I referendum del PD un caso clinico

PD campanoDi seguito i quesiti del referendum proposto dal PD Napoletano contro l’amministrazione De Magistris, con un piccolo mio commento sintetico e qualche mia considerazione in calce:

1) Sei favorevole a lasciare inalterato il volto storico di via Caracciolo (da Mergellina e Piazza Vittoria) ed a bloccare ogni ipotesi di intervento di trasformazione (come ad esempio l’apertura della villa comunale sul mare) teso a mutare l’assetto storico della zona di via Caracciolo e della villa comunale? (Sull’area c’è più di un vincolo che referendum vuoi fare basta chiedere il rispetto della legge!)

2) Sei favorevole a destinare le risorse finanziarie che si vorrebbero impegnare nel progetto di trasformazione del volto storico di via Caracciolo verso destinazioni alternative in quartieri periferici? (mette contro i cittadini di via Caracciolo con il resto dei napoletani e poi quali quartieri periferici e quante risorse?)

3) Sei favorevole ad ipotesi di vendita o concessione in uso almeno ultrasessantennale dello Stadio San Paolo di Napoli dal Comune alla S.S.C. NAPOLI, liberando il Comune dagli oneri finanziari di gestione e garantendo altresì un immediato introito finanziario per le casse pubbliche da destinare alla manutenzione di altre strutture sportive comunali esistenti che versano in stato di degrado ed abbandono? (lo stadio fa parte del patrimonio indisponibile e non può essere venduto di questo passo farei anche un referendum sulla vendita di castel dell’ovo. Per capire come stanno le cose consiglio di leggere Il destino dello stadio san paolo clikka

4) Sei favorevole alla messa in liquidazione della società “Bagnoli futura Spa” che ponga fine allo sperpero di denaro pubblico e che determini lo sblocco di uno stallo progettuale che condanna da troppo tempo all’immobilismo lo sviluppo dell’intera area di Bagnoli? (RD in consiglio è stata l’unica forza che ha proposto lo scioglimento il PD ha, invece, votato ha già votato per ricapitalizzarla: lo scioglimento di bagnoli futura clikka)

5) Condividete la delibera di indirizzo approvata nella seduta del Consiglio Comunale del 10 settembre 2013 in materia di patrimonio immobiliare, in particolare per la parte riguardante la decisione di aderire alla possibilità di attuare la legge regionale che prevede la facoltà per i comuni di regolarizzare gli occupanti di alloggi di edilizia residenziale pubblica, privi di regolare titolo? (il pd in consiglio prima decide in un modo e poi fa il referendum. Sul punto leggi: il diritto alla casa e principio di legalità clikkasulla sanatoria parla bassolino clikka )

6) Condividete il programma di governo dell’amministrazione in carica, cosi come illustrato e discusso nella seduta del consiglio comunale del 16 giugno 2011 e contenuto nella delibera numero 13 di quella seduta? (questo non lo capisco io che sono consigliere figuriamoci i cittadini e se deve essere un giudizio sull’amministrazione occorrono le elezioni).

Tra il serio ed il faceto io proporrei un referendum interno al PD con questi quesiti:

1) volete voi elettori del PD che non si parli più di bassolino, cozzolino, oddati, gabriele e tutti quelli che risultano aver utilizzato risorse pubbliche per fini non istituzionali vedi i fondi economali regionali?

2) volete voi elettori del PD un partito che sia in grado di formare una classe dirigente degna di questo nome evitando primarie tarocche?

3) volete voi elettori del PD l’azzeramento di tutti i vertici del pd campano con immediato avvicendamento nei posti chiave con gli esponenti dei GIOVANI DEMOCRATICI?

4) volete voi elettori del PD entrare in massa nel partito e rivoltarlo come un calzino? Cosa aspettate? 🙂

5) volete voi elettori del PD imporre ai vostri rappresentanti di fare una bella legge elettorale proporzionale dimettendosi un minuto dopo l’approvazione?

Napoli si è capito deve ripartire da un profondo rinnovamento della classe dirigente dei partiti mettendo al centro onestà, integrità morale, merito e competenza senza cadere nel pervicace errore delle spartizioni (vedi il posto di lavoro e la politica clikka).

