco come Gesù fu un grande rivoluzionario!

Fratello Sole e Sorella Luna è un film di Zeffirelli su San Francesco che mi commuove ogni volta che rivedo:

fratello sole sorella luna (clikka)

fratello sole sorella luna (clikka)

 

Facciamolo questo governo: Nuovo appello a Grillo

grilloRoberto Saviano, Michele Serra, Jovanotti, Roberto Benigni, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, Oscar Farinetti, Carlo Petrini, Salvatore Settis e Barbara Spinelli hanno sottoscritto affinchè le forze politiche che nelle dalle ultime elezioni politiche hanno raccolto più voti si impegnino per dare al nostro Paese un “Governo di alto profilo“.

Ecco il testo:

Mai, dal dopoguerra a oggi, il Parlamento italiano è stato così profondamente rinnovato dal voto popolare. Per la prima volta i giovani e le donne sono parte cospicua delle due Camere. Per la prima volta ci sono i numeri per dare corpo a un cambiamento sempre invocato, mai realizzato. Sarebbe grave e triste che questa occasione venisse tradita, soprattutto in presenza di una crisi economica e sociale gravissima.
Noi chiediamo, nel nome della volontà popolare sortita dal voto del 24-25 Febbraio, che questa speranza di cambiamento non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi. Lo chiediamo gentilmente, ma ad alta voce, senza avere alcun titolo istituzionale o politico per farlo, ma nella coscienza di interpretare il pensiero e le aspettative di una maggioranza vera, reale di italiani. Questa maggioranza, fatta di cittadine e cittadini elettori che vogliono voltare pagina dopo vent’anni di scandali, di malapolitica, di sperperi, di prepotenze, di illegalità, di discredito dell’Italia nel mondo, chiede ai suoi rappresentanti eletti in Parlamento, ai loro leader e ai loro portavoce, di impegnarsi fino allo stremo per riuscire a dare una fisionomia politica, dunque un governo di alto profilo, alle speranze di cambiamento.

Ecco cosa aggiunge Jovanotti sul suo profilo FB: “Capisco che in molti non ne possano più di firmare appelli che poi finiscono nel vuoto di una politica lontana dalla realtà. Lo capisco bene e sono il primo ad avvertire quella sensazione di nausea ma quella sensazione va combattuta, perchè fa solo male.
Io non mi riconosco in nessuna definizione che mi voglia stringere in un angolo. Sono un uomo libero, non faccio parte di nessuna “corporazione” o chiamatela come vi pare, vorrei che il mio paese ritrovasse energia e slancio e i segnali perchè questo possa accadere sono nel fermento che c’è a tutti i livelli. La differenza delle idee e delle proposte è una ricchezza, non un problema. Ho firmato questa lettera perchè mi piacerebbe vedere che questo ribollire di idee, di parole, di proposte, di rabbia, di passioni, fosse la base per qualcosa di veramente nuovo e serio. E’ un tentativo da fare. E’ una strada lunga, immagino, ma bisogna partire, e questa lettera è un modo per dire “ok, facciamo qualcosa, decidete qualcosa, voi che siete stati eletti, voi tutti che siete stati eletti a rappresentarci”.
Almeno provarci. 

http://temi.repubblica.it/repubblica-appelli/?action=vediappello&idappello=391294&ref=HRER1-1

Partiti e Movimenti. La Costituzione: Non un passo indietro!

