Porto Fiorito: un altro caso Bagnoli nell’indifferenza dei giornali

Porto Fiorito corradiniOggi come avevo già previsto ieri (clikka) i giornali (nonostante li avessimo chiamati tutti), non hanno proprio considerato che noi di Ricostruzione Democratica su Bagnoli Futura avevamo previsto tutto, proponendo il 16.10.2012 la liquidazione della società che oggi avrebbe salvato 150 milioni di beni dei cittadini napoletani e dato il tempo di risolvere il problema dei 53 lavoratori, dando anche la possibilità di  una riprogrammazione per l’area. Oggi, infatti, abbiamo avuto solo un trafiletto su Il Mattino.

Ebbene, sui giornali, tal volta mi è difficile non dare ragione a grillo. Oggi tutti, compresi i veri responsabili del disastro Bagnoli hanno parlato e sono stati intervistati riabilitandosi, agli occhi dei cittadini meno informati.

I giornali hanno fatto parlare coloro che hanno ingrassato i loro consensi elettorali spendendo i soldi dei contribuenti male, anzi malissimo, e lasciando una eredità pesantissima ai napoletani!

La stampa cittadina avrebbe sicuramente potuto darci lo spazio che meritavamo almeno per far capire che c’è anche una politica buona che cerca di fare l’interesse pubblico. Per fortuna ci sono i Blog ed i social network.

Il sospetto è che ci siano degli ordini di scuderia: adesso che ha vinto renzi tutti allineati e coperti, dobbiamo riabilitare tutto il pd. Solo che così facendo non si farà mai il bene del pd stesso perché le tante persone perbene che ci sono e che si impegnano si troveranno sempre la strada sbarrata dai potenti che di fatto comandano anche i giornali.

Mi sarebbe, infatti, piaciuto che almeno qualche giornalista avesse chiesto come mai Bagnoli Futura aveva maturato tutta questa debitoria e come mai i controlli sulle bonifiche venivano, diciamo, addomesticati, almeno secondo le ipotesi della magistratura inquirente, nonché come mai Bagnoli Futura avesse acquistato suoli dalla FINTECNA pagandoli come oro nonostante ci volessero somme di gran lunga superiore al loro valore per bonificarli.

Niente di tutto questo! Non una domanda diciamo pepata in grado di far capire ai cittadini dove sta il marcio! Tutti a sparare a zero sull’amministrazione con lo scopo di far passare nel dimenticatoio le loro colpe ben più gravi!

Visto il risultato, adesso nell’esercizio della nostra inascoltata “arte divinatoria” vi svelo, per la seconda volta, che un’altra Bagnoli Futura c’è anche alle porte di San Giovanni e si chiama Porto fiorito (clikka).

Proprio per lasciare traccia, che spero non servirà solo ai posteri, ho scritto l’interrogazione che vi incollo di seguito e che è stata firmata oltre che da noi di Ricostruzione Democratica, anche da Antonio Borriello del pd e da Marco Russo (gruppo misto) entrambi della zona orientale.

Nella speranza che ci sia una stampa libera in grado di leggere con indipendenza, serietà, attenzione e scrupolo la politica cittadina facendo in modo di contribuire all’alto compito di formare correttamente l’opinione pubblica!

Ecco il testo dell’Interrogazione:

Napoli, 30 maggio 2014

prot n. 59/rd/2014

 

                                                                             Al Sig. Assessore all’Ambiente

                                                                              Dr. Tommaso Sodano

                                                                             Al Sig. Assessore Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità

                                                                             Ing. Mario Calabrese

                                                                             Al Sig. Assessore Politiche Urbane, Urbanistica e Beni Comuni

                                                                             Arch. Carmine Piscopo

                                                                            Al Dipartimento Consiglio Comunale

                                                          e p.c.       Al Sig. Sindaco

                                                                           On. Luigi de Magistris

Oggetto: INTERROGAZIONE CONSILIARE urgente con risposta in aula

 Premesso

 che, come può evincersi dalle pagine dedicate sul sito web istituzionale, con delibera di G.C. 11 giugno 1999 n. 1947 e successivo atto notarile n. rep. 101156 del 10 novembre 1999, l’Amministrazione Comunale ha acquisito il complesso immobiliare denominato “ex stabilimento metallurgico Corradini” sito in località Vigliena – San Giovanni a Teduccio;

 che, con delibera di G.C. 26 agosto 1999 n. 2832, l’Amministrazione Comunale ha approvato, ai sensi del Dm 8 ottobre 1998, il programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio della città di Napoli;

 che, nel dettaglio, il programma in parola prevedeva la riqualificazione della fascia litoranea del quartiere di San Giovanni a Teduccio con la realizzazione di un sistema di interventi integrati a livello urbano e territoriale, tra cui, così come previsto dalla variante generale al PRG, un insediamento universitario ed un porto turistico con relative infrastrutture e attrezzature negli ex complessi industriali Cirio e Corradini;

 che, con delibera di Consiglio Comunale 24 novembre 1999 n. 434, si è provveduto, da un lato, all’individuazione, ai sensi dell’art. 37 bis della legge 109/94 e successive modifiche ed integrazioni, “degli interventi pubblici e di pubblica utilità da realizzarsi con il concorso totale o parziale di capitale privato”, dall’altro, all’attivazione delle procedure pertinenti l’inoltro delle proposte progettuali da parte di soggetti privati in possesso dei requisiti di legge;

che nella precitata deliberazione, tra gli interventi ritenuti prioritari ai fini della riqualificazione urbana era stato altresì individuato il “completamento della riqualificazione dell’area ex Corradini non utilizzata dall’Università Federico II° e dell’area prospiciente, di mare e di costa, per la realizzazione di un porto turistico con relative infrastrutture, nonché la realizzazione di strutture ricettive e impianti sportivi”;

che, in data 28 luglio 2000, la società Porto Fiorito s.c.a.r.l. ha presentato una proposta progettuale afferente la realizzazione di un porto turistico e relative infrastrutture a terra in corrispondenza dell’ex opificio Corradini in località Vigliena – San Giovanni a Teduccio;

che, in data 14 dicembre 2000, l’Amministrazione Comunale ha accertato in via preliminare all’esame della proposta presentata, il possesso dei requisiti di legge del proponente;

che, in data 23 dicembre 2000, Regione Campania, Comune di Napoli, Autorità portuale di Napoli, Capitaneria di Porto di Napoli, Ministero dei trasporti, Ministero dei Lavori pubblici, Università degli Studi Federico II di Napoli, ai sensi dell’art. 34 del TUEL 267/2000, hanno sottoscritto specifico accordo di programma per la riqualificazione dell’area degli ex complessi industriali Cirio e Corradini e per la realizzazione di nuove sedi universitarie, di attrezzature pubbliche, di un approdo turistico e dell’adeguamento dell’area portuale;

che nell’accordo in parola venivano altresì definiti gli elementi normativi e le indicazioni per la progettazione degli interventi, stabilendo, tra l’altro, che gli interventi previsti dovessero attuarsi mediante progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, ai sensi della Legge n. 109/1994, nel rispetto della disciplina urbanistica e delle norme di attuazione della variante generale al Prg adottata;

che, con delibera 16 gennaio 2001 n.14, il Consiglio Comunale ha preso atto del predetto accordo di programma;

che, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale 1 marzo 2001 n. 325, pubblicato sul BURC n. 14 del 12 marzo 2001, la Regione Campania ha approvato l’accordo in parola e gli interventi previsti dalla proposta di project financing;

che, in data 16 luglio 2001, il Servizio Pianificazione Urbanistica – in relazione alla nuova disciplina urbanistica, al parere espresso dall’Unità Tecnica “Finanza di Progetto” istituita con delibera di G.R. n. 1460/2001, nonché all’istruttoria dei competenti uffici del Comune di Napoli, ha richiesto l’integrazione o parziale modifica degli elaborati progettuali presentati dalla società Porto Fiorito s.c.a.r.l.;

che, in data 2 luglio 2002, la società Porto Fiorito s.c.a.r.l. ha consegnato la documentazione integrativa alla proposta originaria;

che, in data 16 aprile e 6 maggio 2003, la società Porto Fiorito s.c.a.r.l. ha consegnato ulteriori documenti a modifica ed integrazione di quelli presentati;

che, in data 8 maggio 2003, Comune di Napoli ed Autorità Portuale hanno stipulato specifico accordo di programma in relazione al coordinamento delle modalità di affidamento in concessione delle aree e degli immobili di proprietà sia comunale, sia del demanio marittimo, a favore del soggetto aggiudicatario, e alla definizione del procedimento congiunto di aggiudicazione delle concessioni, così come disciplinate dall’art. 19 della Legge n. 109/1994, dalla Legge n. 84/1994 e dal codice della navigazione;

che, con delibera di G.C. 13 maggio 2003 n. 1525, è stata approvata, ai sensi dell’art. 37 ter della legge 109/94, la dichiarazione di pubblico interesse per la proposta presentata dalla società Porto Fiorito s.c.a.r.l. in ordine alla progettazione, costruzione e gestione di un porto turistico con relative infrastrutture e attrezzature in località Vigliena – San Giovanni a Teduccio;

che, con delibera di G.C. 30 luglio 2003 n. 2903, è stata approvata la modifica della precitata deliberazione di G.C. 13 maggio 2003 n. 1525 per la parte in cui, nel dettare prescrizioni alla proposta della società Porto Fiorito s.c.a.r.l., si pongono implicitamente a carico del concessionario gli oneri relativi alla bonifica dei terreni;

che, nel mese di settembre 2003, è stato approvato il disciplinare di gara e la pubblicazione del bando relativo all’affidamento, mediante gara col sistema della licitazione privata ed eventuale procedura negoziata, della concessione per la progettazione definitiva e esecutiva, la costruzione e gestione funzionale ed economica del porto turistico con relative infrastrutture e attrezzature, sulla base del progetto preliminare presentato dal promotore, società Porto Fiorito s.c.a.r.l.;

che, in data 11 marzo 2004, la commissione giudicatrice dichiarava il promotore, società Porto Fiorito s.c.a.r.l., aggiudicatario provvisorio della procedura alle condizioni di cui alla proposta presentata dallo stesso ed emendata con delibere di G.C. 13 maggio 2003 n. 1525 e 30 luglio 2003 n. 2903;

che, in data 28 maggio 2004, si è provveduto – d’intesa con il Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli – all’aggiudicazione definitiva alla società Porto Fiorito s.c.a.r.l. della concessione per la progettazione definitiva e esecutiva, la costruzione e gestione funzionale ed economica di un porto turistico con relative infrastrutture e attrezzature in località Vigliena – San Giovanni a Teduccio;

che, con delibera 25 luglio 2005 n. 66, il Consiglio Comunale ha ratificato l’Accordo di programma sottoscritto in data 12.7.2005 tra il Comune di Napoli, la Provincia di Napoli, l’Autorità Portuale di Napoli e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania per la variazione alla disciplina urbanistica, di cui all’art. 144 delle NTA della Variante al PRG del Comune di Napoli approvata con DPGRC n° 323/2004;

che, in data 27 settembre 2005, è stata stipulata specifica convenzione con la società Porto Fiorito s.c.a.r.l., i cui aspetti salienti sono di seguito riportati:

  1. affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, della costruzione e gestione funzionale ed economica di un porto turistico con relative infrastrutture da realizzarsi in località Vigliena a San Giovanni a Teduccio;
  1. intervento di recupero di parte del dismesso opificio “Corradini”, in parte di proprietà comunale e in parte di proprietà del demanio marittimo;
  1. intervento, comprensivo delle relative opere di urbanizzazione, su aree di costa demaniale e su porzione di mare territoriale ottenuti in concessione demaniale dall’Autorità Portuale, ovvero: bacino acqueo protetto da moli e corredato da banchine di attracco per complessivi 850 posti barca; box per auto e deposito attrezzature; torre di controllo del traffico; pompa carburante; servizi idrici, elettrici, telefonici, antincendio; area cantieristica per il rimessaggio al coperto e allo scoperto per imbarcazioni; club house; aree verdi e di stoccaggio; area attrezzata e immobile per la sosta degli autoveicoli dei titolari dei posti barca o esercenti attività di servizio e commerciale dell’area portuale; attrezzature sportive e commerciali, artigianali, di servizio e ricettive complete di parcheggi pertinenziali e di aree verdi;
  1. opere infrastrutturali esterne alle aree interessate alla concessione, ovvero strada di collegamento tra via Ponte dei Granili ed area in concessione, piazza antistante l’università, molo per l’attracco aliscafi, passeggiata a mare, sistemazione della foce dell’alveo Pollena, che, dopo il collaudo, dovranno essere consegnate al Comune,

Atteso

che l’importo complessivo delle opere era di € 77.627.660,00 ed il tempo massimo di esecuzione dei lavori previsto per la realizzazione dell’intero intervento era di 54 mesi;

che per le aree e immobili di proprietà comunale la durata della concessione era stata stabilita in 99 anni con costituzione a favore della società Porto Fiorito s.c.a.r.l. del diritto di superficie sulle aree e sugli immobili per la stessa durata della concessione senza pagamento di alcun canone o corrispettivo ulteriore rispetto alla esecuzione delle opere;

che per le aree demaniali marittime ricadenti sulla linea di costa e afferenti gli specchi acquei la durata della concessione era stata stabilita in 40 anni, mentre per le rimanenti aree demaniali la durata sarebbe stata di 99 anni;

 Preso atto

 che, con deliberazione di G.C. 3 Agosto 2006 n° 3739, è stato approvato il progetto definitivo del nuovo porto turistico di Vigliena a San Giovanni a Teduccio, definendo la consegna delle aree di proprietà del demanio e delle aree e degli immobili di proprietà del Comune di Napoli;

 Ritenuto

che, per quanto risulta, pressoché nulla di quanto era stato programmato, deliberato e stipulato, sia stato realizzato;

che, a distanza di anni, sia evidente e stridente l’analogia con Bagnoli e l’area occidentale della città;

che, al tempo stesso, nell’ambito delle operazioni preliminari al cosiddetto investimento, si è persa l’esistente struttura di mq. 30,00 di area a terra e specchio acqueo dei Cantieri Navali Partenope s.r.l., che a pieno regime impiegava 30 posti di lavoro oltre l’indotto per effetto della revoca della concessione demaniale giustificata paradossalmente per pubblica utilità;

che, a fronte del nulla, sembrerebbe che, paradossalmente, i rappresentanti della società Porto Fiorito s.c.a.r.l. abbiano richiesto un allungamento della concessione;

che sia quantomeno improprio quanto ancora oggi viene riportato nelle pagine dedicate a Porto Fiorito sul sito web istituzionale, ovvero che il contributo del Comune a fronte del complesso intervento sarebbe stato esclusivamente quello della concessione degli immobili dell’ex opificio Corradini;

che, al riguardo, si sarebbe dovuto perlomeno precisare che l’acquisizione da parte del Comune dell’area in parola, concessa successivamente per 99 anni alla precitata Porto Fiorito s.c.a.r.l. a fronte della bonifica e della riqualificazione dell’area e di quanto su riportato (progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione e gestione funzionale ed economica di un porto turistico con relative infrastrutture, ecc.), aveva comportato per il Comune una spesa di 10 miliardi di vecchie lire;

che l’Amministrazione Comunale debba con ogni urgenza chiedere conto alla precitata Porto Fiorito s.c.a.r.l. di quello che ad oggi appare a tutti come un fallimento;

che in questi anni, in diverse occasioni, anche in questa Consiliatura, si è accennato al porto turistico di Vigliena come prolungamento naturale del porto di Napoli e straordinaria opportunità di infrastrutture e servizi in grado di rispondere alle esigenze di mercato e di riqualificazione dell’area orientale;

Tanto premesso,i sottoscritti Consigliere Comunali, Gennaro Esposito, Simona Molisso, Carlo Iannello, appartenenti al Gruppo Consiliare “Ricostruzione Democratica”, ed Antonio Borriello, appartenenti al Gruppo Consiliare “Partito Democratico”,

INTERROGA

Il SIG. ASSESSORE ALL’AMBIENTE, IL SIG. ASSESSORE ALLE INFRASTRUTTURE, LAVORI PUBBLICI E MOBLITÀ, IL SIG. ASSESSORE ALLE POLITICHE URBANE, URBANISTICA E BENI COMUNI

1.- per conoscere quale sia lo stato di fatto attuale delle predette aree concesse alla Porto Fiorito s.c.a.r.l., che avrebbero dovuto essere in breve tempo (massimo di 54 mesi)oggetto di riqualificazione urbana, sociale ed occupazionale per la città di Napoli e per i suoi cittadini;

2.- per conoscere quali degli interventi previsti in concessione per l’area dell’ex opificio Corradini in località Vigliena – San Giovanni a Teduccio – bonifica dell’area, progettazione, costruzione e gestione di un porto turistico con relative infrastrutture (recupero del dismesso opificio “Corradini”, bacino acqueo protetto da moli e corredato da banchine di attracco per 850 posti barca; box auto e deposito attrezzature; torre di controllo; pompa carburante; servizi idrici, elettrici, telefonici, antincendio; area cantieristica per il rimessaggio delle imbarcazioni; club house; aree verdi e di stoccaggio; attrezzature sportive e commerciali; parcheggi pertinenziali ed aree verdi; molo per l’attracco aliscafi, passeggiata a mare, ecc.) – la società Porto Fiorito s.c.a.r.l. abbia realizzato in questi anni;

3.- quali provvedimenti l’Amministrazione Comunale intende adottare per lo stato in cui versa l’area oggetto della concessione e se sono riscontrabili inadempimenti agli obblighi assunti da parte degli interlocutori sia pubblici che privati, anche a tutela dei lavoratori, tali da compromettere la realizzabilità dell’intervento di riqualificazione dell’area.

