Ministra de girolamo si dimetta

degirolamobocciaSi potrebbe dire che la de girolamo (una delle sirene di berlusconi) sia ampiamente rappresentativa delle  cd. larghe intese, essendo sposata con francesco boccia parlamentare del pd (in due faranno circa 30 mila euro al mese sottratte dalle tasche degli italiani). Ebbene la de girolamo nelle intercettazioni che sono state pubblicate di recente da’ prova di essere interessata ai suoi interessi ed a quelli del suo gruppo di potere ristretto. Già questo dovrebbe bastare per mandarla a casa o usando il suo linguaggio poco elegante: Vaff…. La verità è che questa classe politica è difficile da sradicare e l’esercizio del potere non è mai fatto nell’interesse collettivo, ma nell’interesse individuale. Come dice Andreoli, intervistato di recente dalla Gruber, gli italiani sono ladri e per questo scelgono politici ladri. In questo mare difficilmente si riuscirà mai ad avere fiducia dei politici. Abbiamo già perdonato la cancellieri (ministra cancellieri si dimetta (clikka), che ha chiaramente dimostrato di avere una particolare attenzione per la famiglia ligresti, oggi sull’altare della stabilità sacrifichiamo il senso della morale e gli ideali degli italiani tutti i giorni, affossando il paese millimetro dopo millimetro fino a farlo sprofondare tra le braccia del populismo. Bravi!

Di seguito l’articolo sulle intercettazioni della de girolamo tratto dal sito de Il Fatto Quotidiano:

L’Asl di Benevento era cosa loro. Del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo e dei suoi fedelissimi. L’allora semplice deputata Pdl, che è bene chiarire subito non è indagata per i fatti che racconteremo, convocava a casa del padre i vertici dell’azienda sanitaria locale e persone di stretta fiducia. Con loro discuteva di come orientare l’affidamento milionario per il servizio 118, di dove ubicare presidi e strutture dell’Asl, ma anche di questioni spicciole come un sequestro dimozzarelle in un negozio di un “amico di Nunzia” o di come mandare “i controlli” negli ospedali guidati da persone non gradite alla parlamentare azzurra per far capire “che un minimo di comando ce l’abbiamo”.

Le riunioni sono state registrate di nascosto dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia(fu licenziato qualche mese dopo), e depositate nell’ambito di un’inchiesta per truffa e peculato per centinaia di migliaia di euro sottratti dalle casse dell’azienda sanitaria a favore di alcuni imprenditori, costata pochi giorni fa a Pisapia l’obbligo di dimora a Salerno. Con quegli audio Pisapia vorrebbe dimostrare di essere solo un ingranaggio del sistema. Leggendone le trascrizioni, non si trovano riferimenti al merito e a come rendere più efficiente il funzionamento della macchina della sanità pubblica nel nome dell’interesse collettivo. La preoccupazione principale pare invece quella di premiare gli amici e punire i nemici. E tramutare le decisioni in clientele e voti. Vicende che assomigliano a quelle costate inchieste e processi a un altro potentato sannita, i Mastella. Con una sostanziale differenza: secondo l’informativa della Guardia di finanza di Benevento al pm Giovanni Tartaglia Polcini, “allo stato non ci sono fattispecie penalmente rilevanti”.

Riavvolgiamo il nastro alle ore 19 e 15 del 30 luglio 2012. La De Girolamo riceve Michele Rossi, manager dell’Asl di Benevento, Gelsomino Ventucci detto “Mino”, direttore sanitario, Pisapia, l’avvocato Giacomo Papa, molto vicino ai De Girolamo, Luigi Barone, storico portavoce di Nunzia, all’epoca vice direttore de Il Sannio Quotidiano e oggi a Roma con l’incarico di direttore del portale web del ministero delle Politiche Agricole. E’ il “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge” scrive il gip Flavio Cusani nell’ordinanza cautelare di Pisapia “che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl”.

La conversazione si protrae per quasi due ore. Verso la fine cade sul Fatebenefratelli di Benevento, un ospedale religioso convenzionato. La De Girolamo è arrabbiata con loro. Li chiama “stronzi”. Due volte. Poi si rivolge a Rossi: “Michè, scusami, al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo!… Io non mi permetto di farlo, però ad essere presa per culo da Carrozza, quando poi gli ho dato tanta disponibilità ogni volta che mi hanno chiesto, Miché”. Giovanni Carrozza, citato nel colloquio, è il direttore amministrativo del Fatebenefratelli. Per capirci, Miché, ovvero Michele Rossi, è molto riconoscente alla De Girolamo.

Appena una settimana prima, in un’analoga riunione, gli ha giurato fedeltà: “Nunzia, premesso che io non resterò un secondo su quell’Asl se non per te e con te, perché io la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data ed è giusto che ci sia un riscontro…”. Ora Miché ne ascolta le riflessioni sull’ubicazione di ufficio territoriale dell’Asl. “Dove dovremmo metterlo? – si chiede la De Girolamo – a Sant’Agata che Valentino (il sindaco, del Pd, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”. Rossi però le spiega che Valentino “ha incassato intelligentemente” i problemi da loro creati. Ad un certo punto Nunzia pone un veto sul collocare una struttura a Forchia: “No, Forchia no! Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti …”. Qualche decina di minuti prima il “direttorio” aveva affrontato il caso del controllo in un negozio di latticini. Parla Luigi Barone: “E’ l’amico di Nunzia e mio amico… vende le mozzarelle accanto al Maxim’s… è un bravo ragazzo, insomma!”. Purtroppo per lui una funzionaria dell’Asl gli ha appena sequestrato “un bel po’ di roba – sottolinea Barone – tre, 4mila euro… più la sanzione”. Si stabilisce, quindi, di parlare con tale Tommaso.

