La nomina dell’Amministratore Unico della Napoli Holding

atan3371mkaiIeri scrivevo della nomina del fratellino” di angelino alfano alla Postecom (clikka) oggi ho letto della ennesima nomina Sindacale del 19.12 u.s. E’ stato, infatti, nominato dal Sindaco di Napoli l’Amministratore Unico della Napoli Holding, che nasce dal raggruppamento tra ANM, Metronapoli e Napoli Park. In sostanza la più grande azienda di trasporto pubblico del mezzoggiorno e forse del Paese.

Mi chiedo e Vi chiedo chi avreste scelto voi per un compito così importante? Immagino un Manager che avesse cognizioni di Trasporti Pubblici, o un Manager semmai selezionato tra i migliori laureati di economia e commercio o di ingegneria dei trasporti semmai con master e con esperienze di settore, ovvero un alto dirigente del settore pubblico.

Mi viene anche da chiederVi se mettereste Voi un Capomastro a dirigere il vostro laboratorio di pasticceria?

Potrei tirarla così per le lunghe … sono, invece, andato a vedere cosa fanno gli altri comuni, ovviamente, non italiani.

In Francia, a Parigi, gli alti dirigenti si selezionano prevalentemente attraverso l’ENA (École nazionale d’administration).

Nel Regno Unito, a Londra, il reclutamento in tutte le alte cariche amministrative pubbliche avviene attraverso call (avvisi) pubblici e selezione basata sulla congruità tra esigenze professionali del profilo da ricoprire e il curriculum esaminando anche le motivazioni e le referenze dei candidati;

In Spagna, a Madrid, il sistema prevalente è quello classico di reclutamento attraverso il concorso pubblico.

Se, invece, penso al modello Italiano allora mi cascano le braccia! I politici pensano che le nomine dei manager sia un affare privato di partito! Ho appena citato la nomina “dell’alfanino” alla Postecom, ma non devo andare molto indietro per ricordare la nomina nel CDA di Finmeccanica di francesco belsito, in quota lega nord, con diploma tarocco conseguito a Frattamaggiore.

Credo sia legittimo dire: CHE SCHIFO e poi ci lamentiamo che l’amministrazione fa acqua da tutte le parti!!

Ebbene, la nomina di Nardi alla Napoli Holding, sulla base di queste esperienze, assume un sapore amaro non fosse altro perché il Sindaco, appena eletto, in una riunione dei candidati ed eletti a Santa Maria La Nova ci diceva: “NON LASCIATEMI SOLO IO NON HO NESSUNO DA PIAZZARE NON HO NESSUNO ALLE SPALLE”. Per me queste parole potevano avere ed hanno avuto un solo significato: nomine attraverso un meccanismo imparziale e comunque trasparenteper il quale ho formulato una proposta di delibera (clikka).

Di Alessandro Nardi è sparito il curriculum dal sito del Comune, era vicecapogabinetto del Sindaco, con una passata esperienza nella segreteria ministeriale di pecoraro scanio, credo sia anche laureato in economia e commercio (non ne sono sicuro). Posso dire che è una persona con la quale si può ragionare; credo equilibrata per quel che conosco, ma assolutamente non sono a conoscenza di sue doti manageriali, potrei dire che può essere collocato in quella categoria che io chiamo della “parapolitica” cioè di quelle persone che supportano i politici nelle campagne elettorali e poi assumono ruoli, tal volta, anche di responsabilità ma di qui ad essere Manager credo ce ne voglia. Eppure spero che il sindaco si sia sentito addosso tutta la responsabilità di questa importante nomina seppure, io sono convinto, che avrebbe fatto meglio ad adottare un meccanismo di reclutamento concorrenziale, trasparente e meritocratico. NULLA DI TUTTO QUESTO!

Di questo passo credo che alla prossima nomina nella Napoli Holding, farò il politico classico, proporrò al Sindaco la nomina di mio figlio Antongiulio che a soli 12 anni può già vantare nel suo curriculum di avere l’abbonamento annuale per il Trasporto Pubblico Locale … chissà che non lo nomini al posto di Nardi!

Sono molto sensibile all’argomento a questo link tutti gli altri articoli scritti sull’argomento:

articoli sulle nomine (clikka)

Il Posto alle Poste al fratello di Angelino Alfano ed il ruolo dei Giornali

alfanoFa senz’altro pensare la nomina di Alessandro Alfano fratello minore di Angelino al vertice delle Postecom. Un posto di dirigente alle poste assegnato, ovviamente senza concorso e soprattutto senza vergogna! La cosa che mi colpisce di più è la completa latitanza dei giornali che, invece, su questo fatto, dovrebbero tutti i giorni fare una vera e propria campagna giornalistica scavando tutti i particolari per darli alla opinione pubblica. Il nostro Paese, infatti, soffre di uno scarso senso della moralità, mentre all’estero una notizia del genere non sarebbe mai potuta apparire perché un caso del genere avrebbe determinato vergogna, disapprovazione e dimissioni a catena. In Italia la cosa si fa zitti zitti ed i Giornali, della carta stampata e delle televisioni, non fanno nulla, tranne i pochi giornalisti coraggiosi che alla fine è capace pure che finiscono per esporsi a rappresaglie o ad essere considerati poche voci fuori dal coro che non raggiungono la massa degli Italiani. Questo paese non cambierà fino a quando non si capirà che i Giornali ed i mezzi di informazione sono al servizio e garanzia della democrazia, l’Opinione Pubblica che si forma con l’informazione è fondamentale affinché gli Italiani possano liberamente e democraticamente scegliere i loro rappresentanti. Se mai vi capiterà di incontrare questi due guardateli con sdegno e soprattutto diffondete le notizie che i giornali non diffondono. Oggi abbiamo la possibilità di fare noi l’informazione che i giornali non fanno!

Dal sito de “L’Unità” del 13.09.2013: Un posto alle Poste non si nega a nessuno. Si diceva così durante la prima Repubblica. Epoca finita ormai un ventennio fa, ma forse le abitudini di allora hanno resistito al terremoto dei primi anni ’90. Almeno a guardare gli ultimi arrivi nella linea direttiva del gigante postale. Una decina di giorni fa a sbarcare tra i dirigenti di Postecom (la società dei servizi internet di Poste italiane) è stato Alessandro Alfano, fratello minore del più celebre Angelino, vicepremier e ministro dell’Interno nel governo delle larghe intese. Nulla da ridire, per carità. Formalmente un dirigente può essere «nominato» senza alcun concorso, senza selezione: in un giorno si può anche accedere all’incarico di direttore commerciale di una controllata del Tesoro, dove lo stipendio medio per una figura apicale può arrivare a 200mila euro annui. Succede, ma certamente non è proprio il massimo dell’eleganza. Tanto più se si tratta di un gruppo in cui il vertice è in scadenza – è il caso di Massimo Sarmi – dopo un decennio di riconferme durante l’era targata Letta-Tremonti-Grilli.

Dal Sito de “Il Fatto Quotidiano” del 10.08.2013 si copre che il fratelli ha già avuto anche qualche problema in passato: Alfano, il fratello vince il concorso: “Ma nel curriculum una carica mai ricoperta”

Palazzotto (Sel) ha chiesto chiarimenti riguardo al cv inviato dal familiare del vicepremier per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Avrebbe inserito un incarico che non ricopriva al vertice della Confcommercio siciliana Alfano, il fratello vince il concorso: “Ma nel curriculum una carica mai ricoperta”

Palazzotto (Sel) ha chiesto chiarimenti riguardo al cv inviato dal familiare del vicepremier per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Avrebbe inserito un incarico che non ricopriva al vertice della Confcommercio siciliana 

Titoli non sufficienti e cariche autocertificate fasulle. Nel curriculum vitae di Alessandro Alfano, fratello minore di Angelino, ci sarebbero dei buchi sospetti. A sostenerlo è il deputato di Sinistra ecologia e libertà Erasmo Palazzotto, che ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico. Oggetto dell’atto parlamentare è il concorso di segretario generale della Camera di commercio di Trapani, vinto da Alfano junior nel 2010.

Il fascicolo di quel concorso era già stato sequestrato nel dicembre nel 2011 dagli agenti della squadra mobile di Palermo, allertati da alcuni scritti anonimi che prevedevano con largo anticipo la nomina di Alfano al vertice dell’ente. Incarico che Alessandro lascerà poche ore dopo la perquisizione delle forze dell’ordine. Nell’interrogazione di Palazzotto però si fa cenno alle irregolarità del curriculum, presentato al concorso. “Alcune delle dichiarazioni contenute nella suddetta domanda – dice Palazzotto al ministro Flavio Zanonato – peccano anche sotto il profilo della veridicità della ricostruzione curriculare da parte dell’interessato. Ci si riferisce, in particolare, alla presunta carica che l’anzidetto dottor Alfano ha autocertificato, relativamente al ruolo di direttore regionale di Confcommercio Sicilia, in un periodo antecedente alla sua nomina a segretario generale di Unioncamere Sicilia, avvenuta a fine 2006. Risulta, infatti, che in realtà egli sia stato semplicemente distaccato presso la sede di Confcommercio regionale, in veste di semplice direttore provinciale di Agrigento, e che in tale Confederazione non ha mai rivestito il ruolo di Direttore regionale, visto che da tempo vi era un altro soggetto che rivestiva tale funzione, l’avvocato Marino Julo Cosentino”.