F.to Gennaro Esposito

F.to Antonio Borriello

F.to Simona Molisso                                                       

F.to Carlo Iannello                                                                             

F.to Marco Russo

Chi risponderà del fallimento di Bagnoli Futura S.p.a.

auditorium-bagnoli-futura32Oggi (29.05.2014) il Tribunale di Napoli ha dichiarato il Fallimento di Bagnoli Futura, la società partecipata dal Comune di Napoli, Regione Campania e Provincia di Napoli che si sarebbe dovuta occupare del destino di bagnoli. Un duro colpo per la città che forse si sarebbe potuto evitare, visto che noi di Ricostruzione Democratica nel Consiglio Comunale del 16.10.2012 (clikka), nel quale si discuteva della ricapitalizzazione della società,  ne proponemmo la liquidazione.

In sostanza ci opponemmo con tutte le  nostre forze alla ricapitalizzazione (clikka) della società, che consisteva nella attribuzione patrimoniale della Porta del Parco, del Parco dello Sport e del Turtle Point, beni dal valore di decine di milioni di euro, dicendo chiaramente che tale attribuzione patrimoniale avrebbe messo a rischio proprio i citati beni che, invece, dovevano essere trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune.

Adesso il problema è che questi beni saranno attratti al fallimento per soddisfare i creditori di Bagnoli Futura seppure realizzati con soldi pubblici provenienti dalla Comunità Europea, col rischio di doverli restituire alla stessa Comunità Europea aggiungendo danno a danno.

Ovvio che non abbiamo capacità divinatorie, ma era facile capire che una società con una debitoria così accentuata rischiava di fallire e non era opportuna una tale attribuzione patrimoniale che oggi, se la decisione del Tribunale Fallimentare dovesse essere confermata, potrebbe dare luogo ad una evidente responsabilità per danno erariale della giunta e di coloro che hanno votato quella delibera anche tenuto conto del fatto che in aula tutte le questioni connesse ad un eventuale fallimento le dichiarammo apertamente avvisando i consiglieri e la giunta.

L’unica cosa amara è che a promuovere il ricorso di fallimento è stata la FINTECNA, la società che è la maggiore responsabile dell’inquinamento delle aree e che è uscita sconfitta in una recente pronuncia del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Napoli che aveva chiesto la bonifica alla medesima FINTECNA con una ordinanza sindacale (clikka).

Ora riapro la questione informazione e giornali: Ebbene mi chiedo perché i giornali non hanno seguito la nostra posizione e non ne hanno dato risalto visto che le ragioni erano assolutamente fondate? E’ possibile che l’informazione non segua l’unico gruppo consiliare che ha dimostrato più e più volte di anticipare sempre per tempo gli eventi?

Vediamo se qualcuno domani tra le tante pagine che si scriveranno sul fallimento della Bagnoli Futura scriverà che tre anime isolate avevano previsto tutto ed avvertito Sindaco, Assessori e consiglieri!

Per curiosità vi invito a leggere la proposta di emendamento che scrissi dove troverete tutti gli avvertimenti che, purtroppo, non convinsero né i consiglieri né il sindaco:

CONSIGLIO COMUNALE  DI NAPOLI

del 16 ottobre 2012

PROPOSTA DI EMENDAMENTO

DELIBERA DI GIUNTA DI PROPOSTA AL CONSIGLIO N. 661 del 09/08/2012

PREMESSO CHE:

I.- Con la delibera di giunta indicata in epigrafe l’Amministrazione ha proposto la modifica dell’atto costitutivo della società Bagnoli Futura S.p.a., dello Statuto della stessa e della convenzione stipulata tra gli enti soci della Bagnoli Futura S.p.a. e quest’ultima;

II.- scopo delle modifiche è quello di consentire alla Bagnoli Futura S.p.a. di trattenere in proprietà le opere di urbanizzazione secondaria e le attrezzature tra cui la Porta del Parco, il Parco dello Sport e l’acquario tematico delle tartarughe attraverso un atto di liberalità indiretto;

III.- dalla relazione del Sindaco in aula è emersa la conferma della drammatica condizione economico/finanziaria della società Bagnoli Futura S.p.a., definita a rischio di fallimento;

IV.- la grave condizione economico/finanziaria emerge anche dalle relazioni dei Collegio dei Revisori con note del 18.09.2012 e del 15.10.2012;

IV.- con i citati pareri del Collegio dei Revisori si sottolineava, infatti, anche la necessità di approfondire la compatibilità della donazione indiretta alla società Bagnoli Futura S.p.a. con la normativa relativa alla erogazione dei contributi pubblici europei che potrebbero essere revocati in caso di violazione dei vincoli di destinazione imposti dai regolamenti europei;

V.- la patrimonializzazione della società attraverso l’attribuzione di immobili realizzati con fondi pubblici allo stato non risolve le problematiche finanziarie della Bagnoli Futura S.p.a.  che, se in stato di illiquidità, in ogni caso incorrerebbe nell’obbligo di adottare tutte le misure necessarie sia alla tutela dell’interesse pubblico che a quello dei creditori;

VI.- i beni di cui si chiede con la delibera in epigrafe l’attribuzione in proprietà in virtù degli accordi vigenti devono essere trasferiti al patrimonio indisponibile dell’ente appena eseguiti i collaudi;

VII.- il grave stato di decozione della Bagnoli Futura S.p.a. dichiarato dal Sindaco e dal Collegio dei Revisori, rende opportuno l’immediato adempimento degli obblighi di trasferimento al Comune affinché al Comune stesso sia data la possibilità di imporre il vincolo di indisponibilità;

VIII.- ogni eventuale valutazione circa le scelte da adottare deve essere preceduta da una attenta verifica delle capacità della società di far fronte agli impegni ed agli obiettivi da raggiungere, dovendo, inoltre, essere preceduta dai necessari pareri di legittimità tecnica, amministrativa e contabile così come previsto dal recente Decreto Legge n. 174/2010 art. 3 e s.s. allo stato non ancora acquisiti agli atti;

IX.- prima di ogni attribuzione patrimoniale è inoltre necessario acquisire il piano industriale della Società Bagnoli Futura S.p.a.

Tutto ciò premesso e ritenuto ed a mente dell’art. 44 del vigente Regolamento Consiliare si propone l’adozione del seguente emendamento:

1.- Abrogare i punti 2 della parte dispositiva della delibera in oggetto, ivi compresi i punti sub 2) da i) ad vii);

2.- sostituire la parte dispositiva abrogata con il seguente testo:

.-  Alla luce delle considerazioni svolte chiedere la immediata convocazione di una assemblea degli azionisti, con all’ordine del giorno la verifica della messa in liquidazione della società Bagnoli Futura S.p.a. e la nomina di un liquidatore che verifichi la percorribilità di ogni procedura volta al ripianamento dei debiti anche attraverso le procedure concordatarie vigenti.

I proponenti:

Simona Molisso

Carlo Iannello

Gennaro Esposito

Al CAAN si perde il pelo ma non il vizio di nominare gli amici

diana

Posso dire che forse ce l’aspettavamo. In Comune, ancora una volta, abbiamo dimostrato che del cambiamento e del rinnovamente, quando si tratta di esercitare un potere, non c’è verso di cambiare. Ancora una volta nonostante le iniziali dichiarazioni del Sindaco sul regolamento sulle nomine, c’è stato il bliz approfittando della distrazione elettorale per tentare di far passare la cosa sottobanco. Per fortuna sia il Mattino di Napoli che il Roma hanno dato spazio alla notizia della palese violazione degli accordi politici dell’amministrazione sul regolamento sulle nomine. Ancora una volta, si è premiato un politico (diciamo uscito fuori dal circuito elettorale) privo di ogni esperienza manageriale. Si è rinominato lorenzo diana a capo del CAAN nonostante a distanza di oltre un anno non avesse provveduto a fare in modo che fosse rispettata una decisione del Consiglio Comunale. In sostanza nel Comune di  Napoli è invalsa l’usanza di dare il premio per il mancato raggiungimento del risultato!

Evidentemente si è temuto di mettere a confronto il curriculum vitae (clikka) del diana e degli altri nominati con quelli che sarebbero potuti arrivare mettendo a bando la nomina così come dispone il nuovo regolamento. Sono però soddisfatto perché siamo riusciti a mettere al centro dell’attenzione l’unico vero problema della politica: quello delle nomine agli amici degli amici per ragioni di consenso elettorale di cui proprio in questi giorni si è molto sentito parlare.

Una nota non polemica sui siti del Comune di Napoli e delle società partecipate, credo in violazione di legge, non ci sono i curriculum vitae dei nominati alla NapoliServizi (domenico allocca) ed alla NapoliHolding (alessandro nardi), sarà un caso o ci dobbiamo preoccupare?

Eccol testo definitivo del regolamento (clikka)

Degli articoli che vi incollo condivido tutto:

Estratto da pagina 29 di MATTINO NAPOLI del 27-05-2014 – Autore: VITTORIO DEL TUFO

Una mossa sbagliata

Il commento Una mossa sbagliata Vittorio Del Tufo II Pd vola anche a Napoli (41%) e a De Magistris manda subito a dire: «Ora in città può aprirsi una fase nuova». Un messaggio chiaro che mette fine a un lungo travaglio e a tentennamenti infiniti. Il partito di Renzi si prepara a dare la spallata finale a un sindaco in pre-dissesto, sempre più isolato e senza un «tetto» politico sulla testa? La tentazione, tra i Democrat, è forte e non c’è da stupirsi, pertanto, che De Magistris replichi all’avviso di sfratto con un segnale di pace: «La vittoria di Renzi è un risultato storico. Dimostra come il Paese voglia essere governato all’insegna di un cambiamento, anche generazionale. Si rafforza dunque il mio convincimento in merito a quanto sia indispensabile proseguire sulla strada del dialogo istituzionale, in particolare fra enti locali e governo». Da De Magistris, a questo punto, ci sarebbe da attendersi un cambiamento di rotta, una sterzata in direzione del dialogo, finalmente costruttivo, con il primo partito della città. L’esigenza, se non altro, di condurre a termine una consiliatura sempre più traballante – di portare a casa, politicamente, la pelle – dovrebbe indurre il sindaco a lasciarsi alle spalle la stagione dell’arroccamento e delle decisioni solitàrie. Dovrebbe indurlo, semmai, a chiedere al Pd che vola sulle ali di Renzi un’assunzione diretta di responsabilità nelle scelte amministrative e nel governo della città. E invece, proprio mentre il gruppo dirigente dei Democratici brinda a un successo del tutto insperato, il sindaco, in barba alle nuove regole sulle nomine delle Partecipate, decide di imporre uomini di sua fiducia, e finanche un suo stafiìsta, nel consiglio di amministrazione del nuovo Centro agroalimentare. Appena due settimane fa, il consiglio comunale aveva approvato a maggioranza la delibera sulle modifiche al regolamento per le nomine all’interno di enti, istituzioni e società, riducendo drasticamente la discrezionalità del sindaco nella scelta dei vertici delle Partecipate e imponendo una selezione meritocratica del personale fondata sulla valutazione di curriculum dei candidati, visionabili da chiunque sulla Rete. De Magistris si era detto d’accordo «purché non prevalga – aveva chiarito – un eccesso diformalismo e burocratizzazione». Al primo banco di prova, il sindaco ha deciso invece di giocare d’anticipo su quell’accordo, non ancora entrato in vigore, ed è entrato a piedi uniti sulla nomina dei vertici del Caan. Ragioni di opportunità, prima ancora che di coerenza politica, avrebbero dovuto sconsigliare a De Magistris una mossa che rischia di apparire come una prova di forza e di trasformare le assunzioni nelle municipalizzate in uno strumento per blindare il consenso. I risultati, modesti, dell’azione amministrativa si sono già incaricati di dimostrare che con la linea dell’arroccamento non si va danessunaparte. Ma evidentemente, la coazione a ripetere gli stessi errori è più forte del desiderio di voltare pagi- -tit_org- Una mossa sbagliata

Il Mattino di Napoli

Lettieri attacca: metodo vergognoso Rd: ha violato anche le quote rosa

Lettíeri attacca: metodo vergognoso Rd: ha violato anche le quote rosa Le reazioni Accuse al presidente Diana: «Riconfermato senza meriti» n Pd: decisione irrispettosa Valerio Esca Le nomine del Caan non sono piaciute all’opposizione del sindaco Luigi de Magistris. Piovono sul primo cittadino critiche sia da Ricostruzione democratica, proponente della delibera sulle nomine approvata in Consiglio comunale meno di due settimane fa, che da pezzi di Pd. Mentre per il centrodestra è un assist a porta vuota. I tré rappresentanti scelti dal Comune nella società consortile sono Lorenzo Diana, riconfermato presidente; Angelo Capasse e Carmine Giordano come consiglieri, quest’ultimo staffista del sindaco a titolo gratuito. Il più critico è il consigliere di Rd, Gennaro Esposito, che sottolinea: «Noi ci sentiamo mortificati come Consiglio comunale. Queste nomine anche se amministrativamente corrette, nonio sono dal punto di vista politico. Nominare un suo staffista in una società partecipata del Comune è scandaloso». Esposito poi rincarala dose: «Ð sindaco non potendolo inquadrare come staff ha pensato bene di dargli l’incarico in un Cda». Il consigliere di opposizione ne ha per tutti, non risparmia nean che il presidente riconfermato: «Si premia Lorenzo Diana che non è stato capace di raggiungere gli obiettivi che il Consiglio comunale gli aveva assegnato, come il fatto che il mercato ittico dovesse rimanere a piazza Duca degliAbruzzi, come sostenuto in un atto approvato un anno fa». Il consigliere ne fa poi un fatto di competenze: «È un laureato in lettere, oltre che attivista m associazioni anticamorra e segretario della commissione antimafia al Senato. Ma esperienze in campo manageriale non ne ha mai avute. Il sindaco ha dunque pensato bene di nominarlo immediatamente per evitare confronti imbarazzanti con i curriculum se si fosse fatto l’avviso pubblico, come previsto nel nuovo regolamento delle nomine». «Siamo proprio alla solita spartizione delle prebende» aggiunge Esposito, che racconta poi un retroscena: «Quando ci riunimmo nella saletta alle spalle dell’aula consiliare di via Verdi, con il consigliere di maggioranza Lebro ci spiegarono che occorreva un po’ di tempo prima di poter far entrare in vigore il regolamento per allestire gli uffici, farpartìre gli avvisi e mettere in piedi la pagina web. Noi accettammo perché non eravamo stati messi a conoscenza delle scadenze immediate su alcune nomine come appunto quella del Caan». Insomma il clima si fa rovente. Basti pensare la che capogruppo di Rd, Simona Molisso, è pronta a «scrivere al ministero» per «il mancato rispetto delle quote rosa». «Nel regolamento e’ è il richiamo alla normativa vigente rispetto delle quote rosa. Non mi resta che denunciare la cosa al ministero visto che all’amministrazione avevo già segnalato II centrodestra II leader: uno sfregio al regolamento Moretto: grave che l’ex pm decida tutto da solo la questione con un’interrogazione in Consiglio. Solo una delle partecipate del Comune rispetta le quote rosa nei Cda. Attiverò a questo punto il procedimento sanzionatorio previsto perlegge». Il capo dell’opposizione Gianni Lettieri, lascia il suo commento ad un cinguettio: «In sfregio al regolamento comunale ed a quanto promesso nei giorni scorsi, al Cda del Caan hanno nominato uno staffista. Il metodo De Magistris è e resta vergognoso» tuona su twitter il presidente di Fare Città. Piuttosto sorpreso Antonio Borriello del Pd: «Penso che il sindaco dopo la dichiarazione rilasciata al Mattino nelle settimane scorse in modo molto chiaro aveva affermato che avrebbe attuato il regolamento sin da subito. Fare le nomine senza evidenza pubblica, così come declinato dalla delibera, sarebbe un errore e soprattutto un atto irrispettoso nei confronti dell’assemblea. Inoltre essendo a scadenza ordinaria poteva anche aspettare un mese, non c’era fretta di farle ora». Per Vincenzo Moretto di Fratelli d’Italia il sindaco «non ha violato il patto della delibera visto che non ha avuto effetto immediato». «La cosa che mi lascia perplesso – sos

tiene il consigliere di centrodestra – è il fatto che il sindaco continui a nominare persone legate alui. Amici, parenti, conoscenti, ora anchestaffisti.Una volta decidevano i partiti della maggioranza, oggi decide uno solo, senza nemmeno il rispetto del ruolo dell’opposizione». ORIPRODUZIONERISERVATA -tit_org- Lettieri attacca: metodo vergognoso Rd: ha violato anche le quote rosa

 Il caso nomine

Caan, blitz del sindaco un suo staffista nel Cda = Nomine Caan, nel Cda uno staffista del sindaco

Non applicate le nuove regole; è bufera De Magistris non applica le nuove regole e impone uomini di fiducia. L’ira delle opposizioni

