La malattia di Napoli: la separatezza

Da “Napoli siccome immobile” intervista ad Aldo Masullo 2008:

“La malattia di Napoli è la separatezza, l’isolamento non solo tra le classi e i ceti, ma all’interno di ciascuna classe e di ciascun ceto. Anzi, non vi sono più né classi né ceti, ma ricchi e poveri alla rinfusa, potenti e umili alla rinfusa. Ogni abitante di napoli è rimasto isolato, senza comunicazione, senza alcun essere-in-comunione. Semmai vi sono bande, non c’è tessuto connettivo, non c’è società. Perciò Napoli dai suoi abitanti viene vissuta senza speranza. Il mare dei rifiuti che come una immonda alluvione ha inondato la città, la provincia e l’intera regione appare impietosa metafora della nostra attuale situazione, dunque morale e politica”.

Una risposta a "La malattia di Napoli: la separatezza"

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  1. Napoli è tua deve invece testimoniare l’assunto opposto Da Napoli siccome immobile a EPPUR SI MUOVE passando dall’analisi all’azione concreta . Con l’azione la separatezza rimarrà un ricordo.

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