Politica e Costituzione: Il Giuramento della Pallacorda

“Si può cercare di spiegare che cosa sia la costitutività della costituzione prendendo lo spunto dall’immagine della sabbia, usata per constatare la condizione politica di disfacimento della vita sociale dell’Italia, in conseguenza degli eventi che seguirono l’8 settembre 1948, quando ogni autorità, ogni forza coesiva preesistente, lo Stato stesso sembravano essere venuti meno e aver lasciato il posto all’anarchia. Come costituire la sabbia ? ci si chiese. La costituzione è il mezzo attraverso il quale l’informe prende forma. E’ una risorsa alla quale le società umane si rivolgono dopo catastrofi come guerre intestine, crolli di regimi politici, rivoluzioni sconfitte belliche, che hanno distrutto le forme politiche precedenti, quando occorre darsene di nuove. Una Costituzione, cioè, è tale quando …. crea un ordine a partire da un disordine. Ogni grande rottura della vita politica porta con sé una nuova costituzione …. In Italia, abbiamo una testimonianza del significato costitutivo della carta costituzionale, nel modo stesso in cui fu elaborata la costituzione del 1948, dopo il crollo del fascismo e la decomposizione delle strutture statali. … La società italiana, per quanto lacerata, non si dimostrò fatta di sabbia informe … Nella pur varia presenza di posizioni politiche, sociali, culturali e religiose, si manifestò una forza etica più grande: La comune consapevolezza che non si poteva fallire, che la Costituzione era il traguardo che doveva essere raggiunto, pena l’anomìa, premessa di ulteriori divisioni laceranti, se non di rinnovata guerra civile, con il rischio che alla fine tutti quanti dovessero rinunciare a se stessi per mettersi nelle mani di un qualche potere imposto con l’argomento della forza. Per questo, i soggetti costituenti si obbligarono da sé o per così dire furono intimamente necessitati a cercare e a trovare una Costituzione”. “La legge e la sua giustizia” G. Zagreblesky.

E’ indubbio che siamo ad un nodo cruciale della vita dello Stato Italiano. Nel 1948 avevamo macerie fisiche oltre che politiche, oggi abbiamo, invece, macerie politiche, culturali, umane e sociali. Questo che stiamo vivendo è un momento storico insidioso poiché non si evidenzia nella sua piena drammaticità. Non ci sono crolli di palazzi né bombe di aerei! C’è la Costituzione ma è inattuata e svuotata sotto il peso della indegnità di una classe politica inadeguata e dell’economia. In questo noto le similitudini con il 1948. Al punto in cui siamo arrivati la nostra Carta Costituzionale rappresenta ancora oggi una valida sintesi dei principi espressi dallo stato sociale di diritto ed è la strada da seguire. Il lavoro, i beni comuni, l’interesse pubblico le cittadine ed i cittadini sia “come singoli che nelle formazioni sociali” al centro di una vera azione politica riformatrice. Questi gli unici ingredienti per sfuggire al populismo dilagante che fa leva sulla società civile e che potrebbe invadere le istituzioni con la collocazione di uomini abili alla distruzione ma inutili alla ricostruzione secondo i dettati costituzionali. Oggi gli uomini “capaci” che hanno a cuore il futuro del nostro paese devono farsi avanti.

La Francia nel momento più alto della rivoluzione, pose al centro del mutamento politico, la scrittura della Costituzione Francese. L’abate Emmanuel Joseph Sieyès scrisse un opuscolo politico nel gennaio del 1789 che ebbe grande successo, che iniziava con queste domande: «Che cos’è il terzo stato? Tutto. Che cosa è stato finora nell’ordinamento politico? Nulla. Che cosa chiede? Chiede di essere qualcosa». Dopo numerose altre vicende, nel giugno del 1789, i rappresentanti del Terzo Stato con pezzi del basso clero e nobili liberali si riunirono in Assemblea Nazionale, nella sala della pallacorda e giurarono di non separarsi in nessun caso e di riunirsi ovunque le circostanze lo avrebbero richiesto, fino a che la Costituzione francese non fosse stata stabilita e affermata su solide fondamenta.

Non è un caso, forse, che nonostante la nostra costituzione, le domande dell’abate Sieyès siano ancora attuali.

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Una risposta a "Politica e Costituzione: Il Giuramento della Pallacorda"

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  1. Se non cambiamo l’attuale legge elettorale non soltanto il terzo stato ma tutti noi cittadini non riusciremo a contare nulla.Leggo su Repubblica che eri l’unico consigliere presente in Commissione e ti ringrazio per come mi rappresenti. Beatrice

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