La Classe Dirigente e l’esperienza Napoletana

ricostruzioneOggi (23.02.2014) il leitmotiv di tutti i giornali cittadini è che nel governo renzi non c’è classe dirigente Campana. Tra coloro che hanno fatto la “scoperta” c’è anche la neo segretaria regionale del partito democratico che è essa stessa il risultato del disastro politico del partito democratico, zavorrato dalla lotta tra bande per la occupazione del potere. So che può essere autoreferenziale ma lo stato attuale ci impone di intervenire anche perché sono stanco di fare solo il grillo parlante. Atti politici ed amministrativi alla mano posso dire che Ricostruzione Democratica è l’unico esempio di classe politica attualmente vivente in Campania. Siamo tre Consiglieri con il supporto di tanti amici che ci seguono e dobbiamo pur sperare di vedere una luce fuori dal tunnel. Qualche amico mi ha anche detto ma perché non mettete in risalto il fatto che voi, in molte occasioni, avete anticipato i tempi indicando come esempio la questione Bagnoli.

Parto dall’inizio rinviandovi per ogni punto alle decisioni, spesso sofferte, che abbiamo dovuto prendere durante l’attività consiliare e che sono state sempre il frutto di studio e di un confronto aperto con un gruppo che, nel corso di questi quasi tre anni, si è variamente composto intorno a noi. Forse qualche valutazione la avremmo anche sbagliata ma nelle decisioni importanti posso dire che abbiamo anticipato i tempi ogni volta. Abbiamo, infatti, avuto la capacità e la lungimiranza di capire prima cosa stava accadendo. Oggi ho solo il rammarico verso l’amministrazione che almeno avrebbe potuto esaminare con maggiore approfondimento le nostre ragioni spesso ampiamente argomentate. Forse i giornali avrebbero potuto darci maggiore spazio contribuendo a formare l’opinione pubblica e, quindi, una speranza. Sono consapevole delle nostre forze ma credo che abbiamo il dovere di parlare e di sperare fino in fondo per non lasciare spazio a coloro che sono esperti nell’arte del “riciclo”

Parto pertanto dall’inizio:

1) A giugno 2012, quando De Magistris era ancora il capo indiscusso della “rivoluzione” ed i partiti erano ancora tramortiti (lo sono tuttora) segnalammo tutte le difficoltà connesse all’amministrazione solitaria di De Magistris ed io e Carlo Iannello, non votammo il bilancio preventivo (clikka), restando isolati perché nessuno dell’allora maggioranza ed in particolare dei compagni i Napoli è Tua ci seguì, perché il capo era ancora troppo forte e mettersi contro non era “politicamente” conveniente anzi fummo attaccati e dovemmo difenderci con l’aiuto di coloro che ci seguivano, Ricordo l’assemblea del 4 luglio 2012  che volemmo (clikka);

2) il 16 ottobre 2012 proponemmo la liquidazione di Bagnoli Futura (clikka) cosa a cui siamo arrivati adesso, ma ovviamente allora i partiti non ci pensarono proprio. Forse oggi se ci avessero ascoltato avremmo già adottato delle soluzioni per le aree e per i lavoratori;

3) sulle condizioni economiche/finanziarie dell’amministrazione siamo sempre intervenuti, assumendo anche la posizione impopolare e “politicamente” non conveniente, al consiglio del 15.07.2013, dicendo che era impossibile fare nuove assunzioni votando contro la delibera 518/2013 (clikka) e censurando le agostane assunzioni dei dirigenti (clikka);

4) anche sullo Stadio San Paolo abbiamo assunto una posizione impopolare e “politicamente” non conveniente, perché contraria ai voleri del Patron, esponendoci, senza essere ascoltati né dal sindaco né da assessori chem solo aver lasciato la poltrona, hanno avuto il coraggio di dire pubblicamente ciò che noi dicevamo da oltre due anni. E’ recente il sequestro dei conti del Calcio Napoli (clikka).

5) consapevoli della necessità di formare una classe dirigente a gennaio 2013 ci siamo caricati sulle spalle la scuola di politica e di amministrazione (clikka) stanchi di essere inascoltati dai partiti che hanno sempre usato ed usano un sistema di selezione “poltronistico” e di spartizione e non sul merito. Posso dire che in politica fino ad ora non ho visto nessuno studiarsi una carta si parla per sentito dire;

6) del San Carlo parlammo pubblicamente il 2 ottobre 2013 al consiglio comunale (clikka) cercando di avvertire per tempo, restando, invece, ancora una volta inascoltati.

Tutte decisioni frutto di studio e di confronto con i cittadini e le parti sociali. Tante e tante altre cose fatte perché da persone estranee alla politica e con un ruolo professionale nella società, abbiamo messo a frutto anni di esperienza e di studi cosa assolutamente estranea ai partiti. Se mi guardo alle spalle vedo tanta strada fatta, ma se guardo avanti non vedo l’orizzonte. Non abbiamo intenzione di fermarci e faremo tutto ciò che ci è possibile per fare in modo che prevalgano le ragioni di cui noi ci siamo fatti portatori senza risparmiarci.

Il dissesto degli enti locali ed il Caso Napoli

comuneDopo la pronuncia della Corte dei Conti Sez. Regionale della Campania, con la quale è stato bocciato il piano di riequilibrio finanziario del Comune di Napoli, Ricostruzione Democratica, al fine di sollecitare il dibattito pubblico, si è fatta promotrice di un confronto cittadino sul tema: Il dissesto degli enti locali ed il caso Napoli. L’incontro si è svolto mercoledì 29 gennaio scorso. Ecco il video:

Il Sindaco Opaco ed il regolamento sulla trasparenza delle nomine

consiglioOggi (23.01.2014) in Consiglio Comunale è stata trattata la nostra proposta di regolamento sulle nomine, in enti società ed istituzioni (clikka), nonostante i pareri favorevoli (clikka) del Segretario Generale e del Ufficio Tecnico e gli emendamenti (clikka) da noi redatti sulla base degli stessi pareri, il Consiglio Comunale ha rinviato l’approvazione ad altra seduta nonostante la commissione consiliare competente si fosse già pronunciata. Dai nostri interventi si capisce lo spirito che ci ha mosso  e lo spirito che ha mosso anche l’aula (purtroppo) ed il sindaco che, anziché appropriarsi o sposare la causa della trasparenza, oggetto del suo programma elettorale (chi non ricorda la casa di vetro e le porte e le finestre aperte), ha preferito rinviare un altro po’ … forse per la sciarsi le mani libere e fare qualche altra nomina come già accaduto … che dire della democrazia partecipata e della condivisione del potere … parole al vento. Purtroppo alla richiesta di trasparenza ha risposto un sindaco opaco …

E’ interessante sentire i nostri interventi

al 3:11:00 il mio intervento introduttivo, ed al 03.54.13 la mia opposizione al rinvio

sulle nomine:

la nomina i Napoli Holding (clikka)

la malapolitica delle nomine attecchisce in municipalità (clikka)

le nomine un cancro della politica clikka

ai nominati della politica diciamo no clikka

trasparenza quanto guadagnano i nominati clikka

Il Caso del Teatro San Carlo e l’Azione di Ricostruzione Democratica

San CarloCon tutte le nostre forze, come sempre, stiamo cercando di contribuire alla soluzione dei problemi del Teatro San Carlo cercando di offrire una prospettiva che sia di lungo respiro. Oggi Repubblica e Corriere cittadini ci hanno offerto uno spazio. Credo sia importante dimostrare che un’altra politica capace di prevedere ed affrontare i problemi con competenza e spirito di servizio non è solo possibile ma c’è già!

Da Repubblica Napoli di oggi 18.01.2014  Gennaro Esposito Simona Molisso

QUELLO che sta succedendo al San Carlo, più che dell’opera lirica, sembra avere tutti i crismi della farsa. Le dimissioni di quattro membri del cda, dopo la presa di posizione del sindaco — che del cda è presidente, e che aveva comunicato la propria volontà di non aderire alla legge “Valore-Cultura” — palesano l’inadeguatezza di una intera classe dirigente. Tutti hanno fatto la propria parte. Il governo centrale, con le sue ossessioni di bilancio, che si risolvono sempre nella riduzione degli organici, nel taglio degli stipendi e mai in un intervento deciso sulle reali fonti di spreco; la Regione e la Provincia, che noncuranti delle proprie responsabilità nella situazione economica del Massimo, e dei debiti contratti e non onorati negli anni, non hanno esitato a rassegnare le dimissioni con i propri membri del cda, lasciando la fondazione nel caos; stesso discorso vale per la Camera di commercio; persino il Comune, che per opera del sindaco sembrava prodigarsi per salvare la baracca, ma che ha evitato di negoziare con il governo a tempo debito le criticità del decreto legge, per poterne beneficiare sul versante della liquidità, ha presentato una proposta (quella della ricapitalizzazione immobiliare) a dir poco generica, dal momento che non individua alcun bene da trasferire al San Carlo e che rischia comunque di non risolvere il problema cogente della crisi economica e dell’assenza di un valido piano di recupero. In mezzo rimane il teatro con i suoi lavoratori. Poco importa se quei lavoratori sono altamente qualificati e guadagnano meno della metà dei loro colleghi tedeschi o inglesi. Già il 2 ottobre, come consiglieri comunali di Ricostruzione democratica, mettemmo a nudo le problematiche che il decreto Valore-Cultura avrebbe creato ai lavoratori del Massimo, chiedendo un intervento urgente da parte del sindaco, volto principalmente ad aprire un’interlocuzione con il governo e approntare soluzioni alternative, capaci però di immettere immediata liquidità nelle casse del teatro. L’auspicio è che la politica, a cominciare dal Comune, prenda atto delle sue responsabilità e intraprenda la strada maestra per la tutela del San Carlo e dei suoi lavoratori, eliminando gli sprechi che non sono certo gli stipendi del personale dipendente, rivedendo il sistema delle agenzie che lavorano sui palinsesti in un regime quasi di monopolio, e rilanciando dal punto di vista artistico e culturale quella che è la più importante istituzione di Napoli.          

 Sabato 18 Gennaio, 2014 – CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – NAPOLI

Quando la politica è contro la cultura

di CARLO IANNELLO

Caro direttore, la vicenda del San Carlo ha messo in luce dei dati drammatici: che la politica professionista oramai agisce sempre più spesso opportunisticamente — non per la tutela degli interessi collettivi, dunque —, e che, inoltre, il calcolo politico non si ferma nemmeno di fronte a valori fondamentali come la cultura.

È la politica nazionale e locale, infatti, che è venuta meno ai suoi doveri nei confronti della cultura.

Per primo il Governo, che aveva scelto con la legge Veltroni di trasferire alle Regioni e agli enti locali il sostegno alle fondazioni liriche, adesso condiziona il risanamento dei bilanci al ritorno al centro delle competenze, puntando sul taglio degli stipendi dei lavoratori, senza farsi carico del problema della patrimonializzazione delle fondazioni, e senza colpire le vere fonti di spreco (si pensi, ad esempio, al ruolo delle agenzie o alle retribuzioni degli artisti «esterni», superiori, in alcuni casi, a quelle che percepiscono negli altri teatri internazionali). I lavoratori interni alla fondazione, peraltro più che qualificati, che percepiscono già magri stipendi, dovrebbero al contrario rappresentare un bene prezioso e da tutelare, anche da un punto di vista puramente imprenditoriale.

Poi i parlamentari che hanno votato la conversione in legge di un decreto penalizzante per i lavoratori, senza riuscire a orientare la giusta lotta agli sprechi in direzioni più opportune.

Inoltre il Comune, che è sempre stato in difficoltà, sin dai tempi della Iervolino, e non ha affrontato con efficacia la questione, subendo così un lungo commissariamento, e per aver portato, in questa occasione, il San Carlo in un’avventura, con la formulazione di una proposta a poche ore dalla scadenza del termine per l’adesione al decreto. La delibera di ricapitalizzazione immobiliare, inoltre, è priva, al momento, di qualsiasi efficacia. Come nota lo stesso organo tecnico, essa è allo stato è un «atto di indirizzo», non individua specificamente alcun bene da trasferire, dunque inefficace.

Infine la Regione, perché non onora i suoi debiti nei confronti del San Carlo e perché, assieme agli altri rappresentanti istituzionali, si è irresponsabilmente dimessa dal cda, pur essendo fra gli enti fondatori per legge e quindi dovendo obbligatoriamente farne parte, contribuendo così ad aumentare il caos istituzionale.

La vicenda del teatro San Carlo mette purtroppo a nudo i principali mali di una politica che non ottempera ai suoi doveri nei confronti della cultura, perché non sa cosa sia, evidenziando l’incapacità dell’attuale ceto politico ad affrontare questioni complesse in cui è necessario rigore, competenza e una visione di lungo termine nell’interesse generale.

Per uscire dallo stallo attuale, la politica — nazionale e locale — dovrebbe prendere atto delle difficoltà oggettive e collaborare costruttivamente, nell’esclusivo interesse generale, per un accordo che salvi il San Carlo, i lavoratori e i valori che questa istituzione esprime per la cultura e per la città.

