A scanso di equivoci dico subito che sono convinto che i caschi bianchi siano una risorsa per la tutela dei cittadini, l’ordine e la corretta gestione del territorio e che il loro lavoro è difficile. Spesso però, come sicuramente sarà capitato a molti di Voi, mi trovo ad ascoltare cose inenarrabili che li riguardano circa vessazioni a commercianti o cittadini che ovviamente prendo sempre con le molle e con molta attenzione.
Oggi, nella mia qualità di consigliere comunale, quando sento queste cose chiedo sempre al mio interlocutore se se la sente di fare specifica denuncia, ovviamente, ottengo sempre un no categorico giustificato dal timore di ritorsioni. Altrettanto, ovviamente in queste condizioni non giudico, ma come ogni altro cittadino osservo, rifletto e faccio raffronti.
Sicuramente a qualcuno di Voi sarà capitato di incappare in una striscia blu con grattino scaduto o in un altro tipo di violazione chiedendosi perché proprio a lui sia stata fatta la contravvenzione, quando tutto intorno ci sono violazioni più diffuse e più gravi.
Con i commercianti, poi, la cosa diventa ancora più evidente ed esasperante quando ad esempio i caschi bianchi finiscono per guardare il centimetro in più di occupazione di suolo e semmai l’esercizio commerciale a confine è per il 50 % abusivo, occupando una superficie superiore a quella concessa. Oppure quando ci sono occupazioni di suolo incomprensibili se legittime (come l’occupazione di suolo di una pizzeria in Via Benedetto Croce trafficatissima dai pedoni).
In questi casi il rigore esercitato solo nei confronti di uno solo, o di pochi, diventa una ingiustizia sostanziale e genera un senso di frustrazione e di voglia diffusa di non rispettare le regole. Per non dire poi dei commercianti scrupolosi che hanno, per quanto possibile, tutto in regola e che si vedono fare una concorrenza sfrenata e sleale da parte degli abusivi tal volta lasciati indisturbati.
A ciò si aggiunge che spesso le maglie larghe o i dubbi interpretativi di questo o quel regolamento o delibera determinano spazi interpretativi che danno luogo a veri e propri soprusi (forse inconsapevoli) da parte della polizia amministrativa e dei dirigenti SUAP, peraltro, forieri di una grave violazione della giustizia sostanziale e del principio di uguaglianza.
Ebbene, mi sono occupato in quest’ultimo periodo delle cd vetrine nelle ante dei negozi che vediamo in moltissimi negozi della città ed in particolare del centro storico e mi sono imbattuto in sanzioni elevate perché ritenute, dai caschi bianchi, abusive e non regolarizzabili. Ebbene, ho scoperto che in questo settore ogni municipalità fa ciò che vuole a seconda del dirigente e della polizia amministrativa. Difatti, seppure tale tipo di occupazione secondo me è possibile desumerla dall’art. 2 del vigente regolamento COSAP, in molte municipalità il dirigente SUAP e la polizia amministrativa la ritiengono non assentibile, pare, perché in violazione del piano regolatore.
E’ chiaro che ho investito immediatamente sia l’assessore al commercio riferendo della incredibile discrezione che, in via Costantinopoli, a confine con due municipalità (IV e II) ha generato una regolamentazione assurda con palese violazione del principio di imparzialità e di uguaglianza. Difatti, alcuni (non tutti forse a seconda della simpatia) commercianti che stanno da un lato della strada si beccano le multe ed altri che stanno sul lato opposto la fanno franca. Proprio sulla questione qualche anno fa ci fu una sollevazione dei commercianti di Via Benedetto Croce che, all’improvviso, si videro multate tutte le vetrine nelle ante e la questione si risolse, mi consta, alla napoletana dicendo vabbuò vi lasciamo stare senza affrontare alla radice i problema!
Ora, come dicevo, della questione il 30 aprile scorso ho chiesto una riunione (clikka) delle due commissioni competenti, Commercio ed Urbanistica, dei Presidenti delle dieci municipalità e dei dirigenti che, ovviamente, i Presidenti Antonio Crocetta (FED) e Ginetta Caiazzo (Verdi) hanno ritenuto di non convocare ancora, lasciando i commercianti in balia dei caschi bianchi che, forse, a seconda della simpatia o dell’antipatia potrebbero sanzionare questo o quel commerciante ingenerando un senso di ingiustizia, assoluto ed ingiustificato, perché dovuto alla negligenza dell’amministrazione che ho provveduto ad avvertire a tutti i livelli. Ho chiesto, infatti, di convocare tutti dirigenti compresi per porre fine a questo scempio del principio di uguaglianza, a tutto danno dei cittadini e dei commercianti, al fine di chiarire, una volta per tutte, se la disciplina è unica su tutto il territorio comunale!
Le vetrine nelle ante, infatti, le hanno moltissimi esercizi commerciali e vietarle significa, da un lato non andare incontro al senso comune, dall’altro impedire che l’amministrazione incassi i relativi oneri per la occupazione, con danno alle casse del Comune stesso e con l’aggravante di costringere i commercianti a stare in una condizione di abusivismo, preda di possibili altrettanti abusi, da parte di qualche casco bianco, che fino ad oggi mi è stato solo raccontato!
Andrò avanti in quest’altra battaglia ma il mio sentimento di giustizia e la mia passione politica mi impongono di dire BASTA! Questo è un modo barbaro per far sentire i cittadini SUDDITI!
Vedi anche:
Sul lavoro della Commissioni e sui VVUU (clikka)
I vigili urbani più impegnati a dirigere il sindacato che il traffico (clikka)
Grande Gennaro,
Continua imperterrito fino in fondo e vedrai quante mele marce troverai nei “caschi bianchi” e non solo… basta venire in Pignasecca e vedere come le Varie Pescherie occupano ingressi di vicoli con la loro esposizione, oppure i Cinesi che sono ormai padroni della Ns. terra.. io penso che varie figure vestite di Autorità vengano ” unte”!! …. che ne pensi??
"Mi piace""Mi piace"
ho anch’io questa sensazione …. ma fino a quando non si creeranno le condizioni per fare le denunce “in sicurezza” questi comportamenti non riusciremo a stroncarli
"Mi piace""Mi piace"