Sicurezza e Controllo Cittadino

gennaro consiglioStamane (29.07.2014) in consiglio comunale ho voluto sottolineare la necessità di discutere della sicurezza e del controllo della città. Sono partito dalla strana soluzione adottata per i clochard in Piazza Carlo III, usando dei dissuasori sulle panchine per impedire che vi si stendano, per poi citare la incredibile ed inaccettabile condizione di Piazza Bellini abbandonata al degrado nella serate della “movida”. Ovviamente i primi ad essere chiamati a questo compito sono i Vigili Urbani, pertanto, non ho potuto non citare ciò che è apparso sulle pagine dei giornali cittadini in questi ultimi tre giorni. Incollo, in calce, l’articolo apparso su Repubblica Napoli di oggi che tiene conto degli accertamenti in corso e dei primi risultati di questi accertamenti. Stasera su Rai 3 alle 21,05 nella Trasmissione “Millenium” c’è una mia intervista sul caso dei Vigili Urbani.

Il mio intervento al 01.:13:39

Da Repubblica Napoli del 29.07.2014

Da Malati a sani: Stanati i primi imboscati

Dopo il dossier del responsabile della polizia municipale scattano le visite mediche per i “non idonei” Su 44, sei risultano abili al servizio in strada, dubbi sulle patologie per altri 18, che saranno rivisti.

ALESSIO GEMMA

ERANOstati tolti dalla strada perché malati. Ma per i medici che li hanno visitati nelle ultime ore hanno tutti i requisiti per dirigere il traffico.

Sono i primi sei agenti “guariti”. O meglio, dichiarati improvvisamente abili al servizio. Accade dopo il dossier del responsabile della polizia municipale, Francesco Maida, dove si denunciano al sindaco «privilegi e benefici» goduti dai caschi bianchi. Nel dossier si preannunciavano le visite mediche, scattate per accertare chi, tra i quasi 700 vigili “non idonei”, può continuare ad indossare la divisa.

In mattinata sono arrivati dal Policlinico i risultati dei primi 44 accertamenti (su 100). E i numeri danno ragione, in percentuale, alle perplessità avanzate nel dossier. Perché per la prima volta l’amministrazione aveva chiesto alla commissione medica un verdetto definitivo: i vigili visitati dovranno essere dichiarati abili a svolgere le mansioni in strada oppure verranno trasferiti in altri uffici del Comune. Basta con le tante “limitazioni di salute” che permettevano agli agenti di non uscire in strada ma di conservare in busta paga le indennità tipiche della professione.

Dunque, dei 44 sottoposti ai test, sono 16 quelli che appenderanno la divisa al chiodo: effettivamente “non compatibili”. Ciò vuol dire che dovranno rinunciare fino a 520 euro al mese tra “vigilanza, produttività, turnazione e reperibilità”. Non solo. Per altri 18 malati che sulla carta possono restare in piedi solo per 3 ore consecutive e non per un turno totale di 6 ore, i dottori vogliono vederci chiaro: torneranno in ospedale tra sei mesi. Il che fa presumere che altri agenti potrebbero essere recuperati alla viabilità. Altri 4 sono stati riconosciuti “non idonei” ma “temporaneamente”, mentre tra i 6 che avevano un certificato medico diventato da ieri carta straccia c’era un vigile assunto da soli 4 anni.

Entro il 4 agosto il Policlinico dovrebbe inviare il responso sugli altri 56 agenti.

Per poi completare le 700 visite nei prossimi mesi. Al comando già si elaborano le prime proiezioni. Se le percentuali dovessero essere confermate allora tornerebbero abili e operativi almeno un centinaio di caschi bianchi e soprattutto oltre 200 dovrebbero cambiare di ruolo per far posto in polizia municipale agli idonei dell’ultimo concorso e a nuove assunzioni. Intanto il triumvirato al comando finito nel mirino dei sindacati che hanno annunciato un contro-dossier sull’organizzazione del Corpo da inviare in Procura, risponde con i dati delle attività svolte da gennaio a giugno 2014.

Ecco il report firmato il 23 luglio dal dirigente dell’area operativa Ciro Esposito: rispetto al 2013 si registra un aumento del 5 per cento dei controlli effettuati per violazioni al codice della strada, al commercio, all’edilizia e all’ambiente. Senza contare le 21200 notifiche di verbali e atti di polizia giudiziaria, gli 8574 accertamenti di carte d’identità, i 1833 controlli ai cantieri e i sequestri di merci per 53853 giocattoli e 51257 accessori per telefonini. Esposito sottolinea al sindaco «la maggiore efficienza raggiunta nonostante in tale periodo si sia registrato un depauperamento dell’organico».

E intanto non si placano le polemiche. «I sindacati – attacca Carmine Sgambati, consigliere delegato alla polizia municipale – devono capire che bisogna tenere lontana la polizia municipale da una politica clientelare. Spostamenti e trasferimenti di agenti e sindacalisti non sono materia di contrattazione ma spettano al sindaco». Per il consigliere Gennaro Esposito invece «sarebbe facile fare populismo dicendo che i sindacati così come i partiti sono da abolire. Occorre, invece, far capire ai cittadini che questi organismi sono la cinghia di trasmissione tra cittadini-lavoratori ed istituzioni dei quali non possiamo fare a meno». Il caso dei vigili urbani di Napoli sbarca in prima serata stasera su Rai3 alla trasmissione “Millenium”.

