Il Rammarico per le dimissioni di Pino Narducci

narducciComunicato Stampa ANSA 18 giugno 2012

Le dimissioni dell’assessore alla legalità Pino Narducci ci lasciano sconcertati e scavano un solco profondo tra la città e l’amministrazione per il grave significato che assumono. Pino Narducci ha svolto il suo incarico con sincero spirito di servizio e la sua uscita dalla giunta rappresenta una gravissima perdita che appare ancora più grave dalla lettura delle motivazioni. Questione ASIA, vicende Raphael Rossi e Romeo sono state, per noi, sin dal primo momento, assolutamente inaccettabili. La decisione dell’Assessore rafforza questo nostro pensiero ed impone un chiarimento nella maggioranza che sostiene l’amministrazione ed ai cittadini che solo un anno fa, sulla base di un chiaro programma di rinnovamento, hanno dato fiducia e sostegno al Sindaco.

Consiglieri Napoli è Tua

Gennaro Esposito

Carlo Iannello

Strappo nella giunta de Magistris l’ex pm Narducci si dimette

Da RepubblicaNapoli.it del 18 giugno 2012

Strappo nella giunta de Magistris
l’ex pm Narducci si dimette
La breaking new era nell’aria: l’ex pm di Calciopoli, già autore di importanti indagini anticamorra, Giuseppe Narducci, si è dimesso. Lascia la giunta guidata dal suo ex collega di Procura, il sindaco Luigi de Magistris.

Strappo nella giunta de Magistris l’ex pm Narducci si dimette

Uno strappo, una lacerazione profonda nella compagine di Palazzo San Giacomo. L’addio di Narducci lascia un vuoto e apre un fronte. Da tempo in Comune si moltiplicano i malumori verso l’amministrazione per alcune sue scelte.

In testa, i rapporti del Comune con il top manager Alfredo Romeo, già coinvolto nel 1993 in Tangentopoli (quando ammise di pagare alcuni politici definendoli “cavallatte” a caccia di mazzette), quindi arrestato e poi scarcerato e scagionato nel tormentato procedimento Global Service. Romeo e la sua holding vantano un credito con Palazzo San Giacomo di circa 50 milioni di euro e hanno di recente stipulato nuovi accordi che prevedono anche interventi in una zona dove sorge proprio l’albergo dell’imprenditore.

Ma c’è dell’altro, come il caso di Raphael Rossi, stimato e capace consulente per l’interminabile questione rifiuti, andato via anche lui dopo essersi rifiutato di assumere circa una ventina di persone nell’Asìa, l’azianda che si occupa dello smaltimento dell’immondizia. Questo, e anche altro, hanno scatenato numerosi e malumori.

Nelle scorse settimane Narducci e de Magistris hanno “duellato” a suon di dichiarazioni poco amichevoli. Il magistrato di Calciopoli (che di recente ha dato alle stampe un libro proprio sulla vicenda giudiziaria che ha come primo imputato Luciano Moggi) in una intervista a “Repubblica” aveva già lasciato capire di essere sul punto di mollare manifestando il suo dissenso per alcune scelte adottate dal Comune.

Oggi
la conferma di quella che era una sua chiara intenzione. Ma Narducci, che ormai possiamo definire ex assessore comunale alla Legalità, non potrà tornare a fare il pm a Napoli dopo il suo impegno in politica. Se vorrà, come è probabile, rientrare in magistratura, dovrà farlo in un altro distretto giudiziario.

Intanto il Comune perde un sicuro protagonista e il suo addio, è già una certezza in queste calde giornate a Palazzo San Giacomo, non passerà inosservato. In giunta e nel consiglio comunale i mal di pancia cominciano a essere ripetuti.

Il “percorso di guerra” la spiegazione di Romeo

Alfredo-RomeoDa “La Repubblica” del 18 giugno 2012

Progetto Antica Dogana
di CRISTINA ZAGARIA

Sì, siamo pronti alla guerra, ma per Napoli e per i suoi cittadini”. L’imprenditore Alfredo Romeo dopo le lettere con il sindaco chiarisce qual è la sua guerra. “Non faccio guerra a Palazzo San Giacomo, ma la guerra è per portare avanti il difficile piano di dismissioni del patrimonio immobiliare del Comune”.

Il Comune difende Romeo

“Ho usato quella parola scrivendo al sindaco  –  spiega in una nota l’imprenditore – per descrivere solo e soltanto la gravosità del piano di dismissioni del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli, che è a tutti gli effetti una vera e propria “missione di guerra” data la sua imponenza, la complessità tecnicoamministrativa, l’impatto sociale che attiva, e la ristrettezza dei tempi esecutivi, che vede la necessaria e massima collaborazione tra Comune di Napoli e Romeo Gestioni”.

