Il Mattino del 13.05.2014 ha ripreso il post che ho scritto sulla refezione scolastica (clikka), mettendo all’ordine dell’opinione pubblica il tema, poi ripreso da altre testate, col risultato assolutamente positivo di far discutere di un argomento di assoluto interesse cittadino. Oggi, infatti, ho partecipato ad una commissione congiunta Scuola/Bilancio nella quale si è discusso, carte alla mano, proprio in ragione dell’attenzione che c’è stata da parte dei giornali che, come sempre ho sostenuto, hanno un grande ruolo e, quindi, una corrispondente grande responsabilità sociale.
Ho notato, però, una certa insofferenza alla divulgazione di tabelle ed ipotesi di aumento delle tariffe da me pubblicate che, a parere di qualcuno, erano esclusivamente ad uso interno. Io, invece, credo che, proprio quando si parla di questi temi, è bene che i cittadini sappiano quali siano i ragionamenti che si svolgono all’interno dell’amministrazione proprio perché si parla delle tasche dei contribuenti e delle famiglie. Ciò a prescindere dal risultato che potrebbe essere anche un aumento che però deve essere giustificato e reso trasparente agli occhi della pubblica opinione.
Ad ogni buon conto l’assessore palmieri ha affermato subito che non era sua intenzione aumentare le tariffe e che le schede che io ho postato sarebbero state una elaborazione autonoma dei servizi (?). Non saprei che dire, ad ogni buon conto almeno abbiamo incassato una presa di posizione chiara da parte del governo della città su un punto fondamentale: Le tariffe secondo l’amministrazione non aumenteranno! Vederemo e speriamo bene.
Ad ogni modo, come sempre, più ci si addentra nella questione e più si capisce di cosa stiamo parlando. Ebbene, i numeri di oggi mi hanno aperto un altro scenario perché ho capito che a noi la refezione scolastica ci costerebbe di più che alla ricca Milano. Uso il condizionale poiché i funzionari dei servizi, oggi presenti, non mi hanno saputo confermare un dato che per me era fondamentale e che è stato usato molto durante la discussione: Il costo medio del pasto che per il Comune di Napoli sarebbe di €. 4,74.
Ora voi direte sono pochi soldi, in realtà se consideriamo che i pasti sono circa 20 al mese e che ogni pasto viene fornito a circa 40.000 bambini, per nove mesi all’anno, il conto è presto fatto 4,74X20X40.000X9= 34.128.000 €.
Orbene il costo del pasto nella ricca Milano (clikka) è €. 4.23. Il che significa che a parità di condizioni applicando quest’ultimo prezzo il Comune di Napoli avrebbe pagato il servizio €. 30.456.000 anziché 34.128.000, con un risparmio di €. 3.672.000 all’anno che di questi tempi non sono bruscolini!
Ho considerato Milano perché come dimensioni è più vicina a noi, ma anche il Comune di Bassano Romano (clikka), di poche anime e pochi pasti, riesce a fare meglio di noi, spendendo €. 4,50 a pasto per soli 21.000 pasti all’anno, contro i nostri 40.000 al giorno! Ora se è una cosa che capisco di economia è che se compro all'”ingrosso” in così grandi quantità il prezzo deve scendere ed, invece, per il Comune di Napoli non è così il prezzo sale (sic!).
Ovviamente queste cose le ho dette all’assessore la quale mi ha risposto che a Milano si risparmierebbe perché a fare il servizio è la Milano Ristorazioni, società partecipata del Comune, rendendomi ovviamente facile la risposta che da noi in genere le partecipate ci forniscono servizi al di sopra dei prezzi di mercato, per i noti problemi di costi e di sprechi e che in questo caso l’argomento non era spendibile. Ad ogni modo non nascondo che la cosa mi fa un po’ rabbia e vorrei che Napoli non fosse sempre considerata la solita mucca da mungere perché alla fine il latte potrebbe pure finire.
p.s. ovviamente i costi dei pasti sono tutti oltre IVA.
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