Il cavaliere è ricorso alla Corte di Giustizia Europea per censurare la legge Severino che lo “espelle” dal Parlamento senza alcuna considerazione della credibilità dell’Italia. La Corte Europea, infatti, è composta da un Giudice per ogni Stato Membro. Ora mi immagino, e vorrei vedere, la faccia del componete Tedesco o di quello Inglese della Corte, che sono abituati, senza che vi sia alcuna norma nel loro paese che lo preveda, alle dimissioni di parlamentari e ministri sol perché semplicemente accusati e non condannati, di aver fatto togliere qualche multa ad un familiare (caso inglese) o aver copiato una tesi di dottorato (caso tedesco). Mi chiedo quante “risate” questi Giudici, ed i loro popoli, si faranno sulle spalle dell’Italia e del Popolo Italiano che, pur avendo addirittura previsto una norma ad hoc, non riescono a buttare fuori dalle istituzioni una persona che è stata addirittura condannata con sentenza passata in giudicato per una gravissima milionaria frode fiscale ai danni dell’Italia. A ciò aggiungerei che l’altra ipotesi di ineleggibilità, che pure colpisce il cavaliere, è la normativa sul conflitto di interessi che all’inizio di questa legislatura è stata oggetto della cronaca politica e che poi ci siamo dimenticati, nonostante la stessa recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione di condanna del cavaliere abbia definitivamente accertato che berlusconi pur non essendo formalmente più titolare di cariche nel gruppo Fininvest è sempre stato di fatto il dominus delle sue aziende! Cosa dire avrei preferito che, in ossequio ad un ormai perso senso delle istituzioni e rispetto dello Stato, il cavaliere avesse preferito lavare i suoi panni sporchi in famiglia senza esporre l’Italie ed il Popolo Italiano all’europeo pubblico ludibrio!
Da Repubblica del 08.09.2013
LIANA MILELLA
Strasburgo, Consulta e Lussenburgo così il PDL vuole processare la legge
Così il PDL tenta di trasformare la Giunta in Tribunale
DECADE SB (Silvio Berlusconi) o “decade” la legge Severino? Ormai il busillis è questo.Domani parte il “processo” a SB nella giunta per le immunità del Senato, ma il focus si è spostato.
LA “guerra dei ricorsi” (Consulta, Strasburgo, Lussemburgo), abilmente pilotata da Arcore, sta mettendo sotto accusa i pilastri della legge chiesta a gran voce dalla gente per garantire “liste pulite”. Prim’ancora di far decadere SB, il Pdl cercherà di affondare la Severino votata un anno fa da tutto il Parlamento. Protagonista della prima seduta sarà Andrea Augello, un pidiellino che in tutti questi giorni ha ribadito a gran voce la sua indipendenza. Ecco i temi che divideranno Pdl con Lega e Gal in netta minoranza (8 in tutto) da Pd, M5S, Sel e Sc (14). Sempre incerto il socialista Buemi.
Prima questione. Augello darà per scontato che la giunta è a tutti gli effetti un “giudice” e come tale si può comportare. Ma è davvero così?
Il presupposto per la “guerra dei ricorsi” sta tutto qui. In una fisionomia della giunta che la parifica a un vero e proprio giudice. Lo pensa Augello, lo condivide il Pdl, e naturalmente i giuristi che vogliono tagliare le gambe alla legge Severino. Augello citerà un paio di sentenze della Consulta e una di Strasburgo per sostenere che è così. Ma la maggioranza è contraria. Ritiene che la giunta sia solo un soggetto politico.
Seconda questione. Prima di fare il “processo” per la decadenza di Berlusconi, si può mettere “sotto processo” la Severino, oppure bisogna solo applicarla?
Augello ritiene che, dopo gli otto pareri pro veritate di SB contro la legge, non si possa più far finta di nulla. La questione, quindi, va affrontata «in via preliminare». In questa parola — «preliminare» — si gioca il destino della legge, di SB, del governo Letta, della legislatura. Se il Pd non accetta la frenata, è crisi.