L’espressione (siamo pronti “ad intraprendere un percorso di guerra”) è inserita in una lettera del 28 marzo in cui Alfredo Romeo esprime “sincero sconcerto perché dopo un intenso lavoro congiunto, durato oltre quattro mesi, e una precisa intesa” la giunta municipale ha approvato una delibera per l’approvazione
della transazione (che comprende anche l’esame del progetto Insula Antica Dogana) a lui non gradita, perché “emendata rispetto allo schema già siglato” con il sindaco, l’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo, e il capo di Gabinetto, Attilio Auricchio.

Una lettera dura, in cui l’amministratore delegato della Romeo Gestioni parla di “scorrettezze” e in nome “dell’interesse pubblico e della nostra città” chiede al sindaco “un riscontro formale” alle sue rimostranze, ricordando che “il presupposto di base non può che essere l’assoluta collaborazione e buona fede” (l’ultima frase è scritta in corsivo).

Romeo, ora, chiede di dire la sua verità e spiega che la “guerra” non è contro chi in giunta avrebbe emendato l’accordo, ma si riferisce all’impegnativo lavoro di dismissione del patrimonio pubblico. E a favore della sua tesi porta dei dati. “Alcuni numeri possono rendere l’idea di cosa sia questa “guerra” che vede in stretta cooperazione Palazzo San Giacomo e la Romeo Gestioni  –  scrive l’imprenditore  –  Il piano di dismissioni prevede infatti la vendita di circa tremila alloggi di edilizia popolare in poco più di 10 mesi.

Per ottenere questo risultato sono stati attivati oltre 35 mila contatti; preparate 11 mila offerte di acquisto; oltre 10 mila verifiche catastali e di titolarità; regolarizzate migliaia di posizioni; investite decine di migliaia di euro per la campagna promozionale e di informazione; creati uffici mobili di consulenza per i cittadini”.

E nella verità di Romeo c’è anche la cabina di regia, creata dal Comune come organo di valutazione autonomo. “E, novità tecnica strettamente funzionale all’obiettivo da raggiungere, è stata creata  –  spiega  –  anche la cosiddetta cabina di regia con il solo intento di affrontare con più fluidità e velocità gli eventuali ostacoli che dovessero insorgere nello svolgimento di questa “guerra” che ha il solo obiettivo di portare nella disponibilità del Comune 100 milioni di euro”. Romeo parla di 100 milioni, ma il Comune ne aveva messi a bilancio inizialmente 81, ora ridotti a 55.

“I risultati di questo “guerresco” impegno  –  continua Romeo  –  sono già clamorosamente positivi e verranno diffusi in tempi brevissimi sia in termini assoluti, sia in termini previsionali. E saranno tali da tacitare, siamo certi, chi rema contro Napoli”.

Per quanto riguarda il progetto Insula Antica Dogana, “la Romeo Gestioni non ha inviato alcun ultimatum al Comune di Napoli. Ha semplicemente proposto un progetto di bonifica urbana a titolo gratuito dell’area e aspetta doverosamente che il Comune proceda alle verifiche di legge e di compatibilità”, precisa l’imprenditore.

E sul parcheggio sotterraneo a ridosso del albergo Romeo (su cui pende un ordine di demolizione richiesto dallo stesso Comune per una serie di abusi) e sotto una strada pubblica, che rientrava nella sua offerta (con una gestione per 99 anni senza alcun bando di gara per la realizzazione e l’assegnazione), l’imprenditore da un lato precisa che “ad evitare che si possano fraintendere obiettivi e senso dell’iniziativa, la Romeo Gestioni ha anche confermato alla amministrazione che la realizzazione del tanto contestato garage sotterraneo non è dirimente”, ma dall’altro ricorda “fermo restando il fatto che ipotizzando la pedonalizzazione di un’area quale che sia, logica vorrebbe che la stessa area fosse attrezzata con un parcheggio”.

Insula di Romeo la difesa dell’Assessore Tuccillo

romeoDa “La Repubblica di Napoli” del 18 giugno 2012

IL CASO
Il Comune difende Romeo
“Da lui mai nessun ricatto”
L’assessore Tuccillo spiega il carteggio con il manager
di CRISTINA ZAGARIA

Il Comune difende Romeo “Da lui mai nessun ricatto” L’assessore Bernardino Tuccillo
“E’ tutto un grande equivoco. In giunta abbiamo anche riso per questa storia della “macchina da guerra”, perché quando Achille Occhetto parlò della “gioiosa macchina da guerra” il Pd perse le elezioni”. Bernardino Tuccillo, assessore al Patrimonio commenta così il diktat di Alfredo Romeo che, deluso dalla delibera che ha suggellato la transazione con Palazzo San Giacomo, scrive al sindaco: “Non le nascondo l’indubbia perplessità che la “scorrettezza” registrata nei comportamenti ci induce ad intraprendere un percorso di guerra”. E a quanto sembra l’espressione continua a non portare bene.