Da Repubblica Napoli di oggi 28 settembre 2013

«Il Pd è in campo – spiega Cimmino  – per costruire ancora di più un’idea di politica sana chiamando  a partecipare i cittadini».
  I primi cinque quesiti riguardano  via Caracciolo, lo stadio, le periferie, e la sanatoria regionale  sulle occupazioni abusive di alloggi di edilizia popolare. L’ultimo  è di carattere più politico e suscita qualche dubbio di legittimità:  chiede ai cittadini di esprimersi sull’operato complessivo  del sindaco Luigi de Magistris e della sua amministrazione.  Dal referendum sparisce  l’argomento Ztl sostituito da due più generici quesiti sul futuro di via Caracciolo, partendo  da un’idea, ancora non tramutata  in progetto, illustrata in agosto dal sindaco. «Da oggi aggiunge Ruggiero – inizia una straordinaria campagna referendaria  che consentirà a tutti di dire la propria idea e di contribuire  per far uscire Napoli da una situazione estremamente difficile. Mi auguro che non ci siano ostacoli e che si lavori per facilitare quest’esperienza inedita ». L’iter burocratico prevede che il comitato dei garanti abbia trenta giorni per esprimersi, cui seguono cinque giorni per notificare  la decisione ai promotori. Solo dopo questi passaggi può partire la raccolta di circa 40 mila  firme (il 5 per cento degli elettori)  che deve terminare entro il 31 dicembre. Martedì si terrà una riunione del comitato dei garanti con all’ordine del giorno l’esame e l’approvazione dei quesiti, annuncia il presidente del consiglio comunale Raimondo  Pasquino al quale il comitato  promotore consegna un pacchetto di proposte per agevolare  l’iter. Due le richieste principali: consentire un termine  di 90 giorni per la raccolta delle  firme a partire dal giorno di stampa delle schede e fissare a 20 mila il numero di firme da raggiungere come prevede la norma dello statuto comunale e non a 40 mila come dice il regolamento.  «Non è un referendum contro il sindaco – spiega de Gregorio  che sarà il rappresentante del comitato promotore – non è un referendum del Pd. È un referendum  per la città e per discutere  con i cittadini su grandi temi e sul nostro futuro per indirizzare  a scegliere chi ci amministra. Chiediamo a tutti di partecipare al di là dei colori politici di appartenenza  ».
  Quasi contemporaneamente in via Verdi va in scena la conferenza  stampa convocata dal gruppo di Ricostruzione democratica  dopo le polemiche delle scorse settimane: Simona Mo-lisso,  Carlo Iannello e GennaroEsposito vogliono spiegare i motivi della decisione di astenersi  dal voto sulla manovra di bilancio, cosa che è stata letta come un nuovo avvicinamento alla maggioranza che sostiene Luigi de Magistris. Una sorta di soccorso “arancione”. «Non è così – spiegano da Ricostruzione democratica – siamo per una posizione terzista. Un’opposizione  costruttiva e rigorosa che ha l’obiettivo di inserire nel consiglio  comunale elementi del programma  elettorale del 2011, completamente disatteso dal sindaco. Il progetto politico di de Magistris è fallito, ma noi non siamo fondamentalisti e lottiamo  per ottenere quanti più attinell’interesse pubblico e della città. Astenendoci sul bilancio abbiamo ottenuto che le piazze non siano date più gratis ma che si paghi la Cosap, una mozione per rivedere le tariffe per la concessione  degli impianti sportivi e la promessa dell’addio dell’assessore  Pina Tommasielli». Accuse  pesanti anche nei confronti del Pd che secondo Iannello è tra le cause dei principali errori commessi dal sindaco: «Non ha compreso la voglia di cambiamento  della città. Anche il Pd è fermo al 2011». Presto Ricostruzione  democratica otterrà una sede in via Verdi o a Palazzo San Giacomo.

2 risposte a "I referendum del PD un caso clinico"