 Vedi anche il pasticciaccio brutto sul San Carlo (clikka)

Sui biglietti per lo Stadio del Comune indaga la Procura

stadioOggi leggo di una indagine, sostanzialmente chiusa, circa la gestione dei biglietti per accedere allo stadio San Paolo che sono assegnati per contratto al Comune di Napoli e che vede imputati l’ex assessore tommasielli ed un suo staffista. Della questione ne ho parlato tante volte anche con altri consiglieri, tanto che con nota del 07.11.2013 ho chiesto la visione e consegna degli elenchi dei nominativi dati alla SSCN nonché la comunicazione dei criteri relativi alla loro assegnazione. Solo il 20.11. u.s. mi è giunta la nota che vi allego (clikka) che, paventando tutta una serie di ragioni, circa la riservatezza mi invitava a fare un’altra richiesta che, ovviamente, ho fatto senza avere ancora riscontro. E’ chiaro che sulla privacy sono d’accordo solo che in questo caso credo che prevalgano le prerogative del Consigliere Comunale che è, ovviamente, anch’egli tenuto al riserbo.
Credo che le cose che vengono riportate oggi dai giornali non debbano accadere e spero che al giudizio si accerti che non è stato commesso alcun reato. Posso, però, dire che la questione dei biglietti per le partite è ritenuta, in modo diffuso per la politica cittadina, un sistema per fare “consenso”. La cosa che mi ha spinto a chiedere gli atti è stato un episodio che ho anche raccontato ad un dipendente del cerimoniale che, credo valga la pena raccontare anche per la reazione imbufalita del dipendente stesso che si è sentito molto offeso … non capisco perché. Dunque: “Una sera in fila per l’accesso alla tribuna autorità per Napoli / Juventus, parlo con un ragazzo a cui chiesi come mai era in file? Egli mi rispose che aveva il biglietto acquistato e che l’aveva pagato 250,00 €. Chiesi al ragazzo che era strano che si vendessero i biglietti della Tribuna Autorità e questi mi rispose che erano i biglietti del Comune. Alla mia ennesima domanda per sapere chi glieli avesse venduti questi mangiò la foglia ed evito di rispondere”.
Raccontai la storia la sera stessa a qualche altro consigliere ma non ad un responsabile del cerimoniale purtroppo a cui l’ho raccontata dopo. Capisco il motivo della reazione del dipendente che si è sentito forse accusato e che giustamente mi rispose che se mi fossi rivolto a lui avremmo accertato subito la cosa risalendo al responsabile (non ci pensai). Lo stesso dipendente giustamente mi fece notare che una cosa del genere ben potrebbe accadere con responsabilità di un consigliere il quale potrebbe dare dei nominativi di persone a cui ha già venduto i biglietti … e questo è pure vero… Ancora oggi non capisco “l’imbufalimento” del dipendente ….
Da Corriere del Mezzogiorno di oggi 21.12.2013
«Tommasielli, falsi dati per avere i biglietti del Napoli»
 Chiuse le indagini sull’ex assessore: «Ticket a figli e amici» Al vicesindaco Sodano contestata la consulenza a un’amica
 NAPOLI — L’8 marzo 2013, in occasione di Napoli — Juventus, Mariangela, figlia dell’ex assessore allo Sport del Comune di Napoli Giuseppina Tommasielli, risultava studentessa dell’Istituto comprensivo «Aganoor — Marconi» di Piscinola. Il 21 febbraio dell’anno precedente e il 22 novembre del 2011, invece, la giovane era inclusa negli elenchi del liceo classico «Sannazaro», mentre il fratello Dominique una volta in quelli della IX municipalità, l’altra in quelli dell’Ipia «Sannino» di Barra. Sfruttando una convenzione stipulata nel 2005 tra il Comune e la Società Calcio Napoli, infatti, l’ex assessore, secondo l’accusa, faceva entrare gratis chi voleva nelle tribune del San Paolo. Per questa vicenda ora rischia il processo: un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a lei e al suo ex staffista Fabio Mangieri. Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Luigi Santulli, Danilo De Simone, Maria Sepe e Ida Teresi ipotizzano nei loro confronti i reati di peculato e sostituzione di persona.
La vicenda rientra in una più ampia inchiesta sul Comune che vede indagata la stessa Tommasielli anche per truffa a proposito delle multe annullate alla sorella e al cognato (in concorso con Mangieri e il funzionario Antonio Russo) e il vicesindaco Tommaso Sodano indagato per abuso di ufficio e falso per la consulenza affidata alla docente dell’Università di Bergamo Maria Cristina Roscia (in concorso con il dirigente Giuseppe Pulli).
Le vicende delle multe e della consulenza erano note. Si conoscono ora, invece, i dettagli sull’elargizione dei biglietti omaggio per lo stadio. Secondo la ricostruzione dei pm, Giuseppina Tommasielli, tramite Mangieri, me procurò a familiari e amici, facendo risultare tutti, giovani e meno giovani, studenti di scuole napoletane. Le date di nascita venivano alterate e il Napoli, ignaro, forniva ingressi omaggio anche a chi le scuole le aveva lasciate da un pezzo o non le aveva cominciate ancora. Ecco qualche esempio: in occasione di Napoli — Milan del 17 novembre 2012, Armando e Gianluca B., due gemelli nato il 30 ottobre 2000, risultavano invece nati il 2 maggio 1983 e il 23 gennaio 1990. I due gemelli, scrivono i pm, «risultano inseriti negli elenchi di 16 incontri casalinghi del Napoli, ogni volta con la data di nascita alterata ed indicati come appartenenti ad istituti scolastici sempre diversi». In occasione della stessa partita, Antonio M., Marida M. e Marzia M., verosimilmente un papà e le sue due figlie, nati rispettivamente il 20 febbraio 1951, il 24 settembre 1986 e il 12 febbraio 1991, risultavano invece nati lo stesso giorno e mese, ma qualche anno dopo: rispettivamente il 20 febbraio 2001, il 24 settembre 2006 e il 12 febbraio 2001. L’avvocato Domenico Ciruzzi, che assiste l’ex assessore, non entra nel merito ma commenta: «Leggeremo gli atti, con l’auspicio di dimostrare l’assoluta estraneità della Tommasielli ai fatti contestati». Ciruzzi ricorda anche che, prima che Tommasielli si insediasse a Palazzo San Giacomo, nessun assessore aveva fatto valere quella convenzione, ottenendo migliaia di biglietti gratis per gli studenti napoletani. L’indagata avrà ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentita o depositare una memoria difensiva. Ha già deciso di sottoporsi a un nuovo interrogatorio Tommaso Sodano, che è difeso dall’avvocato Francesco Picca. In attesa di decidere se chiedere o meno di stralciare alcune intercettazioni ritenute ininfluenti ai fini dell’accertamento dei fatti, il vicesindaco ribadisce di non avere interferito sull’assegnazione dell’incarico a Maria Cristina Roscia, dal momento che la decisione, a suo dire, fu presa dal dirigente Giuseppe Pulli, cui la legge affidava questo potere. In ogni caso, fa osservare ancora Sodano, la Roscia, persona di grandi capacità, «ha svolto la prestazione di servizi con risultati tangibili».

Impianti Sportivi Cittadini come procedere

consiglioDi seguito l’Ordine del Giorno che ho presentato oggi in Consiglio Comunale e che è stato sottoscritto anche da consiglieri del PD (Borriello ed Esposito), di IDV (Lorenzi, Esposito, Schiano e Beatrice), di Napoli è Tua (Sgambati) e di “Per una Città Ideale” (Marino), Centro Democratico (Pace). L’amministrazione ha chiesto di rinviarne la discussione ed il Sindaco i un colloquio mi ha manifestato di andare avanti con celerità. Spero che si proceda veramente con celerità tenuto conto di quello che è emerso nella riunione della commissione del 12.12.2013.

CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI

sulla manovra di assestamento 2013

16 dicembre 2013

 Ordine del Giorno

 ai sensi dell’art. 44 del Regolamento Consiliare su

gestione e custodia degli impianti sportivi ex Lege n. 219/1981”

 Premesso che:

 1.- Il Comune di Napoli è proprietario di impianti sportivi realizzati sul territorio cittadino grazie alla legge sul terremoto n. 219/1980 e gestiti dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) giusta convenzioni rep. n. 65753 del 18/07/1996 e rep. n. 74491 del 25/01/2005 ormai scadute.

 2.- Tenuto conto della scadenza delle citate convenzioni CONI alla riunione della Commissione Sport ed Impiantistica Sportiva tenutasi il 12.12.2013 è emersa, ancora una volta, la necessità di provvedere celermente alla custodia ed alla gestione degli impianti al fine di evitare sia la loro vandalizzazione, se abbandonati, sia di disperdere la straordinaria esperienza sportiva e sociale maturata sui territori.

 3.- Il modello di gestione dei citati impianti è stato quello della concessione di uso e gestione ed in virtù del D.Lgs. n. 163/2006 e dell’art. 20 comma 2 e 3 della recente legge Regione Campania 25.11.2013 n. 15, per l’affidamento della gestione a terzi degli impianti sportivi “gli enti pubblici territoriali che non gestiscono direttamente gli impianti sportivi, nel rispetto del principio dell’imparzialità della scelta, affidano la gestione al CONI, al CIP, alle federazioni sportive nazionali, agli enti di promozione sportiva o discipline sportive associate, alle associazioni sportive dilettantistiche iscritte nella sez.ne A prevista nell’art. 11 comma 2 … gli enti pubblici territoriali adottano l’avviso pubblico con le modalità di pubblicità delle procedure di selezione, quale procedura idonea a garantire l’effettiva conoscenza ai soggetti interessati.”

4.- Per consentire una proficua gestione degli impianti occorre procedere con atti di concessione  preceduti da idonei avvisi pubblici ed ai fini della emanazione dei provvedimenti necessari alla preparazione degli atti amministrativi necessari occorre procedere alla qualificazione e descrizione degli impianti definendo la loro rilevanza economica, così come previsto dalla medesima Legge Regionale Campania n. 15/2013, tenendo in particolare considerazione, per la determinazione delle basi di gara, le differenze riscontrabili tra gli impianti sia per il loro attuale stato di manutenzione, sia per la loro localizzazione sul territorio cittadino.

 5.- Nell’assegnazione degli impianti si dovrà valutare la possibilità di prevedere che le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sia assunte dai futuri gestori cui, eventualmente, concedere la facoltà di detrarre dal canone annuale previsto le opere necessarie al risanamento statico, ristrutturazione e manutenzione straordinaria che saranno approvate dagli uffici tecnici del Comune di Napoli ed inserite nel piano annuale e triennale delle opere pubbliche, prevedendo una durata della concessione di 15 anni, ovvero una durata che consenta il recupero degli investimenti necessari alla anutenzione, ristrutturazione e risanamento degli impianti stessi.

 6.- Nelle more della definizione degli atti amministrativi ed al fine di evitare la dispersione del patrimonio di esperienze sportive occorre che si provveda, in via immediata e provvisoria, a consentire la prosecuzione della gestione e custodia, senza oneri per l’amministrazione, affidandola, se del caso, alle federazioni sportive interessate ovvero ai soggetti, società o associazioni sportive che attualmente si trovano a svolgere l’attività sportiva negli impianti stessi.

 Tanto premesso il Consiglio Comunale in virtù degli espressi poteri conferiti dalla vigente legislazione, invita il Sindaco e la Giunta:

 1) Ad attuare ogni atto necessario alla rapida definizione degli affidamenti degli impianti realizzati con la legge 219/1981 tenendo in debito conto quanto indicato in premessa e sollecitando i Servizi preposti (Gestione Grandi Impianti Sportivi, Patrimonio, Bilancio, Progettazione e Manutenzione Impianti Sportivi, etc.) affinché adottino tutti gli atti necessari alla istruttoria dei provvedimenti di concessione e prevedendo la costituzione di un tavolo tecnico interassessorile anche con la partecipazione del CONI, quale ente pubblico deputato alla promozione e valorizzazione dello sport;

 2) a prevedere nella adozione dei futuri provvedimenti concessori la particolare valorizzazione della esperienza sportiva, sociale ed agonistica maturata sui territori, assicurando l’attuazione dell’interesse pubblico nell’utilizzo dei beni pubblici attraverso l’adozione, da parte dei futuri gestori, dell’obbligo di consentire l’inserimento gratuito nei corsi di pratica sportiva – in orario pomeridiano ed antimeridiano – a cittadini in condizioni di fragilità e di disagio, a rischio di marginalità o di devianza, tenendo conto del cd. “bilancio sociale” nella determinazione dei canoni di concessione;

 3) a considerare –  nella definizione del cosiddetto “bilancio sociale” e nella determinazione dei canoni di concessione pertinenti gli impianti in parola – specifiche agevolazioni tariffarie in funzione del reddito dei cittadini utenti;

i Consiglieri

Cons. Gennaro Esposito

I costi dei Consiglieri Comunali e la media del pollo

spreco-di-soldi-pubbliciOggi (13.12.2013) leggo sul Roma un articolo sensazionalistico sui costi del Consiglio Comunale di Napoli con titoli a caratteri cubitali da cui ovviamente voglio prendere le distanze perché ha genericamente applicato la cd. media del pollo poiché riporta che ogni consigliere del Comune di Napoli avrebbe percepito circa 30.000,00 €. all’anno! Il titolo è tutto un programma: “CONSIGLIO COMUNALE MANGIA SOLDI”. Ebbene, voglio prendere le distanze poiché io ho percepito molto meno. Il giornalista avrebbe potuto anche farsi un giro sul web ed accorgersi che ci sono consiglieri che, invece, hanno percepito meno della terza parte di quanto sensazionalisticamente riportato. Ovviamente il tema dei costi della politica è un tema che tira ed è, credo, anche molto populista poiché spesso chi scrive non mette l’accento sulla qualità del lavoro svolto e che si deve pretendere da un eletto dal popolo ma solo su quanto l’eletto percepisce. Per dirla tutta per me anche 100,00 €. sarebbero troppe per un Razzi ed uno Scilipoti (e ce ne sono tanti)! Vorrei sapere quando i giornali inizieranno a fare giornalismo e non sensazionalismo! Sono convinto che il tema vada affrontato e presto ma le questioni vanno poste in modo corretto. Giusto per essere chiari rispetto ai cd. 30.000,00 €.  riportati dal ROMA io ho percepito €. 7.125,53 (lorde) nel 2011 (CUD 2012 clikka) ed €. 9.956,00 (lorde) nel 2012 (CUD 2013). Per chi volesse leggerlo ecco il sensazionale articolo del ROMA (clikka). Se continuiamo in questo modo “capronesco” c’è il serio rischio che alla fine potranno fare politica solo nobili possidenti e ricchi commercianti ritornando al medioevo! Come sempre occorre cautela, coscienza ed equilibrio ma di questi tempi l’equilibrio è merce rara!

