Allo Stadio San Paolo c’è chi gioca e c’è chi paga

sanpaoloLo Stadio San Paolo è diventato un esempio di come vengono gestiti male i beni pubblici per il forte condizionamento della politica.

Eppure le parole d’ordine della campagna elettorale del 2011 sono state Bene Comune e Democrazia Partecipata, parole che si sono rivelate, purtroppo, frutto di una speculazione sia dottrinaria che politica e che hanno prodotto solo la trasformazione dell’ARIN in ABC con implicazioni di regime giuridico che non vi sto qui a raccontare.

Il vigente ordinamento, infatti, conosce solo la distinzione tra beni pubblici e beni privati e l’esperienza, purtroppo, ci ha insegnato che la solita tiritera della incapacità a gestire i beni pubblici è servita solo a s-vendere il patrimonio pubblico e ad esternalizzare i servizi pubblici che restano l’unica fonte sicura di reddito per gli imprenditore in cerca di affari.

Ebbene, anche il San Paolo non si sottrae a questa tesi se, l’unica proposta pervenuta qualche tempo fa dal Patron del Napoli, è stata quella di acquistarlo per 1 €. (il cd. nummo uno di romana memoria).

Devo dire però che di fronte al Calcio tutte le amministrazioni cittadine sono state supine al volere del Patron del Napoli, nessun politico, infatti, ha mai avuto il coraggio di chiedere neppure il pagamento del dovuto a De Laurentiis e da quanto mi dicono questo valeva anche per Ferlaino e gli altri Patron che si sono succeduti nel tempo.

Abbiamo, purtroppo, avuto tutti politici con la paura di inimicarsi i tifosi, come se questi non fossero pure cittadini che pagano le tasse ed il biglietto per andare a vedere la partita! Solo grazie ad un esposto proposto da noi alla Corte dei Conti, infatti, si è giunti a far pagare al Calcio Napoli la somma di 6.230.000,00 €. dovuti dal 2006 al febbraio 2014 per canoni di concessione.

Oggi (03.08.2014) da quello che leggo su Repubblica Napoli ci risiamo poiché il Patron del Napoli, a convenzione scaduta, pretenderebbe dal Comune e, quindi, dai cittadini napoletani, tifosi e non, che sostituisca un “momento momento” i 60.000 seggiolini del San Paolo per adeguarlo alle prescrizioni UEFA e, quindi, sborsi di tasca NOSTRA “appena appena” 6.000.000 di €., minacciando, come al solito di andarsene a giocare altrove o di non giocare proprio la Champions.

Ora mi chiedo è possibile che colui che incassa milioni di euro sfruttando un bene pubblico, ivi compresa, acqua, luce e gas per diversi milioni all’anno a carico NOSTRO, arrivi a pretendere anche un ulteriore esborso quando le condizioni della città sono sotto gli occhi di tutti? E’ possibile che un imprenditore importante come De Laurentiis non capisca che le vacche sono talmente magre che sono morte?

Eppure, tutte le volte che ho sentito il Patron del Napoli parlare è sempre stato molto duro con la politica anche se poi quando capita l’occasione, come in questo caso, è egli stesso a pretendere un comportamento politicamente scorretto.

Il fatto è che la scarsa considerazione della politica e dei politici indebolisce l’autorevolezza delle donne e degli uomini alla guida delle istituzioni e consente ai cd. poteri forti di sopraffare il bene e l’interesse pubblico ed è per questo motivo che è sempre più urgente arruolare una classe dirigente autorevole che non faccia sconti a nessuno quando si tratta di tutelare gli interessi dei cittadini!

Ovviamente la mia proposta di fare qualche soldo con lo stadio vendendo il nome (clikka) giace nei cassetti del Consiglio Comunale perché evidentemente potrebbe disturbare i manovratori! Allo Stadio San Paolo c’è chi gioca e c’è chi paga solo che a pagare siamo sempre noi cittadini.