Terzo quesito. Della Severino si deve parlare subito, cioè durante la relazione, oppure bisogna fare prima un’altra mossa, aprire la cosiddetta “contestazione” a SB, cioè dare il via formalmente al “processo” per la decadenza?
Premesso che al presidente della giunta, il vendoliano Dario Stefàno, non piace la definizione giornalistica di “processo” («Non l’ho mai detto e per favore non me lo fate dire perché qui non si processa nessuno »), tuttavia il paragone calza a pennello. La giunta, votando, potrebbe decidere che tanto vale aprire subito la fase della “contestazione”, nella quale ogni atto si svolge alla presenza del soggetto “decadente”, cioè SB, e/o anche dei suoi avvocati. La differenza non è da poco, perché la difesa avrebbe voce in capitolo su ogni passaggio e potrebbe fare molte richieste.
Quarto quesito. Il ricorso alla Consulta. Augello la spunta?
Dalle indiscrezioni pare proprio che Augello si appresti a mettere la legge “in strada”. Secondo la sua ricostruzione sarebbero una mezza dozzina i buoni motivi per mandarla alla Corte. Tra questi ci sarebbe soprattutto un eccesso di delega perpetrato dalla commissione rispetto al dettato del Parlamento. Del tipo: c’è solo un tetto di pena (i famosi quattro anni) e non la lista dei reati chiesta dalle Camere.
Quinto quesito, la frontiera dell’Europa. Hanno ragione prima Augello e poi SB a stroncare la Severino dimostrando che essa è in contrasto con le norme e le garanzie europee?
Augello e Ghedini — le voci di corridoio dicono che tra i due non ci sarebbe per niente feeling — si sfidano sulle Corti d’Oltralpe. Augello propone quello che in gergo si chiama “rinvio pregiudiziale” alla Corte di giustizia del Lussemburgo, il giudice delle leggi Ue, possibile perché la Severino riguarda una questione elettorale.Brutta argomentazione questa, in contrasto con quella di Ghedini per Strasburgo, che invece batte il tasto della Severino come norma “penale”. Raffinati giuristi, come Vladimiro Zagrebelsky, bocciano come impossibile il rinvio.
Sesto quesito. La questione Strasburgo. La giunta può sospendere il giudizio sulla decadenza in attesa che la Corte dei diritti dell’uomo decida se il ricorso è ammissibile?
Bisogna arrivare a pagina 26 delle 27 del ricorso di SB per leggere che «in via preliminare» si chiede di «disporre la trattazione prioritaria del ricorso in quanto avente ad oggetto un’importante questione d’interesse generale». Non è l’esplicita richiesta di anticipare il giudizio di ammissibilità alla Corte di Strasburgo, però potrebbe essere utilizzata in giunta per chiedere uno stop in attesa della pronuncia. Va detto però che SB rischia la bocciatura perché alla Corte, come dice Zagrebelsky, si può andare quando si è già «vittime», quando la decadenza è già avvenuta, e non prima. Nel merito: c’è giurisprudenza, come sosterrà il Pd Felice Casson, che dimostra come i singoli Stati hanno diritto di prevedere norme che garantiscono “listepulite”.
Settimo quesito. L’eventuale richiesta di revisione del processo Mediaset può fermare la giunta?
La questione non entrerà nella relazione di Augello, ma poiché la revisione non ferma d’obbligo l’esecuzione della pena, del pari essa non ferma neppure gli effetti né dell’interdizione, né della Severino, cioè di una semplice clausola di candidabilità.
Ottavo quesito. Ma Augello proporrà la decadenza di SB?
Tutto lascia ipotizzare che Augello, spesso in polemica col centrodestra come quando si schierò per mettere fuori dal Senato Di Girolamo, stavolta insista prima per mostrare quelle che lui ritiene vistose crepe della Severino, e poi per aprire subito la procedura di contestazione nella quale SB può difendersi. Questo gli consentirebbe di non essere subito “bocciato” come relatore, ma di gestire la fase vera e propria del processo.
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