Consiglio anche quest’altro articolo con rinvii ad altri pezzi che ho scritto su un argomento che mi sta a cuore:

I nostri costi della politica (clikka)

Comune di Napoli Assestamento 2013 con i conti in ordine (?)

comuneSento il dovere di condividere con i miei concittadini il peso della manovra di assestamento di bilancio 2013 che pesa diverse decine di milioni di euro, nella speranza che ci sia qualcuno di buona volontà che si dia una scorsa alle oltre (non spaventatevi) 500 pagine che sono comprensive di numerose schede contabili. Ora sfido chiunque a dire che il ruolo di consigliere comunale di un comune di 1.000.000 di abitanti e 4 miliardi di euro sia una cosa tutto sommato semplice e che potrebbe essere ricoperto anche da una brava massaia (senza nulla togliere alla massaia), perché se fosse così, io mi sentirei un po’ in difficoltà, nonostante i miei venti anni di esperienza professionale di avvocato, una laurea in giurisprudenza, un diploma di specializzazione ed una esperienza come Ufficiale della GDF. Non mi dilungo molto ma oggi in commissione bilancio abbiamo ascoltato i componenti del Collegio dei Revisori, che ci hanno detto che è tutto a posto! che il comune è un orologio dal punto di vista della contabilità, che le riscossioni sono in linea ed i pagamenti e spese anche. Io ovviamente sono intervenuto chiedendo la cortesia al presidente di ribadire tali concetti perché tutto sommato ero contento ma, con delle perplessità dovute a ciò che sento in città: bollettini TARES sbagliati, canoni ERP e multe non riscossi e creditori alla porta degli assessorati … Buona lettura mi raccomando attendo osservazioni con ansia. Il consiglio per l’approvazione è fissato per lunedì 16.12 p.v. in sostanza le carte ce le hanno date oggi e dovrei passare il week end a studiare …. ce la faranno mai i nostri eroi???

ecco gli atti:

1.delibera di Giunta di assestamento_291113_0911[1]

2.pag.0_73

3.pag.74_168

4pag.169_250

5.pag.251_329

6.pag.330_399

7.Parere Collegio dei Revisori

Delibera Piano Sociale di Zona

Il mio intervento sulla manovra di assestamento al 09:39

Mercato Ittico resta a Napoli un obiettivo raggiunto

mercatoitticoIl 9 dicembre scorso il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato la delibera n. 904/2013 (clikka) che definitivamente stabilisce la localizzazione del mercato ittico nella sua storica sede di Piazza Duca degli Abruzzi sovvertendo una scelta delle passate amministrazioni, a mia avviso ormai non più attuale, di delocalizzarlo a Volla nel CAAN. Quest’ultimo è un esempio di “cattedrale nel deserto” che dovrà trovare un nuovo slancio. Ci sono voluti un ordine del giorno e due delibere per arrivare alla conclusione. Noi di Ricostruzione Democratica nella strenua ricerca della soluzione nel bene e nell’interesse pubblico proponemmo circa un anno fa il conferimento della gestione della struttura di Napoli, al CAAN al fine di preservare sia la società partecipata che gli operatori all’ingrosso del pesce che rappresentano una realtà economica viva da non compromettere in questo particolare momento di crisi. Oggi si spera che i lavori di adeguamento finiscano prima di Natale agli operatori come da tradizione di aprire le porte del mercato alla città nella notte del 23 dicembre. Speriamo bene.

Sul tema molti altri articoli su questo blog da cui si può evincere l’impegno e la tenacia con la quale è stata portata avanti questa azione di politica e di amministrazione, a seguire l’intervento di Simona Molisso in Consiglio e l’articolo del Corriere del Mezzogiorno dell’11.12.2013:

CAAN e Marcato Ittico (clikka)

al 00:16:00 l’intervento di Simona Molisso sulla delibera

Corriere del Mezzogiorno dell’11.12.2013

Il mercato ittico non andrà a Volla

La storica struttura resta a Napoli ma con la gestione del Caan

NAPOLI — Dietrofront, il mercato ittico torna a Napoli. Dal Centro agroalimentare di Volla (Caan) i 29 operatori si ri-trasferiscono al porto partenopeo, nell’hangar di piazza Duca degli Abruzzi, lasciato un anno fa tra le proteste. Un passaggio in provincia previsto da un piano risalente agli anni 80 che i lavoratori non avevano mai mandato giù — numerosi furono i sit-in e le manifestazioni di dissenso — e che ora viene annullato dall’ok alla delibera comunale ad hoc. Carlo Iannello e Gennaro Esposito, consiglieri comunali del gruppo Ricostruzione democratica, esultano: «Battaglia vinta dalla città. Siamo riusciti a far prevalere il buon senso con una convenzione che salva capre e cavoli: gli interessi legittimi del Centro agroalimentare e quelli degli operatori». L’accordo è il seguente: il Caan, società partecipata del Comune presieduta da Lorenzo Diana, rinuncia alla presenza fisica del mercato del pesce all’ingrosso negli spazi di Volla ma non alla gestione, e quindi alla riscossione dei canoni (circa 2000 euro a box).
La struttura di piazza Duca degli Abbruzzi, quindi, ospiterà di nuovo, come ha fatto per settant’anni, i grossisti e il cospicuo indotto (300 lavoratori). Non solo: il capannone disegnato da Luigi Cosenza nel 1930 è un bene di pregio, non un banale deposito commerciale. Nel 2011 l’artista Vanessa Beecroft realizzò una performance con 40 modelle dipinte di nero. Dove osavano orate e spigole fece capolino l’arte più raffinata.
«La struttura— ricorda Esposito — si presta anche ad altri usi, contestuali a quelli mercatali. Abbiamo promosso un ordine del giorno che impegna il Comune e operatori a vagliare la possibilità di farne un polo del consumo del pesce». In pratica, adibire un’ala alla ristorazione, anche veloce, di prodotti ittici che più freschi non si può (tra l’altro questa del polo gastronomico è un’idea che mano solerti hanno già inserito nella pagina Wikipedia del Mercato ittico di Napoli). Il progetto renderebbe attrattiva un’area degradata, visto che sorge alle spalle del mai nato parco della Marinella, landa desertificata dalla sciatteria di più soggetti, Comune in primis.
Tornando al mercato: nei giorni caldi della chiusura vennero contestate anche le condizioni di agibilità e di sicurezza igienica. Quei problemi, ricordano Iannello ed Esposito, ora hanno trovato soluzione grazie all’intervento dell’Asl nei locali. L’adeguamento sarebbe in fase di ultimazione. In tanti sperano che il mercato possa riaprire per la sera del 23 dicembre, quando mezza Napoli per tradizione accorre a scegliere prelibatezze per il Cenone.
Alessandro Chetta

De Magistris sulla strada giusta

demagistisIn questi ultimi giorni sembra che si sia invertita la rotta dell’amministrazione che ha segnato tre punti nella direzione che noi di Ricostruzione Democratica abbiamo indicato da oltre un anno. Non posso, infatti, non notare tre fatti a cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni che ci danno un po’ di soddisfazione per l’impegno profuso:

1) Bonifica di Bagnoli (clikka) su cui abbiamo detto e scritto tantissimo con numerosi interventi in consiglio comunale, atti e proposte riportati su questo blog che sembrano quasi interamente essere state recepite nella ordinanza del Sindaco sull’obbligo della bonifica;

2) L’area NATO che da tempo è stata oggetto della nostra attenzione e per la quale il Sindaco ha dato una direzione precisa nel senso di aprire il Collegio Ciano alla Città facendo proprie le indicazioni che abbiamo cercato di dare: Restituiamo l’area NATO alla Città (clikka);  La politica e l’area NATO occorre vigilare (clikka).

3) I  finanziamenti perduti per la sicurezza delle nostre scuole e degli impianti sportivi (clikka) per i quali mi sono rivolto anche al Segretario Generale (clikka) per sollecitare il servizi o ispettivo e per i quali oggi ho avuto modo di leggere la delibera con la quale si è dato mandato all’avvocatura di proporre un Ricorso al TAR (clikka) avverso la decisione di inammissibilità della Regione Campania.

Certo siamo ancora in attesa di vedere realizzato l’indirizzo dato sul mercato ittico di Piazza Duca degli Abruzzi (clikka), sulla mostra d’oltre mare, lo zoo e l’edenlandia (clikka) e tante altre proposte che con impegno, fatica (tanta) e tenacia stiamo cercando di portare avanti. In questo senso credo che non ci tireremo indietro e saremo pronti a sostenere la lotta politica per il bene e l’interesse pubblico. Fosse fosse che stiamo sulla buona strada? La speranza credo sia una “dote” che dovrebbe avere ogni politico.

Occupazione di Suolo Pubblico

consiglioIeri (16.09.2013) sono stati approvati due nostri emendamenti al regolamento sulla occupazione di suolo pubblico. Con il primo (cosap esercizi di asporto clikka) siamo riusciti a prevedere, finalmente, la possibilità per i piccoli esercizi di asporto di poter ottenere l’occupazione di suolo pubblico per la installazione di punti di appoggio (funghi) per poter consumare una pizzetta o un panino. Crediamo di aver fatto due cose buone una per gli esercenti che potranno così avere una opportunità in più per attirare i clienti e l’altra per il comune che incasserà i relativi proventi. Col secondo emendamento (cosap esenzioni clikka) abbiamo voluto disciplinare i casi in cui è possibile accordare una riduzione fino al 50%, ovvero in casi particolari l’esenzione totale fermo restando la copertura di tutti i costi oltre ad una percentuale sui ricavi o suoi biglietti se previsti.

Il diritto alla Casa nel Comune di Napoli

consiglio comunaleIeri (10.09.2013) si è tenuto il consiglio comunale sulla questione della regolarizzazione degli occupanti abusivi delle case di cui già trattammo nel consiglio comunale di agosto (sanatoria degli occupanti clikka). La decisione è stata travagliata perché quest’argomento attraversa gli strati più deboli della nostra comunità cittadina. La delibera è stata approvata con un nostro un nostro emendamento che incollo in calce. Ecco i nostri interventi:

l’intervento di Carlo Iannello al 00:30:39 ed il mio intervento al 00:52:10

CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI

del 10 settembre 2013

proposta di emendamento

Alla delibera di iniziativa consiliare P.G. 09.09.2013 n. 287 “Indirizzi per la gestione del patrimonio immobiliare comunale ed il contrasto dei fenomeni di occupazione abusiva mediante azioni di regolarizzazione: sanatorie-volture-sgomberi”.

A pagina 5 della proposta di delibera dopo il secondo capoverso del deliberato aggiungere il seguente testo:

“Le domande di regolarizzazione delle occupazioni improprie sono procedimentalizzate dall’Amministrazione tassativamente secondo l’ordine cronologico di ricezione degli uffici. L’amministrazione ha cura di procedere contestualmente all’esame delle domande degli aventi titolo alla regolarizzazione ed allo sgombero dei non aventi titolo, garantendo e favorendo particolarmente l’assegnazione dell’alloggio ai cittadini che sono stati pretermessi dalle occupazioni improprie regolarizzate così come previsto dall’art. 33 della legge regione Campania n. 18/1997”.

I consiglieri

Gennaro Esposito (RD)

Carlo Iannello (RD)

Simona Molisso (RD)

Sanatoria degli occupanti delle case del Comune

1146623_3292820375401_832227357_nLa questione della cd. sanatoria delle “occupazioni abusive” delle case del Comune l’ho letta in questi giorni sui giornali, ed al consiglio comunale del 7 agosto scorso sia io che Simona Molisso abbiamo deciso di intervenire per cercare di fare un po’ di chiarezza tra giunta e consiglio. Ebbene, la cosa che mi ha incuriosito e che pur essendo stati noi di Ricostruzione Democratica ad introdurre l’argomento con il primo intervento che, poi, ha condizionare l’intera seduta del Consiglio Comunale, facendo, peraltro, emergere una gravissima spaccatura con la giunta, i giornali hanno completamente ignorato la nostra attività. Ciò che mi colpisce, infatti, è l’assoluta indifferenza dei giornali a ciò che si tenta di fare nell’istituzione con forze che sono assolutamente nuove. I giornalisti, infatti, anche in questa occasione hanno preferito rincorrere il titolo riportando tesi sostenute da “vecchi arnesi” della politica, finendo per contribuire ad una sorta di “riciclaggio” di personaggi che per anni, avendo occupato uno scranno nel assemblea cittadina, prima di parlare di come fare per risolvere il problema, dovrebbero spiegare ai cittadini come ci si è arrivati al fenomeno delle occupazioni abusive. Fenomeno che, non occorre sottacere, è stato un serbatoio per l’acquisizione di un consenso elettorale “drogato”. Ad un giornalista, per spiegare bene la questione, ho addirittura inviato una mail con un testo coordinato delle norme affinché potesse districarsi nel groviglio legislativo.

Eppure noto una contraddizione nella vicenda, da una parte i giornali ogni tanto riportano editoriali di questo o di quello, illustre e non illustre, che lamenta l’assenza di iniziative politiche nuove nel consiglio comunale, dall’altro gli stessi giornali tacciono ogni volta che c’è la possibilità di sottolineare una proposta politica nuova su un tema specifico.