Il fratello del segretario del Pdl avrebbe quindi inserito nel suo curriculum un incarico al vertice della Confcommercio siciliana, all’epoca già ricoperto da un’altra persona, quando invece era, più modestamente, solo il direttore della sezione provinciale di Agrigento. “Questa storia certifica l’influenza della politica sulla gestione commercio – dice Palazzotto al fattoquotidiano.it – È imbarazzante per questo governo che il fratello del vice premier sia coinvolto in questa situazione poco trasparente: come è possibile evadere ogni controllo in un concorso pubblico?”. Palazzotto, nella sua interrogazione, fa cenno anche alla laurea triennale in Economia e finanza conseguita da Alfano, titolo considerato “non idoneo ad espletare le funzioni di dirigente apicale in una pubblica amministrazione”. Quella laurea breve in Economia, conseguita nel 2009 a 34 anni, lo aveva già fatto finire nei guai: nel 2011, infatti, il suo nome era finito in una lista di 30 studenti che avrebbero “comprato” diversi esami universitari, mai realmente sostenuti ma caricati nel piano di studi in cambio di denaro elargito ai segretari dell’Ateneo palermitano. Nel febbraio scorso la procura di Palermo avevo chiesto per lui l’archiviazione dopo averlo iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di frode informatica. (da il Sito del Fatto Quotidiano)

Noi siamo per il Vuoto a Rendere

ricicloLa legge n. 22 del 1997 che ha costituito il sistema de consorzi per il riciclo non funziona!! Noi vogliamo che la raccolta differenziata della plastica, del vetro e dell’alluminio sia fatto così come accade negli altri paesi europei con macchine automatiche che raccolgono i rifiuti in cambio di buoni sconto o danaro che i cittadini si vedono riconosciuti immediatamente. La politica è chiamata ad intervenire subito chi vuole impegnarsi su questo fronte avrà i cittadini dalla sua parte. Facciamo un appello ai parlamentari per capire se questi sono in grado di produrre una riforma semplice ed immediata in favore dei cittadini e non delle lobby!!! Oggi (29.12.2013) mi ha dato la sua disponibilità la deputata Serena Pellegrino ora vediamo come fare.
Ecco il link  della petizione che ho cerato su AVAAZ. Firmatela e fatela firmare: Firma la petizione su AVAAZ (clikka clikka).
Noi siamo per il vuoto a rendere su Facebook andateci e clikkate “mi piace” (clikka). Di seguito troverete le e-mail dei parlamentari basta solo fare copia ed incolla ed inviare a tutti quest’articolo. Facciamo sentire ai nostri deputati e senatori che devono rendere conto ai cittadini!! In calce anche la normativa. Attenzione le e-maio mandatele a blocchi altrimenti tutti gli indirizzi insieme non partono:

amato_maria@camera.it, castricone_a@camera.it, dincecco_v@camera.itginoble_t@camera.itgutgeld_i@camera.itlegnini_g@camera.itmelilla_g@camera.it, distefano_fabrizio@camera.it, piccone_f@camera.it, tancredi_p@camera.itcolletti_a@camera.itdelgrosso_d@camera.it, vacca_g@camera.it,battaglia_d@camera.it, bindi_r@camera.it, bruno_vincenza@camera.it, censore_b@camera.itcovello_s@camera.it, dattorre_a@camera.it, magorno_e@camera.it, oliverio_n@camera.it, stumpo_n@camera.it, bianchi_d@camera.it, galati_g@camera.it, santelli_j@camera.it,

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http://www.youtube.com/watch?v=o1MruZRKINo

 E’ in scadenza l’accordo ANCI / CONAI ed anche l’associazione Comuni Virtuosi sono contrari: leggi il dossier dell’associazione comuni virtuosi (clikka).

In Germania ed in Danimarca esiste il vuoto a rendere ed i clochard nelle città affollate girano a recuperare i vuoti racimolando qualche soldo. A Berlino ed a Copenaghen ricordo che la cauzione era circa 20 o 30 centesimi. Ho invece la sensazione che il sistema CONAI e CONOI siano dei carrozzoni per dare posti e tangenti mentre la soluzione è assolutamente più semplice … questo governo se vuole fare qualcosa e dimostrare di non essere un vuoto a perdere introduca il vuoto a rendere

Di seguito la normativa che incompetenti politici ci hanno consegnato bastava solo copiare … ma anche per copiare ci vogliono le competenze.

ART. 26(Osservatorio nazionale sui rifiuti) Che non è andato mai in funzione!!!
1. Al fine di garantire l’attuazione delle norme di cui al presente decreto legislativo, con particolare riferimento alla prevenzione della produzione della quantita’ e della pericolosita’ dei rifiuti ed all’efficacia, all’efficienza ed all’economicita’ della gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, nonche’ alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente, e’ istituito, presso il Ministero dell’ambiente, l’Osservatorio nazionale sui rifiuti, in appresso denominato Osservatorio. L’Osservatorio svolge, in particolare, le seguenti funzioni:a) vigila sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;b) provvede all’elaborazione ed all’aggiornamento permanente di criteri e specifici obiettivi d’azione, nonche’ alla definizione ed all’aggiornamento permanente di un quadro di riferimento sulla prevenzione e sulla gestione dei rifiuti;c) esprime il proprio parere sul Programma generale di prevenzione di cui all’articolo 42 e lo trasmette per l’adozione definitiva al Ministro dell’ambiente ed al Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato;d) predispone il Programma generale di prevenzione di cui all’articolo 42 qualora il Consorzio Nazionale Imballaggi non provveda nei termini previsti;e) verifica l’attuazione del Programma Generale di cui all’articolo 42 ed il raggiungimento degli obiettivi di recupero e di riciclaggio;f) verifica i costi di recupero e smaltimento;g) elabora il metodo normalizzato di cui all’articolo 49, comma 5, e lo trasmette per l’approvazione al Ministro dell’ambiente ed al Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato;h) verifica livelli di qualita’ dei servizi erogati;i) predispone un rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio e ne cura la trasmissione ai Ministri dell’ambiente, dell’industria, del commercio e dell’artigianato e della sanita’.
2. L’Osservatorio e’ costituito con decreto del Ministro dell’ambiente, di concerto con il Ministro dell’industria del commercio e dell’artigianato, ed e’ composto da sette membri, scelti tra persone esperte in materia, di cui:a) tre designati dal Ministro dell’ambiente, di cui uno con funzioni di Presidente;b) due designati dal Ministro dell’industria, di cui uno con funzioni di vice-presidente;c) uno designato dal Ministro della sanita’;d) uno designato dal Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali.
3. I membri durano in carica cinque anni. Il trattamento economico spettante ai membri dell’Osservatorio e’ determinato con decreto del Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro dell’ambiente ed il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
4. Con decreto del Ministro dell’ambiente, di concerto con i Ministri dell’industria, del commercio e dell’artigianato e della Sanita’, da emanarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definite le modalita’ organizzative e di funzionamento dell’Osservatorio e della Segreteria tecnica.
5. All’onere derivante dalla costituzione e dal funzionamento dell’Osservatorio e della segreteria tecnica pari a lire due miliardi, aggiornate annualmente in relazione al tasso di inflazione, provvede il Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41 con un contributo di pari importo a carico dei consorziati. Dette somme sono versate dal Comitato Nazionale Imballaggi all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate con decreto del Ministro del tesoro ad apposito capitolo dello stato di Previsione del Ministero dell’ambiente. Le spese per il funzionamento del predetto Osservatorio sono subordinate alle entrate.
ART.38(Obblighi dei produttori e degli utilizzatori)
1. I produttori e gli utilizzatori sono responsabili della corretta gestione ambientale degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio generati dal consumo dei propri prodotti.
2. Nell’ambito degli obiettivi di cui agli articoli 24 e 37, i produttori e gli utilizzatori adempiono all’obbligo della raccolta dei rifiuti di imballaggi primari e degli altri rifiuti di imballaggi comunque conferiti al servizio pubblico tramite il gestore del servizio medesimo. A tal fine i produttori e gli utilizzatori costituiscono il Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41.
3. Per adempiere agli obblighi di riciclaggio e di recupero nonche’ agli obblighi della ripresa degli imballaggi usati e della raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari su superfici private, nonche’ all’obbligo del ritiro, su indicazione del Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41, dei rifiuti di imballaggio conferiti dal servizio pubblico, i produttori, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore delle disposizioni del presente titolo, possono:a) organizzare autonomamente la raccolta, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggio;b) aderire ad uno dei consorzi di cui all’articolo 40;c) mettere in atto un sistema cauzionale.
4. Ai fini di cui al comma 3 gli utilizzatori sono tenuti a ritirare gratuitamente gli imballaggi usati secondari e terziari ed i rifiuti di imballaggio secondari e terziari nonche’ a consegnarli in un luogo di raccolta organizzato dal produttore e con lo stesso concordato.
5. I produttori che non aderiscono al Consorzio di cui all’articolo 40 devono dimostrare all’Osservatorio di cui all’articolo 26, entro novanta giorni dal termine di cui al comma 3, di:a) adottare dei provvedimenti per il ritiro degli imballaggi usati da loro immessi sul mercato;b) avere organizzato la prevenzione della produzione dei rifiuti di imballaggio, la riutilizzazione degli imballaggi e la raccolta, il trasporto, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggio;c) garantire che gli utenti finali degli imballaggi siano informati sul ritiro e sulle sue relative possibilita’.
6. I produttori che non aderiscono ai Consorzi di cui all’articolo 40 devono inoltre elaborare e trasmettere al Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41 un proprio Programma specifico di Prevenzione che costituisce la base per l’elaborazione del programma generale di cui all’articolo 42.
7. Entro il 31 marzo di ogni anno, a partire da quello successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto i produttori che non aderiscono ai Consorzi di cui all’articolo 40, sono tenuti a presentare all’Osservatorio sui rifiuti di cui all’articolo 26 una relazione sulla gestione comprensiva del programma specifico e dei risultati conseguiti nel recupero e nel riciclo dei rifiuti di imballaggio, nella quale possono essere evidenziati i problemi inerenti il raggiungimento degli scopi istituzionali e le eventuali proposte di adeguamento della normativa.
8. I produttori che non dimostrano di adottare adeguati provvedimenti sono obbligati a partecipare ai consorzi di cui all’articolo 40, fatti salvi l’obbligo di corrispondere i contributi pregressi e l’applicazione delle sanzioni di cui all’articolo 54.
9. Sono a carico dei produttori e degli utilizzatori i costi per:a) il ritiro degli imballaggi usati e la raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari;b) la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico;c) il riutilizzo degli imballaggi usati;d) il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio;e) lo smaltimento dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari.
10. La restituzione di imballaggi usati o di rifiuti di imballaggio, ivi compreso il conferimento di rifiuti in raccolta differenziata, non deve comportare oneri economici per il consumatore.

