Napoli Servizi: il banchetto delle nomine

NapoliServiziUna delle prime proposte che ho fatto al Sindaco ed al Consiglio Comunale è stata quella di regolamentare le nomine nelle partecipate ed in tutti gli altri enti o istituzioni da parte del Comune. Ovviamente questo doveva essere la prima cosa da fare da parte del Sindaco, in quanto, promessa in campagna elettorale. Non ci può essere infatti una “casa di vetro” e non può uscire il “puzzo del compromesso” dalle stanze del Comune (parole del candidato De Magistris) se non si mette mano a questo tema. Il nostro regolamento, manco a dirlo, siamo riusciti per miracolo a farlo andare al consiglio il 23.01.2014 (clikka) ma è stato rinviato perché il sindaco non ha avuto il coraggio di farlo bocciare. Il quadro oggi si fa allarmante e dimostra come De Magistris stia attuando logiche vecchie che aveva promesso, queste sì, di “scassare”. Il problema è che in queste logiche lo stesso De Magistris partecipa ad un banchetto senza avere le posate per ovvia mancanza di esperienza. Nella Napoli Servizi, infatti, gli ex UDC Pasquino e Lebro (ormai in maggioranza) hanno infilato un loro uomo (Domenico Allocca) che oggi addirittura contende la poltrona di Amministratore Delegato a Dario Scalella uomo della passata amministrazione. Ebbene, non sono riuscito a trovare alcun curriculum né dell’uno né dell’altro candidato sul sito della Napoli Servizi che, per la quantità di funzioni oggi sta assumendo  un vero e proprio ruolo di punta strategico. La N.S., infatti, oltre ai servizi che faceva prima, oggi gestisce anche tutto il patrimonio del Comune di Napoli compreso gli immobili ERP (edilizia residenziale e pubblica) e tutta la manutenzione degli stessi. In sostanza ciò che faceva ROMEO. Il problema è che forse da questo punto di vista la situazione è peggiorata. Noi ci siamo battuti per una gestione pubblica ma senza distorsioni. De Magistris, infatti, sta consegnando nelle mani degli ex UDC una società che potrebbe diventare un vero e proprio “panzer elettorale” tra manutenzioni, vendite e da ultimo anche la pubblicità, visto che la ELPIS verrà assorbita dalla N.S. Per capire, la vecchia gestione ROMEO funzionava più o meno così, il consigliere comunale avrebbe potuto sollecitare il gestore a fare le manutenzioni negli immobili dei suoi concittadini più vicini ed il gestore ovviamente potrebbe aver avuto tutto l’interesse ad accontentare il consigliere comunale per fare bella figura. Mi impressionò, infatti, la volta che Alfredo Romeo venne in commissione, ci fu un coro unanime di plauso con sole tre voci stonate: la mia quella di Simona Molisso e quella di Pietro Rinaldi. Se prima il gestore Romeo aveva tutto l’interesse ad accontentare tutti oggi, paradossalmente, per come stanno andando le cose il controllo unidirezionale potrebbe degenerare in un monopolio nelle mani di poche persone. Ovviamente la strada maestra sarebbe quella della competenza e del merito ma a questa vecchia classe politica sarebbe chiedere troppo! Sento sempre più il dovere di lanciare un appello a tutte le persone perbene affinché vengano a colonizzare la politica. Noi non molliamo!
Da Repubblica Napoli del 06.03.2014
La nomina
Scalella contro Allocca duello per NapoliServizi
UNA poltrona per due a NapoliServizi, partecipata del Comune che si occupa di gestione e vendita degli alloggi popolari, manutenzione di strade e scuole e cura del verde pubblico. L’organo di governo della società è in scadenza e la legge prevede il taglio sui cda delle controllate con la nomina di un amministratore unico. In lizza ci sono l’attuale ad Dario Scalella, scelto due anni e mezzo fa dalla nuova giunta de Magistris, e il presidente Domenico Allocca, subentrato a novembre scorso al posto del dimissionario Antonio Saturnino. Tre giorni fa l’assemblea dei soci riunita a Palazzo San Giacomo si è chiusa con un nulla di fatto. Senza un accordo su uno dei due nomi. Scalella ha dalla sua i risultati, come l’aver riportato in attivo il bilancio aziendale; Allocca sarebbe sponsorizzato dai centristi, fuoriusciti dall’Udc, necessari con due soli eletti – il presidente del Consiglio Raimondo Pasquino e il consigliere David Lebro – a garantire la maggioranza in Consiglio comunale al sindaco, soprattutto dopo gli ultimi cambi di casacca in seno ai gruppi arancioni. «Ci vuole discontinuità nella guida delle partecipate – dichiara Lebro – Allocca? Conosco tanti amministratori di società». Oggi è riconvocata in Comune l’assemblea dei soci.
(alessio gemma)

