Oggi (27.07.2014) leggo su Repubblica Napoli un ampio articolo su una relazione fatta da un componente del triunvirato del Comando dei Vigili Urbani da cui si desumono, ancora una volta, dei dati allarmanti sulla gestione dei Caschi Bianchi. Ora a prescindere dai fatti esposti bene nell’articolo, la cosa che mi colpisce è che questa relazione sarebbe “riservata” il che credo contrasti con il principio di Trasparenza che, a mio avviso, è il primo gradino per la buona e corretta amministrazione ed, inoltre, come al solito contrasta anche con la cd. “casa di vetro” di cui il sindaco parlava in campagna elettorale.
La trasparenza, infatti, se da un lato rende conto ai cittadini di come si spendono i loro soldi, dall’altro costringe la stessa pubblica amministrazione ad assumere comportamenti virtuosi avendo, tra l’altro anche un effetto sugli stessi dipendenti della pubblica amministrazione che si vedono costretti al confronto.
Inoltre, parlare pubblicamente di questi fatti rende giustizia ai tanti altri dipendenti che, invece, fanno il loro dovere. Nel caso di specie, però, apprendiamo un dato assolutamente anomalo e cioè che circa la metà del totale dei Vigili Urbani avrebbe un comportamento scorretto (900 su 2000).
Ad ogni buon conto pare di capire, per non scoraggiarci, che da quando si è iniziato a parlare di permessi sindacali pubblicamente sui giornali si sia ridotto drasticamente il loro uso il che evidentemente conferma la mia tesi. Ora mi aspetto che i sindacati facciano una seria revisione della loro rappresentanza e riducano drasticamente il loro numero non essendo credibile né sostenibile che in un corpo che conta 1940 vigili ci siano 430 rappresentanti sindacali (una media di 1 RSA ogni 4,4 Vigili).
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Da Repubblica Naoli di oggi 27.07.2014
Scoppia lo scandalo dei vigili “Ecco perché più della metà non compie i l proprio dovere.
Il responsabile della polizia municipale, Maida, invia un fascicolo al sindaco Nel mirino benefici, permessi sindacali e familiari e il boom di certificati medici
ALESSIO GEMMA
«SOLO900 vigili urbani svolgono il proprio dovere, gli altri 1100 possono contare su privilegi che incidono negativamente sul rendimento dei reparti operativi». L’accusa, in un dossier riservato. Firmato dal responsabile della polizia municipale Francesco Maida. Un fascicolo inviato il 4 luglio ai vertici di Palazzo San Giacomo: il sindaco Luigi de Magistris, l’assessore al Personale Francesco Moxedano, il direttore generale Attilio Auricchio, il presidente della commissione Personale Elio Izzi.
Cinque pagine dove sono elencati con cifre e dati permessi, benefici, certificati medici dei caschi bianchi. E le iniziative adottate da marzo per imporre «regole certe e trasparenti». Un’operazione definita, testualmente, di «pulizia etica, morale ed organizzativa », scrive Maida.
Un passo indietro per capire come si è arrivati a questo dossier. Il nuovo corso parte a febbraio quando il sindaco affida il comando della polizia municipale a tre uomini: il vicedirettore al Personale del Comune, Francesco Maida, il dirigente al settore Legale Aldo Carriola e il responsabile dell’area operativa Ciro Esposito.
È appena tramontata la possibilità di nominare a capo del corpo di polizia municipale il tenente colonnello della Guardia di Finanza Luigi Acanfora, ufficiale che aveva collaborato con de Magistris quando era magistrato in Calabria e che a dicembre 2013 aveva anche messo piede in “via sperimentale” nella sede del comando di via De Giaxa. La bocciatura a gennaio 2014 del piano di rientro dal debito da parte della sezione campana della Corte dei conti aveva dunque costretto il sindaco a ritirare l’investitura di Acanfora: niente soldi in cassa per stipulare il contratto di comandante ad un esterno.
Meglio, quindi, distribuire i compiti a 3 dirigenti interni. Che passano subito al setaccio l’organizzazione del corpo. Da qui quelle pagine finite ora sulla scrivania di de Magistris.
«Troppe zone d’ombra»,scrive Maida. «Ci siamo accorti che nella dura gestione della realtà quotidiana sani principi istituzionali si sono trasformati in sacche paludari dove ognuno ha trovato la personale soluzione ai propri problemi che hanno prevaricato e condizionato le superiori esigenze del servizio da offrire alla nostra città».
A cosa si riferisce il responsabile dei vigili? Maida entra nel dettaglio: «Ai permessi studio e a quelli per motivi familiari, ai permessi sindacali, ai benefici della legge 104, alle infermità, semi infermità e para infermità».
Gli effetti di questi «privilegi», come li definisce Maida, sono racchiusi in due paradossi descritti dal dirigente: «Di domenica e nei giorni festivi la forza lavoro non superava le 200 unità, come nel caso del primo maggio quando per tutte le 24 ore vi erano non più di 180 unità». Con le scene delle auto imbottigliate in via Marina fino al lungomare che riempirono le cronache dei giornali.
Ancora: «Tra i quasi 500 vigili non idonei ai servizi in strada si annoverano anche agenti assunti solo 4 anni fa».
Per il responsabile dei vigili individuare la causa di tutti i mali è semplice: «La cattiva ed erronea interpretazione degli istituti contrattuali che regolano il salario accessorio e l’attività dei dipendenti a cui si sono aggiunte fasi di lassismo e protezionismo di varia natura e genere».
Con episodi denunciati anche dai cittadini ai consiglieri comunali che li hanno resi noti in diverse sedute in via Verdi. «Vogliamo il numero certo e preciso dei rappresentanti sindacali presenti tra i vigili», tuonava ad esempio in aula il consigliere Gennaro Esposito (Ricostruzione democratica).
E ancora: Marco Russo, all’epoca capogruppo dell’Idv, scriveva al sindaco di un «sistema nei vigili che produce favoritismi e clientelismi ad amici imboscati»; mentre il consigliere delegato alla polizia municipale Carmine Sgambati (Napoli è tua) diffondeva le minacce ricevute dai sindacati.
Il dossier riprende in parte questi temi, non solo però. Contiene anche le decisioni assunte dal nuovo comando che si sono tradotte – certifica Maida – in «risparmi di centinaia e centinaia di migliaia di euro». In primis, la rotazione dei responsabili delle unità operative che «ha dato i suoi frutti sul controllo del territorio »; i tagli ai permessi studio e a quelli della legge 104 che insieme hanno consentito di «recuperare » per i festivi quasi 300 unità; la riduzione del 59 per cento dei permessi sindacali che «erano fruiti anche di domenica e nei giorni festivi».
Ma soprattutto una nuova «intesa con la medicina del lavoro» per accertare chi sono gli agenti «non idonei al servizio». Perché, scrive Maida, «chi non è in grado di svolgere determinate mansioni può essere impegnato in attività alternative a supporto di altri servizi del Comune».
Tra i caschi bianchi ci sono «600 idonei con limitazioni, delle quali l’85 per cento ai servizi di viabilità o ai servizi esterni». La soluzione pronta sono i cambi di profilo professionale per impiegare i non idonei nei settori del patrimonio e dell’antiabusivismo. Liberando posti nella polizia municipale, assicura Maida, «per far scorrere le graduatorie dei vincitori di concorso e bandire nuove assunzioni».
Un grazie a tutti i politici onesti che s’impegnano( tra mille difficoltà) affinchè la nostra città non debba più fare il giro del mondo come simbolo di degrado e mala amministrazione; naturalmente con l’impegno anche da parte del singolo cittadino.
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