ART. 39(Raccolta differenziata e obblighi della Pubblica Amministrazione)
1. La pubblica amministrazione deve organizzare sistemi adeguati di raccolta differenziata in modo da permettere al consumatore di conferire al servizio pubblico rifiuti di imballaggio selezionati dai rifiuti domestici e da altri tipi di rifiuti di imballaggi. In particolare:a) deve essere garantita la copertura omogenea del territorio in ciascun ambito ottimale, tenuto conto del contesto geografico;b) la gestione della raccolta differenziata deve essere effettuata secondo criteri che privilegiano l’efficacia, l’efficienza e l’economicita’ del servizio, nonche’ il coordinamento con la gestione di altri rifiuti.
2. Nel caso in cui la Pubblica amministrazione non attivi la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i produttori e gli utilizzatori possono organizzare tramite il Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41 le attivita’ di raccolta differenziata direttamente sulle superfici pubbliche o la possono integrare se insufficiente.
ART. 40(Consorzi)
1. Al fine di razionalizzare ed organizzare la ripresa degli imballaggi usati, la raccolta dei rifiuti di imballaggi secondari e terziari su superfici private, ed il ritiro, su indicazione del Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41, dei rifiuti di imballaggi conferiti al servizio pubblico, nonche’ il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggio secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicita’, i produttori che non provvedono ai sensi dell’articolo 38, comma 3, lettere a) e c) costituiscono un Consorzio per ciascuna tipologia di materiale di imballaggi.
2. I Consorzi di cui al comma 1 hanno personalita’ giuridica di diritto privato e sono retti da uno statuto approvato con decreto del Ministro dell’ambiente e del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
3. I mezzi finanziari per il funzionamento dei predetti Consorzi sono costituiti dai proventi delle attivita’ e dai contributi dei soggetti partecipanti.
4. Ciascun consorzio mette a punto e trasmette all’Osservatorio di cui all’articolo 26 un proprio Programma specifico di prevenzione che costituisce la base per l’elaborazione del programma generale di cui all’articolo 42.
5. Entro il 31 marzo di ogni anno, a partire da quello successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, i Consorzi trasmettono al Consorzio Nazionale Imballaggi di cui all’articolo 41 l’elenco degli associati ed una relazione sulla gestione, comprensiva del programma specifico e dei risultati conseguiti nel recupero e nel riciclo dei rifiuti di imballaggio, nella quale possono essere evidenziati i problemi inerenti il raggiungimento degli scopi istituzionali e le eventuali proposte di adeguamento della normativa.
ART. 41(Consorzio Nazionale Imballaggi)
1. Per il raggiungimento degli obiettivi globali di recupero e di riciclaggio e per garantire il necessario raccordo con l’attivita’ di raccolta differenziata effettuata dalle Pubbliche Amministrazioni, i produttori e gli utilizzatori costituiscono in forma paritaria, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore delle disposizioni del presente titolo, il Consorzio Nazionale Imballaggi, in seguito denominato CONAI.
2. Il CONAI svolge le seguenti funzioni:a) definisce, in accordo con le regioni e con le pubbliche amministrazioni interessate, gli ambiti territoriali in cui rendere operante un sistema integrato che comprenda la raccolta, la selezione e il trasporto dei materiali selezionati a centri di raccolta o di smistamento;b) definisce, con le pubbliche amministrazioni appartenenti ai singoli sistemi integrati di cui alla lettera a), le condizioni generali di ritiro da parte dei produttori dei rifiuti selezionati provenienti dalla raccolta differenziata;c) elabora ed aggiorna, sulla base dei programmi specifici di prevenzione di cui agli articoli 38, comma 6, e 40, comma 5, il Programma generale per la prevenzione e la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;d) promuove accordi di programma con le regioni e gli enti locali per favorire il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggio, e ne garantisce l’attuazione;e) assicura la necessaria cooperazione tra i consorzi di cui all’articolo 40;f) garantisce il necessario raccordo tra l’amministrazione pubblica, i Consorzi e gli altri operatori economici;g) organizza, in accordo con le pubbliche amministrazioni, le campagne di informazione ritenute utili ai fini dell’attuazione del Programma generale;h) ripartisce tra i produttori e gli utilizzatori i costi della raccolta differenziata, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti di imballaggi primari, o comunque conferiti al servizio di raccolta differenziata, in proporzione alla quantita’ totale, al peso ed alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato nazionale, al netto delle quantita’ di imballaggi usati riutilizzati nell’anno precedente per ciascuna tipologia di materiale.
3. Il CONAI puo’ stipulare un accordo di programma quadro su base nazionale con l’ANCI al fine di garantire l’attuazione del principio di corresponsabilita’ gestionale tra produttori, utilizzatori e pubblica amministrazione. In particolare, tale accordo stabilisce:a) l’entita’ dei costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio da versare ai comuni, determinati sulla base della tariffa di cui all’articolo 49 secondo criteri di efficienza, di efficacia ed economicita’ di gestione del servizio medesimo;b) gli obblighi e le sanzioni posti a carico delle parti contraenti;c) le modalita’ di raccolta dei rifiuti da imballaggio in relazione alle esigenze delle attivita’ di riciclaggio e di recupero.
4. L’accordo di programma di cui al comma 3 e’ trasmesso all’Osservatorio nazionale sui rifiuti di cui all’articolo 26, che puo’ richiedere eventuali modifiche ed integrazioni entro i successivi sessanta giorni.
5. Ai fini della ripartizione dei costi di cui al comma 2, lettera h), sono esclusi dal calcolo gli imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato previa cauzione.
6. Il CONAI e’ retto da uno statuto approvato con decreto del Ministro dell’ambiente e dal Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, non ha fini di lucro e provvede ai mezzi finanziari necessari per la sua attivita’ con i proventi delle attivita’ e con i contributi dei consorziati.
7. Il CONAI delibera con la maggioranza dei due terzi dei componenti.
8. Al Consiglio di amministrazione del CONAI partecipa con diritto di voto un rappresentante dei consumatori indicato dal Ministro dell’ambiente e dal Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
9. I consorzi obbligatori esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, previsti dall’articolo 9-quater, del decreto-legge 9 settembre 1988, n. 397, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 1988, n. 475, cessano di funzionare all’atto della costituzione del consorzio di cui al comma 1 e comunque entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Il CONAI di cui al comma 1 subentra nei diritti e negli obblighi dei consorzi obbligatori di cui all’articolo 9-quater, del decreto-legge 9 settembre 1988, n. 397, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 1988, n. 475, ed in particolare nella titolarita’ del patrimonio esistente alla data del 31 dicembre 1996, fatte salve le spese di gestione ordinaria sostenute dai Consorzi fino al loro scioglimento. Tali patrimoni dei diversi Consorzi obbligatori saranno destinati ai costi della raccolta differenziata della relativa tipologia di materiale.
10. In caso di mancata costituzione del CONAI entro i termini di cui al comma 1, e fino alla costituzione dello stesso, il Ministro dell’ambiente e il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato nominano d’intesa un commissario ad acta per lo svolgimento delle funzioni di cui al presente articolo.