In questa nostra città dovrebbero mettersi in fila, innanzi ad un plotone di cittadini armati della sana ironia dei gradi Maestri Napoletani Totò e De Filippo, politici, imprenditori e giornalisti ….. non aggiungo altro…

Per comprendere ciò che voglio dire ecco gli interventi di Ricostruzione Democratica

Il mio al 00:03:40 e quello di Simona Molisso all’1:37:43

Apriamo lo Zoo ma senza tante domande!

ienaOggi (24.07.2013) ho partecipato ad una assemblea pubblica che aveva ad oggetto lo Zoo di Napoli e la proposta dell’imprenditore Francesco Floro Flores. L’assemblea si è tenuta su iniziativa meritoria degli esponenti di SEL, c’erano, infatti, gli ottimi Marcello Cadavero e Roberto Braibanti nonché l’imprenditore proponente che ha avuto il merito di venire nel palazzo del Consiglio Comunale ad illustrare la sua idea. Purtroppo, mi sono reso conto che quando c’è l’unico imprenditore che si fa avanti è meglio non fare domande e stendergli i tappeti rossi, altrimenti, si potrebbe offendere e tirarsi indietro! Hanno partecipato anche i lavoratori dello Zoo verso i quali esprimo la mia solidarietà e dei quali sono preoccupato, solo che anche loro hanno ritenuto che era meglio non fare domande ! Io ovviamente le domande le ho fatte ed ho ricevuto un coro di contestazioni proprio da parte dei lavoratori che volevo in realtà tutelare. Si potrebbe dire che non mi hanno capito o che a Napoli stiamo così “inguaiati” che è meglio accontentarsi; che tutto sommato se andiamo al terzo fallimento “c’avimma fa!”. Come sempre cerco di capire come stanno veramente le cose ed allora, dopo tante parole su laghetti, gabbie all’ultima generazione, ristoranti etc etc ho chiesto all’imprenditore: “si vabbè, ma dal punto di vista economico/finanziario quali sono i numeri? Dovremmo valutare le proiezioni per capire se il progetto è fattibile e si regge in piedi”. Ho anche chiesto quale era l’offerta per il contratto di locazione con la mostra. Per non sembrare di essere troppo “sgarbato” ho giustificato queste mie domande col fatto che la situazione è gravissima e ciò lo dimostra il fatto che c’è stata una sola proposta imprenditoriale, senza la possibilità di scelta né una reale concorrenza. Ovviamente, ciò dimostra anche la incapacità della imprenditoria napoletana che non è in grado di mettere in campo una sana concorrenza per l’assenza di Imprenditori. Per carità non faccio una colpa a Floro Flores sia ben chiaro, ma non si può negare che per il mercato, la mancanza di imprenditori concorrenti, è un vulnus. Mi sarei aspettato un reazione diversa con una discussione che fosse entrata nei particolari economici per comprendere come meglio fare il bene e l’interesse pubblico. Si è sollevato, a queste mie domande, un coro di proteste, in particolare dei lavoratori, che hanno ritenuto troppo invasive le mie richieste quasi che avessi fatto uno sgarbo. Ho cercato di spiegare che le domande le facevo proprio per capire, anche nell’interesse dei lavoratori, se la proposta era buona e percorribile. E’ stato tutto inutile! Niente da fare! Abbiamo avuto una proposta e dobbiamo starci nonostante l’imprenditore ad un certo punto avesse iniziato a rispondermi. Mi hanno detto che avrei dovuto avere già tutti i dati e che gli stessi sarebbero reperibili sul web che ormai era tardi e che si doveva solo firmare! Sennonché stasera ho cercato i dati che avrebbero dovuto essere sul web ma nulla! Nessun business plan niente di niente neppure sul blog di francecso floro flores (clikka)! Un coro di sindacalisti e lavoratori indispettiti dalla mia “arroganza” fino a giungere ad un intervento strappappalusi di un non meglio specificato collaboratore della commissione ambiente del comune (?). Per questi i dati li avrei dovuti già avere ed in mancanza li avrei dovuti chiedere all’amministrazione che ne è in possesso. Sinceramente non ho capito questa chiusura e se un imprenditore coraggioso viene in consiglio comunale non vedo perché non debba dire lui stesso ai cittadini ed agli amministratori quale è la sua proposta anche economica. Per me vale il binomio: bene pubblico/discissione pubblica. Alla fine alcuni dati sono usciti, il resto li chiederò con una lettera all’amministratore della Mostra che spero mi risponda. Orbene, senza mezzi termini, i dati appresi sarebbero, sempre se ho capito bene: Acquisto della azienda dal fallimento con il pagamento della somma di 50.000,00 €. (pari ai tfr dei lavoratori maturati nell’esercizio provvisorio), promessa di investimento di 6.000.000,00 €., un contratto di affitto trentennale con la mostra, con diritto di prelazione alla scadenza dei trena anni (non so se è possibile trattandosi di una società pubblica), canone gratuito per i primi cinque anni (e non ho capito bene qualcosa di agevolato per altri dieci anni), promessa di dare una percentuale del 5 % (mi sembra) sugli incassi superiori ai 200.000 visitatori all’anno, con la precisazione che se non si dovessero raggiungere i 200.000 visitatori (con biglietto a 6 €.) l’operazione non si potrebbe economicamente sostenere, tenuto conto che  lo Zoo ha un costo mensile di 100.000 €. Ovviamente, l’imprenditore ci ha tenuto a precisare che l’operazione deve essere bancabile. Il che significa che i 6.000.000,00 li mette la banca che prenderà le dovute garanzie. Tutto normale, sia ben chiaro, ho bisogno di altri dati per capire, ma se le cose stanno così ci potremmo trovare innanzi ad un’altra operazione dove l’imprenditore col pubblico non mette nulla sul tavolo. Spero che almeno la mostra si faccia dare delle garanzie assicurative o bancarie … ma forse sarebbe chiedere troppo! Si dovesse offendere l’imprenditore? Da questa storia ho capito che non sono un politico avrei, invece, dovuto dire è bellissimo tutto ok assumete i lavoratori andrò dal Sindaco a chiedere di sbrigarsi! Che tristezza, noi Napoletani aspettiamo sempre il salvatore della patria affidandoci anima e corpo! Di questo passo non so se riusciremo mai a cambiare qualche virgola a questo libro che si scrive da solo usando sempre le stesse parole… che tristezza!

Vedi anche:

allarme per gli animali dello zoo clikka

zoo edenlandia cinodromo mostra d’oltre mare assente clikka

zoo edenlandia bagnoli fuorogrotta una piccola las vegas clikka

Case Famiglia un punto della sinistra

maniCase famiglia: La questione è ancora in agenda con tutta la sua gravità ecco il nostro comunicato:

Sono mesi che i consiglieri di Ricostruzione Democratica si stanno occupando, con altri consiglieri del Comune di Napoli, della gravissima condizione nella quale versano le Case Famiglia e del rischio che queste istituzioni possano chiudere infliggendo alla comunità un danno enorme che non ci possiamo assolutamente permettere. E’, infatti, nei momenti di difficoltà che si misurano le capacità di un’amministrazione di far fronte ai bisogni dei più deboli. In consiglio Comunale e nelle commissioni Ricostruzione Democratica è intervenuta più volte per capire i meccanismi burocratici, contabili e finanziari che di fatto impediscono l’assolvimento di bisogni primari che questo settore assolve. Dei passi in avanti sono stati fatti ma occorre che l’Amministrazione faccia ogni sforzo affinché non vadano per strada i minori collocati presso queste strutture. I Consiglieri di Ricostruzione Democratica sono convinti che le sane forze della sinistra napoletana faranno fronte comune affinché ciò non accada. Questa è una sfida che da Napoli deve partire affinché il Governo capisca, una volta per tutte, che i tagli indiscriminati spezzano le gambe al futuro del paese. L’amministrazione faccia tutto ciò che è possibile fare noi vigileremo su ogni atto amministrativo e politico e saremo disponibili ad adottare e sostenere ogni iniziativa affinché la sinistra persegua i principi per cui è nata. Simona Molisso Gennaro Esposito Carlo Iannello

case famiglia ed imparzialità della PA clikka

case famiglia siamo tutti nella stessa barca clikka

case famiglia la lettera al sindaco clikka

politiche sociali prima le donne ed i bambini clikka

la burocrazia alle spalle dei bambini clikka

La malapolitica delle nomine attecchisce in municipalità!

volpedo il quarto statoSul potere discrezionale esercitato dai politici nelle nomine ho scritto, manifestando chiaramente come la pensiamo (Ai nominati della politica diciamo no! clikka). Ieri (15.07.2013) in Consiglio Comunale noi di Ricostruzione Democratica, per la seconda volta, ci siamo rifiutati di designare i componenti nella commissione urbanistica perché riteniamo che occorra con urgenza un nuovo regolamento per il quale abbiamo anche presentato una proposta.  Abbiamo, quindi, dimostrato con un atto concreto che a noi non interessa fare la politica dell’amico dell’amico, dell’amante del consigliere, dell’uomo di partito o del piacere personale ma la politica della efficienza e della condivisione del potere che deve essere controllabile specialmente sulle nomine che oggi escono ancora da stanze ben chiuse e sigillate. Peraltro, uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dell’amministrazione De Magistris è stata la trasparenza, la partecipazione ed i beni comuni, tanto che oggi ci ritroviamo di nuovo con lucarelli coinvolto in un fantomatico osservatorio per i beni comuni insieme ad altri professoroni esperti in teoria, ma evidentemente poco nella pratica. Io mi sono candidato sull’onda dell’indignazione pronunciando le stesse parole d’ordine nelle quali credevo e credo tuttora, solo che la partecipazione, per i politici, è bella ma solo a parole e ciò purtroppo è un cancro che attecchisce sul politico sin dalla culla. Si dalla culla perché mi ha sorpreso  il parere sulla nostra proposta di regolamento della II Municipalità (clikka). A leggerlo, infatti, non ci si crede! In un solo colpo all’unanimità si è manifestata tutta l’arroganza della vecchia ed insipiente politica. Mi ha, infatti, colpito il tono usato nella motivazione dove si legge che “il regolamento è eccessivamente restrittivo … l’attività di controllo dei consiglieri comunali è eccessivamente onerosa …  tutta la parte riguardante la pubblicità delle nomine la si ritiene inutile e serve solo come fumo negli occhi di una fantomatica trasparenza“. Parlando con alcuni amici consiglieri della II Municipalità mi sono reso conto che la questione è stata presa assolutamente sotto gamba consentendo, a qualcuno di orchestrare questo brillante prodotto istituzionale,  calpestando i valori ed i principi che dovevano ispirare tutta l’azione amministrativa di questa giunta cittadina. L’amarezza è che “questi” non si sono neppure premurati di leggere né il parere positivo del segretario generale del comune né di verificare che la proposta è stata in sostanza “copiata” dal regolamento che ha adottato Zedda a Cagliari né di pensare che l’attuale regolamento vigente nel comune di napoli è inapplicabile in quanto superato dalle leggi vigenti e dallo statuto del comune. Nelle parole usate dalla II Municipalità registro con amarezza che la malapolitica è un cancro che alligna sin dalle prime cellule delle istituzioni e sarà difficile sradicarlo benché questa amministrazione abbia fatto della partecipazione e della trasparenza il suo cavallo di battaglia … a parole credo … solo a parole …

sulla questione consiglio anche:

partecipate le nuove nomine alla vecchia maniera clikka

le nomine un cancro per la politica clikka

san carlo chi decide sulle nomine clikka

barracco lascia l’arin regolamento e trasparenza sulle nomine clikka

Il mio intervento sulle nomine al 1:19:06

Il Calcio è una priorità per Napoli?

delaurentiisdemagistrisOggi leggo sul mattino due intere pagine sul Calcio Napoli, sullo Stadio San Paolo e sui rapporti con il Sindaco di Napoli (Debito e Nuova Convenzione clikka – il Napoli Giocherà al San Paolo clikka). Eppure non posso non provare un senso di fastidio nelle notizie che ho letto perché ai cittadini i giornali offrono solo e sempre una faccia della medaglia senza alcuna spiegazione e senza alcun approfondimento. Devo confessare che sono condizionato dal fatto che ieri (28.06.2013) c’era uno stuolo di giornalisti sotto palazzo San Giacomo ad aspettare di fare uno scatto a De Laurentiis ed in contemporanea sotto San Giacomo c’erano anche in accampamento stabile ormai da settimane, notte e giorno, i rappresentanti delle Case Famiglia e gli operatori sociali che non vedono un euro da trenta mesi e che rischiano la chiusura, con 500 minori che andrebbero in mezzo alla strada. Ebbene a fronte di questi fatti intere pagine su ciò che si sono detti de laurentiis e de magistris con il primo che minaccia di andarsene a giocare a Caserta ovvero a Palermo ed il sindaco che l’assicura che ci sarà l’agibilità dello stadio per tempo! Mi è venuto un senso di disagio a cui non posso sottrarmi, sia per i giornalisti che per la situazione in se. In tutto questo Anna, di una casa famiglia, ieri mi ha chiesto se potevo intercedere per fare in modo che un bambino della sua casa famiglia incontrasse De Laurentiis che in quel momento era dal Sindaco. Dopo aver sentito le notizie non posso non dire che avrei preferito un Sindaco che avesse detto al caro patron, prima di parlare d’altro, di pagare i debiti verso il Comune che, contrariamente a quanto indicato dal Mattino, non ammontano ad €. 1.700.000 ma a circa €. 7.000.000 (il Calcio Napoli infatti non paga il canone dal 2007). Come dire per dimostrami la tua serietà caro de laurentiis paga prima il tuo debito e poi parliamo del resto. Sullo stadio so abbastanza ed ho addirittura girato un servizio con presa diretta che poi non è uscito per pressioni fatte sui giornalisti di uno staff che credevo inossidabile. Ecco con il Calcio Napoli ci troviamo innanzi ad uno di quei poteri forti che spesso i politici non sono in grado di affrontare poiché troppo supini a ricercar consenso ovvero a non perderlo. Ebbene, posso dire che per come è la convenzione (che pure ho postato su questo blog clikka) il Calcio Napoli, quando era in difficoltà ha beneficiato addirittura di un contributo del Comune per diversi milioni di euro, ed oggi credo avrebbe fatto bene a caricarsi dei lavori della UEFA mentre, invece, il Patron non ha perso tempo a pretenderli dal Comune in un momento in cui il Comune non ce la fa manco a pagare i servizi essenziali ed indispensabili usando la minaccia di andarsene a giocare altrove. Mi viene da dire che amore per la Città e per i suoi tifosi che ha questo patron! (Sul punto vedi quanto ci costa il calcio clikka). Non so come spiegarlo ma io prima di pensare ai tifosi avrei pensato innanzitutto ai figli dei tifosi ed ai figli dei napoletani che stanno nelle case famiglia e devono andare a scuola ed a cui noi stiamo sottraendo ossigeno e prospettive di vita. Senza tema di smentita posso dire che il Calcio in una scala di priorità non è certo al primo posto ed occorrerebbe che i giornali oltre a dare le notizie giuste, le mettessero anche in relazione per offrire ai cittadini l’opportunità di farsi un’idea di come vogliono che sia la loro città!