images-1Quando sento parlare di riforme costituzionali mi viene il prurito, quando sento parlare  di nuove forme di democrazia ivi compresa quella di moda cd. partecipativa mi viene l’orticaria non vi dico cosa mi viene se sento parlare di webdemocrazia, che ho sintetizzato in un paradosso: test a risposta multipla da somministrare ad ogni cittadino Italiano prima del caffé, il cui risultato confluisce e viene elaborato da un grade “cervellonefratello” che sforna tante belle leggi volute, a questo punto, da tutti i cittadini che così potranno fare a meno del parlmento e della cd. rappresentanza indiretta! Di ciò si parla ancora di più quando un sistema economico/sociale/morale, come quello nostro, è in crisi. Tutti si sentono legittimati a distruggere l’immoralità ed a fare una azione di pulizia e quelli che alzano una voce fuori dal coro o semplicemente non sono della “stessa parte” sono considerati indistintamente collusi e responsabili dello sfascio. Io, invece, credo che nessuno è depositario né della verità né della moralità assoluta né della integrità morale.  Spero che le donne e gli uomini di buona volontà presenti nei partiti ed ancor di più nel M5S, oggi il primo partito in Italia, abbiano la forza di difendere sempre e comunque la libertà e la democrazia per come è stata voluta dai nostri padri per il semplice fatto che è l’unica che conosciamo. Sarà che sono condizionato dai miei studi di diritto costituzionale ma io non conosco una modalità diversa di democrazia da quella rappresentativa tracciata e voluta dai nostri padri costituenti! Ogni parola della costituzione al riguardo è stata scritta col sangue dei nostri concittadini, padri, madri, nonni e figli italiani. Ogni persona che si permette di criticarla di censurarla, da qualunque parte essa provenga, deve fare i conti con i nostri morti! Non un passo indietro! Il rappresentante del popolo italiano ha facoltà, diritti e doveri e mai nessun computer potrà sostituire l’essere umano che, con la sua coscienza, è chiamato a rappresentare i cittadini ed a loro a renderne conto! Per questo non sopporto quelli che, senza alcuna consapevolezza di quello che dicono, fanno affidamento sulla cd. “webdemocrazia o democrazia diretta” quasi che il parlamentare fosse un semplice strumento di trasmissione. La libertà di coscienza è  ciò che rende consapevole l’uomo delle sue responsabilità. Io non potrei mai votare una legge razziale, seppure proposta dal 100% degli italiani attraverso un canale web o in altro modo, sotto l’influenza di un grosso condizionamento collettivo! La libertà di coscienza dei parlamentari è un bene prezioso e quando sento parlare della modifica dell’art. 67 della Costituzione e, quindi, della abolizione della libertà di mandato del parlamentare, mi viene il vomito allo stesso modo di quando vendo seduti negli scranni delle assemblee elettive tipi come razzi, scilipoti, de gregorio, il trota o la minetti! Questo, però, non mi impedisce di difendere sempre e comunque la libertà di coscienza del rappresentante! Il bene è troppo prezioso e vale più di questi figuri! Allo stesso modo mi viene l’orticaria se sento parlare amici e compagni di un parlamento all’80 o al 100% M5S. Alle persone che si propongono come paladini della moralità ed agli amici e compagni a cui voglio bene, col cuore in mano, consiglio la lettura di Piero Calamandrei “La funzione parlamentare sotto il fascismo (clikka)”, sono 38 pagine di cui di seguito riporto le conclusioni ed alcuni passi, che in ogni caso non devono esimerVi dal leggere l’intero! Anche agli albori del Fascismo l’immoralità era dilagante è così è accaduto per il Nazismo (clikka) e quelli che si opponevano alle cd. riforme fasciste e naziste erano ritenuti dei collusi fautori della immoralità. Lo scritto mi sembra tremendamente attuale basta sostituire le parole fascismo/fascista/duce con altre più moderne come libertà di informazione/legge elettorale/conflitto di interessi /democrazia diretta/webdemocrazia/vincolo di mandato. Non un passo indietro!

Piero Calamandrei:

E qui, a cento anni di distanza dalla nascita del Parlamento piemontese, che diventò poi il primo Parlamento d’Italia, potrebbe venir voglia di chiedere se questo ventennio di progressivo oscuramento e poi di totale eclissi delle libertà politiche che si ebbe sotto il fascismo, si debba considerare come una interruzione e come un’aberrazione meramente negativa nella storia delle istituzioni parlamentari, quasi un periodo di smemoratezza e di follia alla fine del quale si riprende senza mutamenti il filo del ragionamento rimasto interrotto, o se viceversa esso possa esser considerato come una espressione, morbosa quanto si vuole e repugnante, ma tuttavia sintomatica ed ammonitrice, di cause profonde preesistenti, al fascismo; si potrebbe domandare, cioè, se il cedimento improvviso dello Stato liberale, che sul cammino della civiltà europea dà l’immagine di un abisso imprevedibile aperto dal crollo di un ponte tra due età, sia stato soltanto l’effetto fatale di una dittatura personale transitoria come una meteora, o non sia stato preparato a lunga scadenza e in un certo senso storicamente giustificato da interne debolezze del sistema parlamentare decaduto a parlamentarismo, dalla cronica instabilità dei governi, dalla invadenza dei partiti, dal vaniloquio delle assemblee e dalla loro inettitudine al lavoro legislativo minuzioso e preciso, dalla mancanza di una maggioranza omogenea e riso- luta e di una opposizione competente e costruttiva; e forse anche da ragioni più remote e più generali, di carattere sociale ed economico, e sopra tutto morale. Qualcuno potrebbe anche sentirsi spinto a guardare più vicino a sé, a queste nostre istituzioni parlamentari, come sono state restaurate e rinvigorite (quasi per celebrare coi fatti più che colle parole il loro centenario) nella Repubblica: ed a fare una specie di esame di coscienza, per trarre dalla dolorosa esperienza ventennale qualche prezioso ammonimento che serva a difenderle e a farle sempre più grandi e rispettate nell’avvenire. Se il ventennio fascista potesse servire a evitare di ricader negli stessi errori che lo prepararono, anche questa catastrofe (come qualcuno dice che sempre accada nella storia) potrebbe essere stata, alla fine, fonte di bene.