ART. 47(Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti)
1. E’ istituito il Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, al quale e’ attribuita la personalita’ giuridica di diritto privato.
2. Il Consorzio non ha scopo di lucro ed e’ regolato da uno statuto approvato con decreto del Ministro dell’ambiente, di concerto con il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
3. Il Consorzio:a) assicura la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento ed il riutilizzo degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti;b) assicura, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di inquinamento, lo smaltimento di oli e grassi vegetali e animali esausti raccolti dei quali non sia possibile o conveniente la rigenerazione;c) promuove lo svolgimento di indagini di mercato e di studi di settore al fine di migliorare, economicamente e tecnicamente, il ciclo di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e riutilizzo degli oli e grassi vegetali e animali esausti.
4. Le deliberazioni degli organi del Consorzio, adottate in relazione agli scopi del presente decreto ed a norma dello statuto, sono vincolanti per tutte le imprese partecipanti.
5. Partecipano al Consorzio:a) le imprese che producono o importano oli e grassi vegetali e animali per uso alimentare;b) le imprese che riciclano e recuperano oli e grassi vegetali e animali esausti;c) le associazioni nazionali di categoria delle imprese che effettuano la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio di oli e grassi vegetali e animali esausti.
6. Le quote di partecipazione al Consorzio sono determinate in base al rapporto tra la capacita’ produttiva di ciascun consorziato e la capacita’ produttiva complessivamente sviluppata da tutti i consorziati appartenenti alla medesima categoria.
7. La determinazione e l’assegnazione delle quote compete al consiglio di amministrazione del Consorzio che vi provvede annualmente secondo quanto stabilito dallo statuto.
8. Nel caso di incapacita’ o di impossibilita’ di adempiere, per mezzo delle stesse imprese e aziende consorziate, agli obblighi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e riutilizzo degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti stabiliti dal presente decreto, il Consorzio puo’ nei limiti e nei modi determinati dallo Statuto, stipulare con le imprese pubbliche e private contratti per l’assolvimento degli obblighi medesimi.
9. Le risorse finanziarie del Consorzio sono costituite:a) dai proventi delle attivita’ svolte dal Consorzio;b) dalla gestione patrimoniale del fondo consortile;c) dalle quote consortili;d) da contributi di riciclaggio a carico dei produttori e degli importatori di oli e grassi vegetali e animali per uso alimentare destinati al mercato interno, determinati annualmente, per garantire l’equilibrio di gestione del Consorzio, con decreto del Ministro dell’ambiente, di concerto con il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
10. Il Consorzio deve trasmettere annualmente al Ministro dell’ambiente e al Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato il bilancio preventivo e consuntivo entro sessanta giorni dalla loro approvazione, unitariamente ad una relazione tecnica sull’attivita’ complessiva sviluppata dallo stesso Consorzio e dai singoli consorziati.
11. A decorrere dalla data di scadenza del termine di novanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione dello Statuto di cui al comma 2, chiunque, in ragione della propria attivita’, detiene oli e grassi vegetali e animali esausti e’ obbligato a conferirli al Consorzio direttamente o mediante consegna a soggetti incaricati del Consorzio.
12. Chiunque, in ragione della propria attivita’ ed in attesa del conferimento al Consorzio, detenga oli e grassi animali e vegetali esausti, e’ obbligato a stoccare gli stessi in apposito contenitore conforme alle disposizioni vigenti in materia di smaltimento.
ART. 48(Consorzio per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene)
1. Al fine di ridurre il flusso dei rifiuti di polietilene destinati allo smaltimento e’ istituito il Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene, esclusi gli imballaggi di cui all’articolo 35, comma 1, lettere a, b), c) e d).
2. Al Consorzio partecipano:a) i produttori e gli importatori di beni in polietilene;b) i trasformatori di beni in polietilene;c) le associazioni nazionali di categoria rappresentative delle imprese che effettuano la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti di beni in polietilene;d) le imprese che riciclano e recuperano rifiuti di beni in polietilene.
3. Il Consorzio si propone come obiettivo primario di favorire il ritiro dei beni a base di polietilene al termine del ciclo di utilita’ per avviarli ad attivita’ di riciclaggio e di recupero. A tal fine il Consorzio:a) promuove la gestione del flusso dei beni a base di polietilene;b) assicura la raccolta, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei rifiuti di beni in polietilene;c) promuove la valorizzazione delle frazioni di polietilene non riutilizzabili;d) promuove l’informazione degli utenti, intesa a ridurre il consumo dei materiali ed a favorire forme corrette di raccolta e di smaltimento;e) assicura l’eliminazione dei rifiuti di beni in polietilene nel caso in cui non sia possibile o economicamente conveniente il riciclaggio, nel rispetto delle disposizioni contro l’inquinamento.
4. Nella distribuzione dei prodotti dei consorziati il Consorzio puo’ ricorrere a forme di deposito cauzionale.
5. I mezzi finanziari per il funzionamento del Consorzio sono costituiti:a) dai proventi delle attivita’ svolte dal consorzio;b) dai contributi dei soggetti partecipanti;c) dalla gestione patrimoniale del fondo consortile.
6. Le deliberazioni degli organi del consorzio, adottate in relazione agli scopi del presente decreto ed a norma dello statuto, sono vincolanti per tutti i soggetti partecipanti.
7. Il Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato determina ogni due anni con proprio decreto gli obiettivi minimi di riciclaggio, e in caso di mancato raggiungimento dei predetti obiettivi puo’ stabilire un contributo percentuale di riciclaggio da applicarsi sull’importo netto delle fatture emesse dalle imprese produttrici ed importatrici di materia prima per forniture destinate alla produzioni di beni di polietilene per il mercato interno.
8. Il Consorzio ha personalita’ giuridica di diritto privato, non ha scopo di lucro ed e’ retto da uno Statuto approvato con decreto del Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro dell’industria del commercio e dell’artigianato.
9. A decorrere dalla data di scadenza del termine di novanta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione dello Statuto di cui al comma 8, chiunque, in ragione della propria attivita’, detiene rifiuti di beni in polietilene e’ obbligato a conferirli al consorzio direttamente o mediante consegna a soggetti incaricati dal consorzio.

Questo è l’osservatorio Nazionale dei Rifiuti previsto dal DLGS 22/1997 che istituisce i Consorzi Obbligatori CONAI e CONOI. Come potrete controllare tale osservatorio non è mai entrato in funzione. E’ INUTILE COME SONO INUTILI ED INEFFICACI I CONSORZI!!! http://www.osservatorionazionalerifiuti.it/

Sui biglietti per lo Stadio del Comune indaga la Procura

stadioOggi leggo di una indagine, sostanzialmente chiusa, circa la gestione dei biglietti per accedere allo stadio San Paolo che sono assegnati per contratto al Comune di Napoli e che vede imputati l’ex assessore tommasielli ed un suo staffista. Della questione ne ho parlato tante volte anche con altri consiglieri, tanto che con nota del 07.11.2013 ho chiesto la visione e consegna degli elenchi dei nominativi dati alla SSCN nonché la comunicazione dei criteri relativi alla loro assegnazione. Solo il 20.11. u.s. mi è giunta la nota che vi allego (clikka) che, paventando tutta una serie di ragioni, circa la riservatezza mi invitava a fare un’altra richiesta che, ovviamente, ho fatto senza avere ancora riscontro. E’ chiaro che sulla privacy sono d’accordo solo che in questo caso credo che prevalgano le prerogative del Consigliere Comunale che è, ovviamente, anch’egli tenuto al riserbo.
Credo che le cose che vengono riportate oggi dai giornali non debbano accadere e spero che al giudizio si accerti che non è stato commesso alcun reato. Posso, però, dire che la questione dei biglietti per le partite è ritenuta, in modo diffuso per la politica cittadina, un sistema per fare “consenso”. La cosa che mi ha spinto a chiedere gli atti è stato un episodio che ho anche raccontato ad un dipendente del cerimoniale che, credo valga la pena raccontare anche per la reazione imbufalita del dipendente stesso che si è sentito molto offeso … non capisco perché. Dunque: “Una sera in fila per l’accesso alla tribuna autorità per Napoli / Juventus, parlo con un ragazzo a cui chiesi come mai era in file? Egli mi rispose che aveva il biglietto acquistato e che l’aveva pagato 250,00 €. Chiesi al ragazzo che era strano che si vendessero i biglietti della Tribuna Autorità e questi mi rispose che erano i biglietti del Comune. Alla mia ennesima domanda per sapere chi glieli avesse venduti questi mangiò la foglia ed evito di rispondere”.
Raccontai la storia la sera stessa a qualche altro consigliere ma non ad un responsabile del cerimoniale purtroppo a cui l’ho raccontata dopo. Capisco il motivo della reazione del dipendente che si è sentito forse accusato e che giustamente mi rispose che se mi fossi rivolto a lui avremmo accertato subito la cosa risalendo al responsabile (non ci pensai). Lo stesso dipendente giustamente mi fece notare che una cosa del genere ben potrebbe accadere con responsabilità di un consigliere il quale potrebbe dare dei nominativi di persone a cui ha già venduto i biglietti … e questo è pure vero… Ancora oggi non capisco “l’imbufalimento” del dipendente ….
Da Corriere del Mezzogiorno di oggi 21.12.2013
«Tommasielli, falsi dati per avere i biglietti del Napoli»
 Chiuse le indagini sull’ex assessore: «Ticket a figli e amici» Al vicesindaco Sodano contestata la consulenza a un’amica
 NAPOLI — L’8 marzo 2013, in occasione di Napoli — Juventus, Mariangela, figlia dell’ex assessore allo Sport del Comune di Napoli Giuseppina Tommasielli, risultava studentessa dell’Istituto comprensivo «Aganoor — Marconi» di Piscinola. Il 21 febbraio dell’anno precedente e il 22 novembre del 2011, invece, la giovane era inclusa negli elenchi del liceo classico «Sannazaro», mentre il fratello Dominique una volta in quelli della IX municipalità, l’altra in quelli dell’Ipia «Sannino» di Barra. Sfruttando una convenzione stipulata nel 2005 tra il Comune e la Società Calcio Napoli, infatti, l’ex assessore, secondo l’accusa, faceva entrare gratis chi voleva nelle tribune del San Paolo. Per questa vicenda ora rischia il processo: un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a lei e al suo ex staffista Fabio Mangieri. Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Luigi Santulli, Danilo De Simone, Maria Sepe e Ida Teresi ipotizzano nei loro confronti i reati di peculato e sostituzione di persona.
La vicenda rientra in una più ampia inchiesta sul Comune che vede indagata la stessa Tommasielli anche per truffa a proposito delle multe annullate alla sorella e al cognato (in concorso con Mangieri e il funzionario Antonio Russo) e il vicesindaco Tommaso Sodano indagato per abuso di ufficio e falso per la consulenza affidata alla docente dell’Università di Bergamo Maria Cristina Roscia (in concorso con il dirigente Giuseppe Pulli).
Le vicende delle multe e della consulenza erano note. Si conoscono ora, invece, i dettagli sull’elargizione dei biglietti omaggio per lo stadio. Secondo la ricostruzione dei pm, Giuseppina Tommasielli, tramite Mangieri, me procurò a familiari e amici, facendo risultare tutti, giovani e meno giovani, studenti di scuole napoletane. Le date di nascita venivano alterate e il Napoli, ignaro, forniva ingressi omaggio anche a chi le scuole le aveva lasciate da un pezzo o non le aveva cominciate ancora. Ecco qualche esempio: in occasione di Napoli — Milan del 17 novembre 2012, Armando e Gianluca B., due gemelli nato il 30 ottobre 2000, risultavano invece nati il 2 maggio 1983 e il 23 gennaio 1990. I due gemelli, scrivono i pm, «risultano inseriti negli elenchi di 16 incontri casalinghi del Napoli, ogni volta con la data di nascita alterata ed indicati come appartenenti ad istituti scolastici sempre diversi». In occasione della stessa partita, Antonio M., Marida M. e Marzia M., verosimilmente un papà e le sue due figlie, nati rispettivamente il 20 febbraio 1951, il 24 settembre 1986 e il 12 febbraio 1991, risultavano invece nati lo stesso giorno e mese, ma qualche anno dopo: rispettivamente il 20 febbraio 2001, il 24 settembre 2006 e il 12 febbraio 2001. L’avvocato Domenico Ciruzzi, che assiste l’ex assessore, non entra nel merito ma commenta: «Leggeremo gli atti, con l’auspicio di dimostrare l’assoluta estraneità della Tommasielli ai fatti contestati». Ciruzzi ricorda anche che, prima che Tommasielli si insediasse a Palazzo San Giacomo, nessun assessore aveva fatto valere quella convenzione, ottenendo migliaia di biglietti gratis per gli studenti napoletani. L’indagata avrà ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentita o depositare una memoria difensiva. Ha già deciso di sottoporsi a un nuovo interrogatorio Tommaso Sodano, che è difeso dall’avvocato Francesco Picca. In attesa di decidere se chiedere o meno di stralciare alcune intercettazioni ritenute ininfluenti ai fini dell’accertamento dei fatti, il vicesindaco ribadisce di non avere interferito sull’assegnazione dell’incarico a Maria Cristina Roscia, dal momento che la decisione, a suo dire, fu presa dal dirigente Giuseppe Pulli, cui la legge affidava questo potere. In ogni caso, fa osservare ancora Sodano, la Roscia, persona di grandi capacità, «ha svolto la prestazione di servizi con risultati tangibili».

