Il Comune sfora del 3 per cento troppo alta la spesa per il personale

Il Comune sfora del 3 per cento troppo alta la spesa per il personale

La questione della spesa del personale credo assuma rilievo per ogni forma di assunzione operata dal Comune ivi comprese quelle relative alle società partecipate (vedi internalizzazione ASIA). Come consigliere insieme al gruppo consiliare Napoli è Tua, qualche mese fa,  ebbi modo di chiedere formalmente i dati della spesa corrente e quella del personale agli uffici del comune che non ci sono stati forniti. L’articolo di seguito mostra come i dati che sarebbero stati rielaborati direttamente dalla Corte dei Conti e siano rilevanti anche per l’anno in corso. Se la notizia è fonadata credo che si debba aprire una attenta riflessione su come la politica debba muoversi in questo campo minato di norme, conti e numeri. Non credo che ci sia più spazio per promesse che non si possono mantenere, ma occorre sempre uno studio approfondito delle questioni che nel caso di specie vedono coinvolti giovani preparati di cui il comune avrebbe bisogno per porre in campo una seria e rinnovata azione amministrativa.

Da La Repubblica Napoli del 01.07.2012

Stop ai contratti a tempo determinato, a rischio 56 dirigenti

di ANTONIO DI COSTANZO

“Al Comune i conti non tornano più. La spesa relativa al personale ha sforato del tre per cento i parametri stabiliti per legge. E questo, come prima cosa, vuol dire che non si potranno più rinnovare i contratti a tempo determinato. Ci sono almeno 50 milioni di euro da recuperare. Anzi, da risparmiare.
I nodi sono venuti al pettine dopo che la Corte dei conti, la scorsa settimana, ha inviato al sindaco Luigi de Magistris una nota con la quale ha chiesto una dettagliata relazione sulle spese correnti effettuate. Non una richiesta generica sul totale delle spesa sostenute, ma il dettaglio di ogni singolo capitolo. Come a dire: dateci i numeri, poi i calcoli finali li facciamo noi.
Questo è l’inizio di una storia che potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Gli esperti del Comune hanno iniziato una nuova e più accurata verifica per evitare rischi. E il risultato, qualora fosse confermato, sarebbe a dir poco imbarazzante: l’esborso ha superato il 50 per cento del rapporto dell’incidenza sulle spese correnti. In parole povere, oltre la metà dei soldi va via in stipendi anche a causa dei circa diecimila lavoratori arruolati in questi anni in aziende e società partecipate.
Lo sforamento si aggirerebbe intorno al 3 per cento, il che vuol dire che il Comune spenderebbe cinquanta milioni di euro in più rispetto a quanto potrebbe fare. Un bel grattacapo per Riccardo Realfonzo, l’assessore al Bilancio, impegnato a far quadrare i conti e a eliminare ogni spreco nel solco del rigore.
Ma come si è arrivati a questo? In tempi di crisi il Comune è stato costretto a molte rinunce, soprattutto se economicamente dispendiose. Lo stipendio del personale in servizio, invece, è rimasto quasi invariato. E così la spesa di questo capitolo ha superato il 50 per cento del totale della spesa corrente, violando così uno dei principali paletti stabiliti per controllare i bilanci delle amministrazioni pubbliche: è come stare su una bilancia, se si scende da un lato, bisogna fare altrettanto dall’altro.
A pesare sulla casse del Comune, tra l’altro, ci sono i 63 “intoccabili” staffisti di sindaco e assessori, assunti per assistere il primo cittadino e la sua squadra: costo 2 milioni di euro l’anno.
I primi a pagare per il fuori budget sono i lavoratori a tempo determinato cui non sarà rinnovato il
contratto. D’altra parte, lo vieta la legge. La notizia è stata già comunicata a 17 giovani che, dopo quattro anni di precariato, si sono visti dare il benservito. Si tratta di architetti e ingegneri impegnati nel settore mobilità, strade e urbanistica. Tutti a spasso. Tutti allontanati dal Comune che non ha la possibilità di rinnovare loro il contratto.
Ma questo è solo l’inizio. Seguiranno presto nuovi dolorosi tagli, se non si troveranno altre soluzioni per bilanciare la spesa del personale che categoricamente non può superare il cinquanta per cento del totale di quelle correnti.
A rischio ci sono 56 dirigenti, tra loro 17 contratti esterni e 39 dipendenti a tempo indeterminato che svolgevano incarichi dirigenziali. Questi ultimi saranno retrocessi, ma comunque sono più fortunati rispetto ai loro colleghi perché conserveranno il posto. Al mosaico vanno aggiunti i precari delle partecipate e 64 lavoratori socialmente utili che avrebbero dovuto essere stabilizzati dopo un percorso iniziato da anni, ma che, restando così le cose, non potranno essere assunti. Come se non bastasse, non sarà assorbito neanche chi è risultato idoneo al concorso.
E in questi giorni si stanno verificando anche episodi al limite del grottesco. Come quello accaduto a un esperto dirigente, coordinatore all’Urbanistica, che venerdì si è presentato a Palazzo San Giacomo per il rinnovo del contratto e ha scoperto che non solo non gli sarebbe stato rinnovato l’incarico di coordinatore, ma neanche il lavoro. A questo punto il professionista ha fatto protocollare la lettera di dimissioni, andando in pensione con sei mesi d’anticipo”.

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