Forse anche per risolvere la cronica inefficienza del sistema giustizia si deve “cambiare verso”. Occorre, infatti, dire ai cittadini che le ultime riforme della giustizia hanno trasformato i Tribunali, le Corti di Appello, il Consiglio di Stato e la Cassazione in veri e propri bancomat. In questi ultimi anni, infatti, non c’è stato governo che non abbia aumentato i costi per l’accesso alla giustizia, con buona pace del diritto di difesa, tanto che, come avvocato, spesso mi trovo nella imbarazzante condizione di dover scoraggiare il ricorso alla giustizia a quei cittadini che vivono di uno stipendio e che non hanno accesso al gratuito patrocinio. In questa battaglia di valori Costituzionali gli avvocati sono isolati non riescono a sfondare il muro dell’informazione. Eppure i disagi sono tanti ed il Tribunale di Napoli rappresenta un vero e proprio modello di inefficienza cronica. Qualche giorno fa per tentare (perché poi non ci sono riuscito) di ritirare una copia esecutiva ci ho messo un ora di fila con la mia bolletta in mano; un’altra ora l’avevo già impiegata per la richiesta e gli atti “in uscita” erano solo quelli chiesti fino al 21 gennaio scorso. Un record di 45 giorni per ottenere una copia. File e tempo inutili che avrei potuto dedicare ad altro. Il problema è che abbiamo un “stato” che non si fida dei cittadini neppure se sono qualificati con una laurea e venti anni di professione. Ancora oggi dobbiamo aspettare cancellieri e commessi che stancamente si trascinano dietro gli sportelli vagando tra cumuli di carte. Mentre aspettavo, girandomi vorticosamente i pollici, mi è sembrato tutto paradossale una sorta di girone dell’inferno. Siamo ancor la società dei timbri e delle carte bollate, mi chiedevo quanto tempo avrei risparmiato e quante risorse avrebbe risparmiato il ministero se lo Stato (quello vero) avesse concesso agli avvocati il potere di certificare i provvedimenti. Un bella firmetta ed un timbro dell’avvocato e la copia che si è stampata dal proprio pc diventa in due minuti esecutiva a tutti gli effetti risparmiando tempo e risorse. Avremmo annullato, con un piccolo “codicillo” in una leggina, una catena di montaggio sgangherata e decine di impiegati li si sarebbe potuti utilizzare in attività più produttive a supporto dei Magistrati. Negli Stati Uniti mi ha sempre colpito il ruolo dell’assistente dell’avvocato che consegna la citazione a giudizio al convenuto senza alcuna formalità. Lo “stato italiano”, invece, non si fida dei suoi cittadini, neppure di quelli altamente qualificati ed anziché educarli, prevedendo sanzioni serie e rigorose nel caso in cui sbaglino, preferisce alimentare un giro vorticoso di poveri diavoli che si aggirano per gli uffici giudiziari in cerca dell’anima buona che gli mette un “timbretto”, impiegando male le proprie risorse … “Cambiare verso” probabilmente significa rifondare il principio dell’affidamento nel cittadino e non nei timbri e nella carta bollata. Saprà il nostro nuovo Ministro della giustizia Orlando, non addetto ai lavori e neppure laureato, affrontare questi temi e sopratutto conosce quali sono i gangli nei quali si annida l’inefficienza? Spieghiamo ai cittadini come lo vogliamo cambiare questo verso!
Cambiare verso alla giustizia

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