La Relazione del Comandante dei Vigili Urbani

VigiliCome promesso ieri oggi offro alla Vostra lettura la Relazione del Comandante Dott. Maida VVUU (clikka) sullo stato di salute dei caschi bianchi di cui ancora oggi (28.07.2014) si discute su La Repubblica Napoli.
Credo che valga la pena leggerla per capire quale è lo stato dell’arte e come si potrebbe cercare di fare in modo che non accadano usi distorti di prerogative che sono previste dalla legge a tutela dei lavoratori.
I Sindacati, così come i partiti, intesi nella loro funzione sociale e politica, sono necessari alla vita democratica del Paese e, pertanto, vanno difesi in ogni luogo e momento anche mediante la repressione di quei comportamenti che strumentalizzando il loro ruolo ne minano la credibilità.
Sarebbe facile fare populismo dicendo che i sindacati così come i partiti sono da abolire, ma questa non è la soluzione del male anzi. Occorre, invece, far capire ai cittadini che questi organismi, che costituiscono i cd. corpi intermedi, sono la cinghia di trasmissione tra cittadini/lavoratori ed istituzioni dei quali non possiamo fare a meno. Chi dice il contrario o mente per fare proselitismo o mente perché pensa ad un regime dittatoriale!
Reprime e discutere di eventuali comportamenti scorretti dei sindacati, significa difenderne il ruolo e le funzioni che sono il frutto di conquiste pagate con la vita ed il sangue dei nostri concittadini!
Segnalo che domani 29.07.2014 su Rai Tre in prima serata Durante la Trasmissione Millenium si parlerà della questione dei Vigili Urbani di Napoli.
Ed il caso sbarca su RAI tre nella Trasmissione MILLENNIUM (clikka)
Vedi il post di ieri
Da Repubblica Napoli di oggi 28.07.2014.
Caso vigili urbani i sindacati sotto choc provano a reagire
Preparato un contro-dossier da inviare in Procura “Non c’è un comandante, il triumvirato fa danni”
ALESSIO GEMMA
«LE REGOLE? Siamo stati i primi ad averle chieste all’amministrazione». Parola di Cgil, Cisl e Uil. I tre sindacati non porgono l’altra guancia. E passano al contrattacco di fronte al dossier inviato al sindaco dal responsabile dei vigili urbani Francesco Maida, rivelato ieri da Repubblica, dove si punta l’indice contro «benefici, permessi e boom di certificati medici» che producono «troppe zone d’ombra» tra gli agenti. Lo schiaffo brucia, per chi ora si ritrova tra i propri iscritti al sindacato anche alcuni di «quei 1100 caschi bianchi» che come scrive Maida vivono di «privilegi». Ma per i sindacati la causa di tutti mali del corpo di polizia municipale ha un nome che evoca accenti imperiali: «il triumvirato». E cioè il vertice composto da tre dirigenti, insediatosi da febbraio scorso e che ha l’effetto di «disperdere le responsabilità». Guastare la catena di comando. Ecco allora spuntare un contro-dossier preparato dai sindacati e che sarà inviato presto in Procura: l’altra “verità” per la quale a tremare dovrebbe essere la giunta di Luigi de Magistris e non solo dipendenti e sindacalisti. Senza contare — spiegavano ieri gli agenti — che ai benefit legati alla legge 104, ai permessi studio e per motivi familiari e alle «infermità» godute dai vigili fanno da contraltare i tagli al salario accessorio patiti negli ultimi due anni a causa degli squilibri di bilancio. Stretta su turnazioni, indennità di rischio.
Il caso vigili urbani scuote i sindacati “Maida non ha torto”
Dopo la denuncia sui privilegi degli agenti in arrivo un contro-dossier di Cgil, Cisl e Uil
ALESSIO GEMMA
«SUL piano etico – dichiara Massimo Salvatore, segretario funzione pubblica della Cgil – sono d’accordo con Maida. Molte cose di quel dossier le condivido. Come la questione degli inidonei ai compiti in strada: non tutti hanno inabilità. Ma ci vorrebbe più confronto con i sindacati. E maggiore equità nella rotazione dei capi di sezione. Perché a Fuorigrotta e Soccavo non cambiano? È chiaro che servono più vigili in strada perché la città è abbandonata.Mamagaric’èda dire che il corpo non è diretto come dovrebbe: una divisione di compiti tra tre responsabili non genera chiarezza. Noi rivendichiamo il diritto del sindacato ad essere informato quando un dirigente sindacale viene spostato da una sezione. Possiamo chiederlo perché da noi i sindacalisti se ne sono andati: forse non consentivamo loro di mantenere certi privilegi».
Un caso dalla Cgil: i 900 iscritti tra gli agenti sono passati a poco meno di 200 nell’ultimo anno. Chi non ci sta è il segretario della funzione pubblica del- la Cisl, Salvatore Altieri: «Quel dossier dà una visione distorta. In primis, vanno sottratti gli agenti dell’ufficio legale, gli addetti alla Procura e quelli impegnati nei piantonamenti, per cui i vigili a disposizione in strada passano da duemila a 1200. Sulla carta. Il problema non sono permessi e benefici che sono ormai diventati un alibi, ma le inefficienze che attengono all’organizzazione del corpo da parte di un comando costituito da persone con un curriculum nel settore sicuramente non ricco, fatta eccezione per l’area legale».
Spiega Antonio Micillo, coordinatore regionale polizia locale Uil: «Non c’è un comandante effettivo, nel vuoto di potere succede che intere periferie restino sguarnite di vigili. O che i 1100 privilegiati non sono in strada perché stanno svolgendo gli altri 20 compiti a cui è chiamato il Corpo. C’è da chiedersi: il direttore generale Attilio Auricchio quando ha comandato cosa ha fatto? Perché tutti questi privilegi li scopre Maida? Se c’è abuso di benefici allora c’è una “culpa in vigilando” di chi non ha visto o non ha voluto vedere. L’amministrazione ha la facoltà di cambiare ruoli ai vigili. Ma perché se ne accorge proprio adesso? Forse si vogliono far scorrere le graduatorie e bandire nuovi concorsi in polizia municipale a ridosso delle elezioni comunali 2016?». Per non parlare di una ventina di nuovi dirigenti da nominare: pare che tra i vigili senza laurea sia scattata la corsa per iscriversi a università fuori Napoli.
«Abbiamo ottenuto dei grossi risultati – commenta Carmine Sgambati, consigliere delegato alla polizia municipale -Erano 14 anni che non si compravano le divise e la gara è in itinere, tra due mesi avremo macchine nuove. Certi istituti contrattuali erano usati in maniera delirante». Si chiede il consigliere Gennaro Esposito: «Perché questa relazione di Maida era riservata? Il sindaco voleva trasformare il Comune in una casa di vetro, ma intanto si continua a violare la trasparenza degli atti». E lo sconforto ieri assaliva qualche agente: «Ora quando faremo le multe i cittadini ci diranno che siamo tra i 1100 vigili che non ne vogliono sapere di lavorare».

Il caso dei Vigili Urbani tra trasparenza e buona amministrazione

VVUUOggi (27.07.2014) leggo su Repubblica Napoli un ampio articolo su una relazione fatta da un componente del triunvirato del Comando dei Vigili Urbani da cui si desumono, ancora una volta, dei dati allarmanti sulla gestione dei Caschi Bianchi. Ora a prescindere dai fatti esposti bene nell’articolo, la cosa che mi colpisce è che questa relazione sarebbe “riservata” il che credo contrasti  con il principio di Trasparenza che, a mio avviso, è il primo gradino per la buona e corretta amministrazione ed, inoltre, come al solito contrasta anche con la cd. “casa di vetro” di cui il sindaco parlava in campagna elettorale.

La trasparenza, infatti, se da un lato rende conto ai cittadini di come si spendono i loro soldi, dall’altro costringe la stessa pubblica amministrazione ad assumere comportamenti virtuosi avendo, tra l’altro anche un effetto sugli stessi dipendenti della pubblica amministrazione che si vedono costretti al confronto.