Ad ogni buon conto noi di Ricostruzione Democratica stiamo lavorando ad una proposta di delibera con una nuova convenzione del Calcio Napoli e per avere un raffronto ci siamo fatti mandare la convenzione dello stadio Meazza dal Comune di Milano … come dire crediamo che la casa di vetro significhi che la trattativa tra De Laurentiis ed il Sindaco debba essere pubblica …. altro che stanze chiuse i cittadini devono sapere tutto!

Salvatore Settis: Cittadini e Costituzione

settisRiporto un passo del libro di S. Settis (Azione Popolare) nel quale colgo i principi in cui noi di Ricostruzione Democratica ci riconosciamo profondamente. E’ per me una soddisfazione riscontrare come le cose che dice Settis, noi in ogni atto amministrativo o politico che abbiamo adottato, tal volta con sofferenza immensa, le abbiamo attuate senza esitazione ma, ripeto, con sofferenza. Vi invito a rivedere la conferenza stampa della nascita di Ricostruzione Democratica (clikka) in essa troverete molte similitudini tra ciò che all’epoca dicemmo ed il pensiero di Settis. La Costituzione per noi è un faro ed è un programma da seguire! Nel Paese sento che c’è un filo che unisce la stragrande maggioranza degli Italiani un filo che oggi gli uomini di buona volontà hanno l’obbligo di seguire.

Da Azione Popolare di S. Settis:

In un paese dove i partiti e governi d’ogni sorta e d’ogni colore hanno identificato il bene comune con la cieca ubbidienza ai mercati, i cittadini non possono accontentarsi del ruolo di elettori, subendo passivamente ogni decisione. In una democrazia rappresentativa è cruciale l’idea che il popolo sovrano conservi un potere negativo che gli consente di vigilare, giudicare, influenzare e censurare i propri legislatori. Il potere negativo dei cittadini non nega la rappresentanza politica e non si sostituisce ad essa, ma ne è l’indispensabile contrappeso e completamento: sovranità informale che esiste al di fuori delle istituzioni statali allo stesso tempo fornisce quell’esprit che rende tali istituzioni legittime agli occhi degli individui. … L’esercizio del potere negativo da parte di organizzazioni militanti ma non di partito può oggi essere  più diffuso, efficace e intenso grazie alle tecnologie informatiche. Esso non comporta la rivendicazione del potere politico, anzi la esclude, perché punta sulla figura del cittadino-giudice, che non vuole sminuire la legittimità morale delle istituzioni  rappresentative; al contrario tende a potenziarle. Non fa antipolitica, anzi genera antidoti contro la vera antipolitica, perché getta le basi per una nuova consapevolezza dell’identità fra comunità dei cittadini e Stato, per una nuova responsabilità. Innesca percorsi attraverso i quali i cittadini che non si riconoscono in una determinata azione di governo possono impedirla o sovvertirla con mezzi legali. Impone a chi milita nei comitati una riflessione di fondo non solo sui singoli interessi e problemi ma sui principi in nome dei quali è giusto metterli a fuoco ed esigere una soluzione. E questi principi, basta saperlo e basta volerlo, sono contenuti nella nostra Costituzione. E’ in suo nome, cioè in nome del bene comune, che può avvenire non solo la confluenza dei movimenti, ma anche una vasta riaggregazione dei cittadini intorno a ideali politici che vengono dal passato (Resistenza e la Costituente) e possono ispirare il futuro perché garantiti dalla Carta suprema del nostro ordinamento. Riappropriarsi della cittadinanza e della democrazia mediante consapevoli atti di cittadinanza richiede molto lavoro dei cittadini su se stessi e sulle istituzioni. Ma lo sbocco di questa riflessione e di questa azione non è necessariamente l’insurrezione… La nostra Costituzione, al contrario, ci autorizza a rispondere alla crisi della rappresentanza e della democrazia con una ribellione civile in nome della legalità costituzionale. Rivisitare la genealogia della Costituzione e riattivarne pienamente il progetto è la strada obbligata per sfuggire alla trappola mortale di un movimentismo senza meta, di un orizzonte irraggiungibile dove il traguardo è nulla, il movimento è tutto. Dobbiamo spronare le istituzioni, in nome della legalità Costituzionale, a camminare verso un traguardo ben definito. Verso un’idea d’Italia…. Nella nostra Costituzione il potere negativo dei cittadini c’è già. Suo fondamento è la sovranità popolare, l’insistenza della collettività e sulla nazione, il ruolo chiave dei diritti di cittadinanza, la centralità del lavoro e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese….

Gli atti dei poteri pubblici, per passiva acquiescenza al dispotismo dei mercati, restringono ogni giorno lo spazio dei diritti civili, dei beni comuni, dei servizi sociali. Ci tolgono libertà e democrazia. L’antidoto è la sempre più attiva e concreta partecipazione di tutti alla cosa pubblica, una piena assunzione di responsabilità. In prima persona!

Philip Glass: “Ogni Volta che la legge della giustizia va spegnendosi e il male domina la terra, noi emergiamo alla vita, generazione dopo generazione, prendiamo forma visibile e agiamo, ogni uomo fra altri uomini, per tutelare il bene, respingendo il male e ricollocando la virtù sul trono

Taranto chiama Bagnoli! Chi risponde?

bagnoliNoi tre consiglieri comunali di Ricostruzione Democratica su Bagnoli abbiano detto e fatto tutto quello che ci era possibile fare. Su questo Blog, ma anche su quelli di Simona Molisso e di Carlo Iannello, con una semplice ricerca si trovano molti interventi e proposte sul sito tanto disgraziato della nostra città. Eppure, non si può fare a meno di parlare ancora di Bagnoli per le evidenti contraddizioni e per l’evidente simile destino con l’ILVA di Taranto. E’, infatti, da qualche giorno che si sente parlare dell’azione della Procura di Taranto e del sequestro del patrimonio dei RIVA in ossequio al principio, che in tutti i modi stiamo cercando di portare avanti in Consiglio, “CHI INQUINA PAGA”. Ebbene, basta leggere il decreto di sequestro dell’area di Bagnoli emesso il mese scorso dal Tribunale di Napoli per capire che mentre a Taranto la Procura va avanti cercando di applicare questo principio, a Napoli la complessità è tale che forse il quadro non è ancora del tutto chiaro. Eppure nel decreto di sequestro che forse non molti hanno avuto modo di studiare, tra le tante cose interessanti si legge: “Da ultimo, per completezza di valutazione, al fine di evidenziare come risulti assolutamente Illogico prevedere un intervento stralcio che preveda lo bonifica dei litorali prima della rimozione delle principali cause di inquinamento, giova segnalare un particolare che, pur non avendo formato oggetto di attuali approfondimenti ed investigazioni, è agevolmente desumibile, in tutta lo sua gravità, dal verbale della conferenza di servizi decisoria del 5 luglio 2011. In particolare, compulsando con attenzione detto verbale si intende che il Ministero ebbe a valutare il progetto di bonifica dei terreni della CEMENTIR spa.
 Si tratta di una azienda, che per quello che è possibile comprendere da detto verbale, non risulta interessata dalle dismissioni industriali affidate alle Bagnoli futura, ma che pure insiste nell’area in esame e, in conseguenza del massivo inquinamento dei propri terreni, inquina lo falda sottostante, recapitando in mare robuste dosi di inquinanti. Orbene, giova ribadire che non è allo stato noto quale sia l’esito delle operazioni di bonifica prescritte alla Cementir. Pare però innegabile che al momento in cui fu progettato ed approvato il piano stralcio proposto dal Commissariato per lo emergenza bonifiche, le acque del mare (e quindi i relativi litorali) risultassero ampiamente contaminate anche da tale fonte di inquinamento….. Ebbene, oggi la Repubblica descrive con dovizia di particolari cosa hanno fatto i RIVA, per sfuggire al sequestro dei loro beni mettendo in piedi una serie di trust in paradisi fiscali. Mi chiedo cosa stiamo aspettando noi amministrazione comunale e cosa stia aspettando la Procura per verificare la percorribilità di una strada simile a quella intrapresa dalla coraggiosa Procura Tarantina. Cosa aspettiamo che sparisca la CEMENTIR come è accaduto per la FINTECNA e la CIMIMONTUBI? Non è possibile immaginarci una strada simile a quella di Taranto?
Noi, tre semplici consiglieri comunali, sul punto ci siamo anche pronunciati con un atto formale del quale il Consiglio Comunale non ha voluto parlare perché si ha paura di discutere di bagnoli (clikka).
Da La Repubblica Nazionale di oggi (26.05.2013)
Il Grande Inganno dei Riva così hanno fatto sparire 7 miliardi e preso in giro il governo Monti
I magistrati: sull’ambiente gravissime responsabilità

NELLE carte dei magistrati di Taranto e Milano c’è la storia di un Grande Inganno.

QUELLO che la famiglia Riva ha consumato per vent’anni ai danni del Paese e dei suoi governi, di una città intera, dei suoi operai, dell’ambiente. I proprietari dell’Ilva pompavano montagne di veleni nei cieli di Taranto e montagne di denaro oltre confine. Otto miliardi e 100 milioni di euro. Blandivano e assicuravano l’opinione pubblica, mentre i loro avvocati lavoravano per rendere impermeabili dall’aggressione della magistratura i trust off-shore che di quell’immensa ricchezza erano la cassaforte.
Questo denaro, in buona parte, è sparito. E ne è prova la frustrazione di chi, nelle ultime 36 ore lo è andato inseguendo con in mano un decreto di sequestro. «Abbiamo cercato in dodici città — racconta una fonte investigativa — Da Potenza a Milano. Abbiamo visitato 16 banche diverse, bloccato e aggredito depositi, titoli, partecipazioni societarie, immobili. Presto apriremo le cassette di sicurezza. Ma stiamo cercando di superare con grande fatica il miliardo». Dove sono finiti dunque gli altri 7 miliardi?
LA SVIZZERA E JERSEY
Conviene partire da quanto annota la Guardia di Finanza nell’indagine della Procura di Milano che, nei giorni scorsi, ha già portato al congelamento di un miliardoe 200 milioni di beni della famiglia Riva (gli atti di indagine sono arrivati ieri a Taranto). «L’Ilva — si legge — crea otto trust,Orion, Sirius, Antares, Venus, Lucam, Minerva, Paella e Felgma,nel paradiso fiscale di Jersey». E su questi trust convoglia la liquidità pompata dall’azienda dopo averla fatta transitare per la Svizzera. «Si tratta — documenta la Finanza — di un mero espediente giuridico, che ha lo scopo di occultare la titolarità del denaro e creare un diaframma che eluda le ragioni dei creditori, compreso l’Erario». Non a caso, nel marzo scorso, mentre Enrico Bondi viene presentato al Paese dai Riva come nuovo amministratoredelegato, epifania di una nuova stagione di “trasparenza e impegno”, la famiglia si preoccupa di mettere al riparo ciò che ha già fatto sparire. «C’è un tentativo — scrive il gip di Milano, Fabrizio D’Arcangelo — di modificare la giurisdizione dei trust per effetto delle iniziative dell’autorità giudiziaria di Taranto».
IL PATTO SEGRETO
La dissimulazione, del resto, appare il mantra dei Riva. E la Guardia di Finanza ne ha conferma quando scopre il “patto di famiglia” che governa i trust e individua nel vecchio Emilio il suodominus. «In ragione dell’accordo, il capitale sociale del gruppo Riva Fire Spa (la cassaforte del gruppo finita sotto sequestro, ndr)è detenuto da società che, sia direttamente che indirettamente (Carini Spa per il 25%, Stahlbridge srl per il 35,1% e Utia Sa per il 39,9%), sono controllate da Emilio Riva». Il Patriarca «può decidere in solitudine sullequestioni di maggior rilievo per le società». Perché «detiene la maggioranza di voto sulla nomina o revoca degli amministratori delle società del gruppo» e sulle «operazioni di particolare rilevanza (acquisto o vendita di partecipazioni o stabilimenti industriali) che, pur rientrando nei poteri degli amministratori delegati o dei consigli di amministrazione delle società del gruppo, venivano considerate di carattere strategico dai membri attivi del consiglio».
Il “patto” — documenta l’inchiesta — prevede che nel Sinedrio di famiglia siedano membri con diritto di voto (Fabio, Claudio, Nicola, Cesare ed Angelo), membri onorari con diritto di intervenire nella discussione (Emilio, Adriano e Laura Bottinelli) e un osservatore (Emilio Massimo) senza diritto di voto». Ma il patto stabilisce soprattutto che il voto di Emilio, «in particolare sulla politica dei dividendi e il piano di investimenti, valga 60 su 100».
OLTRAGGIO ALL’AMBIENTE
Nella saga di acciaio e veleni dell’Ilva, nulla di ciò che appare è vero. Vale per i profitti del Gruppo esportati illegalmente all’estero e dall’estero fatti in parte rientrare con lo scudo fiscale. Vale per l’ambiente. Accade dunque anche con la nomina di Bruno Ferrante. L’ex prefetto è la “garanzia di legalità” offerta a Taranto e alla magistratura. Quella che convince il governo Monti ad approvare la nuova Autorizzazione ambientale e concedere la ripresa della produzione. Ebbene, ecco cosa scrivono oggi di Ferrante i magistrati di Taranto che lo indagano: «Ha operato e non impedito, con continuità e piena consapevolezza, una massiva attività di sversamento nell’aria e nell’ambiente di sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo tali sostanze nelle aree interne allo stabilimento, nonché rurali ed urbane. In particolare, IPA, benzo (a) pirene, diossine, metalli ed altre polveri nocivedeterminando gravissimo pericolo e cagionando eventi di malattie e morte nella popolazione».
ACCORDI DI CARTAPESTA
Si capisce così perché anche il “cronoprogramma” di interventi che l’azienda si era impegnata a rispettare appena sei mesi fa diventi una burla. Annota l’Arpa Puglia il 13 febbraio scorso: «Allo stato attuale, la società Ilva non ha attuato, o comunque completato nei tempi prescritti, gli interventi relativi alla fermata delle batterie di cokefazione 3 e 4, al rifacimento dei refrattari a lotti della batteria 10, all’installazione dei sistemi di depolverazione e di chiusura edificio stock house delI’AFO/2, all’adeguamento dei sistemi di condensazione vapori di loppa AFO/4, alla realizzazione del sistema di aspirazione e desolforazione ghisa in siviera presso l’acciaieria ACC/1 e ACC/2, alla realizzazione di una nuova rete idranti per la bagnatura dei cumuli (attualmente in fase di progettazione), nonché all’adeguamento dei sistemi di monitoraggio in continuo per i camini delle aree a caldo ed alla realizzazione di sistemi di videosorveglianza e monitoraggio ambientale».