La ex base NATO di Bagnoli: Un affare privato della politica!

NATO BAGNOLILa ex Base NATO, altrimenti detta Collegio CIANO è in proprietà della Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza ai Fanciulli. Essa è una fondazione nata dalla soppressione delle cd. IPAB (pubbliche) ed affidata al controllo della Regione Campania che, in spregio dello statuto (clikka), in questo momento così delicato di passaggio, anziché ricostituire il Consiglio di Amministrazione, inventandosi una presunta impossibilità di ricostituirlo (senza neppure spiegarla), con Delibera di Giunta Regionale n. 528 del 09.12.2013(clikka) ha nominato Commissario della Fondazione, il Prof. Sergio Sciarelli.

Nel 2004 bassolino si nominò il suo commissario, tal Lidia Genovese, che è restata in carica fino all’avvicendamento di questo mese. Non riesco proprio a capire come si possa, in questo momento delicato, non rispettare innanzitutto lo Statuto che prevede un CDA i cui componenti devono essere espressi dal Comune, Regione, Banco di Napoli, dal Presidente della conferenza episcopale per la Campania e dal Presidente del Tribunale dei Minori di Napoli.

Ebbene questa politica arrogante non ha ritenuto di dover condividere non solo la nomina, ma anche il programma che si dovrebbe redigere per il destino di un’area così importante come quella della ex base NATO, che ha strutture residenziali e sportive assolutamente di rilievo. Invero, il “piccolo governatore” caldoro non ha sentito la necessità di condividere questa scelta così importante, non solo con i cittadini Napoletani, ma neppure con gli enti che sono indicati nello stesso Statuto. Mi chiedo se con questa gestione sono d’accordo gli stessi elettori di caldoro! Cosa dovrà fare il Prof. Scarelli non si comprende. Noto ancora una volta una politica fuori dal tempo ed assolutamente “arrogante e caprona” che, in questo momento di credibilità zero, con protervia esercita un POTERE che i cittadini ormai non le riconoscono più!

Eppure dopo il M5S, i Forconi ed il malessere diffuso tra i cittadini, la politica ancora una volta non capisce che prima di indicare un uomo al comando di qualunque cosa ed ancora di più di una Fondazione proprietaria di beni assolutamente rilevanti, dovrebbe per lo meno far conoscere quali sarebbero stati i criteri per sceglierlo e quali sarebbero stati gli altri possibili candidati cosicché i cittadini possano comprendere i motivi della scelta. Ancora una volta si è persa l’occasione di dare un po’ di speranza ai cittadini facendoli partecipare, ovvero mettendo il “posto” semmai a bando e riservandolo proprio a quieti cervelli di cui ci accorgiamo solo quando sono scappati in altri paesi! Sul punto, come spesso ricordo su questo blog, al Consiglio Comunale giace una nostra proposta di regolamento (clikka) che non è stata ancora calendarizzata e per la quale un altissimo dirigente del Comune, ovviamente di nomina politica, in un orecchio e con aria da veterano della politica ebbe a dirmi: “Gennà ma come facciamo? se noi ci vincoliamo per le nomine senza che si vincola pure la Regione noi ci perdiamo! che fa, la Regione si nomina i suoi e noi no?” Io ho solo pensato che schifo!

In questo paese non cambierà nulla se non si inizia a capire che la politica è un servizio (che voglio anche dire retribuito giustamente) ma pur sempre un servizio!

Vedi anche: restituiamo l’area NATO alla Città clikka

la politica e l’area NATO occorre vigilare (clikka)

Impianti Sportivi Cittadini come procedere

consiglioDi seguito l’Ordine del Giorno che ho presentato oggi in Consiglio Comunale e che è stato sottoscritto anche da consiglieri del PD (Borriello ed Esposito), di IDV (Lorenzi, Esposito, Schiano e Beatrice), di Napoli è Tua (Sgambati) e di “Per una Città Ideale” (Marino), Centro Democratico (Pace). L’amministrazione ha chiesto di rinviarne la discussione ed il Sindaco i un colloquio mi ha manifestato di andare avanti con celerità. Spero che si proceda veramente con celerità tenuto conto di quello che è emerso nella riunione della commissione del 12.12.2013.

CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI

sulla manovra di assestamento 2013

16 dicembre 2013

 Ordine del Giorno

 ai sensi dell’art. 44 del Regolamento Consiliare su

gestione e custodia degli impianti sportivi ex Lege n. 219/1981”

 Premesso che:

 1.- Il Comune di Napoli è proprietario di impianti sportivi realizzati sul territorio cittadino grazie alla legge sul terremoto n. 219/1980 e gestiti dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) giusta convenzioni rep. n. 65753 del 18/07/1996 e rep. n. 74491 del 25/01/2005 ormai scadute.

 2.- Tenuto conto della scadenza delle citate convenzioni CONI alla riunione della Commissione Sport ed Impiantistica Sportiva tenutasi il 12.12.2013 è emersa, ancora una volta, la necessità di provvedere celermente alla custodia ed alla gestione degli impianti al fine di evitare sia la loro vandalizzazione, se abbandonati, sia di disperdere la straordinaria esperienza sportiva e sociale maturata sui territori.

 3.- Il modello di gestione dei citati impianti è stato quello della concessione di uso e gestione ed in virtù del D.Lgs. n. 163/2006 e dell’art. 20 comma 2 e 3 della recente legge Regione Campania 25.11.2013 n. 15, per l’affidamento della gestione a terzi degli impianti sportivi “gli enti pubblici territoriali che non gestiscono direttamente gli impianti sportivi, nel rispetto del principio dell’imparzialità della scelta, affidano la gestione al CONI, al CIP, alle federazioni sportive nazionali, agli enti di promozione sportiva o discipline sportive associate, alle associazioni sportive dilettantistiche iscritte nella sez.ne A prevista nell’art. 11 comma 2 … gli enti pubblici territoriali adottano l’avviso pubblico con le modalità di pubblicità delle procedure di selezione, quale procedura idonea a garantire l’effettiva conoscenza ai soggetti interessati.”

4.- Per consentire una proficua gestione degli impianti occorre procedere con atti di concessione  preceduti da idonei avvisi pubblici ed ai fini della emanazione dei provvedimenti necessari alla preparazione degli atti amministrativi necessari occorre procedere alla qualificazione e descrizione degli impianti definendo la loro rilevanza economica, così come previsto dalla medesima Legge Regionale Campania n. 15/2013, tenendo in particolare considerazione, per la determinazione delle basi di gara, le differenze riscontrabili tra gli impianti sia per il loro attuale stato di manutenzione, sia per la loro localizzazione sul territorio cittadino.

 5.- Nell’assegnazione degli impianti si dovrà valutare la possibilità di prevedere che le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sia assunte dai futuri gestori cui, eventualmente, concedere la facoltà di detrarre dal canone annuale previsto le opere necessarie al risanamento statico, ristrutturazione e manutenzione straordinaria che saranno approvate dagli uffici tecnici del Comune di Napoli ed inserite nel piano annuale e triennale delle opere pubbliche, prevedendo una durata della concessione di 15 anni, ovvero una durata che consenta il recupero degli investimenti necessari alla anutenzione, ristrutturazione e risanamento degli impianti stessi.

 6.- Nelle more della definizione degli atti amministrativi ed al fine di evitare la dispersione del patrimonio di esperienze sportive occorre che si provveda, in via immediata e provvisoria, a consentire la prosecuzione della gestione e custodia, senza oneri per l’amministrazione, affidandola, se del caso, alle federazioni sportive interessate ovvero ai soggetti, società o associazioni sportive che attualmente si trovano a svolgere l’attività sportiva negli impianti stessi.

