Marco Nonno Vicepresidente: Cronaca di un disastro politico

consiglio comunaleL’elezione del Vicepresidente del Consiglio Comunale Marco Nonno conferma il principio secondo cui in politica se c’è la possibilità di scegliere tra tre cose, due buone ed una sbagliata, la politica finirà per scegliere sempre quella sbagliata … Se riesco a ritagliarmi un po’ di tempo vi racconto i retroscena tragicomici della elezione del Vicepresidente del Consiglio Comunale.

Ecco come sono andate le cose:

Orbene, la questione è partita con il rinnovo dei presidenti delle commissioni dove la maggioranza aveva fatto un accordo con l’opposizione, alias otto consiglieri di NCD e Forza Italia, lasciando fuori i due consiglieri di Fratelli di Italia (Nonno e Moretto). Per tutto la giornata del 24 marzo, quindi, ha condotto le operazioni l’assessore Sandro Fucito ed il nuovo amministratore delegato della Napoli Holding, in ragione del suo passato di vicecapogabinetto del Sindaco e su cui ho scritto qualche giorno fa (il controllato che controlla il controllore (clikka).

Gli otto consiglieri capitanati da Marco Mansueto hanno tenuto il gioco e, fedeli al patto, hanno eletto i 12 presidenti delle dodici commissioni consiliari che altrimenti la maggioranza non sarebbe riuscita neppure ad eleggersi non avendo i numeri, in cambio della presidenza della commissione trasparenza e della Vicepresidenza da assegnare al consigliere Gabriele Mundo. In tutto questo noi di Ricostruzione Democratica coordinati con PD e SEL abbiamo sempre votato contro le nomine e, per far uscire fuori l’esistenza di quest’accordo, io mi sono candidato, senza successo, alla presidenza della Trasparenze e Carlo Iannello a quella di Bagnoli Futura. Sennonché la maggioranza su quest’ultima commissione con protervia pur di non riconoscere nulla alla opposizione di sinistra composta da Ricostruzione Democratica, PD, SEL e i due di FED (Vasquez e Rinaldi) ci ha sempre votato contro tenendo fuori  dall’equilibrio democratico ben 10 consiglieri comunali non ritenendoli né di maggioranza né di opposizione (sic!).

La frittata è stata cotta il 25 marzo in consiglio comunale per l’elezione del Vicepresidente del Consiglio. Noi quando abbiamo capito che la maggioranza non avrebbe mai votato Simona Molisso abbiamo deciso di non partecipare al voto tenendoci fuori e bene abbiamo fatto! Il risultato è stato che la maggioranza interferendo nei fatti della opposizione di destra ha deciso di rompere il patto, preferendo un vicepresidente di minoranza della opposizione stessa compiendo un atto, politicamente scorretto, sia perché è venuta meno ad un patto, sia perché alla fine ha deciso di votare Marco Nonno imputato in un processo dove la procura ha chiesto ben 12 anni di reclusione e dove lo stesso comune si è costituito parte civile. In sostanza la maggioranza in un sol colpo si è messa contro la opposizione di sinistra che è al governo nazionale (PD) e la opposizione di destra (NCD) che è anch’essa al governo nazionale. Poi ci si lamenta che il sindaco si è isolato dalla scena politica! Avreste dovuto vedere le facce degli otto consiglieri di opposizione quando si sono contate le schede, 21 per Marco Nonno e 13 per Gabriele Mundo. Quest’ultimo, infatti, ha avuto 5 voti dalla maggioranza e Nonno ben 19! In sostanza la maggioranza tra Moretto, Mundo e Nonno è riuscita a votare, quasi compatta, Marci Nonno, senza capire che questa scelta non solo non era opportuna ma anche politicamente scorretta, tanto che Elena Coccia ha addirittura dichiarato di voler uscire dalla maggioranza.

Non c’è dubbio dei geni della politica … tanto geni che non sono riuscito neppure a capirli.

Da Corriere del Mezzogiorno del 27.03.2014.

