Il Collana è stato sempre gestito dal Comune, seppure, per una circostanza ignota risulterebbe essere in proprietà della Regione che, impropriamente, oggi ha pensato di estromettere l’amministrazione comunale per giocarsi la partita in prima persona. E’ chiaro che anche questa mossa serve a giustificare la presenza di consiglieri regionali sul territorio snaturando la funzione stessa dell’ente locale che è, occorre ricordare, quella di programmazione e legislativa. Ieri, infatti, scrivevo che caldoro sente avvicinarsi le elezioni (clikka) ed oggi leggo sul BURC Regionale addirittura di questa scelta di mettere a Bando lo Stadio Collana (clikka). Diciamo che i consiglieri regionali di maggioranza, pressoché tutti inquisiti, per aver speso senza giustificazione milioni di euro pubblici (vedi la grande bellezza dei consiglieri regionali clikka), oggi hanno pensato bene di sollecitare gli elettori anche mediante questo stratagemma.
Ad ogni buon conto i termini della questione Collana sono questi: Si possono candidare alla gestione dell’impianto cittadino, per 15 anni non rinnovabili, società e/o associazioni anche consorziate o raggruppate che abbiano una esperienza decennale negli sports che si praticano nell’impianto, anche se praticati in un’altra struttura, siano in regola con tutti i requisiti richiesti, facciano domanda nelle forme e modalità richieste dal bando, entro il le h. 12,00 del 20.10.2014.
La base d’asta è 120.000,00 €. (iva inclusa) per i primi otto anni e per i successivi sette anni un incremento di altri 50.000,00 €. Ovviamente occorre leggere bene il bando e per chi è interessato condivido anche lo schema di convenzione collana (clikka) ed il modello di domanda collana (clikka).
Cosa dire i pericoli sono tanti ed avere l’assicurazione che nel Collana si potrà continuare a praticare lo sport come è accaduto fino ad ora lo potremo vedere solo all’esito della gara di aggiudicazione, ma le domande sono tante. La struttura del bando è, infatti, a punteggio dove l’offerta di incremento economico è valutata 20 punti mentre quella tecnica e quella gestionale sono valutate 40 punti ciascuna.
Alcune domande:
perché non è compreso il tennis che è affidato al circolo mi pare per circa 10.000,00 €. all’anno?
perché non è stata prevista sin da ora il ripristino della palestra di Basket?
che fine faranno la corsa ed il nuoto libero ?
Comunque il bando è in fase di studio ed a settembre provvederemo a tirare le conclusioni mediante un confronto. Speriamo bene …
Un dato curioso io lo stadio l’ho sempre indicato come quella in Piazza Quattro Giornate è curioso che negli atti della regione si è fatto di tutto per evitare di indicarlo come sede in questo modo …
vedi anche:
A conferma che la regione si stia muovendo sono in un ottica elettoralistica vi incollo l’articolo de la Repubblica di cui Vi ho parlato:
Da Repubblica Napoli di oggi 31.08.2014
Elezioni, la Regione dà il via libera a cemento selvaggio
Si aprono i condoni edilizi di venti e trenta anni fa. Protestano sinistra e Legambiente: “Colpo di Mano”
OTTAVIO LUCARELLI
SI RIAPRONO in Campania i condoni edilizi del 1985 e del 1994. Il termine del 31 dicembre 2006 slitta alla fine del 2015 e si restringe anche l’area protetta della penisola sorrentina che perde tutto il versante nocerino-stabiese. Passano gli anni, i decenni, ma alla fine le partite elettorali a Napoli e dintorni si continuano a giocare sempre sul cemento. E stasera in consiglio regionale, sul condono contenuto nel maxi emendamento collegato alla Finanziaria su cui il presidente Stefano Caldoro ha posto il voto di fiducia, si apre di fatto la campagna per le elezioni regionali della primavera 2015. È il punto 72 del maxi emendamento a scatenare la protesta degli ambientalisti. Una sanatoria che, in sostanza, comprende tutti gli abusi edilizi esclusi quelli realizzati nelle aree in cui è prevista “l’inedificabilità assoluta”. «La maggioranza di centrodestra — accusa Anna Savarese, vicepresidente regionale di Legambiente — si prepara in Regione a un colpo di mano degno della prima Repubblica certificando sul fronte del cemento un “via libera” a tutti. Una follia che rischia di portare un nuovo sacco al patrimonio ambientale e paesaggistico della Campania. In dieci anni la “Cemento spa” ha realizzato infatti nella nostra regione oltre sessantamila case abusive pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie». Ieri pomeriggio, nel momento in cui è stata posta la fiducia, l’opposizione di centrosinistra per protesta è uscita dall’aula.
QUARANTA pagine, oltre duecento articoli. Quando ieri pomeriggio l’assessore regionale alle finanze, Gaetano Giancane, ha annunciato su delega del presidente Caldoro il voto di fiducia sul maxi emendamento, le opposizioni hanno abbandonato l’aula protestando duramente. «La maggioranza — accusa Raffaele Topo, capogruppo del Pd — sta stravolgendo tutte le regole. I provvedimenti collegati devono essere approvati prima del bilancio di riferimento e, invece, ci ritroviamo sei mesi dopo a discutere del maxi emendamento in un clima che vede calpestati i principi fondamentali di correttezza amministrativa».
Le accuse di centrosinistra e ambientalisti, in sostanza, riguardano il fatto che il punto 72 del maxi emendamento contiene un super condono perché cancella una serie di aree protette e consente aumenti di volumetrie anche nella zona rossa del Vesuvio. Per quest’area le nuove norme urbanistiche ribadiscono il divieto di costruire nuovi edifici a scopo residenziale e di ampliare immobili esistenti, ma consentono adeguamenti per garantire la stabilità degli edifici nel rispetto della normativa antisismica e interventi finalizzati all’efficienza energetica degli immobili.
«Il centrodestra in questa fase — accusa Antonio Marciano del Pd — mostra tutta l’arroganza per nascondere la propria inconsistenza. Manca cultura di governo, manca rispetto per le istituzioni e il Consiglio oltre alle più elementari regole a tutela della democrazia. Da oggi abbiamo un’aula fuorilegge».
Parte la campagna elettorale e rimane nel maxi emendamento, anche se modificata rispetto alla prima stesura, la cosiddetta norma “anti De Luca”, il sindaco di Salerno che nel 2010 fu l’anti Caldoro. La norma al punto 214 decreta l’ineleggibilità alle cariche di presidente della giunta e di consigliere regionale per «i sindaci dei Comuni superiori a cinquemila abitanti compresi nel territorio regionale» e anche per «i componenti dell’esecutivo delle aree metropolitane, presidenti e componenti delle giunte provinciali». Per essere eletti dovranno dimettersi «non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature».