Oggi (07.08.2014) in Consiglio Comunale sono intervenuto sulla prossima firma dell’accordo sull’area di Bagnoli che dovrà avvenire il 14.08 p.v. senza che il consiglio abbia avuto la possibilità di discutere. Ho richiamato il comunicato che mi è stato consegnato con le firme di: Assise Cittadina per Bagnoli, comitato “Una spiaggia per tutti”, Italia Nostra Campania, Verdi Ambiente e Società, Bancarotta Bagnoli, laboratorio politico ISKRA, Ex Funivia, movimento per il diritto all’abitare “Magnammoce ‘o pesone”, Assise di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, Sinistra anticapitalista, Monitor Napoli, Insu Tv, gruppo comunale, Movimento 5 Stelle Napoli, deputato M5S Roberto Fico.
Per questo motivo ho proposto un Ordine del Giorno (clikka) con il quale sostanzialmente ho chiesto che si informassero prima i cittadini ed il consiglio comunale di ciò che il Sindaco andrà a firmare con il Presidente del Consiglio il prossimo 14.08. Al fine di far comprender alla città quali sono i gruppi politici che vogliono ed attuano la trasparenza e quali invece quelli che tale trasparenza la predicano ma non la praticano ecco chi ha firmato e chi no:
FIRMATARI: Gennaro Esposito (RD), Carlo Iannello (RD), Vittorio Vasqez (SIM), Marco Russo (SIM), Antonio Borriello (PD), Ciro Fiola (PD), Simona Marino (Città Ideale), Ciro Borriello (SEL), Giovanni Lettieri (NCD), Carmine Attanasio (Verdi), Ginetta Caiazzo (Verdi), Antonio Crocetta (PSI – FED)
I NON FIRMATARI: IDV (Luongo, Troncone, Lorenzi, Beatrice, Formisano, Frezza), Centro DemocrAtico (Varriale e Pace), NET (Sgambati).
Nel mio intervento ho richiamato gli atti della Regione Campania di cui al mio precedente post (clikka)
Il mio intervento al 02:03:22
Di seguito la lettera di Gerardo Mazziotti da Il Roma di oggi (07.08.2014)
L’OPINIONE La repubblica napoletana
DI GERARDO MAZZIOTTI
Anche se non proclamata ufficialmente come accadde nel 1799 la città di Napoli è, di fatto, una piccola repubblica. Verrebbe da dire delle banane visto il modo come viene amministrata da decenni. Invece è una repubblica dei soprusi, delle prevaricazioni, delle prepotenze. In uno, della illegalità. Le leggi dello Stato italiano e gli accordi stipulati col suo governo non vi hanno alcun valore. A dispetto del fatto che il suo Capo, ex magistrato rigoroso, ha promesso ai napoletani “discontinuità col passato e legalità “. Non si spiega altrimenti il diverso destino della legge numero 582, recante “Disposizioni urgenti per il risanamento dei siti industriali delle aree di Bagnoli e di Sesto San Giovanni “, approvata dal Parlamento il 18 novembre 1996. Anche a seguito delle sollecitazioni dell ‘Unicef per il ripristino della balneazione dei bambini a Coroglio. A Milano, facente parte dello Stato italiano, le disposizioni per Sesto San Giovanni sono state sollecitamente attuate. Nella repubblica napoletana invece il comma 14 dell’articolo 1, che “prescrive il sollecito ripristino della morfologia naturale della costa di Bagnoli (…) con rimozione di tutto quanto l’ha alterata “, ha dato luogo a uno scontro, che dura da diciotto anni, tra un blocco sociale (costruttori, industriali, professionisti, docenti universitari, amministratori, giornalisti, politici e faccendieri) che non intendono rispettare la legge 582/96 e il fronte degli ambientalisti (assise cittadina di Palazzo Marigliano, La repubblica napoletana Comitato giuridico di difesa ecologica, Italia Nostra, Fondazione lannello, Associazione “Salviamo Bagnoli “, Fondazione Internazionale Medici dell’Ambiente, AssiseBagnoli e altre) che sono determinati nel difendere il diritto dei napoletani a ripristinare la balneazione delle spiagge e del mare di Coroglio. Il nodo della questione è la cosiddetta “colmata a mare”. Una montagna di veleni (tra i quali gli idrocarburi policiclici aromatici altamente cancerogeni) che, negli anni ’60, ha trasformato la spiaggia di Coroglio in una discarica dei rifiuti industriali. Una colmata pericolosissima, che i ministri dell ‘Ambiente Edo Ronchi, Altero Mattioli e Alfonso Pecoraro Scanio hanno definito “una bomba ecologica da rimuovere sollecitamente per salvaguardare la salute pubblica e per ridare ai napoletani la loro spiaggia e il loro mare “. E la rimozione della colmata è prevista dall ‘Accordo di Programma del luglio 2003, firmato col ministro dell’Ambiente del governo Berlusconi, ed è confermata nel! ‘Accordo di Programma Quadro, firmato nel dicembre 2007 con sette ministri del governo Prodi. Non solo. ma la sua rimozione è prevista dal Pue di Bagnoli (piano urbanistico esecutivo) del novembre 2003, approvato dal consiglio comu nale in vista della Coppa America che il giorno 26 lo svizzero Alinghi avrebbe dovuto assegnare a Napoli (sul fallimento di quella operazione e sulle ingenti risorse economiche investite questa città generosa ha steso un velo pietoso…). La sua rimozione è confermata dal vigente Pua (piano urbanistico attuativo) dell ‘aprile 2005. E siccome hanno forza di legge non posso no essere violati. Nemmeno a Napoli. E opportuno precisare che questi AdP sono stati firmati dagli amministratori del Comune, della Provincia e della Regione e anche dalla BagnoliFutura, quando nel suo CdA ñ ‘era ‘ingegner Ambrogio Prezioso in rappresentanza dell ‘Acen. Perciò la sua proposta dell ‘altro ieri di non rimuovere la colmata lascia stupefatti. Siamo riusciti a impedire ali ‘assessore Rocco Papa di realizzare il porto canale. E a impedire al super assessore Nicola Oddati di utilizzare la colmata come location del Forum delle Culture. E al vice sindaco Tino Santagelo di trasformarla “nella passeggiata a mare più bella mondo “. E al sindaco Luigi de Magistris di farne la sede delle regate veliche della Vuitton Cup. Riusciremo a impedire che la colmata diventi un suolo edificatorio di utilizzare la colmata a mare di Bagnoli
come suolo edificatorio per alberghi, ristoranti e abitazioni con discesa a mare, serviti da un porto turistico.
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