La mia proposta: Caro De Laurentiis mi dispiace ma non possiamo pagare i seggiolini faremmo un torto ai cittadini. Le consiglio di mettere mano alla tasca; compri i seggiolini e li doni al Comune. Credo che anche Lei comprende benissimo che non si possono spendere dei soldi per comprare dei seggiolini quando si devono aggiustare le buche per strada, i cornicioni che cadono, si devono potare gli alberi che cadono, si deve pagare la mensa scolastica, la case famiglia, i dipendenti, i semiconvitti, il trasporto pubblico etc etc etc etc …. forza faccia uno sforzo che tutto sommato il calcio rende …

Vedi anche:

Il sequestro della Corte dei Conti (clikka)

la mia intervista sullo Stadio San Paolo (clikka)

Stadio San Paolo più politica e meno gossip (clikka)

per lo stadio san paolo occorre che si rispettino i ruoli (clikka)

Il destino dello stadio san paolo (clikka)

Da Repubblica Napoli di oggi 03.08.2014

Seggiolini nuovi o addio champions

ALESSIO GEMMA

I SEGGIOLINI dello stadio San Paolo non sono a norma. Devono essere sostituiti per la stagione calcistica 2015/2016. Lo ha deciso la Uefa, pena l’esclusione del Calcio Napoli dalle coppe europee. Il club di Aurelio De Laurentiis lo ha comunicato un mese fa al Comune. Si tratta di 60 mila posti a sedere: la spesa per cambiarli si aggirerebbe sui 6 milioni di euro. Per quest’anno è scattata una deroga, ma per il prossimo anno bisogna completare l’intervento. Chi pagherà? “Il proprietario dell’impianto”, fanno sapere dalla società azzurra. A Palazzo San Giacomo si è aperta la querelle. Per gli uffici tecnici deve essere il patron a finanziare l’opera. Non la pensano allo stesso modo i collaboratori del sindaco. È l’ultima grana che si incrocia con la scadenza, il 30 giugno scorso, del rapporto tra Comune e società sportiva sulla concessione dello stadio. La giunta ha dato l’ok ad una proroga di due mesi. La soluzione per continuare a giocare a Fuorigrotta da settembre sarebbe un accordoponte di due anni. Con alcuni termini da rivedere rispetto all’attuale convenzione: De Laurentiis pagherebbe un canone fisso e non più una percentuale sull’incasso; le utenze, acqua e luce, sarebbero a carico del club e non più del Comune. Ma soprattutto il patron dovrà presentare entro un anno un progetto di riqualificazione dell’impianto. «Credo che i seggiolini spettino al Calcio Napoli — dichiara Gennaro Esposito, già presidente della commissione sport —. Non si può chiederlo ai cittadini, visto quanto ricava il Napoli dal San Paolo».

Il Grande Progetto UNESCO: Una corsa persa contro il tempo

53bffdbde4b01ce682ad299d_750x361I crolli che sono accaduti in città e che tuttora accadono, mi hanno spinto ad approfondire il tema dei finanziamenti europei non spesi e della gravissima responsabilità che è addebitabile ad una classe dirigente che non è in grado di creare opportunità di sviluppo per la città e per la regione.

Con mortificazione e rammarico constato che Napoli è diventata una città interdetta dai nastri bianchi e rossi che segnalano il pericolo di crolli di intonaci e calcinacci finanche nel pieno centro antico con i turisti costretti a scavalcare gli ostacoli.

Il crollo del cornicione della galleria mi ha ferito, come ha ferito i tanti genitori napoletani che non potrebbero mai accettare la morte di un loro figlio per una cosa del genere. Ho, pertanto, chiesto all’Amministrazione l’Elenco dei Progetti UNESCO (clikka) nonché gli Incarichi Progettazione (clikka), per capire innanzi tutto chi sono i dirigenti ed i funzionari che si occupano del Grande Progetto UNESCO che sta diventando un po’ come il Forum delle Culture che si starebbe realizzando ma nessuno se n’è accorto.

Orbene come sempre mi faccio delle domande e nei documenti cerco le risposte.

Dalla lettura della Determina del 13.01.2014 (clikka) ho tratto alcune riflessioni che mi sembrano confermino i miei dubbi e che voglio condividere perché sono convinto che la trasparenza ed il confronto siano il sale della politica e della buona e corretta amministrazione.