Il caso nomine Caan, blitz del sindaco unsuostaffistanelCda Non applicate le nuove regole: è bufera Nomine al Caan (Centro agroalimentare): De Magistris non applica le nuove regole, secondo le quali i prescelti a ricoprire le cariche devono essere selezionati con il curriculum, e impone uomini di sua fiducia. Nel CdA anche uno staffista del sindaco. Critiche sia da Ricostruzione democratica che da pezzi di Pd. E Ã opposizione insorge. > Esca e Roano a ðàä. 41 La partecipata, il caso Nomine Caan, nel Cda uno staffista del sindao De Magistris non applica le nuove regole e impone uomini di fiducia. L’ira delle opposizio Si rinnova il Consiglio di amministrazione del Caan – il Centro agroalimentare di Volla – i mèmbri da 8 scendono a 5, ma è polemica sulle nomine del Comune. Polemiche che arrivano dal fronte delle opposizioni perché il sindaco Luigi de Magistris non awebbe rispettato il regolamento varato dal Consiglio comunale secondo il quale i prescelti a ricoprire queste cariche devono essere selezionati con il curriculum. L’articolo 1 recita così: «Ogni nomina, designazione e revoca di rappresentanti del Comune di Napoli presso Enti, Aziende, Società ancorché consortili ed Istituzioni deve essere eseguita nel pieno ed incondizionato rispetto dei principi costituzionali di buon andamento, imparzialità, partecipazione e trasparenza della Pubblica Amministrazione in modo da assicurare la migliore scelta nell’interesse cittadino per capacità, competenze, integrità ed imparzialità». Regolamento, che, tuttavia, non è ancora in vigore. Polemiche che si concentrano sulla nomina, in particolare, di un consulente a titolo gratuito da tré anni dello stesso sindaco, proveniente dal Mibac, si tratta di Cannine Giordano e per la nomina di Alberto Capasso vicepresindente regionale del presidio slow food. Giordano e Capasso sono le due nuove entrate vo lute da de Magistris, quali consiglieri del Cda, confermato invece alla presidenza Lorenzo Diana. Un Cda che si completa con l’ingresso di Pietro Russo in quota Camera di Commercio socio del Caan e dell’avvocato Cristina Riccardi per conto del Comune di Volla dove risiede il centro. Per il collegio sindacale entrano Monica Franzese, Luigi Maria Rocca e il dottor Sibilio. Detto questo, la cura dimagrante è dovuta all’effetto della spending review e perché fl Comune è in stato di predissesto, tagli che portano un risparmio di circa 60mila euro sulle spese dello stesso Cda. Diana guadagnerà 53mila euro l’anno (il 60 per cento dello stipendio del sindaco) e i due consiglieri 15mila euro, tutte cifre al lordo. È il presidente che spiega come stanno le cose: «Sul regolamento – spiega Diana – c’è un parere del ministero degli Interni e ad ora non è vigore e su questo non ci piove, decorre da quindici delle pubblicazione e non è stato ancora pubblicato. Ma il tema è un altro e riguarda la vita dello stesso Caan». La sostanza è questa secondo Diana: «I bilanci delle società vanno approvati entro il 31 marzo e dall’assemblea dei soci entro il 30 aprile. Per cui il cda ha dato mandato al presidente per la convocazione dell’Assemblea dei soci al 30 aprile. Bisogna sapere che i cda decadono con l’approvazione del terzo bilancio ed è il caso in questione. Andata deserta l’assemblea del 30 aprile ci siamo aggiornati al 19 maggio senza chiudere l’assemblea in prosieguo la stessa assemblea si è aggiornata a ieri». E si arriva alle nomine: «Premesso che il regolamento non è in vigore, e non è applicabile in maniera retroattiva perché la procedura è iniziata a marzo, se non avessimo approvato il bilancio avremmo lasciato il Caan senza guida in un momento decisivo. Dopo perdite per 5 milioni negli ultimi anni abbiamo per la prima vol- ta avuto un bilancio che un segno positivo per mezzo milione e un risparmio di spese per circa 32,5. Dati che mi sono costad altre lettere minatorie che ho denunciato al questore e in Procura», n presidente del cda non sfugge alla questione nomine e spiega ancora: «Per mettere in piedi la procedura del regolamento avremmo dovuto fare il bando,

nominare una commissione esaminatrice, quindi tirare le somme. Si sarebbero persi tré mesi. E ci tengo a sottolineare una cosa: sono state lispettate le quote rosa». lu.ro. La struttura II Centro agroalimentare di Napoli ha sede a Volta; a sinistra il presidente riconfermato Lorenzo Diana -tit_org- Caan, blitz del sindaco un suo staffista nel Cda – Nomine Caan, nel Cda uno staffista del sindaco

 Estratto da pagina 25 di ROMA del 27-05-2014 – Autore: PFRATT

Consiglio ridotto da cinque a tre, entrano Alberto Capasso e lo staffista del sindaco Carmine Giordano

Caan, nuovo Cda: ma con le vecchie regole

PARTECIPATE Consiglio ridotto da cinque a tre, entrano Alberto Capasso e lo staffista del sindaco Carmine Giordai Caan, nuovo Cda: ma con le vecchie regole NAPOLI. Il Comune rinnova il Cda del Caan, il centro agroalimentare di Volla, ma senza rispettare il nuovo regolamento sulla trasparenza delle nomine nelle società partecipate, approvato dal consiglio comunale il 15 maggio scorso, a dispetto di quanto promesso dal sindaco Luigi de Magistris all’indomani della votazione. Il decreto sindacale numero 45, infatti, è stato pubblicato ieri mattina direttamente sull’Albo Pretorio, senza la preventiva pubblicazione dei curricula dei candidati, così come prevede il nuovo regolamento, e non porta la firma del sindaco, bensì quella del suo vice Tommaso Sodano. De Magistris, infatti, ieri era ancora in Medio Oriente in visita istituzionale. Ma non finisce qui. Se viene confermato alla presidenza del Cda Lorenzo Diana, fanno il loro ingresso come consiglieri, invece, Alberto Capasse e Cannine Giordano, staffista del sindaco a titolo gratuito nonché l’unico con la laurea tra le new entry. Prenderanno entrambi un gettone di presenza di 230 euro. Il regolamento sulle nomine, è bene precisarlo, tecnicamente non è entrato ancora in vigore, in quanto nella seduta consiliare del 15 maggio l’assemblea non votò per l’immediata esecutorietà, per consentire – questa la motivazione del Comune – la preparazione degli uffici al nuovo sistema. Un’esecutorietà che, comunque, scatta in automatico dopo 15 giorni. Quindi, sarebbe bastato aspettare la fine di questa settimana. «Una mossa scorretta — commenta Gennaro Esposito, consigliere di Rd ed estensore del regolamento -. Se dal punto di vista amministrativo le nomine possono essere legittime, da quello politico sono uno schiaffo in faccia ai consiglieri ed alla maggioranza che hanno votato il provvedimento. Ci saremmo aspettati che il primo cittadino accogliesse subito lo spirito del regolamento e l’indicazione fornita dall’aula, selezionando le nomine sulla base del confronto dei curricula. C’è, poi, la nomina di Cannine Giordano, che del sindaco è collaboratore a titolo gratuito. Inoltre, l’esperienza di Diana al Caan non mi pare positiva, considerando la lentezza con la quale è stata trattata la questione del mercato del pesce». Il Cda, intanto, in vigore per i prossimi 3 anni, viene ridotto da 5 a 3 componenti, in ossequio alla spending review. Scompare la figura dell’amministratore delegato. Non confermata l’uscente Valentina Sanfelice di Bagnoli. PFROT Lorenzo Diana confermato -tit_org- Caan, nuovo Cda: ma con le vecchie regole

Bagnoli e Città della Scienza

città della scienzaBagnoli è una ferita aperta nella città di Napoli, pertanto, credo sia utile leggere la delibera di Giunta Regionale n. 120 del 24.04.2014 (clikka), con allegati: 1) il protocollo di intesa (clikka); 2) Relazione Tecnica (clikka); 3) Accordo di programma quadro (clikka); 4) piano finanziario (clikka); 5) Programma degli interventi (clikka).

Dalla lettura di questi atti si capisce che Città della Scienza dovrà essere il motore di sviluppo dell’intera area di Bagnoli. Atti, peraltro, che poi dovranno essere approvati anche dal Consiglio Comunale, o meglio semplicemente ratificati, visto che sarà pressoché impossibile modificare alcunché, con buona pace, non solo della democrazia partecipata, ma anche di quella rappresentativa.

Ebbene, nella relazione tecnica si legge che gli obiettivi globali dell’Accordo di Programma sono: 1) “quello politico con l’obiettivo di dare una chiara e forte risposta all’atto criminale ricostruendo dove era lo Science Centre incendiato; 2) quello economico con l’obiettivo di mettere il potenziale tecnico e simbolico di città della scienza al servizio della città, rafforzando la sua funzione pubblica, grazie alla sua capacità di coniugare cultura e scienza, ambiente e natura, con l’obiettivo di essere tra i soggetti promotori dello sviluppo economico, di attrattore dell’innovazione, di creazione di lavoro vero nell’area”.

Ora non voglio certo riportare qui tutti i passi degli atti che ho avuto modo di esaminare ma, l’impressione che ho avuto, è che gli atti siano usciti direttamente dagli uffici di città della scienza, vista la pressoché totale celebrazione della Fondazione IDIS e la assoluta mancanza di qualsivoglia riferimento sia alla importante Ordinanza del Sindaco (clikka) di qualche mese fa, (confermata, peraltro, in via cautelare anche dal Consiglio di Stato), che impone alla stessa Città della Scienza di esibire i Certificati di avvenuta bonifica dell’area, sia di una importante iniziativa cittadina, attraverso la quale si sono raccolte oltre 10.000 firme, che poi ha portato all’adozione di una delibera Consiliare con la quale si è stabilito che la linea di costa di bagnoli coroglio dovrà essere ripristinata con la realizzazione di una grande spiaggia pubblica per i napoletani.

Bagnoli rappresenta il luogo di grandi ed accesi contrasti, tra i sostenitori di Città della Scienza, che la vogliono ricostruita la dov’era e coloro (le assise cittadine e molti comitati spontanei) che, invece, vogliono il ripristino della legalità attraverso il rispetto del PRG e dei vincoli paesistico/ambientali che impongono la delocalizzazione dei manufatti incendiati per lo meno al di la della strada per lasciare completamente libera la spiaggia.

In questo caso la scelta dell’amministrazione regionale è stata precisa, ha vinto Città della Scienza. Nella relazione tecnica, infatti, si legge: “In fase di progettazione si provvederà al massimo arretramento del museo dalla linea di costa, obiettivo che sarà realizzato introducendo modifiche strutturali al museo che porteranno all’eliminazione delle ultime due campate più prospicienti il mare liberando così da costruzioni un’area che sarà destinata alla fruizione pubblica“.

Ad ogni buon conto i numeri sono questi: l’intervento costerà €. 69.557.520,00 di cui 27.241.520,00 messi dalla Fondazione IDIS (immagino provenienti dalla raccolta fondi e dall’assicurazione).

La cosa che non mi quadra, oltre alla procedura assolutamente unilaterale e non condivisa, è sempre la stessa: A capo della fondazione IDIS, che opera in regime di diritto privato, nata nei primi anni novanta, a suon di miliardi di lire (circa 100) nell’epoca bassoliniana, ci sono sempre stati Vittorio Silvestrini (presidente) ed Enzo Lipardi (direttore generale) e non vi è stato mai un cambio di persone, mai nessuno che abbia detto alcunché sul punto. Città della Scienza è in sostanza una  creatura di Silvestrini, pur essendo sempre stata finanziata con fondi pubblici. Ancora oggi la quasi totalità dell’intervento di poco meno di 70 milioni di euro sarà gestito dalla Fondazione Idis nominata soggetto attuatore.

Sarà forse un mio problema ma non mi sono mai piaciute le situazioni sclerotizzate che poi finiscono sempre per cerare delle posizioni di potere che tal volta è difficile giustificare…. Ovviamente le questioni che sollevano le carte che Vi ho allegato sono stante e crediamo di dover mettere in piedi una ulteriore iniziativa per poterne discutere tutti. Buona lettura.

Nelle Vele di Scampia

vele26Qualche tempo fa scrivevo di scampia e dei miei ricordi di ragazzino (clikka) giovedì scorso (22.05) sono tornato nelle Vele per vederle dal di dentro con Vittorio Passeggio.

Non so ma questi luoghi per me sono comunque vicini perché li ho conosciuti prima dello scempio e della ottusità urbanistica e sociologica che li ha violentati. Con Vittorio abbiamo parlato di quella che è la prospettiva e della necessità di andare oltre.

Il programma è l’abbattimento delle Vele che oggi sono abitate da un centinaio di persone che non trovando altro alloggio dimorano tra mura sgarrupate, ferro arrugginito, cumuli di rifiuti di ogni genere ed acqua, tanta acqua che esce dai tubi marci, sia quelli di scarico, con liquami ovunque al piano sottoposto, sia quelli di carico con acqua brillante e preziosa che va perduta in uno spreco assurdo!

Mi ha colpito una ragazza giovane, già mamma che portava nel passeggino un fagottino rosa di poscissimi mesi, alla quale Vittorio ha chiesto: “arò puort’ stu schizz’ e sole”.

Il problema che si porrà un momento prima dell’abbattimento (se mai si farà) è dove mettere queste persone che per la gran parte sono occupanti abusivi tra cui ci sono anche perone con grave disabilità. Per vivere in quei luoghi, in quelle condizioni ce ne vuole e gli occupanti non possono non essere considerati con la dignità che spetta ad ogni essere umano!

Una esperienza che mi ha lasciato un grosso senso di ingiustizia e di rivalsa, quella che sentivo da ragazzino, da incanalare nel verso giusto quello buono, della capacità di dare una risposta con l’impegno di persone capaci e competenti ed in grado di articolare un pensiero compiuto. Ecco queste persone, che pure ci sono a Napoli, oggi hanno il dovere di impegnarsi affinché nelle istituzioni ci siano persone degne di rappresentare i cittadini! Grazie Vittorio.

Ecco le Foto:

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I tartassati: TASI IMU e TARI = IUC Istruzioni per l’USO

dissestoEcco le quattro delibere relative al nuovo sistema di fiscalità locale che com’è noto si compone di tre imposte, IMU (imposta municipale unica), TASI (tassa sui servizi indivisibili) e TARI (tassa sui rifiuti) – Aliquote Imu (clikka)IUC – Regolamento (clikka), Modifica IMU clikkaAliquote TASI (clikka) – che confluiscono nella cd. IUC, approvate nel consiglio comunale del 15.05 scorso con l’astensione di Ricostruzione Democratica.

L’incastro tra norme e scadenze (a prescindere dal termine per i bilanci preventivi del 31 luglio) ha determinato l’impellenza di approvare le tariffe Tasi entro il 23 maggio, in modo tale da consentire il versamento dell’acconto entro il 16 giugno (anche se il governo ha dato una proroga fino a settembre per i Comuni inadempienti). E’ chiaro però che la non approvazione entro il termine del 23.05 avrebbe determinato seri problemi di liquidità.

L’amministrazione ha chiaramente dovuto anche regolamentare l’Imu (da cui la prima casa è esentata per legge), alla quale, la  TASI è strettamente legata dalla clausola di “equivalenza” tra vecchia Imu e nuova Tasi + Imu.

Per la TARI non si evidenziano nuovi problemi, in quanto, il suo funzionamento sarà molto simile alla TARES.

Per la Tasi, invece, i margini di manovra per il Comune di Napoli sono ristretti poiché il quadro disegnato dalla legge di stabilità e dal Salva Roma ter impone le aliquote massime per i comuni in predissesto.

Sulle aliquote le scelte operate dall’Amministrazione sono state le seguenti:

 1.- IMU su seconde case e altri immobili al massimo: 10.6 per mille con agevolazioni per le case locate con i contratti convenzionati;

 2.- TASI al 3,3 per mille sulle prime case con detrazioni di 150 e 100 euro a seconda se la rendita catastale è inferiore o superiore a 300 euro;

3.- TASI zero sulle seconde case (è da notare che fissando a zero l’aliquota sulla seconda casa, non si pone il problema di suddividere il carico tra proprietario e inquilino in caso di locazione dell’immobile).

La scelta fondamentale ci sembra sia stata quella di far diventare la TASI una tassa patrimoniale sull’abitazione di residenza.

Ciò lo si può comprendere dal punto di vista sociale (l’Imu su seconde case e attività produttive è già al massimo), ma appare discutibile sotto il profilo della congruità fiscale, in quanto l’imposta dovrebbe finanziare i servizi indivisibili e quindi gravare su tutti gli utenti di questi servizi (questo è il motivo per cui addirittura si ritiene che la norma che consente questo obiettivo snaturamento dell’imposta potrebbe essere illegittima).

Quindi, il finanziamento delle detrazioni per le prime case con bassa rendita catastale vengono finanziate esclusivamente dai proprietari di prime case con rendita più elevata (questo è il caso quindi in cui non opera il meccanismo dell’equivalenza).

L’altra scelta importante è quella di non legare, anche parzialmente, le detrazioni alla numerosità del nucleo familiare, come hanno invece fatto pochi – per la verità – grandi comuni (per es. Torino).

Va sottolineato, inoltre, che al contrario di quanto stabilisce la legge, il regolamento approvato non definisce come e quali sono i servizi indivisibili che la TASI va a finanziare, demandando questo adempimento al bilancio di previsione. Si tratta della usuale sottovalutazione degli aspetti gestionali che dovrebbero essere alla base delle scelte di una corretta e razionale politica finanziaria. Sul punto il regolamento IUC, all’articolo 40, rimanda all’allegato “C” con il quale “sono individuati i servizi indivisibili forniti dal Comune ed alla cui copertura la Tasi è diretta”.

L’allegato quindi propone un elenco di servizi, senza però far capire:

 1.- se secondo l’Amministrazione l’elenco comprende tutti i servizi indivisibili offerti dal Comune;

2.- se sono soltanto i servizi indivisibili i cui costi che verranno coperti con la TASI a prescindere dai punti precedenti;

3.- qual è il costo complessivo dei singoli servizi e qual è la percentuale di copertura di tali costi che si prevede di coprire con la TASI.

 Quest’ultima osservazione in realtà palesa il punto debole di tutta la manovra, e cioè il fatto che la delibera sulla TASI non contiene neppure un numero:

1.- nessuna stima del gettito;

2.- nessuna stima dei soggetti eventualmente esenti grazie alle detrazioni previste;

3.- nessun raffronto con la platea di prime case percossa dalla vecchia IMU (sia in versione 2012 o in versione 2013).

E’ stata, quindi, introdotta una nuova imposta che sicuramente colpirà soggetti che lo scorso anno erano esenti Imu, senza sapere neppure approssimativamente quale sarà l’impatto sui contribuenti.

