Riporto un passo del libro di S. Settis (Azione Popolare) nel quale colgo i principi in cui noi di Ricostruzione Democratica ci riconosciamo profondamente. E’ per me una soddisfazione riscontrare come le cose che dice Settis, noi in ogni atto amministrativo o politico che abbiamo adottato, tal volta con sofferenza immensa, le abbiamo attuate senza esitazione ma, ripeto, con sofferenza. Vi invito a rivedere la conferenza stampa della nascita di Ricostruzione Democratica (clikka) in essa troverete molte similitudini tra ciò che all’epoca dicemmo ed il pensiero di Settis. La Costituzione per noi è un faro ed è un programma da seguire! Nel Paese sento che c’è un filo che unisce la stragrande maggioranza degli Italiani un filo che oggi gli uomini di buona volontà hanno l’obbligo di seguire.
Da Azione Popolare di S. Settis:
“In un paese dove i partiti e governi d’ogni sorta e d’ogni colore hanno identificato il bene comune con la cieca ubbidienza ai mercati, i cittadini non possono accontentarsi del ruolo di elettori, subendo passivamente ogni decisione. In una democrazia rappresentativa è cruciale l’idea che il popolo sovrano conservi un potere negativo che gli consente di vigilare, giudicare, influenzare e censurare i propri legislatori. Il potere negativo dei cittadini non nega la rappresentanza politica e non si sostituisce ad essa, ma ne è l’indispensabile contrappeso e completamento: sovranità informale che esiste al di fuori delle istituzioni statali allo stesso tempo fornisce quell’esprit che rende tali istituzioni legittime agli occhi degli individui. … L’esercizio del potere negativo da parte di organizzazioni militanti ma non di partito può oggi essere più diffuso, efficace e intenso grazie alle tecnologie informatiche. Esso non comporta la rivendicazione del potere politico, anzi la esclude, perché punta sulla figura del cittadino-giudice, che non vuole sminuire la legittimità morale delle istituzioni rappresentative; al contrario tende a potenziarle. Non fa antipolitica, anzi genera antidoti contro la vera antipolitica, perché getta le basi per una nuova consapevolezza dell’identità fra comunità dei cittadini e Stato, per una nuova responsabilità. Innesca percorsi attraverso i quali i cittadini che non si riconoscono in una determinata azione di governo possono impedirla o sovvertirla con mezzi legali. Impone a chi milita nei comitati una riflessione di fondo non solo sui singoli interessi e problemi ma sui principi in nome dei quali è giusto metterli a fuoco ed esigere una soluzione. E questi principi, basta saperlo e basta volerlo, sono contenuti nella nostra Costituzione. E’ in suo nome, cioè in nome del bene comune, che può avvenire non solo la confluenza dei movimenti, ma anche una vasta riaggregazione dei cittadini intorno a ideali politici che vengono dal passato (Resistenza e la Costituente) e possono ispirare il futuro perché garantiti dalla Carta suprema del nostro ordinamento. Riappropriarsi della cittadinanza e della democrazia mediante consapevoli atti di cittadinanza richiede molto lavoro dei cittadini su se stessi e sulle istituzioni. Ma lo sbocco di questa riflessione e di questa azione non è necessariamente l’insurrezione… La nostra Costituzione, al contrario, ci autorizza a rispondere alla crisi della rappresentanza e della democrazia con una ribellione civile in nome della legalità costituzionale. Rivisitare la genealogia della Costituzione e riattivarne pienamente il progetto è la strada obbligata per sfuggire alla trappola mortale di un movimentismo senza meta, di un orizzonte irraggiungibile dove il traguardo è nulla, il movimento è tutto. Dobbiamo spronare le istituzioni, in nome della legalità Costituzionale, a camminare verso un traguardo ben definito. Verso un’idea d’Italia…. Nella nostra Costituzione il potere negativo dei cittadini c’è già. Suo fondamento è la sovranità popolare, l’insistenza della collettività e sulla nazione, il ruolo chiave dei diritti di cittadinanza, la centralità del lavoro e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese….
Gli atti dei poteri pubblici, per passiva acquiescenza al dispotismo dei mercati, restringono ogni giorno lo spazio dei diritti civili, dei beni comuni, dei servizi sociali. Ci tolgono libertà e democrazia. L’antidoto è la sempre più attiva e concreta partecipazione di tutti alla cosa pubblica, una piena assunzione di responsabilità. In prima persona!“
Philip Glass: “Ogni Volta che la legge della giustizia va spegnendosi e il male domina la terra, noi emergiamo alla vita, generazione dopo generazione, prendiamo forma visibile e agiamo, ogni uomo fra altri uomini, per tutelare il bene, respingendo il male e ricollocando la virtù sul trono“
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