Iannello ed Esposito su programma, Narducci ed Asìa’ replica di Vasquez

netLa Repubblica del 23 giugno 2012 —   pagina 4   sezione: NAPOLI

PRIMA del voto finale sul bilancio, dopo oltre 25 ore di lavori, chiedono la parola i consiglieri Gennaro Esposito e Carlo Iannello di “Napoli è Tua” e annunciano che stanno per uscire dall’ aula e non votano il bilancio. Motivo della decisione, «la necessità di sciogliere alcuni nodi politicie vicende che hanno contraddetto il programma elettorale». Uno strappo all’ interno della lista civica che ha appoggiato Luigi de Magistris in Campania elettorale. Una rottura che segue una turbolenta cena di due settimane fa, in cui erano volati insulti proprio tra il sindaco e Iannello. Ma, soprattutto, una frattura che amplia la faglia aperta dall’ abbandono della giunta dell’ assessore alla Legalità Giuseppe Narducci questa settimana. Carlo Iannello, nel suo intervento, chiede al sindaco un chiarimento politico e mette in chiaro i punti: «Le dimissioni di Narducci hanno posto dei problemi politico-amministrativi. Narducci ha citato fatti amministrativi: caso Raphael Rossi, delibera di giunta di agosto sull’ Asìa per l’ assunzione dei 21 lavoratori, questione Romeoe Insula Antica Dogana». Ma le questioni politico-amministrative «in cui si svela l’ allontanamento dal programma elettorale sono anche altre – aggiunge Iannello – l’ esclusione di Bagnoli e l’ accordo con l’ unione industriali per Coppa America, il rapporto con la società Bagnoli Futura e la vendita dei suoli di Bagnoli in cui si è annunciato un sito di compostaggio, la costruzione di un nuovo stadio escludendo gli uffici competenti». Si sente tradito rispetto al programma elettorale anche Gennaro Esposito e lui pure chiede «in nome della discontinuità promessa in campagna elettorale i perché del caso Rossi, i perché del caso Asìa, i perché del caso Romeo, i perché del caso Narducci, il perché del programma elettorale a cui non si fa più cenno». CRISTINA ZAGARIA

Vasquez: ‘Formalisti e intransigenti, ma noi restiamo col sindaco’

23 giugno 2012 —   pagina 4   sezione: NAPOLI

E SE i due “dissidenti” di Napoli è tua lasciano l’ aula di via Verdi, il capogruppo, Vittorio Vasquez e gli altri esponenti restano accanto al sindaco e prendono le distanze dal gesto dei compagni di lista. «Sono e siamo rammaricati più che dell’ uscita dall’ aula di Iannello ed Esposito – commenta Vasquez – della decisone dei due amici di allontanarsi, sottovalutando il valore politico dell’ approvazione del bilancio, che non è solo un giudizio rispetto a un documento contabile, ma rispetto a un anno di amministrazione». Vasquez cerca di smorzare la rottura: «Riconosco le capacità e le qualità di entrambi e il contributo dato in quest’ anno, ma non condivido il loro atteggiamento, dettato non so se da inesperienza politica o da un formalismo giuridico molto intransigente». Per Vasquez «questo strappo» interno a “Napoli è tua” «andava avanti da un po’ di tempo, anche in virtù di un dissenso personale tra Iannelloe il sindaco, acuito poi dall’ uscita dalla giunta di Narducci per questioni anche lì personali». E aggiunge: «Credo che poi il tutto sia stato acuito dalla preoccupazione anticipata dell’ eventuale uscita di Realfonzo dalla giunta». Vasquez difende la posizione critica della lista civica: «Non solo loro, ma tutti noi abbiamo mostrato il nostro dissenso su alcuni punti, mantenendo però sempre posizioni leali. E penso a Bagnoli, alle incertezze rispetto alla Coppa America e soprattutto al punto più lacerante, ma su cui siamo stati tutti concordi, l’ accordo con Romeo e l’ idea di un intesa che possa creare un progetto come Insula». Ma non risparmia i due “dissidenti”: «Ovviamente tutto questo non ci doveva portare a una divisione. Non so che percorso seguiranno, le porte sono sempre aperte per loro, però devono capire che un gruppo è tale perché condivide una uguale impostazione politica».
CRISTINA ZAGARIA

L’epurazione di N E’ T

net(di Adolfo Scotto di Luzio da il Corriere del Mezzogiorno del 24 giugno 2012) In quella commedia dell`assurdo a cui sempre di più assomiglia la politica napoletana un nuovo capitolo è stato aggiunto dalle traversie del voto sul bilancio del Comune. Come è noto, dopo le dimissioni dell`assessore Narducci, e in conseguenza delle sue accuse, due consiglieri di un certo rilievo della lista civica che ha appoggiato l`elezione di de Magistris a sindaco della città. Napoli è Tua, Carlo Iannello e Gennaro Esposito, non hanno votato il documento contabile.