Tra l’altro, come accennato, il Regolamento potrebbe essere passibile di illegittimità in quanto la norma di riferimento (comma 682 L. 147/2013) stabilisce senza ambiguità che con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 52 del Decreto Legislativo n. 446 del 1997, il Comune determina la disciplina per l’applicazione della IUC, concernente tra l’altro per quanto riguarda la TASI:

 1) la disciplina delle riduzioni, che tengano conto altresì della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazione dell’ISEE;

2) l’individuazione dei servizi indivisibili e l’indicazione analitica, per ciascuno di tali servizi, dei relativi costi alla cui copertura la TASI e’ diretta.”

La circostanza, peraltro, è richiamata anche dal Segretario generale nelle osservazioni alla delibera.

Quanto all’individuazione – in generale – dei servizi cosiddetti indivisibili non c’è un criterio stabilito da atti normativi. Per esclusione, quindi, vengono considerati servizi indivisibili tutti gli i servizi forniti alla collettività per i quali non è attivo alcun tributo o tariffa o provento a specifica destinazione.

Cioè il criterio finanziario prevale su quello economico: non necessariamente il servizio indivisibile deve essere diretto indistintamente all’insieme dei cittadini.

Pertanto non possono sicuramente entrare nel novero dei servizi indivisibili servizi quali la nettezza urbana o la mensa scolastica. Tipici servizi indivisibili sono, invece, il verde pubblico, l’illuminazione, servizi amministrativi come anagrafe ed elettorale, ma secondo il criterio visto, anche alcuni servizi sociali possono essere inseriti tra quelli indivisibili, sebbene siano assolutamente “divisibili”.

 Per fare due conti:

  • nel 2012 a napoli l’aliquota imu sulle prime case era il 5 per mille con una detrazione fissa di 200€ e una variabile di 50€ per ogni figlio minore di 26 anni;
  • nel 2013 le prime case erano esenti IMU (a parte i pochi spiccioli del pasticcio mini-imu che credo ben pochi abbiano versato). In questo caso, però, per un corretto raffronto, occorrerebbe tenere conto, dell’addizionale di 3 cent per mq destinata alla copertura dei servizi indivisibili che l’anno scorso venne imposta sulla TARES e che quest’anno è stata virtualmente trasfusa nella TASI.

Quindi, per una prima casa di 100 mq e 719 euro di rendita – famiglia-tipo di due coniugi con due figli abbiamo:

imu 2012

719€ (rendita catastale) X 160 (moltiplicatore fisso) = 115.040 euro (base imponibile imu)

115.040 X 5/1000 (aliquota) = 572 euro (imposta lorda)

572 euro – 300€ (detrazioni totali) = 272 euro (imposta da versare)

IMU 2013

IMU = 0€

addizionale TARES = 100 mq X 0.3 = 30€ (imposta da versare)

tasi 2014

115.040 euro (stessa base imponibile IMU) X 3.3/1000 = 380 euro (imposta lorda)

380€ – 100€ (detrazioni totali) = 280 € (imposta da versare)

pertanto:

se facciamo il raffronto con il 2012 la famiglia-tipo presa in esame paga per la TASI poco più che per l’IMU;

se facciamo il raffronto con il 2013 la differenza, nel caso in esame, è molto consistente.

Intendiamoci: il ragionamento visto sopra vale per quel tipo di contribuente non in assoluto.

Se prendessimo il caso di una prima casa di 60 mq – rendita 280 € – con nucleo familiare di una sola persona avremmo invece:

IMU 2012:  24 euro

addizionale 2013: 18 euro

TASI 2014: 0 euro

Ovviamente il tutto salvo errori o omissioni e salvo che la materia è un groviglio di acronimi di cui se non fosse stato per Stefano non ci avrei capito molto … ma a pensarci pene ho ancora molti dubbi!!!

La soprintendenza ai BB.AA. di Napoli che non soprintende

patatine fritteNon mi ha appassionato il contrasto che c’è stato tra Sindaco e Soprintendente Cozzolino e non mi è piaciuto, da un punto di vista istituzionale l’attacco che ha subito la Soprintendenza da parte del Sindaco, per il quale ho manifestato solidarietà a Cozzolino, ma solo perché credo che tra le istituzioni occorre sempre un confronto sereno e costruttivo senza incorrere nel rischio della delegittimazione.

Sento però il dovere di richiamare la Soprintendenza alle sue funzioni poiché è pressoché assente e, per quello che mi è sembrato di capire, è un luogo di timbri, carte e spesso di vessazione per i malcapitati cittadini che hanno la sfortuna di incapparci. Poi in passato non mancano gli scandali anche in questo delicato settore della P.A. (tangenti alla soprintendenza (clikka) e da ultimo c’è stato il paradossale caso dell’orto abusivo a San Martino (clikka).

E’ chiaro che la funzione di tutela di quest’organo dello Stato andrebbe rivista facendo in modo che non diventi solo il luogo del no o del si, ma un luogo di studio per verificare come le trasformazioni possano essere fatte nel rispetto dei beni soggetti a tutela. Un luogo dove le cose si fanno insieme con il privato guidato dalla mano esperta di tecnici pagati con le nostre tasse.

Per quanto riguarda i controlli, poi, assistiamo a continue invasioni in pieno centro storico, senza che la Soprintendenza faccia nulla, come sta accadendo con i numerosi esercizi commerciali che vendono le “patatine fritte” che stanno spuntando come i funghi in pieno centro storico (via Toledo, via Benedetto Croce e via San Sebastiano), con insegne verdi invadenti e mostre sporgenti rigorosamente di plastica (si spera ignifughe), per le quali mi chiedo cosa pensi o abbia pensato la soprintendenza nel dare l’autorizzazione, semmai l’abbia data, oppure se, se ne sia accorta dello scempio in corso.

Mi chiedo, infatti, se i funzionari e dirigenti girino per napoli ed abbiano quel minimo senso dell’estetica che dovrebbe essere la prima dote di un addetto alla tutela del paesaggio e dei beni storico/artistici della città.

Sembra, infatti, che questa nostra soprintendenza abbia due pesi e due misure assolutamente incomprensibili (per me che sono un profano). Da un lato, infatti, consente in pieno centro storico, scempi inenarrabili, dall’altro si impegna in battaglie di principio opponendosi all’abbattimento delle vele di scampia (clikka) ovvero pianta una grana infinita sui sampietrini delle strade.

Mi farebbe piacere, infatti, sentire cosa ne pensa il nuovo Soprintendente dell’imbustamento degli angioletti dell’obelisco di piazza del Gesù (ormai soffocati visto che sono passati oltre due anni) ovvero dell’imbustamento in corso dei cornicioni del Convitto Vittorio Emanuele in Piazza Dante che chissà quanto durerà.

Ancora non mi capacito, dopo tutta la passione messa dal Soprintendente Cozzolino sulla vicenda di Piazza Plebiscito, come abbia potuto dare parere favorevole ad un intervento assolutamente invasivo in pieno centro storico in Vico pallonetto a Santa Chiara angolo Via San Giovanni Maggiore Pignatelli (clikka) nel quale è prevista la incredibile realizzazione di un parcheggio interrato di tre piani sotto il livello stradale, tanto che, dopo aver convocato una commissione oltre un anno fa e scritto una richiesta di documenti il 09.05.2013 (clikka), rimasta senza risconto, ho dovuto inoltrare una ulteriore esplicita richiesta di sopralluogo (clikka) sia agli uffici comunali sia alla Soprintendenza stessa.

Sono curioso di leggere, ove mai mi risponderà il Soprintendente, le motivazioni che hanno determinato la Soprintendenza a dare i pareri favorevoli.

Peraltro, sull’intervento di Vico Santa Chiara ho moltissime perplessità poiché in soldoni la società esecutrice si è risparmiata oltre cinque milioni di euro di oneri di urbanizzazione in cambio della parziale destinazione ad uso pubblico di attrezzature sportive e foresterie (?). A me sembra già uno studentato ma forse mi sbaglio … Vedremo quale sarà la prossima puntata

Il testo definitivo del Regolamento sulle Nomine

gennaro consiglioTal volta mi chiedo se valga la pena impegnarsi tanto e se a tutto l’impegno poi corrispondano i risultati utili per la collettività. I dubbi sono sempre tanti e non si è mai sicuri di aver fatto la cosa giusta.

Per mio carattere diffido sempre di quelli che si sentono troppo sicuri, spesso la sicurezza nasconde una profonda superficialità. Mi fa piacere però condividere con Voi il testo definitivo del regolamento sulle nomine del Sindaco e del Consiglio Comunale che è stato il frutto, per chi mi ha seguito, di una costante e tenace battaglia di legalità e culturale che abbiamo condotto nel Consiglio Comunale.

Nonostante gli scandali all’ordine del giorno, l’ultimo qualche giorno fa, in Regione Campania con l’arresto del Presidente del Consiglio Paolo Romano, ci sono ancora alcuni consiglieri (IDV e Centro Democratico) che sostengono che la politica debba avere le mani libere nelle nomine. Credo e spero che questo approccio antistorico sia spazzato via presto.

Sul risultato del testo posso ritenermi soddisfatto. Certo non è quello di Milano, dove c’è addirittura una commissione di esperti che ha il compito di valutare l’esperienza e le capacità dei candidati, ma siamo ad un buon punto perché con questo regolamento abbiamo fatto trasparenza ed introdotto il principio della competenza nella assegnazione degli incarichi.

E’ chiaro che il Sindaco ed il consiglio comunale potrebbero sempre infischiarsene e nominare, come è accaduto, uno che non ha alcuna esperienza di settore e manageriale, ad esempio un asino o un cavallo, per fare un riferimento storico, ma ciò emergerà dal confronto dei curriculum che tutti potranno fare accedendo al web. Ora però la palla passa nelle mani dell’informazione che dovrà essere la prima a vigilare … speriamo bene

Ecco il testo:

COMUNE DI NAPOLI

TESTO COORDINATO

REGOLAMENTO NOMINE, DESIGNAZIONI E REVOCHE DI RAPPRESENTANTI DEL COMUNE PRESSO ENTI, AZIENDE, SOCIETÀ  ANCORCHE’ CONSORTILI ED  ISTITUZIONI

Art. 1 PRINCIPI

1. Ogni nomina, designazione e revoca di rappresentanti del Comune di Napoli presso Enti, Aziende, Società ancorchè consortili ed Istituzioni deve essere eseguita nel pieno ed incondizionato rispetto dei principi costituzionali di buon andamento, imparzialità, partecipazione e trasparenza della Pubblica Amministrazione in modo da assicurare la migliore scelta nell’interesse cittadino per capacità, competenze, integrità ed imparzialità.

2. (elimina trattino) Il presente regolamento si applica a tutte le nomine, designazioni e/o revoche dell’Amministrazione Comunale sia del Sindaco che del Consiglio Comunale.

ART. 2 PUBBLICITÁ

1. Il Sindaco, ovvero il Presidente del Consiglio Comunale, a seconda delle competenze, trentagiorni prima della scadenza  ordinaria entro cui deve provvedere a norma di legge, di statuto o di regolamento a nomine o designazioni di rappresentanti del Comune presso enti, aziende, società ancorchè consortili e istituzioni, divulga con avviso pubblico gli incarichi da affidare e le loro caratteristiche.

2. L’avviso del Sindaco ovvero del Presidente del Consiglio Comunale, a seconda delle competenze è affisso all’Albo Pretorio e pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Napoli, è inoltre trasmesso ai Presidenti dei Gruppi consiliari, delle Commissioni consiliari permanenti ed agli organi di informazione.

3. Nell’avviso sono sinteticamente indicate per ciascun ente, azienda, società ancorchè consortili ed istituzione:

a. l’organismo e la carica cui si riferisce la nomina o la designazione;

b. i requisiti di carattere generale e specifici e le cause di incompatibilità e di esclusione;

c. gli emolumenti a qualsiasi titolo connessi alla carica;

d. gli scopi statutari dell’ente interessato.

ART. 3 REQUISITI

1. I rappresentanti del Comune negli enti, nelle aziende, nelle società ancorchè consortili e nelle istituzioni devono possedere una competenza tecnica, giuridica o amministrativa adeguata.

2. A tal fine, i rappresentanti sono scelti considerando le qualità professionali e le competenze risultanti da esperienze professionali e/o da impegno sociale e civile.

3. Al fine di assicurare le condizioni di pari opportunità previste dall’art. 51 della Costituzione e dall’art.1 del D.Lgs. n. 198/2006, le nomine o le designazioni dei rappresentanti del Comune negli enti, nelle aziende, nelle società ancorchè consortili e nelle istituzioni sono compiute in modo da garantire che ciascun genere sia rappresentato per almeno un terzo.

4. Per i collegi sindacali o dei revisori è necessaria l’iscrizione al Registro dei Revisori Contabili, ai sensi di legge.

ART. 4  CAUSE DI INCOMPATIBILITÁ E DI ESCLUSIONE

1. Salvo le altre incompatibilità stabilite dalla normativa vigente, non può essere nominato o designato rappresentante del Comune presso enti, aziende, società ancorchè consortili  ed  istituzioni:

a. chi è in stato di conflitto di interessi rispetto all’ente, azienda, società ancorchè consortili  o istituzione nel quale rappresenta il Comune;

b. chi è stato dichiarato fallito;

c. chi ha liti pendenti con il Comune di Napoli ovvero con l’ente, l’azienda, la società ancorchè consortili , l’istituzione presso cui dovrebbe essere nominato;

d. chi è in una delle condizioni di incandidabilità, ineleggibilità, incompatibilità ed inconferibilità previste dalla legge;

e. i dipendenti, consulenti o incaricati del Comune di Napoli che operano in settori con compiti di controllo o indirizzo sulla attività dello specifico ente;

f. chi è stato nominato consecutivamente piu’ di tre volte nello stesso organismo del Comune di Napoli;

g. chi è stato oggetto di revoca della nomina o designazione del Comune per motivate ragioni comportamentali;

h. chi ricopre la carica di Consigliere Comunale, Assessore, Presidente e Consigliere di Municipalità nel Comune di Napoli;

i .chi è stato candidato  all’ultima competizione elettorale al Consiglio Comunale di Napoli e non è stato eletto, alla Provincia di Napoli, alla Regione Campania ovvero al Parlamento e non è stato eletto;

l. i magistrati ordinari, amministrativi o della Corte dei Conti in servizio;

m. chi si trovi in posizione di conflitto di interessi con il Comune di Napoli e/o l’Ente presso il quale dovrebbe essere nominato, salvo che l’interessato faccia venir meno il conflitto entro il termine prefissato dal Sindaco.

n. colui il quale si trovi in una delle situazioni che determinerebbero ineleggibilità a Consigliere Comunale.

o. colui il quale sia stato o sia sottoposto a misure di prevenzione o sicurezza o che sia sottoposto a misure cautelari personali.

p. colui il quale sia stato revocato, per giusta causa, in precedenti incarichi dal Comune o da altro Ente pubblico;

q. colui il quale sia stato o sia iscritto ad associazione segreta ;

r. colui il quale sia parente o affine entro il secondo grado, di Sindaco, Assessori o Consiglieri comunali di Napoli;

2. Il sopravvenire di una delle cause di incompatibilità e di esclusione nel corso del mandato comporta la decadenza automatica dalla nomina o dalla designazione.

ART. 5 OBBLIGHI DEI NOMINATI E DESIGNATI

1. I rappresentanti del Comune presso enti aziende, società  ancorchè consortili ed istituzioni, all’atto della nomina o designazione, devono rendere pubblica la propria appartenenza ad Organismi, Associazioni o Società che hanno rapporti con il Comune.

2. I soggetti di cui al comma 1 devono, altresì, rendere pubblica la propria situazione reddituale e patrimoniale in analogia con quanto previsto per i Consiglieri Comunali.

3. I rappresentanti del Comune presso enti, aziende, società ancorchè consortili ed istituzioni si impegnano formalmente a rispettare gli indirizzi programmatici stabiliti dal Consiglio per l’ente interessato anche se formulati successivamente alla nomina.

4. I rappresentanti del Comune presso enti, aziende, società ancorchè consortili ed istituzioni sono tenuti alla osservanza dei seguenti adempimenti nel rispetto di quanto previsto dalle leggi di riferimento:

a. intervenire, se richiesti, alle sedute delle Commissioni consiliari e produrre l’eventuale documentazione richiesta, ivi compresi i verbali delle assemblee; l’impossibilità ad intervenire dovrà essere comunicata con tempestività;

b. trasmettere al Sindaco, alla Presidenza del Consiglio Comunale ed ai Capigruppo consiliari l’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria ed in particolare quello delle assemblee straordinarie;

c. trasmettere al Sindaco i programmi, i bilanci, l’ordine del giorno e le delibere degli organi;

d. presentare al Sindaco e alla Presidenza del Consiglio una relazione entro il 31 dicembre di ogni anno sulle attività dell’ente, azienda, società ancorchè consortili ed istituzione per la quale sono stati nominati o designati;

e. presentare al Sindaco e alla Presidenza del Consiglio Comunale, entro due mesi dalla conclusione dell’esercizio, la relazione informativa annuale, prevista dallo Statuto comunale, sullo stato dell’ente e sull’attività da essi svolta sulla base degli indirizzi avuti. Le relazioni sono portate tempestivamente a conoscenza dei Gruppi consiliari e sono oggetto di verifica nelle Commissioni competenti;

f. riferire al Sindaco eventuali procedure in atto ritenute in contrasto o non compatibili con gli indirizzi programmatici approvati dal Consiglio Comunale ed eventuali gravi carenze nell’attività o nella gestione aziendale.

5. Il Presidente del Consiglio comunale, su segnalazione del Presidente della Commissione Permanente competente per materia, comunica al Sindaco i mancati adempimenti di cui al comma 4, lett. a), per l’adozione dei provvedimenti di cui al comma successivo.

6. Il Sindaco contesta ai rappresentanti del Comune il mancato adempimento degli obblighi previsti dal presente articolo e, in caso di grave inadempienza, attiva la procedura di revoca.