PIERO CALAMANDREI

Estratto:

Il sistema del «partito politico unico» è inconciliabile col sistema parlamentare, la cui molla è l’opposizione basata sulla pluralità dei partiti: ciò fu riconosciuto anche dai più seri costituzionalisti del tempo, uno dei quali osservò (2) che sotto il regime del partito unico « è costituzionalmente impossibile parlare di un controllo politico delle Camere «sul governo e di una responsabilità politica del governo verso le Camere. Queste, nell’esercizio delle loro attribuzioni, possono « ormai fare opera solo di collaborazione». (E forse anche parlar di «collaborazione» era troppo audace: sarebbe stato più esatto parlar di sottomissione e di acclamazione).

Il Gran Consiglio, costituito fino dall’ottobre del 1922 come organo supremo del partito fascista, entrò colla legge del 1928 a far parte dell’ordinamento costituzionale italiano, come «organo supremo, che coordina e integra tutte le attività del regime sorto «dalla rivoluzione dell’ottobre 1922 » (art. 1). Così, da organo di partito diventò organo di Stato; ma in realtà, anche dopo questo suo riconoscimento costituzionale, mantenne fisionomia bifronte e funzione ambigua (1)….. Fu, si potrebbe dire, l’organo attraverso il quale il turbolento illegalismo del partito continuava ufficialmente a ricattare la legalità (1): e le sue sessioni ostentarono sempre, anche quando discuteva di affari d’ordinaria amministrazione, un certo cupo tono giacobino da comitato di salute pubblica. …. Il numero dei deputati fu ridotto a quattrocento per tutto il Regno, formante il «collegio unico nazionale », con una sola lista (art. 44, t. u.). Agli elettori fu tolta ogni facoltà di scegliere i candidati, che fu trasferita agli organi sindacali e al Gran Consiglio. La scelta doveva avvenire in due tempi: in un primo tempo erano chiamate le grandi associazioni sindacali giuridicamente riconosciute a proporre candidati in numero doppio a quello dei deputati da eleggere (art. 47-57, t. u.); in un secondo tempo il Gran Consiglio doveva formare la lista dei quattrocento «deputati designati», scegliendoli liberamente nell’elenco dei candidati ed anche fuori di esso, qualora lo ritenesse necessario (art. 52, t. u.). La lista dei deputati designati dal Gran Consiglio, «munita del segno del Fascio littorio », era pubblicata ed affissa in tutti i Comuni. Là votazione doveva avvenire con un sì o con un no, su questa sola lista ammessa (art. 53); e il voto si doveva esprimere collo scegliere nel segreto della cabina tra due schede che il seggio elettorale consegnava ad ogni votante: la scheda tricolore per il sì e la scheda bianca per il no (art. 72).

Non c’è bisogno di lungo commento per spiegare a quale ridicola formalità fossero ridotte con questo sistema le cosiddette elezioni. La scelta dei candidati era rimessa in seconda istanza al Gran Consiglio, ossia, in sostanza, al partito ed al beneplacito del suo capo: il candidato incluso nella lista poteva senz’altro, per questo, considerarsi eletto (tant’è vero che la legge, per gli inclusi nella lista, non parlava più di « candidati, ma di « deputati designati»). Gli elettori erano soltanto chiamati ad approvare in blocco la lista dei deputati scelti dal governo, senza facoltà di apportarvi alcuna variante.

Si trattava dunque di un plebiscito, non di una votazione elettorale (1): il popolo non era chiamato a scegliere i propri rappresentanti, ma ad esprimere in massa non tanto la propria ratifica alla scelta fatta d’autorità, quanto il proprio devoto attaccamento al duce del fascismo ed alla sua politica. Queste cosiddette elezioni dovevano riprodurre in scala nazionale il rito di quei «colloqui colla folla », che in quegli anni ogni tanto risuonavano sulle fortunate piazze d’Italia: nei quali alle concitate domande che l’arringatore rivolgeva alla moltitudine acclamante, non accadeva mai che questa rispondesse di no. Difatti, alla vigilia delle elezioni del 1929, nessuno mai dubitò che l’esito delle medesime sarebbe stato trionfale e che l’unica lista in lizza avrebbe sicuramente sbaragliato quelle avversarie, che non esistevano.