Il nostro no alla Giunta De Magistris

giuntaUna foto sbiadita. Oggi (15.05.2013) il nostro voto al consuntivo 2012 è stato sofferto ho ancora il segno di ciò che abbiamo provato nella difficile decisione che abbiamo adottato. Noi di Ricostruzione Democratica abbiamo bocciato il consuntivo 2012, un bilancio tutto di questa gestione. Mi dicono che scrivo troppo, pertanto, i motivi li potrete sentire e vedere dal video che posto relativo ai nostri interventi in Consiglio Comunale. Trenta i voti favorevoli per il bilancio e sono venuti da, IDV, FED e tre new entri, SEL, UDC e CD (centro democratico quello di Nello Formisano). Il PD, invece, è stato più morbido (della serie entro o non entro in giunta) e si è astenuto. Il significato di quello che è accaduto potrebbe essere l’imminente rimpasto di giunta che si allarga ad altre forze speriamo non sia una sorta di restaurazione. La reazione del Sindaco nei nostri confronti la leggo dall’ANSA che riporto: DE MAGISTRIS: GRUPPO RD NON ALL’ALTEZZA CON IL LORO VOTO HANNO ROTTO IL PATTO ELETTORALE CON IL SINDACO (ANSA) NAPOLI, 15 MAG – “Il gruppo di Ricostruzione democratica ha dimostrato di non essere all’altezza di una sfida così importante“. Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in relazione al voto contrario espresso dal gruppo consiliare nella votazione del rendiconto 2012. Il sindaco, sottolineando “la tenuta significativa della maggioranza e il contributo venuto anche da parte di altri settori”, ha definito “brutto” il voto dei consiglieri Iannello, Molisso ed Esposito. “Con il voto contrario – ha detto de Magistris – hanno rotto il patto elettorale con il sindaco perché – ha spiegato – sono stati eletti solo grazie al premio di maggioranza del sindaco“. Mi dispiace leggere queste parole e di nuovo la storia che siamo stati eletti grazie al sindaco come fosse un premio. In realtà credo che abbiamo ampiamente dimostrato di lavorare sodo e di sentire tutto il peso e la responsabilità verso i cittadini che hanno dato fiducia ad un sindaco “rivoluzionario” che doveva rompere con le vecchie logiche ed invece …. se avete voglia di capire guardatevi gli interventi da dove si comprendono bene i motivi del nostro voto contrario. Ho ancora l’amaro in bocca …

L’intervento di Simona Molisso, sui debiti fuori bilancio, all’1:23:48 e la dichiarazione di voto di RD sempre sui debiti fuori bilancio al 2:02:40 a seguire il mio intervento al 3:40:03 sul bilancio consuntivo

La continuazione del mio intervento e poi quello di Carlo Iannello al 6:38

lemiedimissioni_Pagina_1

Trasparenza: quanto guadagnano i nominati nelle società partecipate

comuneHo sempre manifestato il mio pensiero circa la trasparenza, che cerco di introdurre e rafforzare nel Comune di Napoli attraverso il mio ruolo di consigliere. Per fortuna ho trovato altre due persone a cui sono vicino per cultura, formazione ed opinioni, Carlo Iannello e Simona Molisso. Insieme abbiamo costituito il gruppo consiliare di Ricostruzione Democratica. Siamo tre su quarantotto. Qualcuno strumentalmente e legato a vecchie logiche di partito, fa fatica a collocarci come maggioranza o opposizione, perché valutiamo con attenzione ogni atto che, nei limiti delle nostre disponibilità di tempo e di conoscenza, cerchiamo sempre di studiare al fine di poter esprimere un voto in scienza e coscienza. Siamo fedeli al programma elettorale che ci ha portato in consiglio comunale con pochi voti (ma, credo, tutti di peso). Il nostro pensiero sui meccanismi di nomina l’abbiamo manifestato espressamente con una proposta di regolamento che giace presso la presidenza del consiglio comunale (clikka) in attesa che la conferenza dei capigruppo decida di metterla all’ordine del giorno di un prossimo consiglio (lo farà mai?). In quest’ottica pubblico l’elenco degli amministratori nominati dal sindaco (clikka) e dei loro compensi su cui ovviamente non esprimo alcun giudizio, non sapendo quali sono stati i meccanismi attraverso cui si è giunti a nominarli (anche se su alcuni nomi resto perplesso) né se sia giusto o non giusto il compenso, ma valutandoli in ragione dei loro atti. Sono soldi nostri che versiamo alle casse del Comune con le nostre tasse. Con la nostra azione tentiamo, come dice Salvatore Settis, di “ridare dignità alla politica non delegittimando i partiti, ma guarendoli dalle loro sordità con la forza delle idee”. Forse sarà solo testimonianza ma  questa talvolta ha un senso.

Il crollo alla Riviera di Chiaia. I rischi della linea 6. Esperti a Confronto

rivieraIeri 15.03.2013 presso la sala multimediale del Consiglio Comunale come già annunciato si è riunita l’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia promossa dal Gruppo consiliare Ricostruzione Democratica. Sono intervenuti gli esperti Giovan Battista de’ Medici, Aldo Loris Rossi, Giuseppe Rolandi e Bruno Palazzo. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare i tecnici e di farci una idea alla luce della quale credo che “buttare a mare” il progetto, tesi che pure circola in alcuni ambienti, sarebbe una follia con una perdita di risorse pubbliche già spese enorme. Occorrerà andare avanti, poiché interrompere i lavori, con lo scavo  già realizzato sarebbe peggio che proseguire i lavori stessi. Ad ogni buon conto, Radio Radicale, che ringrazio, ha registrato gli interventi, che credo sia interessante sentire. Peccato non abbiamo una ripresa di tutto il convegno poiché c’è stata anche la proiezione di schede che hanno aiutato a capire meglio. Consiglio in particolare di ascoltare quanto riferito dal Prof. Palazzo.

Il Convegno sui rischi dei lavori della linea 6 (clikka)

riviera1

Forum delle Culture 2013

forumIl 12.03. u.s. insieme alla presidente della Commissione Cultura abbiamo convocato una commissione congiunta sul Forum delle Culture, visto che è prossimo e dai giornali non si capiva nulla. Il giorno successivo ci sono stati vari articoli di giornali. Alla commissione ha partecipato il Capo Gabinetto del Sindaco, il Segretario Generale ed il Commissario della Fondazione Forum delle Culture. Ho cercato, come al solito di fare una operazione trasparenza e la presenza del Segretario Generale è servita per chiarire che ogni progetto culturale del Forum, visto che è finanziato con soldi pubblici, dovrà essere organizzato con il rispetto delle procedure di evidenza pubblica. Noi come ho già scritto da qualche parte siamo amanti dell’ovvio. Si dell’ovvio, poiché parrebbe che la fondazione Forum delle Culture abbia speso circa 1.900.000,00 senza il rispetto delle procedure e che siano stati selezionati degli eventi, dalla passata amministrazione oddati, senza  attuare alcuna procedura di evidenza pubblica o bando di gara che dir si voglia. Noi come Ricostruzione Democratica abbiamo chiaramente detto che vigileremo e che neppure un euro dovrà essere speso. Nella Commissione sono intervenuti i consiglieri comunali presenti tra cui Carlo Iannello e Simona Molisso, consiglio la visone anche perché così capirete come si lavora nelle commissioni del Vostro Comune, almeno quelle a cui partecipiamo noi. Ringrazio Dario Catania che con la NUB ha curato la ripersa.

Cittadini, Politica ed Istituzioni

corruzioneL’unica arma per combattere la camorra è la politica che deve mettere in campo azioni di sviluppo volte a sottrarre acqua al mulino della malavita. Per fare ció è necessario battere i poteri forti che indirizzano le risorse verso la strada dell’arricchimento personale o di gruppi di potere sottraendo i beni e le risorse pubbliche alla loro naturale destinazione del soddisfacimento dell’interesse pubblico. Occorre fare in modo che la parte viva della società si metta in moto. O ci salviamo tutti insieme o nessuno! Occorre che coloro che sono in possesso dei saperi li condividano affinché si crei una classe dirigente degna di questo nome. E’ per questo motivo ché crediamo nella scuola di politica e di amministrazione (clikka) e speriamo che i partiti seguano l’esempio anziché brucare i milioni di rimborsi elettorali in viaggi, rinfreschi e latrocini vari. La naturale destinazione dei fondi economali dei gruppi consiliari e dei contributi ai partiti è questa! Ogni diverso utilizzo è latrocinio e va perseguito con ogni mezzo non si può pensare, in questo momento, di spendere o appropriarsi di queste risorse per fini personali! Questa gente che occupa senza merito le istituzioni devono essere cancellate dal mondo della politica come indegna.

Di seguito la riflessione di Raffaele Cantone

“La zona grigia e il silenzio degli onesti” – Raffaele Cantone, su Il Mattino di Napoli, ed. naz. di giovedì 17 gennaio 2013

 Ieri, Il Mattino ha dedicato ben tre pagine al giro di presunte tangenti per fermare i processi nel Tribunale di Napoli, nel quale sarebbero coinvolti cancellieri, avvocati, medici, un poliziotto e dipendenti, in tutto una trentina di persone, indagate e in parte arrestate per associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, rivelazione del segreto istruttorio ed altri reati contro la pubblica amministrazione.

Secondo la ricostruzione accusatoria – che non significa affatto sentenza di condanna, ma che ha comunque ricevuto l’avallo di un giudice – vi erano alcuni dipendenti delle cancellerie giudiziarie che, in cambio di tariffe fisse e prestabilite in denaro, fornivano notizie sottoposte a segreto di indagine o persino nascondevano fascicoli o atti in essi contenuti perchè non si celebrassero processi, in modo che scattassero prescrizioni o non fossero eseguite pene detentive o abbattimenti di immobili abusivi. Ad usufruire di questi servigi sarebbero stati quattro avvocati che si facevano pagare profumatamente dai loro clienti o imputati che riuscivano ad avere accesso agli uffici per il tramite di immancabili faccendieri.

Uno smaliziato lettore potrebbe a questo punto dire, “e allora?”. “Cosa c’è da stupirsi? E’ l’ennesima storia di malaffare in una città che in parte sembra essersi assuefatta alle piccole e grandi illegalità quotidiane e persino alle faide che insanguinano le periferie, fino a digerire un omicidio commesso nel cortile di una scuola materna”.
Non vorrei sembrare ingenuo e mi guarderei bene dal fare una classifica di gravità fra i fatti delinquenziali che la cronaca giornaliera ci propina, ma non si può archiviare questa vicenda fra la ordinaria cronaca nera.
Il malaffare questa volta non è emerso in un qualsiasi ufficio pubblico (che pure andava stigmatizzato), ma in quello che non è retorico definire come il tempio della giustizia ed i correi non sono tossicodipendenti o extracomunitari senza permesso di soggiorno.

Ma professionisti, fra l’altro noti ed affermati, e impiegati che per il loro ruolo avrebbero dovuto rappresentare il presidio della legalità e della giustizia.

Quella coinvolta è un pezzo della classe dirigente che ha abdicato al suo ruolo di rappresentare il tessuto operoso e l’argine alla delinquenza e al malaffare in una città.

E’ quella zona grigia che in altre occasioni si è prestata a riciclare o a reinvestire il denaro dei camorristi o degli usurai in pizzerie, discoteche o imprese edilizie e sanitarie o che ha pianificato a tavolino miliardarie truffe agli enti pubblici o a quelli previdenziali o che ha creato un sistema rodatissimo per aggiustare processi tributari e consentire ad evasori conclamati di farla definitivamente franca; e questo solo per rimembrare alcune delle vicende più eclatanti dell’ultimo periodo.

Contro la diffusione di quello che appare un vero e proprio bacillo pestifero, le pur meritorie ed ormai sempre più diffuse ed approfondite indagini della magistratura rischiano di scoprire alcune delle falle in un vascello che ai più pessimisti sembra già destinato ad affondare. Non saranno mai sufficienti arresti e condanne per uscire da questo buco nero; è, invece, indispensabile l’impegno della parte sana di quella stessa borghesia e classe dirigente che sembra aver rinunciato a reagire, chiudendosi in un supino isolamento, che rischia di apparire connivenza se non complicità.

I cittadini devono aver il coraggio di fare terra bruciata anche sul piano culturale, isolando i disonesti ed i corrotti e gli ordini professionali devono avere il coraggio di esercitare davvero i poteri disciplinari, espellendo le mele marce, senza più logiche perdoniste e corporative.

Un dovere ancor maggiore dovrebbe spettare alla politica che, mai come in questo momento, dovrebbe sentire l’ineludibile imperativo etico di lanciare messaggi inequivocabili della volontà di cambiare e che, invece, fa persino fatica ad adottare un codice etico che risparmi a noi cittadini candidature (e sicure elezioni) di soggetti che in qualunque stato civile sarebbero qualificati come impresentabili.

Convegno di Toponomastica Femminile

images (1)Il 18 gennaio 2013 dalle h. 16,00 alle 19,00 si terrà il Convegno sulla Toponomastica femminile (Programma Convegno clikka).  E’ una discussione che terremo sul tema da cui è scaturito il nuovo Regolamento sulla Toponomastica del Comune di Napoli  (delibera_n.42_del_3.10.2012 clikka) che è stato il risultato di una vera e propria partecipazione alla decisione amministrativa che ha visto il gruppo di toponomastica femminile di Napoli partecipare alle commissioni che hanno trattato il regolamento che poi è stato approvato in Consiglio Comunale. Toponomastica Femminile (clikka).