ART. 6 PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE

1. La disponibilità a ricoprire una specifica carica è espressa direttamente al Sindaco mediante candidatura redatta secondo i moduli predisposti dal Comune e corredata, a pena d’inammissibilità:

a. da un curriculum in cui si dà atto del possesso dei requisiti richiesti;

b. dalla sottoscrizione di una dichiarazione di osservanza degli adempimenti ed obblighi previsti dal presente Regolamento e dal Codice etico del Comune di Napoli;

c. dalla dichiarazione di non sussistenza delle cause di incompatibilità ed esclusione previste dall’art. 4 del presente Regolamento.

2. Il termine per la presentazione delle candidature è stabilito nell’avviso di cui all’art. 2 del presente regolamento e non è inferiore a venti giorni.

ART.7 PUBBLICITÀ DELLE CANDIDATURE

1. Non oltre cinque giorni dalla chiusura del termine di cui all’art. 6, comma 2 del presente Regolamento, l’elenco delle candidature pervenute (con allegato curriculum vitae nel rispetto dei dati sensibili in base al decreto legislativo 196 del 2003) è pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Napoli, è inoltre trasmesso ai Presidenti dei Gruppi consiliari, ai Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti nonché agli organi di informazione.

ART. 8 INFORMATIVA DEL SINDACO

1. Il Sindaco, effettuata la scelta, deposita presso il proprio Gabinetto i nominativi dei soggetti nominati e designati, dandone notizia scritta al Presidente del Consiglio per l’immediata informazione ai Consiglieri comunali.

2. Il Sindaco dispone l’immediata pubblicazione sul sito istituzionale degli atti di nomina o designazione

ART. 9 REVOCA

1. Il Sindaco procede con proprio atto alla revoca delle nomine e delle designazioni del Comune in caso di sopraggiunta incompatibilità, di motivate gravi ragioni relative a comportamenti contraddittori od omissivi o a reiterate inottemperanze alle direttive espresse dall’Amministrazione Comunale, di inosservanza degli obblighi e delle norme stabilite dal presente Regolamento nonché in caso di reiterate assenze ingiustificate. Della revoca è tempestivamente informato il Consiglio Comunale.

ART. 10 TRASPARENZA

1. Il Comune di Napoli garantisce la trasparenza delle nomine e delle designazioni presso enti, aziende, società ancorchè consortili ed istituzioni mediante un apposito Albo pubblicato sul proprio sito istituzionale ed accessibile a tutti gli interessati, in cui sono raccolti i dati relativi agli enti, alle aziende, alle società ancorchè consortili ed istituzioni cui partecipa ed ai soggetti in essi nominati o designati.

 Art. 11

 1.Le norme previste nel presente Regolamento sono da considerarsi non applicabili nel caso che queste non  risultino  compatibili con le Leggi vigenti”

Per approfondimenti:

le nomine al CAAN (clikka)

Le nomine e le colpe dell’informazione (clikka)

il giorno dell’approvazione (clikka)

le nomine in NapoliServizi (clikka)

NapoliSevizi il banchetto delle nomine (clikka)

il sindaco opaco ed il regolamento sulle nomine (clikka)

partecipate le nomine alla vecchia maniera (clikka)

La proposta del regolamento (clikka)

Il nuovo regolamento degli Artisti di strada proposto dalla giunta

artistiOggi ho appreso della proposta al Consiglio Comunale di approvazione del regolamento degli artisti di strada (clikka) che Vi invito a leggere per darci qualche consiglio o suggerimento, altrimenti poi non lamentatevi di ciò che uscirà!

Napoli, si spera, aspira e si avvia ad essere una città turistica a tutto tondo e sono convinto che l’arte di strada sia una componente importante per una grande città.

E’ chiaro che l’arte è libera ma deve conciliarsi anche con il vivere civile dei cittadini e con la fruizione dei luoghi e dei monumenti ed un regolamento deve fare in modo che gli artisti, i cittadini ed i turisti siano tutelati da una disciplina che contemperi tutti gli interessi in gioco.

Ovviamente mi sono andato a vedere gli altri regolamenti delle altre grandi città, come Roma (clikka) e Milano (clikka) ed altrettanto ovviamente già a vederli noterete un diverso stile di redazione ed una diversa attenzione a quelli che sono i luoghi dell’arte.

Sia a Roma che a Milano si indicano le strade e le piazze nelle quali gli artisti si possano esibire tenuto conto del particolare valore dei luoghi e della affluenza.

A Milano addirittura c’è una registrazione on line e la possibilità per i cittadini di essere informati delle iniziative artistiche che si tengono nella propria città.

Firenze (clikka) per garantire a tutti di poter esibirsi è addirittura prevista una rotazione ed una registrazione. Che dire nelle altre grandi città è indubbio che gli uffici lavorano meglio e che noi dobbiamo aspirare a raggiungere quei livelli se vogliamo che i cittadini abbiano servizi di livello. Tutto sommato siamo tutti cittadini con pari diritti e pari doveri da Milano a Canicattì!

AGGIORNAMENTO:

Il 2 luglio è stato approvato il regolamento ecco il mio intervento al 2:54:44

Le colpe dell’informazione e l’arresto del Presidente del Consiglio Regionale della Campania

Paolo-RomanoPaolo Romano, presidente del Consiglio Regionale della Campania, è stato arrestato per le pressioni esercitate sul direttore dell’ASL Casertana per le nomine che egli pretendeva nella sanità. Ora potrà essere anche possibile che questo personaggio politico alla fine sia scagionato dalle accuse, facendo rientrare le “pressioni” esercitate in una sorta di prerogativa politica (la vedo difficile ma tutto può essere), ma ciò che i giornali non fanno affatto è la domanda provocatoria ai cittadini: Vi fareste mai mettere le mani addosso da un medico che ha avuto il solo merito di aver aiutato un politico in campagna elettorale procurandogli qualche migliaia di voti o comunque scelto senza alcuna valutazione del merito professionale o scientifico ?

Tutti i giornali si limitano al raccontino senza sollecitare nella opinione pubblica alcuna riflessione. A questa riflessione io ne aggiungerei un’altra: E’ possibile che nel Comune di Napoli è stato, dopo due anni di battaglia, finalmente approvato un regolamento sulle nomine ed in Regione Campania il tema non viene neppure accennato nonostante i continui scandali regionali e nazionali ?

Non un giornalista che abbia messo in relazione le notizie! E’ questo il modo di fare informazione? Spero che i giornali seri seguano la pista mettendo alle strette caldoro come noi abbiamo fatto in consiglio comunale con de magistris.

Lo stato in cui stiamo credo sia anche colpa dell’informazione che preferisce correre dietro lo scoop ed agli equilibri politici, senza pensare che il più alto compito dell’informazione e dei giornali è quello di contribuire a fare in modo che si formi una corretta opinione pubblica.

Da Repubblica Napoli di oggi 21.05.2014

La malasanità al telefono “Come ti sei permesso di fare quella nomina?”

Una denuncia e intercettazioni portano all’arresto di Paolo Romano. Nell’inchiesta anche il consigliere Ncd Giordano

DAL NOSTRO INVIATO

CONCHITA SANNINO

PRESSIONI indebite esercitate sul direttore generale della Asl casertana per incidere sulle nomine dei direttori, sanitario e regionale. Ingerenze esercitate anche a favore della moglie-medico di qualche amico del proprio gruppo politico. E poi telefonate dal tono vendicativo. E perfino «campagne stampa» denigratorie messe a segno su un giornale casertano, articoli che si iscriverebbero nello stesso disegno «illecito». Oltre trenta pagine di accuse. Così, a poche ore dall’apertura delle urne, crolla il sogno europeo del candidato Ncd, (all’ottavo posto in lista) Paolo Romano. Anche se non pare intenzionato a ritirare la candidatura a Bruxelles. E i suoi amici di partito si offrono di fare campagna elettorale per lui.

Un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere spedisce agli arresti domiciliari il 49enne presidente del consiglio regionale, l’ex cosentiniano che aveva rotto i ponti con l’allora sottosegretario Pdl casalese, oggi l’uomo del pacchetto da 15mila voti considerato molto

utile al debutto elettorale della nuova formazione di Angelino Alfano. L’accusa: tentata concussione per costrizione. Una contestazione, quest’ultima, riformulata dal giudice in una declinazione più grave rispetto all’iniziale ipotesi di tentata concussione per induzione, prevista dalla Procura con i finanzieri del colonnello Gaetano Senatore, sotto il coordinamento del comandante Giuseppe Verrocchi. Stessa ipotesi per gli altri tre inquisiti, per i quali il gip Sergio Enea ha invece respinto la richiesta di arresti domiciliari: si stratta del consigliere regionale, ex Idv e ora esponente Ncd, Eduardo Giordano; dell’avvocato Francesco Pecorario, già registrato come responsabile Pdl in zona aversana, e di Giuseppe Perrotta, cronista della “Gazzetta di Caserta”, tutti casertani.

LA DENUNCIA DI MENDUNI.

È il 31 luglio del 2010 quando Paolo Menduni, dg della Asl di Caserta, sporge denuncia alla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Racconta: «Sono direttore generale della Asl dall’ottobre 2011. Avevo la necessità, appena insediatomi, di nominare il direttore sanitario e il direttore amministrativo. Ma durante questo periodo ho ricevuto numerose pressioni politiche per nominare persone di fiducia del presidente Romano. Nelle predette occasioni il Romano riferiva che essendo presidente del consiglio regionale a lui spettava l’indicazione del direttore sanitario ». Quanto alle intimidazioni di cui sarebbe stato vittima, il dg precisa: «Non ci sono state minacce esplicite, ma vaghi riferimenti al fatto che se non avessi ottemperato all’invito, sarei stato sottoposto a delle pressanti attività di verifiche e controlli sulla gestione della mia azienda. Cosa poi puntualmente verificatasi. Tali pressioni si sono protratte fino al gennaio 2012, fino a quando non ho nominato come mio direttore di fiducia il dottor Gaetano Danzi. Lui stesso è a conoscenza dei fatti narrati, perché è stato avvicinato dal direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, dottor Bottino, che gli aveva offerto di nominarlo direttore sanitario della predetta azienda al fine di indurlo a lasciare libero il posto da direttore della Asl di Caserta ».

I DIKTAT DI ROMANO.

Ma c’è un’altra vicenda all’attenzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Ed è la storia della nomina della dottoressa Tessitore, quale direttore del distretto di Capua, ovvero il “regno” di Romano. Ecco perché, sottolinea il gip nella misura, arriva un giorno al telefono la «furiosa telefonata» di Romano a Menduni. Il presidente lo apostrofa così: «Come ti sei permesso di mettere quella nel mio distretto? ». Aggiunge Menduni: «Dopo tale episodio sono partiti come da lui preventivati alcuni attacchi giornalistici nei quali il Romano, insieme al consigliere Eduardo Giordano, criticavano fortemente la gestione della mia azienda sanitaria, ipotizzando diversi illeciti. Inoltre il coinvolgimento di Giordano avviene a seguito di altri contrasti » su vicende di nomine e di persone non gradite a quelli che all’epoca sono gli esponenti più in vista dell’area casertana del Pdl. Tra i fatti che seminano veleni e intralciano la serenità del lavoro ai vertici della Asl, le pressioni per revocare un trasferimento della dottoressa Caputo, moglie di un altro degli inquisiti. E la nomina «nel reparto di Medicina di Aversa».

“ABBIAMO DECRETATO LA TUA FINE”.

Agli atti dell’inchiesta, anche se non riferiti alle condotte dei quattro indagati eccellenti, anche alcuni messaggi, sotto forma di sms, che sono stati recapitati al manager Menduni, ormai nel mirino di alcuni avversari politici e professionali. Uno di questi diceva così: “Abbiamo decretato la tua fine».

Nelle carte dell’accusa, firmate dalla Tributaria di Caserta sotto la direzione della Procura, anche la copia di alcuni servizi giornalistici comparsi sulla Gazzetta di Caserta che avrebbero avuto l’obiettivo di screditare stretegicamente l’operato del direttore generale. E gli inquirenti ritengono che con la stessa strategia sia stata organizzata, in consiglio regionale, una corale conferenza stampa ad opera di Paolo Romano, ma anche di altri assessori e di alcuni esponenti dell’opposizione di centro sinistra, per muovere un vero e proprio attacco concentrico contro il direttore generale che non si piegava ai suoi diktat. Un teorema del tutto «inconsistente », ribatte però l’avvocato Nicola Garofalo, che assiste Romano. «Non vedo riscontri né il fumus di indizi», aggiunge infatti il legale, spiegando di aver avuto modo di leggere «solo l’ordinanza di custodia cautelare notificata.

Le nomine al CAAN che dorme ed i timori del Sindaco per il nuovo regolamento

dissestoDopo l’approvazione del Regolamento del 15 maggio scorso (clikka), sulle nomine  in società, enti o istituzioni, ho letto molti articoli apparsi sul il Mattino di Napoli che si è occupato, quindi, di un tema centrale per il miglioramento della politica e dell’amministrazione cittadina.

Su questo importante tema credo che anche in Regione Campania, si dovrebbe iniziare a mettere mano, visto che i numerosi scandali nazionali hanno fatto dichiarare a più di un esponente del governo che occorre maggiore trasparenza ed imparzialità anche per le nomine di competenza governativa. E’ recente, infatti, la dichiarazione del nuovo Presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, secondo cui i suoi collaboratori saranno selezionati attraverso una call pubblica. Sento però il dovere istituzionale, essendo l’estensore del regolamento sulle nomine, di sgombrare il campo dai dubbi manifestati dal Sindaco sulle pagine del suo giornale circa l’eccesso di burocrazia che potrebbe essere di danno all’Amministrazione. E’ bene, infatti, osservare che con il regolamento approvato, da una parte si è sostituito quello vecchio che presentava dubbi di applicabilità per il mutato quadro normativo, dall’altra non si è fatto altro che rendere trasparente un procedimento che, invece, si è sempre svolto in stanze chiuse e secondo logiche di cui il paese ormai deve fare a meno. L’ultima nomina sindacale, infatti, è stata quella in NapoliServizi, di Allocca che ha sostituito Scalella e che, nei corridoi del Comune, si dice sia attribuibile alla componente ex UDC del Consiglio Comunale.

Le prossime nomine di cui ho letto sui giornali sono, invece, quelle dei componenti del CDA del Centro Agroalimentare di Napoli (CAAN) rispetto alle quali, pare, ci sia una indicazione che va da Centro Democratico ad IDV, non a caso i partiti che si sono espressi contro l’approvazione del regolamento. Per essere chiari, in Consiglio Comunale il dibattito si è acceso proprio sugli emendamenti che tendevano a vanificare lo spirito della trasparenza del regolamento, nonché sulla immediata esecuzione del regolamento medesimo, che secondo alcuni esponenti della maggioranza richiedeva l’allestimento degli uffici. Ebbene, oggi il sospetto che ho avuto durante i lavori del Consiglio trova conferma proprio in occasione della imminente scadenza delle dette nomine al CAAN.

Orbene, non posso non unirmi al coro di coloro che esortano il Sindaco ad applicare immediatamente il regolamento evitando di nominare persone semplicemente indicate dai partiti. Peraltro, proprio nel CAAN di Volla ho avuto modo di comprendere quanto sia necessario avere personale dirigente qualificato. Difatti, nonostante il Consiglio Comunale si sia espresso da oltre un anno affinché il mercato ittico di Napoli rimanesse a Napoli nel suo edificio storico di Piazza Duca Degli Abruzzi, ad oggi tale importante mercato non è ancora rientrato, rimanendo a Volla con un danno economico enorme per i 29 operatori dell’ittico. Ebbene, a gestire tale vicenda è stato il Presidente del CDA del CAAN, ex senatore Lorenzo Diana, in sostanza un politico laureato in storia e filosofia, con nessuna esperienza manageriale di rilievo e con il solo merito di essere esperto di anticamorra.

Sono convinto, invece, che per le nostre società partecipate le quali gestiscono decine e centinaia di milioni di euro, provenienti per la maggior parte dalle tasche dei contribuenti, dobbiamo pretendere di più.