… il capo del governo, nel suo discorso del 9 dicembre 1928 con cui chiuse, alla Camera, la X X V I I legislatura: «Se la Camera, che sta per chiudere oggi i suoi lavori, è stata, «dal punto di, vista numerico, dell’85 per cento fascista, la Camera « che si riunirà qui la prima volta il 20 aprile, sabato, dell’anno VII, « sarà una Camera fascista al cento per cento. E saranno quattrocento fascisti regolarmente iscritti al Partito».

Furono pochissime, specialmente nelle campagne, le sezioni elettorali in cui agli elettori fu consentito di entrare in cabina per fare in segreto la scelta della scheda; in molti luoghi gli stessi elettori, a scanso di guai peggiori, preferirono rifiutarsi di entrare in cabina, per sventolare di fronte al seggio composto di vigili camicie nere, prima di metterla nell’urna, la scheda tricolore documento della loro fedeltà. E poi le schede di Stato erano state opportunamente truccate in modo che, anche quando erano chiuse, si poteva vedere dal di fuori per trasparenza se dentro c’era il bianco o il tricolore: e quegli elettori, che, ignari del trucco, avevan creduto di poter senza pericolo scegliere nel segreto della cabina e poi consegnare ben chiusa al seggio la scheda bianca, avevano poi la brutta sorpresa di trovare sulla porta della sezione gli squadristi addetti a infliggere agli indisciplinati la regolare bastonatura.

Anche nelle grandi città, dove le forme furono più rispettate, avvennero episodi del genere: a Firenze, per esempio, quando, la sera delle elezioni, il segretario federale del tempo annunciò da un balcone la grande vittoria elettorale della giornata, non ebbe scrupolo di denunciare ufficialmente al disprezzo della folla un elenco di «intellettuali antifascisti» che avevano votato scheda bianca. E quegli ingenui, che avevano avuto la dabbenaggine di credere alla legge in cui era scritto che il voto era segreto, dovettero mettersi in salvo per non esser massacrati.

… i deputati, quantunque nominati dalle gerarchie del partito, avevano bisogno per entrare in funzione di una sia pur soltanto simbolica « approvazione » degli elettori, in virtù della quale qualcuno poteva continuare a credere che fossero ancora i loro rappresentanti; e c’era da temere che le garanzie parlamentari di cui continuavano a godere potessero risvegliare in testa a qualcuno di essi velleità di indipendenza; lo stesso nome di «deputati » era sospetto, perché pareva un richiamo alla superata idea del mandato parlamentare. Il ciclo fu concluso colla legge del 19 gennaio 1939, n. 129, il cui articolo 1 così testualmente dispose: «La Camera dei deputati «è soppressa con la fine della X X I X legislatura. È istituita, in sua «vece, la Camera dei fasci e delle corporazioni ». I componenti di questa nuova Camera, che si chiamarono non più deputati, ma «consiglieri nazionali», non ebbero più bisogno di essere scelti: non solo fu abolita per la loro nomina qualsiasi forma, anche puramente simbolica, di consultazione popolare, ma fu escogitato un sistema che rendeva superflua una apposita designazione individuale, in quanto furono chiamati a far parte di quella Camera, ope legis e ratione muneris, tutti coloro che già rivestivano nelle gerarchie del partito e delle corporazioni determinate cariche (1): il solo fatto di ricoprir quegli unici (di componenti del Consiglio nazionale del partito fascista, o di componenti del Consiglio nazionale delle corporazioni: art. 3) produceva automaticamente, di diritto, l’appartenenza alla Camera dei fasci e delle corporazioni. La qualità di consigliere nazionale era in questo modo attaccata, come i doni dell’Epifania, alla poltrona di determinati uffici politici e corporativi; si acquistava con essi e con essi si perdeva (art. 8: «I consiglieri nazionali decadono dalla carica col decadere «dalla funzione esercitata nei Consigli che concorrono a formare «la Camera dei fasci e delle corporazioni»). Con questo sistema il capo del governo, non solo era sicuro di avere ai suoi ordini un consesso di persone disciplinate e ligie (erano gente che egli aveva già scelto in precedenza per metterle ai posti gerarchici del partito e delle corporazioni), ma aveva altresì in mano il mezzo legale per espellere immediatamente dalla Camera qualsiasi sconsigliato che venisse meno al suo dovere di assoluta obbedienza: perché, col revocarlo dalla carica politica o amministrativa che ricopriva nel partito o nelle corporazioni, veniva insieme a togliergli di sotto il seggio di consigliere nazionale (così non c’era pericolo che quei consiglieri facessero movimenti bruschi: rattenevano il fiato, per la paura che quel seggio vacillasse).