 Tanto premesso il Consiglio Comunale in virtù degli espressi poteri conferiti dalla vigente legislazione, invita il Sindaco e la Giunta:

 1) Ad attuare ogni atto necessario alla rapida definizione degli affidamenti degli impianti realizzati con la legge 219/1981 tenendo in debito conto quanto indicato in premessa e sollecitando i Servizi preposti (Gestione Grandi Impianti Sportivi, Patrimonio, Bilancio, Progettazione e Manutenzione Impianti Sportivi, etc.) affinché adottino tutti gli atti necessari alla istruttoria dei provvedimenti di concessione e prevedendo la costituzione di un tavolo tecnico interassessorile anche con la partecipazione del CONI, quale ente pubblico deputato alla promozione e valorizzazione dello sport;

 2) a prevedere nella adozione dei futuri provvedimenti concessori la particolare valorizzazione della esperienza sportiva, sociale ed agonistica maturata sui territori, assicurando l’attuazione dell’interesse pubblico nell’utilizzo dei beni pubblici attraverso l’adozione, da parte dei futuri gestori, dell’obbligo di consentire l’inserimento gratuito nei corsi di pratica sportiva – in orario pomeridiano ed antimeridiano – a cittadini in condizioni di fragilità e di disagio, a rischio di marginalità o di devianza, tenendo conto del cd. “bilancio sociale” nella determinazione dei canoni di concessione;

 3) a considerare –  nella definizione del cosiddetto “bilancio sociale” e nella determinazione dei canoni di concessione pertinenti gli impianti in parola – specifiche agevolazioni tariffarie in funzione del reddito dei cittadini utenti;

i Consiglieri

Cons. Gennaro Esposito

I costi dei Consiglieri Comunali e la media del pollo

spreco-di-soldi-pubbliciOggi (13.12.2013) leggo sul Roma un articolo sensazionalistico sui costi del Consiglio Comunale di Napoli con titoli a caratteri cubitali da cui ovviamente voglio prendere le distanze perché ha genericamente applicato la cd. media del pollo poiché riporta che ogni consigliere del Comune di Napoli avrebbe percepito circa 30.000,00 €. all’anno! Il titolo è tutto un programma: “CONSIGLIO COMUNALE MANGIA SOLDI”. Ebbene, voglio prendere le distanze poiché io ho percepito molto meno. Il giornalista avrebbe potuto anche farsi un giro sul web ed accorgersi che ci sono consiglieri che, invece, hanno percepito meno della terza parte di quanto sensazionalisticamente riportato. Ovviamente il tema dei costi della politica è un tema che tira ed è, credo, anche molto populista poiché spesso chi scrive non mette l’accento sulla qualità del lavoro svolto e che si deve pretendere da un eletto dal popolo ma solo su quanto l’eletto percepisce. Per dirla tutta per me anche 100,00 €. sarebbero troppe per un Razzi ed uno Scilipoti (e ce ne sono tanti)! Vorrei sapere quando i giornali inizieranno a fare giornalismo e non sensazionalismo! Sono convinto che il tema vada affrontato e presto ma le questioni vanno poste in modo corretto. Giusto per essere chiari rispetto ai cd. 30.000,00 €.  riportati dal ROMA io ho percepito €. 7.125,53 (lorde) nel 2011 (CUD 2012 clikka) ed €. 9.956,00 (lorde) nel 2012 (CUD 2013). Per chi volesse leggerlo ecco il sensazionale articolo del ROMA (clikka). Se continuiamo in questo modo “capronesco” c’è il serio rischio che alla fine potranno fare politica solo nobili possidenti e ricchi commercianti ritornando al medioevo! Come sempre occorre cautela, coscienza ed equilibrio ma di questi tempi l’equilibrio è merce rara!

Consiglio anche quest’altro articolo con rinvii ad altri pezzi che ho scritto su un argomento che mi sta a cuore:

I nostri costi della politica (clikka)

Comune di Napoli Assestamento 2013 con i conti in ordine (?)

comuneSento il dovere di condividere con i miei concittadini il peso della manovra di assestamento di bilancio 2013 che pesa diverse decine di milioni di euro, nella speranza che ci sia qualcuno di buona volontà che si dia una scorsa alle oltre (non spaventatevi) 500 pagine che sono comprensive di numerose schede contabili. Ora sfido chiunque a dire che il ruolo di consigliere comunale di un comune di 1.000.000 di abitanti e 4 miliardi di euro sia una cosa tutto sommato semplice e che potrebbe essere ricoperto anche da una brava massaia (senza nulla togliere alla massaia), perché se fosse così, io mi sentirei un po’ in difficoltà, nonostante i miei venti anni di esperienza professionale di avvocato, una laurea in giurisprudenza, un diploma di specializzazione ed una esperienza come Ufficiale della GDF. Non mi dilungo molto ma oggi in commissione bilancio abbiamo ascoltato i componenti del Collegio dei Revisori, che ci hanno detto che è tutto a posto! che il comune è un orologio dal punto di vista della contabilità, che le riscossioni sono in linea ed i pagamenti e spese anche. Io ovviamente sono intervenuto chiedendo la cortesia al presidente di ribadire tali concetti perché tutto sommato ero contento ma, con delle perplessità dovute a ciò che sento in città: bollettini TARES sbagliati, canoni ERP e multe non riscossi e creditori alla porta degli assessorati … Buona lettura mi raccomando attendo osservazioni con ansia. Il consiglio per l’approvazione è fissato per lunedì 16.12 p.v. in sostanza le carte ce le hanno date oggi e dovrei passare il week end a studiare …. ce la faranno mai i nostri eroi???

ecco gli atti:

1.delibera di Giunta di assestamento_291113_0911[1]

2.pag.0_73

3.pag.74_168

4pag.169_250

5.pag.251_329

6.pag.330_399

7.Parere Collegio dei Revisori

Delibera Piano Sociale di Zona

Il mio intervento sulla manovra di assestamento al 09:39

Il Costo diretto della Dirigenza Burocratica al Comune di Napoli

burocrazia1Per dovere di trasparenza ecco gli stipendi annui dei dirigenti del Comue di Napoli_anno_2012 (clikka) pubblicati sul sito. Mi sono preso la briga di evidenziare quelli sopra i 90.000,00 €. l’anno ma ci sono punte oltre i 140.000,00 fino ad arrivare ad oltre 230.000,00. E’ interessante vedere che tutti hanno preso una “retribuzione di risultato” per diverse decine di migliaia di euro. Mi verrebbe da chiedermi e da chiedervi quale risultato visto che stiamo come stiamo?

Ovviamente, per scongiurare ogni strumentalizzazione, conosco molti dirigenti assolutamente validi ma anche molti diciamo meno validi.

Non voglio fare un commento populista, per me chi vale, lavora ed ha investito per buona parte della sua gioventù studiando ha diritto ad avere una retribuzione commisurata al lavoro di qualità che presta e sopratutto alle responsabilità che si assume.

Non posso però non constatare, credo come tutti, che il paese è ingessato, bloccato, fermo da una burocrazia che ha inconsapevolmente o consapevolmente approfittato della ignoranza ed insipienza dei politici per creare leggi, regolamenti e circolari con mille arzigogoli sicchè il burocrate ha sempre la scusa, nonostante spesso lautamente pagato, per non assumersi responsabilità che, per dovere di ufficio e lealtà verso i cittadini, dovrebbe, invece, assumersi.

Non si spiegherebbe altrimenti l’enorme differenza di retribuzione che c’è tra un usciere ed un alto/basso dirigente.

Spesso il burocrate si nasconde dietro il cavillo ed impedisce addirittura l’attuazione di quelle norme costituzionali immediatamente precettive. L’esempio più eclatante per me è stato quando mi sono imbattuto, per ragioni professionali, con un altissimo dirigente/capo/caprone di una Agenzia del Territorio di una Regione del SUD a cui avevo richiesto l’esenzione per l’iscrizione di una ipoteca a tutela di un minore figlio non legittimo di un papà riottoso a pagare gli alimenti. Ebbene, nonostante ci fosse un mare di sentenze della Corte Costituzionale che equiparavano il figlio naturale  a quello legittimo (per il quale è prevista l’esenzione) ed in altre regioni tale equiparazione era ormai acquisita, questo burocrate/capo/caprone/piccolo/piccolo, ma con grande potere di direzione, mi rispondeva che la Corte Costituzionale non aveva però deciso su questo specifico punto e quindi il povero piccolo minore figlio naturale senza soldi e senza un padre degno di questo nome, per poter tutelare i propri diritti alimentari avrebbe dovuto spendere diverse decine di migliaia di euro in bolli e tasse per iscrivere ipoteca sui bene del becero ed avaro padre naturale. Il risultato è stato che il piccolo non ha iscritto ipoteca e si è visto negare un diritto sacrosanto da un burocrate/capo/caprone/piccolo/piccolo! Né ho potuto continuare a fare causa perché la madre era stata oramai sfiancata, sconfitta e depressa dalla burocrazia e da un lungo giudizio per il riconoscimento della paternità.

Ovviamente poi c’è tutto il tema del costo della burocrazia in termini di piaceri e corruzioni che aggrava ancora di più la condizione del nostro paese di scartoffie.

Aggiornamento:

Ecco invece le retribuzioni dirigenti regione campania (clikka) che però deve essere letta tenendo conto che alle somme indicate occorre aggiungere la cd. retribuzione di risultato che, in modo assolutamente scorretto e furbesco non è stata indicata e che si dice ammonti mediamente a 18.000,00 €. solo  che questa è l’indicazione della cd. media del pollo mentre è facile intuire che per ogni dirigente tale importo può arrivare anche al doppio dello stipendio base. Complimenti alla regione di caldoro proprio furba!!

Mercato Ittico resta a Napoli un obiettivo raggiunto

mercatoitticoIl 9 dicembre scorso il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato la delibera n. 904/2013 (clikka) che definitivamente stabilisce la localizzazione del mercato ittico nella sua storica sede di Piazza Duca degli Abruzzi sovvertendo una scelta delle passate amministrazioni, a mia avviso ormai non più attuale, di delocalizzarlo a Volla nel CAAN. Quest’ultimo è un esempio di “cattedrale nel deserto” che dovrà trovare un nuovo slancio. Ci sono voluti un ordine del giorno e due delibere per arrivare alla conclusione. Noi di Ricostruzione Democratica nella strenua ricerca della soluzione nel bene e nell’interesse pubblico proponemmo circa un anno fa il conferimento della gestione della struttura di Napoli, al CAAN al fine di preservare sia la società partecipata che gli operatori all’ingrosso del pesce che rappresentano una realtà economica viva da non compromettere in questo particolare momento di crisi. Oggi si spera che i lavori di adeguamento finiscano prima di Natale agli operatori come da tradizione di aprire le porte del mercato alla città nella notte del 23 dicembre. Speriamo bene.

