Fa senz’altro pensare la nomina di Alessandro Alfano fratello minore di Angelino al vertice delle Postecom. Un posto di dirigente alle poste assegnato, ovviamente senza concorso e soprattutto senza vergogna! La cosa che mi colpisce di più è la completa latitanza dei giornali che, invece, su questo fatto, dovrebbero tutti i giorni fare una vera e propria campagna giornalistica scavando tutti i particolari per darli alla opinione pubblica. Il nostro Paese, infatti, soffre di uno scarso senso della moralità, mentre all’estero una notizia del genere non sarebbe mai potuta apparire perché un caso del genere avrebbe determinato vergogna, disapprovazione e dimissioni a catena. In Italia la cosa si fa zitti zitti ed i Giornali, della carta stampata e delle televisioni, non fanno nulla, tranne i pochi giornalisti coraggiosi che alla fine è capace pure che finiscono per esporsi a rappresaglie o ad essere considerati poche voci fuori dal coro che non raggiungono la massa degli Italiani. Questo paese non cambierà fino a quando non si capirà che i Giornali ed i mezzi di informazione sono al servizio e garanzia della democrazia, l’Opinione Pubblica che si forma con l’informazione è fondamentale affinché gli Italiani possano liberamente e democraticamente scegliere i loro rappresentanti. Se mai vi capiterà di incontrare questi due guardateli con sdegno e soprattutto diffondete le notizie che i giornali non diffondono. Oggi abbiamo la possibilità di fare noi l’informazione che i giornali non fanno!
Dal sito de “L’Unità” del 13.09.2013: Un posto alle Poste non si nega a nessuno. Si diceva così durante la prima Repubblica. Epoca finita ormai un ventennio fa, ma forse le abitudini di allora hanno resistito al terremoto dei primi anni ’90. Almeno a guardare gli ultimi arrivi nella linea direttiva del gigante postale. Una decina di giorni fa a sbarcare tra i dirigenti di Postecom (la società dei servizi internet di Poste italiane) è stato Alessandro Alfano, fratello minore del più celebre Angelino, vicepremier e ministro dell’Interno nel governo delle larghe intese. Nulla da ridire, per carità. Formalmente un dirigente può essere «nominato» senza alcun concorso, senza selezione: in un giorno si può anche accedere all’incarico di direttore commerciale di una controllata del Tesoro, dove lo stipendio medio per una figura apicale può arrivare a 200mila euro annui. Succede, ma certamente non è proprio il massimo dell’eleganza. Tanto più se si tratta di un gruppo in cui il vertice è in scadenza – è il caso di Massimo Sarmi – dopo un decennio di riconferme durante l’era targata Letta-Tremonti-Grilli.
Dal Sito de “Il Fatto Quotidiano” del 10.08.2013 si copre che il fratelli ha già avuto anche qualche problema in passato: Alfano, il fratello vince il concorso: “Ma nel curriculum una carica mai ricoperta”
Palazzotto (Sel) ha chiesto chiarimenti riguardo al cv inviato dal familiare del vicepremier per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Avrebbe inserito un incarico che non ricopriva al vertice della Confcommercio siciliana Alfano, il fratello vince il concorso: “Ma nel curriculum una carica mai ricoperta”
Palazzotto (Sel) ha chiesto chiarimenti riguardo al cv inviato dal familiare del vicepremier per diventare segretario generale della Camera di commercio di Trapani. Avrebbe inserito un incarico che non ricopriva al vertice della Confcommercio siciliana
Titoli non sufficienti e cariche autocertificate fasulle. Nel curriculum vitae di Alessandro Alfano, fratello minore di Angelino, ci sarebbero dei buchi sospetti. A sostenerlo è il deputato di Sinistra ecologia e libertà Erasmo Palazzotto, che ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico. Oggetto dell’atto parlamentare è il concorso di segretario generale della Camera di commercio di Trapani, vinto da Alfano junior nel 2010.
Il fascicolo di quel concorso era già stato sequestrato nel dicembre nel 2011 dagli agenti della squadra mobile di Palermo, allertati da alcuni scritti anonimi che prevedevano con largo anticipo la nomina di Alfano al vertice dell’ente. Incarico che Alessandro lascerà poche ore dopo la perquisizione delle forze dell’ordine. Nell’interrogazione di Palazzotto però si fa cenno alle irregolarità del curriculum, presentato al concorso. “Alcune delle dichiarazioni contenute nella suddetta domanda – dice Palazzotto al ministro Flavio Zanonato – peccano anche sotto il profilo della veridicità della ricostruzione curriculare da parte dell’interessato. Ci si riferisce, in particolare, alla presunta carica che l’anzidetto dottor Alfano ha autocertificato, relativamente al ruolo di direttore regionale di Confcommercio Sicilia, in un periodo antecedente alla sua nomina a segretario generale di Unioncamere Sicilia, avvenuta a fine 2006. Risulta, infatti, che in realtà egli sia stato semplicemente distaccato presso la sede di Confcommercio regionale, in veste di semplice direttore provinciale di Agrigento, e che in tale Confederazione non ha mai rivestito il ruolo di Direttore regionale, visto che da tempo vi era un altro soggetto che rivestiva tale funzione, l’avvocato Marino Julo Cosentino”.
Il fratello del segretario del Pdl avrebbe quindi inserito nel suo curriculum un incarico al vertice della Confcommercio siciliana, all’epoca già ricoperto da un’altra persona, quando invece era, più modestamente, solo il direttore della sezione provinciale di Agrigento. “Questa storia certifica l’influenza della politica sulla gestione commercio – dice Palazzotto al fattoquotidiano.it – È imbarazzante per questo governo che il fratello del vice premier sia coinvolto in questa situazione poco trasparente: come è possibile evadere ogni controllo in un concorso pubblico?”. Palazzotto, nella sua interrogazione, fa cenno anche alla laurea triennale in Economia e finanza conseguita da Alfano, titolo considerato “non idoneo ad espletare le funzioni di dirigente apicale in una pubblica amministrazione”. Quella laurea breve in Economia, conseguita nel 2009 a 34 anni, lo aveva già fatto finire nei guai: nel 2011, infatti, il suo nome era finito in una lista di 30 studenti che avrebbero “comprato” diversi esami universitari, mai realmente sostenuti ma caricati nel piano di studi in cambio di denaro elargito ai segretari dell’Ateneo palermitano. Nel febbraio scorso la procura di Palermo avevo chiesto per lui l’archiviazione dopo averlo iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di frode informatica. (da il Sito del Fatto Quotidiano)