Lettera aperta al M5S: Se non ora Quando?

imagesEcco l’appello che leggo su La Repubblica di Oggi (9.3.2013) e sul web, di Remo Bodei, Roberta De Monticelli, Tomaso Montanari, Antonio Padoa-Schioppa, Salvatore Settis, Barbara Spinelli

Un patto per cambiare: se non ora quando? 
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Caro Beppe Grillo, cari amici del Movimento 5 Stelle,

Una grande occasione si apre, con la vostra vittoria alle elezioni, di cambiare dalle fondamenta il sistema politico in Italia e anche in Europa. Ma si apre ora, qui e subito. E si apre in questa democrazia, dove è sperabile che nessuna formazione raggiunga, da sola, il 100% dei voti. Nessuno di noi può avere la certezza che l’occasione si ripresenti nel futuro. Non potete aspettare di divenire ancora più forti (magari un partito movimento unico) di quel che già siete, perché gli italiani che vi hanno votato vi hanno anche chiamato: esigono alcuni risultati molto concreti, nell’immediato, che concernano lo Stato di diritto e l’economia e l’Europa.

Sappiamo che è difficile dare la fiducia a candidati premier e a governi che includono partiti che da quasi vent’anni hanno detto parole che non hanno mantenuto, consentito a politiche che non hanno restaurato ma disfatto la democrazia, accettato un’Europa interamente concentrata su un’austerità che – lo ricorda il Nobel Joseph Stiglitz – di fatto «è stata una strategia anti-crescita», distruttiva dell’Unione e dell’ideale che la fonda.

Ma dire no a un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della vostra battaglia sarebbe a nostro avviso una forma di suicidio: gli orizzonti che avete aperto si chiuderebbero, non sappiamo per quanto tempo. Le speranze pure. Non otterremmo quelle misure di estrema urgenza che solo con una maggioranza che vi includa diventano possibili.

Tra queste: una legge sul conflitto di interesse che impedisca a presenti e futuri padroni della televisione, della stampa o delle banche di entrare in politica; una legge elettorale maggioritaria con doppio turno alla francese; il dimezzamento dei parlamentari il più presto possibile e dei loro compensi subito; una Camera delle autonomie al posto del Senato, composta di rappresentanti delle regioni e dei comuni; la riduzione al minimo dei rimborsi statali ai partiti; una legge anti-corruzione e antievasione che riformi in senso restrittivo, anche aumentando le pene, la disciplina delle prescrizioni, bloccandole ad esempio al rinvio a giudizio; nuovi reati come autoriciclaggio, collusione mafiosa, e ripristino del falso in bilancio; ineleggibilità per condannati fin dal primo grado, che colpisca corruttori e corrotti e vieti loro l’ingresso in politica; un’operazione di pulizia nelle regioni dove impera la mafia (Lombardia compresa); una confisca dei beni di provenienza non chiara; una tutela rigorosa del paesaggio e limiti netti alla cementificazione; un’abolizione delle province non parziale ma totale; diritti civili non negoziati con la Chiesa; riconsiderazione radicale dei costi e benefici delle opere pubbliche più contestate come la Tav.

E vista l’emergenza povertà e la fuga dei cervelli: più fondi a scuola pubblica e a ricerca, reddito di cittadinanza, Non per ultimo: un bilancio europeo per la crescita e per gli investimenti su territorio, energia, ricerca, gestito da un governo europeo sotto il controllo del Parlamento europeo (non il bilancio ignominiosamente decurtato dagli avvocati dell’austerità nel vertice europeo del 7-8 febbraio).

Non sappiamo quale possa essere la via che vi permetta di dire sì a questi punti di programma consentendo la formazione del nuovo governo che decida di attuarli, e al tempo stesso di non contraddire la vostra vocazione. Nella giunta parlamentare si può fin da subito dar seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai duecentomila persone: la fiducia può essere condizionata alla volontà effettiva di darvi seguito.

Quel che sappiamo, è che per la prima volta nei paesi industrializzati e in Europa, un movimento di indignati entra in Parlamento, che un’Azione Popolare diventa possibile. Oggi ha inizio una vostra marcia attraverso le istituzioni, che cambieranno solo se voi non fuggirete in attesa di giorni migliori, o peggiori. Se ci aiuterete a liberarci ora, subito, dell’era Berlusconi: un imprenditore che secondo la legge non avrebbe nemmeno dovuto metter piede in Parlamento e tanto meno a Palazzo Chigi.

Avete detto: «Lo Stato siamo noi». Avete svegliato in Italia una cittadinanza che vuole essere attiva e contare, non più delegando ai partiti tradizionali le proprie aspirazioni. Vale per voi, per noi tutti, la parola con cui questa cittadinanza attiva si è alzata e ha cominciato a camminare, nell’era Berlusconi: «Se non ora, quando?».