Inoltre, parlare pubblicamente di questi fatti rende giustizia ai tanti altri dipendenti che, invece, fanno il loro dovere. Nel caso di specie, però, apprendiamo un dato assolutamente anomalo e cioè che circa la metà del totale dei Vigili Urbani avrebbe un comportamento scorretto (900 su 2000).

Ad ogni buon conto pare di capire, per non scoraggiarci, che da quando si è iniziato a parlare di permessi sindacali pubblicamente sui giornali si sia ridotto drasticamente il loro uso il che evidentemente conferma la mia tesi. Ora mi aspetto che i sindacati facciano una seria revisione della loro rappresentanza e riducano drasticamente il loro numero non essendo credibile né sostenibile che in un corpo che conta 1940 vigili ci siano 430 rappresentanti sindacali (una media di 1 RSA ogni 4,4 Vigili).

Vedi anche:

Vigili Urbani nel disinteresse delle commissioni (clikka)

vigili urbani più impegnati a dirigere il sindacato che il traffico (clikka)

I furbetti del quartierino dei vigili urbani (clikka)

Caos cittadino chi comanda i Vigili Urbani (clikka)

Da Repubblica Naoli di oggi 27.07.2014

Scoppia lo scandalo dei vigili “Ecco perché più della metà non compie i l proprio dovere.

Il responsabile della polizia municipale, Maida, invia un fascicolo al sindaco Nel mirino benefici, permessi sindacali e familiari e il boom di certificati medici

ALESSIO GEMMA

«SOLO900 vigili urbani svolgono il proprio dovere, gli altri 1100 possono contare su privilegi che incidono negativamente sul rendimento dei reparti operativi». L’accusa, in un dossier riservato. Firmato dal responsabile della polizia municipale Francesco Maida. Un fascicolo inviato il 4 luglio ai vertici di Palazzo San Giacomo: il sindaco Luigi de Magistris, l’assessore al Personale Francesco Moxedano, il direttore generale Attilio Auricchio, il presidente della commissione Personale Elio Izzi.

Cinque pagine dove sono elencati con cifre e dati permessi, benefici, certificati medici dei caschi bianchi. E le iniziative adottate da marzo per imporre «regole certe e trasparenti». Un’operazione definita, testualmente, di «pulizia etica, morale ed organizzativa », scrive Maida.

Un passo indietro per capire come si è arrivati a questo dossier. Il nuovo corso parte a febbraio quando il sindaco affida il comando della polizia municipale a tre uomini: il vicedirettore al Personale del Comune, Francesco Maida, il dirigente al settore Legale Aldo Carriola e il responsabile dell’area operativa Ciro Esposito.

È appena tramontata la possibilità di nominare a capo del corpo di polizia municipale il tenente colonnello della Guardia di Finanza Luigi Acanfora, ufficiale che aveva collaborato con de Magistris quando era magistrato in Calabria e che a dicembre 2013 aveva anche messo piede in “via sperimentale” nella sede del comando di via De Giaxa. La bocciatura a gennaio 2014 del piano di rientro dal debito da parte della sezione campana della Corte dei conti aveva dunque costretto il sindaco a ritirare l’investitura di Acanfora: niente soldi in cassa per stipulare il contratto di comandante ad un esterno.

Meglio, quindi, distribuire i compiti a 3 dirigenti interni. Che passano subito al setaccio l’organizzazione del corpo. Da qui quelle pagine finite ora sulla scrivania di de Magistris.

«Troppe zone d’ombra»,scrive Maida. «Ci siamo accorti che nella dura gestione della realtà quotidiana sani principi istituzionali si sono trasformati in sacche paludari dove ognuno ha trovato la personale soluzione ai propri problemi che hanno prevaricato e condizionato le superiori esigenze del servizio da offrire alla nostra città».

A cosa si riferisce il responsabile dei vigili? Maida entra nel dettaglio: «Ai permessi studio e a quelli per motivi familiari, ai permessi sindacali, ai benefici della legge 104, alle infermità, semi infermità e para infermità».

Gli effetti di questi «privilegi», come li definisce Maida, sono racchiusi in due paradossi descritti dal dirigente: «Di domenica e nei giorni festivi la forza lavoro non superava le 200 unità, come nel caso del primo maggio quando per tutte le 24 ore vi erano non più di 180 unità». Con le scene delle auto imbottigliate in via Marina fino al lungomare che riempirono le cronache dei giornali.

Ancora: «Tra i quasi 500 vigili non idonei ai servizi in strada si annoverano anche agenti assunti solo 4 anni fa».

Per il responsabile dei vigili individuare la causa di tutti i mali è semplice: «La cattiva ed erronea interpretazione degli istituti contrattuali che regolano il salario accessorio e l’attività dei dipendenti a cui si sono aggiunte fasi di lassismo e protezionismo di varia natura e genere».

Con episodi denunciati anche dai cittadini ai consiglieri comunali che li hanno resi noti in diverse sedute in via Verdi. «Vogliamo il numero certo e preciso dei rappresentanti sindacali presenti tra i vigili», tuonava ad esempio in aula il consigliere Gennaro Esposito (Ricostruzione democratica).

E ancora: Marco Russo, all’epoca capogruppo dell’Idv, scriveva al sindaco di un «sistema nei vigili che produce favoritismi e clientelismi ad amici imboscati»; mentre il consigliere delegato alla polizia municipale Carmine Sgambati (Napoli è tua) diffondeva le minacce ricevute dai sindacati.

Il dossier riprende in parte questi temi, non solo però. Contiene anche le decisioni assunte dal nuovo comando che si sono tradotte – certifica Maida – in «risparmi di centinaia e centinaia di migliaia di euro». In primis, la rotazione dei responsabili delle unità operative che «ha dato i suoi frutti sul controllo del territorio »; i tagli ai permessi studio e a quelli della legge 104 che insieme hanno consentito di «recuperare » per i festivi quasi 300 unità; la riduzione del 59 per cento dei permessi sindacali che «erano fruiti anche di domenica e nei giorni festivi».

Ma soprattutto una nuova «intesa con la medicina del lavoro» per accertare chi sono gli agenti «non idonei al servizio». Perché, scrive Maida, «chi non è in grado di svolgere determinate mansioni può essere impegnato in attività alternative a supporto di altri servizi del Comune».

Tra i caschi bianchi ci sono «600 idonei con limitazioni, delle quali l’85 per cento ai servizi di viabilità o ai servizi esterni». La soluzione pronta sono i cambi di profilo professionale per impiegare i non idonei nei settori del patrimonio e dell’antiabusivismo. Liberando posti nella polizia municipale, assicura Maida, «per far scorrere le graduatorie dei vincitori di concorso e bandire nuove assunzioni».