Dopo la pubblicazione su Repubblica del carteggio tra la Romeo Gestioni e il sindaco Luigi de Magistris, il Comune replica. E dà la sua versione dei fatti. A parlare è l’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo, che insieme al capo di Gabinetto, Attilio Auricchio, e al sindaco è uno dei tre destinatari a cui scrive l’imprenditore per accordarsi sulla dismissione del patrimonio immobiliare Erp e per la realizzazione del progetto di riqualificazione della zona di via Cristoforo Colombo, denominato progetto Insula Antica Dogana.

Tutto nasce da una serie di sentenze
che condannano il Comune a pagare alla Romeo circa 50 milioni per competenze arretrate a partire dal 2007 (l’ultima sentenza è dello scorso febbraio). Il Comune chiede alla Romeo di non pagare almeno gli interessi. Comincia la trattativa, in cui l’amministrazione avvia anche la dismissione del patrimonio di case popolari per ripagare il gestore.

L’imprenditore detta le sue condizioni. “L’avvocato sosteneva che la transazione avrebbe aiutato a risolvere un contenzioso e che poteva accelerare le dismissioni  –  ricostruisce Tuccillo  –  Il percorso di guerra, si riferisce agli obiettivi ambizioni: dismettere 2700 immobili”. A questo punto Romeo accetta di non incassare gli interessi. “Noi allora abbiamo chiesto a Romeo di diminuire ulteriormente il credito  –  continua Tuccillo  –  e gli abbiamo offerto di farci una proposta il più possibile vantaggiosa per l’ente. Ma l’avvocato Romeo ha detto no. Secondo lui abbassare il credito sarebbe stato come riconoscere un disservizio. Lui, invece, riteneva di aver bene operato. Ma oltre alla rinuncia agli interessi, per dimostrare la sua disponibilità al sindaco e alla città ci ha offerto la riqualificazione dell’Antica Dogana a costo zero per l’amministrazione”.

Un ricatto? “No. Un’offerta  –  replica subito Tuccillo  –  un progetto interessante e comunque separato dalla transazione. La prova è che la transazione e la dismissione del patrimonio sono state approvate dalla giunta all’unanimità, per il progetto Antica Dogana ci siamo dotati di una cabina di regia, che doverosamente si deve prendere tutto il tempo necessario per valutarne la fattibilità”.

Nel carteggio è proprio Romeo a proporre la cabina di regia. Ma Tuccillo ribadisce: “Il progetto non è mai stato proposto come condizione alla transazione”. Ma dopo la lettera di Romeo del 28 marzo, con lui irrigidito e scontento per la delibera approvata (la 206 del 28 marzo) e per i patti non rispettati, la giunta il 4 aprile vota un emendamento per rassicurare l’imprenditore: in caso di pagamento ritardato “la rinuncia al credito per interessi maturati e maturandi si intende ridotta del 10 per cento”.

Che significa? Se il Comune ritarda il pagamento di una rata, Romeo incassa ogni volta 570 mila euro in più. “Sì abbiamo accettato la sfida sul rischio di una penale  –  conclude Tuccillo  –  e votato un emendamento alla prima delibera, che tenesse conto di questa preoccupazione di Romeo, perché siamo certi di pagare in tempo”.

(18 giugno 2012)

L’insula di Romeo ed il percorso di guerra

romeoInsula di Romeo da “La Repubblica Napoli” del 17 giugno 2012

Progetto Antica Dogana
l’ultimatum di Romeo
“Pronti alla guerra se non rispettate l’accordo” si legge in una lettera dell’imprenditore a de Magistris, Tuccillo e Auricchio
di CRISTINA ZAGARIA
Progetto Antica Dogana l’ultimatum di Romeo Alfredo Romeo
Siamo pronti “a intraprendere un percorso di guerra quale quello congiuntamente ipotizzato, dati gli obiettivi estremamente ambiziosi”. Quale guerra? Contro chi? Congiuntamente con chi? A scrivere  –  nero su bianco  –  è Alfredo Romeo. I destinatari della lettera sono: il sindaco, Luigi de Magistris, l’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo, il capo di gabinetto del sindaco, Attilio Auricchio. La lettera è del 28 marzo, cinque giorni dopo la delibera (206) che ha sancito il e discusso accordo tra Comune e Romeo.

