I Tagli dei Dirigenti al Comune

Questa grave condizione delle casse del Comune determina anche la impossibilità allo stato di dare luogo all’assunzione di quei profili professionali selezionati dall’ultimo concorso Formez che sono risultati idonei, ma non vincitori di concorso. Gli accorpamenti e lo spostamento dei dirigenti ha anche riguardato gli uffici del Consiglio Comunale per le quali è mancato un passaggio, credo istituzionale, con i consiglieri stessi o per lo meno con i capigruppo che si sono trovati davanti a “cose fatte”.

Dal Corriere del Mezzogiorno del 25.luglio 2012

NAPOLI — Di necessità virtù. Al Comune di Napoli, visto che non c’erano più i soldi per rinnovare i contratti ai dirigenti esterni, si è proceduto con molti accorpamenti di uffici e razionalizzazioni che hanno portato alla chiusura di 72 servizi per un taglio del 41 per cento. Decolla così la riorganizzazione della macchina comunale, che per molti sa di piano di salvataggio, e che prevede 8 direzioni centrali e 151 servizi: sono i numeri della nuova macchina comunale varata a Napoli dalla giunta de Magistris. Il Comune passa così dalle 20 strutture più o meno grandi, con 223 servizi, ai più ridotti e snelli numeri attuali con un taglio di 72 uffici. Ma, sopratutto, nessun dirigente o collaboratore esterno: i soldi per pagarli, infatti, non ci sono più. Non sono mancate promozioni e bocciature tra i dirigenti e i facente funzione, mentre il sindaco ha annunciato che presto sarà nominato il nuovo comandante dei vigili che rileverà l’interim di Attilio Auricchio.
In alcuni casi, è stata rispettata la normativa del governo centrale che obbliga a non poter più fare contratti dirigenziali ad esterni, in altri casi è stata attuata una politica di riorganizzazione che ha valorizzato chi in questo anno ha lavorato al fianco della giunta condividendone i principi. Sono state create alcune macroaree; è stato creato il Centro unico degli acquisti che promette di essere un riferimento di efficienza, il Centro elaborazione dati è stato accorpato in una unica grande struttura, riferimento di efficacia secondo l’amministrazione. Inoltre, è stato rafforzato l’Ufficio relazioni con il pubblico, la gestione delle Municipalità, il Controllo interno e ed un’area è stata dedicata al controllo anticorruzione e trasparenza. Ed è stato accorpato anche l’ufficio stampa del consiglio comunale con quello della giunta. «Con la riforma dell’assetto organizzativo oggi approvato, viene fatto un ulteriore passo avanti verso il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’attività svolta dagli uffici del Comune di Napoli», ha detto il sindaco, Luigi de Magistris che ha precisato come in questo modo si risponde anche alle richieste del governo centrale. Dal «palazzo» precisano che questa è solo la prima parte della riorganizzazione della «macchina» comunale. Rispetto alla precedente macrostruttura, la nuova organizzazione si caratterizza per essere nel complesso più snella. Al posto di 10 direzioni centrali (a loro volta articolate in servizi), 7 dipartimenti (a loro volta articolati in servizi), 3 Servizi autonomi, per un totale di 20 strutture organizzative di massimo livello, la nuova struttura si articola in 8 Direzioni Centrali, 5 Servizi autonomi e 3 Dipartimenti, per un totale di 16 unità. Tale riduzione ha riguardato anche le Municipalità, passate dal precedente modello a 5 servizi (direzione, 2 servizi amministrativi e 2 servizi tecnici) ad un modello organizzativo che prevede l’articolazione in una direzione di Municipalità e due servizi, uno amministrativo e l’altro tecnico. «Non possiamo pagare debiti che non ci riguardano e ogni giorno dobbiamo fronteggiare questo», ha detto il sindaco presentando la riforma del «Comune nuovo». De Magistris fa riferimento a debiti per 2 miliardi di euro creato, a suo dire, dalle precedenti gestioni. «Non chiediamo che questo debito scompaia, ma che si possa spalmare negli anni per poter governare finalmente senza lacci e lacciuoli, siamo comunque rispettosi, perché in attesa che il governo si ricordi di Napoli, stiamo intervenendo su tutte le priorità indicateci, come la lotta agli sprechi, evasione, valorizzazione del patrimonio immobiliare. Se non si capisce questo sforzo, il mio atteggiamento sarà molto diverso rispetto a quello tenuto fino ad ora».

 

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