 

Aiutiamo lo Sport a Scampia

maddaloniOggi (08.03.2013) sono intervenuto nel Consiglio Comunale anche per esprimere la mia solidarietà a Gianni Maddaloni che in questi giorni e settimane sta vivendo una condizione assolutamente frustrante come è apparso su tutta la stampa cittadina. Di Gianni Maddaloni avevo già manifestato la mia vicinanza all’opera meritoria che svolge sul territorio di scampia (clikka). Ho colto l’occasione anche per fare una riflessione su come si danno i contributi pubblici.

Il mio intervento al 1:14:48

Il Consiglio dell’8 marzo 2013 sull’ACN Coppa America

americas_cup_napoli_regate_gettyIl tema è stato quello delle partecipate. Oggi (8.03.2013) abbiamo trattato la stabilizzazione dell’ACN di cui al mio precedente post (clikka). Io sono intervenuto, ed insieme ad i miei compagni di Ricostruzione Democratica abbiamo votato contro. In particolare al centro del mio intervento ho posto la deliberazione della Corte dei Conti del 31.01.2013 (clikka) sullo stato delle casse comunali e sulle raccomandazioni di razionalizzazione delle partecipate che secondo noi impediscono qualsivoglia costituzione di altre partecipate per il Comune. La delibera è passata con 27 voti a favore e soli tre voti contro, il mio quello di Carlo Iannello (Simona Molisso si è dovuta allontanare per allattare il bambino) e quello di Pietro Rinaldi (FED) l’opposizione tutta si è astenuta, due voti a favore sono venuti da UDC e da FLI. Devo dire che mi meraviglio sempre perché fino a prima del voto cinque/sei consiglieri della maggioranza mi avevano detto che non avrebbero votato a favore. Spero di resistere e di continuare a meravigliarmi. Se si ascolta l’intervento credo non sarà difficile capire che questa delibera ha il parere non favorevole del Segretario Generale, del Direttore dei Servizi Finanziari ed è in contrasto della Delibera della Corte dei Conti citata e di ciò tutti i consiglieri penso siano a conoscenza. Mi chiedo cosa altro dobbiamo fare …

Di seguito gli interventi di Carlo Iannello al 1:37:37 ed il mio al 2:23:31 che credo siano interessanti:

la dichiarazione di voto all’1:20:56

La libertà di espressione e la democrazia

partigiani-torino

Secondo grillo solo i capigruppo possono parlare per il movimento. Una curiosità: Se uno vale uno allora perché possono parlare per il M5S solo i capigruppo e Grillo? Chi dovesse dissentire potrà esprimere liberamente il proprio pensiero? Siamo al centralismo democratico o alla dittatura? Sulla democrazia, dico subito, non intendo cedere di un passo il bene è troppo prezioso e chi è stato eletto (anche più di chi non è stato eletto) ha la piena legittimazione politica, etica e morale di esprimere il suo pensiero, anzi ha il dovere di far conoscere il proprio pensiero ai suoi elettori “datoridilavoro”.  Questo è il post che mi è venuto di scrivere immediatamente dopo aver sentito e verificato la notizia sul blog di grillo. La novità del fenomeno parlamentare del M5S porta con se molti quesiti e l’Italia è troppo giovane per aver già dimenticato. La nostra Costituzione, infatti, è il frutto della riprovazione dei costituenti verso il fenomeno dittatoriale che avevano vissuto. Oggi, probabilmente sull’onda della paura, Grillo ammonisce i suoi eccedendo, credo, nel suo ruolo. Penso, infatti, che tutti i parlamentari del M5S, proprio perché eletti, hanno il diritto e sopratutto il dovere di dichiarare i loro pensieri a tutti gli Italiani ed in particolare ai loro elettori e gli Italiani non posso assolutamente consentire che sia messo loro un bavaglio, fosse anche per la ragione di evitare gaffe. Questo è un principio che è a fondamento della nostra Costituzione e neppure Grillo può violare. Spero con tutte le mie forze che i parlamentari del M5S abbiano contezza dei principi che sono in gioco espressamente dichiarati nell’art. 68 dove si legge proprio a tutela della libertà di espressione del parlamentare: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. E’ così anche il precedente art. 67 in virtù del quale i Parlamentari esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato. Per carità anche a me fa schifo ciò che è accaduto per i casi scilipoti, razzi e de gregorio e chissà quanti altri, ma non si può, per una patologia  del parlamentare, abolire un principio di libertà e di responsabilità! Sento in particolare quest’argomento in quanto io stesso l’ho vissuto sulla mia pelle non votando in consiglio comunale il bilancio (clikka) e subendo anche un attacco feroce in consiglio comunale (clikka) che mi ha portato poi ad uscire dal gruppo Napoli è Tua per fondare il gruppo di Ricostruzione Democratica (clikka). Porsi contro la maggioranza del proprio gruppo, movimento o partito è una decisione sempre molto sofferta se assunta con coscienza, libertà e buona fede. Credo che ciò sia sacrosanto! Ancora non credo nella truffa della cd. democrazia diretta e chi la propone sa di essere un truffatore. Essa non è percorribile! Il rappresentante spesso è solo con la sua coscienza nella decisione del voto, perché il voto stesso presuppone quasi sempre una intensa attività di studio che non tutti possono fare (tal volta, purtroppo, neppure il rappresentante). Forse per realizzare la democrazia diretta potremmo abolire il parlamento e tutti gli organi elettivi e collegare tutti gli italiani tramite rete ad un enorme “cervellone” che propina test a risposte multiple da cui poi trae il testo di legge da applicare. Spero non sia questo il progetto di Casaleggio! Ad ogni buon conto credo sia una fortuna che in ogni famiglia ci sia ancora almeno una persona che ha vissuto lottando contro l’oppressione delle libertà.