Il Commercio ostaggio dei Caschi Bianchi

VVUUA scanso di equivoci dico subito che sono convinto che i caschi bianchi siano una risorsa per la tutela dei cittadini, l’ordine e la corretta gestione del territorio e che il loro lavoro è difficile. Spesso però, come sicuramente sarà capitato a molti di Voi, mi trovo ad ascoltare cose inenarrabili che li riguardano circa vessazioni a commercianti o cittadini che ovviamente prendo sempre con le molle e con molta attenzione.

Oggi, nella mia qualità di consigliere comunale, quando sento queste cose chiedo sempre al mio interlocutore se se la sente di fare specifica denuncia, ovviamente, ottengo sempre un no categorico giustificato dal timore di ritorsioni. Altrettanto, ovviamente in queste condizioni non giudico, ma come ogni altro cittadino osservo, rifletto e faccio raffronti.

Sicuramente a qualcuno di Voi sarà capitato di incappare in una striscia blu con grattino scaduto o in un altro tipo di violazione chiedendosi perché proprio a lui sia stata fatta la contravvenzione, quando tutto intorno ci sono violazioni più diffuse e più gravi.

Con i commercianti, poi, la cosa diventa ancora più evidente ed esasperante quando ad esempio i caschi bianchi finiscono per guardare il centimetro in più di occupazione di suolo e semmai l’esercizio commerciale a confine è per il 50 % abusivo, occupando una superficie superiore a quella concessa. Oppure quando ci sono occupazioni di suolo incomprensibili se legittime (come l’occupazione di suolo di una pizzeria in  Via Benedetto Croce trafficatissima dai pedoni).

In questi casi il rigore esercitato solo nei confronti di uno solo, o di pochi, diventa una ingiustizia sostanziale e genera un senso di frustrazione e di voglia diffusa di non rispettare le regole. Per non dire poi dei commercianti scrupolosi che hanno, per quanto possibile, tutto in regola e che si vedono fare una concorrenza sfrenata e sleale da parte degli abusivi tal volta lasciati indisturbati.

A ciò si aggiunge che spesso le maglie larghe o i dubbi interpretativi di questo o quel regolamento o delibera determinano spazi interpretativi che danno luogo a veri e propri soprusi (forse inconsapevoli) da parte della polizia amministrativa e dei dirigenti SUAP, peraltro, forieri di una grave violazione della giustizia sostanziale e del principio di uguaglianza.

Ebbene, mi sono occupato in quest’ultimo periodo delle cd vetrine nelle ante dei negozi che vediamo in moltissimi negozi della città ed in particolare del centro storico e mi sono imbattuto in sanzioni elevate perché ritenute, dai caschi bianchi, abusive e non regolarizzabili. Ebbene, ho scoperto che in questo settore ogni municipalità fa ciò che vuole a seconda del dirigente e della polizia amministrativa. Difatti, seppure tale tipo di occupazione secondo me è possibile desumerla dall’art. 2 del vigente regolamento COSAP, in molte municipalità il dirigente SUAP e la polizia amministrativa la ritiengono non assentibile, pare, perché in violazione del piano regolatore.

E’ chiaro che ho investito immediatamente sia l’assessore al commercio riferendo della incredibile discrezione che, in via Costantinopoli, a confine con due municipalità (IV e II) ha generato una regolamentazione assurda con palese violazione del principio di imparzialità e di uguaglianza. Difatti, alcuni (non tutti forse a seconda della simpatia) commercianti che stanno da un lato della strada si beccano le multe ed altri che stanno sul lato opposto la fanno franca. Proprio sulla questione qualche anno fa ci fu una sollevazione dei commercianti di Via Benedetto Croce che, all’improvviso, si videro multate tutte le vetrine nelle ante e la questione si risolse, mi consta, alla napoletana dicendo vabbuò vi lasciamo stare senza affrontare alla radice i problema!

Ora, come dicevo, della questione il 30 aprile scorso ho chiesto una riunione (clikka) delle due commissioni competenti, Commercio ed Urbanistica, dei Presidenti delle dieci municipalità e dei dirigenti che, ovviamente, i Presidenti Antonio Crocetta (FED) e Ginetta Caiazzo (Verdi) hanno ritenuto di non convocare ancora, lasciando i commercianti in balia dei caschi bianchi che, forse, a seconda della simpatia o dell’antipatia potrebbero sanzionare questo o quel commerciante ingenerando un senso di ingiustizia, assoluto ed ingiustificato, perché dovuto alla negligenza dell’amministrazione che ho provveduto ad avvertire a tutti i livelli. Ho chiesto, infatti, di convocare tutti dirigenti compresi per porre fine a questo scempio del principio di uguaglianza, a tutto danno dei cittadini e dei commercianti, al fine di chiarire, una volta per tutte, se la disciplina è unica su tutto il territorio comunale!

Le vetrine nelle ante, infatti, le hanno moltissimi esercizi commerciali e vietarle significa, da un lato non andare incontro al senso comune, dall’altro impedire che l’amministrazione incassi i relativi oneri per la occupazione, con danno alle casse del Comune stesso e con l’aggravante di costringere i commercianti a stare in una condizione di abusivismo, preda di possibili  altrettanti abusi, da parte di qualche  casco bianco, che fino ad oggi mi è stato solo raccontato!

Andrò avanti in quest’altra battaglia ma il mio sentimento di giustizia e la mia passione politica mi impongono di dire BASTA! Questo è un modo barbaro per far sentire i cittadini SUDDITI!

Vedi anche:

Sul lavoro della Commissioni e sui VVUU (clikka)

I vigili urbani più impegnati a dirigere il sindacato che il traffico (clikka)

Stadio e Vigili Urbani nel disinteresse delle Commissioni Consiliari

consiglio comunaleOggi (15.05.2014) sono, inoltre, intervenuto in Consiglio Comunale su un tema fondamentale per la democrazia che è quello della centralità dell’organo consiliare e del lavoro delle Commissioni permanenti, che nonostante la loro “natura permanente”, non si occupano di temi fondamentali della città come quello dello Stadio (con convenzione ormai scaduta e rischio di danno erariale) e quello dei Vigili Urbani. Ho, infatti, ricordato che nel programma elettorale, di cui ho letto un passo importante, il consiglio comunale lo si affermava come organo centrale dell’amministrazione contrastando, quindi, il concetto del cd. uomo solo al comando.

Il mio intervento al 02:22

I Vigili Urbani più impegnati a dirigere il Sindacato che il traffico

VVUUOgni tanto ripenso alle informazioni che sono emerse sui caschi bianchi napoletani che lasciano effettivamente basiti: circa 400 rappresentanti sindacali su un corpo che conta, circa 1900 addetti, di cui oltre 300 non idonei al servizio in strada, oltre mille ultracinquantenni e di questi oltre la metà ultrasessantenne. Abbondano poi i permessi studio e quelli della legge 104.

