L’illusionista della democrazia diretta

grilloGli ultimi fatti che hanno riguardato il M5S (vedi la questione dei migranti clikka) mi hanno “fatto convinto” che i parlamentari del movimento sono molto più avanti rispetto al duo grillo/casaleggio. Peraltro lo spasmodico ricorso ai meccanismi della cd. democrazia diretta invocati dal movimento mi hanno fatto venire in mente l’eccellente pezzo di Ascanio Celestini che trovo essere un’ottima risposta al comico genovese. Come dire comico/contro/comico forse così si può capire meglio! Trovo, infatti, assurdo e politicamente scorretto il continuo ricorso che grillo fa alla cd. democrazia diretta in quanto così facendo in sostanza evita di prendere posizione su temi importanti per la vita del paese dando l’illusione al popolo di poter scegliere. E’ facile constatare, infatti, che il meccanismo della consultazione continuata e costante del popolo è assolutamente un’utopia non realizzabile poiché la partecipazione richiede studio, preparazione ed informazione che nessun cittadino ha nel momento in cui non ricopre un incarico elettivo per il quale deve dare un voto! La chiave di volta è la selezione, preparazione e formazione della classe dirigente solo così si può uscire dalle paludi in cui siamo finiti.

Consiglio la visione di questa perla di saggezza di Ascanio Celestini:

beppe grillo ed il referendum sull’immograzione

Una risposta a "L’illusionista della democrazia diretta"

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  1. fondi del giorno utili sul tema
    Prima

    GRILLO E LA MALAPOLITICA

    CURZIO MALTESE

    PER una volta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio possiamo dire soltanto grazie. Con il loro post, ormai giustamente famoso, sul reato di clandestinità i fondatori del movimento 5 stelle hanno infatti disvelato i meccanismi della disastrosa Seconda Repubblica e della mala politica italiana molto meglio che in centinaia di comizi. Trattandosi di persone geniali, sono bastate lorodue righe.

    «Se avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità durante le elezioni, avremmo preso percentuali da prefisso telefonico». La traduzione del Casaleggio pensiero è meravigliosamente semplice e suona così. «Noi non crediamo in nulla, non abbiamo principi, non siamo né di destra né di sinistra, come del resto abbiamo sempre detto, e non vogliamo cambiare nulla. Diciamo soltanto quello che la gente vuol sentirsi dire in quel preciso momento, per ottenere voti e consenso e poterci di conseguenza fare gli affari nostri, acquistare potere e piazzare chi vogliamo in Parlamento e ovunque. Col tempo faremo eleggere i figli in regione e le fidanzate alla Camera o alla Rai. Come prima di noi hanno fatto Bossi, Berlusconi e Di Pietro. E noi che siamo, più fessi? Il programma non c’entra niente. Sull’immigrazione (e su molto altro) non c’è neppure una parola. S’intende che se e quando la gente cambierà idea, lo faremo anche noi, secondo convenienza. L’abbiamo appena fatto sull’indulto, che invocavamo due anni fa, e sulla legge elettorale. Quando sei sempre d’accordo con la maggioranza, nessuno in questo paese ti rimprovererà mai di essere incoerente. Neppure se voti con Berlusconi e con la Lega, come abbiamo rimproverato di aver fatto al Pd e continueremo, si capisce, a rimproverargli nei secoli dei secoli. Tanto l’Italia è in rovina e non saremo certo noi a risolverne i problemi. L’unica è risolvere i nostri. Chi non è d’accordo può accomodarsi alla porta, perché se “uno vale uno” è pur sempre vero che due, Grillo e Casaleggio, valgono più di tutti voi che non eravate e non sarete nessuno. Concedere libertà alla servitù è stato fatale ai nostri maestri Bossi e Berlusconi. Tranquilli, non ripeteremo l’errore. Non per nulla abbiamo fatto depositare il marchio del partito dagli avvocati. Viva la costituzione!» .

    Grazie Beppe e Gianroberto, grazie ancora e, se volete, potete aggiungere altri grazie più nel vostro stile. Era ora che qualcuno spiegasse agli italiani i meccanismi che ci hanno condotto in un ventennio a un passo dal baratro, guidati da una classe dirigente, si fa per dire, formata da capipopolo tanto popolari quanto cinici, cialtroni, reazionari e ignoranti. Grillo e Casaleggio sono soltanto gli ultimi della lunga serie. Proprio per questo, qualche speranza esiste. In fondo se si sono ribellati al padrone i leghisti e ora perfino i cortigiani di Berlusconi, forse possono farcela anche i parlamentari grillini. Magari non Crimi, ma quelli intelligenti sì. Senza contare il luminoso esempio del Pd, che continua a far fuori un leader all’anno e ora sta volando nei sondaggi con un citofono al posto del segretario. I capi che hanno sempre ragione non hanno mai portato fortuna all’Italia. Per finire, non è il caso comunque che Grillo e Casaleggio inseriscano la pena di morte nel prossimo programma elettorale. Per i clandestini in fuga dalle guerre esiste già. In Usa negli ultimi trent’anni sono morti meno assassini di quanti innocenti siano morti questa settimana nel canale di Sicilia.

    SEBASTIANO MESSINA

    Ricordate il comma 22? «Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo ». Ebbene, anche Grillo ha il suo comma 22: solo i cittadini «a 5 Stelle» possono discutere il programma del movimento, ma chi chiede di discutere il programma non è un cittadino «a 5 Stelle». Il fantastico modello democratico del M5S è servito finora soprattutto a espellere chi ha disobbedito a questo «comma 22» grillino. Applicando il quale — grazie al combinato disposto che proibisce ai parlamentari di prendere iniziative non previste dal programma — se Letta impazzisse ed emanasse un decreto che vieta di portare i baffi, i deputati grillini non potrebbero votare né a favore né contro: dovrebbero aspettare le prossime elezioni, quando il super-cittadino Grillo inserirà nel programma il capitolo «barba».

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