Sul tema molti altri articoli su questo blog da cui si può evincere l’impegno e la tenacia con la quale è stata portata avanti questa azione di politica e di amministrazione, a seguire l’intervento di Simona Molisso in Consiglio e l’articolo del Corriere del Mezzogiorno dell’11.12.2013:

CAAN e Marcato Ittico (clikka)

al 00:16:00 l’intervento di Simona Molisso sulla delibera

Corriere del Mezzogiorno dell’11.12.2013

Il mercato ittico non andrà a Volla

La storica struttura resta a Napoli ma con la gestione del Caan

NAPOLI — Dietrofront, il mercato ittico torna a Napoli. Dal Centro agroalimentare di Volla (Caan) i 29 operatori si ri-trasferiscono al porto partenopeo, nell’hangar di piazza Duca degli Abruzzi, lasciato un anno fa tra le proteste. Un passaggio in provincia previsto da un piano risalente agli anni 80 che i lavoratori non avevano mai mandato giù — numerosi furono i sit-in e le manifestazioni di dissenso — e che ora viene annullato dall’ok alla delibera comunale ad hoc. Carlo Iannello e Gennaro Esposito, consiglieri comunali del gruppo Ricostruzione democratica, esultano: «Battaglia vinta dalla città. Siamo riusciti a far prevalere il buon senso con una convenzione che salva capre e cavoli: gli interessi legittimi del Centro agroalimentare e quelli degli operatori». L’accordo è il seguente: il Caan, società partecipata del Comune presieduta da Lorenzo Diana, rinuncia alla presenza fisica del mercato del pesce all’ingrosso negli spazi di Volla ma non alla gestione, e quindi alla riscossione dei canoni (circa 2000 euro a box).
La struttura di piazza Duca degli Abbruzzi, quindi, ospiterà di nuovo, come ha fatto per settant’anni, i grossisti e il cospicuo indotto (300 lavoratori). Non solo: il capannone disegnato da Luigi Cosenza nel 1930 è un bene di pregio, non un banale deposito commerciale. Nel 2011 l’artista Vanessa Beecroft realizzò una performance con 40 modelle dipinte di nero. Dove osavano orate e spigole fece capolino l’arte più raffinata.
«La struttura— ricorda Esposito — si presta anche ad altri usi, contestuali a quelli mercatali. Abbiamo promosso un ordine del giorno che impegna il Comune e operatori a vagliare la possibilità di farne un polo del consumo del pesce». In pratica, adibire un’ala alla ristorazione, anche veloce, di prodotti ittici che più freschi non si può (tra l’altro questa del polo gastronomico è un’idea che mano solerti hanno già inserito nella pagina Wikipedia del Mercato ittico di Napoli). Il progetto renderebbe attrattiva un’area degradata, visto che sorge alle spalle del mai nato parco della Marinella, landa desertificata dalla sciatteria di più soggetti, Comune in primis.
Tornando al mercato: nei giorni caldi della chiusura vennero contestate anche le condizioni di agibilità e di sicurezza igienica. Quei problemi, ricordano Iannello ed Esposito, ora hanno trovato soluzione grazie all’intervento dell’Asl nei locali. L’adeguamento sarebbe in fase di ultimazione. In tanti sperano che il mercato possa riaprire per la sera del 23 dicembre, quando mezza Napoli per tradizione accorre a scegliere prelibatezze per il Cenone.
Alessandro Chetta

De Magistris sulla strada giusta

demagistisIn questi ultimi giorni sembra che si sia invertita la rotta dell’amministrazione che ha segnato tre punti nella direzione che noi di Ricostruzione Democratica abbiamo indicato da oltre un anno. Non posso, infatti, non notare tre fatti a cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni che ci danno un po’ di soddisfazione per l’impegno profuso:

1) Bonifica di Bagnoli (clikka) su cui abbiamo detto e scritto tantissimo con numerosi interventi in consiglio comunale, atti e proposte riportati su questo blog che sembrano quasi interamente essere state recepite nella ordinanza del Sindaco sull’obbligo della bonifica;

2) L’area NATO che da tempo è stata oggetto della nostra attenzione e per la quale il Sindaco ha dato una direzione precisa nel senso di aprire il Collegio Ciano alla Città facendo proprie le indicazioni che abbiamo cercato di dare: Restituiamo l’area NATO alla Città (clikka);  La politica e l’area NATO occorre vigilare (clikka).

3) I  finanziamenti perduti per la sicurezza delle nostre scuole e degli impianti sportivi (clikka) per i quali mi sono rivolto anche al Segretario Generale (clikka) per sollecitare il servizi o ispettivo e per i quali oggi ho avuto modo di leggere la delibera con la quale si è dato mandato all’avvocatura di proporre un Ricorso al TAR (clikka) avverso la decisione di inammissibilità della Regione Campania.

Certo siamo ancora in attesa di vedere realizzato l’indirizzo dato sul mercato ittico di Piazza Duca degli Abruzzi (clikka), sulla mostra d’oltre mare, lo zoo e l’edenlandia (clikka) e tante altre proposte che con impegno, fatica (tanta) e tenacia stiamo cercando di portare avanti. In questo senso credo che non ci tireremo indietro e saremo pronti a sostenere la lotta politica per il bene e l’interesse pubblico. Fosse fosse che stiamo sulla buona strada? La speranza credo sia una “dote” che dovrebbe avere ogni politico.