Da il Mattino del 18.05.2014 – Valerio Esca

Nomine, ok del sindaco ai paletti «Ma attenti a troppa burocrazia»
Lettteri: «Se non le applica subito il Consiglio lo sfiduci»
Le partecipate, le regole Nomine, ok del sindaco ai paletti «Ma attenti a troppa burocrazia» Lettieri: «Se non le applica subito il Consiglio lo sfiduci» Valerio Esca Sì alla trasparenza, no agli eccessi di burocratizzazione. Il pensiero del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dopo il voto in Consiglio comunale di giovedì, che ha visto approvata a maggioranza la delibera sulle modiche al regolamento per le nomine all’intemo di enti, istituzioni e società, è chiaro. Un ragionamento figlio di una lunga riflessione che il primo cittadino ha maturato in questi ultimi due giorni. Un regolamento che secondo i proponenti, i tré di Rd (Molisso, lannello, Esposito), si fa portatore del principio democratico della trasparenza. Il sindaco su questo punto chiarisce: «Noi siamo sempre stati super-trasparenti. Tutte le nomine sono sempre state fatte al di fuori dei contesti del passato. Che ci siano poi regole che valgano come carattere generale e che rafforzano anche per il futuro i procedimenti di nomine è un fatto positivo purché non prevalga un eccesso di formalismo e burocratizzazione». In sostanza il sindaco teme checisipossa impantanare in procedimenti fatti di carte e lungaggini che poco aiutino il funzionamento della macchina amministrativa. L’ex pm infatti spiega: «Spesso si deve intervenire rapidamente e nominare in dei posti decisivi delle persone competenti, quindi bisogna sempre avere un giusto equilibrio tra rapidità, efficacia, prontezza e trasparenza. Le regole servono ma la nostra trasparenza è indipendente dalle norme che vengono messe. Per il futuro è bene creare un recinto giuridico che funzioni». Il primo banco di prova sarà il Caan: il mandato dei vertid scade lunedì, anche se non è un termine perentorio. In passato ci sono voluti anche mesi prima di sostituire gli amministratori di una partecipata. Proprio su questo punto il capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, Gianni Lettieri, lancia strali al primo cittadino e tuona: «Mi aspetto che de Magistris rispetti il regolamento sulle nomine nelle società partecipate, approvato in Consiglio comunale, già a partire da lunedì con il Caan. Non è possibile che faccia finta di nulla andando avanti con laprassi seguita finora. Adesso bisogna scegliere tra i curriculum che saranno ricevuti per ogni singola nomina, valutando i più adatti sulla base esclusiva del merito e delle competenze, e non su logiche’conoscitive·da prima Repubblica di spartizione partitica». Poi l’affondo del presidente di Fare Città: «Se le nomine dovessero essere effettuate senza seguire il nuovo regolamento, avremo la conferma che il Consiglio comunale è utilizzato dall’amministrazione solo per fare chiacchiere. In questo caso mi aspetto una sfiducia compatta da parte di tutti quelli che hanno votato il regolamento, per sapere se davvero fanno sul serio nell’opposizione al metodo de Magistris». L’ex pm ci tiene a chiarire anche questo punto: «Adesso vediamo quello che dobbiamo fare. I regolamenti si mettono in pratica, quindi applicheremo le procedure previste». Le modiche comunque non entreranno subito m vigore fanno sapere da Palazzo San Giacomo perché non c’è stata ese cuzione immediata. Bisognerà attendere i tempi della pubblicazione: si tratta di 15 o al massimo 20 giorni. Intanto, il voto dell’aula di giovedì ha visto spacchettarsi ancora una volta la maggioranza di de Magistris, che non ne fa un dramma: «Sono atti sui quali è fisiologico che ci possa essere una divisione». Ha fatto discutere invece il voto contrario di Idv e Cd, che si schierano dalla parte dell’ex pm. Il segretario cittadino di Cd, Vincenzo Varriale, sottolinea: «Noi di Cd già nella riunione dei capigruppo avevamo dichiarato che avremmo votato in maniera contraria all’atto. Mentre una minoranza, nascondendosi dietro il nome della trasparenza di fatto, anche se indirettamente, ha sfiduciato il sindaco, che per legge e su mandato dei cittadini aveva il diritto dovere di indicare dei nomi ai vertid delle partecipate, assumendosene la responsabilità». La delibera votata dall’assemblea dovrebbe entrare in vigore entro 15 giorni o al massimo 20 L’efficacia De Magistris: «Serve equilibrio spesso si deve intervenire rapidamente» II primo cittadino Scelta giusta per il futuro, perché noi siamo stati sempre super-trasparenti II leader del centrodestra Basta con la prassi seguita fino ad oggi ora bisogna scegliere tra i curriculum Il Regolamento delle nomine di rappresentanti dei Comyne Apertura dei termini per le candidature a tutti i cittadini Dopo la chiamata i cittadini interessati possono partecipare inviando il proprio curriculum Entro 5 giorni dalla chiusura della il Comune dovrà pubblicare sul sito proprio sito istituzionale tutti i curriculum pervenuti Dalle candidature presso enti, aziende e società partecipate sono esclusi (oltre agli eletti in Consiglio comunale come già previsto) i cittadini non eletti, ma che hanno preso parte all’ultima tornata elettorale del Consiglio comunale sindaco è tenuto a scegliere la persona da nominare esclusivamente fra quelle inserite nell’elenco dei candidati cosi formato -tit_org- Nomine, ok del sindaco ai paletti «Ma attenti a troppa burocrazia»

Stadio e Vigili Urbani nel disinteresse delle Commissioni Consiliari

consiglio comunaleOggi (15.05.2014) sono, inoltre, intervenuto in Consiglio Comunale su un tema fondamentale per la democrazia che è quello della centralità dell’organo consiliare e del lavoro delle Commissioni permanenti, che nonostante la loro “natura permanente”, non si occupano di temi fondamentali della città come quello dello Stadio (con convenzione ormai scaduta e rischio di danno erariale) e quello dei Vigili Urbani. Ho, infatti, ricordato che nel programma elettorale, di cui ho letto un passo importante, il consiglio comunale lo si affermava come organo centrale dell’amministrazione contrastando, quindi, il concetto del cd. uomo solo al comando.

Il mio intervento al 02:22

Al Consiglio Comunale di Napoli si discute della riforma Renzi sui Segretari Comunali e Dirigenti Pubblici

gennaro consiglioOggi (15.05.2014) ho portato in Consiglio l’ODG sulla riforma renzi (clikka) che abolisce la figura del Segretario Comunale e precarizza i dirigenti pubblici  che è stato rinviato poiché non era compreso nel tema in discussione su parere del vicesegretario generale. Abbiamo, però, preso l’impegno di portarlo al prossimo consiglio comunale. Spero che lo mantengano. Ovviamente ho avuto una certa opposizione dei consiglieri del PD.

Questo il mio intervento sul tema al 51:59

vedi anche: la politica che uccide l’amministrazione (clikka)

Approvato il regolamento sulle nomine del Comune di Napoli

gennaro consiglioOggi (15.05.2014) il consiglio comunale – dopo un lunghissimo e ostacolato percorso – ha approvato la nostra proposta di regolamento per le nomine e designazioni negli organismi partecipati del comune. Si tratta di un grande risultato per la città e per la sua democrazia, non soltanto per il contenuto del regolamento, ma anche per il fatto che si tratta di una delle rare volte in cui viene adottato un provvedimento di grande rilevanza politico-amministrativa che scaturisce dalla volontà e dallo studio dei consiglieri comunali. Ciò restituisce, almeno in parte, dignità ed efficacia all’organismo consiliare, negli ultimi tempi particolarmente appannata.
Da oggi l’Amministrazione Comunale – il Sindaco in primis – non potrà più effettuare nomine nelle società, nelle fondazioni negli enti in maniera indiscriminata, com’è avvenuto finora, ma dovrà – responsabilmente e in maniera trasparente – motivare le proprie scelta sulla base di un raffronto tra curriculum che qualsiasi cittadino potrà inviare dopo la pubblicazione di un avviso pubblico.
Si tratta di una grande innovazione, culturale prima ancora che politica, che va nella direzione del funzionamento delle grandi città europee, quale Napoli è e si candida a diventare sempre di più in vista dell’istituzione della Città Metropolitana.
Come gruppo di Ricostruzione Democratica non possiamo che esprimere grande soddisfazione, avendo dimostrato ancora una volta che anche dall’opposizione la forza delle idee può diventare forza governante nell’interesse della collettività.

Per i particolari dell’atto vedi: la travagliata vicenda (clikka)

Il mio intervento all’1:07:02

 

Napoli più cara per la refezione scolastica

mensa-scolasticaIl Mattino del 13.05.2014 ha ripreso il post che ho scritto sulla refezione scolastica (clikka), mettendo all’ordine dell’opinione pubblica il tema, poi ripreso da altre testate, col risultato assolutamente positivo di far discutere di un argomento di assoluto interesse cittadino. Oggi, infatti, ho partecipato ad una commissione congiunta Scuola/Bilancio nella quale si è discusso, carte alla mano, proprio in ragione dell’attenzione che c’è stata da parte dei giornali che, come sempre ho sostenuto, hanno un grande ruolo e, quindi, una corrispondente grande responsabilità sociale.

Ho notato, però, una certa insofferenza alla divulgazione di tabelle ed ipotesi di aumento delle tariffe da me pubblicate che, a parere di qualcuno, erano esclusivamente ad uso interno. Io, invece, credo che, proprio quando si parla di questi temi, è bene che i cittadini sappiano quali siano i ragionamenti che si svolgono all’interno dell’amministrazione proprio perché si parla delle tasche dei contribuenti e delle famiglie. Ciò a prescindere dal risultato che potrebbe essere anche un aumento che però deve essere giustificato e reso trasparente agli occhi della pubblica opinione.

Ad ogni buon conto l’assessore palmieri ha affermato subito che non era sua intenzione aumentare le tariffe e che le schede che io ho postato sarebbero state una elaborazione autonoma dei servizi (?). Non saprei che dire, ad ogni buon conto almeno abbiamo incassato una presa di posizione chiara da parte del governo della città su un punto fondamentale: Le tariffe secondo l’amministrazione non aumenteranno! Vederemo e speriamo bene.

Ad ogni modo, come sempre, più ci si addentra nella questione e più si capisce di cosa stiamo parlando. Ebbene, i numeri di oggi mi hanno aperto un altro scenario perché ho capito che a noi la refezione scolastica ci costerebbe di più che alla ricca Milano. Uso il condizionale poiché i funzionari dei servizi, oggi presenti, non mi hanno saputo confermare un dato che per me era fondamentale e che è stato usato molto durante la discussione: Il costo medio del pasto che per il Comune di Napoli sarebbe di €. 4,74.

Ora voi direte sono pochi soldi, in realtà se consideriamo che i pasti sono circa 20 al mese e che ogni pasto viene fornito a circa 40.000 bambini, per nove mesi all’anno, il conto è presto fatto 4,74X20X40.000X9= 34.128.000 €.

Orbene il costo del pasto nella ricca Milano (clikka) è €. 4.23. Il che significa che a parità di condizioni applicando quest’ultimo prezzo il Comune di Napoli avrebbe pagato il servizio €. 30.456.000 anziché 34.128.000, con un risparmio di €. 3.672.000 all’anno che di questi tempi non sono bruscolini!

Ho considerato Milano perché come dimensioni è più vicina a noi, ma anche il Comune di Bassano Romano (clikka), di poche anime e pochi pasti, riesce a fare meglio di noi, spendendo €. 4,50 a pasto per soli 21.000 pasti all’anno, contro i nostri 40.000 al giorno! Ora se è una cosa che capisco di economia è che se compro all'”ingrosso” in così grandi quantità il prezzo deve scendere ed, invece, per il Comune di Napoli non è così il prezzo sale (sic!).

Ovviamente queste cose le ho dette all’assessore la quale mi ha risposto che a Milano si risparmierebbe perché a fare il servizio è la Milano Ristorazioni, società partecipata del Comune, rendendomi ovviamente facile la risposta che da noi in genere le partecipate ci forniscono servizi al di sopra dei prezzi di mercato, per i noti problemi di costi e di sprechi e che in questo caso l’argomento non era spendibile. Ad ogni modo non nascondo che la cosa mi fa un po’ rabbia e vorrei che Napoli non fosse sempre considerata la solita mucca da mungere perché alla fine il latte potrebbe pure finire.

p.s. ovviamente i costi dei pasti sono tutti oltre IVA.

I Vigili Urbani più impegnati a dirigere il Sindacato che il traffico

VVUUOgni tanto ripenso alle informazioni che sono emerse sui caschi bianchi napoletani che lasciano effettivamente basiti: circa 400 rappresentanti sindacali su un corpo che conta, circa 1900 addetti, di cui oltre 300 non idonei al servizio in strada, oltre mille ultracinquantenni e di questi oltre la metà ultrasessantenne. Abbondano poi i permessi studio e quelli della legge 104.

Questi i dati, che si commentano da soli, forniti da Ciro Esposito componente del triunvirato al vertice del comando dei caschi bianchi. Da cittadino, prima ancora che da consigliere comunale, credo che abbiamo trovato la risposta ad una delle domande che ci facciamo più spesso, quando siamo imbottigliati nel traffico, ovvero, quando incappiamo in comportamenti abusivi ed illeciti di ogni specie, dai venditori ai parcheggiatori abusivi, alla completa mancanza di controllo del territorio: Dove stanno i Vigili Urbani?

In effetti, un rappresentante sindacale ogni 4,7 vigili mi sembra un po’ troppo e forse sono così tanti perché i sindacati hanno strumentalizzato la funzione della rappresentanza sindacale assegnata non per “meriti ed impegno sindacale” ma per impedire i trasferimenti di loro colleghi, ovvero per opporsi al comando, cosicché ogni ordine non gradito dal Vigile Urbano, potesse essere trasformato in attività antisindacale. 

Ebbene, a Napoli abbiamo l’esempio eclatante per il quale lo stesso concetto di sindacato è andato in crisi ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti e non meraviglia che il Premier Renzi scriva direttamente ai lavoratori, non ritenendo il sindacato un interlocutore qualificato, facendo, quindi, del sindacato ciò che Grillo fa dei partiti con un danno di sistema i cui risultati negativi per la società sono sotto gli occhi di tutti e permarranno a lungo.

Siamo, infatti, distanti anni luce dal modello tedesco, dove il sindacato è nei CDA delle aziende. Ciò che mi fa ancora minimamente sperare, almeno per i Caschi Bianchi, è stato il fatto che la denuncia dell’uso distorto dei permessi sindacali è pervenuta da Emilio Pagano, egli stesso Vigile Urbano e sindacalista dei Caschi Bianchi napoletani, nonché le prime ancora timide reazioni di alcuni rappresentanti che si sono dimessi e di alcuni dirigenti sindacali che hanno essi stessi dichiarato di voler mettere mano riconoscendo, quindi, l’esistenza del problema.

Tra i lavoratori del Comune non Vigili Urbani registro, inoltre, un certo risentimento verso la categoria dei caschi bianchi comunali ritenuti per un certo versi privilegiati sia per la retribuzione sensibilmente più alta, sia per il loro forte potere contrattuale poiché una loro agitazione è in grado di mandare in tilt la città, anche se, a guardare bene, la città non è che dal punto di vista dell’ordine e del controllo non lo sia già in tilt!

Vedo però ancora una reazione timida da parte dell’Amministrazione che, invece, dovrebbe ora più che mai aprire un tavolo sindacale facendo ancora più luce sui dati che ormai è chiaro, i cittadini napoletani, non si possono più permettere né possono essere presi in giro, di modo che, i tanti Vigili Urbani che lavorano sodo e si impegnano, siano messi nella condizione di riscattare l’onore ferito.

Occorre, quindi, che si indichi inequivocabilmente un Comandante munito di tutti i necessari requisiti di legge e di merito senza indugiare in confuse assegnazioni di deleghe a consiglieri che si limitano a dirigere il traffico o spartizioni di capitani in concorso, che non fanno altro che confondere ancora di più le responsabilità, che mai come in un corpo di polizia devono essere assolutamente chiare ed inequivoche.

vedi anche: i furbetti del quartierino dei vigili urbani di Napoli (clikka)

Refezione Scolastica: In aumento il costo per i nostri bambini

mensa-scolasticaIl tema della tariffa per la refezione scolastica è molto sentito nel consiglio comunale ed apre scenari su un mondo nel quale ovviamente ognuno di noi vorrebbe che tutti i bambini indistintamente avessero accesso al pasto.

Chi ha i bimbi a scuola conosce già le attuali tariffe (clikka) che sono state il frutto di una mediazione avvenuta in questa consiliatura che ha visto già degli aumenti a causa della grave crisi nella quale versa il Comune di Napoli ormai nota a tutti.

Oggi ci risiamo di nuovo con i ritocchi alle tariffe, per le quali, occorre sapere che i pasti forniti dal Comune di Napoli ai bambini delle scuole materne ed elementari (queste ultime sempre meno attesa la progressiva riduzione del tempo scuola), sono circa 30.000 e l’appalto per la refezione scolastica ci costa circa venti milioni di euro all’anno, che gioco forza devono uscire dal bilancio comunale.

Orbene vi offro in anteprima le ipotesi di rimodulazione delle tariffe proposte dall’assessorato (clikka).

Sono sette ipotesi (dalla A alla G) sulle quali c’è stata anche una ulteriore proposta di tariffa unica con esenzione per le famiglie che non ce la fanno.

Io sarei per una progressione e per fare in modo che non si mortifichino coloro con redditi bassi anche se a questo mio sentire c’è chi si oppone ritenendo assolutamente alta, come al solito, il tasso di evasione. Voi che ne pensate? quale tariffa vi sembra più adatta al tessuto sociale nel quale viviamo?

Avete sette possibilità di scelta con una ottava che è, come dicevo, la tariffa unica. I Vostri suggerimenti ovviamente sono sempre graditi visto che poi mi dovrò assumere la responsabilità di votare. Grazie.

Oggi il caso su Il Mattino del 13.05.2014

Gli Ultrà della Roma: La vergogna del Calcio!

Ultrà RomaI gravi fatti della Coppa Italia giocata a Roma del 3 maggio scorso hanno fatto si che si gettassero tonnellate di fango su Napoli ed i Napoletani.

Sono il primo ad essere critico sulla mia città perché sono ostinatamente convinto che debba migliorare, ma ciò che mi ha colpito molto è stata la iniziale mancanza di solidarietà verso Ciro Esposito attinto da uno dei tanti colpi di pistola sparati da Daniele De Santis, romanista/nazifascista (per quello che si è scoperto dopo), che gli ha lesionato la colonna vertebrale e che ancora oggi lotta tra la vita e la morte. Sappiamo tutti come si sono svolti i fatti nel campo e della pessima figura che abbiamo fatto tutti, sia come cittadini che come istituzioni.

La reazione postuma dell’istituzione è stata quella di alfano che ha preteso il DASPO per cinque anni per “Genny a Carogna” di cui ormai si conosce tutto, mentre i giudici sportivi, invece, hanno squalificato il San Paolo per due turni punendo, quindi, la tifoseria napoletana. Atti che a valutarli rappresentano una reazione scomposta di uno Stato incapace di assicurare l’ordine pubblico ai propri cittadini.

Un messaggio assolutamente distorto per un calcio che muove miliardi di euro e che è facile pensare che comanda le istituzioni. Alla tifoseria romana, infatti, non è stato torto un capello anche se è evidente che il comportamento degli ultrà romanisti è vieppiù grave poiché, nonostante non fossero coinvolti in alcuna competizione, hanno atteso i napoletani nei pressi dell’Olimpico per scagliarsi contro di loro con una violenza inaudita. Pura violenza non supportata neppure da una competizione!

