Oggi (20.06.2013) in commissione sport ed impianti sportivi, riunita in sede di audizione, abbiamo trattato della delibera che riguarda l’ippodromo di Agnano di cui ad un mio recente precedente post (il comune che sussurrava ai cavalli clikka).
Il quartiere di Fuorigrotta sembra essere stato colpito da un’anatema poiché come per lo zoo e l’edenlandia anche per la pista ippica c’è un fallimento, pertanto, ho pensato fosse utile invitare anche la curatela del fallimento della Ippodromo di Agnano S.p.a. nonché gli assessori al lavoro (Panini), al patrimonio (Fucito), agli impianti sportivi (tommasielli) ed ai beni comuni (Piscopo).
Hanno partecipato tutti tranne Piscopo, in quanto impegnato in altra sede e come dicevo la curatela con i suoi tecnici. Nonostante la strana e non comprensibile ostruzione dell’assessore Tommasielli che ha cercato in tutti i modi di non far celebrare la commissione chiedendo, stranamente (per un assessore), la verifica del numero legale, abbiamo avuto la possibilità di capire che diversamente da quanto accaduto allo Zoo (almeno per come la vedo io), in questo caso fosse più che auspicabile una collaborazione con il Tribunale, poiché il fallimento è proprietario di beni strumentali che sono depositati presso l’impianto e che potrebbero servire o rendere più appetibile la struttura consentendo a chi si dovesse trovare aggiudicatario di infilare immediatamente le chiavi nel cruscotto.
Ad ogni modo con la proficua collaborazione degli assessori Panini e Fucito abbiamo capito che forse era il caso di fermarsi un attimo con il bando per non rischiare contenziosi dopo una eventuale aggiudicazione tra comune, fallimento ed aggiudicatario, e capire, tutti insieme, Tribunale e Comune, come fare al meglio l’interesse pubblico e quello dei creditori (tra cui anche l’amministrazione) evitando inutili contenziosi. Confido molto nelle capacità degli assessori al lavoro ed al patrimonio che dall’audizione hanno compreso quali sono i nodi da sciogliere e sopratutto evitare di cadere in errori che si trascinerebbero per anni.
Il tema vero ed immediato, però, è quello della custodia che la curatela ha chiesto al comune in più occasioni compreso stamane e che non può essere tralasciato. Solo che, come dicevo, c’è una questione sulla detenzione e sulla conseguente custodia ed in questo equivoco si sono inseriti, 235 cavalli! Si proprio 235, che sono ospitati ed accuditi nelle stalle dell’ippodromo con biada strigliatura e ferratura (immagino) non si sa bene da chi (e sopratutto di chi). L’attenzione di Ricostruzione Democratica al tema dell’uso dei beni pubblici, credo che ormai sia risaputa, ed a fare i conti ci vuole poco. Mettiamo, infatti, che se posseggo un cavallo sono disposto a pagare per la sua pensione circa 300,00 €. al mese e se faccio questa semplice moltiplicazione posso dire che si potrebbe, con buona approssimazione, arrivare a mettere in piedi un business di 70.500,00 €./mese per la sola pensione dei cavalli in un area di 48 ettari, che di questi tempi non è poco. All’assessora tommasielli, visto che pareva informata della cosa ho chiesto chiarimenti senza, ovviamente, ottenere una risposta chiara ma solo due risposte contraddittorie che scontano l’equivoco di cui dicevo.
Alla fine non siamo riusciti a capire chi ad Agnano sussurra a 200 cavalli!
P.S. Varrà la pena tutto sto lavoro che stiamo facendo? Il dubbio a noi di Ricostruzione Democratica ci viene sempre e le risposte non sempre ce le sappiamo dare. Diciamo che come dicevamo in campagna elettorale per noi il comune è una casa di vetro.
Napoli forse è meravigliosa anche per questo, eccessiva in tutte le sue cose (mettiamola così!).
sul tema:
il patrimonio comunale una questione di giustizia sociale clikka