La Consulta ammazza il porcellum

400px-Parlamento_Italiano_Giuramento_di_Giovanni_LeoneDa oggi possiamo dire che i nostri parlamentari di ieri è di adesso sono incostituzionali! Ancora una volta la magistratura è dovuta intervenire per sanare un vuoto politico. Credo che su quest’argomento nessun parlamentare possa dire nulla se non fare ammenda votare una legge elettorale sulla base delle indicazioni che darà la Consulta nelle motivazioni ed andarsene a casa.
Secondo voi razzi e scilipoti con le preferenze sarebbero stati eletti? Ecco cosa scrivevo qualche tempo fa. Per non dimenticare è interessante vedere nel link il video di Calderoli che racconta la nascita del Porcellum: i padri porci del porcellum (clikka)
La riflessione di Massimo Gramellini 
Bordellum
Per la Corte Costituzionale la legge elettorale detta Porcellum è illegittima. Dunque tutti i parlamentari nominati dai partiti con quella norma e da noi svogliatamente votati negli ultimi otto anni sono illegittimi. E così i loro atti. Illegittima la prima incoronazione di Napolitano. Pure la seconda. Illegittimi i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta. Illegittimi i senatori a vita scelti dal Capo dello Stato, per cui di oltre mille parlamentari l’unico in regola sarebbe l’ex presidente Ciampi. Illegittime le riforme del lavoro e delle pensioni, le tasse sulla casa e in genere le spremiture decretate da governi illegittimi e convertite in legge da parlamenti illegittimi. Illegittimo il voto su Mubarak zio di Ruby, ma anche quello sulla decadenza di Papi. Illegittimi gli stipendi, i rimborsi, i portaborse, i panini della buvette. Illegittime le interviste dei presunti onorevoli e dei millantati senatori. Doppiamente illegittime le lauree prepagate, le solerti raccomandazioni, le appetitose lottizzazioni. Tutto ciò che è stato detto, fatto e cospirato in Parlamento negli ultimi tremila giorni è illegittimo. E poiché non vi è regolamento, codice o postilla su cui gli illegittimi in questi anni non abbiano messo becco, l’intero Paese può a buon diritto definirsi illegittimo.
Sembrerebbe l’accrocco definitivo. Se non fosse che anche la Corte Costituzionale è stata nominata in larga parte da un parlamento e da un presidente illegittimi. Ne consegue che la sua sentenza di illegittimità è da considerarsi illegittima. La patria è salva. Il Bordellum continua.
Da Repubblica Nazionale del 05.12.2013
Legge elettorale, la scure della Consulta “Il Porcellum è incostituzionale”
La Consulta cancella il premio di maggioranza. Renzi: ma così si torna indietro
“Illegittimi il premio di maggioranza e l’assenza di preferenze”
LIANA MILELLA
ERA nell’aria da 24 ore. Ed è successo. Il Porcellum è incostituzionale in due punti chiave, premio di maggioranza e voto senza preferenza. Il vento della Consulta, in 300 minuti, ha soffiato via quello che i partiti non sono riusciti a cambiare in 2.904 giorni. Una decisione epocale, stavolta si può proprio dire, per la politica italiana. Presa in parte all’unanimità e in parte amaggioranza. Ma con una certezza.
COMUNQUE vada, anche se il palazzo della politica continua a non mettersi d’accordo su una nuova legge, i giudici costituzionali sono certi che quello che resta del Porcellum permette comunque agli italiani di andare al voto. Non c’è l’ipotizzato ritorno al Mattarellum, per la semplice ragione che, pur azzoppato, il Porcellum continua legislativamente a vivere. Non c’è neppure il “vuoto” legislativo che, su questa materia, non è consentito e che molti paventavano. Un brutto fantasma agitato forse per imbavagliare la Corte. Sulla quale, in pochi giorni, s’è riversata la forte pressione della politica a fare un passo indietro. Che non c’è stato, pur dopo un’iniziale esitazione.
Camera di consiglio storica alla Consulta — che si apre alle 9 e trenta, si ferma alle 13, riprende alle 16 e si chiude pochi minuti dopo le 18 — perché non è di tutti i giorni essere alle prese con la legge che ha portato in Parlamento 945 tra deputati e senatori. La riunione che prosegue dopo la prima ora dice subito che l’ipotesi del rinvio chiesto da un alto giudice è stata superata, che si è entrati nel merito. Proprio così, ci si misura subito sull’ammissibilità del questione di costituzionalità posta dalla Cassazione — relatore Antonio Lamorgese, giudice della prima sezione civile — sui cui tavoli è giunto il ricorso dell’avvocato Aldo Bozzi e di altri 25 cittadini elettori contro il Porcellum, i quali si erano già rivolti al tribunale di Milano. Non dura a lungo la discussione, i giudici della Consulta votano tutti insieme per la piena ammissibilità dei due quesiti. Tanti giuristi erano contrari, loro non hanno dubbi.
E si entra nel merito. Il Porcellum può contare su due “nemici”, il presidente della Consulta Gaetano Silvestri, che giàaveva materializzato i suoi dubbi di costituzionalità nel 2008 in occasione del referendum, e a settembre, nel giorno della sua elezione. Poi il relatore, Giuseppe Tesauro, ex presidente dell’Antitrust. I due quesiti sono lì, sul tavolo dei giudici pronti a essere vivisezionati. Si discute del premio di maggioranza senza tetto, e tutti decidono di bocciarlo. Si affronta la questione delle preferenze, e qui finisce con una votazione di stretta misura, otto contro sette, perché obiettivamente c’è chi considera il passo sulle preferenze molto spinto.
Si discute a lungo sul comunicato. Semplice e lineare sui due quesiti, «illegittimità costituzionale » per il premio di maggioranza, «sia per la Camera che per il Senato». Idem per le norme sulle liste elettorali bloccate, «nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza». Almeno una preferenza, dunque, dovrà essere indicata. Ovviamente la Corte si pone il problema di “quando” la sua decisione diventerà operativa, per questo scrive che dalla pubblicazione della sentenza «dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici». La Corte compie anche un altro passo, conscia com’è della portata della decisione. Specifica che «il Parlamento può sempre approvarenuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali ».
In quei 300 storici minuti gli alti giudici — come trapela poi da “Radio corte” — stanno bene attenti a compiere una delicata operazione chirurgica che risponde strettamente ai quesiti posti dalla Cassazione. La Corte non si “allarga”, non fa politica, sta a quei due quesiti, come prova lo stesso comunicato. Del pari, non sceglie un nuovo sistema elettorale, népotrebbe farlo perché così compirebbe una grave ingerenza nella vita del legislatore. Non riporta in vita il Mattarellum, con quella “reviviscenza” di cui pure tanto si era favoleggiato. Alla Corte si può cogliere questa certezza, «anche dopo i tagli la legge che resta consente di andare a votare, resta il proporzionale, così come per le liste è possibile votare per un candidato». Ma una sensazione è diffusa comunque, la certezza che il passo compiuto, l’incostituzionalità dichiarata, è «una clava», come la chiama qualcuno alla Corte, che costringe il Parlamento a fare una legge decente per far votare gli italiani senza privarli dei loro diritti. Sono le 18, i giudici hanno chiuso la partita del Porcellum.
Il Parlamento legittimato a cambiare sistema elettorale altrimenti si vota senza premio
Ecco perché la Corte non ha ripristinato il Mattarellum
LIANA MILELLA
ROMA — E adesso che succede? Ma anche: che cosa ha veramente deciso la Consulta? E perché lo ha fatto? Ha terremotato il Parlamento stesso e le basi della sua legittimazione giuridica e politica? Ha imposto il suo potere di primo giudice delle leggi a dispetto di Camera e Senato, in spregio ai partiti, in contrapposizione con palazzo Chigi e con il Colle? La sua è una sentenza giusta o, come dice Berlusconi, una sentenza politica «di sinistra»? Si riempiranno, di qui a venire, pagine e pagine di libri di diritto per interpretare la decisione della Consulta sul Porcellum. Cerchiamo qui, in pillole, di elencare le domande più importanti e le possibili risposte.
Che succede adesso? Cade il Parlamento? Chi ne fa parte decade automaticamente? Non si può più neppure votare?
Bocce ferme. Non succede nulla di tutto questo. Come pure paventa Grillo e più di un disfattista. Alla Consulta l’interrogativo se lo sono anche posto. I giudici ne hanno brevemente discusso. Si sono dati una risposta, dal loro punto di vista, tranquillizzante. Per noi, una risposta autorevole. Dopo i tagli dei premi di maggioranza e l’aggiunta del voto di preferenza si può tranquillamente andare a votare. Certo, non c’è più il Porcellum. C’è un proporzionale puro. Ma non c’è un vuoto né legislativo, né del sistema elettorale.
Ma giuridicamente esiste ancora una legge elettorale?
Prendiamo a prestito l’opinione del costituzionalista Massimo Luciani: «Se il dispositivo fosse esattamente quello indicato nel comunicato della Corte, avremmo un sistema elettorale perfettamente proporzionale. Però è ovvio che avrebbe bisogno di un intervento applicativo per definire le circoscrizioni, senza le quali nessuna legge elettorale può essere applicata».
Se si volesse votare domani con la legge che resta lo si potrebbe fare?
Insisto, dice sempre Luciani, «bisognerà leggere nel dettaglio il dispositivo. Tuttavia è ragionevole immaginare che resterebbe unimpianto di legge perfettamente proporzionale».
E se si votasse che Parlamento salterebbefuori?
Si può rispondere con la preoccupazione del costituzionalista Stefano Ceccanti: «Qui si restaura il sistema della preferenza unica con un sistema proporzionale che risale agli anni ’91 e ’92. Nessuno vince le elezioni. C’è una garanzia di ingovernabilità. Si crea un sistema che tende alla “grande coalizione permanente”».
La Corte ha pesato fino in fondo il suo passo e ne ha valutata l’eventuale portata distruttiva?
A sentire “Radio Corte” pare proprio che gli alti giudici abbiano ragionato soprattutto su questo. Si sono chiesti se il loro intervento era invasivo al punto da lasciare il Paese senza uno strumento per andare a votare, visto soprattutto che forze politiche e Parlamento non si sono dimostrati affatto efficienti. La Corte si è risposta che sì, con il Porcellum che resta si può votare. Certo, non si è data una risposta in termini “politici”, su quale Parlamento salterebbe fuori. Ma questa preoccupazione sì che sarebbe stata anomala.
Non era più semplice azzerare del tutto il Porcellum per far “rivivere” in pieno il Mattarellum?
Per certo il Mattarellum non rivive per deliberata scelta dei giudici. Soprattutto perché per arrivare fin lì, la Corte avrebbe dovuto allargarsi rispetto ai due quesiti posti dalla Cassazione e avrebbe dovuto applicare il principio «dell’illegittima consequenziale». I due quesiti bocciati avrebbero dovuto trascinare nel baratro tutto il Porcellum. La Corte si è fermata sul ciglio del baratro e il Porcellum è rimasto in vita.
Il Porcellum azzoppato che conseguenze comporta? Ha ragione Grillo quando dice che bisogna sciogliere il Parlamento, mandare a casa il governo e Napolitano?
Nient’affatto. Anche qui risponde lucidamente Massimo Luciani: «I parlamentari rimangono al loro posto, né la loro elezione è inficiata». Quanto a governo e capo dello Stato neppure a parlarne, visto che non sono stati neppure“votati” col Porcellum.
E i 200 deputati eletti, ma non ancora convalidati alla Camera dalla giunta per le Elezioni?
Ancora Luciani: «Se il principio fosse questo, allora dovrebbero saltare non solo i 200 deputati non ancora convalidati, ma l’intero Parlamento, il che non è possibile per il principio di continuità degli organi costituzionali».
E come mai la giunta delle Elezioni presieduta dal grillino Giuseppe D’Ambrosio non ha convalidato ancora l’elezione?
Senza fare dietrologia, si segnala un’anomalia e si mettono in fila i fatti. L’esponente di M5S non si scalmana per convalidare i risultati. È noto che alla Consulta è in bilico il Porcellum che invece dovrebbe spingere ad accelerare la convalida. Grillo adesso vuole tutti a casa.
Solo un nuovo Parlamento, dice sempre Grillo, potrà cambiare la legge elettorale? È vero?
No, è falso, le attuali Camere possono tranquillamente cambiare la legge elettorale.
Nel momento in cui salta il premio, si mette in crisi l’attuale Parlamento?
Luciani: «Politicamente sì, giuridicamente no, perché il premio è stato applicato».
E l’imposizione delle preferenze?
Vale lo stesso principio.
Un Parlamento eletto sulla base di una legge incostituzionale che deve fare?
Ancora Luciani: «Giuridicamente non ci sono effetti immediati, ma politicamente deve adottare una nuova legge elettorale perché la sua posizione politica è diventata particolarmente difficile».
Quando dovrà agire il Parlamento?
Quando lo ritiene opportuno, meglio prima delle motivazioni della sentenza.
La Consulta ha “commissariato” il Parlamento per la legge elettorale?
La Consulta ha fatto la sua parte, adesso il Parlamento, nella sua piena autonomia, faccia la sua.

Chi inquina paga! Ecco l’ordinanza del Sindaco su Bagnoli

bagnoliSulla questione delle bonifiche di Bagnoli noi di i Ricostruzione Democratica siamo intervenuti molte volte in Consiglio e l’ultima volta abbiamo chiesto con forza che si facessero i controlli sulla CEMENTIR (a Bagnoli c’è la CEMENTIR ma nessuno ne parla clikka). Oggi (03.12.2013) è stata emessa una ordinanza Sindacale con la quale si ordina la bonifica dei siti alla FINTECNA ed alla CEMENTIR (clikka) e si chiede alla Fondazione IDIS di esibire i certificati di bonifica o di messa in sicurezza. Sono soddisfatto che il Sindaco abbia adottato questa scelta non facile ma credo l’unica possibile. Ora è probabile che piovano ricorsi al TAR per ottenerne l’annullamento previa sospensiva, in tal caso spero che le associazioni ambientaliste ed i cittadini sappiano organizzarsi per intervenire nei relativi probabili giudizi al fine di sostenere le ragioni pubbliche a tutela della salute. Noi siamo pronti a fornire tutto il nostro aiuto. Per capire la gravità dell’inquinamento consiglio la lettura del decreto di sequestro delle aree che apre scenari assolutamente incredibili (decreto di sequestro clikka).

Per un’ampia trattazione sul tema si possono visualizzare anche i numerosi articoli su questo blog (clikka)

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