Che, invece, fosse necessaria una reazione dura contro gli ultrà romani, per me, non c’era dubbio tanto che oggi (11.05.2014) alla partita con la Juve questi animali, che nulla hanno a che fare con lo sport, hanno inneggiato con cori razzisti (il solito vesuvio lavali col fuoco) mostrando anche una scritta “forza daniele” manifestando quindi solidarietà alla carogna (quella vera!!) che è stata il carnefice di Ciro Esposito.

Con rammarico devo constatare che una lezione l’abbiamo avuta  ancora una volta dai tedeschi, dove i tifosi del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund durante la partita hanno mostrato uno striscione con su scritto “Ciro Non Mollare Mai” scritta che avrei voluto vedere oggi sugli spalti degli Ultrà Romani.  Ora voglio vedere se il ministro alfano avrà il senso istituzionale di dare il DASPO a vita (volendo essere proporzionati) agli ultrà della roma e se i giornali riserveranno a roma ed ai romani ciò che hanno riservato a Napoli ed ai Napoletani!

Vedi anche: Coppa Italia il Papa incontra il Napoli e la Fiorentina (clikka)

I furbetti del quartierino dei Vigili Urbani di Napoli

VVUUA Napoli è diffuso il bisogno di ordine e di controllo iniziando dai parcheggiatori abusivi per finire ai venditori abusivi di ogni cosa, passando dalle continue violazione di ogni sorta di segnale stradale. L’argomento dei Vigili Urbani ricorre spesso nelle discussioni tra i cittadini Napoletani piantati nel traffico e che spesso si chiedono dove siano.

Che il male venga da lontano lo dimostra la nota scena del film “Così Parlò Bellavista” del 1984 con vigili intenti a prendere il caffè mentre fuori c’era un traffico infernale.

Oggi (07.05.2014) il Mattino di Napoli in un articolo che vi incollo in calce, prova a dare una spiegazione snocciolando dati allarmanti a facendo capire che dei circa 2000 caschi bianchi in servizio circa 400, sono rappresentanti sindacali e che di questi 400 c’è una sensibile percentuale che utilizza i permessi sindacali nei giorni festivi o prefestivi lasciando intendere, ovviamente, che sono permessi fasulli per non andare a lavorare prendendo lo stesso lo stipendio.

Questi dati ci sono stati forniti dal Colonnello Ciro Esposito che compone il triunvirato a capo dei Vigili con Carriola e Maida. Triunvirato che, a quanto pare, sta sconquassando l’ordine e la gerarchia all’interno del corpo, essendo incerta la linea di comando. Ebbene, anche in questo caso l’Amministrazione ha avuto l’abilità di mettersi contro tutti i sindacati.

Il dato che mi fa ancora sperare è legato al fatto, passato sotto tono, che la questione permessi sindacali è scaturita, non dagli organi di controllo dell’amministrazione né dal consigliere “cosiddetto delegato” (impegnato a farsi fotografare mentre dirige il traffico e denuncia i sindacalisti) ma proprio da un Vigile Urbano rappresentante sindacale, Emilio Pagano, che ha avuto il coraggio di chiedere conto e ragione, anticipando ancora una volta l’amministrazione, dei permessi sindacali concessi in giornate festive e prefestive, scatenando quello che poi è accaduto. Nasce spontanea la domanda come mai in tre anni questa cosa l’amministrazione non l’abbia fatta emergere prima.

Il tema, in sostanza, è sempre lo stesso i comportamenti scorretti vanno immediatamente repressi coinvolgendo nel processo innanzitutto i lavoratori che per primi condannano questi comportamenti nonché le stesse organizzazioni sindacali che devono essere sfidate proprio sul campo del rispetto delle regole.

In tutto questo lo stesso Emilio Pagano che, come detto, ha avuto il merito di aver sollevato la questione, ha anche chiesto, come organizzazione sindacale, al Prefetto di Napoli, il commissariamento del Corpo, avendo ravvisato gravi  irregolarità nella assegnazione degli incarichi di vertice e nella trasformazione dei Vigili Urbani da corpo autonomo con funzioni mista, comunali e statali, in Servizio.

E’ chiaro che occorre andarci con i piedi di piombo iniziando dalla valorizzazione dei tanti caschi bianchi che vogliono lavorare ed essere soddisfatti del loro lavoro, facendo tesoro della cultura del buon esempio da seguire, per sconfiggere quella odiosa, diffusa e dannosa opinione secondo cui chi ruba lo stipendio è un furbo e gli altri che lavorano sono fessi. Forse la prima cosa da fare sarebbe quella di contare quanti sono i furbi …

Vedi anche: caos cittadino chi comanda i vigili urbani (clikka)

Riporto la rettifica richiesta all’articolo de Il mattino sotto incollato da parte del Sig. Daniele Minichini  Vigile Urbano e RSU:

“Il caso «Privilegiato? Sfido a vivere i miei drammi» Daniele Minichini, rappresentante del Lipol,è uno dei nominativi inseriti dal comando dei vigili nell’utilizzo distorto dei permessi sindacali. Minichini però precisa come stanno le cose:«Leggendo l’articolo sui permessi sindacali e sui privilegi viene citato il mio nome non per i citati permessi ma perché nel 2012 e nel 2013 avrei usufruito di legge 104 nei giorni festivi: tutto questo dando la chiara impressione che io abusi di tale normativa.Ma se avere la legge 104 per un figlio autistico grave o essere idoneo con limitazione a seguito di due infortuni gravi è un privilegio,non mi resta che augurare lo stesso a chi la pensa così. Nella guerra tra P.a. e furbetti c’è chi non si è preso la briga di accertare sui singoli casi la realtà».

Aggiornamento del Mattino del 09.05. sui vigili urbani (clikka)

Da il Mattino di Napoli del 08.05.2014 Luigi Roano

Il dossier Giorni liberi anche domeniche e festivi Il Comune, gli abusi

Permessi sindacali ecco i vigili privilegiati

Nel 2012/2013 e nel primo trimestre del 2014 i soli rappresentanti sindacali della Polizia municipale, ben 392, hanno usufruito di permessi retribuiti per 18mila e cinque ore pari a circa 300Mila euro versati dai contribuenti. La grandissima parte di queste ore sono state consumate nelle domeniche, nei festivi e prefestivi, persino a Natale e Capodanno sguarnendo i servizi essenziali. Ciro Esposito, il dirigente operativo dei vigili urbani, ha inviato al direttore generale, al sindaco Luigi de Magistris, al consigliere delegato Carmine Sgambati e all’ufficio prerogative sindacali un dossier, nel quale risponde alla richiesta di approfondimenti sull’uso dei permessi retribuiti già oggetto d’inchiesta della Procura. Nel dossier del Comando nomi e casi di assenze reiterate: servizi sguarniti e costi fuori controllo. Quando la città di domenica e nei giorni festa è travolta dal traffico e si da’ addosso ai vigili urbani – gli incolpevoli che lavorano – bisogna tener conto di un dato. Nel 2012/2013 e nel primo trimestre del 2014 i soli rappresentanti sindacali della Polizia municipale, ben 392, hanno usufruito di permessi retribuiti per 18mila e cinque ore pari a circa 300Mila euro versati dai contribuenti. Cosa significa? La grandissima parte di queste ore sono state consumate nelle domeniche, nei giorni festivi e prefestivi, persino a Natale e Capodanno sguarnendo i servizi essenziali con quasi 400 unità in meno. La battaglia del premier Matteo Renzi per riformare la pubblica amministrazione – con esplicito riferimento all’abbattimento dei permessi sindacali – potrebbe avere in Napoli il caso più paradigmatico. Ciro Esposito, il dirigente operativo dei vigili urbani, ha inviato al direttore generale, al sindaco Luigi de Magistris, al consigliere delegato Carmine Sgambati e all’ufficio delle prerogative sindacali un dossier, nel quale si risponde alla richiesta di approfondimenti sull’uso dei permessi retribuiti già oggetto di una inchiesta della Procura. Con nomi e cognomi venuti fuori da uno screening che evidenzia «l’uso distorto dei permessi sindacali». Analisi confortata da un esposto-denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti fatto proprio da un sindacalista – Emilio Pagano, un Rsu – che il 24 aprile ha spedito l’esposto e contestualmente una diffida all’ufficio Prerogative sindacali dove scrive che «constatato che le normative vigenti non attribuiscono al singolo componente Rsu la possibilità di richiesta di fruizione di permessi retribuiti, diffida ad avallare simili richieste». Esposito è molto puntuale: «Criticità strutturali che, di fatto, pregiudicano il servizio che la Polizia municipale eroga alla collettività, con particolare riferimento alle giornate prefestive e festive» si legge nel dossier. Quali sono le criticità? «La forte concentrazione di esenzione dai servizi festivi e notturni del personale titolare di legge 104, ad oggi parliamo di 242 operatori, o di permessi studi, altri 111 dipendenti, indde fortemente sulle già ridotte risorse umane del Corpo in gran parte costituito da ultracinquantenni, ben 763, di cui 547 già ultrasessantenni. Senza dimenticare poi la questione del personale inidoneo ai servizi di front line di viabilità in maniera totale o parziale, 310 dipendenti idonei solo ai servizi intemi e 283 parzialmente idonei». E veniamo alla questione dei sindacalisti e dei permessi: «Nel Corpo sono ben 392 i componenti eletti nei direttivi sindacali, nelle strutture aziendali, semplicemente nominati tali dai sindacati e le Rsu, ed ogni qualvolta risulti necessario un loro trasferimento presso una unità operativa diversa da dove prestano servizio per rinforzare alcuni Reparti a fronte di esigenze operative, occorre avere il nulla osta dai sindacati di appartenenza». Esposito rivela un altro aspetto della questione: «Spesso vengono registrate dichiarazioni sconcertanti secondo le quali gli stessi dirigenti sindacali evidenziano che il ricorso a tale pratica ha proprio la motivazione di evitare la mobilità presso altri Reparti. Infatti, ove il trasferimento non è gradito al dipendente interessato il nulla osta non arriva ed anzi i sindacati ricorrono al giudice per comportamento antisindacale». Insomma il comando ostaggio dei sindacati. Veniamo ai nomi citati nel dossier da Esposito: «Tra i 9 distaccati part time al 50% del Servizio Autonomo di Polizia Locale, si segnalano alcuni casi emblematici di utilizzo delle giornate di distacco in periodi festivi e prefestivi: Agostino Anselmi (Cisl) nel 2012: mai lavorato il sabato, le domeniche ed i festivi infrasettimanali; nel 2013 lavorati solo 3 sabato; mai lavorato domeniche e festivi infrasettimanali e ha usufruito di permessi nell’agosto per le giornate del 12/13/14el7eadicembre per le giornate del 23/24/27/31. Nel 2014 ha lavorato un sabato e mai nelle domeniche e nei festivi infrasettimanali e ha usufruito di permessi per il 1 /2/3/4 gennaio». La lista dei nomi comprende Giovanni Bonora (Diecap) che «nel 2012 non ha lavorato il giovedì, venerdì e sabato così come nel 2013 e nel primo trimestre del 2014». Michele Bossa (Csa) nei tre anni in questione non è mai stato m servizio perché ha utilizzato i permessi di sabato, domenica, prefestivi e festivo infrasettimanale». E ancora: «Antonio Micillo (Uil) per tutti e tre gli anni è stato in libertà sindacale per i festivi infrasettimanali. Simona Orefice (Cisl) nel 2012 ha usufruito di libertà sindacale per 2 festivi e 3 sabato; nel 2013 per 4 sabato e 5 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale; anno 2014 permessi per 7 sabato e 2 festivi». Senza dimenticare la vicenda di Francesco Gragnano (Cgil) che non ha mai lavorato. «Quanto sopra – si legge nel dossier – nella considerazione che tale vincolo su permessi interamente a carico dell’Ente rende necessario assicurare trasparenza poiché potrebbe anche evidenziarsi un danno legato al costo della mancata erogazione della giornata di lavoro». Non è finita qui. «Tra i 392 delegati, dirigenti ed Rsu ve ne sono una parte che in maniera ripetuta cumulano le varie tipologie di permessi, quelli per la carica Rsu e quelli richiesti dalle varie organizzazioni in quanto anche delegati sindacali che li tiene lontani dal lavoro in maniera sistematica con particolare riferimento a giornate festive». Esposito mette anche qui nomi e sigle e si tratta di 7 casi: «Umberto Cacace (Cisl) che nel 2012 ha lavorato solo 4 domeniche a 3 ore. Non risultano prestazioni erogate in festivi infrasettimanali. Gran parte dei sabato ha usufruito di per- messi sindacali a tré ore; nel 2013 lavorato solo 2 domeniche a 3 ore. Ha usufruito permessi a dicembre per le giornate del 24 e del 31; Dario Dell’Aquila (Cisl) nel 2012 non ha lavorato nessun festivo, nel 2013 una sola domenica e ha usufruito permessi a dicembre per il 31; nel 2014 permessi sindacali a 2 o tré ore sabato e domeniche comprese. Carlo Giordano (Cgil) nel 2012 è stato in distacco per 2 sabato e 2 domeniche; 2013 per 5 sabato e 1 domenica nell’anno in corso per 4 sabato. Daniele Guerriero (Uil) nei tré anni permessi per alcuni sabato, domenica e festivo infrasettimanale». Si arriva così a «Daniele Minichini (Lipol) che nel 2012 non ha usufruito di permessi ma di domenica ha messo in campo il beneficio della 104 così come nel 2013 e 2014. Pietro Piscopo (Cisl) che nel 2012 ha usufruito di 70 libertà sindacali per 23 sabato e 4 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale, nel 2013 di 54 libertà sindacali per 16 sabato e 5 domeniche ed 1 festivo infrasettimanale; nell’anno in corso di 33 libertà sindacali per 12 sabato e 2 domeniche». Chiude la lista «Antonio Zuppieri (Cgil) che nel 2012 ha usufruito di 30 giorni di libertà sindacale per 4 festivi; nel 2013 di 13 giorni di libertà sindacale per 1 sabato e 1 domeniche e nel 2014 di 35 libertà sindacale, mai di sabato o di domenica». Dati che parlano da soli e che pretendono una risposta a un interrogativo: perché l’attività sindacale si concentra il sabato, la domenica e nei giorni di festa?

La politica che uccide l’amministrazione

controlliLa mia esperienza come consigliere comunale di Napoli mi porta a dire che la politica che stiamo vivendo è assolutamente pervasiva e spesso invade campi che non dovrebbe invadere, come quello riservato alla valutazione della legittimità dell’azione amministrativa nonché ai principi di imparzialità, indipendenza e buon andamento della pubblica amministrazione, campo che negli enti locali è appannaggio e garanzia per i cittadini, dei Dirigenti e dei Segretari Comunali nonostante le ultime riforme che ne hanno indebolito l’autonomia.

Oggi la burocrazia per come è congeniata ha due velocità, da una parte assolutamente supina alla politica, dall’altra assolutamente incomprensibile per il cittadino che ne rimane schiacciato.

Per mia diretta esperienza ci troviamo sempre più davanti ad una classe politica squalificata, che non conosce i principi costituzionali, se non per sentito dire, né i principi cardine di ogni azione amministrativa. Ebbene, in questo stato di cose il politico spesso è preda, spesso è protagonista, di vere e proprie azioni scellerate che risentono in minima parte del controllo della burocrazia che, negli enti locali si articola come detto nei dirigenti e nella figura del Segretario Comunale i cui controlli si sono via via assottigliati attraverso il sistema della chiamata dei Segretari comunali ed attraverso il sistema dei cd. Dirigenti a contratto, quindi, asserviti al Sindaco, Presidente di Regione etc etc.

A fronte di questo stato di cose il cambiare verso dell’attuale governo, posso dire che è assolutamente inconcepibile poiché va verso la eliminazione dei minimi controlli e verso la “schiavizzazione della burocrazia” alla politica. In sostanza al n. 13 del programma di Renzi nella lettera ai dipendenti pubblici (clikka) si prevede espressamente l’abolizione della figura del Segretario Comunale nonché una riforma radicale della dirigenza pubblica che va verso la precarizzazione di tutti i dirigenti, di modo che un dirigente dopo aver vinto un concorso pubblico resta in attesa di essere chiamato ed una volta chiamato, per restare, è chiaro che sarà disposto a fare qualunque cosa per ingraziarsi il politico di turno fino a chiudere tutti e due gli occhi.

A comandare sarà solo ed esclusivamente la politica, il Sindaco, il Presidente di Regione, il Presidente del Consiglio etc etc. La riforma della dirigenza è ampiamente spiegata in un articolo del Dott. Oliveri di cui consiglio la lettura (clikka).

Per farvi comprendere vi posso dire che io stesso nell’ambito della mia azione di indirizzo e controllo riservatami della legge, per capire come stanno veramente le cose, prima di leggere una delibera mi leggo il parere del Segretario Comunale e poi quello dei Dirigenti dei Servizi, al fine di evitare di incorrere in responsabilità e spesso trovo che i rilievi critici che riscontro contribuiscono a formare il mio convincimento.

Nella mia esperienza, infatti, posso fare tanti esempi tra cui quello dell’inconcepibile acquisto di Piazza Garibaldi (clikka), quello della delibera di racapitalizzazione di Bagnoli futura (clikka), ma anche tutta l’azione che ho portato avanti sul sullo stadio e sulla debitoria del calcio napoli verso il comune (clikka).

Ora per chiarire ai cittadini l’azione del governo del cambiare verso non è volta ad eliminare la burocrazia, ma solo ad eliminare i controlli sull’azione amministrativa spesso portata avanti da gente che non ha neppure le nozioni della scuola dell’obbligo, altrimenti non ci spiegheremmo i tanti interventi della Corte dei Conti! Spero che la politica abbia un ripensamento e non farà corpo per avere le mani libere … di metterle nelle nostre tasche ….