Questi i dati, che si commentano da soli, forniti da Ciro Esposito componente del triunvirato al vertice del comando dei caschi bianchi. Da cittadino, prima ancora che da consigliere comunale, credo che abbiamo trovato la risposta ad una delle domande che ci facciamo più spesso, quando siamo imbottigliati nel traffico, ovvero, quando incappiamo in comportamenti abusivi ed illeciti di ogni specie, dai venditori ai parcheggiatori abusivi, alla completa mancanza di controllo del territorio: Dove stanno i Vigili Urbani?

In effetti, un rappresentante sindacale ogni 4,7 vigili mi sembra un po’ troppo e forse sono così tanti perché i sindacati hanno strumentalizzato la funzione della rappresentanza sindacale assegnata non per “meriti ed impegno sindacale” ma per impedire i trasferimenti di loro colleghi, ovvero per opporsi al comando, cosicché ogni ordine non gradito dal Vigile Urbano, potesse essere trasformato in attività antisindacale. 

Ebbene, a Napoli abbiamo l’esempio eclatante per il quale lo stesso concetto di sindacato è andato in crisi ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti e non meraviglia che il Premier Renzi scriva direttamente ai lavoratori, non ritenendo il sindacato un interlocutore qualificato, facendo, quindi, del sindacato ciò che Grillo fa dei partiti con un danno di sistema i cui risultati negativi per la società sono sotto gli occhi di tutti e permarranno a lungo.

Siamo, infatti, distanti anni luce dal modello tedesco, dove il sindacato è nei CDA delle aziende. Ciò che mi fa ancora minimamente sperare, almeno per i Caschi Bianchi, è stato il fatto che la denuncia dell’uso distorto dei permessi sindacali è pervenuta da Emilio Pagano, egli stesso Vigile Urbano e sindacalista dei Caschi Bianchi napoletani, nonché le prime ancora timide reazioni di alcuni rappresentanti che si sono dimessi e di alcuni dirigenti sindacali che hanno essi stessi dichiarato di voler mettere mano riconoscendo, quindi, l’esistenza del problema.

Tra i lavoratori del Comune non Vigili Urbani registro, inoltre, un certo risentimento verso la categoria dei caschi bianchi comunali ritenuti per un certo versi privilegiati sia per la retribuzione sensibilmente più alta, sia per il loro forte potere contrattuale poiché una loro agitazione è in grado di mandare in tilt la città, anche se, a guardare bene, la città non è che dal punto di vista dell’ordine e del controllo non lo sia già in tilt!

Vedo però ancora una reazione timida da parte dell’Amministrazione che, invece, dovrebbe ora più che mai aprire un tavolo sindacale facendo ancora più luce sui dati che ormai è chiaro, i cittadini napoletani, non si possono più permettere né possono essere presi in giro, di modo che, i tanti Vigili Urbani che lavorano sodo e si impegnano, siano messi nella condizione di riscattare l’onore ferito.

Occorre, quindi, che si indichi inequivocabilmente un Comandante munito di tutti i necessari requisiti di legge e di merito senza indugiare in confuse assegnazioni di deleghe a consiglieri che si limitano a dirigere il traffico o spartizioni di capitani in concorso, che non fanno altro che confondere ancora di più le responsabilità, che mai come in un corpo di polizia devono essere assolutamente chiare ed inequivoche.

vedi anche: i furbetti del quartierino dei vigili urbani di Napoli (clikka)

I furbetti del quartierino dei Vigili Urbani di Napoli

VVUUA Napoli è diffuso il bisogno di ordine e di controllo iniziando dai parcheggiatori abusivi per finire ai venditori abusivi di ogni cosa, passando dalle continue violazione di ogni sorta di segnale stradale. L’argomento dei Vigili Urbani ricorre spesso nelle discussioni tra i cittadini Napoletani piantati nel traffico e che spesso si chiedono dove siano.

Che il male venga da lontano lo dimostra la nota scena del film “Così Parlò Bellavista” del 1984 con vigili intenti a prendere il caffè mentre fuori c’era un traffico infernale.

Oggi (07.05.2014) il Mattino di Napoli in un articolo che vi incollo in calce, prova a dare una spiegazione snocciolando dati allarmanti a facendo capire che dei circa 2000 caschi bianchi in servizio circa 400, sono rappresentanti sindacali e che di questi 400 c’è una sensibile percentuale che utilizza i permessi sindacali nei giorni festivi o prefestivi lasciando intendere, ovviamente, che sono permessi fasulli per non andare a lavorare prendendo lo stesso lo stipendio.

Questi dati ci sono stati forniti dal Colonnello Ciro Esposito che compone il triunvirato a capo dei Vigili con Carriola e Maida. Triunvirato che, a quanto pare, sta sconquassando l’ordine e la gerarchia all’interno del corpo, essendo incerta la linea di comando. Ebbene, anche in questo caso l’Amministrazione ha avuto l’abilità di mettersi contro tutti i sindacati.

Il dato che mi fa ancora sperare è legato al fatto, passato sotto tono, che la questione permessi sindacali è scaturita, non dagli organi di controllo dell’amministrazione né dal consigliere “cosiddetto delegato” (impegnato a farsi fotografare mentre dirige il traffico e denuncia i sindacalisti) ma proprio da un Vigile Urbano rappresentante sindacale, Emilio Pagano, che ha avuto il coraggio di chiedere conto e ragione, anticipando ancora una volta l’amministrazione, dei permessi sindacali concessi in giornate festive e prefestive, scatenando quello che poi è accaduto. Nasce spontanea la domanda come mai in tre anni questa cosa l’amministrazione non l’abbia fatta emergere prima.

Il tema, in sostanza, è sempre lo stesso i comportamenti scorretti vanno immediatamente repressi coinvolgendo nel processo innanzitutto i lavoratori che per primi condannano questi comportamenti nonché le stesse organizzazioni sindacali che devono essere sfidate proprio sul campo del rispetto delle regole.

In tutto questo lo stesso Emilio Pagano che, come detto, ha avuto il merito di aver sollevato la questione, ha anche chiesto, come organizzazione sindacale, al Prefetto di Napoli, il commissariamento del Corpo, avendo ravvisato gravi  irregolarità nella assegnazione degli incarichi di vertice e nella trasformazione dei Vigili Urbani da corpo autonomo con funzioni mista, comunali e statali, in Servizio.