Cambiare verso alla giustizia

palazzodigiustiziaForse anche per risolvere la cronica inefficienza del sistema giustizia si deve “cambiare verso”. Occorre, infatti, dire ai cittadini che le ultime riforme della giustizia hanno trasformato i Tribunali, le Corti di Appello, il Consiglio di Stato e la Cassazione in veri e propri bancomat. In questi ultimi anni, infatti, non c’è stato governo che non abbia aumentato i costi per l’accesso alla giustizia, con buona pace del diritto di difesa, tanto che, come avvocato, spesso mi trovo nella imbarazzante condizione di dover scoraggiare il ricorso alla giustizia a quei cittadini che vivono di uno stipendio e che non hanno accesso al gratuito patrocinio. In questa battaglia di valori Costituzionali gli avvocati sono isolati non riescono a sfondare il muro dell’informazione. Eppure i disagi sono tanti ed il Tribunale di Napoli rappresenta un vero e proprio modello di inefficienza cronica. Qualche giorno fa per tentare (perché poi non ci sono riuscito) di ritirare una copia esecutiva ci ho messo un ora di fila con la mia bolletta in mano; un’altra ora l’avevo già impiegata per la richiesta e gli atti “in uscita” erano solo quelli chiesti fino al 21 gennaio scorso. Un record di 45 giorni per ottenere una copia. File e tempo inutili che avrei potuto dedicare ad altro. Il problema è che abbiamo un “stato” che non si fida dei cittadini neppure se sono qualificati con una laurea e venti anni di professione. Ancora oggi dobbiamo aspettare cancellieri e commessi che stancamente si trascinano dietro gli sportelli vagando tra cumuli di carte. Mentre aspettavo, girandomi vorticosamente i pollici, mi è sembrato  tutto paradossale una sorta di girone dell’inferno. Siamo ancor la società dei timbri e delle carte bollate, mi chiedevo quanto tempo avrei risparmiato e quante risorse avrebbe risparmiato il ministero se lo Stato (quello vero) avesse concesso agli avvocati il potere di certificare i provvedimenti. Un bella firmetta ed un timbro dell’avvocato e la copia che si è stampata dal proprio pc diventa in due minuti esecutiva a tutti gli effetti risparmiando tempo e risorse. Avremmo annullato, con un piccolo “codicillo” in una leggina, una catena di montaggio sgangherata e decine di impiegati li si sarebbe potuti utilizzare in attività più produttive a supporto dei Magistrati. Negli Stati Uniti mi ha sempre colpito il ruolo dell’assistente dell’avvocato che consegna la citazione a giudizio al convenuto senza alcuna formalità. Lo “stato italiano”, invece, non si fida dei suoi cittadini, neppure di quelli altamente qualificati ed anziché educarli, prevedendo sanzioni serie e rigorose nel caso in cui sbaglino, preferisce alimentare un giro vorticoso di poveri diavoli che si aggirano per gli uffici giudiziari in cerca dell’anima buona che gli mette un “timbretto”, impiegando male le proprie risorse … “Cambiare verso” probabilmente significa rifondare il principio dell’affidamento nel cittadino e non nei timbri e nella carta bollata. Saprà il nostro nuovo Ministro della giustizia Orlando, non addetto ai lavori e neppure laureato, affrontare questi temi e sopratutto conosce quali sono i gangli nei quali si annida l’inefficienza? Spieghiamo ai cittadini come lo vogliamo cambiare questo verso!

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