Caos Cittadino chi comanda i Vigili Urbani

10300691_10203511656262350_2707717537176159862_nUna delle cose che mi chiedono più spesso i cittadini è dove stanno i Vigili Urbani? A questa domanda cerco sempre di dare qualche risposta dando dei numeri. Gli ultimi apparsi sulle pagine dei giornali: circa 2.000 caschi bianchi e di questi circa 400 rappresentanti sindacali. Tal volta mi sento pure in colpa e condivido un senso di rassegnazione poiché effettivamente non si riesce a tenere sotto controllo il territorio cittadino.

Ci sono quartieri centrali abbandonati a loro stessi piazze e strade principali gestite dalla camorra, addirittura intorno al palazzo del consiglio ci sono parcheggiatori abusivi. Si dalla CAMORRA perché non saprei come chiamare quelli che ti chiedono dei soldi per parcheggiare e che se provi a fare quello che fanno loro ti menano pure. Il paradosso è poi nel pieno centro storico dove nonostante un servizio delle Iene (clikka) del 2011 ci sono parcheggiatori abusivi che si fanno pagare il pizzo di 100 €. al mese dai cittadini residenti per parcheggiare. A dire il vero in quest’ultimo caso credo che anche quei cittadini debbano essere considerati complici perché si riservano il posto per la macchina a discapito dei loro concittadini che si rifiutano di pagare il pizzo. Oltre ai parcheggiatori abusivi, che sono dappertutto, ci sono anche quelli che vendono qualunque cosa e pure questi sono della camorra. L’ultimo evento è stato il COMICON (dall’1 al 4 maggio) alla mostra d’oltre mare. Ebbene, ci sono andato il 1 maggio e c’erano venditori di crepes ed hot dog a 3 €. e quelli che vendevano le bibite ad 1 €. Tutto davanti agli occhi di tutti e neppure un vigile, una guardia di finanza, un carabiniere, un poliziotto o un militare dell’esercito o dell’aeronautica. Ho pensato che se arrivassi io con un mio carrettino di bibite o crepes mi avrebbero per lo meno gambizzato, visto che i cassetti dei carretti di questi abusivi erano pienissimi di banconote traboccanti.

Non posso dire che c’erano perché non c’erano le forze dell’ordine perché allo stadio ad ogni partita ci sono le forze dell’ordine in tenuta antisommossa ma assolutamente tolleranti verso gli abusivi di ogni genere.  Molti a questa mia constatazione con tono di compatimento mi dicono ma che cosa dovrebbero fare queste povere anime senza pensare che questi occupano il territorio in modo camorristico poiché non consentono a nessun altro di fare la loro stessa cosa!

Di fronte a tutto questo cosa fare? Abbiamo lo stesso numero di vigili che ha Torino (che ha il nostro stesso numero di abitanti) ma un tasso camorristico rispetto a Torino assolutamente sproporzionato ed una cittadinanza piegata su se stessa rassegnata.

Inoltre, abbiamo un sorta di triunvirato nei VV.UU. ,non si capisce bene chi comanda, non abbiamo un assessore, ma in compenso abbiamo un consigliere comunale che si è fatto dare una sorta di delega (assolutamente illegittima in quanto sconosciuta al TUEL)  dal Sindaco che non sa fare meglio che litigare con i sindacalisti dei caschi bianchi e farsi fotografare mentre dirige il traffico, non capisco con quali poteri e con quale aspirazione. In questa condizione non c’è altra soluzione, fare corpo con i tanti Caschi bianchi che conosco e si sentono abbandonati non valorizzati e che non aspettano altro che avere una guida affidabile ed un vertice politico che sappia distinguere quali sono le mele marce e quali no e sappia risolvere prima i nodi amministrativi, che spesso generano disastri ed approfittamento di gente senza scrupoli che purtroppo è presente anche tra i Caschi Bianchi come in tutte le altre categorie. Credo sia capitato a tutti sentirsi riferire una lamentala da qualche commerciante vessato dal vigile bullo di turno.

vedi pure: i napoletani e l’ordine costituito (clikka)

Di seguito due articoli apparsi oggi sui giornali cittadini sul COMICON e sui VV.UU

Da Il MATTINO NAPOLI del 03-05-2014 – Autore: CERBONE DAVIDE

L’evento Comicon, tra zombie e manga trionfano bagarini e abusivi.

Comicon, tra zombie e manga trionfano bagarini e abusivi Davide Gerbone Ancor più delle file ai botteghini, più dei ragazzi travestiti da fumetti che anche sotto la pioggia riempiono piazzale Tecchio, più dei numeri, i testimoni di un successo, sotto il Vesuvio, sono bagarini e parcheggiatori abusivi. Che sia una partita, un concerto o una fiera, ogni evento che si rispetti se li porta m dote, come un indotto accessorio che ne misura con corrispondenza scientifica il peso, l’importanza. Così, neanche per Ï boom di Comicon i professionisti dell’espediente si sono fatti trovare impreparati. E già dalle prime ore del primo maggio (nel giorno di apertura la XVI edizione ha registrato ben 20mila visitatori, tra i quali anche il sindaco de Magistris), hanno preso servizio alla Mostra per proporre biglietti contraffatti o acquistati ordine con carte donate. Alberto, che ha 44 anni ed è venuto da Milano, ne ha contati una ventina. «Stavano lì come avvoltoi, impossibile non vederli. E con una sola cassa aperta, la tentazione c’era», ammette. Del resto, gli stessi organizzatori dell’happening delfùmetto e del videogioco avevano lanciato l’allarme, raccomandandosi di fare attenzione ai venditori non autorizzati. I biglietti acquistati con carte dona te (la segnalazione è partita dal portale Boxol.it) sono stati annullati e con la vendita online chiusa il botteghino si è ritrovato sotto assedio. Pure Lorenzo, che viene da Firenze ed è in fila allo stand della Bonelli, conferma: «Certo, era una bella comodità: in pochi minuti avevi il biglietto ed entravi. Ma noi abbiamo preferito la via regolare», chiarisce. Senza trattenere, però, il disappunto sui trasporti: «Pervenire coi mezzi dalla stazione alla Mostra ci abbiamo messo tré ore. E per entrare un’altra ora abbondante. È inammissibile», racconta. Lì fuori, nel piazzale pieno di musica, di ragazzi e di chioschi con bibite e panini, tre sbarbatelli pianificano un’entrata da portoghesi. Impresa ardua, poiché da quest’anno è previsto l’obbligo di indossare il braccialetto colorato che viene dato all’ingresso e di conservare il biglietto. Una regola ferrea per la quale ha fatto le spese pure Enrico, distinto cinquantenne venuto da Torino. «Avendo il polso sottile, ho perso il braccialetto e mi hanno ritirato il biglietto. Ma le pare che faccio nulle chilometri per sentirmi dare del ladro?», domanda stizzito. E mentre dentro la Mostra impazza il carnevale dei “cosplay”, una ridda di adolescenti travestiti elfi, zombie, lottatori e principesse prelevati di peso da manga, anime e videogames, su viale Kennedy si da da fare una squadra di parcheggiatori abusivi. «Oggi ce ne sono di meno, ieri ce n’erano a frotte», dice Davide, che ha deciso di spendere qui il suo ponte del primo maggio. Anche i parcheggi autorizzati, però, fanno i loro bravi affari. «Ho pagato otto euro per un motorino», dice Andrea, e non pagano neanche le tasse.

REPUBBLICA NAPOLI del 03-05-2014 – Autore: GEMMA ALESSIO

L’AGITAZIONE IL RETROSCENA

QUASI 400 vigili urbani hanno stracciato la tessera del loro sindacato di appartenenza: la Cgil. Un terremoto nel corpo della polizia municipale dove gli agenti sono circa 2000 e oltre 800 erano gli iscritti alla maggiore confederazione sindacale italiana. All’origine dello scontro c’è la linea da tenere nei confronti dell’amministrazione de Magistris. Ieri la Cgil insieme ad altre 4 sigle tra cui usi e Uil ha annunciato lo stato di agitazione. Ciò vuol dire che nel mese di maggio i caschi bianchi, a turno, invece di scendere in strada, si riuniranno in assemblea. A via Torino, sede del sindacato “rosso”, non nascondono l’emorragia di consenso m Comune. E pare che la diaspora iniziata tra i vigili urbani possa prendere piede anche tra i dipendenti amministrativi. Erano 1800 sul totale di 9 mila gli appartenenti alla Cgil a Palazzo San Giacomo: si riducono a 1400. “Ora cambieranno gli assetti. Non siamo la stampella del sindaco”, spiega il segretario della funzione pubblica Salvatore Massimo. La miccia è scattata quando da via Torino si è deciso di togliere il distacco sindacale al coordinatore della polizia municipale Luciano Addeo. Che non ci ha pensato due volte e si è dimesso. Da allora e fino al 30 aprile una valanga di disdette. “Questi iscritti – spiega Massimo -hanno un rapporto più accomodante nei confronti di questa giunta, mentre alla Cgil abbiamo una visione più critica. C’erano divergenze sulle azioni da portare avanti per rendere il comando dei vigili più efficiente. Il corpo è allo sbando, nei giorni di Pasquetta e del 25 aprile la città era paralizzata. La triade che dirige la polizia municipale non è all’altezza. Chiediamo da mesi un confronto sull’organizzazione del corpo, ma l’amministrazione non ci ascolta”. Trasferimenti, straordinari, carenza di divise, turni di lavoro: queste le dolenti note che hanno costretto ora tutte le sigle sindacali a proclamare l’agitazione con richiesta di intervento al prefetto. Proprio la scelta della Cgil di unirsi alle proteste degli altri sindacati ha fatto storcere il naso ai 400 in fuga da via Torino. Che non hanno apprezzato a gennaio scorso il ricorso promosso dalla Cgil contro il Comune per garantire le promozioni ai dipendenti interni a svantaggio dei 235 assunti a fine 2013 tra gli idonei all’ultimo concorso: 100 di quei 235 sono entrati nei vigili. «La funzione pubblica della Cgil – attacca Addeo – ha ormai una gestione padronale. Si è passati dalla lettera di due mesi fa in cui il segretario si rivolgeva al sindaco con un “Caro Luigi…” e chiedeva di conoscere ßç anticipo le nomine dirigenziali alla decisione ultima di indire assemblee pubbliche definendo l’amministrazione truffaldina. Cosa è in cambiato in due mesi? In Cgil tutti fanno come le tré scimmiette».

Coppa Italia: Papa Francesco incontra il Napoli e la Fiorentina

FotoPapaFrancescoDeLaurentiisOggi (02.04.2014) Papa Francesco ha incontrato le squadre del Napoli e della Fiorentina che domani si misureranno per la conquista della Coppa Italia. Ho ascoltato il breve intervento del Papa al telegiornale e devo dire che mi ha colpito il suo pensiero. Non so come spiegare, ma quando parla questo Papa si ha la netta percezione che parli l’uomo non la figura che egli rappresenta.

Probabilmente anche i calciatori e gli staff tecnici si sarebbero meritati una bella messa alle sei del mattino, come accaduto con i politici italiani, ma il riferimento alla responsabilità ed alla cultura dell’esempio mi è piaciuto molto.

Il Papa in sostanza ha paternamente ammonito i presenti affermando che loro, i calciatori, i tecnici ed i patron, in quanto, famosi devono essere di esempio per le tantissime persone che li seguono e, pertanto, hanno una grande responsabilità non potendosi permettere il lusso di sbagliare molto. Tutto il contrario di ciò che, invece, i più pensano: loro sono ricchi e famosi e si possono permettere di fare ciò che vogliono.

Credo sia la prima volta che un Papa ha un approccio del genere con il mondo dello sport che conta e che trova il modo e la forza per sottolineare un messaggio che io ho metabolizzato in tanti anni di sport agonistico guardando sempre con rispetto e cercando di imitare i campioni che mi precedevano nella mia disciplina sportiva.

In questi tre anni di consiliatura al Comune di Napoli ho, infatti, cercato in tutti i modi ed in ogni occasione di far comprendere il grande ruolo che ha, nella formazione del cittadino, lo sport agonistico, ricevendo una grande vicinanza delle tante realtà sportive che hanno variamente partecipato a riunioni e commissione e registrando, invece, la quasi totale indifferenza della politica ad un tema così importante.

Chissà cosa avrà pensato il Patron del Napoli circa la cultura dell’esempio. Ovviamente il riferimento non è casuale, della serie se i tanti tifosi seguissero l’esempio di De Laurentiis, è capace che non pagherebbero un euro di tasse visto cosa ci è voluto per fargli pagare e neppure integralmente l’uso dello stadio (pare, infatti, che manchi all’appello ancora qualche milioncino di euro) ed in effetti mi pare che ad entrate tributarie non è che se la passi bene il Comune avendo accumulato oltre 800 milioni di euro di crediti non incassati.

Oggi posso dire che il Papa con le sue parole mi ha ripagato dandomi speranza.

Sabato 3 Maggio, 2014 CORRIERE DEL MEZZOGIORNO –
Papa Francesco agli azzurri «Siate modello per i giovani» Napoli e Fiorentina: una giornata particolare col Pontefice De Laurentiis gli dona la maglia numero 1, Rafa un pallone DALLA NOSTRA INVIATA
ROMA – Papa Francesco da ragazzino andava allo stadio. E’ argentino e ha sempre fatto il tifo per il San Lorenzo, la squadra che aveva lanciato il Pocho Lavezzi. Stasera non sarà certo in tribuna all’Olimpico ma ha dedicato nella mattinata di ieri una breve udienza alle due squadre che si sfideranno per la coppa Italia, accompagnate dal presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta.
Alle 12.17 nella sala del Concistoro, al secondo piano del palazzo Apostolico, Papa Francesco ha sorriso, ha regalato emozioni alle delegazioni di Napoli e Fiorentina, ha stretto la mano ai presidenti Aurelio de Laurentiis e Andrea della Valle. Ha donato un Rosario a tutti i calciatori ai quali ha chiesto addirittura di non inginocchiarsi. E con la stessa umiltà ha ringraziato i due club per la visita, sottolineando il ruolo sociale che ha il calcio, soprattutto in Italia e in Argentina.
Un’atmosfera di grande familiarità, nonostante l’austerità e la sacralità della sede, il Pontefice ha stabilito immediatamente una sintonia con i ragazzi, forse anche affinché le sue parole toccassero le corde giuste e non sortissero l’effetto di una paternale fine a se stessa. Forte e chiaro è stato infatti l’appello rivolto sia ai club che ai calciatori: restituite dignità sportiva agli eventi. Rivolgendosi ai protagonisti del campo: «Avete una grande responsabilità, il calcio deve recuperare la dimensione della festa. Ricordo quando con la mia famiglia, da bambino, andavo a vedere le partite. I momenti di gioia, di fratellanza delle tifoserie. Oggi questo sport è per lo più business, si muove in un grande giro di affari. Ma il fattore economico non deve prevalere su quello sportivo, si rischia di inquinare tutto».
Un richiamo al senso di responsabilità di chi va in campo ed è seguito da milioni di fan.
«Ragazzi, siete al centro dell’attenzione. I vostri comportamenti hanno una grande risonanza, nel bene e nel male. Dovete dare voi l’esempio a tutti i vostri ammiratori, giovani e meno giovani. Lo sport ha una valenza educativa per la crescita personale e sociale. Per i principi di lealtà e rispetto».
Il sorriso di Papa Francesco ha emozionato i presenti, gli auguri per la sfida di stasera hanno creato un clima di grande rispetto, di assoluta complicità tra i due club avversari. Sul campo sarà poi una battaglia vera per la conquista di un trofeo importante, ma in Vaticano è stata una benedizione suggestiva e molto partecipata. Le due squadre quasi al completo, per il Napoli non erano presenti i giocatori di religione musulmana Inler, Behrami, Dzemaili e Ghoulam. De Laurentiis ha donato al Santo Padre un maglia azzurra ricamata con lo stemma pontificio con la scritta Francesco 1, firmata da tutti i calciatori e sistemata in una teca in legno realizzata a mano.
La squadra ha poi consegnato al Papa un pallone con tutte le firme. «Papa Francesco è il portiere delle anime», ha detto il presidente De Laurentiis. «Sia noi che la Fiorentina gli abbiano regalato la maglia numero uno. La sfida contro il mio amico e socio Della Valle sarà molto combattuta. All’Olimpico vinca il migliore».
Aveva già incontrato il Papa con l’Argentina, Gonzalo Higuain: «Un’emozione forte, le sue parole ci hanno colpito profondamente». Anche per Insigne e Maggio si è trattato della seconda volta in Vaticano. «Vivere questa esperienza col Napoli ci ha dato una emozione ancora più forte – hanno sottolineato i giocatori azzurri». «L’atmosfera del Vaticano è magica e emozionante – ha aggiunto Insigne – sono momenti che non si dimenticano». Al termine dell’udienza, le squadre hanno visitato alcune sale del Palazzo Apostolico, tra cui la sala Clementina dove sono state scattate tante foto ricordo, immediatamente postate sui social. «E’ stato un incontro di grande effetto – ha scritto Hamsik sul suo sito ufficiale. L’emozione di ricevere la benedizione del Papa è unica e irripetibile».
Dall’acqua santa al diavolo, ché il clima che si respirerà stasera all’Olimpico, tra le due opposte tifoserie, tiene in allerta le forze dell’ordine. Il pericolo maggiore per le questure di Napoli e Roma è anche quello della tifoseria infiltrata giallorossa.
Olimpico diviso in due: da un lato i settori Sud e Monte Mario riservati alla tifoseria fiorentina (27mila), mentre i settori Nord e Tribuna Tevere assegnati ai napoletani (30mila). Costituite due fasce di sicurezza: una in Tribuna Tevere lato Sud ed una in Tribuna Monte Mario lato Nord.
Ad aspettare i supporter partenopei ci saranno i pullman con le forze dell’ordine ai due caselli Autostradali A1 Roma Sud e Roma Est. Da qui saranno accompagnati allo stadio percorrendo itinerari predeterminati, parcheggiando nella zona esterna a nord dello stadio Olimpico, per una capienza totale di circa 160 pullman.

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