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  1. questi referendum, per ampiezza di conoscenze che richiedono perchè il “cittadino” faccia una valutazione consapevole e per la impossibilità che il singolo risponda non secondo quella che dovrebbe essere una ponderata valutazione “migliore per tutti” ma secondo lo stretto interesse personale, sono la negazione della democrazia rappresentativa ed il passaggio verso il populismo o la sostanziale anarchia.
    Cosa impedirebbe di passare a ulteriori referendum tipo: vuoi che le metropolitane che vengono da Secondigliano arrivino nel tuo bel quartiere di centro? (nel referendum risponderei no, da serio politico locale risponderei “perché mai dovremmo impedirlo; il “no”, poi, non dovrei neanche giustificarlo!).
    Poi: ha senso un referendum che mi dà la certezza che lo stadio si vende ma non la certezza (a parte il resto) dell’uso dei soldi ricavati? o il riferimento all’uso dei soldi è solo per indirizzarmi nella scelta? e quale è l’ampiezza di vedute su cui faccio la mia valutazione? e quale è il senso del referendum sulla occupazione di alloggi? si verifica se il cittadino ha le cognizioni del caso? o nel lungo quesito, vera domanda suggestiva (ricordate Benigni nella vita è bella? vuoi uno schifoso piatto grasso di carne andata a male o una bella fettina di salmone?), dovremmo però aggiungerci “vuoi che nel contempo passa la regola che chi occupa abusivamente lo mette a quel servizio a chi pacificamente aspettava la consegna in quanto avente diritto”?
    dieci imbecilli e cinque intelligenti votano, in un sistema democratico normale (quello che stiamo via via distruggendo, senza neanche esserci prima del tutto arrivati) lo stesso candidato intelligente. E questo candidato una volta eletto fa una scelta, negli ambiti delle legittime scelte politiche, “intelligente”.
    E se invece facciamo un referendum tra i 15, quale è la scelta?

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  2. Il PD ha ancora il coraggio di presentare Bassolino ai napoletani come un amministratore preferibile a De Magistrise. I napoletani hanno dimostrato di avere la memoria incredibilmente corta e una grande ingenuità partecipando a questo referendum. Ma scusate vi siete dimenticati dell’emergenza rifiuti, di come centinaia di milioni sono andati ad arricchire gli amici dell’allora commissario straordinario all’emergenza rifiuti Antonio Bassolino. Durante l’udienza preliminare.[1][2] i PM Noviello e Forleo contestarono che l’emergenza rifiuti era stata l’occasione per far guadagnare cifre «inimmaginabili » a chi lavorava al commissariato straordinario, dove durante la gestione Bassolino i subcommissari ricevettero compensi pari anche a novantacinquemila euro al mese. I vertici di Impregilo e alcuni ex rappresentanti del commissariato si sarebbero letteralmente arricchiti: il subcommissario Vanoli percepiva un milione e cinquantamila euro all’anno, i subcommissari Paolucci e Facchi, compensi tra gli ottocento e i novecentomila euro. Ci siamo dimenticati di come, Questi signori, hanno alimentato l’emergenza per fare in modo che il flusso di milioni dalle casse dello stato non si fermasse? Ci siamo dimenticati del buco di bilancio che ha lasciato nelle casse della regione di 13 miliardi di debiti fatti coi soldi pubblici. Come non ricordare il buco nelle casse comunali per incassi fittizi e bilanci gonfiati fatti dalle amministrazioni di centrosinistra, un buco 850 milioni ereditato dalla giunta De Magistris e che l’attuale sindaco è riuscito quasi per miracolo a pareggiare pur non avendo nulla in cassa per sanare i debiti e sotto un regime di tagli agli enti locali che non si era mai visto prima nel nostro paese.
    Un risultato questo che parla chiaro della conduzione seria e onesta di questa amministrazione. Non ci dimentichiamo, poi, dei 28 milioni sottratti al bilancio della regione per aver effettuato con la Banca UBS, presso cui lavora il figlio Gaetano Bassolino, operazioni economiche a svantaggio della regione. e potremmo, ancora, continuare di questo passo e, anche se non è andato in galera perchè le condanne sono cadute in prescrizione, è ridicolo ed autolesionista che noi napoletani si sia ancora lì a fare il tifo per gente pronta a tornare all’attacco di quello che resta dei beni comuni.
    Qualcuno si è chiesto come mai questa FARSA DEL REFERENDUM proprio ora che la finanza europea e internazionale spinge alla privatizzazione delle municipalizzate?
    Queste ultime sono state individuate dalle agenzie di valutazione finanziaria come la vera ricchezza dell’italia, ancora più dei gioielli di famiglia come le Poste, Finmeccanica, Iri, ecc. che pure andranno vendute a prezzi stracciati a investitori esteri con la scusa che bisogna risanare il debito pubblico. Il fatto è che al piano di privatizzazioni si oppone strenuamente De Magistris, piano che, invece, è caldeggiato dal “PARTITO UNICO DEGLI AFFARI-fatti sulla pelle delle istituzioni e dei cittadini”. Il partito unico di centrodestra-centrosinistra che spinge, pure, per il vecchio piano di costruzione degli inceneritori, anche questo, fermamente respinto da De Magistris. Questa è la lettura da dare agli attacchi che si stanno orchestrando a scapito della giunta comunale.
    Vi prego….. svegliamoci !!!

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