Per come si sta profilando lo scenario delle politiche non si capisce nulla, ma una cosa è certa queste prossime politiche se non vogliamo regalare il paese a Grillo (che pure è una scelta) bisogna guardare con attenzione alla composizione delle liste. Il PD dalle primarie è uscito rafforzato ed adesso vanno tutti all’attacco. Si ricompongono i BIG stantii ed ammuffiti. I candidati spero abbiano caratteristiche assolutamente indipendenti da ciò che hanno rappresentato le amministrazioni di sinistra passate e crollate innanzi alle note primarie scandalo a sindaco di napoli ed al commissariamento del partito. Mi rifiuto però di pensare che il cambiamento possa passare per la nomenclatura che nella sua spina dorsale ha un cancro da estirpare. Il nuovo che, sono consapevole, non è sempre meglio del vecchio non si vede neppure all’orizzonte. I corazzieri del PD si stanno assestando nelle prime file. Cercare di condizionare questo scenario è un impresa da titani ed occorre una forza popolare consistente per poter convincere i vertici a cambiare rotta perché quella intrapresa è quella della costaconcordia e di questo passo non mi meraviglierei se tra i candidati del PD fosse incluso anche il comandante Schettino.
Da Il Mattono di oggi 16.12.2012
Adolfo Pappalardo
Il regolamento per le primarie dovrebbe ufficializzarlo solo domani sera a Roma, dopo la riunione, in mattinata, con i segretari regionali. Ma la corsa è già iniziata. Come? Con la raccolta delle firme necessarie a scendere in campo. Il 29 e 30 dicembre quasi sicuramente. Firme e incompatibilità per evitare un eccessivo affollamento di chi vuole cimentarsi: perché sarebbe impensabile che gli elettori di centrosinistra (quelli già iscritti alle primarie nazionali) si trovino a dover scegliere tra una rosa di oltre un centinaio di nomi. Troppi. E, quindi, sono allo studio due paletti: le firme e le incandidabilità. Allo studio infatti è prevista una soglia abbastanza alta per poter scendere in campo: il 3 o anche il 5 per cento degli iscritti democrat della circoscrizione di Camera o Senato. Cinquecento firme all’incirca per gli aspiranti onorevoli napoletani. E alcuni stanno già iniziando a raccoglierle. Ma chi può scendere in campo? In teoria tutti ma per circoscrivere ancora di più il campo dovrebbe essere prevista una sorta di incandidabilità alla selezione per chi attualmente ricopre la carica di sindaco, consigliere regionale o europarlamentare. Deroghe sì ma a deciderle sarà direttamente la direzione nazionale del partito. Norme ancora da limare e mettere nero su bianco ma necessarie per evitare di dover stampare schede con un centinaio di nomi per collegio (Senato, Campania 1 e Campania 2). L’obiettivo è quello di arrivare a non più di 70 nomi su cui l’elettore democrat della circoscrizione esprimerà una preferenza (ancora allo studio se potrà metterne due ma per forza uomo-donna).
Da qui la composizione della scheda per le politiche che, escluso un cappello che sarà prerogativa del segretario nazionale, sarà composta, a scalare, da chi sarà riuscito a guadagnare più preferenze. Che poi non sarà certo una passeggiata: nel napoletano gli aspiranti onorevoli potranno contare sui poco più di 90mila elettori delle primarie del 2 dicembre. Gara aperta tra uscenti che scalpitano e aspiranti nuovi parlamentari. Partendo da quest’ultimi sono diversi. Oltre agli ex sindaci Cuomo e Iervolino (dimissionari proprio per scendere in campo) c’è una pattuglia di ben 4 consiglieri regionali: il capogruppo Del Basso De Caro (appena passato dall’area dem a quella di Letta), l’ex Russo, D’Amelio, Amato e Caputo. Per un posto in lista ci sono anche Ciro Cacciola, presidente del comitato Bersani, e Massimo Paolucci, l’ex sub commissario per i rifiuti, dato nelle ultime ore come attivissimo per guadagnarsi un posto al sole. Mentre i renziani si vedranno domani sera per discutere il o i nomi da mettere in campo. Si ragiona su un volto nuovo (magari una donna) e non usurato o altrimenti il passo potrebbe farlo Alfredo Mazzei, capo del comitato del sindaco di Firenze ed ex tesoriere pd.
