Qualche giorno fa sono stato al palazzo di giustizia civile di Santa Maria Capua Vetere collocato in un condominio e per l’ennesima volta mi sono reso conto che agli avvocati gli si può fare di tutto. Fila per il ritiro delle copie regolamentata con distribuzione automatica di numeri e display. Sono arrivato alle 9,00 ho preso il n. 136, mentre si era appena al n. 5, ho fatto un’udienza, sono ritornato che erano le 10,00 ed erano appena arrivati al n. 19. Una bella scritta avvisava gli avvocati che il servizio chiudeva alle 12,30 e non si andava oltre. Della serie: “ritenta sarai più fortunato!” Un Collega mi ha detto che lui era arrivato alle 8,15, conquistandosi il n. 8. Il personale è poco, è vero, ma vorrei conoscere di persona il dirigente che ha organizzato il servizio e scelto i locali. L’ufficio copie del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, infatti, è ubicato in una stanzetta, divisa da un bancone dove sono collocate due impiegate, nella quale si iscrive a ruolo, si rilasciano le copie e si disbriga la burocrazia della Volontaria Giurisdizione. La fila fa concorrenza a quella delle poste, ma è tutta distribuita su un piccolo ballatoio e sulle scale. Una sorta di girone infernale nel quale ci si immerge man mano che scalano i numeri. Mi capita sempre a Santa Maria Capua Vetere e, quindi, ho chiesto ai Colleghi Sammaritani se hanno mai protestato per il trattamento riservato. Ho anche aperto la porta ed ho protestato con tono calmo. La povera impiegata, ovviamente, anche lei stressata mi ha detto in modo perentorio che lei non c’entrava nulla e che le avrei fatto un piacere se fossi andato a protestare dal Presidente del Tribunale e dal dirigente Amministrativo. Si capiva bene dal tono, che alla povera impiegata non fregava nulla della sorte degli avvocati che, secondo lei, non potevano manco sfogarsi un po’, ma stare semplicemente zitti, come stavano zitti gli ebrei nei campi di concentramento per entrare a fare la “doccia”. L’avvocatura non è più la stessa, o forse non è mai stata ciò che ritengo debba essere. L’unica che ho visto reagire è stata una collega minuta che ha alzato un po’ la voce, arrabbiata, rispondendo alla povera impiegata costretta a lavorare sotto stress con tutti questi avvocati addosso (alle 11,30 erano arrivati nientedimeno al n. 30). Al tono perentorio della povera impiegata sotto stress la quale non faceva altro che dire che lei stava lavorando, la collega minuta ha risposto: “Anch’io sto lavorando ma con la differenza che a me non mi pagano Lei prende lo stipendio!” Ho letto che sono state approvate le tariffe forensi il 10 marzo u.s. chissà quanto avranno valutato quattro ore di fila sulle scale, uno addosso all’altro come le pecore.
Nella foto la “fila” davanti all’ufficio copie e ruolo del tribunale di santa maria capua vetere, avvocati ammassati come le pecore sulle scale in violazione di ogni norma sui luoghi di lavoro. Tribunale illegale!!!
vedi anche:
Il palazzo di Ingiustizia di Napoli (clikka)
cambiare verso alla giustizia (clikka)
Da Repubblica Napoli:
E certo…. Oggi chi prende uno stipendio è “colpevole” di qualunque cosa, anche delle inefficienze dei propri superiori e, soprattutto, di quella dell’amministrazione. Gli avvocati, invece, hanno il diritto di sfogarsi, mostrando un coraggio da Leone, con quella che altro non è che un’altra vittima, forse più di loro, rea di saper gestire le ingiustificate invettive dei cuor di leone. Ormai, è passata l’idea che l’utenza possa tutto nei confronti di un busta-pagato, compreso il lancio di pomodori.
Poi, però, quando gli chiedi di rappresentare tutte le rispettive ragioni dal Capo dell’ufficio, alias Presidente del Tribunale, l’avvocato cincischia.
"Mi piace""Mi piace"