E’ strano che per questo post sono stato stigmatizzato da attivisti del M5S che sono addirittura giunti ad abbandonare un gruppo Facebook perché si sono ritenuti offesi. Non capisco eppure credo che non abbia fatto altro che difendere il principio di libertà di espressione in particolar modo dei parlamentari del M5S!

Dal Blog di Beppe Grillo: “Lunedì sono stati eletti dai gruppi parlamentari del M5S per i prossimi tre mesi due capigruppo/portavoce, Roberta Lombardi per la Camera, e Vito Crimi per il Senato. Loro sono stati titolati a parlare dopo aver discusso e condiviso i contenuti con i componenti del gruppo. Attenti ai lupi!”

Fuoco su Napoli

download“Fuoco su Napoli” è un romanzo apocalittico di Ruggiero Cappuccio a cui ho pensato col crollo del fabbricato alla Riviera di Chiaia e l’incendio della Città della Scienza. Questi ultimi due giorni mi hanno aperto una ferita profonda nello stomaco. Sono arrabbiato e sento di sentire la stessa rabbia che hanno i miei compagni del gruppo consiliare Carlo Iannello e Simona Molisso. E’ una rabbia sorda che non vuole sentire ragioni. Napoli dovrebbe essere il traino per tutto il mezzogiorno e giochi di potere economico e politico la stanno strangolando. L’aria manca ai cittadini, ma ancora di più ai tanti dipendenti della Napoli Sociale (partecipata dal Comune) che campano senza stipendio per mesi. L’aria manca ai dipendenti dell’Azienda di Mobilità che a fine mese non sanno se arriverà lo stipendio o se potranno uscire con i mezzi forniti di gasolio. L’aria manca ai cittadini che ci chiedono di otturare le buche (dovrebbe essere una cosa semplice) e l’aria manca a noi che sentiamo il dovere di dare delle risposte! E’ necessario che si pongano immediatamente i nodi sul tavolo e si taglino una volta per tutte, spiegando alla città cosa sta accadendo. Occorre spiegare alla città che il governo attuale (perché oggi c’è un governo che di qui a poco se le cose non cambiano lo si dovrà ritenere voluto da tutte le forze politiche compreso il M5S) ci costringe a fare una politica per la quale il pubblico potrà dare sempre meno. Occorre spiegare ai cittadini che un governo in questo paese ci dovrà pure essere che si assuma la responsabilità verso i napoletani che, comunque, hanno espresso dei loro rappresentanti in parlamento e che non se ne fregano un fico secco se si debba dare prima o dopo la fiducia ad un governo, ma vogliono che i loro rappresentanti una volta eletti amministrino e adempino al mandato elettorale attuando ciò che hanno promesso in campagna elettorale. I cittadini sentono solo che gli manca l’aria e non capiscono nulla del perché un “comico” (è così che la stampa definisce il leader del M5S) non faccia in modo che si crei un governo su progetti condivisi e necessari per il paese, pretendendo che quegli stessi punti messi a base del suo programma elettorale li voti qualcun altro, per non perdere la “verginità”! Punti per i quali hanno chiesto il voto e sono stati eletti 160 nuovi parlamentari che si dichiarano essere dipendenti dei cittadini italiani. Ebbene, la rabbia che questa volta si è sfogata nella scheda elettorale, oggi chiede risposte immediate. E se il concetto di parlamentare dipendente dei cittadini vale, allora il dipendente non potrà non votare la fiducia ad una governo che dichiara e si impegna ad attuare i punti del programma elettorale per il quale sono stati chiesti i voti dal parlamentare che si è candidato ed è stato eletto. Lo dico ancora una volta Napoli non può aspettare!