È un atto che equivale a una sfiducia politica ma senza rilevanti effetti. Per quanto infatti la maggioranza del sindaco si sia ridotta resta pur sempre la maggioranza e come ormai dovrebbe aver insegnato Berlusconi anche un solo voto di vantaggio è pur sempre un vantaggio. L`attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini se la ricorda bene la battaglia del dicembre 2010. Il tentativo di far cadere il governo fallì e Futuro e Libertà andò in frantumi. Questo accade perché la logica della politica attuale è di tipo monocratico. Finché il capo ha un numero sufficiente di forze resta saldamente al comando.
Se dunque il caso lannello-Esposito è irrilevante per i suoi esiti sulla tenuta di de Magistris è tuttavia istruttivo in termini più generali per quello che rivela sulla cultura di questo governo rivoluzionario della città dopo la fine di tutte le ideologie novecentesche. In particolare sulla lista civica Napoli è Tua, che avrebbe dovuto apportare all`esperienza del sindaco la linfa della cosiddetta società civile e che invece proprio in questa occasione rivela tutti i tic di un piccolo partito bolscevico in seno alla maggioranza. Sulle tendenze all`interno di questa formazione marxista-leninista sotto mentite spoglie non ci giurerei, ma certo il linguaggio fa impressione. A stare alle cronache, il capogruppo della lista al Comune Vittorio Vasquez di fronte a quello che ai suoi occhi deve essere apparso come un atto intollerabile di frazionismo dei due consiglieri pare sia sbottato ammonendoli che con quel loro atto si mettevano fuori dalla maggioranza della città. Avete letto bene, Vasquez non ha detto dalla maggioranza e basta, ma «dalla maggioranza della città».
Ora a parte il fatto che evidentemente Vasquez non sa contare, essendo nota la natura minoritaria di questa giunta se proprio la vogliamo rapportare non ai voti espressi ma alla massa complessiva degli elettori, molti dei quali non hanno votato, la cosa che veramente lascia scioccati è la concezione organicistica di popolo che traspare da queste parole. Come per tutti gli eretici, il rischio in cui veramente incappano i dissenzienti è l’estraniazione rispetto al corpo dei fedeli. Uscire dal Popolo per chi ritiene ancora che il problema sia Servire il Popolo è evidentemente la più grande delle sciagure. Il tradimento massimo, quello che fa dei due dissidenti dei reietti.
Ora, di fronte a questo delirio o a questa incredibile manifestazione di ingenuità del capogruppo Vasquez, dipende da che lato vogliate considerare la faccenda, se da quello della sclerotizzazione dell` identità politica o, più bonariamente, da quello dell`incapacità di rendersi conto delle circostanze, di fronte a questa uscita, diciamo così, singolare i due reprobi invece di rispondergli con una risata, del tipo «Ma va là», l`hanno presa sul serio. E lannello, credo di ricordare, il più giovane dei due, pensa bene di tirare fuori il nome glorioso di Rosa Luxemburg, la rivoluzionaria russo-polacca uccisa nel 1919. Semplicemente, il consigliere Carlo lannello, bella speranza della società civile napoletana, era sorpreso che un uomo, formatesi sui testi della Luxemburg e della migliore tradizione della sinistra marxista non ortodossa, giuro ha detto proprio così, potesse minacciare non solo un`espulsione ma addirittura una condanna per apostasia.
Ora, la domanda che vorrei fare, a Vittorio Vasquez, a Carlo lannello e, in fondo, a tutti noi è la seguente: ma vi siete chiesti se al mondo esiste, nel 2012, un`altra assemblea elettiva in cui, non solo riecheggiano i nomi di un tempo così lontano, ma addirittura l`identità e le posizioni politiche dei rappresentanti di una città moderna e complessa si lascino definire nei termini della tradizione della III Intemazionale?
Un mio amico elettronico ha osservato spiritosamente che forse ai protagonisti di questa vicenda nessuno aveva pietosamente detto, per non turbarne le giornate affaticate evidentemente, che Berlinguer e Moro erano morti da tempo.
Mi sono permesso di fargli rilevare che forse non sapevano nemmeno che Giacinto Menotti Serrati stesse ormai poco bene. Per chi non lo sapesse, Menotti Serrati è il capo glorioso della frazione massimalista del Psi al congresso di Bologna. Correva l`anno 1918. All`epoca, Rosa Luxemburg era ancora viva, sebbene poveretta, ancora per poco.