L’accordo per la dismissione del patrimonio di edilizia popolare e per il progetto Antica Dogana. Ma la delibera ha deluso Romeo, che è pronto alla guerra e sa di avere degli alleati in Comune. Ma andiamo con ordine. Esiste un carteggio della Romeo con Palazzo San Giacomo. Gli interlocutori sono sempre gli stessi. Romeo scrive a de Magistris, Tuccillo e Auricchio.

Nella prima lettera del 19 marzo scorso Romeo (scrivendo a mano all'”Egregio sindaco”) propone la realizzazione di un intervento “di valorizzazione integrata dell’area di via Cristoforo Colombo e di riqualificazione dell’Insula Antica Dogana, in attuazione del vigente contratto di servizi”. Un progetto che Romeo ha già “illustrato direttamente al sindaco”. E l’imprenditore nelle tre pagine della sua missiva usa sapientemente parole care al sindaco: l’idea “nasce da un processo di democrazia partecipata (in corsivo e sottolineato), sarà “una sfida importante sul piano della rivoluzione
che Lei auspica per dare un volto nuovo alla città”, procederemo a una “valorizzazione dei beni e delle risorse presenti sul territorio”.

E ancora: “L’impegno congiunto del Comune e della Romeo Gestioni nella bonifica territoriale dell’Insula dell’Antica Dogana, per la sua particolare collocazione, darà alla città un nuovo biglietto da visita, completando con armonia il fronte dell’intervento che sta cambiando l’area di piazza Municipio e del waterfront”.

Ovviamente “i beni immobiliari e le attività commerciali insistenti sull’Insula avrà un significativo aumento e un ritorno di crescita di valore per i proprietari”. In quell’area appunto c’è l’albergo di Romeo, su cui pende una richiesta di abbattimento per una serie di abusi. Romeo conclude la lettera augurandosi che “l’amministrazione possa, come congiuntamente auspicato, dare nel più breve tempo possibile il “via” formale a questa avventura”.

Lo stesso giorno Romeo manda alla dirigente del servizio Patrimonio, e per conoscenza ai suoi soliti tre interlocutori, la bozza di transazione del contenzioso tra amministrazione e Romeo Gestioni. I toni sono molto decisi e la transazione (per un debito di circa 50 milioni del Comune), insieme con la dismissione del patrimonio Erp sono legate a doppio filo al progetto Antica Dogana. Romeo chiarisce: “La transazione dovrà avvenire nel più breve tempo possibile e comunque non superiore ai 10 giorni dal ricevimento della presente”.

E al punto due, specifica che contestualmente “alla transazione la giunta municipale procederà all’approvazione (scritto in neretto), quale progetto di prioritario interesse comunale, della riqualificazione dell’Insula Antica Dogana, secondo la proposta progettuale già condivisa nell’ambito di un intenso lavoro con il sindaco, l’assessore al Patrimonio, il capo di gabinetto e i relativi uffici”. E Romeo indica anche l’iter: “L’amministrazione procederà all’istituzione di una cabina di regia per le valorizzazioni e le dismissioni immobiliari con compiti di affiancamento del gestore”.

Insomma tutto sembra deciso, la transazione, la dismissione del patrimonio immobiliare, il progetto Antica Dogana. Ma succede qualcosa. Il 23 marzo viene approvata la delibera. Ma la giunta si spacca. Tra gli assessori c’è chi non è convinto che questo progetto sia una priorità per il Comune.

L’assessore all’Urbanistica De Falco chiede il rispetto dei vincoli urbanistici e ha dei dubbi sul parcheggio sotterraneo che Romeo vuole costruire sotto a una strada pubblica a ridosso del suo albergo. L’assessore alla Legalità Narducci non vota la delibera.

L’assessore al Bilancio Realfonzo chiede che la transazione sia basata su dati certi e non su previsioni non di¬mostrabili di incassi. Il marzo 28 Romeo torna a scrivere al sindaco: “Con sincero sconcerto ho appreso dall’assessore al Patrimonio e dal capo di gabinetto, che dopo un intenso lavoro congiunto di quattro mesi e un’intesa, la giunta ha approvato un testo emendato, intervenendo su questioni concordate e assoluta¬mente irrinunciabili”.

Romeo è preoccupato e sottolinea che capisce che “tale circostanza si è verificata sulla base di interventi estranei alla reciproca volontà negoziale”, ma che dietro modifiche “apparentemente tecnico contabili” viene meno “ogni elemento di garanzia a tutela della Romeo” e qui Romeo annuncia “la guerra” contro chi ostacola il negoziato pattuito con il sindaco, Tuccillo e Auricchio. L’ultimo atto del Comune relativo all’accordo è la creazione (il 24 aprile) di una unità ad hoc che sta studiando la fattibilità dell’accordo e del progetto Antica Dogana.

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