Quella piccola evasione di 360 milioni di silvio

berlusconi-1Una delle armi spuntate con la quale si difende berlusconi è quella di dire che li ha versato nell’anno incriminato 500 milioni di tasse allo stato l’evasione di soli 7 milioni è una cosa ridicola. Per capire invece bene cosa ha fatto riporto quanto descritto ne La Repubblica del 03.08.2013) in un articolo di PIERO COLAPRICO che ricostruisce bene la vicenda:
MILANO — «Con quello che pago di tasse, è ridicola l’accusa di aver evaso così poco», andava ripetendo Silvio Berlusconi, poco prima della batosta in Cassazione. È vero, l’ex presidente del consiglio è rimasto impigliato per un «pezzettino » di tasse non pagate: ma la realtà racconta una storia totalmente diversa. La contabilità gonfiata sulla compra-vendita dei diritti tv ha permesso la creazione almeno di 360 milioni di dollari di fondi neri: e se si è potuto procedere solo per i circa 6 milioni di euro sottratti al fisco nel 2002 e 2003, «vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi – questo si legge in sentenza definitiva – abbia direttamente gestito la fase iniziale dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore». Pochi fatti, nudi e crudi, bastano.
I PREZZI GONFIATI
«Picchia giù con i prezzi» si sentiva dire un’impiegata dell’ufficio contratti dal suo superiore. Per comprendere il senso della frase bisogna sapere che c’era un pugno di manager di provata fede berlusconiana. E questi adottavano per la compravendita dei diritti tv undoppio binario. C’era «un contratto originario, definito master», apparentemente a posto, e una serie di «cosiddetti subcontratti», carte fasulle. Il master veniva stilato a Milano, i sub contratti – è tutto documentato – in Svizzera. Era su questi sub contratti, destinati a girare estero su estero, che comparivano cifre irreali. Come? Uno dei fedelissimi ordinava alle impiegate: «“Questo mese, questo trimestre dobbiamo arrivare in termine di costo a cinque milioni di dollari, 20 milioni di dollari, eccetera”. Però il costo dei diritti era di meno, sensibilmente di meno», testimonia una «gonfiatrice dei prezzi».
IL GIOCO DELLE TRE NOCI
Teste incredibile? Affatto, perché trova un riscontro assoluto nella mail di un contabile della casa cinematografica Fox. Scrive -siamo nel dicembre 1994 – una frase lapidaria al suo superiore: «L’impero di Berlusconi funziona come un elaborato “shell game”». E cioè? «È un gioco – dice l’americano – che consiste nel prendere tre gusci di noci vuoti e nascondere sotto uno di essi il nocciolo di una ciliegia. Chi gioca deve indovinare dov’è il nocciolo nascosto con la finalità di evadere le tasse italiane».
LA “DUE DILIGENCE”.
Anche a lasciar perdere le tante società false, senza contabili, senza uffici, che «lavorano» nelle compravendite-truffa con Mediaset, un piccolo ma formidabile dettaglio che risale ai momenti della quotazione in Borsa di Mediaset e dimostra per tabulas la situazione reale. Nel mondo della finanza si usa (termine inglese: «due diligence») fare indagini e analisi sul valore di un’azienda prima di un investimento. E ilpubblico ministero Fabio De Pasquale ha trovato proprio un memorandum «Gruppo Mediaset: due diligence legale». È a cura della Grimaldi & Clifford Chance per «la riunione del 20 marzo 1996» sulla «Library di Mediaset», e cioè sul magazzino di film e telefilm. E qui l’indagine diventa difficilissima: «…né, per il momento, e nonostante le nostre insistenti richieste, Mediaset ha mostrato di voler fornire la documentazione necessaria (…)», si lamenta il detective- finanziario. Anzi, «per quanto riguarda il problema del valore, nei contratti di cessione finale che ci sono stati messi a disposizione (40 su 80 richiesti) puntualizza ancora – abbiamo notato che spesso i prezzi praticati a Reteitalia o a Mediaset dopo i vari passaggi tra le società estere del gruppo Finivest erano talora sensibilmente aumentati rispetto all’originale prezzo di acquisto dei diritti». Più chiaro di così?
IMMENSI CAPITALI NERI
Esiste un altro dato che va recuperato dal processo a carico dell’avvocato inglese David Mills. Dagli anni ’70-80 Mills è stato incaricato da Fininvest – parole sue – di «costituire un gruppo società offshore » utili a far sparire «milioni e milioni che non avrebbero dovuto figurare nel bilancio consolidato del gruppo». Sono quei soldi off shore che Berlusconi ha usato negli anni senza il minimo controllo di legalità. Sono i soldi off shore che ritroviamo nei molti processi con Berlusconi imputato.
Per esempio, quello sulle mazzette pagate da Cesare Previti ai giudici corrotti della sentenza Mondadori. O quello sui soldi che All Iberian – società della galassia off shore di Berlusconi – versa nel conto estero di Bettino Craxi. Vent’anni dopo, in fondo, si torna ancora a All Iberian, ai fantasmi del passato.
vedi anche:

La piazza eversiva di berlusconi

la piazza di berlusconiLa piazza di oggi (04.07.2013) del pdl è stata una piazza eversiva perché mette in discussione un potere dello Stato. I poteri Giurisdizionale, Amministrativo e Legislativo hanno pari dignità ed il loro equilibrio è stabilito dalla Costituzione. berlusconi ha usato toni pericolosi per la conservazione delle istituzioni democratiche delegittimando i magistrati agli occhi di chi crede essere il suo popolo. Siamo in una situazione anomala tutta italiana nella quale una persona pur di rimanere al potere sacrifica tutto il suo partito a seguirlo! In altri paesi berlusconi non si sarebbe proprio potuto affacciare al mondo politico in quanto portatore di interessi personali (legittimi) che non gli consentono di poter liberamente esercitare qualsivoglia potere nelle istituzioni democratiche. Oggi si è consumato l’ennesimo colpo alla democrazia del Paese chiamando la piazza contro i Magistrati! Spero che le persone dotate di equilibrio prendano le distanze da simili comportamenti scegliendosi presto un altro leader se è un leader che vogliono!

Non capisco come i dirigenti del pd possano continuare a stare con il pdl senza comprendere che questo è un abbraccio mortale per la sinistra italiana che ormai ha dimostrato di non riconoscersi più nelle azioni politiche e di governo dello schieramento che ha perso la sua naturale connotazione. Eppure non occorre essere delle aquile per capirlo. Di questo passo si aprirà un grosso vuoto che allo stato non si capisce ancora chi colmerà e le preoccupazioni sono tante.

Diciamo no alla grazia a berlusconi (clikka)

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