Da La Repubblica Napoli di oggi.
La prospettiva data dall’On.le Luisa Bossa sulle dimissioni di Narducci e sull’errore che farebbe il PD ad entrare nella Giunta del Comune di Napoli
«SCELGO persone che hanno grande autonomia di giudizio, grande capacità politica, grande entusiasmo, passione, competenza». Con queste parole, il sindaco di Napoli, appena un anno fa, presentò la sua giunta comunale.Tra quegli assessori, c`era anche Giuseppe Narducci, un magistrato noto per essere intransigente e rigoroso. A dodici mesi di distanza, il sindaco scopre che Narducci non «ha dato nessun contributo, ha fallito». Lo scopre, guarda caso, subito dopo che il magistrato ha consegnato dimissioni irrevocabili e nette, con parole molto dure su temi fondamentali come legalità, trasparenza, discontinuità con il passato, democrazia intema. La sfuriata di de Magistris contro Narducci, oltre a essere una caduta di stile sorprendente, mi è sembrato un segno di grande debolezza. Se fosse vero che Narducci non ha lavorato bene, de Magistris avrebbe dovuto rimuoverlo, assumendosi la responsabilità di una scelta sbagliata. Invece il sindaco scopre che Narducci ha male operato solo quando questi — in una politica disabituata al gesto nobile delle dimissioni—rinuncia volontariamente al suo incarico e alla sua poltrona. Lo fa prendendo carta e penna, e scrivendo un j`accuse dolente e durissimo, a cui il primo cittadino non risponde nel merito, preferendo la strada della rissa e dell`insulto personale.
L’ obiettivo mi sembra chiaro: alzare una cortina di fumo sul contenuto di quella lettera, che invece va analizzata con molta attenzione. Chi conosce Narducci sa che non si tratta di un uomo sprovveduto, ne di una persona priva di senso della responsabilità, di cautela e rigore. Se il magistrato Narducci arriva a dire una cosa, è perché le ragioni sono serie e ben ponderate.
Ma che cosa dice, nello specifico, l`ex assessore, nel momento in cui rassegna le dimissioni? Fondamentalmente, tre cose. La prima riguarda la cultura della legalità. La seconda, questioni amministrative importanti come il Bilancio, la vicenda Romeo, le assunzioni nell`Asia. La terza, la denuncia di una forte mancanza di democrazia e trasparenza al Comune. Tre vicende su cui è utile che si apra un dibattito vero. Questa volta non basterà, al sindaco alzare un po’ la voce, e intonare qualche slogan, per metterle da parte.
«Ritenevo — scrive Narducci — che Napoli dovesse superare una infausta visione culturale secondo la quale i comportamenti illegali possono essere tollerati e accettati poiché sono comunque regolatori di equilibri del vivere civile e, senza di essi, si apre la strada al disordine sociale». È una frase pesante, che chiama in causa quella discontinuità rispetto al passato che viene invocata dal sindaco a ogni discorso. Certe «dinamiche — sottolinea Narducci — sembrano collocarsi su una linea di assoluta continuità con vecchie logiche del passato, logiche che ritenevo, nella nuova situazione, non potessero più riproporsi. In queste vicende, come però anche in altre di pari rilievo, non sono mancati problemi causati da una inadeguata o insufficiente, quando non del tutto assente, comunicazione di elementi informativi ai membri della giunta, con inevitabili ripercussioni sulla reale ed effettiva condivisione delle scelte nonché sulla stessa ponderatezza delle decisioni assunte». Un deficit, quindi, al tempo stesso, di legalità e democrazia interna. «L`impressione che io ne ricavo — conclude Narducci — è quella dell`affermarsi di un “clima” che appare chiaramente ostile alla libera manifestazione delle idee e delle opinioni dissenzienti».
A un anno dalla vittoria di de Magistris, e della nomina della giunta, mi sembrano parole pesanti, che svelano il volto di un progetto amministrativo con tante contraddizioni, e che interrogano profondamente anche il Pd. Si parla insistentemente, com`è noto, di un ingresso in maggioranza e in giunta di uomini vicini al Partito democratico. Io non sono d`accordo. Il Pd ha perso il primo turno alle elezioni comunali, e deve rispettare il responso del voto.
Restiamo dove siamo, senza incarichi, con le antenne dritte sui bisogni della città. Significa costruire uno spazio di azione politica nel sostegno ai progetti che vanno nell`interesse della comunità, e nella lotta ai nodi irrisolti di un`amministrazione che ama proporsi come innovatrice e che va incalzata su questo terreno senza alcun “consociativismo”. Il caso Narducci ha portato fuori elementi pesanti. A noi il compito di una vigilanza attenta, non pregiudiziale e non allineata. Ne opposizione strumentale ne maggioranza asservita. Mani libere a difesa della città.
Chi scrive è deputata del PD
Condivido pienamente l’opinione di Luisa Bossa ……ed è stupefacente trovare le stesse parole che , nel parlare e nello scrivere , ieri io ed i miei più stretti amici ci siamo scambiati…….Si, il passaggio sulla legalità è il nodo della questione, ed il sindaco ne esce molto male ……
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