E’ chiaro che occorre andarci con i piedi di piombo iniziando dalla valorizzazione dei tanti caschi bianchi che vogliono lavorare ed essere soddisfatti del loro lavoro, facendo tesoro della cultura del buon esempio da seguire, per sconfiggere quella odiosa, diffusa e dannosa opinione secondo cui chi ruba lo stipendio è un furbo e gli altri che lavorano sono fessi. Forse la prima cosa da fare sarebbe quella di contare quanti sono i furbi …

Vedi anche: caos cittadino chi comanda i vigili urbani (clikka)

Riporto la rettifica richiesta all’articolo de Il mattino sotto incollato da parte del Sig. Daniele Minichini  Vigile Urbano e RSU:

“Il caso «Privilegiato? Sfido a vivere i miei drammi» Daniele Minichini, rappresentante del Lipol,è uno dei nominativi inseriti dal comando dei vigili nell’utilizzo distorto dei permessi sindacali. Minichini però precisa come stanno le cose:«Leggendo l’articolo sui permessi sindacali e sui privilegi viene citato il mio nome non per i citati permessi ma perché nel 2012 e nel 2013 avrei usufruito di legge 104 nei giorni festivi: tutto questo dando la chiara impressione che io abusi di tale normativa.Ma se avere la legge 104 per un figlio autistico grave o essere idoneo con limitazione a seguito di due infortuni gravi è un privilegio,non mi resta che augurare lo stesso a chi la pensa così. Nella guerra tra P.a. e furbetti c’è chi non si è preso la briga di accertare sui singoli casi la realtà».

Aggiornamento del Mattino del 09.05. sui vigili urbani (clikka)

Da il Mattino di Napoli del 08.05.2014 Luigi Roano

Il dossier Giorni liberi anche domeniche e festivi Il Comune, gli abusi

Permessi sindacali ecco i vigili privilegiati

Nel 2012/2013 e nel primo trimestre del 2014 i soli rappresentanti sindacali della Polizia municipale, ben 392, hanno usufruito di permessi retribuiti per 18mila e cinque ore pari a circa 300Mila euro versati dai contribuenti. La grandissima parte di queste ore sono state consumate nelle domeniche, nei festivi e prefestivi, persino a Natale e Capodanno sguarnendo i servizi essenziali. Ciro Esposito, il dirigente operativo dei vigili urbani, ha inviato al direttore generale, al sindaco Luigi de Magistris, al consigliere delegato Carmine Sgambati e all’ufficio prerogative sindacali un dossier, nel quale risponde alla richiesta di approfondimenti sull’uso dei permessi retribuiti già oggetto d’inchiesta della Procura. Nel dossier del Comando nomi e casi di assenze reiterate: servizi sguarniti e costi fuori controllo. Quando la città di domenica e nei giorni festa è travolta dal traffico e si da’ addosso ai vigili urbani – gli incolpevoli che lavorano – bisogna tener conto di un dato. Nel 2012/2013 e nel primo trimestre del 2014 i soli rappresentanti sindacali della Polizia municipale, ben 392, hanno usufruito di permessi retribuiti per 18mila e cinque ore pari a circa 300Mila euro versati dai contribuenti. Cosa significa? La grandissima parte di queste ore sono state consumate nelle domeniche, nei giorni festivi e prefestivi, persino a Natale e Capodanno sguarnendo i servizi essenziali con quasi 400 unità in meno. La battaglia del premier Matteo Renzi per riformare la pubblica amministrazione – con esplicito riferimento all’abbattimento dei permessi sindacali – potrebbe avere in Napoli il caso più paradigmatico. Ciro Esposito, il dirigente operativo dei vigili urbani, ha inviato al direttore generale, al sindaco Luigi de Magistris, al consigliere delegato Carmine Sgambati e all’ufficio delle prerogative sindacali un dossier, nel quale si risponde alla richiesta di approfondimenti sull’uso dei permessi retribuiti già oggetto di una inchiesta della Procura. Con nomi e cognomi venuti fuori da uno screening che evidenzia «l’uso distorto dei permessi sindacali». Analisi confortata da un esposto-denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti fatto proprio da un sindacalista – Emilio Pagano, un Rsu – che il 24 aprile ha spedito l’esposto e contestualmente una diffida all’ufficio Prerogative sindacali dove scrive che «constatato che le normative vigenti non attribuiscono al singolo componente Rsu la possibilità di richiesta di fruizione di permessi retribuiti, diffida ad avallare simili richieste». Esposito è molto puntuale: «Criticità strutturali che, di fatto, pregiudicano il servizio che la Polizia municipale eroga alla collettività, con particolare riferimento alle giornate prefestive e festive» si legge nel dossier. Quali sono le criticità? «La forte concentrazione di esenzione dai servizi festivi e notturni del personale titolare di legge 104, ad oggi parliamo di 242 operatori, o di permessi studi, altri 111 dipendenti, indde fortemente sulle già ridotte risorse umane del Corpo in gran parte costituito da ultracinquantenni, ben 763, di cui 547 già ultrasessantenni. Senza dimenticare poi la questione del personale inidoneo ai servizi di front line di viabilità in maniera totale o parziale, 310 dipendenti idonei solo ai servizi intemi e 283 parzialmente idonei». E veniamo alla questione dei sindacalisti e dei permessi: «Nel Corpo sono ben 392 i componenti eletti nei direttivi sindacali, nelle strutture aziendali, semplicemente nominati tali dai sindacati e le Rsu, ed ogni qualvolta risulti necessario un loro trasferimento presso una unità operativa diversa da dove prestano servizio per rinforzare alcuni Reparti a fronte di esigenze operative, occorre avere il nulla osta dai sindacati di appartenenza». Esposito rivela un altro aspetto della questione: «Spesso vengono registrate dichiarazioni sconcertanti secondo le quali gli stessi dirigenti sindacali evidenziano che il ricorso a tale pratica ha proprio la motivazione di evitare la mobilità presso altri Reparti. Infatti, ove il trasferimento non è gradito al dipendente interessato il nulla osta non arriva ed anzi i sindacati ricorrono al giudice per comportamento antisindacale». Insomma il comando ostaggio dei sindacati. Veniamo ai nomi citati nel dossier da Esposito: «Tra i 9 distaccati part time al 50% del Servizio Autonomo di Polizia Locale, si segnalano alcuni casi emblematici di utilizzo delle giornate di distacco in periodi festivi e prefestivi: Agostino Anselmi (Cisl) nel 2012: mai lavorato il sabato, le domeniche ed i festivi infrasettimanali; nel 2013 lavorati solo 3 sabato; mai lavorato domeniche e festivi infrasettimanali e ha usufruito di permessi nell’agosto per le giornate del 12/13/14el7eadicembre per le giornate del 23/24/27/31. Nel 2014 ha lavorato un sabato e mai nelle domeniche e nei festivi infrasettimanali e ha usufruito di permessi per il 1 /2/3/4 gennaio». La lista dei nomi comprende Giovanni Bonora (Diecap) che «nel 2012 non ha lavorato il giovedì, venerdì e sabato così come nel 2013 e nel primo trimestre del 2014». Michele Bossa (Csa) nei tre anni in questione non è mai stato m servizio perché ha utilizzato i permessi di sabato, domenica, prefestivi e festivo infrasettimanale». E ancora: «Antonio Micillo (Uil) per tutti e tre gli anni è stato in libertà sindacale per i festivi infrasettimanali. Simona Orefice (Cisl) nel 2012 ha usufruito di libertà sindacale per 2 festivi e 3 sabato; nel 2013 per 4 sabato e 5 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale; anno 2014 permessi per 7 sabato e 2 festivi». Senza dimenticare la vicenda di Francesco Gragnano (Cgil) che non ha mai lavorato. «Quanto sopra – si legge nel dossier – nella considerazione che tale vincolo su permessi interamente a carico dell’Ente rende necessario assicurare trasparenza poiché potrebbe anche evidenziarsi un danno legato al costo della mancata erogazione della giornata di lavoro». Non è finita qui. «Tra i 392 delegati, dirigenti ed Rsu ve ne sono una parte che in maniera ripetuta cumulano le varie tipologie di permessi, quelli per la carica Rsu e quelli richiesti dalle varie organizzazioni in quanto anche delegati sindacali che li tiene lontani dal lavoro in maniera sistematica con particolare riferimento a giornate festive». Esposito mette anche qui nomi e sigle e si tratta di 7 casi: «Umberto Cacace (Cisl) che nel 2012 ha lavorato solo 4 domeniche a 3 ore. Non risultano prestazioni erogate in festivi infrasettimanali. Gran parte dei sabato ha usufruito di per- messi sindacali a tré ore; nel 2013 lavorato solo 2 domeniche a 3 ore. Ha usufruito permessi a dicembre per le giornate del 24 e del 31; Dario Dell’Aquila (Cisl) nel 2012 non ha lavorato nessun festivo, nel 2013 una sola domenica e ha usufruito permessi a dicembre per il 31; nel 2014 permessi sindacali a 2 o tré ore sabato e domeniche comprese. Carlo Giordano (Cgil) nel 2012 è stato in distacco per 2 sabato e 2 domeniche; 2013 per 5 sabato e 1 domenica nell’anno in corso per 4 sabato. Daniele Guerriero (Uil) nei tré anni permessi per alcuni sabato, domenica e festivo infrasettimanale». Si arriva così a «Daniele Minichini (Lipol) che nel 2012 non ha usufruito di permessi ma di domenica ha messo in campo il beneficio della 104 così come nel 2013 e 2014. Pietro Piscopo (Cisl) che nel 2012 ha usufruito di 70 libertà sindacali per 23 sabato e 4 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale, nel 2013 di 54 libertà sindacali per 16 sabato e 5 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale; nell’anno in corso di 33 libertà sindacali per 12 sabato e 2 domeniche». Chiude la lista «Antonio Zuppieri (Cgil) che nel 2012 ha usufruito di 30 giorni di libertà sindacale per 4 festivi; nel 2013 di 13 giorni di libertà sindacale per 1 sabato e 1 domeniche e nel 2014 di 35 libertà sindacale, mai di sabato o di domenica». Dati che parlano da soli e che pretendono una risposta a un interrogativo: perché l’attività sindacale si concentra il sabato, la domenica e nei giorni di festa?