Il risultato elettorale. Occorre un patto per Napoli

La rabbia in politica. La speranza nei Giovani

gDLa vittoria di Grillo ha portato per la prima volta tutta la rabbia ed il rancore dei cittadini direttamente in parlamento. Grillo continua a chiamare i partiti esistenti morti, cadaveri, fantasmi etc…. I partiti che hanno maciullato ogni sensibilità politica e la sinistra non se n’è neppure accorta. Prima delle primarie aleggiava un senso di   paura tra i partiti, poi, visto il risultato delle primarie ed in attesa delle parlamentarie si è fatto largo un altro pensiero: é venuto il momento di piazzare gli amici, i parenti ed i dirigenti di partito, altro che società civile, qua contano le tessere annacquate con qualche nome famoso, qualche magistrato, qualche giornalista … vai che vince la coalizione del centrosx ed entriamo tutti in parlamento col premio di maggioranza! Oggi mi fa ridere la condizione di quei consiglieri regionali o provinciali che dovranno scegliere se farsi sei mesi di parlamento o rimanere nei loro consigli. Ovviamente la scelta non sarà politica ma un calcolo sulla somma delle indennità! Eppure la previsione l’avevamo fatta ed è strano che non l’avessero fatta anche loro. Bastava vedere i gazebo per strada occupati da persone che avrebbero dovuto fare propaganda che quasi si vergognavano di proporre le idee dei loro partiti. Il guaio è che la rabbia non si è ancora calmata non ha trovato uno sfogo conclusivo nel voto, perché Grillo tiene alta la tensione continua a sfidare tutti compreso il capo dello stato. Come se ne esce ? Spero che si trovi una soluzione che possa essere una vera mazzata ai partiti una vera soluzione finale che arrivi dai giovani e da quelli che non hanno mai contato nel partito perché troppo indipendenti! Occorre che si inneschi nella coalizione di centrosinistra un processo di rinnovamento radicale. Nel PD si sta facendo strada un nuovo percorso, qualcuno sta dicendo rinunciamo anche noi ai rimborsi elettorali. Bene, se il PD vuole, oggi è il momento di dare la prova.  Mi piacerebbe, infatti, vedere i Giovani Democratici che non hanno mai visto un soldo di questi rimborsi pretendere dai vertici che il Partito vi rinuncino, che pretendano un nuovo assetto dei vertici occupandoli loro, che dicano chiaramente carissimi Da Lema, Veltroni, Bindi, Finocchiaro etc etc.. ANDATE A CASA senza il rischio di essere commissariati! Ormai il muro è caduto e non è il caso di essere teneri, il cadavere si potrebbe rianimare e questi hanno dato prova di non volere alcun ricambio, di non volere nessuno dietro di loro, hanno sempre avuto paura della formazione di una nuova classe dirigente per mantenere il monopolio! L’unica strada è il ricambio forzato … lo capiranno i giovani democratici o sono tutti vecchi?

Consiglio del 28 febbraio 2013 i miei interventi

RDFaccio una considerazione preliminare: Al Comune di Napoli va il merito di aver reso pubbliche le sedute e quindi tutti Voi potete vedere cosa fanno i Vostri rappresentanti, mi chiedo invece cosa facciano i nostri rappresentanti nel Consiglio Regionale e nel Consiglio Provinciale, tanto per cominciare!! Spero non abbiano paura di farsi vedere e di difendere in pubblico le loro scelte di voto!!!

Sulla delibera relativa alla adozione del “regolamento sul sistema dei controlli interni” di cui al mio precedente post (clikka) ecco il mio intervento al 1:10:14

Di seguito, invece, un altro mio intervento sulla proposta di istituzione di una Commissione di Vigilanza sulla gestione del patrimonio del Comune di Napoli attraverso la Napoli Servizi S.p.a. Ovviamente mi sono espresso negativamente, la proposta non è passata. Ritengo, infatti, un inutile spreco di risorse e di energia creare organismi ulteriori quando, invece, ci si dovrebbe impegnare di più a far funzionare quelli esistenti. Inoltre ritengo che sul patrimonio del comune di napoli e sulle miserie della povera gente non si possa fare campagna elettorale né consenso. Come consigliere comunale credo che io, così come tutti gli altri consiglieri, non debba essere investito di problematiche relative a cessi o tapparelle del patrimonio ERP che non funzionano. Questa è pura gestione a cui deve attendere il personale non politico degli enti locali!!!

Il mio intervento al 1:21:25

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