Tutta da decrittare la lunga conversazione del 23 luglio 2012, incentrata quasi esclusivamente sul bando per il 118. “In tutto questo si deve fare la gara?” chiede la De Girolamo. “Non la puoi fare senza?”. Si discute se è possibile fare un affidamento diretto breve o comunque, per usare le parole dell’avvocato Papa “bypassare la gara pubblica” perché si è preoccupati del fatto che “tra poco ci commissariano e la gara pubblica se la fa la Regione”. Abbiamo provato a contattare la De Girolamo per farle qualche domanda. Ci ha risposto con questo sms: “Chi vuole fare pulizia può essere ucciso con la pistola oppure con la parola. Alla fine viene sempre fuori la verità”.

Una risposta a "Ministra de girolamo si dimetta"

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  1. Da Repubblica Napoli ddi oggi (23.01.2014)
    Benevento, ambulanze solo ai sindaci amici
    Caso De Girolamo, possibile collaborazione di Pisapia. Imminenti sviluppi nell’inchiesta
    BENEVENTO
    DAL NOSTRO INVIATO
    — «Gravi ingerenze sulle scelte che riguardano la vita e la salute dei cittadini sono avvenute in spregio di ogni regola ». Ormai lo raccontano anche i sindaci, senza timori. Dovrà occuparsi anche di questo, il pool della Procura, che vede i pm Giovanni Tartaglia Polcini, Flavia Felaco e Nicoletta Giammarino concentrati sulla Sanitopoli della Asl. Ambulanze e servizi del 118 sottratti, letteralmente, a quei Comuni che non erano dello stesso colore di Sua Sanità del Sannio: accadeva nei paesi i cui amministratori non erano inclini alla corte di Nunzia De Girolamo.
    Repubblica
    lo aveva scritto sette giorni fa. Lo raccontavano amministratori del territorio, medici e testimoni dell’inchiesta.
    Ora stralci di registrazioni in mano agli inquirenti confermano in via definitiva che nel direttorio «costituito al di fuori di ogni norma» (gip Flavio Cusani
    dixit)
    e guidato dall’allora deputata Pdl, nel luglio del 2012, viene stabilito di strappare l’ambulanza con il medico e il presidio Psaut ai comuni di Foiano e di Ginestra degli Schiavoni — piccole comunità, poste all’estremo hinterland del beneventano, angoli ameni ma più impervi del Fortore, e retti da sindaci lontani dal centrodestra — per dirottare quei servizi a San Bartolomeo in Galdo, il cui primo cittadino ha aderito all’astro nascente della De Girolamo. Non importa che, con questo trasferimento, un allarme per un infarto o un ictus sia
    vanificato. Ormai «c’è quasi una rassegnazione al fatto che siamo trattati come cittadini di serie B, anche se abbiamo fatto ricorso al Tar contro quella scelta, anche se abbiamo protestato inutilmente ».
    Lo racconta a
    Repubblica
    il sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, ex Udeur oggi lista civica: «Ormai, quell’ambulanza che staziona a San Bartolomeo per venire da noi ci mette un’ora almeno d’estate, e se c’è neve non arriverà mai, e ancora un’ora per tornare indietro verso l’ospedale di Benevento — dice Spina — . Quindi è come se i nostri cittadini ormai si fossero rassegnati e se c’è un’emergenza si mettono in auto e scappano. Ma scoprire cosa c’era dietro questa decisione dà molta amarezza. Veramente io non ho parole ». Analoga rabbia da Michelantonio Maffei, sindaco di Foiano: «Sono indignato e mortificato da quello che sta venendo fuori. Avevamo mille volte ragione noi a protestare, e la cosa inaccettabile è che il manager Rossi non ci ha mai neanche ricevuti».
    Un tema che accende proteste e ira dei primi cittadini, che oggi si ritroveranno all’assemblea dei sindaci della sanità provinciale, organismo voluto dalla legge Bindi, e convocata dal sindaco di Benevento Fausto Pepe. «Dalle cronache emerge sempre più una gestione a dir poco inquietante — dice Pepe — Un comitato del tutto anomalo, con una onorevole della Repubblica, i suoi fedelissimi e il managementdell’Asl che è nominato da Caldoro, decideva persino dove ubicare le ambulanze dotate di un medico a bordo. E il Sannio? E la sua popolazione? E i suoi problemi? ». Dallo staff dei fedelissimi della De Girolamo si ribatte solo:«Anche Pepe è indagato… « Intanto, l’inchiesta continua a macinare fasi delicate di istruttoria. Felice Pisapia, l’inquisito-accusatore, l’ex direttore amministrativo della Asl che con le sue numerose registrazioni ha inguaiato l’attuale esponente Ncd nell’esecutivo, si è presentato ieri in Procura e ha chiesto il rinvio dell’interrogatorio, per consentire all’avvocato appena subentrato, Claudio Botti, di studiare gli atti. Non è escluso che al prossimo appuntamento Pisapia collabori pienamente. Diventando “gola profonda”, tecnicamente “testimone assistito”, dei fili marci che fanno la trama dellaSanitopoli beneventana.

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