Caos Cittadino chi comanda i Vigili Urbani

10300691_10203511656262350_2707717537176159862_nUna delle cose che mi chiedono più spesso i cittadini è dove stanno i Vigili Urbani? A questa domanda cerco sempre di dare qualche risposta dando dei numeri. Gli ultimi apparsi sulle pagine dei giornali: circa 2.000 caschi bianchi e di questi circa 400 rappresentanti sindacali. Tal volta mi sento pure in colpa e condivido un senso di rassegnazione poiché effettivamente non si riesce a tenere sotto controllo il territorio cittadino.

Ci sono quartieri centrali abbandonati a loro stessi piazze e strade principali gestite dalla camorra, addirittura intorno al palazzo del consiglio ci sono parcheggiatori abusivi. Si dalla CAMORRA perché non saprei come chiamare quelli che ti chiedono dei soldi per parcheggiare e che se provi a fare quello che fanno loro ti menano pure. Il paradosso è poi nel pieno centro storico dove nonostante un servizio delle Iene (clikka) del 2011 ci sono parcheggiatori abusivi che si fanno pagare il pizzo di 100 €. al mese dai cittadini residenti per parcheggiare. A dire il vero in quest’ultimo caso credo che anche quei cittadini debbano essere considerati complici perché si riservano il posto per la macchina a discapito dei loro concittadini che si rifiutano di pagare il pizzo. Oltre ai parcheggiatori abusivi, che sono dappertutto, ci sono anche quelli che vendono qualunque cosa e pure questi sono della camorra. L’ultimo evento è stato il COMICON (dall’1 al 4 maggio) alla mostra d’oltre mare. Ebbene, ci sono andato il 1 maggio e c’erano venditori di crepes ed hot dog a 3 €. e quelli che vendevano le bibite ad 1 €. Tutto davanti agli occhi di tutti e neppure un vigile, una guardia di finanza, un carabiniere, un poliziotto o un militare dell’esercito o dell’aeronautica. Ho pensato che se arrivassi io con un mio carrettino di bibite o crepes mi avrebbero per lo meno gambizzato, visto che i cassetti dei carretti di questi abusivi erano pienissimi di banconote traboccanti.

Non posso dire che c’erano perché non c’erano le forze dell’ordine perché allo stadio ad ogni partita ci sono le forze dell’ordine in tenuta antisommossa ma assolutamente tolleranti verso gli abusivi di ogni genere.  Molti a questa mia constatazione con tono di compatimento mi dicono ma che cosa dovrebbero fare queste povere anime senza pensare che questi occupano il territorio in modo camorristico poiché non consentono a nessun altro di fare la loro stessa cosa!

Di fronte a tutto questo cosa fare? Abbiamo lo stesso numero di vigili che ha Torino (che ha il nostro stesso numero di abitanti) ma un tasso camorristico rispetto a Torino assolutamente sproporzionato ed una cittadinanza piegata su se stessa rassegnata.

Inoltre, abbiamo un sorta di triunvirato nei VV.UU. ,non si capisce bene chi comanda, non abbiamo un assessore, ma in compenso abbiamo un consigliere comunale che si è fatto dare una sorta di delega (assolutamente illegittima in quanto sconosciuta al TUEL)  dal Sindaco che non sa fare meglio che litigare con i sindacalisti dei caschi bianchi e farsi fotografare mentre dirige il traffico, non capisco con quali poteri e con quale aspirazione. In questa condizione non c’è altra soluzione, fare corpo con i tanti Caschi bianchi che conosco e si sentono abbandonati non valorizzati e che non aspettano altro che avere una guida affidabile ed un vertice politico che sappia distinguere quali sono le mele marce e quali no e sappia risolvere prima i nodi amministrativi, che spesso generano disastri ed approfittamento di gente senza scrupoli che purtroppo è presente anche tra i Caschi Bianchi come in tutte le altre categorie. Credo sia capitato a tutti sentirsi riferire una lamentala da qualche commerciante vessato dal vigile bullo di turno.

vedi pure: i napoletani e l’ordine costituito (clikka)

Di seguito due articoli apparsi oggi sui giornali cittadini sul COMICON e sui VV.UU

Da Il MATTINO NAPOLI del 03-05-2014 – Autore: CERBONE DAVIDE

L’evento Comicon, tra zombie e manga trionfano bagarini e abusivi.