In primo luogo il finanziamento UNESCO è relativo al programma 2007/2013 ma, diciamo l’idea del Grande Progetto ai nostri “geniacci” dell’amministrazione regionale è venuta solo il 28.03.2011, data nella quale è stata adottata la Delibera Regionale di Giunta con la quale si è deciso di spendere i fondi che erano già destinati a noi dal 2007, mentre la commissione europea ha dichiarato ricevibile il progetto (dopo sette mesi) il 19.10.2011.

In sostanza per quello che posso capire dal 2007 al 2011 ci abbiamo messo 4 anni per programmare la spesa dei soldi nostri (che corriamo il rischio di perdere ) e solo dopo che ci era stato comunicato che era a rischio il riconoscimento UNESCO!

Le date sono importanti per capire e smascherare chi si giustifica e cerca di scaricarsi le responsabilità. Difatti, solo il 25.05.2012, quindi, un anno prima della fine della programmazione (2013) si è individuato il responsabile unico del procedimento del GRANDE PROGETTO UNESCO. In sostanza ci abbiamo messo sette mesi per scegliere il dirigente che dovrebbe coordinare tutta la progettazione e che a sua volta dal 2012 al 2014 ci ha messo due anni per scegliere i tecnici che dovrebbero curare la progettazione (come risulta dalle date delle stesse determine (clikka).

Va detto che per concludere le opere abbiamo due anni di tempo dalla chiusura della programmazione, quindi, come tutti sanno le opere dovrebbero essere terminate entro il 31.12.2015, quindi, tra poco più di un anno, salvo una proroga che potrebbe forse essere concessa ma che, in un convegno un assessore regionale, disse che noi non avremmo chiesto (?).

Ora mi domando sono in ballo 100.000.000,00 di €. e dovremmo mandare a bando opere per le quali ad oggi non abbiamo la sicurezza che saranno accettate dall’UE poiché fuori tempo massimo? E’ possibile una cosa del genere? E’ possibile che tra l’idea e la realizzazione dobbiamo perdere anni e quindi i soldi?

Parlando con alcuni tecnici pare che uno dei nodi stia nel fatto che ai Dirigenti e Funzionari (del Comune e della Sopraintendenza) va un compenso per la progettazione che si quantifica nel 2% sull’importo dei lavori, quindi, 2.000.000,00 di €. e che tale modalità sia fortemente caldeggiata dalla burocrazia interna poiché, ovviamente, è fonte di reddito.

L’alternativa, forse, poteva essere quella di mettere a bando la progettazione, con lo stesso compenso previsto per i tecnici interni, assegnando tempi certi e perentori sicuramente più ridotti rispetto a quelli della burocrazia, col conseguente beneficio di mettere anche in circolazione idee e lavoro per studi, architetti ed ingegneri che forse, in questo momento, non avendo il reddito fisso dei dirigenti e funzionari del Comune e della Soprintendenza, avrebbero avuto sicuramente più bisogno.

Inoltre, con la modalità del bando di progettazione si sarebbe evitata anche una spiacevole commistione di ruoli che, purtroppo, c’è nella progettazione interna dovuta al fatto che i progetti vengono validati dagli stessi uffici che li redigono, mentre, invece, avremmo potuto assegnare ai nostri bravi tecnici interni il solo compito di controllare e validare i progetti che avremmo potuto mettere a bando generando quindi sicuramente una maggiore imparzialità nelle valutazioni!

Per come vanno le cose per un momento ho temuto che non realizzandosi le opere avremmo comunque dovuto pagare la progettazione poi dal servizio mi sono fatto mandare il regolamento incentivi che pare disponga il pagamento solo al collaudo delle opere … mi chiedo e se le opere progettate non si dovessero realizzarsi, non è che ci potremmo trovare anche nella spiacevole condizione di dover comunque pagare questi nostri bravi architetti?

Sono sicuro che mi sono sbagliato su tutto e che entro il 31.12.2015 avremo tutte le opere UNESCO realizzate … con 100.000.000,00 di € spesi e quindi con posti di lavoro ed economia … ne sono certo vedo già la città risplendere di luce UNESCO …

Sulla spinta della indignazione ho scritto sul punto post che Vi linko:

Non sia inutile la morte di Salvatore (clikka),

una città che crolla e la cultura della sicurezza (clikka),

la città crolla e la regione restituisce i soldi (clikka)

 

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