Intanto, come annunciato da tempo, i democratici campani guadagnano altri due consiglieri regionali. Sono gli ex dipietristi Nicola Marrazzo ed Eduardo Giordano approdati per ora con i moderati-pd di Giacomo Portas.
Il Pd è Monti senza Monti o magari anche con Monti… Interessante per noi più o meno come l’Udc o il Pdl, o no?
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Corretto l’errore Iervolino. Occorre però studiare un modo per interagire con i partiti esistenti di tutti gli schieramenti. Caro Guido sono convinto che si dovrebbe innescare un meccanismo di controllo cittadino sui personaggi che pretendono una candidatura prima di metterli nelle liste spulciando i loro curricula per evitare che si rimesti sempre nello stesso brodo. I partiti devono sapere che hanno il fiato sul collo e non si possono permettere di mettere in lista gente chiacchierata o che ha dimostrato di essere incapace. Quanto al dilemma Monti/PD è chiaro che se la politica del PD dovesse essere quella di Monti allora perché gli Italiani dovrebbero avere una copia rispetto all’originale. Monti rappresenta la faccia pulita della destra ed oggi il nostro paese e, sono convinto anche l’europa, ha bisogno di un governo di sinistra che metta al centro i cittadini e non le banche!
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caro gennaro si tratta di mario iervolino, giá sindaco di ottaviano. rosetta non é candidata.
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Corretto l’errore Iervolino. Occorre però studiare un modo per interagire con i partiti esistenti di tutti gli schieramenti. Caro Guido sono convinto che si dovrebbe innescare un meccanismo di controllo cittadino sui personaggi che pretendono una candidatura prima di metterli nelle liste spulciando i loro curricula per evitare che si rimesti sempre nello stesso brodo. I partiti devono sapere che hanno il fiato sul collo e non si possono permettere di mettere in lista gente chiacchierata o che ha dimostrato di essere incapace. Quanto al dilemma Monti/PD è chiaro che se la politica del PD dovesse essere quella di Monti allora perché gli Italiani dovrebbero avere una copia rispetto all’originale. Monti rappresenta la faccia pulita della destra ed oggi il nostro paese e, sono convinto anche l’europa, ha bisogno di un governo di sinistra che metta al centro i cittadini e non le banche!
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Senza nascondere le difficoltà e i rischi di una coalizione che, bene che vada (e me lo auguro), metta insieme tutti gli anti-Montiani di sinistra ( ce n’è qualcuno anche a destra), senza nascondere quanto di “meno buono” (oltre al buono) ha dato prova di fare il nostro sindaco, che risulterebbe esserne il leader (difetto, quello di nascondere, in cui noi due- pur nei differenti ruoli – non siamo mai caduti), senza minimizzare i limiti di ogni forza organizzata di questa multicolore coalizione che dovrebbe alla fine risultare “arancione”…. Ebbene, credo che sia oggettivamente più possibile incidere su e/o in questa coalizione che non sull’altrettanto variegata e ben più potente compagine del Pd, con annessi satelliti… caro Gennaro, significa essere più che ottimisti, fammelo dire quasi degli illusi, immaginare che la politica del Pd si possa discostare sostanzialmente da quella di Monti per capeggiare “un governo di sinistra che metta al centro i cittadini e non le banche”… Anche a volerli cercare, io non vedo nessun indizio in tal senso e prospettiva. Quindi credo che sulla cosiddetta coalizione arancione, possiamo, oltre che sperare, anche operare. Sul Pd & piccoli soci, credo che non dovremmo nemmeno illuderci o fantasticare chissà quali svolte o correzioni di rotta….
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