Il nostro non voto sul bilancio

  • netSabato 23 Giugno, 2012
  • CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – NAPOLI
Sì al bilancio ma il sindaco perde 8 voti Esposito e Iannello, scontro con Vasquez

NAPOLI — La giunta comunale ha ottenuto il via libera dell’aula al primo bilancio di previsione dell’era de Magistris. «Ora siamo più forti», ha detto il sindaco dopo un’estenuante maratona di 27 ore per votare centinaia di emendamenti e ordini del giorno. Contestualmente, però, s’è consumata anche la prima, vera frattura nella maggioranza che sostiene de Magistris con due consiglieri comunali, Iannello ed Esposito di «Napoli è Tua», che sono usciti dall’aula per non votare l’atto. Gesto che si è unito a quello di Carmine Attanasio, pure lui rimasto fuori, che già nei giorni scorsi aveva lasciato IdV per rifondare il gruppo dei Verdi al Comune. Questo mentre il sindaco ha sbottato definendo «cazzate» le cose dette «da alcuni consiglieri». Quali siano, però, esplicitamente non lo ha detto. Sull’affermazione colorita del sindaco è insorto Attanasio, che ha duramente censurato questo atteggiamento del primo cittadino. Il bilancio è stato votato da 27 consiglieri comunali, sindaco compreso. Un numero basso, tanto più se si considera che il bilancio del 2011 «incassò» 35 voti; quindi, in un anno, su quello che è il documento più importante per un Comune — il bilancio — il sindaco ha perso 8 voti. Questo perché il Pd, che pure pareva fosse a un passo dall’entrare in giunta col sindaco, si è astenuto. Stesso discorso ha fatto l’Udc, con Lebro che si è astenuto insieme a Raimondo Pasquino, che, però, da presidente, per prassi non vota mai. Si astenuto pure Ciro Borriello di Sel. Assente in aula Fli. E assente quasi in blocco, ovviamente, pure l’opposizione di centrodestra nella quale il solo Moretto ha votato «no». Ma è quella con Iannello ed Esposito la questione politica che si è consumata ieri e che ha fatto andare in frantumi parte del popolo «arancione». Il capogruppo di «NeT», Vittorio Vasquez, in un documento ha sostenuto che «si tratta di un atto politico che per la sua gravità li ha posti al di fuori della maggioranza che si riconosce nella guida amministrativa del sindaco de Magistris». Ma i due consiglieri non si sentono affatto fuori dalla maggioranza, rivendicano invece il diritto di dissentire su alcune decisioni vista «la necessità — hanno spiegato — di sciogliere nodi politici e vicende che hanno contraddetto il programma elettorale». Nel suo intervento Iannello ha ricordato che «le dimissioni di Narducci hanno posto dei problemi politico-amministrativi». «Narducci — è stato il ragionamento del consigliere di NeT — ha citato fatti amministrativi: il caso Rossi, delibera di giugno per assumere 21 lavoratori; la questione Romeo e Insula antica Dogana. E stiamo parlando di atti amministrativi, non di rapporti personali». Iannello, che ha partecipato alla stesura del programma elettorale del sindaco, ha elencato una lunga lista di cose che non gli sono andate giù: «La coppa America — ha ricordato — ci ha portato anche all’accordo con l’unione industriali, che è stato sancito in una delibera di proposta al consiglio con cui abbiamo consentito all’unione industriali di assumere la presidenza di questa società; poi l’improvvisazione che si può esemplificare con la conferenza stampa per annunciare la vendita dei suoli di Bagnoli in cui si è annunciato contemporaneamente un sito di compostaggio proprio a Bagnoli; la vicenda relativa alla costruzione di un nuovo stadio emarginando del tutto gli uffici competenti, la commissione urbanistica e quindi il consiglio comunale». «Ma ciò che lascia perplessi — ha concluso Iannello — è che in questo primo anno di amministrazione è mancata un’idea di città, o meglio l’idea di città c’è, è contenuta nel programma elettorale, forse non c’è stata la possibilità di perseguire quell’idea, quel disegno complessivo, e si è stati costretti ad andare avanti per progetti scollegati da un filo conduttore». Soddisfatto è invece l’assessore Realfonzo. Per lui, da giorni nel tan tam sul possibile rimpasto in giunta, è stata una prova di resistenza. E non è finita. Perché d’ora in poi il rimpasto terrà banco.

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