Comicon, tra zombie e manga trionfano bagarini e abusivi Davide Gerbone Ancor più delle file ai botteghini, più dei ragazzi travestiti da fumetti che anche sotto la pioggia riempiono piazzale Tecchio, più dei numeri, i testimoni di un successo, sotto il Vesuvio, sono bagarini e parcheggiatori abusivi. Che sia una partita, un concerto o una fiera, ogni evento che si rispetti se li porta m dote, come un indotto accessorio che ne misura con corrispondenza scientifica il peso, l’importanza. Così, neanche per Ï boom di Comicon i professionisti dell’espediente si sono fatti trovare impreparati. E già dalle prime ore del primo maggio (nel giorno di apertura la XVI edizione ha registrato ben 20mila visitatori, tra i quali anche il sindaco de Magistris), hanno preso servizio alla Mostra per proporre biglietti contraffatti o acquistati ordine con carte donate. Alberto, che ha 44 anni ed è venuto da Milano, ne ha contati una ventina. «Stavano lì come avvoltoi, impossibile non vederli. E con una sola cassa aperta, la tentazione c’era», ammette. Del resto, gli stessi organizzatori dell’happening delfùmetto e del videogioco avevano lanciato l’allarme, raccomandandosi di fare attenzione ai venditori non autorizzati. I biglietti acquistati con carte dona te (la segnalazione è partita dal portale Boxol.it) sono stati annullati e con la vendita online chiusa il botteghino si è ritrovato sotto assedio. Pure Lorenzo, che viene da Firenze ed è in fila allo stand della Bonelli, conferma: «Certo, era una bella comodità: in pochi minuti avevi il biglietto ed entravi. Ma noi abbiamo preferito la via regolare», chiarisce. Senza trattenere, però, il disappunto sui trasporti: «Pervenire coi mezzi dalla stazione alla Mostra ci abbiamo messo tré ore. E per entrare un’altra ora abbondante. È inammissibile», racconta. Lì fuori, nel piazzale pieno di musica, di ragazzi e di chioschi con bibite e panini, tre sbarbatelli pianificano un’entrata da portoghesi. Impresa ardua, poiché da quest’anno è previsto l’obbligo di indossare il braccialetto colorato che viene dato all’ingresso e di conservare il biglietto. Una regola ferrea per la quale ha fatto le spese pure Enrico, distinto cinquantenne venuto da Torino. «Avendo il polso sottile, ho perso il braccialetto e mi hanno ritirato il biglietto. Ma le pare che faccio nulle chilometri per sentirmi dare del ladro?», domanda stizzito. E mentre dentro la Mostra impazza il carnevale dei “cosplay”, una ridda di adolescenti travestiti elfi, zombie, lottatori e principesse prelevati di peso da manga, anime e videogames, su viale Kennedy si da da fare una squadra di parcheggiatori abusivi. «Oggi ce ne sono di meno, ieri ce n’erano a frotte», dice Davide, che ha deciso di spendere qui il suo ponte del primo maggio. Anche i parcheggi autorizzati, però, fanno i loro bravi affari. «Ho pagato otto euro per un motorino», dice Andrea, e non pagano neanche le tasse.

REPUBBLICA NAPOLI del 03-05-2014 – Autore: GEMMA ALESSIO

L’AGITAZIONE IL RETROSCENA

QUASI 400 vigili urbani hanno stracciato la tessera del loro sindacato di appartenenza: la Cgil. Un terremoto nel corpo della polizia municipale dove gli agenti sono circa 2000 e oltre 800 erano gli iscritti alla maggiore confederazione sindacale italiana. All’origine dello scontro c’è la linea da tenere nei confronti dell’amministrazione de Magistris. Ieri la Cgil insieme ad altre 4 sigle tra cui usi e Uil ha annunciato lo stato di agitazione. Ciò vuol dire che nel mese di maggio i caschi bianchi, a turno, invece di scendere in strada, si riuniranno in assemblea. A via Torino, sede del sindacato “rosso”, non nascondono l’emorragia di consenso m Comune. E pare che la diaspora iniziata tra i vigili urbani possa prendere piede anche tra i dipendenti amministrativi. Erano 1800 sul totale di 9 mila gli appartenenti alla Cgil a Palazzo San Giacomo: si riducono a 1400. “Ora cambieranno gli assetti. Non siamo la stampella del sindaco”, spiega il segretario della funzione pubblica Salvatore Massimo. La miccia è scattata quando da via Torino si è deciso di togliere il distacco sindacale al coordinatore della polizia municipale Luciano Addeo. Che non ci ha pensato due volte e si è dimesso. Da allora e fino al 30 aprile una valanga di disdette. “Questi iscritti – spiega Massimo -hanno un rapporto più accomodante nei confronti di questa giunta, mentre alla Cgil abbiamo una visione più critica. C’erano divergenze sulle azioni da portare avanti per rendere il comando dei vigili più efficiente. Il corpo è allo sbando, nei giorni di Pasquetta e del 25 aprile la città era paralizzata. La triade che dirige la polizia municipale non è all’altezza. Chiediamo da mesi un confronto sull’organizzazione del corpo, ma l’amministrazione non ci ascolta”. Trasferimenti, straordinari, carenza di divise, turni di lavoro: queste le dolenti note che hanno costretto ora tutte le sigle sindacali a proclamare l’agitazione con richiesta di intervento al prefetto. Proprio la scelta della Cgil di unirsi alle proteste degli altri sindacati ha fatto storcere il naso ai 400 in fuga da via Torino. Che non hanno apprezzato a gennaio scorso il ricorso promosso dalla Cgil contro il Comune per garantire le promozioni ai dipendenti interni a svantaggio dei 235 assunti a fine 2013 tra gli idonei all’ultimo concorso: 100 di quei 235 sono entrati nei vigili. «La funzione pubblica della Cgil – attacca Addeo – ha ormai una gestione padronale. Si è passati dalla lettera di due mesi fa in cui il segretario si rivolgeva al sindaco con un “Caro Luigi…” e chiedeva di conoscere ßç anticipo le nomine dirigenziali alla decisione ultima di indire assemblee pubbliche definendo l’amministrazione truffaldina. Cosa è in cambiato in due mesi? In Cgil tutti fanno come le tré scimmiette».

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