Concorso Napoli tre strade tre donne

 Riporto una interessante riflessione tratta dal gruppo toponomastica femminile

di Maria Pia Ercolini, Marina Convertino e Livia Capasso in Toponomastica femminile

Livia Capasso

LE STRADE DI NAPOLI dall’A alla Z

Inizio la mia ricerca a Napoli con le strade intitolate a donne il cui nome comincia con la “A” A parte AIDA, l’eroina dell’opera di Verdi, e ANDROMEDA, la figura mitologica greca, compare la poetessa Vittoria AGANOOR (vedi nota di Giuliana Cacciapuoti), nata a Padova nel 1855 e morta a Roma nel 1910. Napoli le ha dedicato una strada perché Vittoria trascorse parecchi periodi della sua vita in questa città, per il clima più adatto alla salute di una sorella. Poi c’è ANTONIETTA DE PACE, eroina pugliese del patriottismo risorgimentale, e, udite! udite!, una pittrice, detta ANNELLA DI MASSIMO, il cui vero nome era Diana De Rosa. La suddetta era sorella del pittore Pacecco De Rosa e moglie di Agostino Beltrano, pittore anche lui, e finì ammazzata per gelosia dal marito. Rimane però una pittrice senza opere che le possano essere attribuite con certezza.

Salto la B per l’assenza di nomi femminili, non volendo tenere in conto né il poco gratificante Vico Belledonne, né via Berenice, dedicata alla regina egiziana, meglio nota per il poema di Callimaco tradotto poi da Catullo.

Ringraziando gli addetti per non aver intitolato una via alla Befana, passo alla C, dove trovo subito una via intitolata a MARIA CALLAS, la celebre soprano morta nel 1977, e, passando attraverso una via Carlotta, Carmen (l’eroina dell’opera lirica?), e una piazza CAROLINA (Maria Carolina d’Austria che nel 1768 sposò Ferdinando IV di Borbone, diventando regina di Napoli ? ), trovo una via Cintia, dove l’omissione della h trasforma la donna cantata da Properzio nelle sue elegie in una pianta appartenente al genere delle cactacee. Godono fortuna a Napoli anche Cleopatra e Cornelia dei Gracchi e finalmente trovo VITTORIA COLONNA, poetessa amica di Michelangelo, che nel suo soggiorno ad Ischia fu circondata dai migliori artisti e letterati del tempo, e una COLOSIMO TOMMASINA, che profuse tutte le sue ricchezze ed energie nella presidenza dell’Istituto per ciechi che porta il nome di un suo parente, Paolo Colosimo, morto giovane.

Con la D trovo una viaLUCREZIA D’ALAGNO, favorita di Alfonso V d’Aragona, re di Napoli,(vedi racconto di Giuliana Cacciapuoti), ancora una via ELEONORA DUSE, la celebre attrice amata da Gabriele D’Annunzio, e una Donnalbina,  Donnaregina, Donnaromita, tutti appellativi della madre di Cristo e Donn’Anna, la nonna.

Infine la Duchesca, nome di una via, ma anche di un quartiere, porta il nome di una villa sorta nella stessa zona e ormai scomparsa, riferito alla duchessa moglie di Alfonso II per il quale fu costruito l’edificio.

N.B. Spesso per identificare le donne si è costretti a fare ricorso agli uomini con i quali sono vissuti, padri, mariti, amanti!

Con la E solo la via Egiziaca richiama ad una donna, una prostituta egiziana vissuta nel IV sec. poi pentitasi e diventata santa.

Con la F trovo Fiammetta (sarà quella cantata da Boccacio?), una imprecisata Francesca, la famosa nobile patriota PIMENTEL FONSECA, per la quale rimando ai racconti di Giuliana Cacciapuoti e Marcella Carnevale, un  vico delle Fate (ma saranno quelle della favole, col cappello a punta?) e non poteva mancare Filumena Marturano, protagonista di una delle commedie più note di Eduardo De Filippo, ex-prostituta ma soprattutto mamma, pronta a tutto per i suoi figli. Infine trovo una via e anche una piazza  intitolata a Ferrara Carmela: è un nome molto comune a Napoli, ma non penso sia la proprietaria di una pizzeria, o la stilista per abiti da sposa, né la commercialista o la pediatra, né tanto meno la ragazza col profilo su f.b.La targa della strada che si riesce a vedere su Google maps non ne indica la professione.

N.B. A Napoli molte donne a cui è stata dedicata una strada o erano prostitute o mamme!

La seconda pittrice la trovo alla lettera G: GENTILESCHI ARTEMISIA, artista di grande talento, seguace del Caravaggio. Ma, se non fosse stata figlia di Orazio Gentileschi, sarebbe stata ugualmente conosciuta, tanto da dare il suo nome a strade, piazze e ponti anche in altre città? [n.d.r. Vissuta durante la prima metà del XVII secolo, riprese dal padre Orazio il limpido rigore disegnativo, innestandovi una forte accentuazione drammatica ripresa dalle opere del Caravaggio, caricata di effetti teatrali; stilema che contribuì alla diffusione del caravaggismo a Napoli, città in cui si era trasferita dal 1630. Negli anni settanta del secolo scorso Artemisia, a partire dalla notorietà assunta dal processo per stupro da essa intentato, diventò un simbolo del femminismo internazionale, con numerose associazioni e circoli ad essa intitolate. Contribuirono all’affermazione di tale immagine la sua figura di donna impegnata a perseguire la propria indipendenza e la propria affermazione artistica contro le molteplice difficoltà e pregiudizi incontrati nella sua vita travagliata.]La via GAETANI VANNELLA è invece dedicata alla moglie di un principe della famiglia Sanseverino che, alla morte del marito, rinchiuso in carcere per aver partecipato ad una congiura contro il re, mise in salvo i suoi cinque figli portandoli fuori dal regno e solo uno dei figli poté, alla fine del ‘400, ottenere la restituzione del principato. Via GONZAGA GIULIA è dedicata ad un’altra nobildonna, andata sposa appena tredicenne a Vespasiano Colonna, più grande di lei di 33 anni e in cattive condizioni di salute. Rimasta vedova a due anni dal matrimonio, poté, per vincolo testamentario del marito, mantenere i suoi beni a patto che non si risposasse. E Giulia non si risposò, si stabilì nel castello di Fondi, dove animò un raffinato circolo intellettuale. Per la sua intelligenza, unita ad una notevole bellezza, attirò l’attenzione dell’Ariosto e di Bernardo Tasso, padre di Torquato. Via GUACCI NOBILE GIUSEPPINA porta il nome di una poetessa napoletana, patriota del nostro Risorgimento, andata poi sposa all’astronomo Antonio Nobile: nella loro casa di Capodimonte ospitava incontri con liberali le cui istanze sosteneva anche con la sua poesia. Via Grazia e Graziella infine rimandano forse, come dice Giuliana Cacciapuoti, al romanzo di La Martine. Con la I trovo solamente Immacolata, Incoronata e Innominata, tutte evidentemente riferite alla più grande di tutte le madri.

Mi fermo un attimo nell’arido elenco per fare qualche osservazione. Finora mi sono passate davanti vie dedicate a Hans Christian Andersen, Louis Armstrong, Charlie Chaplin, Juri Gagarin, Walt Disney, 12 tra vie, piazze, traverse e corsi dedicati a Garibaldi, addirittura una strada intitolata a Ben Hur, il protagonista del celebre Kolossal americano, un’altra a Madama Butterfly, eroina di Puccini, una dedicata a Bakù, capitale dell’Azerbaigian, gemellata con Napoli e infine una dedicata addirittura a Pinocchio!

Ma dove sono finite tutte quelle eroine misconosciute, martiri ignote, violentate, trucidate, decapitate di cui parla Pietro Gargano nel suo libro “Eleonora e le altre. Le donne della rivoluzione napoletana”? Margherita Fasulo e la sorella Clarizia, che tenevano riunioni segrete a casa loro, e furono tra quelle che durante la Rivoluzione del 1799 entrarono in San’Elmo vestite da uomo; Teresa Ricciardi, Scolastica Carrabba, Maria Francesca Alcubierre. E dove è finita Maria Angela Ardinghelli, scienziata e poetessa napoletana del ‘700, di cui le cronache dicono che non c’era uomo di cultura che passasse per Napoli senza fermarsi a parlare con lei?

Continuando delusa a consultare lo stradario, trovo conforto in una via dedicata ad ANGELICA KAUFFMAN, celebre pittrice del ‘700, svizzera di nascita, ma italiana di adozione e molto legata a Napoli, dove ha trascorso parecchi periodi della sua vita. Nella L, scartando imprecisate Lavinia e Letizia, trovo una via che porta il nome di VERA LOMBARDI: appartenente al gruppo degli antifascisti napoletani, ha poi continuato la sua attività politica nel Partito socialista fino alla morte. Via LONGO MARIA ricorda forse  una spagnola vissuta nel ‘500, trasferitasi a Napoli a seguito del marito? donna di grande carità cristiana fondò l’Ospedale degli Incurabili.

Con la M tralascio due vie della Maddalena, otto dedicate a Madonne e Madonnelle, sei a Margherita non altrimenti precisata (sarà la Regina?), tre a Marianella e finalmente trovo due larghi intitolati alla Beata MADRE TERESA DI CALCUTTA, premio Nobel per la pace nel 1979 e fondatrice della congregazione delle Missionarie della Carità; salto una via privata Maffettone Anna (l’antica proprietaria dei terreni?) e incontro una delle più famose cantanti liriche del XIX sec., MARIA MALIBRAN.e MARILYN MONROE, la famosa attrice americana morta suicida (?)nel 1962. Un viale porta il nome di MARIA CRISTINA REGINA DI SAVOIA, l’ultima figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia che andò sposa a Ferdinando II divenendo regina delle Due Sicilie e morì dando alla luce il suo unico figlio. La via MANCINI OLIVA LAURA ricorda la scrittrice, educatrice e poetessa napoletana dell’Ottocento, che scrisse versi sull’indipendenza nazionale, esaltando i martiri e appellandosi alle donne italiane perché lottassero per la causa nazionale.Un’altra scrittrice presente nello stradario napoletano è ELSA MORANTE, una delle più importanti del dopoguerra. Infine incontro MARIA MONTESSORI, famosa scienziata ed educatrice, inventrice del metodo che porta il suo nome.

Con la N non considero via delle Ninfe e una Nostra Signora di Fatima ed arrivo a via NOTARI ELVIRA, nativa di Salerno e attiva a Napoli, che fu la prima donna regista italiana e una della prime della storia del cinema mondiale. Morì nel 1946.Manca una via dedicata alla grande Anna Magnani; ma del resto il cinema è poco presente nello stradario di Napoli, mancano anche Sordi e Mastroianni.

Via PIGNATELLI PRINCIPESSA ROSINA ricorda la principessa Pignatelli che prima di morire, nel 1955, donò allo stato italiano la sua villa, oggi sede museale. Via Postica Madalena non si riferisce ad una donna, ma probabilmente indica la strada che si trova dietro via della Maddalena (in architettura si dice “postica” la parte posteriore). Tralasciando la via incredibilmente dedicata alla dea Proserpina, e Largo Regina Coeli, un altro appellativo della Vergine Maria, arrivo alle vie di sangue blu, due piazzette ed una traversa intitolate alla principessa Margherita e una via alla REGINA MARGHERITA, che fu la prima regina d’Italia; a Napoli è famosa anche per aver dato il nome ad una delle pizze più tipiche! Un’altra piazza è dedicata alla nuora di Margherita, la REGINA ELENA. Con la S trovo una sfilza di Sante: S.Agata, 13 tra piazze, vie e vicoli intitolati a S.Anna, 2 a S.Barbara, poi c’è s. Cesarea, S.Brigida. S.Candida, 4 strade per S.Chiara, 10 tra vie e vicoli per S.Caterina, 4 per S.Lucia, 1 per S.Luciella,, ancora S.Luisa di Marillac, S.Margherita, s.Patrizia, S.Orsola, 2 per S.Monica, 3 per S.Sofia, 8 per S.Teresa e 69!! per S.Maria in tutte le sue varianti. In conclusione però su 95 strade, piazze e vichi intitolati ai santi, quelle dedicate alle Sante sono 17, cioè il 18% !

Manco Sante abbiamo le stesse possibilità degli uomini!

Continuo il mio lavoro su Napoli. Una via porta il nome di SANCIA REGINA: Sancia, figlia del re di Castiglia, sposò il re d’Aragona. Alla morte del marito lasciò la corte e si ritirò in un monastero, dove prese i voti. La lega a Napoli la figlia Costanza, che nel 1210 sposò il futuro imperatore FedericoII . Al Vomero è dedicata una via a LUIGIA SANFELICE, martire della Rivoluzione napoletana: coinvolta involontariamente nelle vicende della Repubblica napoletana, subì la reazione dei Borbone che nel 1800 la giustiziarono. E’ famoso il dipinto di Gioacchino Toma, conservato a Capodimonte, che la ritrae in carcere, dove, dichiarando mendacemente di essere incinta,riuscì a ritardare l’esecuzione. Poi trovo finalmente la piazzetta intitolata a MATILDE SERAO, scrittrice e giornalista vissuta tra la ’800 e ‘900. Fu la prima donna in Italia a fondare un giornale, insieme al marito Edoardo Scarfoglio fondò prima il Corriere di Roma, poi quello di Napoli, infine Il Mattino. Salto un viale privato a nome di Silvestri Olga ed arrivo a due strade intitolate a suore: una a SUOR ORSOLA, religiosa fondatrice delle Romite e delle Oblate dell’Immacolata Concezione (oggi Suore Teatine), a cui Napoli dedica anche un’Università ed altri Istituti; l’altra a SUOR MARIA DELLA PASSIONE, religiosa morta a S.Giorgio a Cremano nel 1912 e proclamata Beata da Benedetto XVI nel 2006.Con la lettera T trovo una via TEANO, che probabilmente allude alla matematica vissuta a Crotone nel VI sec. a. C. discepola di Pitagora, un’altra eroina di opere liriche, TOSCA, poi un vico TRE REGINE (Maria Carolina, Elena e Margherita?) e una piazzetta dedicata a LAURA TERRACINA, poetessa napoletana del ‘500, nota con lo pseudonimo di Febea. Spronò le donne a studiare e morì forse uccisa dal marito. C’è poi una via dedicata a VOLPICELLI CATERINA,una religiosa napoletana fondatrice di una congregazione che porta il suo nome e dichiarata santa nel 2009.