Coccia: «Chiudo con la maggioranza» Il successore: «Se condannato, lascio»

NAPOLI — L’elezione di Marco Nonno a vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli l’ha lasciata di stucco. A lei, a Elena Coccia, donna comunista da sempre, «l’idea di essere sostituita da un fascista mi ha fatto venire i brividi. Proprio non ci sto». E’ stato il giorno peggiore da quando siede in aula per la Coccia che ha dovuto appunto lasciare la vicepresidenza ad un esponente dell’opposizione altrimenti la maggioranza non riusciva più a riunirsi. E le fa male constatare che, comunque, hanno votato in 21, quindi molti comunisti o ex comunisti che sostengono il sindaco de Magistris che, pure, senza giri di parole ha dichiarato dopo l’elezione di Nonno: «Oggi è stata scritta una pagina importante per il Consiglio comunale». Non la pensa così Elena Coccia che sbatte la porta a annuncia. «Dopo questo voto mi sento assolutamente libera da vincoli di maggioranza». Lascia, dunque la coalizione di de Magistris aggiungendosi ad altri due eretici già presenti nella Federazione della Sinistra: Vittorio Vasquez e Pietro Rinaldi, che non hanno preso parte al voto. Eppure qualcuno, Nonno, l’ha votato. «Io certo no. Che voto per i fascisti? Ma scherziamo? Esce una comunista e faccio entrare un fascista. Roba da pazzi. Io ho votato Simona Molisso e non solo perché è una donna ma perché penso che in aula ci sia un’opposizione non solo di centrodestra ma anche di centrosinistra». Ed ancora: «Avevo capito che le intese fossero altre, che si votasse Mundo dell’Ncd. Certo, sempre di centrodestra era ma non certo fascista come Marco Nonno. Davvero non capisco questa cosa come sia nata e da chi sia nata. E’ inquietante secondo me questa scelta benché tutti sanno quanto io sia garantista e quanto ritengo che uno sia innocente fino a prova contraria. Questa votazione l’ho trovata però una cosa inquietante per tanti motivi. E se ci sono membri della sinistra o sedicente tale che hanno votato Nonno, lo trovo ancora più inquietante».
Coccia parla quindi di «segno dei tempi» e di «rischio che anche qui cominci ad accadere quello che si è verificato in Francia», ecco perché « tutta la mia battaglia di civilità rispetto a questa elezione da oggi si ferma. Io posso essere solidale e democratica con tutti, ma non lo sono con chi non lo è come i fascisti». Eppure i voti di Fratelli d’Italia, partito di Nonno, sono serviti a molti esponenti della maggioranza di sinistra per essere eletti nelle commissioni. In quel caso, nessuno ha detto nulla. Tranne Elena Coccia. «Anche sulle commissioni penso che si sia trattato di una pagina politica estremamente confusa. Non va bene, infatti, questo consociativismo soprattutto ora quando c’è in tutto il mondo, e in Europa in particolare, una rinascita di focolai antieuropei che dietro la bandiera dell’antieuropeismo nascondono anche razzismo e fascismo in generale. Questo ci tengo a dirlo». Prova a non buttar via proprio tutto quello che è stato finora l’esponente della Federazione della Sinistra, da poco nominata a capo dell’Osservatorio sul Centro Storico-Unesco: «Restano alcune cose buone di questa amministrazione. Penso ai rifiuti che in strada non ci sono più, anche se nulla c’è sul fronte del compostaggio; e penso anche che questo Comune non ha licenziato nessuno, laddove invece altre amministrazioni di sinistra, come quella di Genova, hanno licenziato dipendenti nelle Partecipate. In più, quest’amministrazione mantiene un’apertura anche a forze minoritarie che le leggi elettorali hanno cacciato dal Parlamento, come Prc, il mio partito. Ma tutto qui. Per il resto, quello che è accaduto col voto su Marco Nonno mi costringe a ritenermi fuori dalla maggioranza e, ripeto, con le mani libere». Sulla nomina di Nonno interviene anche Amodio Grimaldi, capogruppo della Federazione delle sinistre: «Io non l’ho votato. Il voto era segreto e non so altri come si sono regolati. So però di aver dato libera scelta a tutto il gruppo». Eppure Nonno ha incassato ben 21 voti su 35. «Non il mio — precisa Grimaldi — ma certo in tanti lo hanno votato». L’esponente di Fds se la prende con il centrodestra: «Se si è arrivati a questo in presenza di un voto a scrutinio segreto è perché il centrodestra, che prima aveva un accordo sul nome di Mundo, si è poi spaccato introducendo anche il nome di Nonno. Credo comunque che alla fine si sia scelta la persona anche in base al comportamento avuto in aula in questi due anni e mezzo, e Nonno è stato sempre presente avendo un atteggiamento corretto. Indipendentemente dalle sue origini di destra».
Grimaldi è stato consigliere anche nel corso del primo mandato Bassolino. E ricorda: «L’atteggiamento di una persona è importante. Ero consigliere comunale quando Michele Florino dell’Msi era presidente del Consiglio comunale. E per onestà intellettuale dico che Florino è stato uno corretto, uno dei migliori in quell’epoca svolgendo il ruolo di governo del consiglio con imparzialità e senso istituzionale oltre che con grande autorevolezza». Marco Nonno ha preso ovviamente male tutte le polemiche che la sua elezione ha scatenato: «Noto dalla lettura dei giornali che non siamo più un paese garantista. Piuttosto in Italia, per certi casi come il mio, prevale la presunzione di colpevolezza». Aggiunge il neopresidente: «Nel ricordare a tutti che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, mi chiedo se non si sia utilizzata strumentalmente la mia posizione processuale per sparare a zero sul sindaco e su un’amministrazione ormai esanime. Come ho già detto, ribadisco che in caso di condanna sono pronto a valutare l’eventuale passo indietro dalle mie cariche istituzionali. Ma fino a quel momento nessuno potrà impedirmi di rappresentare legittimamente le migliaia di persone che hanno scelto di votarmi. L’aula del Consiglio Comunale della terza città d’Italia è sovrana le sue scelte libere e fino a prova contraria non è stato eletto vicepresidente un condannato, ma un incensurato».
Paolo Cuozzo

Da Repubblica Napoli del 27.03.2014

DARIO DEL PORTO

Nonno contrattacca “Mi usano per colpire un sindaco esanime”

L’imputato eletto vicepresidente del Consiglio Comunale “Sodano condannato, De Magistris indagato io incensurato”.

IL SINDACO Luigi de Magistris ne aveva parlato come di una «pagina importante per il Comune ». Ma nello spazio di ventiquattro ore, l’elezione di Marco Nonno come vice presidente del consiglio comunale è diventata piuttosto una nuova ragione di imbarazzo per l’amministrazione arancione. Con il voto decisivo della maggioranza, è stato scelto infatti un nome con un curriculum politico tutto di destra, dichiaratamente fascista, per giunta imputato in un processo dove il Comune è costituito parte civile in giudizio.

Eletto con An, poi passato con Fratelli d’Italia, Nonno è tuttora imputato con l’accusa di devastazione per gli scontri del 2008 contro l’apertura della discarica di Pianura. Il processo è ripreso ieri, la sentenza è attesa per il 16 aprile. Il pm ha chiesto la condanna a 13 anni di reclusione. Un caso, dunque. Il sindaco, che pure ieri ha preso parte a diverse manifestazioni pubbliche, per il momento sceglie la linea del silenzio. Parla invece il presidente del consiglio comunale, Raimondo Pasquino, che non vede problemi di opportunità fra la nomina e la costituzione di parte civile dell’ente. «Perché se così fosse Nonno non dovrebbe essere neanche consigliere. Penso invece che Nonno sia stato scelto proprio per il buon lavoro svolto in quest’aula, anche quando ha presieduto, come consigliere “anziano”, la seduta inaugurale dell’assemblea », afferma Pasquino. Nonno ha trascorso buona parte della mattina a Palazzo di Giustizia, dove si è celebrata ieri la penultima udienza del processo. «Mi chiedo se qualcuno non voglia utilizzare strumentalmente la mia posizione processuale per sparare a zero sul sindaco e su un’amministrazione ormai politicamente esanime», commenta.

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