Prendo spunto da quello che ho letto oggi sul Corriere della Sera per dire che anche io mi aspetto che i partiti abbiano almeno un po’ di buongusto evitando di mettere delinquenti nelle liste. Io aggiungerei che l’impedimento dovrebbe valere anche per i “nani e ballerine” che si sono già esibiti nel corso delle legislature e poi visto che sono tentato aggiungerei anche l’esclusione dalla competizione elettorale per quelle persone che pensano che il Parlamento sia una mucca da cui “suggere il latte” e mi riferisco al disgustoso episodio che ha visto protagonista il parlamentare Antonio Razzi, “un uomo responsabile” (http://www.youtube.com/watch?v=0aiNbGFmoR8) che non credo sia l’unico a pensarla così. Ecco posso dire che questo tipo di parlamentare mi fa schifo nel vero senso della parola!! Ma poi lo so mi faccio prendere la mano e direi ai “vecchi” che hanno fatto qualche decennio in parlamento, ebbene … ma …. ma andatevene a casa e basta avete dimostrato già quello che valete ! Per dirla tutta ma non proprio qualche giorno fa ho visto in TV su la 7 anche la “mummia”, non il film, ma paolo cirino pomicio, ma quanti anni ha? e quante legislature si è fatto? Condannato della vecchia repubblica è attuale presidente della tangenziale di Napoli S.p.a. immagino come premio e sarà anche pagato … ma questa gente non si stanca ? gli italiani non si stancano ? … a dire il vero mi sono indignato poiché le televisioni ed i giornali dovrebbero farli scomparire ed invece questi ce li ritroviamo a discutere della crisi e delle soluzioni alla crisi, proprio loro che hanno nuotato nel mare di corruzione di tangentopoli … a pensarci e peradossalmente come cittadino mi sento anche responsabile di questa condizione politica …. Comunque di seguito l’articolo di cui ho accennato e che mi ha scatenato queste riflessioni di Sergio Romano sul Corriere della Sera di oggi 06.09.2012:
“Quando è stato scritto, qualche mese fa, che la riduzione del numero dei parlamentari avrebbe dato soddisfazione a una domanda del Paese, non abbiamo registrato, nel mondo politico, obiezioni e riserve. Quando è stato ricordato che gli italiani non volevano più andare alle urne per votare liste confezionate nelle segreterie dei partiti, ci è sembrato che tutte le maggiori forze politiche ne fossero consapevoli. Quando molti hanno ricordato che la legge contro la corruzione non è necessaria perché richiesta dall’Europa, ma anche e soprattutto perché serve a contrastare il virus della sfiducia nelle istituzioni che circola ormai come il sangue nelle vene del Paese, nessuno li ha pubblicamente contraddetti. E quando abbiamo creduto che queste fossero le misure su cui i partiti avrebbero concentrato ogni loro sforzo nei mesi seguenti, abbiamo pensato che la politica italiana avesse finalmente imboccato, per concludere decorosamente una difficile legislatura, la strada giusta. Mentre il governo dei tecnici faceva del suo meglio per risanare i conti dello Stato e smentire il pessimismo dei mercati, i maggiori partiti avrebbero usato del tempo di cui disponevano per dimostrare che avevano capito lo stato d’animo del Paese, che non potevano affrontare gli elettori senza avere risolto alcuni dei problemi più lungamente e inutilmente dibattuti nella storia politica italiana.
Ci sembrò, oltretutto, che i partiti ne avessero la convenienza. Avrebbero evitato di provare al Paese che non vogliono diminuire il numero dei parlamentari, che non sono capaci di accordarsi sui concetti di corruzione e concussione, e che l’attuale legge elettorale, anche quando affermano il contrario, è quella che maggiormente corrisponde ai bisogni di una nomenklatura preoccupata soprattutto dalla propria sopravvivenza e dalla gelosa conservazione delle sue prerogative. Naturalmente non lo ammetteranno mai, e gli italiani corrono così il rischio di assistere, nei prossimi mesi, alla commedia delle accuse reciproche. Ma spero che non si illudano. Anche se qualcuno, soprattutto in materia di corruzione, può essere più responsabile degli altri, il risultato sarà quello di aumentare il disgusto per la politica dei politici e soprattutto per un Parlamento che verrà considerato incapace di rivendicare ed esercitare il proprio ruolo. Ciò che maggiormente colpisce in questa vicenda è la cecità dei maggiori partiti. Credono di lavorare per i propri interessi e stanno invece lavorando per quelli dei loro nemici, vale a dire per quella velenosa combinazione di demagogia e populismo che si sta diffondendo nella società nazionale.
In questo quadro sconsolatamente negativo rimane una sola speranza. Se ci toccherà ancora una volta di votare con il Porcellum, non vorremmo trovare nelle liste persone impresentabili. Siamo garantisti e sappiamo che una indagine non equivale a una condanna. Ma le segreterie, dal momento che non vogliono privarsi del diritto di scegliere i candidati, dovrebbero almeno impegnarsi pubblicamente a rispettare questo elementare principio di moralità politica: non servirsi del Parlamento per mettere qualche loro compagno al riparo dalla giustizia”.
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