Dulcis in fundo, volendo ignorare via delle Zite, che a Napoli nel vezzeggiativo “zitelle” allude alle donne nubili, ma è il plurale che insospettisce!, trovo la mia preferita, anche se è a Ponticelli: via WOOLF VIRGINIA, dedicata alla celebre scrittrice e saggista britannica, vissuta tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, attivamente impegnata nella lotta per la parità dei diritti tra i due sessi.

Ho tralasciato altri toponimi riferiti alla Madre di Cristo: Annunziata, Avvocata, Carmine, Concezione,Materdei, Nostra Signora di Fatima, Regina coeli, Rosario.

Nel marzo 2011 il Ponte della Sanità ha cambiato nome; è stato intitolato ad una partigiana, MADDALENA CERASUOLO (1920 – 1999).

Sono in grado ora di pubblicare il risultato numerico della mia indagine sulla città di Napoli:

3771 sono le strade, piazze, larghi, vicoli, traverse di Napoli

1165: sono le strade intitolate ad uomini appartenenti a tutti gli ambiti, la storia, la letteratura, la musica, il teatro, l’arte, la scienza

55: queste sono invece le strade, piazze, viali etc. intitolate alle donne, anch’esse distintesi in tutti i settori. Comprese nei 55 ci sono anche 12 strade che portano il nome di protagoniste di opere letterarie, musicali, teatrali, o donne del mito. Alla fine sono 43 le donne veramente esistite a cui Napoli ha tributato l’omaggio. Per i santi avevo già dato la percentuale a parte e, se ricordate, era del 18%. Sul totale dei toponimi legati a figure umane, quelli femminili rappresentano il 3,5%.

Sul totale dei toponimi della città invece la percentuale di quelli riferiti a donne è dell’1,14%,di quelli maschili è del 31%

Scuole di Napoli – Un istituto comprensivo di elementari e medie è dedicato a Marta Russo, un altro ad Adelaide Ristori; quattro circoli didattici portano il nome rispettivamente di Ilaria Alpi, Maria Cristina di Savoia, Vittoria Aganoor e Madre Claudia Russo. Quattro scuole dell’infanzia sono intitolate a donne: Annalisa Durante, Principessa Mafalda, Maria Montessori, Ada Negri. Dei 32 licei scientifici, comprensivi di altri indirizzi, trovo un’intitolazione a Margherita di Savoia e una a Eleonora Pimentel Fonseca. Dei 22 licei classici, anch’essi comprensivi di altri indirizzi, 2 portano il nome di donne: Artemisia Gentileschi, Elsa Morante. Un Istituito tecnico industriale è dedicato a Marie Curie, nei Professionali trovo Isabella d’Este ed Elena di Savoia. Nelle scuole private dominano Suor Orsola Benincasa e le Dame di Nazareth.

Giuliana Cacciapuoti

Margherita di Savoia Scuola Materna Comunale/ Scuola elementare

Annalisa Durante Scuola materna (dell’infanzia) Na

I.C.  Adelaide Ristori Istituto comprensivo (materna, elementare e media)Via Lucrezia.d’Alagno 16 (Napoli) – Cap: 80138 ( il caso vuole)

Madre Claudia Russo Circolo didattico (materna ed elementare) Via delle Repubbliche Marinare 301 (Napoli) – Cap: 80147

Ilaria Alpi Circolo didattico (materna ed elementare) Viale della Resistenza (Zona “167” Secondigliano) – Cap: 80144

Principessa Mafalda Scuola materna (dell’infanzia)

Maria Montessori Coop. Srl Scuola materna (dell’infanzia) – ParitariVia Monte di Dio 74 Cap:80132

Aganoor  Vittoria( ??) come la via omonima?? Scuola materna (dell’infanzia)Via Ramaglia 51 (Na) – Cap: 80145

Ada Negri Scuola materna (dell’infanzia Via G. Manso (Napoli) – Cap: 80142

 

Giuliana Cacciapuoti

Via Eleonora Pimentel Fonseca

Zona Arenaccia Eleonora Pimentel Fonseca (Roma, 13 gennaio 1752 – Napoli, 20 agosto 1799) è stata una patriota e politica italiana. È stata una delle figure più rilevanti della breve esperienza della Repubblica Napoletana del 1799.

Di famiglia portoghese ma nata a Roma, nelle pubblicazioni tedesche, inglesi e italiane viene ricordata con il nome in lingua italiana; il nome in italiano venne adottato dalla sua famiglia nelle residenze di Roma e Napoli ed è quello con il quale la Pimentel fu tra i protagonisti della scena politica di fine XVIII secolo.

Via Lucrezia D’Alagni (o Alagno) alle spalle di piazza Nicola Amore traversa di via Duomo quartiere San Lorenzo: Lucrezia fu la signora assoluta della corte aragonese di Re Alfonso il Magnanimo, di cui fu la favorita: la vera regina del regno di Napoli.

Lucrezia nacque intorno al 1430, figlia di Nicola d’Alagni di Torre del Greco e di Marta Taraldi. Il padre era gentiluomo di corte di re Ladislao e poi di Giovanna II, legato di Napoli a Tunisi e poi capitano con Alfonso. Apparteneva quindi ad una nobile famiglia, che nel passato aveva dato all’amministrazione statale molti funzionari.

Si narra che l’incontro avvenne per caso a Napoli il 23 giugno 1448, alla vigilia della festa di san Giovanni Battista. Era usanza per quella data che le ragazze offrissero al proprio amato in pegno d’amore una pianticella d’orzo o di grano, e che raccogliessero offerte per rendere più solenne e fastosa la processione e la festa. Proprio in quella occasione il Magnanimo incontrò, secondo la tradizione, per la prima volta Lucrezia, la bellissima creatura che fu poi il suo grande amore, sino alla morte.

Via Annella di Massimo – Vomero

Vero nome Diana de Rosa, detta Annella, fu allieva di Massimo Stanzione, ritenuto uno dei maggiori artisti del secolo e che, grazie al maestro, al quale rimase legata da amicizia anche dopo il matrimonio, ebbe commissioni di una certa importanza, come alcune tele per la Pietà dei Turchini.

Si distinguono per suggestioni cinematografiche Via Marylin Monroe e Elvira Notari a Ponticelli , letterarie Via Elsa Morante a Piscinola, pittoriche Via Angelica Kaufmann Arenella e Artemisia Gentileschi a Pianura c’è Via Vera Lombardi (evviva grande studiosa ) e anche Maria Malibran cantante lirica a Ponticelli.

Per le sante largo madre Teresa di Calcutta Chiaia-Vomero e a Secondigliano Anna Maffettone ma confesso qui la mia ignoranza chi sa dire chi è?

Nelle vie immaginarie ci sono anche Via delle Ninfe e vico della Graziella credo e spero in relazione a LaMartine e al romanzo Graziella, non c’entra con le donne manon posso fare ameno di segnalare che a Napoli c’è una stradaintitolata a Praga Magica..

Via Aganoor Vittoria quartiere Piscinola (chissà perchè questa intitolazione)Ispirazioni poetiche e aspirazioni politiche del primo Novecento. Lei Vittoria Aganoor, poetessa d’origine armena, lui conte Guido Pompilj, deputato perugino. Storia d’amore custodita in “carte messaggere” finite in un sacco di juta, venduto e poi ritrovato.

“L’amore nella morte, oltre la morte, contro la morte”. La notte tra il 7 e l’8 maggio 1910 in una cameretta della Clinica Pampersi a Roma, un colpo d’arma fuoco risuonò tra le bianche stanze. L’onorevole Pompilj si era sparato alla tempia.

Ultime vie Aida e Cleopatra e Giulia Gonzaga a Fuorigrotta.

Marcella Carnevale

Eleonora de Pimentel, donna emancipata,moderna disinibita che quando fu condotta al patibolo, chiedeva alle persone corse ad assistere, “solo” una spilla per chiudersi la sottoveste pensando a quando sarebbe penzolata dal pennone,per un senso di pudore, non voleva mostare le sue parti intime….così disinibita in vita, cosi riservata nella morte. Come dovrebbe essere!

Francesca Dovetto

 

“Ti riassumo le mie proposte (per le quali ho attinto a larghe mani dal bel lavoro di Elisabetta Strickland) e per le quali mi piacerebbe ottenere anche l’appoggio del Coordinamento donne nella scienza della Federico II …[…].

Ho proposto per Napoli nomi di donne scienziate, “numericamente il 50% delle forze in gioco” (come scrive Elisabetta Strickland nel suo lavoro dedicato alle scienziate italiane); la loro lotta contro l’abbattimento degli stereotipi di genere è forse, ancora oggi, più dura e sofferta che in altri settori e il soffitto di cristallo più spesso… I loro nomi andrebbero bene per tre strade nei pressi delle facoltà scientif

LOCALE:

GIUSEPPINA ALIVERTI (Somma Lombardo 1894 – Napoli 1982), scienziata scomparsa negli stessi anni 80 della Sabatini, oceanografa e meteorologa. E’ stata tra le poche donne a diventare socia dell’Accademia dei Lincei e insignita di diverse onoreficenze, come la Medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana e Medaglia d’oro della Facoltà di Scienze nautiche dell’Istituto navale di Napoli.

NAZIONALE:

MARIA GAETANA AGNESI (Milano 1871-1952), accademica delle scienze di Bologna, ma non ammessa all’Accademia delle Scienze di Francia (che pure ne riconobbe il valore) perché le donne vi erano bandite…

STRANIERA: SOPHIE GERMAINE (Paris 1876-1931), tra le fondatrici della fisica matematica. Il suo nome non compare tra i settanta nomi di illustri scienziati stampati sulla costruzione della Torre Eiffel, nonostate i suoi lavori avessero fornito le basi scientifiche per l’elasticità dei materiali usati per la costruzione della Torre, ma le è stato dedicato un cratere del pianeta Venere… Qui sotto i criteri per l’assegnazione di nomi alle strade della nostra città. CRITERI

Per riguarda i toponimi riguardanti la città di Napoli, si privilegia il rapporto specifico del personaggio o dell’opera con la nostra città e si adottano quindi i seguenti criteri:

Napoletani (o comunque campani);

Italiani o stranieri che abbiano avuto un rapporto privilegiato con la città;

Edifici, mestieri, manufatti, etc. connessi con la memoria storica dei luoghi;

Italiani che non abbiano avuto rapporti con la città;

Opere di autori (1-locali, 2-italiani che abbiano avuto un rapporto con Napoli, 3-italiani che non abbiano avuto rapporti con Napoli);

Grandi personaggi stranieri del passato e del presente (dai nomi di facile lettura); Loro opere (purché notissime).”

Rossana Di Poce

Ponte Maddalena Cerasuolo, medaglia di bronzo al valor militare! 4 giornate e l’ORGOGLIO DELLA RESISTENZA PARTENOPEA!…scusate è il cuore che parla!

Assemblea Pubblica su Bagnoli – venerdì 14.12.2012 – h.16

bagnoliASSEMBLEA PUBBLICA indetta da Ricostruzione Democratica.

Venerdì 14 dicembre alle ore 16.00 presso la sede del Consiglio Comunale, Via Verdi, 35, al IV piano (aula multimediale) il gruppo di ricostruzione democratica incontra i cittadini.

Il Consiglio Comunale è il luogo dove si forma la volontà dell’Istituzione cittadina ed è un luogo di discussione. Siamo consapevoli che ogni decisione presa in scienza e coscienza debba essere il risultato di una approfondita riflessione dell’interesse pubblico.  Siamo consapevoli che si può anche sbagliare, ma solo se in buona fede, non riteniamo concepibile una decisione presa per tutelare interessi particolari o di partiti: siamo fermamente convinti che non si potrebbe mai mantenere in vita una società partecipata o un istituzione comunale solo ed esclusivamente perché nella stessa potrebbero esserci stati giochi di partiti che hanno collocato amici, parenti o compagni di partito di consiglieri e segretari. Siamo convinti che la decisione di ogni consigliere debba essere meditata e scevra da ogni condizionamento. Siamo consapevoli che la strada è difficile, impervia e che restando da soli riusciremo a fare solo pera di testimonianza, ma che ci tocca, in ogni caso, percorrerla senza esitazione per il profondo rispetto che portiamo verso il pubblico interesse, verso la fiducia che i cittadini  hanno riposto in noi con il loro voto e per i nostri figli. Il 14 dicembre discuteremo di Bagnoli un tema che ci ha visto impegnati in consiglio comunale, tal volta anche in modo isolato votando contro la maggioranza di seguito i miei interventi in consiglio comunale:La nostra richiesta di sciogliere Bagnoli FuturaLo stato di salute di Bagnoli FuturaPer Bagnoli le dimissioni di Carlo Iannello dalla Presidenza della Commissione Urbanistica; Il parco dello sport di Bagnoli.

Sono invitati a partecipare tutti i cittadini, le realtà associative, i comitati che da anni si occupano delle tristi e sfortunate vicende di questa preziosissima area della città, le Assise di Bagnoli, le Assise di Palazzo Marigliano, I VAS, WWF, Legambiente, Italia Nostra, ecc. Il dibattito su Bagnoli è particolarmente attuale non solo per le questioni relative all’attuazione della variante occidentale, della bonifica e della trasformazione urbana, ma perché proprio nelle prossime settimane andrà via la base NATO dal Collegio Ciano, un’opra di straordinario valore architettonico, nato con meritorie finalità socio-assistenziali (come casa per gli scugnizzi) di cui la città non ha mai potuto beneficiare. Adesso la speculazione punta le proprie mire: i cittadini si debbono mobilitare per la difesa della struttura, della sua destinazione a scopi sociali e delle pregiate aree agricole limitrofe.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: