Allo Stadio San Paolo non c’è solo il Calcio

20140305_103901390_iOSAllo Stadio San Paolo non c’è solo il Calcio ma anche tanti altri Sports ed è bene che lo si ripeta perché i napoletani non lo sanno. Questa mattina (05.03.2014) ho assistito ad una garetta di atletica di bambini (circa 400). Ovviamente potrete notare che i tabelloni pubblicitari del Calcio Napoli occupano parte della pista perché nessuno si permette di chiedere alla società  di spostarli. Se poi provate a mettere un piedino sul campo arrivano i guardiani sia comunali che non comunali a cacciarvi immediatamente mentre, invece, se occorre, i mezzi a servizio del calcio passano e spassano sulla pista di atletica procurando danni pesanti che hanno reso la pista un colabrodo da riparare al più presto. Ora da un lato il Calcio Napoli non paga il canone di concessione ed ottiene da parte del Comune l’esecuzione di tutti i lavori che richiede all’istante (vedi il caso del sequestro alla società clikka), dall’altro tutte le altre associazioni sportive che usano il San Paolo, pure se pagano, si devono arrangiare! Basta pensare che solo con l’importo di 366.000 €., per lavori chiesti da De Laurentis, speso del Comune nel mese di dicembre scorso, si sarebbe potuta rifare d’accapo l’intera pista di atletica. Ovviamente mi ha assalito un senso di giustizia, non ho resistito, ed alla fine mi sono fatto una passeggiatina sul campo.

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La Politica e lo Sport

rugbyIl 3 marzo scorso ho convocato una riunione della commissione sport ed impiantistica sportiva del Comune di Napoli, su alcuni argomenti, tra cui la realizzazione di una piscina in Via Nicolardi e la futura destinazione di un impianto ristrutturato da poco che è sito in Via Camillo Guerra. Alla riunione ha partecipato anche la Presidente della III municipalità Giuliana Di Sarno e l’assessore allo sport. All’esito della riunione abbiamo avuto la possibilità di concordare un indirizzo politico amministrativo per il quale ho anche scritto una nota (clikka) con la quale in sostanza abbiamo chiesto al Sindaco di fare in modo che per l’impianto sportivo cd. “Kennedy C” sito in Via Camillo Guerra si tenga conto della necessità di offrire ai cittadini una pluralità di sports da praticare e quindi che quest’ultimo impianto sia messo a bando per l’attività di Rugby poiché sul territorio cittadino abbondano i campi di calcio e calcetto, sia pubblici che privati.

Per la realizzanda piscina di via Nicolardi, invece, si è raccomandato una particolare attenzione alle procedure visto che il finanziamento è regionale e presenta non poche difficoltà rappresentate dal Dirigente presente alla commissione.  Il passo è poi stato breve per trattare anche il tema della gestione degli impianti affinché si faccia in modo che siano affidati sempre nell’interesse pubblico. In un’altra riunione di commissione ebbi modo di chiedere ad un rappresentante di una associazione: “scusi mi spiega il perché se io porto mio figlio in un impianto sportivo del comune dato in gestione mi costa allo stesso modo che se lo portassi in un impianto privato?”

Credo sia compito della politica fare in modo che i cittadini abbiano la possibilità di scegliere quale sport praticare o far praticare ai propri figli. Tutte le discipline sportive hanno pari dignità ed esprimono valori culturali che non possiamo permetterci di perdere!

La questione è stata poi ripresa da Repubblica Napoli del 04.03.2014:

Corsi di nuoto, scoppia la polemica
L’accusa: i bimbi meno abbienti vengono separati dagli altri
ALESSIO GEMMA
POLEMICA SUI corsi di nuoto. Perché i bambini meno abbienti possono iscriversi gratuitamente ma sono costretti a frequentare le piscine comunali in orari diversi dai coetanei più agiati. «E’ una vergogna, le famiglie meno ricche così sono discriminate».
A denunciare il caso è il presidente della Terza municipalità, Giuliana Di Sarno. Via Verdi, palazzo del consiglio comunale. Alle 12 si riunisce la commissione sport presieduta da Gennaro Esposito per discutere del progetto di una piscina di proprietà del Comune da costruire nel parco di via Nicolardi con 3 milioni di fondi pubblici stanziati dalla Regione. Il dibattito scivola dalla realizzazione all’uso degli impianti sportivi. Una serie di bandi pubblicati dalle municipalità prevedono una quota del 10 per cento degli iscritti da riservare nelle strutture di proprietà comunale airagazzi provenienti da famiglie economicamente disagiate. Che possono accedervi senza versare la quota di iscrizione. «Mi sono finta una mamma con un reddito basso — ha raccontato Di Sarno — ho chiesto ad alcuni gestori di piscine di ospitare mio figlio e mi è stato risposto che c’erano dei corsi dedicati solo agli utenti meno abbienti. Assurdo. Che senso ha separarli dagli altri bambini?».
Sulla gestione degli impianti sportivi di Palazzo San Giacomo interviene in commissione il consigliere del Pd, Ciro Fiola: «Dobbiamo mettere a reddito campi di gioco, piscine e palestre se decidiamo di affidarli ai privati. Inutile spendere soldi pubblici per costruire questi impianti che richiedono anche fondi per la manutenzione straordinaria se poi non garantiscono un vantaggio alla collettività. Si corre il rischio di trovarsi nella stessa situazione dello stadio San Paolo: dove il Calcio Napoli ha debiti con il Comune per 5 milioni di euro perché non ha pagato in tutti questi anni il fitto. Possibile che una società di calcio che incassa decine di milioni per la vendita dei giocatori non trovi 5 milioni per dare al Comune proprietario dello stadio ciò che gli spetta?». A rincarare la dose sul caso pi-scine ci pensa il presidente Esposito: «Ho potuto verificare nel corso di alcuni sopralluoghi che in alcune piscine è stato riservato l’uso ai diversamente abili in orari mattutini, incompatibili con l’obbligo scolastico, e con la presenza di un istruttore a carico delle famiglie. Che dire: ci vorrebbe un collegamento più stretto tra i servizi sociali e i concessionari degli impianti«.

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